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Autore: fabyvaniglia    09/08/2018    3 recensioni
Questa storia è stata scritta parecchi anni fa, ed è uscita prepotentemente dal cassetto, con la voglia di crescere.
Estate dopo il sesto anno ad Hogwarts per Harry, Ron ed Hermione.
Harry è preoccupato per il lungo viaggio che lo aspetta, ma non è l'unico che deve trovare il modo di partire lasciando meno cose in sospeso possibili. Forse sarà il caso che Ron ed Hermione decidano se partire lasciando le cose come stanno, o risolvere prima la confusione dentro le loro teste... e i loro cuori.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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​Cap. 5
​Occhi indiscreti



Quella sera, quando tornarono alla Tana, erano tutti stanchissimi.
Fred e George erano rientrati insieme a loro, accontentando la signora Weasley che li aveva tormentati per averli a cena. Anche Ginny era molto felice della loro presenza: dopo aver parlato con i suoi fratelli al negozio e aver ottenuto la loro collaborazione, bisognava stilare un vero e proprio piano di azione. In fondo Ginny voleva supervisionare la situazione attentamente, non fidandosi del tutto dello spirito di iniziativa dei gemelli.
 
Arthur Weasley rientrò accompagnato da suo figlio maggiore, Bill. Fleur si fiondò subito dal ragazzo per un bacio di bentornato, mentre il signor Weasley si accasciava stanco su una sedia del salotto.
“Di questo passo finirai per ammalarti, Arthur” lo ammonì affettuosamente la signora Weasley.
“Come è andata oggi, signor Weasley?” chiese Harry, sedendosi accanto a lui.
“Fortunatamente nulla di nuovo” rispose il signor Weasley tenendo gli occhi chiusi. “Ogni novità non è ben vista in questo periodo.”
“I folletti alla Gringott però sono sempre più insopportabili” Bill si inserì nella conversazione. “Ogni tanto ci tocca chiedere la loro collaborazione per effettuare riconoscimenti su reperti confiscati, ma sono sempre più restii a darci una mano.”
“Questo avviene perché alcuni di loro non hanno ancora deciso da che parte stare.” Il signor Weasley aprì gli occhi. La sua espressione era quella di un uomo molto stanco, ma vi si leggeva anche una certa fiducia. “Però non mi preoccuperei più di tanto. I folletti non sono stupidi, e non sceglieranno di stare dalla parte del male. Solo, non sanno bene quanto fidarsi di noi maghi, anche di quelli che si schierano contro Voi-Sapete-Chi.”
Ginny ascoltava la conversazione attentamente, per questo non si accorse subito che Ron ed Hermione non erano in salotto. Mentre faceva per alzarsi (la loro assenza avrebbe permesso un suo colloquio in privato con Fred e George, lontano da orecchie indiscrete), la signora Weasley la richiamò all’ordine:
“Ginny, cara, potresti aiutarmi ad apparecchiare?”
 
In realtà, Ron ed Hermione, contro le più rosee aspettative di Ginny, erano proprio insieme, seduti su una panchina del prato dietro la Tana.
Ron aveva notato l’assenza di Hermione in casa, così era andato a cercarla e, una volta trovata ed essendosi accorto di essere stato visto, non aveva pensato nulla di meglio (e di meno sospetto e compromettente) dal mettersi seduto accanto a lei.
Hermione aveva subito iniziato ad elencare al ragazzo la lista degli oggetti utili che credeva di portare con loro nel viaggio che avrebbero intrapreso insieme ad Harry di lì a pochi giorni.
“L’unica cosa che devo ancora capire è se può essere più conveniente allestire una sorta di rifugio, nel quale Materializzarci all’occorrenza, o portarci sempre tutto dietro. Questo però complicherebbe le cose, e presuppone un’ulteriore cernita…”
“Hermione” la interruppe Ron. “Non avevamo detto che ci avremmo pensato dopo il matrimonio? Non ha neanche senso stare qui a parlarne senza Harry.”
“Sai bene che Harry vorrebbe partire subito. Non avremo tempo di organizzarci dopo.”
“Allora lo faremo dopo cena, tutti e tre insieme, adesso non mi sembra proprio il momento migliore…”
La voce di Ron affievolì e si spense, e i due si ritrovarono seduti e in silenzio.
Negli ultimi tempi non riuscivano più a parlare di cose futili o spensierate, come quando erano ad Hogwarts: ogni conversazione virava sulla loro partenza e ognuno di loro aveva il suo modo per esorcizzare le ansie e preoccupazioni. Ad esempio, Hermione sembrava trovare ogni momento buono per occuparsi dell’aspetto organizzativo: non aveva idea di quale forma o in quale luogo fossero gli Horcrux rimasti, per cui alternava momenti di completo isolamento (passati a leggere tutto il leggibile immaginabile) a momenti di tampinamento dei suoi due migliori amici per poter loro esporre tutte le idee e i tragitti e gli incantesimi e tutto ciò che le passava per la mente.
Harry sopportava, ma Ron non aveva intenzione di pensare a ciò che stavano per fare per più del tempo necessario. Hermione poteva provare a capirlo, perché avere la propria famiglia intorno e sapere di stare per abbandonarla non doveva essere facile, ma anche lei in fondo aveva una famiglia che stava per lasciare e non riusciva a capacitarsi di come l’amico non provasse proprio il bisogno di programmare tutto nel minimo dettaglio, per evitare che qualcosa potesse andare storto…
‘Ma d’altronde’ si ritrovò a pensare Hermione, immersa com’era nelle sue riflessioni ‘Ron è sempre stato così. Quando mai ha programmato qualcosa? Siamo completamente diversi…’
I pensieri di Hermione, a questo punto, virarono senza preavviso sulla conversazione avuta con Ginny soltanto la mattina precedente.
Aveva sbagliato a lasciarsi andare così con l’amica. D’accordo, Ginny era la prima a confidarsi con lei su Harry ecc, ma la sua situazione, oltre che diversa, era al momento alquanto ‘drammatica’, dato che il trio stava per partire per una missione potenzialmente letale; dovevano restare tutti concentrati, e non era proprio il caso di far vagare la mente sulle questioni di cuore… Per lo meno, non più di quanto non facesse già.
“Non volevo dire che dovessi star zitta!”
La voce di Ron interruppe il flusso di pensieri di Hermione.
“Cosa?”
“Non voglio parlare di Horcrux ecc, ma non mi dispiace chiacchierare di cose più allegre” disse Ron con un’alzata di spalle.
“Hai ragione!” Hermione sorrise.
 
Nel frattempo, finito di apparecchiare, Ginny si dileguò in fretta e furia, lasciando sua madre in cucina.
“Ginny, hai visto Ron e Hermione?”
Harry le era andato incontro sulla porta della sala da pranzo.
“No… non sono con te?”
Harry scrollò le spalle:
“In realtà parlavo con tuo padre e non li ho visti, ma Ron non è in camera e…”
“No, Harry non ne ho idea ero impegnata con mamma” Ginny troncò il discorso. Non voleva sembrare scortese con Harry, ma non se la sentiva proprio di iniziare una conversazione imbarazzante con lui… Non con tutta la sua famiglia intorno, comunque, specie i gemelli che si sarebbero sicuramente messi ad origliare.
‘A proposito di origliare…’
“Harry, scusa, invece hai visto Fred e George?”
“Non erano in cucina con voi?”
La mente di Ginny si mise a lavorare velocemente. Se i gemelli erano venuti a cena alla Tana, ma non erano in cucina o in salotto con gli altri e a questo si aggiungeva la ‘scomparsa’ di Ron e di Hermione, questo poteva significare che i due avessero deciso di agire subito e di loro iniziativa. Si avviò decisa in giardino, dove sapeva a Hermione piaceva sedersi quando voleva stare un po’ tranquilla e dove, ne era sicura, avrebbe trovato ben tre dei suoi fratelli.
 
“Ci avrei scommesso!”
Ginny era furibonda, e assomigliava in modo impressionante, rossa com’era, alla signora Weasley.
Aveva trovato Fred e George esattamente dove aveva pensato: appostati dietro ad un cespuglio, a spiare la panchina sulla quale erano seduti Ron ed Hermione.
“Calmati Ginny!” disse Fred allarmato, facendole cenno di nascondersi con loro e di fare piano.
“Calmarmi?” Ginny si avvicinò al nascondiglio, ma non smise di inveire contro i gemelli.
“Sono senza parole! Vi faccio una confidenza neanche due ore fa e già avete deciso di rovinare tutto!”
“Ma che stai dicendo? Non stiamo facendo proprio niente!” rispose Fred, arrabbiato a sua volta.
“Parola mia! Stavamo soltanto innocentemente testando la veridicità delle tue affermazioni” disse solennemente George.
“Che cosa?!”
Fred dovette tappare la bocca alla sorella per evitare che alzasse troppo la voce:
“Ehi, nessuno ha detto che non ti crediamo!”
“Ma l’occasione era troppo ghiotta per non assistere” disse George.
“Esattamente” Fred liberò Ginny dalla presa, e lei lo guardò imbronciata.
“Dicevamo” disse Fred. “Dopo la tua scioccante rivelazione...”
“Scioccante” ripeté George con un sorriso.
“Sì, beh, all’ora di cena i due piccioncini se ne stanno romanticamente a chiacchierare su una panchina rischiando di fare tutto da soli e toglierci il divertimento?”
“Già, alquanto sleale, ci siamo detti.”
“Così come risarcimento per le nostre buone intenzioni come minimo ci godiamo la scena.”
Ginny rimase per un secondo a bocca aperta, poi si riscosse:
“Siete incorreggibili!” sorrise alla fine.
 
I tre non dovettero comunque restarsene nascosti troppo a lungo. Si era fatta ora di cena, e Ron ed Hermione interruppero la loro chiacchierata al richiamo della signora Weasley che, dalla cucina, avvisava tutti che era pronto in tavola.
Ginny, Fred e George aspettarono che i due fossero alla porta della Tana per uscire dal loro nascondiglio, fare il giro della casa ed entrare dalla porta di servizio. La scena cui avevano assistito non era stata in realtà molto rivelatoria, ma Ginny era soddisfatta lo stesso: i gemelli non potevano essersene accorti, ma lei conosceva Hermione e le sembrava che, dopotutto, la loro chiacchierata confidenziale non fosse stata del tutto dimenticata.






 

 
  
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