PROLOGO
Feci l'unica cosa a cui riuscii a pensare. Mi chinai e posai le labbra sulle sue. Lui esitò, solo un momento, poi mi baciò. E soltanto per un attimo dimenticai tutto: le mille ragioni per cui non avrei dovuto, le mie paure, il motivo per cui eravamo là. Lo baciai, perdendomi nel profumo della sua pelle, sentendo i capelli soffici sotto le dita, e quando lui ricambiò il bacio tutto svanì, ed eravamo soltanto io e Will, su un'isola in mezzo al nulla, sotto mille stelle palpitanti. Poi lui si ritrasse: [...] "Devo dirti una cosa."
"Lo so" sussurrai. "So tutto."
Le labbra di Will si chiusero sulle sue parole. L’aria sembrò diventare immobile intorno a noi.
"So della Svizzera. So…perché sono stata assunta con un contratto semestrale."
Sollevò la testa dalla mia mano. Guardò me, poi guardò il cielo. Le sue spalle si curvarono.
"So tutto. Lo so da mesi. E Will, ti prego, ascoltami…" Gli presi la mano destra e me la misi sul petto. "So che possiamo farlo. So che non è come avresti voluto, ma so di poterti rendere felice. E tutto quello che posso dire è che tu…tu fai di me una persona che non potrei nemmeno immaginare di essere. Mi rendi felice anche quando sei intrattabile. Preferisco stare con te, anche quella versione di te che tu consideri menomata, piuttosto che con chiunque altro al mondo."
Sentii le sue dita stringersi per un attimo intorno alle mie, e questo mi diede coraggio.
« Se pensi che sia troppo fuori luogo che io continui a lavorare da te, cercherò un posto da qualche altra parte. Volevo dirtelo, ho fatto domanda per un corso all’università. Ho fatto un sacco di ricerche su Internet, ho parlato con altri tetraplegici e i loro assistenti, e ho imparato così tanto, ho imparato tantissimo su come far funzionare le cose. Così posso fare altro e stare con te. Vedi? Ho pensato a tutto, cercato informazioni su tutto. È così che sono ora. È colpa tua. Sei tu che mi hai cambiato. » Abbozzai un sorriso. « Mi hai trasformato in mia sorella, ma con più gusto nel vestirsi. »
Aveva chiuso gli occhi. Misi entrambe le mani intorno alle sue, le portai alle labbra e gli baciai le nocche. Sentii la sua pelle contro la mia, e capii, come non avevo mai capito nient’altro, che non potevo lasciarlo andare.
« Che ne dici? » sussurrai.
"Va bene".
*parte in grasetto tratta dal testo del libro "Io prima di te" di Jojo Moyes*