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Autore: lirin chan    01/09/2018    2 recensioni
[Per il Afuro san, perché il suo afro regnerà per l'eternità]
“Vedo che è la prima volta che prova a farsi pubblicare… Non ha mai nemmeno presentato una one shot a qualche concorso…” Perfetto, ed era solo lunedì.
Finalmente il tizio diede segni di avere almeno la capacità di capire il linguaggio umanoide, lentamente alzò la testa e lo fissò con occhi privi di voglia di vivere. La lontananza dalle sopracciglia gli davano l’aria di un pesce morto.
“Quando sei un genio non hai bisogno di certe cazzate, no?”
Quello fu il suo primo incontro con Sakata Gintoki, il genio incontrastato della stupidità.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Gintoki Sakata, Toushiro Hijikata
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Redattore e Mangaka sono come Culo e Slip: Indivisibili e Sozzi
 
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Soddisfazioni
 
Non aveva mai odiato il suo lavoro, benché non fosse stata la sua prima scelta. Si era laureato con lode in una delle più prestigiose università del Paese per diventare giornalista, combattere il crimine denunciando le grandi potenze (i classici sogni da universitario comunista radical chic), ma i casi della vita e la crisi economica lo avevano visto costretto a inviare curriculum alle più disparate tipologie di aziende: da quasi tutte aveva ricevuto risposte negative, da alcune nessuna e una sola lo aveva ritenuto degno di un colloquio.
Quello era stato il deprimente percorso che lo aveva condotto dove era in quel momento: seduto in un triste e sudicio appartamento intento a correggere un capitolo di un manga demenziale incentrato su un tizio svogliato e senza uno scopo.
Quante battute sul cazzo si potevano fare? Quel deficiente riusciva ad inserirne almeno sei a capitolo.
Stava per cancellare l’ennesima battuta troppo sconcia quando udì il grido che ormai era il suo incubo da otto mesi, ovvero da quando i grandi capoccioni di Jump avevano deciso che un certo coglione con la permanente naturale era degno di far parte della grande famiglia di Jump.
“Waa! Non ce la faccio più!” Stava urlando Sakata Gintoki, lanciando in aria alcune tavole che Shinpachi, il quattrocchi addetto ai retini, recuperò al volo. “Mi si incrociano gli occhi! Voglio uscire! Voglio dormire! Voglio mangiare un parfait al cioccolato fatto con il latte alla fragola e gli azuki sopra! Lo voglio!”
“Sakata san, la prego di calmarsi!”
“Lascialo stare, Shin chan… Ha una delle sue crisi alimentari alla Big Mom – aru.” Biascicò l’altra aiutante addetta ai chiaroscuri, Kagura.
Il mangaka si voltò subito verso la ragazzina.
“Non osare nominarmi quello stronzo di Oda! Mi ha scambiato per un cameriere alla festa di Jump!”
“A quanto mi ha raccontato Sougo chan te ne andavi in giro con un vassoio di tartine rubato, ovvio che ti ha scambiato per un cameriere.” Ribatté lei, senza staccare gli occhi dal foglio.
“Dì a quel sadico del tuo ragazzo di farsi i cazzi suoi!”
Quella era l’ultima goccia che per quel giorno poteva sopportare.
“Basta!” Urlò sbattendo le mani sul kotatsu. “Se non vi date una mossa giuro che vi sbudello tutti e tre e faccio uno scendiletto con la vostra pelle!” Ripensandoci col senno di poi fu una cosa totalmente sbagliata da dire dato che Hijikata dormiva su un futon, ma in quel momento bastò per far tacere immediatamente almeno i due ragazzini.
L’unico rimasto era il capobranco dei gorilla. Fissò negli occhi il lavativo e lo sfidò a lamentarsi anche solo una volta, puntandogli addosso uno dei taglierini per i retini.
Sakata sudò freddo e poi si rimise a disegnare.
Hijikata non aveva mai odiato il suo lavoro, anzi, doveva ammettere che nascondeva soddisfazioni sconosciute.
 
   
 
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