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Autore: _astronaut_    09/09/2018    2 recensioni
||SPOILER AVENGERS:INFINITY WAR||
"Se non uccide, fortifica", dicono.
E' proprio così?
Raccolta di One-Shots tutte tra loro collegate per creare una storia più lunga narrata dal punto di vista di Tony e degli altri personaggi; se non avete ancora visto il film, non leggete (siate saggi, non rovinatevi la visione di uno dei film più emozionanti dell' MCU!). Enjoy!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Natural
Canzone consigliata: Natural – Imagine Dragons
 

CAROL

Sembra che all’interno dei nostri corpi viaggi elettricità, la quale si espande nell’abitacolo della navicella e permea l’ossigeno che respiriamo, rendendo tutto molto più frenetico.
Abbiamo avvisato Shuri, le abbiamo dato le coordinate di Titano (spedirà navicelle con medici qualificati nel minor tempo possibile) e le abbiamo spiegato come usare i portali, poi abbiamo contattato Barton e lo SHIELD, invieranno degli Helicarrier di ultima generazione.
E siamo anche un po’ ottimisti, anche se non è ancora detta l’ultima parola.
E’ inutile negarlo, tutti abbiamo paura che i nostri cari rimangano bloccati nella dimensione specchio, se solo dovessimo fallire. Sento Natasha parlare con Steve e Tony: Tony ha visto Pepper, Parker e Strange, Steve ha visto Bucky, Nat ha visto Wilson e Wanda Maximoff.
 
Loki, invece? Gli altri della Milano?
 
Non ci vuole molto prima che la mia curiosità venga soddisfatta: il dio dai capelli corvini confessa di aver sognato suo padre e Heimdall, assieme a suo fratello. Dall’altra navicella veniamo a sapere che Gamora ha sognato Quill, Rocket il resto dei Guardiani, Bruce ha visto invece Visione, che però non si è incenerito, e la cosa ci lascia perplessi: forse Visione non è morto? Forse Shuri lo sta salvando, ma per non darci false speranze evita di dircelo?
 Nebula nega di aver sognato qualcuno, tuttavia nessuno le crede, ma comunque non insistiamo. Alla fine, abbiamo le informazioni che ci servono, non ha senso obbligarla a parlare di qualcosa che, evidentemente, preferisce tenere per sé.
Guardo Loki di sottecchi: nei suoi occhi verdi vedo un velo di tristezza, dovuto al fatto che suo padre e Heimdall abbiano detto a lui e a Thor che nessun Asgardiano potrà essere salvato, non essendo alcuno di loro rimasto vittima di quel dannato schiocco di dita.
Sento gli occhi riempirsi di lacrime al pensiero di Maria Hill, il mentore, la mia salvatrice. Era come una sorella per me, severa, fredda, ma pur sempre una sorella sulla quale poter fare affidamento.
Fury, come sempre, ci aveva visto giusto: affidandomi a lei, sapeva che ci saremmo migliorate a vicenda.
Già, Fury. Aveva anche capito che io potevo essere una risorsa per l’umanità, e infatti, eccomi qui.
Prendere la gemma della realtà è stato relativamente semplice – se contiamo solo l’essere uscita dalla navicella e averla incastonata nel guanto, senza prestare attenzione allo slalom tra meteoriti e i sogni/visioni avuti una volta entrati nel raggio d’azione della gemma.
Ed ecco infatti che manca solo l’ultimo pallino, situato tra l’altro su Titano. Stiamo viaggiando con i motori al massimo, e non riesco a fare altro che pensare allo scontro imminente che ci attende contro Thanos. Perché è ovvio che lì ci sarà anche lui. E’ solo una sensazione, ma sarei disposta a metterci la mano sul fuoco da tanto sono convita della sua esattezza.
Sono chiusa in un mutismo per niente incoraggiante, non mi va nemmeno di ascoltare i discorsi che Tony, Steve, Natasha e Loki stanno facendo. Anzi, se solo non fossi così tesa, mi alzerei e me ne andrei in camera, ma so che mi farebbero delle domande alle quali, nervosa come sono, non risponderei affatto garbatamente. E non voglio rovinare il clima disteso che, almeno apparentemente, si sta creando. Nat e Steve stanno pilotando, partecipando attivamente alla discussione tra Loki e Tony per delineare una strategia da comunicare alla Milano. Abbiamo ancora sette ore di viaggio, di tempo ce n’è per inventarsi qualcosa di buono e giusto.
D’altro canto, io sto pensando a come sfruttare al meglio i poteri del guanto: un solo errore potrebbe vanificare gli sforzi di questi ultimi tempi e il dolore che tutti abbiamo provato, potrebbe condannare metà umanità a vivere in una situazione di essere-non essere.
Non posso concedermi incertezze, sbagli, paure, distrazioni. Come mi hanno insegnato Clint, Maria e Fury, devo focalizzare il mio obiettivo, lasciando al di fuori della traiettoria tutto ciò che potrebbe ostacolarmi e rendermi di conseguenza il compito più difficile, con il rischio di compromettere la mia missione.
Sospiro.
 
E’ difficile
 
Il mio sguardo corre distrattamente sulla figura di Loki, di spalle, che contempla il portale che dovremo attraversare nel giro di qualche minuto, e provo una piccola stretta al cuore. Non voglio che accada nulla di male né a lui né agli altri, né a tutte le persone che abbiamo intenzione di riportare in vita.
 
No stress, giusto?
 
“Carol” Loki mi si piazza davanti – a quanto pare la discussione è finita – e mi schiocca le dita davanti agli occhi “Sei con noi?” domanda scandagliandomi con i suoi occhi smeraldini.
“Sì” annuisco, non troppo convinta “Cosa avete deciso?”
Tony mi spiega brevemente la strategia – un’ottima strategia, a mio parere, ma bisogna vedere cosa ne pensano quelli della Milano -, poi sparisce in camera.
“Riposatevi un po’” propone Nat rivolgendosi a me e Loki “Veniamo a chiamarvi fra tre ore, così riposiamo tutti”
Annuisco, accettando la mano che Loki mi porge per aiutare ad alzarmi, seguendolo in silenzio nel corridoio delle cabine.
“Ehi, tutto okay?” domanda il dio prendendomi il polso prima che mi rintani nella mia camera.
“Sì” mento “Perché?” domando con finta tranquillità.
Loki sorride, furbo e gentile al contempo. “Perché non sei brava a dire le bugie, Danvers. Cosa ti turba?” domanda, aprendo la sua cabina e appoggiandosi allo stipite della porta.
Sospiro. “Tutto, Loki. Tutto mi turba. Vorrei solo che tutto questo finisse presto, ho paura, e non lo nego, ma non posso farmi influenzare dalle mie emozioni o rovinerò tutto. Un solo passo falso e siamo tutti morti”
Lui abbozza un sorriso, per niente malizioso o canzonatorio, e apre piano, titubante, le braccia, in un timido invito a rifugiarmici dentro.
Esito, ma poi riempio la distanza che ci separa, e mi appoggio al suo petto, lasciando che il battito lento del suo cuore metta a tacere, per un momento, i miei pensieri, sovrastandone il rumore con la sua melodia millenaria.
Ed è una bella sensazione, forse la più bella a cui potrei pensare, se dovessi riflettere sui miei anni di vita.
Inspiro a fondo il suo profumo, un misto tra ghiaccio e menta, e nel momento in cui lui mi accarezza piano i capelli, capisco che di quel profumo, di quel corpo, di quell’abbraccio, non potrei mai più farne a meno.
E’ così giusto, così naturale, così spontaneo, stendermi accanto a lui e addormentarmi al suo fianco, e solo quando lui mi sveglia scuotendomi con dolcezza mi rendo conto che tocca a me pilotare la navicella.
Mi alzo di malavoglia – mi pare persino di sentire freddo – e assieme a Loki do il cambio a Nat e Steve, che non vedono l’ora di coricarsi e dormire un po’ prima dello scontro finale.
La resa dei conti arriva prima di quanto sono disposta ad accettare, perché ecco che Titano è già in vista, ed ecco che la Milano arma i missili. Loki immette gli imput, e anche la nostra navicella assume l’assetto di guerra.
Siamo tutti molto tesi, silenziosi, ma il piano è stato approvato anche dalla Milano: ora basta solo agire, e sperare di avere la meglio. Individuiamo le coordinate precise della gemma, e proprio lì vicino vediamo Thanos, seduto, calmo, quasi come se ci stesse aspettando.
Ed ecco che la prima parte del piano è già da scartare: non possiamo lanciargli contro i missili, rischieremmo di distruggere la gemma.
Con il cuore pesante, atterriamo e scendiamo in formazione a V.
Lui, vedendoci, ride sonoramente. E già questo mi fa impazzire di rabbia, perché non ha il diritto di fare niente, niente. Nemmeno respirare, figuriamoci ridere.
Gamora è rimasta a bordo, dato che può essere la nostra ultima risorsa, il nostro asso nella manica, il nostro unico “fattore sorpresa”, dato che il primo è già stato indegnamente bruciato.
“Patetici. Siete davvero patetici” inizia lui alzandosi in piedi, quasi a rivendicare la sua grandezza in confronto alla nostra “Non sarà sufficiente la forza di nessuno di voi per sconfiggermi, se la vostra amichetta non sa usare il guanto”
“Vuoi vedere come lo sa usare? Sai dove te lo mette, il guanto, brutta melanzana gigante radioattiva?” sbraita Rocket.
“Dacci la gemma” ordina Stark “E potremmo persino ucciderti senza farti soffrire”
“Oh, io sono già morto, il mio cuore si è fermato quando ho ucciso mia figlia, ormai non ho nulla da temere” sorride pacifico, soffermando lo sguardo sulla figura di Nebula “Tua sorella mi era molto cara. Se solo avessi potuto, l’avrei risparmiata”
“Potevi, ma non l’hai fatto” ringhia Nebula “Quindi ora taci, Thanos, dacci la gemma e arrenditi”
Il titano sghignazza, incurante del fatto che, da qualche parte dietro le navicelle, il Dottor Banner si sia appena trasformato in Hulk, e Gamora stia imbevendo di veleno dieci pugnali con la punta di diamante, di cui è fornito anche Loki.
Io sto perdendo la pazienza, e le gemme lo percepiscono. Pulsano, vogliono essere usate, ma serve ancora tempo. Serve il segnale, ovvero l’urlo di Hulk, prima che io possa agire e immobilizzarlo.
Ma l’urlo di Hulk non arriva, ed ecco che Thanos, all’improvviso, ci attacca selvaggiamente, sbattendo Natasha a trenta metri di distanza da noi.
“Nat!” urla Steve, e fa per muoversi verso di lei, ma Thanos lo artiglia per una spalla, cercando di rompergliela. Ma c’è Tony, a coprirgli le spalle, e lancia una sfilza di proiettili contro il braccio di Thanos, facendolo mugghiare di dolore e allontanandolo da Steve, che, vedendo che Nat si sta rialzando, gli occhi fiammeggianti di rabbia, si lancia verso Thanos urlando selvaggiamente, seguito a ruota da tutti gli altri, che a turni alterni vengono sbattuti di qua e di là. Le ferite da guarire non mancheranno, se mai dovessimo riuscire a uscirne vivi.
Non ho tempo di aspettare, inizio a usare il guanto, e grazie all’aiuto delle gemme, lancio massi contro Thanos, gli rallento i movimenti, ma sento che sto solo temporeggiando. Dove sono finiti Bruce e Gamora?
Dopo quella che mi pare un’eternità, sentiamo un urlo disumano – sì, Hulk - e quindi Thor scarica un potentissimo fulmine su Thanos, che urla di dolore e si mette in ginocchio, ma non fa in tempo a riprendersi che ecco che arriva la prima pugnalata, opera di Loki.
“Questa è per Asgard, tiranno” ringhia Loki con furia, e fa giusto in tempo a spostarsi prima che Hulk lo travolga e sbatta Thanos a terra, facendo in modo che la gemma azzurra esca dalla sua tasca.
Natasha le da un calcio, e io la raccolgo al volo: sento il potere scorrere in ogni mia cellula, mi sento forte, invincibile, grande. E chiamo a raccolta tutto il potere delle gemme per annullare lo schiocco di dita di Thanos nel momento in cui il suo cuore smetterà di battere.
Lo immobilizzo, gli faccio scorrere - grazie anche all’aiuto di Loki – davanti agli occhi tutte le disgrazie che ha compiuto, fino all’ultimo atto di vera e propria follia: l’uccisione di sua figlia.
Il titano piange, ora, piegato in due dal dolore sia fisico (il veleno dei tre pugnali di Loki comincia a fare effetto) sia morale. Sento uno spostamento accanto a me, e vedo la figura di Gamora raggiungere quella di Thanos.
“Gamora… Figlia mia…” balbetta lui sputando sangue nero, segno evidente dello stadio avanzato della diffusione del veleno nel suo corpo.
“Ne è valsa la pena?” domanda Gamora “Ne è valsa la pena? Guarda cosa hai fatto. Guardati. Guardami!”
“Mi dispiace… Mi dispiace… Perdonami…”
“No” Gamora scuote la testa, le lacrime agli occhi “Non ti perdono” e in un attimo di fredda lucidità, lo pugnala al cuore. E poi al collo. E poi allo stomaco.
E alla fine, ci pensa Tony a finire l’opera, lanciandogli contro un raggio impressionante dal suo reattore ARC, azione che tra l’altro lo fa mettere in ginocchio. L’eroe umano è già pronto a rialzarsi, ma non c’è più nulla da temere: gli occhi di Thanos diventano vitrei, il suo corpo perde stabilità e vitalità, cade inerte, il suo cuore si ferma.
Ora vedo la dimensione-specchio, vedo l’alone giallo che la separa da noi, e vedo anche la crepa che si è aperta nel cielo sopra di noi. Thanos scivola in un burrone, si sfracella al suolo, e noi voliamo nel cielo di Titano: si vedono in lontananza gli Helicarrier e le navicelle del Wakanda, i nostri calcoli erano esatti: con i giusti portali e senza errori, ci avrebbero raggiunti un’ora dopo il nostro arrivo su Titano, e infatti, eccoli lì.
Riempiamo la dimensione specchio – tangibile grazie al potere del guanto sotto mio ordine – di proiettili fino a fracassarla. E finalmente li vediamo, un mare di formiche sotto di noi.
Uomini, donne, vecchi, bambini, amici, sconosciuti.
La metà dell’umanità dissoltasi in cenere, sono tutti lì, e guardano incantati e increduli verso di noi, i loro salvatori, a qualche chilometro più in alto di loro.
Abbiamo vinto.
 
 
You gotta be so strong
To make it in this world
 
 
 
 
 
 
Angolino disagiato
Inspiro, espiro, inspiro, espiro.
AHHHH E’ MORTO, MUAHAH *ballo da pazza*. Scusate. Piccolo sfogo. Perdonatemi, ma Thanos l’ho odiato davvero tanto.
Il prossimo capitolo, vi anticipo, è un gioiellino, ne vado davvero fiera; devo solo controllarlo e rifinirlo, ma è già praticamente pronto. Ci sarà il punto di vista di uno dei “dissolti”: si accettano scommesse! 😉
Stringete i denti, domenica prossima arriverà presto!
Sempre grazie per eventuali recensioni, pareri, consigli e osservazioni, se mai li lascerete.
Buona domenica, un abbraccio!
 
_astronaut_
   
 
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