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Autore: WrongandRight    15/08/2018    3 recensioni
Brevissimo fortuito incontro in un tranquillo bar nel mezzo dell'affollata Detorid.
E Phichit è lì ad osservare, naturalmente.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Phichit Chulanont, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie ' Profumo Parigino, Caos Americano'
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Salve! Eccomi qui, nel fandom di un anime che adoro follemente! Questa storia doveva essere un prologo ad una long in cui volevo sfruttare uno dei più classici cliché... L'incontro al bar. Fatto sta che non scrivo da tantissimo tempo ed addentrarmi in un serie non mi sembrava il caso. Così l'ho lasciata da sola pensando che anche a se stante potesse funzionare. Dura pochissimo ma spero possa piacere.
Buona lettura!


Dall'altra parte del bancone

 

Odore di caffè, rumore di stoviglie, brusio di chiacchiere.
Macchiato, brioche e bicchiere d'acqua frizzante a temperatura ambiente.
Yuuri Katsuki amava il suo lavoro. Poteva conoscere tantissime persone, senza l'ansia di dover instaurare lunghe conversazioni, poteva sentirsi utile e passare inosservato allo stesso tempo.
Yuuri amava stare dall'altra parte del bancone.
Certo, alcune giornate erano molto stancanti, quando il flusso di gente è tale da non permettergli di poter pensare, e delle volte ha incontrato personaggi... Interessanti, se così si può definire l'anziano con termometro da cucina che prima di bere controlla la temperatura del caffè. Ma ormai era affezionato a quel posto, al caldo ambiente dai colori parigini e dal gusto retrò che tanto contrastava con le affollate e moderne strade di Detroit. Lui e Phichit avevano trovato lavoro lì grazie alle vaste conoscenze del loro allenatore, Celestino Cialdini, che, nonostante non volesse che i ragazzi passassero ancora più tempo lontani dal ghiaccio, sapeva che la vita da studente poteva
essere davvero costosa.
E tra una fatica e un'altra stare alla macchina del caffè permetteva di divertirsi anche senza la tv.
A quanto pare il mondo era davvero una telenovelas a sentire tutte le storie che i clienti confidavano a lui o ai loro amici seduti sulle comode poltroncine.
C'era questa simpatica ragazza, che veniva lì ogni venerdì con la sua bionda amica, che sembrava perseguitata da una sfortunata vita amorosa. Oppure c'era l'alto buisnessman sempre vestito in maniera impeccabile che impiegava quindici minuti a bere il suo semplice espresso e che aveva difficoltà ad aprire la bustina di zucchero... Impacciato e maldestro sembrava la persona più innocente e seria del pianeta, eppure aveva una relazione amorosa con un uomo di un'agenzia rivale nonostante l'adorabile moglie e i figli. Ma al richiamo dell'amore non si poteva sfuggire, diceva lui.

Il paffuto proprietario della cartoleria di fronte al bar prendeva il suo caffè solo con latte di soia, perché intollerante al lattosio, e una brioche stracolma di cioccolato, quest'ultima non quando veniva con la moglie perché ufficialmente era a dieta.

Bisogna saper tenere i segreti per essere un barista, memorizzare i volti ed essere sempre sorridenti.
E Yuuri era molto bravo a nascondere se stesso dagli altri e a tenere la bocca chiusa.

“Saluta la camera, Yuuri!” un allegro tailandese gli si fiondò accanto a lo accecò con il flesh del
suo telefono, approfittando della sala quasi vuota.

“Phichit, ti odio.”
“Lo sai che non è vero. Mi ami tantissimo. Platonicamente parlando.”
“Vero. Ma odio il tuo telefono.”
“Ok, questo è vero.”

Yuuri sospirò a fondo guardando il suo miglior amico scegliere il miglior filtro per Instagram e canticchiare la canzone del suo Programma Breve. Aveva perso ogni speranza di mantenere l'anonimato. Non si può sperare di vivere nascosti accanto a Phichit Chulanont.

“Yuuri?”
“Mmm?”
“Stavo pensando... Quest'anno partecipavi alle qualificazioni per la finale del Gran Prix, giusto?”
“Si, se Celestino è d'accordo.”
“E come pensi di gestire la tensione?”
“Lo sai che non reggo bene l'ansia, dovrò lavorarci sopra e...”
“Non quella tensione”

Il giapponese guardò interdetto il suo sogghignante amico, cercando di capire le sue parole. Ma
senza trovare risposta.
“Cosa intendi dire?”
Il ghigno sul volto del tailandese si intensificò quasi arrivando a brillare.

“Sicuramente un certo pattinatore russo sarà presente...”
“No.”
“Beh, ha un certo record da mantenere, sarà sicuramente lì”
“No, intendo dire... Non farò niente di ciò che hai in mente.”
“Ma io non ho niente in mente.”
“Certo. A parte il fatto che hai malizioso scritto in faccia”

Il campanello tintinnò e la porta si spalancò per cedere il passo ad un nuovo cliente. Jack, il proprietario della cartoleria con la moglie che tentava di metterlo a dieta. Ma essendo da solo ovviamente si fiondò a guardare i pasticcini e a scegliere quello più calorico possibile. In fondo era un uomo simpatico e Yuuri non poteva biasimarlo... Anche lui avrebbe voluto riempirsi di katsudon.

“Dovrai esercitarti.”
“Cosa...?”
“Dovrò comprarti una di quelle bambole a grandezza naturale. Scommetto che balbetteresti anche di fronte a quella.”
“Phi, non è divertente.”
“È divertente invece. La tua cotta è così tenera!”
“Non è tenera! E soprattutto NON È UNA COTTA!”
“Già già. E Nikiforov è brutto.”
“Non osare dire tali eresie.”

A quel punto Phichit era praticamente piegato in due dalle risate, prendendosi beffe dell'esagerato fanatismo del suo amico per la star russa.

“Ho deciso. Rimarrò chiuso in questo bar. Rimarrò per sempre dietro questo bancone per evitare tale imbarazzo.”
“Come sei drastico, amico mio. Non ti preoccupare, scherzavo.”

La pacca che tirò sulla schiena di Yurui era piena di conforto e affetto verso lo stravagante giapponese.
“Però penso che dovresti esercitarti davvero.”

Il campanello tintinnò ancora una volta, in quella lenta giornata. Yuuri alzò il capo per sorridere e accogliere il nuovo cliente.
Solo che davanti ai suoi occhi sgranati si fece avanti la più bella creatura della terra: alto, dai soffici capelli argentei e dai brillanti occhi azzurri. Slanciato e impeccabilmente vestito e inconfutabilmente rispondente al nome di Viktor Nikiforov.
Yuuri molto probabilmente era morto a causa della pacca del suo collega e stava aleggiando nel paradiso.
O iniziava a soffrire di allucinazioni.

Non si era accorto di star fissando il nuovo arrivato fin quando Phichit non prese a pungolarlo ai fianchi, ridendo istericamente.

“Qualche divinità deve avermi sentito e ti ha mandato la persona con cui esercitarti... Altro che cuscino!”

Poi rivolgendosi al campione con un gran sorriso, continuò ad alta voce.
“Salve! Yuuri sarà subito da lei per servirla” e svanì nel retro. Il traditore.

Il giapponese arrossì vistosamente e tentò di balbettare qualcosa.
Grazie al cielo c'era il bancone tra di loro, l'isola felice.
Il bar permetteva anche questo.
Yuuri amava stare dietro al bancone.

   
 
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