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Autore: Arepo Pantagrifus    30/08/2018    1 recensioni
Un viaggio per i miei mondi fantastici, fatti di paesaggi, di atmosfere sospese, di attese infinite come gli orizzonti. Senza sapere dove andare, nč dove essere, vi invito solo a seguirlo come fosse un sogno.
Genere: Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Inno a Lucifero

 

 


 


 

La prima luce del giorno č vera religione:

un vangelo di Luce,

freccia scoccata dall’arco della Notte

che esplode sulle sabbie di un tempo

e sulle acque di un breve acquitrino.


 


 

La prima parola del mattino

č un vaso di speranza.

La pronuncia un piede che spezza le dune:

un vangelo nudo del fior della giovinezza,

dei capelli ondosi e un petto fiammante.


 


 

Il suo nome č Febo e il suo verbo č: «Fiat!»

Al suo indice il Sole alza dal mare

e sprofonda Orione

portandosi appresso le costellazioni dei cani.

Accende le stelle e ne guida la via:

i cieli tremano sotto le dita sporche di albe.

Lui č il puro, l’amato e l’eletto.


 


 

Fuga ogni ombra si accorcia,

ombra della Notte nemica di luce.

Il suo arco ha scoccato una freccia

risplendente del giovane arciere,

ombra il cui cuore č il fuoco

di Febo il sagittatore.


 


 

Lui č l’Apollo delle cetre, l’architetto di Universi,

il Demiurgo di dči: fango d’uomini.

Il suo nome č Φωσφόρος,

il portatore di luce,

il puro, l’amato e l’eletto.


 


 

Sei tu l'arciere della notte

che prepara l'arco oscuro.

Sei tu che prepari lŕ coi tuoi dardi

la coltre serena nell'Oriente.

Sei tu il gallo dell'Aurora

che spaventi i grilli col tuo annuncio.


 


 

Il tuo nome č Lucifer, filii aurorć,

l’astro del mattino,

dal seno bianco baciato dal Sole.

Tu sei il Fiat, carne luminosa,

unica religione, il mio vangelo.

Sei tu il puro, l’amato e l’eletto.


 


 


 


 


 


Stella del mattino” nei secoli č stato anche uno degli attributi della Vergine, come pure Febo (Phoebus, epiteto che significa “puro”) non va lontano da un’interpretazione in chiave cristologica della divinitŕ greca Φωσφόρος (Phosphoros o Eosphoros) che impersonava la stella (il pianeta Venere) che con la sua luce preannunciava il sorgere del giorno. I latini la chiamarono Lucifer (“il portatore di luce”) e cosě si chiamň l’angelo prediletto del Dio ebraico e cristiano, descritto da Ezechiele come “perfetto in bellezza”, poi cacciato dal cielo e sprofondato negli inferi («Subter te sternitur tinea, /et operimentum tuum sunt vermes» Is 14,11; poi cfr. Ez 28,12, 14-16). Anche per la tradizione gnostica Lucifero non č un’entitŕ satanica e diabolica, bensě una divinitŕ portatrice della luce, che illumina, reca sapienza e conoscenza: una figura quasi prometeica, un Vero Dio.

(12.III.2018)

   
 
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