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Autore: fiore_di_cartapesta    30/08/2018    2 recensioni
Dal testo:
“È bello” abbassò il tono di voce ritrovando lo stesso sussurro di prima. Il riso ancora gli illuminava il volto.
Della furia omicida sembrava non esservi più alcuna traccia.
“Bello?” ripeté interrogativa lei. All’istante divenne consapevole del silenzio tanto decantato dal mago.
Un silenzio quasi innaturale dopo l’esplosione di suoni che aveva seguitato il fischio di inizio della partita.
Si erano allontanati inconsapevoli di quanta strada stessero percorrendo.
Nonostante il freddo, nonostante tutto, lei lo aveva condotto lontano, un po’ troppo lontano, dalla civiltà. Erano soli.
Rabbrividì un po’ per il freddo e un po’ per la promessa che quella solitudine portava con sé.
Da sola, con Fred Weasley.
Si era immaginata innumerevoli volte in una situazione analoga, altrettante innumerevoli volte si era maledetta.
Fred Weasley, malandrino rinomato, immaturo e dispettoso, fratello maggiore di ben due dei tre suoi migliore amici, era off-limits.
“È bello” riprese per l’ennesima volta “il silenzio, se sei tu a popolarlo”.
Abbassò di nuovo lo sguardo sulla mano di lei, non l’aveva mossa dal suo braccio nonostante quel gesto diventasse ogni instante più intimo.
Lei si sentiva magneticamente attratta dal tocco di lui, incapace di interrompere il contatto.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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4. Proprio come le eclissi

Il ritorno al castello avvenne nel silenzio, un silenzio del tutto divergente dal precedente, rotto ad intervalli irregolari dagli sternuti sempre più frequenti della strega.
 
Un paio di volte Fred si era allungato verso di lei come a volerla sostenere, ma non aveva osato toccarla.
 
Per lui, accorciare le distanze significava annullare le proprie difese, abbassare gli scudi e rendersi vulnerabile, di nuovo, tra le braccia di lei. Non poteva permettere che accadesse, ne andava della propria reputazione e, in minima parte, della pace con Ron e Ginny.
 
Proseguì a spalle curve, schiacciato dal desiderio di una cosa che, per la prima volta in vita sua, non si sarebbe preso e basta, senza pensare.
 
In Sala Comune Fred si abbandonò davanti al fuoco sperando che, insieme alla neve sui suoi vestiti, si sciogliesse lui stesso.
 
E, oltre al danno anche la beffa, il ritorno di Harry e George portò non-liete novelle.
 
“Squalificati” mormorò Angelina con voce sepolcrale. “A vita. Niente Cercatore e niente Battitori... ora che accidenti facciamo?”
 
Non pareva proprio che avessero vinto la partita. Ovunque Fred guardasse, c'erano facce sconsolate e furiose; la squadra, Harry, Ginny ed Hermione, era sprofondata nelle poltrone attorno al fuoco, tutti tranne Ron, che non si vedeva dalla fine dell'incontro.
 
“E squalificare Fred, che non ha fatto nulla!” esclamò furiosa Alicia, battendosi più volte il pugno sul ginocchio.
 
“Non per scelta” precisò Fred, con una faccia bruttissima. “Avrei ridotto quel piccolo rifiuto a una polpetta se voi tre non mi aveste trattenuto”. Guardò di sottecchi il Prefetto ricciuto per scorgere un qualche tipo di reazione, ma lei non si scompose né lo guardò.
 
Indossava ancora il suo cardigan, notò con piacere il ragazzo. Aveva anche smesso di starnutire come una ossessa, per fortuna. Si era chiesto più volte lungo il tragitto di ritorno e la sera a cena se fosse stato il caso di accompagnarla in infermeria, glielo aveva anche proposto una volta, ma la lei aveva rifiutato con garbo, distaccata, quasi assente.
 
Era silenziosa da quel momento. Quel momento in cui erano stati lontani dal campo di Quidditch. Quel tipo di silenzio non lo deliziava, lo assordava.
 
“Io vado a letto” annunciò Angelina, alzandosi lentamente. “Forse è tutto un brutto sogno... forse mi sveglierò domani mattina e scoprirò che non abbiamo ancora giocato...”
 
Alicia e Katie la seguirono subito. Fred si trascinò a letto poco dopo al seguito di George, lanciando occhiate torve. Mai in direzione di Hermione.
 
Anche Ginny se ne andò non molto più tardi lasciando Harry ed Hermione soli accanto al fuoco.
 
“Hai visto Ron?” chiese Hermione a voce bassa. Si rimproverava per non esserlo andato a cercare quando poteva, visto quanto male le erano andate le cose.
Harry scosse il capo.
 
“Credo che ci stia evitando” disse Hermione. “Dove credi che…” Si abbandonò alla preoccupazione sperando di affogare tutte le altre sensazioni, ma non durò a lungo.
In quel preciso istante, con un cigolio alle loro spalle, il ritratto della Signora Grassa si aprì e Ron entrò arrancando dal buco. Era molto pallido e aveva neve sui capelli. Quando vide Harry e Hermione si fermò di botto.
 
“Dove sei stato?” chiese ansiosa Hermione, balzando in piedi. Sentiva di non aver alcun diritto nel formulare quella domanda, dal momento che lei per prima era sparita dopo la partita nonostante nessuno, a parte Ginny, aveva avuto modo di notarlo.
 
“In giro” mugugnò Ron. Portava ancora la divisa da Quidditch.
 
“Sei congelato” disse Hermione. “Vieni a sederti!” Ron sprofondò in uno dei divani accanto al fuoco e la ragazza gli rivelò la stessa storia che avevano raccontato a lei, Ginny e Fred al loro arrivo in Sala Comune dopo la partita.
 
Draco non si era limitato a comporre rime per il coro dei Serpeverde, ma si era prodigato in insulti contro il padre di Ron, Arthur Weasley, e sua mamma, Molly Weasley. Non contento di aver attirato su di sé lei ire dei due gemelli ancora in campo, aveva tirato in ballo la madre di Harry.
 
Lo scontro era risultato inevitabile, in quella occasione persino Hermione avrebbe fatto fatica a conservare il proprio contegno evitando di sferrare il primo pugno. Ricordava ancora con piacere la sensazione di soddisfazione mista a dolore che aveva seguito lo scontro delle proprie nocche contro la mascella di Malfoy al terzo anno.
 
Al termine del racconto, Ron era più angosciato che mai.
 
Hermione non avrebbe retto ancora sotto il peso delle emozioni negative che la schiacciavano, quindi non fu in grado di appropriarsi del disagio dell’amico.
 
Sconfitta e svuotata si alzò e andò alla finestra, lontano dalla discussione, a guardare la neve che vorticava contro i vetri.


Eccoci giunti alla fine. Una chiusura forse troppo brutale. Un ultimo capitolo forse troppo breve. Forse, però, non ultimo della serie di missing moments che avevo progettato di scrivere.
Forse non così brutale, se inserito nei futuri altri racconti.
Spero di ritrovarvi presto. Sentitevi liberi di scrivermi cosa pensate.
Grazie, a te se sei rimasto con H(ermione)arry fin proprio alla fine.
   
 
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