Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Sky and July    10/07/2009    0 recensioni
Due anime abbandonate, due anime tenute assieme da uno strano fato, due anime diverse eppure troppo simili, il cui collante è la solitudine. L'uno si aggrappa all'altro come sua unica salvezza, e l'altro, confuso, non sa cosa cerca dalla nuova vita che entrambi dovranno ora incominciare. Long-fic AU KimiJuu, pubblicata da SkyEventide e Cira. Buona lettura!
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Juugo, Kimimaro Kaguya
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-6-
Le chiavi di un mondo - parte IV

Kimimaro Kaguya



Corrugò le sopracciglia sul suo viso, la maschera di indifferenza si ruppe, mostrando un'emozione complicata, terribilmente difficile da definire.
Sembrava turbamento, sembrava irritazione, sembrava una sorda sofferenza che mutava in rabbia. Sembrava molte cose, la sua espressione nascosta, ma che cosa era effettivamente era arduo da dire. E dentro... dentro di sé avvertiva un turbamento che si trasformava in un tono freddo, che costruiva la sua armatura.
«Dopo un po' si smette di sperare che le cose cambino» ribatté, con le labbra increspate ed un tono lapidario che chiudeva il suo spirito in una corazza.
Sapeva di essersi arreso molto prima di quanto avesse fatto Juugo, sapeva di aver ceduto all'indifferenza e proseguito a vivere con un'ostinazione che sopravviveva per forza d'inerzia. Chiudere l'anima agli sguardi che non riceveva da chi avrebbe dovuto amarlo era stata l'unica maniera che aveva trovato per salvarsi da una pressante disperazione; e presto aveva cancellato tutte le illusioni dalla propria mente.
Juugo qualcosa a cui aggrapparsi l'aveva avuto.
Aveva potuto credere di trovare una cura, una salvezza. Lui aveva una cura che poteva salvarlo. Ma c'era solo per le malattie che ammorbavano il suo tempo addietro perfetto corpo, e tuttavia quei farmaci non erano mai riusciti a farlo sentire meno inutile.
Una sorta di spina si infiltrò nella sua coscienza, un qualcosa che gli diceva, con invidia e un certo astio represso dal tempo, che, dopotutto, era stato lui quello a passare la vita peggiore tra i due.
Ma, sempre lì in quella stessa coscienza, si sentiva restio a provare simili sentimenti nei confronti di Juugo. Perchè l'altro si era fidato di lui. In quello stesso momento gli aveva detto che era stato lui, Kimimaro, a salvare la sua vita che stava cadendo a pezzi, o forse che non c'era mai stata, affogata nella paura del proprio stesso io e del timore di un futuro che non c'era.
Juugo si era fidato, aggrappandosi a lui con una personalità che, alla normalità, era più debole di quanto apparisse.
In un istante, per solo quell'istante, pensò che alle volte anche lui si sarebbe tolto la vita volentieri. Si domandò cosa gli avesse fatto scegliere di andare avanti; se la sua freddezza, il pensiero di tentare di andarsene da quel luogo che non era una casa una volta raggiunta la maggiore età, o che altro.
Le sopracciglia persero quell'aria corrucciata che possedeva una rabbia così controllata da sembrare minacciosa. Tornarono a fargli assumere quell'espressione apatica con una punta di pensierosa malinconia.
Si voltò di nuovo, senza più guardare fuori dalla finestra le nuvole macchiate dal rosso del sole morente.
Quando i suoi occhi arrossati videro il cipiglio sul volto dell'altro, pensò che, se da lì dovevano ricominciare assieme tutto quanto, non avrebbe dovuto trattarlo così. Il cinismo impietoso che spesso sfoggiava finiva per ferire il suo compagno oppure per irritarlo, ormai l'aveva compreso dalle innumerevoli ore passate nell'ospedale a parlare, dove però non avevano mai toccato argomenti eccessivamente intimi.
Piegò le gambe sul letto, tenendo fuori le scarpe, e fissò l'altro coi suoi occhi verdi contornati da pelle appena irritata.
«Ma ti sei fidato» gli rispose con la voce molto più calma, molto più nei suoi standard, e la consapevolezza delle sue stesse parole lo scaldò appena, sorprendendolo. «Ora puoi avere la vita che volevi».
Nonostante avesse sentenziato che aveva smesso di sperare da tanto, desiderò che quel che stava dicendo a Juugo valesse anche per lui. A sperare aveva ricominciato, supponeva, da quando aveva chiesto a quel dottore il nome dell'altro, nel corridoio, o forse già quando era scattato in avanti per bloccarlo e aveva salvato per la prima volta la sua mente dalla pazzia.
Da quando l'aveva guardato negli occhi arancioni animati dalla follia, da quando quello psicologo gli aveva detto "si chiama Juugo".
Forse era da allora che un po' la sua anima aveva imparato di nuovo cos'era la speranza.

Juugo Tendou



«Possiamo, Kimimaro, possiamo avere la vita che volevamo.»

Stranamente vedere l'albino così fragile, così simile a lui nelle sue tante ore cupe, gli faceva salire una strana rabbia su per il corpo.
Juugo non si illudeva di essersi totalmente salvato dalla sua pazzia, quel ronzio continuo lo assordava ogni santa ora del giorno, ma non voleva sprecare un solo secondo di quella libertà. Juugo si detestava per essersi rialzato solo grazie a Kimimaro, per avergli complicato la vita, anche se questo continuava a ripetere che in fondo non aveva nulla; odiava ancor di più vederlo così perso nei suoi pensieri, rinchiuso in una bolla di sapone su cui tutti gli avvenimenti schizzavano via, si infrangevano come piccole gocce di pioggia contro l'asfalto.
Una remota parte del maggiore invidiava la sua indipendenza e non comprendeva come non potesse immaginare un futuro più prospero per sfruttarla al meglio.

Sollevò la testa dai palmi delle mani, appoggiandola sulla spalla destra: un leggero formicolio si presentò alla base del collo, a sinistra, dove delle macchie color caffellatte raggiungevano il mento. Soffiò infastidito, ben consapevole di quel piccolo avvertimento che il corpo gli spediva puntualmente ogni volta che si scaldava oltre il limite.
Cercò le sue gemme smeraldine respirando appena:
doveva restare calmo.

Kimimaro Kaguya



E nonostante tutto... nonostante tutto quelle parole così fiduciose che Juugo pronunciava con quel tono sicuro, un tono che sapeva di sicurezza, sembrarono annidarglisi nel centro del petto, e lì restare con un tiepido calore.
Deglutì saliva e gli occhi si illuminarono per un attimo sotto le sue sopracciglia corrugate. Stranamente, quasi irrealmente, non aveva risposta da dargli per quella sua frase. Lui, così tendenzialmente realista, in quel momento non voleva rispondergli con un commento cinico; non sentiva il consueto, torbido astio che gli strappava di bocca parole di un'insensibilità eccessiva.
Le iridi verdi fissavano il vuoto della stanza, i muri ancora spogli, le ante dell'armadio ed i cassetti aperti da cui sporgevano tutti i suoi vestiti, tutti quelli che era riuscito a portare con sé. Ed il suo sguardo aveva qualcosa di morbido nella propria costante malinconia.
Solo allo sbuffo che uscì dalle labbra dell'altro raddrizzò la schiena e alzò su di lui lo sguardo. L'espressione che gli scorse in viso la conosceva molto bene, troppo bene per restare indifferente. Il suo viso parve prendere improvvisamente vitalità, ed il suo corpo si mosse più velocemente di quanto avesse fatto fino a quel momento.
Gli si accostò, rapido, sedendosi di nuovo sul bordo del materasso, ed incontrò gli occhi arancioni che lo cercavano, febbrili, allarmati, tesi ed impauriti di fronte alla possibilità di cedere.
«Rilassati» gli disse, con quella voce così calma da avere un che di atono, di piatto. «Ci siamo solo noi due».
Era consapevole che una delle paure più grandi di Juugo era quella di impazzire e rischiare di uccidere qualcuno tra la gente, come forse aveva fatto in passato, Kimimaro questo non lo sapeva. Il fatto che fossero soli e che lui fosse pronto a calmarlo come faceva sempre, senza bisogno di nient'altro che non fossero i suoi occhi, era rassicurante per il compagno di stanza.
Le pupille gli scivolrono per un momento sulla carta dei tramezzini col tonno e la maionese. Avevano quasi fatto merenda all'ora di cena, ora non gli restava che di sistemare i rimanenti effetti personali sulla scrivania e comodini. Juugo, al contrario, non aveva più nulla da fare, considerati quanti pochi oggetti aveva portato con sé dall'ospedale. Più semplicemente, considerato quanti pochi oggetti possedeva al suo confronto.
Lui ne aveva tanti, sì. Ma non gli ricordavano nulla della sua vita, non erano legati a nessun buon ricordo e non teneva abbastanza a nessuna delle cose che aveva con sé. Per l'altro, pensava, ciò che aveva era l'unica ancora alle memorie di una frammentaria esistenza.
«Domani dovremo anche prendere l'orario delle lezioni» disse ad un certo punto, interrompendo il silenzio che spesso si impossessava del suo viso, e provando a trascinare gli argomenti di conversazione in acque più calme.
Juugo era ancora nervoso. Forse, dopo tutti quei repentini cambiamenti, dopo tutte quelle novità, non era ancora il caso di affrontare l'etica della loro vita o i desideri che, perlomeno lui, a stento aveva portato avanti.

Juugo Tendou



Per Juugo lo studio non era né un dramma né un nemico insormontabile.
Gli piaceva conoscere,ampliare i suoi orizzonti, farsi una cultura sempre più elaborata.
Comprendere attentamente una trentina di pagine al volo non gli era difficile, ma non era un fatto di intelligenza, solamente non aveva niente di meglio da fare e i libri erano sempre ben accetti per accorciare le ore e far vorticare più freneticamente i secondi.
Se c'era una cosa che amava particolarmente questa era la biologia e le varie materie ad essa associate, mosso dalla sua passione per gli animali e i loro vari habitat.
Spesso ai bordi delle pagine si appuntava varie note, con la sua grafia piccola e veloce che ironicamente assomigliava ad una rappresentazione di un convulso battito cardiaco , su quello che lo circondava: scriveva i nomi dei fiori di plastica che rallegravano l'ambiente, falsi, sì, ma fortunatamente uguali agli originali.
Quando si accostava alla finestra studiava gli alti alberi, ammirandoli d'estate e rimpiangendoli d'inverno, oppure qualche animale intrepido che, non si sa come, riusciva ad entrare furtivamente nella camera.
Almeno loro non avevano paura di lui.

Juugo lo guardò facendo un cenno d'assenso, non gli andava di parlare molto dopo quel breve allarme: se nelle ultime ore insieme a Kimimaro si era tranquillizzato non doveva abbassare quella purtroppo bassa barriera.
Scrutò il soffitto per qualche attimo, gustandosi le lente pause che spesso si infiltravano nelle loro discussioni.
Non erano silenzi imbarazzanti o pressanti, gli argomenti non mancavano di certo, erano i loro silenzi, le loro pause, i loro tempi, i loro sprazzi di solitudine.

«Già ed io devo rimediare gran parte dei libri di testo».















--------------------





Chi non muore si rivede. °O°

Ce ne ho messo assai di tempo per postare il capitolo, ma date la colpa ad un bel po' di casini (dicasi fottuta scuola) che mi hanno tolto il pc per un bel periodo.
Comunque. A me i capitoli sembrano corti da impazzire, non so voi. ò_ò Semmai esprimetevi che li allunghiamo. XD Anche perchè, in codesta maniera, non è che accadano molte cose. Vabbè, semmai divideremo la fic in più parti. =ç=
Le KimiJuu a me flippano. =ç= Ne ho già in testa un'altra assai più angst di questa qui, una roba da diventarci emo e tagliarsi le vene. XDD Vabbè, a parte questo, tra poco accadranno cose fighe. =ç= July confermerà, buhuahuauha. OçO

Ringraziamenti:

13d08c81, che ha un nick impronunciabile e che mi ha appena fatto venire una sincope nel tentativo di scriverlo. Alla fine ho usato il caro vecchio copia-incolla. XD Grazie per metterti a leggere i capitoli all'una di notte. Mi ha fatto un immenso piacere la tua recensione, davvero, mi rendo conto che non potevi dire granchè, ma solo il tuo pensiero mi ha gasata. =ç= Quindi, grazie e continua a seguirci. *_*

Grazie anche ai preferiti e alle seguite. Kimiamro e Juugo sono fighi, FUCK yeah [cit.]!

Kupò.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Sky and July