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Autore: verichan    18/08/2018    2 recensioni
Fu una cosa piuttosto veloce: il giorno prima completava il suo Tormento, il giorno dopo lasciava il Circolo.
Ma partiamo dal principio.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La robusta porta di acciaio venne sigillata dietro di loro, riformando il simbolo del sole andrastriano scolpito al suo centro. I cigolii dei meccanismi di chiusura furono involontariamente la musica di accompagnamento più adatta alla loro entrata. Ser Greagoir avrebbe di certo gongolato della sua perdita di arroganza, ma l'uomo, insieme alle esclamazioni dei compagni, era scivolato lontano dalla mente del moro nell'esatto istante in cui aveva visto la ventina di cadaveri sparsi lungo il corridoio.

Giovani e giovanissimi giacevano a terra, in posizioni innaturali, le carni e le vesti deturpate da ferite mortali. Il sangue rappreso sui corpi non ancora putrefatti, sul pavimento e sulle pareti aveva un colore scuro e spento, che si abbinava al pallore delle pelli e alle orbite vacue. Sembravano bambole lacere e sporche, gettate al freddo del dormitorio degli apprendisti, nel silenzio totale dell'area più viva del Circolo. Svelto, varcò la porta scardinata a destra, entrando nello stanzone in cui aveva abitato dall'età di sette anni. Alistair fu subito un passo avanti a lui, spada sguainata e scudo alzato.

I suoi occhi sgranati non sapevano dove posarsi per primi: letti, comodini, bauli, libri, pergamene e oggetti personali erano in disordine ma per lo più intatti; un gruppetto di piccole figure era stato carbonizzato in un angolo; altri cadaveri erano disseminati per l'ampia camerata. L'odore del sangue era più intenso che al Picco del Soldato, superato solo da quello di carne bruciata.

Una mano cinse il suo braccio, e si accorse del suo respiro accelerato e del tremore che lo percorreva. Di fronte all'orrore che nemmeno i suoi incubi peggiori avrebbero potuto congiurare, non riuscì a comprendere le parole di Leliana. Conosceva il nome di ognuno di quei cadaveri, la loro voce, il loro libro preferito e un'infinità di altri sciocchi o importanti dettagli che da oggi non esistevano più.

«Elmer? Elmer, per favore, riprenditi.» Le dita dalle punte gelide e il materiale ruvido dei mezzi guanti sul suo viso lo riscossero parzialmente dallo stato di comatosa sofferenza in cui era precipitato.

«Non... non capisco.» sussurrò. Gli parve un urlo nella quiete mortale.

«Mi dispiace, Elmer. Mi dispiace tanto.» Non si oppose al suo abbraccio, ma non lo ricambiò.

“Sono morti... tutti... È davvero la realtà, questa?”

Sì. Ne erano prova il corpicino esile di Milly, privo di un avambraccio e con metà bocca spellata, a mostrare i denti da latte mancanti, e quello più grande di Senel, riconoscibile dal tatuaggio dalish sul collo sfuggito alle ustioni, dettagli che le illusioni demoniache non avrebbero mai saputo cogliere.

Alistair seguì il suo sguardo e si chinò presso la bambina. Scostò delicatamente le ciocche strinate, coprendo il lato scorticato. Giunse le mani alla fronte ed esordì in una preghiera, un triste mormorio che echeggiò nella sala. Quel semplice atto di compassione lo infastidì.

«Il Creatore non la riporterà indietro.» lo aggredì con voce roca.

Erano morti, niente e nessuno avrebbe cambiato l'ineluttabile fatto, tanto meno Alistair, un ex-quasi templare che con i maghi non andava nemmeno d'accordo. Di certo non era stato amico della sua famiglia, gente imprigionata in una torre e lasciata a morire dalla sua Chiesa. Che diritto aveva di compiangerli? Era una cazzo di presa in giro!

«La preghiera serve tanto ai defunti quando ai vivi, Elmer.» difese dolcemente Leliana, affatto sorpresa dalla sua reazione. «Il Creatore non la riporterà indietro, ma il Suo amore condurrà la sua anima alla luce e i nostri cuori lontano dalle tenebre che minacciano di soffocarci nella tristezza.»

«Non ci sarebbe stato bisogno della Sua misericordia se i templari avessero fatto il loro fottuto lavoro invece di divertirsi alla caccia ai fantasmi.» ringhiò, liberandosi dalla sua presa.

«Mi dispiace, Elmer.» disse il biondo. «So cosa-»

«Oh, ti dispiace? Vuoi sentire cosa penso del tuo cazzo di dispiacere?»

Il povero Custode ammutolì e Elmer si morse la lingua allo stupido formicolio colpevole nello stomaco. Si girò in qualunque direzione che non fosse il faccino da cane bastonato di Alistair e d'abitudine andò verso la fronte e i capelli. L'arciere tirò fuori dalla manica una qualche frase di solidarietà nel momento in cui Elmer si accorse che le dita steccate rendevano irrealizzabile il suo metodo antistress. Inutile dire che l'incazzatura si elevò e che gli incoraggiamenti ottennero il risultato opposto.

«Non possono essere tutti morti. È impossibile.» troncò bruscamente qualunque cosa stesse blaterando. «La maggior parte di loro sono... erano apprendisti. Dov'è il resto degli incantatori? Dove sono i demoni e gli abomini?» continuò agitato con un ampio gesto del braccio funzionante. «Dobbiamo scoprire cosa è successo, dobbiamo trovare i sopravvissuti.» Si incamminò verso la porta scardinata. «E farla pagare al fottuto Greagoir.»

 

Per poco non gli sfuggì un guaito di sollievo quando incontrarono il folto gruppo di maghi scampati al macello dietro la porta che dal corridoio dava a un modesto atrio, affollato di quasi una cinquantina tra incantatori, apprendisti e templari. La confusione era tanta: i feriti sedevano o erano sdraiati per terra su tuniche e coperte; una quindicina stava di guardia alle entrate e alla barriera che bloccava la via ai piani superiori; un templare conduceva gli apprendisti in preghiera, un'altra era rannicchiata in un angolo con gli occhi sbarrati e su di lei si sorreggeva un collega addormentato dal capo fasciato; gli incantatori anziani e due templari discutevano nell'angolo a nord. Il luogo era illuminato da candele e globi di magia, rischiarato a giorno o in penombra per non disturbare gli allettati.

Il loro arrivo fu accolto prima da spavento, poi sorpresa e infine speranza, la quale disgraziatamente avrebbe dovuto schiacciare con la tragica notizia dell'Annullamento.

Mentre venivano immediatamente invitati a parlare, fu felice di vedere facce note, tra cui Kinnon, Petra, Eadrin, Finn, perfino Keili la Pazza e Anders. Gli Incantatori Anziani Wynne e Torrin avevano ristabilito un ordine nella follia, ed Elmer non poté che inorgoglirsi dei suoi maestri, alla faccia delle frecciatine di Morrigan sui “topi da biblioteca”.

Saltò fuori che Uldred era, apparentemente, la causa di tutto. All'ultimo incontro dei maghi anziani sembrava che Uldred avesse scatenato il pandemonio, gettando il Circolo nel caos per motivazioni personali. Mancavano di dettagli cruciali, però, il che complicava le cose. Quale incantesimo aveva usato? Quale demone aveva invocato? Ne aveva perso il controllo o le sanguinose conseguenze erano volute? Affrontare un mago esperto senza essere pronti significava giocare con la sorte.

«Greagoir ha richiesto il Rito di Annullamento. Abbiamo meno di una settimana per trovare il Primo Incantatore e convincere il Comandante a riaprire le porte.» si decise a confessare a malincuore.

«Quel bastardo.»

«Badate alla vostra bocca, Incantatore Sweeney. È del Comandante Templare che state parlando.»

Bran, tsk. Se credeva che il simbolo sulla sua armatura bastasse a tappare la bocca del vecchio Sweeney, si sbagliava di grosso. La senilità non aveva limato le unghie della belva stempiata. Purtroppo non era il momento per i litigi, nonostante fosse tentato di ascoltare la sicuramente singolare replica del mago attempato.

«Dobbiamo trovarlo. Greagoir aprirà la porta solo a Irving.»

«Andrete a morire. Non c'è più niente al di là della barriera.» opinò il pessimista.

«Che assurdità!» ribatté il moro. Al suo fianco Leliana gli toccò il braccio buono, Alistair si mosse innervosito. «Il Primo Incantatore è il migliore di noi, certamente avrà stabilito uno o più punti sicuri a sua volta. Nel suo ufficio ci sono potenti artefatti e pergamene, e il deposito è ricco di risorse. Chiunque li abbia raggiunti avrà avuto un discreto vantaggio.»

«Oh, sentitelo. Il Custode è arrivato e tutto si sistemerà come per magia.»

«Ehi!» protestò il biondo.

«Il gruppo partito ore fa non è tornato.»

«Suggerisco una pausa.» propose Torrin, massaggiandosi le tempie.

«Una pausa?!» Guardò uno a uno i presenti, sconcertato. «Non abbiamo tempo per una pausa. Dobbiamo ripulire il piano terra, creare una nuova barriera alla scalinata, e così via, piano dopo piano.»

«La missione del gruppo precedente era prendere il cibo dalla mensa. Chi li ha più visti? Pensi che soltanto perché ora sei un Custode Grigio-»

«Bran.»

Il templare Arnaud non aveva gridato. Bastò uno scambio di sguardi e Bran si accomiatò fumante, facendosi largo tra i mormorii sommessi e il pianto soffocato di uno o due marmocchi. Resosi conto dell'effetto che la conversazione aveva avuto sulla folla, Elmer si calmò un poco, tuttavia trovò che i suoi colleghi anziani fossero da rimproverare tanto quanto Bran. Che ritrovassero alla svelta la ragione e la lingua, o la loro casa sarebbe diventata la loro tomba. Ops. La loro casa era già dal principio la loro tomba, che sciocco a dimenticarsene. Doveva essere stata tutta la libertà di quel periodo ad avergli dato alla testa.

«Direi che una pausa serva a tutti. La riunione è sciolta.» ribadì Torrin. «Dovresti vedere un guaritore, Elmer. Sembra tu ne abbia bisogno.»

«Accettiamo con gratitudine l'offerta.» intercettò la sua maleducata risposta Leliana, spostandolo di forza verso l'area feriti. Per poco non le urlò dietro. «La calma è la virtù dei forti, Covaltin.» gli bisbigliò. «Insistere adesso ti priverà di alleati.»

«I miei alleati moriranno tra sette giorni, se non si decideranno a muovere il culo.» soffiò inferocito.

«È il soffiare del mio gatto preferito quello che odo?»

Per poco non urlò dietro pure a Anders.

Il guaritore sostava in piedi tra i pazienti, strofinandosi le mani in uno straccio rossastro che depositò sulla sua spalla con uno schiocco. Non era per nulla spaventato dall'aura omicida del moro, d'altronde c'era abituato.

«Meno scemenze, più incantesimi, Anders. Rimettimi in sesto così ce ne andremo finalmente via da qui.» disse stendendosi sulla coperta indicata con l'aiuto dei due compagni.

«E poi sono io quello coi piani di fuga.» Le occhiaie scure tolsero parte del suo sarcasmo. «Vedo che l'investitura a Custode non ha cambiato il tuo amabile carattere.» Elmer storse la bocca. «Ho capito, ho capito. Farò del mio meglio, ma non aspettarti miracoli. Siamo a corto di lyrium e pozioni e io non dormo da... Non lo so, l'ho scordato.»

«Vi ringrazio, ser mago. Ho cercato di arginare il danno con ciò che avevamo a disposizione. Spero di non aver peggiorato le cose.»

«Leliana è troppo modesta. Non fosse per lei, Elmer se ne andrebbe in giro con un osso all'aria aperta.» ridacchiò debolmente il Custode.

«Che bella visione. Che ne direste di procurarmi i medicamenti necessari? Sono laggiù, sulla seconda cassa a destra. Chiedete a Finn.» istruì gentilmente il guaritore.

«Alistair, potresti-» Elmer la precedette.

«Io e il mio amico non ci vediamo da tanto, Leliana.» La donna lo considerò per alcuni secondi. Alistair passò uno sguardo preoccupato dall'uno all'altra.

«Ma certo, Elmer. Vi lasceremo la vostra privacy.» Si accomiatò con un sorriso e una carezza al ginocchio.

«Ora siamo amici?» scherzò l'eterno fuggiasco una volta che i due furono lontani, mentre la luce magica delle sue mani lo esaminava. «Non ho ricevuto la lettera di partecipazione al suo ristretto entourage, Vostra Grazia.»

«Sei il solito buffone.»

«La prigionia non mi toglierà mai il senso dell'umorismo.»

«Buon per te.»

«Quella donna ha le labbra più belle che io abbia mai visto. Chiesa?»

«Mh-mh.»

«Eh. Quelle proibite sono sempre le più belle.»

«L'altro è un ex templare.»

«Andraste. Ti sei trovato proprio dei bei compagni.»

«Non ne hai idea.»

«Oh, povera vittima delle circostanze.»

«Se vuoi mi metto a piangere.»

«Sei più bello quando sorridi.»

«Il mio didietro sta benissimo, guaritore. Può togliere la mano.» Anders ridacchiò e desistette dallo scherzoso palpeggiamento. «Diagnosi?»

«La notizia buona è che ti rimetterei in sesto in circa un'ora e mezza, più due giorni di riposo. La notizia cattiva... diciamo notizie. Per il piede non c'è nulla da fare.» Si riferiva alla ferita di Ostagar, quando il piede era stato trafitto da una freccia e aveva dovuto sistemarlo da sé.

«Non importa. Dà fastidio soltanto quando cammino molto, e neanche più di tanto. Ci convivo.»

«Perfetto. L'altra cattiva notizia è che sono a corto di magia.»

«L'avevo immaginato. Non hai esattamente una bella cera.»

«Grazie, raggio di sole.»

Fu il suo turno di ridacchiare a sue spese, un momento assai breve. La cera poco salutare e la situazione generale li ancoravano dolorosamente al presente. Anders espresse la sua preoccupazione per le esigue risorse e per le vite che di lì a poco sarebbero trapassate. Le ultime ampolle di lyrium erano state suddivise tra Wynne, i guaritori e i templari, ed era straziante dover anteporre la barriera e i soldati alla salute di chi proteggevano. Senza menzionare il decidere quale paziente avesse la precedenza.

«Mikael ha scelto di salvare Indre invece che Faras.» mormorò accennando al corpicino interamente coperto da un telo nell'angolo riservato ai... caduti. «La guerra è più importante dei bambini, per lui.» sbuffò, eppure, malgrado il dolore per la perdita di un innocente a malapena capace di creare una pallina di luce, Elmer non condivideva la sua opinione.

«Mi spiace, ma non gli do torto. La situazione è grave. Mikael ha deciso di salvare un mago in grado di difendere i superstiti. Cos'avrebbe potuto fare, Faras, contro i demoni?»

«Eccetto che la barriera tiene, e ora Faras è morto.» ringhiò tra i denti il guaritore.

«E Indre non merita di vivere?»

«Non ho detto questo.»

«Allora fattene una ragione. Non c'è quasi mai una decisione più giusta delle altre, qua dentro, lo sai benissimo.» Anders si morse le labbra, voltando ostinatamente la testa altrove. Elmer attese che si calmasse e riprese su un'altra pista. «I vecchi sono stati di poche parole. Dimmi cosa è successo. Com'è iniziato tutto?»

«Dritto al punto, eh?»

«Non hai bisogno di essere consolato.» Non era molto fraterno da è parte sua, ma la pazienza iniziava a scarseggiare. Dovevano agire, e presto. «Racconta. E dopo mi aiuterai a oltrepassare la barriera.»

«Vuoi oltrepassare la barriera?»

«Cos'è quella faccia sorpresa? Credevi davvero che me ne sarei stato qui buono ad aspettare che i vecchi si decidessero?»

«Beh...» Anders fece spallucce. «Sei sempre stato il bambino modello che dava retta ad adulti e regole. Ma forse avrei dovuto aspettarmelo. Hai aiutato Jowan a scappare.» L'aveva detto con una certa ammirazione, tuttavia bastò il rabbuiarsi del moro a fargli cambiare argomento. «Dunque. I fatti.» Si accomodò a gambe incrociate e spostò una lunga striscia di capelli sporchi dietro l'orecchio. Avrebbe dovuto tagliarli. «Tieni presente che io sono stato scarcerato solo di recente, e che nessuno dei testimoni diretti è tra noi, perciò queste sono tutte notizie di seconda mano.»

«D'accordo.»

«Bene.» Anders si umettò le labbra. «Dopo Ostagar, una sconfitta brutale, se non erro, i nostri hanno lentamente fatto ritorno a casa. Uldred ha cominciato con i suoi comizi preferiti. Sai, libertà dalla Chiesa, dai templari, eccetera. Solo che a questo giro aveva un argomento appetitoso: un'alleanza con Loghain, che una volta salito al potere avrebbe ordinato alla Chiesa di toglierci il guinzaglio.»

«Tze. Come se la Chiesa prendesse ordini dai re. Un re traditore, per giunta.»

«Già. Ma nessuno ha saputo del suo regale voltafaccia finché non è arrivata Wynne a spifferare. La vecchia volpe ha indetto un'assemblea nella Sala del Tormento, e dopo poco abbiamo udito le urla. A quanto pare demoni e abomini sono stati evocati da qualcuno. Ovviamente sospettiamo Uldred.»

«Ovviamente.» Il mago rimuginò sulla semplice spiegazione degli eventi. «Per sistemare le creature dell'Oblio bisognerà raggiungere la sala e annullare l'incantesimo di evocazione.» pensò ad alta voce. Non erano molti più dettagli di quelli forniti dagli anziani, maledizione. «E Irving? Qualcuno l'ha visto?»

«Non che io sappia. Il vecchio avrà combattuto in prima linea, dato che era a capo dell'assemblea. Difficile credere che sia morto, però.» Elmer sogghignò, colto da memorie di un vispo Irving, sempre un passo avanti agli altri. Gli mancava. «La vecchia volpe perde il pelo ma non il vizio, giusto?» Ridacchiarono insieme. «Ti ricordi quando è tornato mezzo stecchito dalla missione contro i tevinteriani ad Amaranthine? Creatore, sembrava sul punto di tirare le cuoia e invece...»

«E invece ha avuto abbastanza fiato per illustrare cortesemente al Comandante Templare quanto fosse disdicevole l'idea di osservare i maghi perfino durante il bagno e l'espletamento dei bisogni.» sghignazzò il moro.

«Oh, no, permettimi di riportare parte della famosa conversazione.»

«Eri lì?!» esclamò invidioso.

«A portata d'orecchio. Avevo una lezione di guarigione, perciò eravamo nella stessa ala.» Anders si schiarì la voce. «Non ricordo le parole esatte, ma è andata così: “un'idea dell'Oblio! Sto via un mese e quel poco di cervello che ti rimane dalla vecchiaia lo ficchi tra le chiappe! È inaccettabile!”»

«Stai scherzando?»

«No.»

«Com'è che Greagoir non gliel'ha fatta pagare?»

«A sua difesa Wynne, che lo stava curando, ha assicurato che lo sfogo emotivo fosse provocato dall'alta febbre. E che una leggera amnesia dopo il suo decorso fosse quasi assicurata.»

«Andraste, avrei voluto assistere. Hai una maledetta fortuna.»

«Eh. Dipende dai punti di vista.»

«Perdonate l'interruzione.» La tunica annerita e bucherellata dal fuoco non donava particolarmente a Petra, che si inginocchiò accanto a loro. «Elmer. Sono contenta che tu sia tornato.» disse con affetto. «Come stai?»

«Dalla lingua tagliente direi che il paziente non è in condizioni gravi.»

«Vorrei cambiare medico.»

«Ma sono il migliore!»

«Il Creatore sia lodato. Avevo proprio bisogno di sorridere.» sospirò la ragazza. «Ti porti queste ferite da Ostagar?» Al suo eloquente silenzio lei sorvolò. «Non ho potuto fare a meno di ascoltare la conversazione con gli anziani, e vorrei fornirti altre informazioni.» Elmer annuì. «Temo che la barriera non reggerà ancora a lungo.»

«Cosa vuoi dire?» bisbigliò allarmato il guaritore.

«Si tratta di Wynne.» ammise la ragazza con rammarico. «Stavo scendendo nella biblioteca quando ho sentito un urlo e un demone è sbucato fuori dal nulla.» si fermò per prendere un respiro. «Ero... spaventata. I suoi occhi... erano infuocati di malvagità. Mi sono bloccata. Ero sicura che mi avrebbe ucciso. Wynne si è frapposta tra noi. Ci sono state luci e fiamme e... Una volta finita, il demone era morto, ma Wynne era immobile. Completamente immobile, come una statua. Ho creduto che fosse morta. Tuttavia, quando mi sono avvicinata per aiutarla, si è mossa e ha tossito. Così, all'improvviso.» Si morse le labbra. «Sono stata talmente sollevata dal fatto che non fosse morta a causa mia che non ho più voluto pensare all'accaduto, però... Non pare sia ferita, eppure non può esserne uscita incolume. Dovremmo tentare il tutto per tutto prima che sia troppo tardi.»

«Sei fortunata.» disse Anders dopo qualche attimo di silenzio. «Il nostro Elmer ha in mente di...»

L'arrivo dei due compagni, con ciò che il guaritore aveva genericamente richiesto, interruppe lo scambio di segreti. Le due coppie si lanciarono sguardi sospettosamente educati, finché Elmer ebbe pietà di loro, rinunciando alla scenetta comica.

«Siete arrivati giusto in tempo.» spezzò il disagio. «Ho un piano.»

Per prima cosa Elmer doveva rimettersi in forma. Era un Custode Grigio e aveva un lavoro da portare a termine, per cui i trattati avrebbero coperto le sue spese mediche. Ciò significava richiedere maggiori pozioni di lyrium e spendere le ultime energie di Anders. Dopodiché occorreva preparare una pozione rinvigorente di pregiata qualità, della durata di otto ore circa, per permettere al moro di muoversi come se il suo corpo non avesse mai subito alcun danno. Cessati i benefici della pozione, non sarebbe riuscito a muovere un dito per un paio di giorni, ma si sperava che in quel lasso di tempo avrebbero fermato Uldred. C'erano soltanto due problemi: gli ingredienti necessari, rari e costosi, erano al magazzino, e i superstiti non sembravano inclini a regalare il poco che possedevano.

«Io e Leliana andremo al magazzino, così il mago potrà mettersi all'opera su di te.» sussurrò Alistair nel semicerchio. Parevano bambini a fare comunella.

«Il mago ha un nome, templare.» punzecchiò l'interessato.

«N-Non sono un templare! Cosa gli hai raccontato?»

«Ho detto ex templare.» se ne lavò le mani il moro.

«Mi chiamo Anders. Cerca di ricordatelo, quando ti servirà una cura per il cranio spaccato.»

«Per favore, andiamo avanti.» pregò gentilmente l'ex asserente. «I maghi e i templari accetteranno di assisterci?»

«Abbiamo i trattati.» Il biondo si picchiettò il fianco, dove in un borsello giacevano i documenti. «E gli incantatori anziani sembrano ragionevoli.»

«Non li conosci bene.» commentò il fuggiasco.

«È una situazione terribile, tuttavia non hanno il diritto di impedire ai Custodi Grigi di continuare la battaglia contro il Flagello.» disse Leliana. «Inoltre posso parlare con i templari e convincerli dell'importanza della nostra causa.»

«Sono sicuro che con una voce come la tua nessuno ti dirà di no, mia cara.»

«Anders, non cominciare.» sospirò Petra.

«È un semplice apprezzamento delle sue qualità. Sei gelosa?»

«Ci serve un piano B.» proseguì il moro. «In caso decidano che rimanere rinchiusi in questo buco fino all'Annullamento o all'invasione dei demoni sia preferibile a tentare la fuga.»

Le iridi di Leliana scintillarono nella penombra. Elmer si convinse che non avesse nulla a che vedere col suo essere un po' picchiatella. La donna si offrì di rubare e scippare l'indispensabile per la loro sacra missione in caso di mancata collaborazione. Wynne sarebbe stata l'ultimo ostacolo.

«Scusa, che lavoro facevi prima di diventare asserente?» domandò Anders. Leliana si limitò a rispondere con un sorriso zuccheroso.

«Non porre domande di cui non vuoi sapere la risposta.» consigliò saggiamente il moro. «Aiutatemi ad alzarmi. Ne parlerò prima con Torrin e Wynne.»

I due maghi anziani furono incredibilmente recettivi, tutto considerato. Ammisero che la sopravvivenza era la prima delle loro preoccupazioni, tuttavia, se i due unici Custodi del Ferelden fossero deceduti, il Flagello avrebbe divorato la nazione, espandendosi oltre i suoi confini. Che senso avrebbe avuto, allora, sopravvivere a quell'incubo per poi essere risucchiati in un altro? La speranza che Greagoir li risparmiasse dall'Annullamento traballava perfino nel cuore dei templari superstiti e il templare Arnaud, un veterano del Circolo, rispettato dai compagni, aveva confessato in un momento di sentimentalità di voler dare un senso alla propria dipartita, se proprio doveva lasciare questo mondo.

«Ah! Dovremmo sacrificare le nostre scorte per la vostra missione suicida, adesso?» sbraitò Bran quando la questione fu portata a galla.

«Di cosa ti lamenti, Bran? In meno di una settimana i tuoi amici ci annulleranno tutti comunque.» cinguettò Anders. Bran sputò un paio di bestemmie.

«Capisco la vostra impazienza, Custodi.» si intromise l'incantatrice Leorah. Perché tutte le volte che un mago lo additava a Custode si sentiva preso a schiaffi? «Ma abbiamo già deciso-»

«Mi dispiace, Leorah.» la interruppe Wynne. «Sottovaluti il potere dell'Annullamento. Quando i templari apriranno le porte non ci sarà nessuna occasione di dialogo. Credere altrimenti è un'ingenuità che non possiamo permetterci.»

«Il Comandante Greagoir ci conosce da anni. Ci ascolterà. Se non noi, almeno i suoi templari.»

«Sono d'accordo.» disse Bran. Più che una dichiarazione, sembrava volesse convincere se stesso.

«Io non ne sono così sicuro.» si levò la voce calma e grave di Arnaud. «Conosciamo il nostro Comandante. Non manca mai al suo dovere, per quanto doloroso esso sia.» Seguì una pausa irrequieta, colma di dubbi e ricca di ansia. Fattosi due calcoli, Elmer colse la palla al balzo.

«L'Annullamento è definitivo.» annunciò con drammaticità, rivolgendosi a tutta la sala. «Aspettare non farà altro che ridurci alla fame e alla sete, rendendo il compito più facile ai giustizieri. E allora vi chiederete se non sarebbe stato meglio perire per mano dei mostri, piuttosto che per quella che credevate amica.» Una versione rivisitata del discorso del Comandante Clementine di Onore e gloria. Lasciò che la tensione serpeggiasse nell'atrio per qualche attimo. «Non è meglio combattere per la propria vita e quella dei nostri compagni, piuttosto che chinare direttamente il capo e offrirlo al boia? Non volete vivere?» Si voltò verso Bran, il più ostinato degli oppositori. «Se non volete condividere le vostre poche scorte, andrò io stesso a procurarmele. Vi sta bene?»

«Con quel braccio e quella mano morirete nel tentativo.» fu l'utile commento del templare. Mai che fosse d'accordo, quel bastardo di un bastian contrario!

«In quel caso non dovrete più preoccuparvi di me.» ribatté il moro. «Incantatrice Wynne, abbassate un momento l'incantesimo. Devo passare.»

Senza una parola Alistair e Leliana si posizionarono al suo fianco sulla via per la barriera. Oltre il velo nebbioso li aspettava un corridoio aperto. Oltre esso, c'era la biblioteca e oltre questa, al primo piano, il deposito. Wynne si avvicinò all'incanto con una mano sollevata e una silenziosa approvazione.

«Aspettate.»

«Line, no. Non andare.»

Una guerriera districò le dita dalla presa di un compagno disperato. Era la templare col viso sbarrato che aveva notato all'arrivo. Doveva provenire da Ostagar, poiché non la riconosceva.

«Basta, Trevor.» disse decisa. «Il Creatore ci ha mostrato la via. Voialtri state pure qui a crogiolarvi nei vostri piagnistei, impauriti e persi. Io seguirò la Sua luce.» Mai avrebbe immaginato di associare sentimenti positivi all'avanzata di un templare verso di lui, eppure, quando la donna si fermò vicino a lui infilandosi l'elmo, si sentì in qualche modo più sicuro. «Il mio nome è Line. Vi accompagnerò, Custode.»

Fu come se un incantesimo (metaforico) fosse stato infranto. Petra, Kinnon, due maghi anziani e Arnaud e due templari si unirono a loro. Bran cercò di ostacolarli ma le sue parole mancavano di forza. Arnaud suggerì di lasciare Elmer nell'atrio, dato il suo stato, mentre il gruppo avrebbe raccolto il necessario per le sue cure. E così fu.

Un paio di ore dopo la decina di eroi ritornò con buone notizie e altri superstiti.

Owain, l'Adepto della Calma responsabile del deposito, che si era nascosto alla sua postazione durante il massacro, li aveva assistiti nel recuperare ogni oggetto utile, e aveva rivelato di aver indirizzato il gruppo andato in cerca di cibo verso quello rintanato nell'ufficio di Irvine. Al loro secondo passaggio dal deposito, Nial era a capo di una spedizione di sette maghi e tre templari. Sfortunatamente il messaggero che avrebbe dovuto riferire i cambiamenti al gruppo dell'atrio era stato ucciso nella biblioteca.

«L'incantatore Niall è in possesso della Litania di Adralla e si sta dirigendo verso la sala del Tormento.» annunciò Arnaud.

L'artefatto magico impediva la dominazione della mente e ciò significava la presenza di magia del sangue. L'interrogazione di una maleficar sulla via per l'ufficio del Primo Incantatore era la prova che Uldred aveva effettivamente iniziato una rivolta per la libertà. Purtroppo aveva perso il senno e i demoni invocati erano liberi dal suo comando, trasformando i suoi alleati umani in carne da macello come il resto degli abitanti della torre.

 

 

***

 

 

Ragazzi, io ci ho provato, ma proprio non riesco a finire questa ficci che ormai mi pare infinita. Chiedo scusa a chi la stava seguendo. Ed è pure buffo che sia iniziata con Torre del Circolo e finisca con Torre del Circolo! Sarà destino!

PERÒ

dato che so quanto è doloroso non sapere come sarebbe andata a finire una storia, vi metto i punti chiave che avevo programmato. Così la voglia di ammazzarmi vi passa XD

 

Cosa succede al Circolo:

  • Line è un personaggio originale e una gran guerriera che combatte con martello e ascia appuntita. Volevo mettere un esempio di vero templare con sani principi. La adoro.

  • È assurdo che solo quella poca gente che appare nel videogioco sia sopravvissuta, perciò ho pensato che soltanto poco più della metà del Circolo sia stata uccisa. Sono maghi e templari preparati, dai. Sicuro che si saranno separati in gruppi e aspettano solo di essere riuniti, perciò man mano che saliamo di piano c'è sempre qualcuno che si unisce al gruppo principale. Col cacchio che bastano quattro personaggi a salvare la giornata, è più realistico un lavoro di squadra.

  • Come scritto sopra, Elmer è guarito da Anders, che stanco morto rimane nell'atrio. Con la pozione Elmer riesce a combattere al 150%, così da avere una chance concreta di battere il boss finale, che guarda caso è il demone del suo Tormento! Più comodo per Uldred, infatti, mettere al guinzaglio un demone già “addomesticato” dal Circolo, solo che non aveva calcolato bene la sua forza, dopo essersi pappato i maghi che hanno fallito la prova.

  • Nel pezzo dentro l'Oblio, Elmer diventa più affine alla specializzazione mutaforma, alla faccia di Morrigan :D

  • Purtroppo Cullen conferma che la nostra Neria è morta :(

  • Alla fine della missione e dopo due giorni di assoluto riposo, Elmer ha una chiacchierata a cuore aperto con Irving in cui confessa di voler mollare tutto e fuggire via verso la libertà. La vecchia volpe lo convince a restare e combattere la prole oscure con maghi al suo fianco, una mossa politica che avrebbe aiutato la reputazione dei maghi nel Ferelden. Famiglia!

  • In più, Irving promette di studiare il sangue dei Custodi e prole oscura per aiutare Elmer a sopravvivere all'Unione.

  • In tutto questo casino nessuno ha controllato la posta! Ecco che salta fuori la lettera da Redcliffe riguardante la salute dell'Arle, e Wynne si unisce al gruppo con favore di Irving e il brontolare di Greagoir. Anche Line decide di andare con loro, perché 1. mi sta troppo simpatica, e 2. è una donna d'azione.

  • Tra parentesi, ero indecisa se fare del cameriere alla Principessa Viziata un mago del Collettivo, così parla con Elmer e lo mette in contatto con loro e le loro missioncine secondarie :)

 

*Dopo la missione al Circolo, ho meno dettagli, perché di solito rigioco il pezzo e poi ci ricamo sopra scrivendo.

 

In barca si va a Redcliffe. Raccattando Morrigan, purtroppo.

 

  • Ci riuniamo al nostro caro Faren che convince Dwyn e la sua banda (di cui è entrato a far parte) a combattere per il villaggio.

  • Ci riuniamo anche con la nostra Regar e il mabari Adro che stanno aiutando ad addestrare i cittadini per la battaglia, e ci informano della situazione.

  • Con dispiacere ma determinazione, Elmer lascia Jowan in cella (il fratellino confessa su Loghain) e poi lo consegnerà a Line, con destinazione la prigione dei maghi di Aeonar.

  • Lasciamo che Isolde uccida il figlio Connor, il marmocchio posseduto. Questo perché non c'è abbastanza lyrium nei paraggi (andare e tornare al Circolo richiede troppo tempo) e Elmer non accetterebbe mai l'alternativa con la magia del sangue.

  • Alistair confessa le sue origini nobili dopo un paio di giorni che si sono calmate le acque e loro sono ospiti al castello. Elmer commenta che ciò non cambia nulla, e tra sé e sé spera vivamente che non diventi mai re, perché proprio non ne ha la stoffa.

Siccome per completare la missione dobbiamo andare all'urna delle sacre ceneri di Andraste, e quindi andare a Denerim a cercare indizi su Genitivi, Elmer decide di fermarsi alla foresta di Brecilian (sentono voci di presenza dalish per il tragitto). Regar e Adro sono con noi, Wynne rimane con l'arle malato.

 

Sulla via per foresta Brecilian:

 

  • Incontrano e uccidono Zevran. Davvero, Elmer non avrebbe nessun motivo valido per tenerlo in vita. In più trova il suo filatterio (dato ai Corvi da Loghain, con benedizione della Chiesa di Denerim) e lo distrugge.

  • Indecisione: incontrano Elissa Cousland, l'umana nobile delle origini, e Sten, che la donna ha salvato dalla distruzione di Lothering, OPPURE li incontrerà a Denerim. Elissa è best friend con Anora, perciò di sicuro vorrà parlarle e sapere che cacchio è successo e ripulire il nome dei Cousland, che se non ricordo male sono stati uccisi con l'accusa di tradimento.

 

Missione coi dalish: facciamo del nostro meglio per farceli amici, risolviamo il problema della licantropia e otteniamo la loro alleanza.

  • Aiutiamo l'albero scambiando oggetti con l'eremita. E Elmer sarà molto tentato di lasciare un messaggio ai templari di Denerim riguardo quel pazzo. Troppo pericoloso lasciare un mago malato di mente in libertà.

  • Col cacchio che Elmer si fida del filatterio abbandonato nelle rovine. Non otterrà la specializzazione Guerriero Arcano.

  • Aiutiamo sia elfi che lupi e siamo a posto.

 

Alle Ceneri abbiamo un incontro con l'illusione di Jowan (Elmer triste ma in fondo non ha rimpianti) e, sistemata la faccenda dell'arle, stiamo dalla parte di Bhelen come prossimo re di Orzammar. Elmer va piuttosto d'accordo coi nani, quindi sarà buon amico di Ogren (Commento di Elmer: Andraste, oggi c'è un sole che spacca le pietre. Risposta di Ogren: Cosa?! Il sole può spaccare la pietra?!), imparerà qualche mossa dalle Sorelle Silenti e stringerà un rapporto vantaggioso con il nuovo re, molto utile per l'espansione Awakening.

 

Da qui in poi non ho niente di specifico in mente. Soltanto il finale mi premeva di sistemarlo:

  • Scopriamo che per uccidere l'arcidemone un Custode deve morire. Elmer di sicuro non vuole crepare, e a questo punto è affezionato a Alistair. Quindi che fa? Convince Alistair a risparmiare Loghain e usare la sua vita in cambio della loro. Alistair non è molto d'accordo, perché così Loghain passa come eroe redento, ma Elmer gli fa venire i sensi di colpa “vuoi vedermi morire?!”. Ma, ad essere sincera, credo che Alistair non accetterebbe e se ne andrebbe dal gruppo :(

  • Rifiutiamo alla grande l'offerta di Morrigan, ma la furbona compie il rituale con Riordan. Non ho idea se il rituale possa funzionare lo stesso, dato che Riordan muore.

  • Comunque, volente o nolente, Loghain crepa comunque per una ferita mortale. OPPURE sopravvive e ora non lo possiamo più ammazzare se no sembriamo cattivi, Alistair si incazza e se ne va a fare l'ubriaco all'estero.

 

E poi boh, ragazzi, le idee originali mi vengono mentre scrivo. Fatemi pure domande attraverso recensioni o messaggi se siete curiosi di cosa avrebbe fatto Elmer in certe missioni o situazioni inventate, mi farà piacere rispondere ;)

Ringrazio chiunque abbia seguito la storia e si sia fatto due risate insieme a me. Mi è piaciuto tantissimo scriverla e sono felice di avervi trasmesso un po' della mia passione.

Un bacione a tutti quanti! <3

  
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