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Autore: effy_14    30/08/2018    4 recensioni
" La memoria del dottore era stata onorata, la ragazza che aveva soccorso stava sempre meglio e lui, beh lui era ufficialmente diventato un pirata."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chopper, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte!! =)
Eccomi qui di nuovo con voi, vacanze finite, solita vita ripresa e un nuovo capitolo!!
In questo vedremo come il nostro piccolo, e curioso, Chopper cerca di capire sempre di più sui suoi compagni e su come funziona l’essere umano, uno in particolare ;)
Vi ringrazio in anticipo per ogni lettura e ogni commento che lascerete e spero vi possa piacere.
Un abbraccio virtuale a tutti
 
Effy
 
 
Ps. piccolo accenno ad una mia precedente storia, vediamo chi indovina ;) – non si vince niente eh ^^” -
 
 
 
 
 
 
Tolse dal viso la salvietta bianca che stava usando per asciugarsi. Quel pomeriggio passato negli enormi bagni reali del castello ci voleva proprio per rimettersi in forma. Ricominciò minuziosamente lo sfregamento sulle zampette anteriori, non sopportava essere bagnato. Gli altri erano già quasi tutti vestiti, ma non gli importava, lui sarebbe rimasto fino a che il suo amato pelo lo avrebbe richiesto.
Alzò lo sguardo su Luffy ed Usupp pensando che forse lo avrebbero aspettato; una speranza ben presto spezzata dal forte rumore prodotto dai loro stomaci, troppo vuoti per attendere oltre.
-Chopper ne hai ancora per molto?- gli chiese gentilmente il cecchino. –Si, sai, noi avremmo tanta fame!- intervenne il capitano sottolineando l’ultima parola in modo tragico.
-Non sono ancora asciutto del tutto quindi non mi va di vestirmi- li guardò negli occhi trovandoci lo sguardo più implorante che avesse mai visto. Sbuffò dal naso e poi continuò –Voi, se volete, andate pure. Io vi raggiung…- non fece in tempo a finire la frase che i due si erano già catapultati fuori dallo spogliatoio. Fece una veloce corsa verso la porta per urlare un disperato –Lasciate qualcosa anche a me!-
Abbassò la testa sconsolato alla certezza che, conoscendo i suoi compagni, avrebbero spazzolato tutto in un attimo.
La risata del Re lo riportò alla realtà -Tranquillo Dottore, le mie cucine non chiuderanno fino a che non sarete tutto pieni. - disse prima di uscire e lasciarlo solo nella stanza.
Più tranquillo dopo queste parole, tornò nella sua postazione e riprese la fase di asciugatura. Non gli importava molto di metterci del tempo in più, tanto non sarebbe stato comunque l’ultimo.
Neanche a farlo apposta la porta che dava sulle docce si aprì facendo apparire la figura dello spadaccino avvolto nel suo asciugamano.
-Dove sono andati tutti?!?-  chiese il verde spaesato dal trovare solo Chopper davanti a lui.
-Hanno già finito di prepararsi da un pezzo ed ora sono a cena, piuttosto tu dove eri finito?- chiese il medico con aria curiosa e beffarda allo stesso tempo. Ormai aveva imparato a conoscere le capacità, anzi le “non capacità”, di orientamento del verde e non escludeva che lo stesso si fosse perso dalle vasche alle docce, o si fosse addormentato sotto il getto di qualche cascata.
Cerco a stento di trattenere una risata alla sua risposta confusa, segno che aveva centrato in pieno il motivo del ritardo.
Lo vide attraversare la stanza e dirigersi davanti ai suoi vestiti. Le spalle ampie e muscolose, le gambe lunghe ed atletiche: era grande Zoro. Non solo di fisico, ma, dopo varie ricerche atte a completare il suo archivio, aveva scoperto che, insieme a Sanji era anche il più “vecchio”.
Sicuramente lui era il più piccolo della ciurma, e questo non sarebbe mai cambiato: poteva solo sperare di crescere in fretta, iniziando a sentirsi più uomo e di sembrarlo agli occhi della sua nuova famiglia. Non che le coccole di Nami, che spesso gli aveva riservato per il suo essere piccolo, gli spiacessero, ma anche quelle servivano per crescere.
Tornò a concentrarsi su di sè e la mente lo riportò a pensare alle parole che la rossa gli aveva rivolto una sera che si erano trovati insieme in cucina. Lui non riusciva a dormire e lei aveva iniziato ad accarezzare sulla schiena in modo dolce.
Aveva cercato di opporsi, ma quel contatto era troppo rilassante e bello per poterlo bloccare. Lei capendo il suo disagio gli aveva semplicemente sussurrato che sua madre, quando era piccola, le diceva sempre che tutti abbiamo bisogno di essere coccolati da qualcuno, è anche quello che ci fa crescere. A quelle parole si era calmato e in poco era caduto nel sonno più bello di tutti.
Guardò nuovamente Zoro di sottecchi e si chiese se anche lui ogni tanto sentisse il bisogno di coccole. Sicuramente Nami non si sarebbe tirata indietro.
La mente scattò immediatamente all’episodio avvenuto quel pomeriggio, quando tutti i ragazzi si erano arrampicati per spiare le compagne nel bagni adiacenti. Tutti, tranne lo spadaccino.
La sua curiosità si sveglio tutto d’un tratto: perché lui non era andato come tutti?
Che al compagno non piacessero certe cose? Che, come per lui, il corpo umano non gli facesse effetto? La scena di lui che, con una sola annusata, aveva percepito l’odore di Nami tra le bende, gli era ancora impressa davanti agli occhi. Che Zoro fosse in realtà più “animale” che uomo?!
Scosse il capo velocemente per scacciare tutte quelle domande che si erano insinuate in lui. Ma che andava a pensare?!? Certo che era un uomo! Eppure….
Lo vide prendere le spade per allacciarsele in vita, pronto anche lui ad uscire dallo spogliatoio. Colto dalla curiosità si ritrovò a parlare velocemente per fermarlo.
-Come mai non sei salito sul muretto per vedere Nami e Vivi con gli altri? –
Si zitti subito dopo, stupito lui stesso dalle sue parole. Lo vide guardarlo in modo interrogativo e confuso, mettendolo ancora più in imbarazzo. -Beh ecco..siamo saliti tutti e tu no…-
-Tu perché sei salito? – la voce del ragazzo bloccò il suo farfugliare. Non sembrava arrabbiato. Lo vide avvicinarsi e sedersi sulla panca davanti alla sua, curioso e in attesa di una risposta.
-Ecco io..sono salito perché…beh salivano tutti, quindi sono salito anche io, anche se a me il corpo umano non fa alcun effetto, ne nella sua forma maschile ne in quella femminile. Solo che lo facevano tutti e…- si sentiva a disagio e non sapeva dove guardare.
-Se lo fanno tutti non vuol dire che sia la cosa giusta da fare. – gli occhi di Zoro lo penetrarono facendo bloccare il suo sguardo al viso del compagno – Nella vita bisogna essere sempre se stessi, copiare gli altri non porta da nessuna parte, mai. Se è una cosa che vogliamo fare la facciamo, altrimenti lasciamo perdere. Gli unici ordini che non possiamo infrangere, nemmeno se non ci va, sono quelli dettati dal nostro capitano, per il resto ognuno è padrone di se stesso. –
Aveva ascoltato tutto con la massima attenzione, trovando quelle parole estremamente sagge. Zoro aveva ragione, se voleva crescere quello non era il comportamento adatto.
-Quindi tu non lo hai fatto perché non volevi? Non perché a te, come per me, il corpo femminile non fa effetto?- chiese per dare risposta alle sue precedenti domande.
Lo vide arrossire di botto e spostare lo sguardo al lato dello spogliatoio.
-Ma certo che mi fanno effetto: sono pur sempre un uomo!- sbottò in preda all’imbarazzo - Ma perché tutti pensano che certe cose non mi possano fare effetto!?! – borbottò poi, in memoria di una vecchia discussione avuta con la rossa tempo prima.
Si ricompose e continuo il suo discorso, cercando di essere di nuovo serio: - Se non sono salito è perché: per prima cosa, non ritengo affatto corretto spiare qualcuno mentre si lava, non mi piacerebbe se lo facessero a me e, di conseguenza, non lo faccio ad altri; punto secondo non è stato affatto rispettoso per Nami e Vivi.-
Stette in silenzio per un lungo attimo, meditando sulle sue parole, così giuste e così leali. Di quello sapeva Zoro, oltre che di ferro e alcool, sapeva di lealtà, ed era un profumo bellissimo. Di quelli che ti entrano nel naso e ti fanno stare bene, ti danno la forza e la voglia di migliorare; ed era così esattamente così che si sentiva Chopper in quel momento, voglioso di fare meglio.
-Ho capito! D’ora in avanti cercherò di fare sempre quello che voglio, senza seguire per forza gli altri, essendo me stesso al cento per cento. – disse più che convinto.
-E bravo dottore! Non sarà facile, ma sono sicuro che ci riuscirai! – disse il verde alzandosi, pronto ad uscire, ritenendo la conversazione finita.
-Già già! Anche perché ora, per aver seguito gli altri, devo dare anche io dei soldi a Nami per averle visto il seno, che fregatura! –
Lo vide bloccarsi di colpo, con la mano ancora sulla maniglia. Gli guardò la schiena preoccupato, poi il suo odore lo avvolse. Durò poco, qualche secondo, poi senza dire altro il ragazzo uscì dallo spogliatoio.
Finì di asciugarsi, si vestì ed inizio anche lui ad avviarsi verso la sala da pranzo reale, con una certezza in più: sarebbe riuscito a crescere e diventare uomo, come aveva sempre voluto, e nel caso si fosse sentito perso avrebbe sempre potuto chiedere aiuto ai suoi compagni.
Si fermò, un piccolo sorriso sulle labbra, non stupito di trovare il verde ancora vagabondante per i corridoi. Mentre lo chiamava, pronto a ricambiare il favore ed accompagnarlo nella giusta direzione pensò che aveva scoperto anche un'altra cosa in quella chiacchierata: Zoro sapeva sicuramente di lealtà, ma se si parlava di Nami sapeva anche di gelosia.
 
   
 
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