Disclaimer.
D.Gray-man appartiene a Hoshino-sensei, mentre il testo di
‘The Reason’ è di
proprietà degli Hoobastank. Piuttosto ovvio, a dirla tutta.
Warning:
Shounen-ai e personaggi molto, ma molto
OOC. Leggete a vostro rischio e pericolo.
AND THE REASON IS YOU
Era
così perso
nei suoi pensieri che non aveva nemmeno sentito la voce dei compagni
che lo
chiamavano.
“Lavi.
Lavi!
Mi stai ascoltando sì o no?”
Sbatté
le
palpebre alcune volte prima di voltarsi verso i suoi amici. Allen lo
stava
guardando corrucciato, aspettando una sua risposta, mentre Kanda stava
mormorando qualcosa a proposito di ‘quell’idiota di
un coniglio’.
“Scusa
Moyashi-chan la risposta è no, non ti ho ascoltato. Cosa
stavi dicendo?” gli
chiese sorridendo.
“Il mio
nome è
Allen! E, per la terza volta, Lavi, ti stavo chiedendo se non
è meglio
andarcene. Il caffé è già
vuoto.”
Lavi si
guardò
intorno solo per accorgersi che Allen aveva perfettamente ragione: era
gli
unici clienti rimasti.
“Sì,
penso che
tu abbia ragione Allen. Maglio se ce ne andiamo.” disse Lavi
alzandosi dalla
sedia.
Allen e Kanda
lo imitarono. Dopo aver pagato il conto, uscirono dal locale.
Era molto
tardi, mezzanotte circa, e non c’era anima viva per le
strade. Si avviarono in
direzione della pensione dove avevano affittato le camere per la notte.
Avevano quasi
raggiunto l’edificio, quando Lavi ruppe il silenzio che era
sceso tra di loro.
“Bè
ragazzi,
non ho molto sonno, quindi credo che andrò a fare una
passeggiata. Voi due
andate tranquillamente a letto. Prometto di tornare prima di domattina,
ok?”
Kanda si
limitò ad un ‘Che.’ mentre Allen lo
osservò preoccupato.
“Sei
sicuro,
Lavi? Domani dobbiamo partire presto per prendere il treno. E se tu non
dormi…”
“Ah, ah,
non
preoccuparti Allen. Ho detto che arriverò in tempo, no
problem. E posso sempre
recuperare dormendo in treno.”
“Uhm…ok…”
acconsentì il giovane dai capelli bianchi senza troppa
convinzione.
Kanda si
girò
verso di lui “Stai attento, stupido coniglio,
perché se non arriverai in tempo,
non ci penserò due volte ad andarmene e lasciarti qui.
Capito?”
“Aww,
Yuu-chan, lo so che sei preoccupato per me, ma vi ho già
detto che sarò in
orario, no?” rispose Lavi con un sorrisetto.
“Sta
zitto,
baka!” fu l’unica replica che ricevette.
“Sì,
sì…ad
ogni modo ci vediamo Moyashi-chan, Yuu-chan!” disse Lavi
allegramente mentre si
girava per allontanarsi.
Due voci gli
risposero all’unisono “Non chiamarmi in quel
modo!!”, ma Lavi si limitò a
sorridere.
Lo stesso
sorriso però scomparve appena ebbe girato l’angolo
e un milione di pensieri tornarono
ad affollare la sua mente.
“Cosa
c’è che
non va in me stanotte?”
Non
poté
trovare una risposta alla sua domanda.
Così,
nel
tentativo di riuscire a scoprirla, cominciò a ripassare gli
eventi della
giornata.
Komui li aveva
chiamati e gli aveva detto
che dovevano partire per una piccola cittadina nel sud
dell’Irlanda perché
recentemente si era verificato uno strano fenomeno intorno
all’area. Le
informazioni non erano affidabilissime, perché in Irlanda
quel genere di storie
erano molto diffuse. Ma decisero di dare un’occhiata comunque.
Poco prima di
arrivare in paese furono
attaccati da una dozzina di akuma, tutti di livello uno e riuscirono a
sconfiggerli senza troppa difficoltà. Ma la presenza di
akuma intorno al luogo
che gli era stato indicato rafforzò i loro sospetti che le
voci che avevano
sentito fossero piuttosto concrete.
Infatti appena
arrivati in città,
scoprirono un sacco di persone con un aspetto veramente singolare:
avevano
tutti occhi viola e capelli blu intenso. Le persone spiegarono che si
erano
risvegliati in quel modo dopo aver bevuto l’acqua di una
piccola sorgente che
si trovava nelle vicinanze, ma, poiché erano in Irlanda,
tutti pensavano si
trattasse dello scherzo di qualche elfo o spiritello dispettoso.
Allen, Kanda e
Lavi invece, avevano
idee ben diverse. Ed avevano ragione: dopo essersi fatti accompagnare
alla
famigerata sorgente erano fortunatamente riusciti a scoprire e
recuperare un
frammento di Innocence, che Kanda aveva immediatamente preso in
custodia.
L’unica cosa strana era che non avevano scorto nessuna
traccia di akuma ad
attenderli.
Senza lamentarsi
troppo
dell’inaspettata fortuna, erano ritornati in città
per scoprire che gli effetti
dell’Innocence erano svaniti e tutte le persone coinvolte
erano ritornate
normali.
I passi di Lavi
si stavano dirigendo fuori città, verso una vecchia villa in
rovina, ma Lavi
era troppo distratto per accorgersene.
La taverna non era
pienissima così
poterono trovare posto in un tavolo libero e iniziare a cenare. Come
sempre
Allen mangiò come se non lo facesse da settimane, mentre
Lavi si limitò ad una
zuppa ed un po’ di pane. Kanda era piuttosto irritato per il
fatto di non
trovare della soba (come puoi trovare della soba in Irlanda?),
così alla fine
si accontentò di mangiare del pesce.
Fu allora che
iniziò la musica.
Lavi si
fermò
all’improvviso. “Forse è stata colpa di
quella canzone.”
Una piccolo gruppo
di musicisti stava
suonando nel locale: c’era un uomo con una chitarra, un donna
col flauto, un
altro uomo al violino e uno alle percussioni. E poi c’era una
giovane donna che
cantava con una bellissima voce. Suonarono canzoni allegre per
festeggiare la
fine della ‘maledizione della sorgente’, come la
chiamavano loro, e alcune
tipiche canzoni irlandesi. Allen e Lavi ascoltavano sorridenti. Kanda
faceva
finta di non ascoltare, ma in realtà si stava godendo la
musica anche lui (solo
un pochino, ovviamente).
Ad un certo punto
la cantante prese la
parola: “Fino a qualche tempo fa io non era una bella
persona: trattavo
malissimo le persone e per arroganza mi ritenevo superiore agli altri.
Ma
adesso finalmente sto cominciando a cambiare. E la prova è
il fatto che queste
persone mi hanno accolta nel loro gruppo come cantante.” Fece
una leggera
pausa.
Poi riprese
sorridendo. “Tutto questo è
merito di un mio caro amico che mi ha aiutato a capire i miei errori ed
a
cambiare quello che ero. Questa canzone è dedicata a lui.
Perché penso che una
volta nella vita capiti a tutti di incontrare una persona capace di
cambiarci, possibilmente
in meglio.”
Dopodichè
cominciò a cantare.
Lavi non
capiva perché non riusciva a togliersi quelle parole dalla
mente.
“Perché
non
riesco a smettere di pensarci? È solo una canzone. Ok, una
canzone carina, ma…”
(non sono una persona perfetta)
As many things I wish I didn't do
(come tante cose che desiderei non aver fatto)
But I continue learning
(ma io continuo ad imparare)
I never meant to do those things to you
(non ho mai avuto intenzione di farti quelle cose)
And so I have to say before I go
(e quindi, prima di andarmene, devo dirti)
That I just want you to know
(voglio solo che tu sappia che)
Lavi scosse la
testa, cercando di cancellare quei versi. E non solo quello.
C’era una altra
cosa che non riusciva a scacciare dalla testa.
Un volto. Il
volto di una persona a cui Lavi non voleva minimamente pensare.
“Aaahh,
basta
adesso!! Non ci voglio più pensare. Cosa mi sta
succedendo?” si chiese
passandosi una mano tra i capelli.
Cercando di
distrarsi cominciò a riflettere sulla loro missione: avevano
recuperato
l’Innocence con successo, ma la quasi totale assenza di akuma
lo stupiva. Quando
c’era di mezzo un frammento di Innocence le cose non erano
mai così semplici.
E c’era
un’altra cosa che lo preoccupava: aveva la sensazione di
essere osservato. Era
cominciata subito dopo il loro arrivo in città.
All’inizio aveva provato a
parlarne con gli altri, ma la loro risposta era stata negativa. Quindi,
se
nemmeno l’iper-vigilante Kanda non aveva notato niente, Lavi
si convinse che la
sua era solo paranoia.
Ma la
sensazione rimase.
Per dirla
tutta l’aveva anche in quel momento. Si guardò
intorno. La vista della grande
casa lo fece sentire peggio: doveva essere stata una villa meravigliosa
quando
le persone l’abitavano ancora, ma adesso era solo un ammasso
di pietre buie ed
in rovina.
Forse un giorno
anch’io sarò solo e
abbandonato come questa casa. Bookman ha il compito di registrare la
storia, ma
non viene mai registrato in essa. E non può nemmeno avere
delle persone vicino
pronte a ricordarlo. È come se non esistesse nemmeno a
questo mondo.
Stava per
perdersi nuovamente nei suoi mesti pensieri quando notò
qualcosa.
Qualcosa che
gli fece quasi venire un infarto.
Una farfalla.
Un farfalla nera con delle ali molto particolari.
Una farfalla
che lui conosceva molto bene.
Il suo primo
sentimento fu la paura. Conosceva la persona a cui apparteneva quella
farfalla.
Un nemico. Un
Noah.
Osservò
la
farfalla allontanarsi e dirigersi verso il retro della casa diroccata
che aveva
di fronte.
E in quel
momento il volto a cui non voleva pensare, ricomparve prepotentemente
nella sua
testa, insieme ai versi di quella canzone. Perché la
farfalla apparteneva alla
stessa persona il cui volto non riusciva a togliersi dalla mente.
Un nemico. Un
Noah.
Cominciò ad inseguirla.
I've
found a reason for me
(Ho
trovato una ragione per me)
To change who I used to be
( per cambiare quello che ero)
A
reason to start over new
(una ragione per ricominciare da capo)
And
the reason is you
(e quella ragione sei tu)
Raggiunse il
retro della casa.
La luna era
quasi piena e brillava forte nel cielo, illuminando tutto intorno.
Lavi vide la
farfalla avvicinarsi ad una figura seduta sul bordo di una bassa
finestra. La
figura allungò una mano e la farfalla vi si posò
sopra.
E poi una
voce.
“Ciao,
Lavi.”
Lavi
guardò
con gli occhi spalancati mentre la persona si alzava e cominciava a
camminare
verso di lui.
Come sempre
indossava pantaloni neri ed una camicia bianca. Ma, anche se la notte
era
piuttosto fresca, la sua giacca era abbandonata sul bordo della
finestra,
insieme ai guanti ed al cappello che portava sempre. I suoi capelli era
sciolti
sulle spalle e sorrideva, mentre osservava Lavi con i suoi occhi color
dell’oro.
“Tyki
Mikk”
furono le uniche parole che sfuggirono alle labbra di Lavi.
“Oh,
sono
onorato che ti ricordi il mio nome. Ma come potresti non farlo? Sei
l’apprendista
di Bookman, dopotutto.”
Lavi
indietreggiò di un passo, mentre la sua mano si abbassava
verso il suo
martello. “Perché sei qui? È per
l’Innocence?”
“Bè,
in
effetti, sì, è per quello” rispose
l’uomo, avvicinandosi ancora.
“Eri qui
fin
dall’inizio, vero? In questa città. Ci hai seguito
per tutto il tempo, però ci
hai lasciato prendere l’Innocence senza combattere.
Perché?”
“La
risposta è
molto semplice: perché oggi non ho nessuna voglia di
combattere.”
Lavi
guardò
l’uomo con l’espressione sorpresa.
“Tu non hai voglia di combattere?!
Ma…ma
tu sei un Noah: uccidi gli esorcisti e distruggi le loro Innocence.
Perché così
all’improvviso…”
L’uomo
era
giusto davanti a lui.
“Non lo
so
neanch’io. Non sono dell’umore adatto per uccidere
qualcuno.” disse con una
scrollata di spalle. “In particolar modo tu.”
Lavi sembrava
sempre più confuso. “Perché
io?”
Tyki sorrise.
(mi dispiace di averti ferito)
It's something I must live with everyday
(è qualcosa con cui dovrò convivere ogni giorno)
And all the pain I put you through
(e tutto il dolore che ti ho fatto passare)
I wish that I could take it all away
(vorrei tanto poterlo cancellare)
And be the one who catches all your tears
(ed essere quello che asciuga le tue lacrime)
That’s why I need you to hear
(per questo ho bisogno che tu ascolti)
“Non so
neanche questo.”
“Come
posso
fidarmi? Ti stai comportando in modo così strano, potrebbe
essere una
trappola.”
Tyki sorrise
ancora “Non preoccuparti, ragazzo, non sono quel tipo di
persona.”
Non più.
(Ho trovato una ragione per me)
To change who I used to be
( per cambiare quello che ero)
A reason to start over new
(una ragione per ricominciare da capo)
And the reason is you
(e quella ragione sei tu)
Continuò
a
guardare il giovane dai capelli rossi per un momento, prima di girarsi.
“Bè,
sembra
che non abbia nessuna ragione per rimanere ancora in questa
città, visto che
ormai voi avete preso l’Innocence. Forse è meglio
se me ne vada. Non trovi?”
Fece per
recuperare la sua giacca, quando Lavi parlò di
nuovo.
“Perché
sorridi sempre?” chiese.
L’uomo
si girò
sorpreso. “Pardon?”
Lavi non lo
guardava negli occhi. “Anche se tu sorridi sempre, i tuoi
occhi rimangono
tristi. Quindi perché sorridi se sei triste?
Perché continui a fingere di
essere felice?” sembrava perso in un suo ragionamento.
“Tu non sei obbligato a
fingere, tu sei diverso da me! Quindi
perché…” la sua voce si
affievolì mentre
rivolgeva lo sguardo a terra.
Tyki era senza
parole: era così evidente? Come faceva questo esorcista,
questo ragazzo a
capirlo così bene, come un libro aperto?
Lavi
alzò
finalmente lo sguardo e sbatte più volte le palpebre. Poi
arrossì di colpo.
“C-cosa
diavolo
sto dicendo?” si tocco le labbra con dita tremanti.
Cominciò
ad
indietreggiare, ma Tyki fu più veloce e lo
afferrò per il polso.
“L-lasciami.”
“Sei
preoccupato per me, Lavi?”
“Ovviamente
no!”
Ma
l’uomo parve
non lo avesse sentito. “Allora spiegami, perché mi
hai detto quelle parole?”
“Io…io…”
balbettò
“Io non lo so maledizione!”
Si
divincolò
per rompere la presa dell’altro.
“Non so
perché
ho detto quelle parole. Non so cosa sto facendo. Non so
perché mi comporto in
questo modo strano. Non so niente!”
“Lavi…”
“No, non
ti
ascolto. È tutta colpa tua!”
Tyki lo
guardò
scioccato. “Colpa mia? Che cosa ho fatto?”
Lavi si
rifiutava di guardarlo.
“Guardami.”
Mise una mano sotto il mento di Lavi e lo obbligò ad alzare
lo sguardo.
Ma Lavi
scacciò la mano con uno schiaffo.
“Vuoi la verità? Sì, è vero, sono preoccupato per te. È questo che volevi sentire?” sbottò.
(e quella
ragione sei tu)
“Non
riesco a smettere di pensare a te.
Continuo a ripetermi che sei solo un assassino, un nemico, e che dovrei
ucciderti, ma non ci riesco!” stava quasi urlando.
“Tutte
le
volte che ti ho visto tu sorridevi sempre. E quindi ho pensato che
forse ero io
l’unico abbastanza stupido da preoccuparmi per te. E adesso
arrivi qui, mi dici
qualche stupidata e ti comporti in modo così strano che io
non so più cosa
pensare di te.”
(e quella
ragione sei tu)
“Io sono
un
Bookman. Devo sempre fingere di essere un’altra persona. Non
posso voler bene a
qualcuno. Non posso affezionarmi. E adesso sono qui, preoccupandomi e
parlando
con te, con un Noah. Quindi
spiegami
adesso, cosa mi sta succedendo?”
And
the reason is you
(e quella
ragione sei tu)
Lavi cadde in
ginocchio, piangendo piano. Non sapeva perché si fosse
sfogato con Tyki. Magari
semplicemente non poteva più trattenersi. Magari voleva
farlo da molto tempo.
Trovare finalmente qualcuno che potesse capirlo.
Sentì
una mano
sulla sua guancia, che gli asciugava le lacrime. Alzò lo
sguardo.
Tyki si era inginocchiato vicino a lui e lo guardava con espressione triste. “Scusa, non era mia intenzione farti piangere.”
I'm
not a perfect person
(non sono
una persona perfetta)
As
many things I wish I didn't do
(come tante cose che desiderei non aver
fatto)
And
so I have to say before I go
(e quindi, prima di andarmene, devo
dirti)
That
I just want you to know
(voglio solo che tu sappia che)
“Non sto
piangendo.” disse Lavi strofinandosi gli occhi.
Tyki sorrise:
non il suo solito sorrisetto, ma un vero sorriso. Un bellissimo, caldo
sorriso.
“In ogni
modo,
scusa. E grazie.”
Lavi lo
guardò. “Ecco che ti comporti di nuovo in modo
strano. Perché mi stai
ringraziando?”
“Perché
nessuno mi ha mai detto queste cose. Nessuno si è mai
accorto della mia
tristezza. E nessuno mi aveva mai detto di essere preoccupato per me.
Mi ha
reso felice. Quindi sembra che ti debba dei ringraziamenti, piccolo
Bookman.”
Si
avvicinò e
tocco le labbra di Lavi con le proprie. Un bacio leggero, gentile e
morbido.
Lavi avrebbe
voluto che durasse per sempre.
Quando
l’altro
si staccò, aveva smesso di piangere e stava arrossendo.
“P-perché
lo
hai fatto? Lo sai che io non-”
“È
il tuo
ringraziamento. Se non lo puoi accettare come esorcista
perché sono un tuo nemico
e non puoi farlo neanche come Bookman perché non ti
è permesso, allora
accettalo semplicemente come ‘Lavi’. O nemmeno lui
può accettarlo?”
“No,
credo che
possa farlo.” disse Lavi con un timido sorriso.
“Bene.”
(Ho trovato una ragione per me)
To change who I used to be
( per cambiare quello che ero)
A reason to start over new
(una ragione per ricominciare da capo)
And the reason is you
(e quella ragione sei tu)
Si alzarono.
“Scusa, Bookman,”
disse Tyki con
ironia “ma devo proprio andare. E credo anche tu. I tuoi
amici cominceranno a
preoccuparsi sul serio.”
“Forse”
ridacchiò Lavi. “Ehi, Noah,
credi che
potremmo incontrarci ancora? Magari senza tutte quelle croci sulla tua
fronte…”
Tyki finse di
pensarci su. “Perché no, credo si possa fare.
Ovviamente senza quella orribile
uniforme che indossi.”
Questa volta
Lavi scoppiò proprio a ridere.
I’ve
found a reason for me
(Ho trovato
una ragione per me)
To change who I used to be
( per cambiare quello che ero)
A
reason to start over new
(una ragione per ricominciare da capo)
And
the reason is you
(e
quella ragione sei tu)
E la ragione
sei tu.
++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Va bè,
accontentiamoci, per stavolta. I commenti (e le sicure critiche) sono i
benvenuti, come sempre.
A presto
(speriamo con qualcosa di meglio =_=)