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Autore: hope ridden    20/08/2018    1 recensioni
Harper Keen è una ragazza che ha bisogno di cercare un lavoro estivo. Thomas Ford, il suo amico-professore le propone di lavorare per lui: deve fare da babysitter ai suoi figli durante il suo mese d'assenza. Harper accetta anche se per lei equivale a una sentenza di morte: con il figlio del prof, Blake Ford, è in corso una guerra fredda di cui tutti sono a conoscenza...
Blake Ford sarà messo a dura prova da Harper Keen che stravolgerà la sua vita e quella dei suoi fratelli.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 3


Harper corre per il corridoio. E l’ora di pranzo e ha appuntamento con Adam Hyden per restituirgli la maglia con la lingua. Ovviamente è in ritardo perchè Thomas le ha chiesto conferma per la cena a casa sua.
La ragazza svolta l’angolo correndo e scuote la testa pensando tra se e se. Se sopravviverà alla sera in presenza di Blake può sopravvivere l’intero mese. Fa lo slalom tra gli studenti e quando gira l’ennesimo angolo per ritrovarsi nel luogo prestabilito si scontra contro un corpo. Per evitare la caduta la persona in questione l’avvolge con le braccia e si appoggia al muro.
-Scusa, non ti ho visto!- borbotta subito Harper che nel sollevare gli occhi si ritrova il viso sorridente di Adam.
-Oh, sei tu!- 
-Harper Keen.- soffia a pochi centimetri dalla sua faccia. La ragazza arrossisce e mette tra i loro visi la maglietta dei Rolling Stones.
-La tua maglietta con la lingua rossa.- 
Adam scioglie la posizione e entrambi recuperano spazio vitale.
Lui sfiora con un dito la guancia di Harper fissandola negli occhi.
-Tienila tu.-
-Cosa?-
-Voglio che la tieni tu.- Adam è convinto.
-Grazie.- senza pensarci Harper si avvicina al collo del ragazzo inspirando. Poi ripete la stessa azione con la maglietta portandosi l’indumento al naso.
-Puzzo?- domanda stranito Adam aggrottando le sopracciglia.
Harper scoppia a ridere.
-No! Anzi stavo per dirti che hai un buon profumo.- 
-Ah, grazie… hai già mangiato?- chiede il ragazzo infilandosi le mani in tasca. 
-A dire il vero no.- risponde la ragazza.
-Ti va di pranzare insieme?-
Harper sta quasi per annuire e quando guarda l’orologio da polso di Adam e vede che è praticamente l’una: dev’essere a casa tra mezz’ora passa la psichiatra di suo padre.
-Mi piacerebbe ma lavoro!-
Adam cerca di non dare a vedere la delusione e le sorride.
-Allora sarà per un’altra volta.-
-Ciao Adam, ci vediamo domani.-
E Harper si mette a correre di nuovo questa volta verso casa.
Harper Keen non è nervosa ma di più. La visita con la psichiatra è andata male come tutte le volte ed è durata ore: suo padre ha reagito in modo negativo e la dottoressa gli ha prescritto degli psicofarmaci in grado di abbattere un’alce. Poi è corsa a lavoro al Gary’s e infine è ritornata a casa per prepararsi per la cena. A causa del nervosismo, Harper continua a toccarsi il vestito consigliato da Wanda. 
“Stai benissimo, si intona ai tuoi occhi!”, ha detto la nera. Solo per il semplice fatto che è azzurro. È leggermente scollato e le ricade a metà coscia, per la ragazza è perfino troppo corto, ma la donna ha insistito affinchè scegliesse quello. La Beggins le ha fatto anche sciogliere i capelli cosa molto insolita per la Keen. E poi la frase che ha fatto da ciliegina sulla torta “Sii te stessa e il più naturale possibile!” Certo, certo, come no! Harper questa sera si sta dirigendo a passo spedito verso la casa dei Ford per passare una serata da paura. Cammina più veloce del solito mossa dall’agitazione. Blake si sarebbe comportato bene davanti a suo padre, ne era convinta. Non avrebbe fatto l’idiota. Arrivata nei pressi delle deliziose villette in Town Street, esattamente dalla parte opposta rispetto a casa sua, cerca con lo sguardo il numero 25. Trova la casa dei Ford in mezzo a due ville identiche, molto grosse e con un bel giardino curato. Non come quello della casa del suo professore però. L’erba è gialla, i fiori nei vasetti sono morti appassiti chissà da quanto tempo e il portico è di un color marrone scuro, a causa della sporcizia.
“Bella presentazione” pensa la Keen. Poi si schiarisce la gola, sciocca le labbra e dopo essersi sistemata i capelli, bussa decisa alla porta di casa Ford. Thomas apre alla porta con un bel sorriso. Indossa una camicia hawaiana, dei pantaloni al ginocchio e delle infradito. Non lo ha mai visto vestito così! Harper frena i suoi pensieri: è un gran bell’uomo il suo professore. 
-Ciao Harper, come stai? Entra pure, i ragazzi non vedono l’ora di conoscerti.- papà Ford la fa accomodare in casa. Dopo anni e anni di pulizie in casa altrui, la Keen può dirsi quasi un’esperta. I mobili risplendono e c’è un buon profumo di pulito. Ma non bisogna farsi illudere è solo la facciata: la ragazza è sicura che se prova anche solo a spostare la lampada troverà il segno dell’oggetto sul mobile e due dita di polvere. Il profumo del detergente non la inganna, il pavimento sarà lercio come pochi. Perlustra molto velocemente il salotto con lo sguardo:  il divano blu sembra molto comodo e i mobili in mogano, con il giusto trattamento, potrebbero essere ancora più belli. Il grande tavolo ovale è apparecchiato per sei. Poi incontra gli occhi verdi di Blake Ford, che tradiscono una nota di sorpresa. Sicuramente non se lo aspettava!
 I capelli castani del ragazzo sono spettinati come al solito, da vero ribelle, ed è vestito quasi come il padre, l’unica differenza è una maglia più sobria al posto della camicia. Thomas Ford incrocia le braccia al petto, dopo aver spinto al loro posto gli occhiali che stavano scivolando sulla punta del naso. Non riesce a non sorridere di fronte ai due nemici.
Quello stupido è affetto da doppia personalità: quando c’è Zack è falso come pochi ma forse leggermente più cortese. Harper gioca in campo avversario ed è svantaggiata.
-Keen.- la saluta sprezzante Blake.
-Ford.- dice tranquillamente la ragazza facendo trasparire dai suoi bellissimi occhi azzurri assoluta indifferenza. Vorrebbe invece spaccargli sulla sua brutta testa la bella statuina in pietra di giada che ha adocchiato all’ingresso, ma poi si rende conto che è un brutto pensiero quello che ha fatto. Un brutto pensiero nei confronti della statuina che non se lo merita. Non rovinerebbe mai una statuina così bella solo per spaccarla in testa al suo nemico giurato. Harper si sente tirare per il lil vestito e abbassando lo sguardo vede un adorabile bambino dai grandi e dolci occhi verdi con una maglietta del professor X che tiene un lembo della gonna tra una manina paffuta. 
-Sei la nostra nuova mamma?- chiede speranzoso illuminandosi. Harper presa in contropiede non sa che dire, intanto Blake e Thomas osservano attoniti la scena. Il papà sorride lanciando delle occhiate al figlio maggiore, indicandogli la ragazza che adesso si è abbassata allo stesso livello del figlio minore.
-Direi proprio di no, sono troppo giovane per essere una mamma.- risponde cauta la Keen.
-Però sei bella come la mamma.- continua il bambino non lasciandole il vestito. Compaiono James e Luke alle spalle di Harper e si affiancano al fratellino, osservando meglio la ragazza.
-È vero, ha gli occhi dello stesso colore!- esclama Luke.
-E poi anche lei indossava dei vestitini così.- concorda James. 
-Posso riprendermi l’angolo del mio vestito?- domanda sorridendo Harper al piccolo, che non aveva ancora mollato la presa. Lui annuisce e lascia l’abito. Blake è sconvolto dalla scena ma preferisce mantenere la sua espressione beffarda e presuntuosa. Thomas invece sorride ancora di più.
-Forza, Blake, presenta la tua amica di scuola.- lo incoraggio papà Ford, trattenendo un sorrisetto. Il figlio lo fulmina e poi si gira verso i suoi fratelli.
-Lei è… Keen… ehm…-
-Harper. Harper Keen.- lo corregge la ragazza. È pazzesco che non sappia nemmeno il suo nome! Del proprio nemico si deve conoscere tutto anche cosa mangia a colazione.
-Io sono James! Lui è Luke!- esclama il bambino mettendo un braccio intorno al collo di Luke e attirandolo a sè, facendogli perdere l’equilibrio.
-Io mi chiamo Xavier e mi piacciono gli X-men. Tu li guardi gli X-men?- il piccolo la guarda speranzoso. Harper fa lo sforzo di ricordarsi uno dei noiosissimi resoconti di film e serie tv che Zack spesso le fa, e a cui lei non presta la minima attenzione, e sembra ricordarsi vagamente di cosa  parla: mutanti in sostanza, poi c’è uno con gli artigli e via dicendo… La Keen si appunta mentalmente che deve farsi prestare tutti i film da Zack. 
-Si, devo averli visti con un mio amico una volta. Sono forti.- sorride la ragazza attirandosi immediatamente la simpatia del piccolo. 
-Blake, perchè non ordini le pizze? Scusa, Harper, ma non voglio farti stare male per intossicazione alimentare. Non sono per niente bravo a cucinare.- Thomas incrocia le braccia, scuotendo la testa e ridendo.
-Perchè non lo fai tu, papà? E poi perchè la Keen è qui?- Blake assume la stessa posizione del padre, solo in versione più arrogante. Thomas si rende conto di non aver ancora detto il perchè Harper è da loro a cena.
-Bene, ragazzi, è arrivato il momento della verità.- inizia papà Ford fissando per bene i figli.
-Come sapete andremo alle Hawaii il prossimo mese perchè sono stato accettato come insegnante al campus estivo. Starò via per un intero mese e voi non potete cavarvela da soli, avete bisogno di qualcuno che si prenda cura di voi. Harper è la persona giusta si occuperà di voi e se la caverà benissimo. Blake, non che tu non sia in grado di badare ai tuoi fratelli, ma guardiamo le cose come stanno veramente. La casa da quando la mamma se n’è andata è un disastro. Per un mese Harper ci aiuterà. Poi andremo a farci la nostra vacanza. Che ne dite?- 
-Si! Mi piace Harper! Giochiamo poi agli X-men?- grida Xavier, afferrando la ragazza per il vestito e abbracciandola. 
-Sai fare i biscotti al cioccolato?- chiede entusiasta Luke, prendendola per una mano.
-E la torta al limone?- domanda insistente James tirandola per l’altro braccio.
-Che ne dite di una torta a due piani con panna e fragole?- ride Harper. I piccoli Ford si incollano alla ragazza gridando felici e proponendo dolci. Il maggiore dei Ford guarda con odio prima la Keen e poi il padre.
-Tu, Blake, puoi fare quello che vuoi, tranne distruggere tutto e disintegrare Harper. Sii solo gentile con lei e vedrai che un mese passa in fretta.- il Ford supremo gli da una pacca sulla spalla e poi porta Harper a fare il giro della casa. Blake sbuffa e lancia il cellulare sui cuscini del divano non appena i due se ne vanno ai piani inferiori.
Deve liberarsi di Harper.
Afferra il telefono e sorridendo falsamente complimentandosi per il malvagio piano che ha ideato per Harper. Aspetta la consegna. Ad Harper piacerà tanto la pizza al peperoncino piccante!
Xavier ritorna a giocare insieme a Luke e James. Passano correndo imitando superman davanti agli occhi del fratello maggiore. Blake inizia a pensare ad un modo per evitare che Harper faccia questo lavoro. Non si entra nel territorio dei Ford a maggior ragione se si è individui di sesso femminile.
Intanto Thomas e Harper…
-Qui sotto c’è la lavanderia. Abbiamo anche un ferro da stiro e un asse, se vuoi stirare è tutto qui.- il professore le indica l’ampio stanzone che dev’essere situato sotto la sala. È fresco e profuma di detersivo per i panni.
-Certo. Chi lava i panni a casa se no?- ironizza la ragazza. 
-Sai proprio fare tutto… io mi chiedo come tu abbia fatto, essendo così giovane, a imparare a prenderti cura di unintera casa.- Thomas scuota la testa come al suo solito quando non si sa spiegare qualche fatto.
-Con un padre alcolizzato che non fa niente, ho dovuto prendere in mano la situazione dopo la morte di mia madre. Gran parte di quello che so fare lo devo a Wanda. È lei che mi ha insegnato ad amministrare i soldi, a fare le pulizie e a cucinare. Non è stato facile ma si è rivelato molto utile.- dice Harper grattandosi la testa. Thomas s’intristisce e le fa vedere il resto della casa. Nello stesso piano della lavanderia c’è la cantina. Poi il garage è a livello terra a fianco della villa. Dopo il salotto, l’ingresso e la cucina, al pian terreno ci sono anche bagno e lo studio di Thomas. Al secondo piano, le stanze di papà Ford, di Luke e James, e di Xavier. Infine in mansarda la camera di Blake, ovvero, zona proibita. Il giardino è enorme sia dalla parte della facciata per non parlare dietro la casa: c’è addirittura un gazebo, una casetta sull’albero e una piscina in muratura. Però i Ford si trattano bene! 
Arrivano le pizze e si siedono a tavola. Blake è stranamente sorridente e la Keen inizia a insospettirsi. O sta covando qualcosa, ho ha già fatto danno. Ognuno si butta sulla pizza, e il maggiore dei Ford aspetta la reazione al peperoncino di Harper. Ma la ragazza non fa una piega. Per poco a Blake non gli si sloga la mandibola per la sorpresa. La pizzeria deve aver sbagliato ordinazione. 
-Ti piace la pizza, Keen?- chiede con noncuranza.
-L’avrei preferita più piccante. Ma è buona.- cinguetta la ragazza facendolo innervosire. Maledetta! 
Maledetto! pensa invece Keen. Se non fosse che Wanda mette il peperoncino dappertutto sarebbe morta al primo morso di pizza! Blake Ford si attira un sacco di brutti pensieri da parte di Harper Keen. La cena trascorre poi tranquilla parlando di cose di vario genere. Ai piccoli Ford, piace molto Harper e quando è il momento di andare non la vogliono lasciare. 
-Dai, ragazzi, è già tardi, domani è il nostro ultimo giorno di scuola.- Thomas cerca di scollarli dalla Keen. 
-Ci vediamo presto! Prometto che giocheremo tutto il giorno!- ride Harper, liberandosi finalmente dalle tre pesti. Blake è appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate e guarda con gli occhi verdi ridotti a due fessure la scena. 
-Blake, perchè non accompagni Harper a casa? È molto tardi e lei abita tutt’altra parte.- lo incoraggia papà Ford. 
-Non ci può andare con le sue gambe?- chiede ironico il ragazzo fissando le chiavi che il papà gli fa dondolare davanti alla faccia.
-Si, infatti, vado con le mie gambe. A domani, ciao a tutti!- Harper gira i tacchi e si chiude la porta alle sue spalle. Con passo spedito, inizia a camminare. Thomas Ford guarda malissimo suoi figlio da dietro gli occhiali. 
-Hawaii. Ricorda.- dice solo papà Ford al figlio maggiore. Una parola magica che sortisce un effetto immediato. Blake ringhia e afferra in malo modo le chiavi della macchina. Si chiude nell’auto e raggiunge la Keen che marcia verso casa sua. 
-Keen, salta su.- le dice Blake abbassando i finestrini.
-Ho le mie gambe e ce la faccio benissimo da sola.- ribatte lei, senza guardarlo.
-Hai un bel culo sai?- 
-Deficiente.-
-Si, proprio bello. Non lo avevo mai notato prima.-
-La smetti?-
-Solo se sali in macchina.-
-Che maniaco!-
-Eddai, non fare la preziosa!-
-Mi hai rotto!- la ragazza apre la portiera del passeggero e la chiude con forza, facendola sbattere. Incrocia le braccia e fissa la strada davanti a sè. Dà le indicazioni a Blake e per il resto rimane chiusa in se stessa.
-Io non ti voglio. So badare a me stesso e ai miei fratelli.- dice Blake senza fissare la ragazza.
-Non sei tu che decidi.- ribatte lei.
-Ti conviene non presentarti.-
-Non ho paura delle tue minacce.-
-Staremo a vedere quando fuggirai da casa il primo giorno.-
-Non credo proprio. Grazie del passaggio, Ford.- dice Harper una volta davanti a casa.
-Ringrazia mio padre per questo, Keen. Fosse per me eri ancora per strada.- ribatte quello. Lei scende dalla macchina alla velocità della luce e rimane però bloccata nel vedere suo padre sugli scalini della veranda con Wanda che lo tiene per una spalla. Blake scruta la scena.
-Cosa ci fai qui, tu? Vattene via, vai via!- urla Christopher Keen alla figlia. 
-Papà cosa dici? Abitiamo insieme!- le risponde la ragazza avvicinandosi. 
-Vattene via, Louise!- continua l’uomo scoppiando a piangere.
-Papà, sono io, Harper. Non sono la mamma.- sussurra la Keen, avvicinandosi al padre. Wanda scuote la testa scoonsolata.
-Harper? La mia bambina?- 
-Si, papà, sono io.- la ragazza si fa abbracciare dal padre in lacrime. Poi gira leggermente la testa il poco che le serve per accorgersi che Blake Ford ha assistito a tutta la scena. Harper si rifugia nel collo del padre, sprofondando nello sconforto. 

 

 

  
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