Da
tre settimane, ormai, mi trovo in questa base della Resistenza. I giorni mi
sembrano volati!
Non
ho un momento libero, papà mi addestra nell’uso del blaster
per un’ora o due ogni pomeriggio e devo dire che sono migliorata. Jacen mi sta facendo seguire un allenamento intensivo di
tipo militare: percorsi ad ostacoli, corse, flessioni, addominali ed esercizi
disparati per essere pronta ad affrontare qualsiasi tipo di missione.
A
turni mi hanno affiancata in queste esercitazioni sia Qyrin
che i due kalleran e pure Utryan.
Sono simpatici: Zorh-a e Fyel
hanno sempre voglia di scherzare e sono molto allegri, mentre il Mon Calamari mi pare un poco più timido e sognatore,
sebbene lo stesso socievole. Con la giovane mandaloriana,
invece, non ho ancora capito bene come rapportarmi, è molto seria, concentrata
sul da farsi, non ama perdere tempo, tuttavia non è né antipatica né scontrosa
… almeno secondo questa mia prima impressione.
In
più, Jacen mi sta anche insegnando ad entrare
maggiormente in contatto con la Forza, soprattutto tramite la meditazione.
Qualche volta mi fa applicare l’uso della Forza agli esercizi ginnici e allora
riesco a fare salti incredibili, a gettarmi da un’altezza di due o tre metri e
attenuare la caduta (non si fida ancora a farmelo fare da maggior altezze).
Sono molto soddisfatta dei risultati che sto ottenendo e, in generale, mi piace
cimentarmi in qualcosa di nuovo.
Nel
tempo che mi rimane, sto lavorando alla traduzione della stele in trimegistico. Non è semplice anche perché usa un linguaggio
figurato ed è più difficoltoso capire il senso delle parole e rendermi conto se
la traduzione è corretta oppure no.
Finora
quel che ho chiarito è che l’oggetto principale del testo sia il Bogan, ossia l’oscurità, il Lato Oscuro della Forza. È
nominata anche la luce, Ashla, ma in via secondaria.
Per adesso sembra che si tratti di un rituale per far emergere il Bogan, azzarderei dire che è un modo anche per tramutare la
luce in oscurità ma non solo. È come se l’obbiettivo fosse sprigionare il Bogan soggiacente in ogni essere vivente e nell’universo
stesso.
Un’idea
che non stupisce provenire dalle Sorelle della Notte.
Pare
si tratti proprio di questo, il difficile è comprendere i passaggi effettivi
del rituale.
La
stele è custodita in una stanza con un alto livello di sicurezza, per
proteggerla nel caso i Cavalieri di Ren volessero
tentare di rubarla di nuovo. È lì dentro che mi dedico alla traduzione. Nella
stanza che mi è stata affidata ci trascorro giusto il tempo per dormire, mentre
i pasti si svolgono nella mensa comune.
Stamani,
a colazione, Jacen mi ha detto che non avremo potuto
cominciare l’allenamento al solito orario ma comunque avrei dovuto iniziare da
sola con la ginnastica di riscaldamento e i primi esercizi con gli altri
soldati, in attesa del suo arrivo.
Sono
intenta nella pratica del corpo a corpo con Fyel che
mi sta insegnando qualche trucchetto sporco che spesso gli è tornato utile da
contrabbandiere, quando una voce richiama la mia attenzione.
È
mio padre che mi sta chiamando, si avvicina a passi svelti e assieme a lui c’è
anche Jacen.
Io
e il kalleran ci fermiamo e attendiamo di sapere che
cosa accade.
Arrivato
vicino a me, papà dice: “Leila ha convocato una riunione per questa sera al
quartier generale della Resistenza. Tutto l’Alto Comando è invitato a
partecipare, preferisce avere la nostra presenza fisica anziché in ologramma.
Io, Hera, Kallus e Jacen parteciperemo e mi farebbe piacere fossi presente
anche tu: ho amici di vecchia data a cui è ora io ti faccia conoscere. Dubito che
potrai partecipare alla riunione, ma penso sia giusto presentarti alla
Principessa.”
“Generale
Organa” borbotta Jacen “Lei lo preferisce.”
“Per
me resterà sempre una Principessa e il suo posto non smetterà mai di essere che
tra le nuvole. Allora, Sadhaka, vuoi venire?”
“Certo!”
esclamo con un grande sorriso.
Mio
padre vuole portarmi a una super riunione della Resistenza! Wow! Non mi sembra
vero.
Sì,
sì, ha detto che non sa se assisterò al Consiglio, ma intanto conoscerò altri
eroi della Ribellione e colleghi della Resistenza … e poi vedrò un nuovo
pianeta!
Va
beh, non potrò esplorarlo, sarò limitata alla base militare ma pazienza: è pur
sempre un nuovo sistema in cui sarò stata.
Passo
il resto della giornata a contare con frenesia i minuti che mi separano dalla
partenza.
Jacen se n’è accorto
e non ha mancato di rimproverarmi: “Devi essere concentrata sul qui ed ora. È
vero che non deve mancare un occhio al futuro, soprattutto perché le nostre
azioni nel presente hanno ripercussioni nell’avvenire, ma il pensiero di ciò
che avverrà non deve distrarti dall’adesso. Sei tanto intenta a pensare al dopo
che non vivi il presente … poi magari nemmeno ci arrivi al dopo e muori prima.
Non puoi permettere che la tua vita sia un insieme di pochi eventi e
dell’attesa di essi. Il futuro arriverà al proprio momento, per ora godi e
partecipa del presente, non permettere che un solo istante della tua vita sia
sprecato nell’aspettare: riempi l’attesa con tanti altri eventi.”
Syndulla è un bravo
maestro. Le sue parole sono piene di saggezza.
Grazie
a lui mi sono resa conto che io (e forse anche altri) do per scontati molti
concetti e modi di prendere la vita, li credo talmente ovvi che finisco per non
accorgermi che non li pratico affatto. Lui mi ha fatto riscoprire molti di
essi, me li ha ricordati, a volte me li ha fatti vivere sotto una luce e una
consapevolezza differenti.
Questa
cosa del tempo, ad esempio, è un concetto che a noi sacerdotesse è sempre stato
insegnato: anche se attendiamo l’arrivo di Kalki per
l’ultima grande battaglia di Ashla contro Bogan, noi non dobbiamo dimenticare che viviamo nel
presente e che è nostro preciso compito difendere e diffondere la Luce in ogni
momento. Viviamo in un eterno presente, ogni attimo è morte del precedente … Da
quanto non ci pensavo? E ora Jacen me lo ha
rammentato.
È
bravo, ha molto da trasmettere, però si vede che non è abituato a farlo: a
volte è un po’ impacciato, più spesso molto severo ed esigente, non ha perso la
fredda corazza che lo ammanta.
L’ho
osservato a lungo in questi giorni, anche se con i commilitoni sembra più
affabile che con me, resta sempre un po’ distaccato, non è mai totalmente coinvolto
in ciò che lo circonda.
Potrei
fargli notare che questa è una contraddizione con il concetto secondo cui uno Jedi debba essere sempre presente al luogo e tempo in cui
si trova … ma credo che otterrei solo un’occhiataccia o al più una risposta
oscura che mi susciterà più domande, anziché darmi chiarimenti.
Partiamo
con lo Spettro e la Perla di Mahabali,
la nave di mio padre.
Mahabali è il nome della
città in cui sono cresciuta, mentre Perla è il nome reverenziale con cui molti si
riferiscono a mia madre. Sono sempre stata felice che papà abbia voluto
chiamare la sua nave con l’epiteto di mamma, mi ha sempre dato la sensazione
che il suo amore per lei sia immenso e sincero e che voglia sentirla accanto a
sé anche quando sono distanti anni luce.
La
nave, poi, è molto particolare: da un lato è fornita di ogni comfort
(dall’angolo bar alla poltrona massaggiante) e con eleganza (ci sono stoffe di Naboo pregiatissime!), dall’altro è una micidiale macchina
da guerra, fornita di numerosi cannoni e con potenti scudi.
Papà
la guida con grande disinvoltura. Io sono salita a bordo con lui, ma non gli
faccio da copilota (ecco una parte dell’addestramento che non ho ancora
iniziato), ad aiutarlo c’è Lobot, suo devoto amico da
tempo immemore.
Lui
è il solo che sapeva della mia esistenza fin dalla mia nascita … era pressoché
impossibile che rivelasse il segreto a qualcuno … a meno che non gli avessero
staccato il computer impiantato attorno alla sua testa. Poveretto, non dev’essere facile lottare ogni istante contro
un’intelligenza artificiale che prova a conquistare il tuo cervello.
Compiamo
diversi salti nell’iperspazio prima di arrivare a destinazione: una cautela per
confondere e seminare eventuali spie e sensori del Primo Ordine.
Ad
accoglierci alle piazzole di atterraggio c’è il Generale Organa in persona,
assieme ad un droide protocollare col oro, eccetto per il braccio sinistro che
è rosso, e una giovane ufficiale con i capelli biondi acconciati in due
chignon.
La
Principessa è diversa da come l’avevo immaginata: è più bassa e il suo volto è
estremamente dolce, tra le rughe che l’hanno segnato anzitempo. Io me la
figuravo alta e fiera, con un corpo ancora snello e tonico per le battaglie,
con un cipiglio duro e risoluto; invece riesce a ispirare autorevolezza
nonostante l’aspetto mite e sereno.
Adesso
che ci penso, lei dovrebbe avere almeno una decina d’anni in meno di Hera. Mamma mia che differenza! Sembra invece più vecchia.
La Twi’lek ha ancora la
pelle tonica e solo qualche leggera linea le solca la fronte e appena, appena
il tratto di guancia tra il naso e la bocca. Il resto del fisico, poi, sarebbe
capace di stuzzicare ancora un uomo, se non fosse coperto da larghi e pratici
vestiti adatti ad un pilota e capo militare.
Leila
saluta con rispetto e amicizia i tre ufficiali scesi dallo Spettro, addirittura abbraccia Jacen,
seppur rapidamente.
Noi
intanto li raggiungiamo ed ecco la Principessa stringere forte tra le braccia
mio padre, gli appoggia addirittura la testa sul petto … è come se cercasse
conforto da lui.
Papà
le sorride e la guarda come se le volesse ricordare la donna forte che è e
tutte le battaglie vinte e le traversie affrontate.
Infine
lei si stacca lentamente e, con un lieve bagliore di speranza, chiede
sommessamente: “Hai notizie di Han?”
Cosa?!
Il Generale Solo non è qui?
Sarà
via da poco, immagino, visto che papà non mi aveva mai fatto cenno ad una sua
partenza … eppure l’espressione della donna è la stessa di chi attende da tanto
tempo.
“Non
molte, purtroppo. So solo che si è messo a trafficare creature più o meno
pericolose, per dirne una: i rathtars. Pare anche che
si sia indebitato con qualche fazione; ho sentito che gli stanno dando la
caccia i Guavan Death e pure i Kanjiclub.
Non so se rischia più la vita con certe bestie o con certi furfanti. Mi
dispiace. Comunque, non temere, Han se l’è sempre cavata benissimo.”
Negli
occhi del Generale si fa largo tanta amarezza, per un attimo ho l’impressione
che le iridi diventino lucide e che stia per sgorgare qualche lacrima.
Un
moto interiore, però, le ricorda che non è il momento per immalinconirsi, tanto
meno per piangere, ricaccia via le emozioni che l’hanno agitata, fa un gran
sorriso e sposta l’attenzione su di me.
“Questa
è la figlia segreta di cui ti sei degnato di parlarmi solo di recente,
immagino. Come ti chiami?”
“I
documenti dicono Shadaka, ma Devagiri
è un nome altrettanto importante.”
“Capisco.
Spero tu abbia ereditato più cose da tua madre che da tuo padre: una vera
canaglia!” commenta Leila, ma si capisce che sta scherzando.
Mio
padre sta al gioco e si finge offeso: “Una canaglia io? Ma se sono un
rispettabilissimo uomo d’affari: un imprenditore galattico.”
“Forse
adesso puoi spacciarti per tale, ma una volta … Shadaka,
tuo padre ti ha mai detto cosa fece quando lo conobbi per la prima volta? Io,
Han e Chewbecca gli chiedemmo di poterci rifugiare a Bespin per riparare l’iperguida
del Falcon
lui accettò, ci accolse e dopo poche ore ci tradì, consegnandoci a Lord Vader, con cui aveva stretto un accordo poco prima del nostro
arrivo.”
Eh?!
Questa mi giunge nuova! In effetti papà non è mai sceso nei dettagli circa come
sia entrato nella Ribellione, ha fatto solo cenno che tutto iniziò con
l’occupazione di Bespin da parte dell’Impero e del
fatto che Han fosse finito congelato nella graffite e consegnato a Jabba the Hutt.
“All’epoca
ero furiosa con lui.” continua a raccontare la Principessa “Ma già dopo qualche
giorno mi resi conto che non dovevo avercela con lui. Lando era il Barone
Amministratore di un’intera città ed era responsabile dei suoi abitanti. Vader lo mise di fronte a una minaccia: o consegnare noi
tre, oppure vedere i soldati imperiali
massacrare gli abitanti di Bespin come rappresaglia.”
“Non
fu facile per me tradire un amico, anzi fu una scelta dolorosa.” aggiunge mio
padre con un tono assai serio “Feci di tutto per far soffrire lui e gli altri
il meno possibile ma non potevo mettere in pericolo le migliaia di persone che
si affidavano a me per la loro incolumità e vita.”
“Il
tuo errore è stato illuderti che l’Impero mantenesse gli accordi presi.”
conclude il Generale Organa.
Mi
presenta i due che l’accompagnano: Connix e C3PO. Poi
ci invita a seguirla: è prevista una cena, prima della riunione.
La
base è abbastanza simile a quella dove ho vissuto nelle ultime settimane ma è
più grande e popolata da centinaia di militanti.
Non
ci rechiamo nella mensa comune a mangiare, ma in una stanza a parte per gli
ufficiali, credo. Forse è così perché loro sono molto numerosi, oppure perché i
comandanti approfittano dei pasti per scambiarsi informazioni riservate e
consultarsi … oppure è solamente così per questa occasione.
Subito
papà mi presenta all’Ammiraglio Ackbar che pare molto
felice di conoscermi e mi ringrazia per aver preso parte alla missione di
salvataggio di suo nipote, poi per lo stesso motivo si rivolge anche a Jacen.
Mi
sono presentate decine di persone, alcune hanno nomi che ho già udito, altri
sono sconosciuti. Credo che farò fatica a ricordarli tutti, abbinandoli alle
giuste facce. Forse l’unico che non sbaglierò sarà Xurxu,
una specie di gorilla o scimpanzé.
“JACEN!”
sento esclamare da una voce maschile, colma di entusiasmo.
Chi
può essere? Mi volto a guardare e vedo un giovane che avrà più o meno la stessa
età del mio maestro, hai i capelli neri e un fisico allenato.
Lo
vedo correre incontro a Syndulla che, con mio grande
stupore, lo accoglie a braccia aperte e lo stringe a sé, mentre un sorriso di
felicità sincera gli illumina il viso.
Sembra
davvero contento: è la prima volta che lo vedo totalmente soddisfatto.
Devono
essere cari e stretti amici da parecchi anni.
Si
parlano con allegria e disinvoltura, sorseggiando non so che bevanda, ognuno
dal proprio bicchiere. Li osservo, ancora esterrefatta.
Devo
essere stata indiscreta, visto che lo sconosciuto si accorge di me. Non è né
arrabbiato né sospettoso e, anzi, molto gioviale mi domanda: “Ciao piccola, sei
nuova? Come ci sei finita qua? Dai, racconta.”
Prima
ch’io riesca a parlare, Jacen gli spiega: “È la
figlia di Lando e mia allieva.”
L’uomo
strabuzza gli occhi e domanda, meravigliato: “Allieva nel senso di allieva Jedi?”
“Proprio
così.” conferma Syndulla, tornando al consueto tono
semilugubre.
“Caspita!
Non credevo che … Beh, tanto meglio, complimenti, complimenti ad entrambi.” la
sua sorpresa sta permettendo al brio di ritornare “Allora mi presento: sono Poe Dameron, Comandante nella
Resistenza.”
“Il
miglior pilota.” specifica Jacen.
“Diciamo
a pari merito con te. Io sono l’asso dei caccia, tu delle navi con equipaggio.”
Poe torna a rivolgersi a me: “Io e
il tuo maestro ci conosciamo da quando eravamo in fasce, a momenti. Entrambi
avevamo i genitori impegnati strenuamente nell’Alleanza Ribelle: la guerriglia
ce l’abbiamo nel sangue. Siamo cresciuti assieme, eravamo inseparabili, anche
dopo che Skywalker l’ha preso come padawan. Eravamo tre amici uniti come nessun altro. Ci
siamo dovuti separare quando Skywalker decise di
fondare un vero e proprio tempio … allora io ho deciso di arruolarmi
nell’esercito della Nuova Repubblica e dopo un po’ … eccomi qui.”
Incredibile
come abbia raccontato con tono così pimpante una vita trascorsa per gran parte
in mezzo alla guerra.
Un
momento! Lui ha detto tre amici. Tre.
Ma loro sono soltanto due … chi sarà il terzo? Che fine avrà fatto?
Poe, intanto, non riesce a smettere
di parlare e ora si sta rivolgendo a Jacen: “A
proposito di Skywalker, forse ormai siamo vicini a
trovarlo. So con certezza che Lor San Tekka risiede con una tribù su Jakku.
Parte della riunione di oggi riguarderà proprio il fatto che tra un paio di
giorni al massimo lo raggiungerò e mi farò consegnare la mappa. Sei contento?”
“Non
troppo.” replica Jacen, deludendo l’amico “Se Luke
vuole stare solo, forse è meglio non disturbarlo.”
“Sono
dieci anni che se n’è andato e la Resistenza ha bisogno di lui ora più che mai.
Perché lasciare una mappa se non per essere raggiunto?”
“Credi
che egli ignori quel che accade?” il tono di Syndulla
è secco e pieno di un’energia che mi ricorda ira e dolore “Luke s’è chiuso alla
Forza, altrimenti lo avrei trovato io stesso. Vuole stare solo, è fuggito e non
gli interessa né della Nuova Repubblica, né del Primo Ordine, né di sua sorella
e nemmeno di Kylo Ren.
Lasciamolo stare e impariamo a cavarcela senza di lui.”
Poe scuote il capo, amareggiato, e si
limita a commentare: “Tu non pensi quello che dici. Lo troveremo e sarai felice
di rivederlo anche tu.”
Luke
Skywalker scomparso? Anche questa mi giunge nuova.
Perché mio padre non me ne ha fatto parola? In dieci anni avrebbe senza dubbio
avuto l’occasione di raccontarlo, se avesse voluto farlo.
Ho
la sensazione che mi abbia deliberatamente voluto tenere all’oscuro.
Dev’essere successo qualcosa, dieci
anni fa, che ha portato Skywalker e Solo ad
allontanarsi dalla Resistenza.
Beh,
non so quando Han si sia allontanato, ma il mio intuito mi dice che è stato per
questa faccenda.
Faccenda
che forse coinvolge anche Jacen. Se fosse questo
l’evento misterioso che Hera ha detto aver cambiato
radicalmente l’atteggiamento del mio maestro?
Credo
proprio di sì, considerando le emozioni che ho percepito in lui, mentre parlava
di Luke … emozioni che non dovrebbero addirsi ad uno Jedi.
Finora, nonostante il suo carattere scorbutico, non avevo percepito in lui
nessuna traccia di oscurità. Poco fa, invece, si avvertiva nettamente Bogan in lui. Sofferenza e furia sono però durate solo il
tempo di quella frase, poi sono scivolate via e la calma è tornata nel suo
animo. Incredibile come una tempesta possa nascere e morire in pochi istanti
nello spirito di Syndulla.
Come
supposto da mio padre, non ho potuto prendere parte alla riunione. Ho
gironzolato per un po’ per la base ma poi mi sono stancata e mi sono seduta a
meditare.
La
curiosità per scoprire la verità su quanto accaduto un decennio fa mi stuzzica
la mente e mi agita. Il mio cervello ha elaborato numerosi scenari, durante la
cena.
Ho
pensato, però, che questo tipo di fantasticare non sia l’ideale. Ho deciso
quindi di meditare per calmare la mente e … chissà che non mi arrivi qualche
risposta.
“La
Forza è potente in te.”
Apro
gli occhi di scatto, spaventata da questa frase improvvisa. Davanti a me la
Principessa mi osserva divertita e il suo sorriso è benevolo.
“Ma
hai ancora molto da apprendere.” aggiunge “Quando mediti non puoi isolarti dal
mondo, altrimenti rischi di finire nei guai, senza accorgertene.”
“Grazie,
lo ricorderò … Ma anche lei sa usare la Forza?”
Il
Generale Organa è una Jedi?
“Sì,
anche se in maniera molto differente da mio fratello. Io non brandisco spade di
luce, ma mi affido alla Forza per guidare tutta questa gente, coordinarla in
battaglia, conoscere a fondo l’animo dei nemici e le loro astuzie e, perché no,
galvanizzare i miei soldati e scoraggiare gli avversari.”
“Fa
davvero tante cose ...”
Sono
sbalordita e non so che dire.
“Già
… ma il grande eroe sarà sempre Luke. Le persone hanno bisogno di simboli e lui
più di ogni altro rappresenta la speranza. Speranza che la pace e la giustizia
debbano sempre trionfare. Per questo mi sto impegnando tanto a ritrovarlo,
anche se Jacen non capisce. Mi dispiace vederlo così
turbato, so che non ha ancora perdonato mio fratello per quel che gli ha fatto,
ma la Resistenza ha bisogno di un eroe noto.”
“Perché
me lo sta raccontando?”
“Hera mi ha raccontato un po’ di cose sull’incontro tra te e
Jacen e di come abbia reagito all’idea di
addestrarti. Voglio rinnovarti l’invito che ti ha fatto anche lei ad essere
paziente con lui. È un bravo ragazzo, il suo cuore è buono ma è stato deluso e
non l’ha ancora superato.”
“Deluso
in che modo?”
“Questo
starà a lui raccontartelo, quando si sentirà pronto.”
E
ancora una volta resto senza risposte. Uffa!
Se
devo aspettare che Syndulla ritenga di confidarsi con
me, faccio in tempo ad avere i capelli bianchi.
Va
beh, pensiamo ad altro.
“La
riunione è quindi finita?”
“Sì.
Abbiamo deliberato alcune cose. Ce ne sono due che ti riguardano. Una in
maniera indiretta: abbiamo incaricato tuo padre di partire alla volta delle
regioni più remote della galassia alla ricerca di nuovi alleati. L’altra,
invece, ti coinvolge: tu e Jacen dovrete raggiungere Atollon, dove era collocata una delle prime basi
dell’Alleanza Ribelle. Dovrebbe essere abbandonata e quel poco che c’era essere
stato requisito già ai tempi dell’Impero, tuttavia da alcuni giorni riceviamo
strani e indecifrabili messaggi provenire proprio da lì. Voi dovrete indagare.”
“Grazie,
Generale Organa, faremo del nostro meglio.”
“Che
la Forza sia con voi.”