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Autore: Sugakookie    09/09/2018    3 recensioni
Il tempo non funziona più come dovrebbe, e Tessa sembra essere l'unica ad accorgersi della misteriosa anomalia. Almeno finché non incontra un ragazzo della sua scuola, confuso quanto lei dalla situazione. I due cercheranno di riportare la linea temporale alla normalità, ma il loro compito si rivelerà più arduo del previsto...
Genere: Introspettivo, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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4.
 
 
 
 
Quella sera, dopo cena, ci incontrammo di nuovo per mettere in atto la mia idea. Erano trascorse poche ore da quando ci eravamo salutati, nel pomeriggio, ma sembravano molte di più.
 
Il posto dove volevo andare era quasi fuori dalla città, nella zona industriale, perciò Yoongi passò a prendermi con la macchina.
 
«Ehi» lo salutai, salendo ancora una volta sull’auto. «Tutto a posto per stasera?».
 
Ho detto ai miei che andavo a dormire da un amico.
 
Annuii. «Perfetto. Anch’io ho detto la stessa cosa ai miei».
 
Dopo circa un quarto d’ora di macchina, arrivammo a destinazione.
 
Il luogo prescelto era un negozio di articoli per la casa. L’edificio era un unico, grande parallelepipedo rettangolare ed era circondato da un’ampia porzione di terreno non asfaltato, che lo distanziava dagli edifici circostanti. In quella zona, c’erano solo stabilimenti industriali, magazzini ed altri negozi di arredamento e oggettistica.
A quell’ora i negozi erano tutti chiusi, e non c’erano case o abitazioni nelle immediate vicinanze, perciò non c’era nessuno che potesse sentirci. Potevamo fare quel che ci pareva e mettere su la musica e procedere con la nostra piccola festa privata.
 
Quando arrivammo sulla parte di terreno non asfaltato, Yoongi rallentò per non sollevare troppa polvere, poi fermò la macchina davanti al negozio. Scendemmo dall’auto e ci dividemmo la roba da portare: Yoongi prese le coperte, i cuscini e tutto il necessario per la notte, mentre io mi feci carico degli snack, delle carte da gioco e della piccola cassa Bluetooth che avevo portato.
 
«Yoongi, questo è un sogno che si avvera» affermai in tono solenne, mentre saltellavo verso la serie di gazebo e dondoli da giardino esposti fuori dal negozio, lungo la facciata davanti.
 
Sei seria?
 
Lo fulminai con lo sguardo, ostentando indignazione.
 
«Scherzi?» feci, oltraggiata. «Ho sempre sognato di avere un tappeto elastico!».
 
Io preferirei un dondolo da giardino.
 
«Ah! Vedi?» ribattei, soddisfatta. «C’è anche il dondolo. Anche per te è un sogno che si avvera».
 
Yoongi scosse la testa, con un sorriso divertito. Una volta arrivati davanti ai vari articoli di arredamento, posammo la roba e decidemmo sul da farsi.
 
«Allora» esordii, mettendomi le mani sui fianchi. «Io voglio provare tutto».
 
Yoongi annuì, sorridendo.
 
Va bene. Da cosa iniziamo?
 
«Possiamo iniziare dal gazebo» proposi, riflettendo ad alta voce. «Ci mettiamo lì, giochiamo un po’ a carte, mangiamo le nostre schifezze eccetera».
 
Poi andiamo sul dondolo?
 
Annuii. «Certo, poi andiamo anche sul dondolo. E per ultimo possiamo lasciare il tappeto elastico».
 
E poi dove dormiamo?
 
Mi guardai intorno, e vidi che in fondo alla fila di dondoli e gazebo c’era anche un’ampia tenda da campeggio.
 
«Ehi, quella non l’avevo mica vista!» esclamai, indicandola. «Possiamo dormire lì».
 
E così facemmo. I vari articoli di arredo erano tutti assicurati a terra con delle catene, per impedire che venissero rubati, ma questo non ci impediva di usarli a nostro piacimento. Del resto, non volevo mica portarmi via un gazebo né un dondolo (il tappeto elastico mi sarebbe piaciuto, ma meglio evitare). Volevo solo “affittarli” gratuitamente per una notte.
 
Dapprima ci piazzammo sotto al gazebo. Spargemmo sul tavolo i sacchetti di patatine, vi allineammo accanto alcune bottiglie di birra, e poi ci sedemmo sulle sedie di vimini.
 
La serata trascorse tranquilla, Yoongi sembrava sereno e rilassato. Passammo lì sotto non so quanto tempo, a sgranocchiare schifezze e a sorseggiare birra al limone, mentre giocavamo a Uno. Ogni volta che buttava giù un +4, Yoongi assumeva un’espressione furbetta con tanto di ghigno malefico, e per fare scena, posava la carta in cima alle altre con un gesto volutamente lento ed ostentato, tanto da sembrare la scena di un film al rallentatore.
 
«Dai, che stronzo!» urlavo ogni volta, ma lo dicevo ridendo, perché le facce da sadico di Yoongi erano assolutamente esilaranti.
 
Quando invece ero io a lanciare un +4, Yoongi corrugava le sopracciglia, fingendosi arrabbiato, oppure sporgeva in fuori il labbro inferiore mettendo su il broncio.
 
Più tardi ci spostammo sul dondolo, e l’umore cambiò. Dopo aver giocato, riso e scherzato per tutto quel tempo, eravamo improvvisamente più seri, forse anche un po’ stanchi.
Eravamo seduti vicini, le nostre braccia e le gambe si toccavano, e avevamo la schiena sprofondata nel cuscino morbido del dondolo. Con i piedi spingevamo pigramente a terra, dondolando lentamente avanti e indietro, accompagnati dal debole cigolio del dondolo.
 
«Yoongino» mormorai, quasi a bassa voce, mentre fissavo la falce luminosa della luna. «Com’è la tua voce?».
 
Yoongi ci pensò su, poi buttò giù qualche parola.
 
Mah, non sono bravo a descrivere…
Ho una voce molto bassa, direi.
Non riuscivo mai a fare gli acuti,
quando cantavo.
 
Sorrisi. «Nemmeno io ci riesco» ammisi, con una risata leggera. «Sei ancora triste?».
 
Un po’ sì.
Però credo di stare un po’ meglio,
da quando ti ho conosciuto.
 
Feci un sorriso malinconico. «Non pretendo di poterti aiutare, sai… quando si è stati feriti, spesso non basta tutto l’amore del mondo per guarire».
 
Gli presi la mano, ed intrecciai le mie dita fra le sue.
 
«Però…» continuai, dolcemente. «Se posso farti stare meglio almeno un pochino, mi basta».
 
La mano di Yoongi strinse leggermente la presa sulla mia.
 
Tess… posso farti una domanda?
 
«Certo».
 
Ecco, all’inizio pensavo che fosse la tua personalità
e basta. Ci sono persone che si buttano giù facilmente,
e altre come te, che sono sempre positive.

È proprio questo che mi piace di te.
Sei sempre piena di idee, e ti entusiasmi per tutto,
anche per le cose più piccole. Però avrai anche tu
dei momenti brutti, giusto?

 
Mi girai e lanciai una breve occhiata al suo profilo pallido, illuminato dalla luna.
 
«Sì, certo, anch’io sono triste a volte» risposi, aspettando che continuasse.
 
E cos’è che ti fa andare avanti? Voglio dire…
ti è mai capitato di essere così triste, o così
demotivata, da non avere più nessuna
ragione per cui continuare? In quei momenti,
c’è qualcosa che ti fa dire “Ecco, per questo
vale la pena vivere”?

 
Lo guardai preoccupata. «E questo da dove ti esce?» dissi, piano. «Mi stai facendo preoccupare, Yoongi».
 
Non c’è niente di cui devi preoccuparti.
Ora rispondi alla mia domanda, per favore.
 
«Va bene» feci un respiro profondo, e scelsi le parole con cura. «È vero, a volte sembra che non ci sia nessun motivo abbastanza importante per andare avanti. Ma a dirti la verità, non ho trovato chissà quale risposta filosofica. Forse ti farà ridere, ma ciò per cui “vale la pena”, per me può essere una cosa del tutto ordinaria e insignificante. Per esempio, penso che se morissi non potrei più ascoltare le mie canzoni preferite. Non potrei più parlare con i miei amici, o ridere con loro fino alle lacrime per le cazzate più assurde. Non potrei più mangiare un gelato, o vedere un’alba o un tramonto, o sprofondare i piedi nella sabbia».
 
Feci una pausa, e gettai un’occhiata a Yoongi. Fissava la luna, lo sguardo serio e indecifrabile.
 
«Tutto questo mi fa andare avanti» proseguii. «E potrei continuare l’elenco con tante altre cose. Se ti guardi intorno, se ci pensi bene… è pieno di cose per cui vale la pena vivere».
 
Una lacrima scese sulla guancia candida di Yoongi, lasciando una scia trasparente che pareva brillare sotto la luce della luna.
 
Non mi sbagliavo…
sei una di quelle persone che amano la vita.

È davvero una bella cosa, sai.
Vorrei che fossero tutti come te, Tess.

 
«Tu non sei così?» chiesi, passandogli dolcemente il pollice sulla guancia, per asciugare la scia umida della lacrima.
 
Non lo so. Ero normale, prima.
 
«Prima, quando?» insistei, con il battito che mi accelerava nel petto.
 
Quando ancora parlavo.
Forse non sarò stato pieno di entusiasmo come
te, ma non mi faceva neanche schifo la vita.

Solo che poi è successo.
 
Mi morsi il labbro, esitante. «Cosa è successo?» chiesi, con un filo di voce.
 
Yoongi scosse la testa, come se volesse negare qualunque cosa fosse accaduta.
 
Mi sfuggì un lieve sospiro. «Non devi dirmelo per forza» mormorai.
 
Lui esitò, poi scrisse solo due parole.
 
Grazie, Tess.
 
Rimasi un attimo in silenzio, un po’ sorpresa. «Non devi ringraziarmi» replicai.
 
Gettai un’occhiata alle nostre mani ancora intrecciate, poi alzai lo sguardo e vidi che mi stava osservando. Ci guardammo negli occhi per un secondo, poi Yoongi alzò la mano libera e la posò sulla mia guancia, sfiorandola appena con la punta delle dita. Un attimo dopo, le sue labbra erano sulle mie, tiepide e gentili.
Per qualche istante rimasi immobile, rapita dalla morbidezza delle sue labbra, e da come si muovevano piano sulle mie, lasciandomi una lieve sensazione di umido. Poi ricambiai il bacio, e la mano di Yoongi si spostò sulla mia nuca, mentre le sue dita s’intrecciavano fra i miei capelli. Quando si staccò, dopo qualche secondo, poggiai la testa sulla sua spalla, e tornai a guardare il cielo stellato.
 
Eravamo di nuovo sereni, rilassati, ma la calma non durò a lungo. Poco dopo il nostro bacio, improvvisamente, iniziò a tirare un vento fortissimo. La corrente fredda s’infilò subito sotto i miei vestiti, e il fischio ululante del vento coprì il silenzio pacifico che prima regnava.
 
«Che diamine succede?» quasi urlai, per sovrastare il rumore.
 
Yoongi scosse la testa, i capelli neri agitati dal vento. Istintivamente, ci abbracciammo per scaldarci, e per bloccare la violenza delle sferzate d’aria che ci colpivano. Restammo così per un tempo che parve infinito, poi il vento cessò di colpo, così com’era iniziato.
 
«Accidenti» esclamai. «Sembrava l’apocalisse».
 
Yoongi indicò il cielo, e vidi che era in parte coperto da grossi nuvoloni grigi. Non sembravano promettere niente di buono, perciò decidemmo che a breve ce ne saremmo andati. Ma non prima di provare il mio amato tappeto elastico.
Riportammo tutto in macchina, i sacchetti di patatine, le coperte e i cuscini, così che fosse tutto pronto per partire in caso iniziasse a diluviare. Tenni con me solo la cassa Bluetooth, che collegai subito al cellulare.
 
Io e Yoongi ci arrampicammo sul tappeto elastico, poi misi su una playlist abbastanza allegra ed energica, che faceva al caso nostro. Non appena la musica partì, iniziai a saltare ed afferrai entrambe le mani di Yoongi, trascinandolo con me. Improvvisai alcune mosse di danza a ritmo di salti, e Yoongi mi assecondò, facendomi fare qualche giravolta, mentre continuavamo a rimbalzare insieme sul tappeto tenendoci per le mani.
Ad ogni salto, non potevo fare a meno di ridere felice, e dopo una giravolta seguita da un balzo particolarmente potente, rimbalzai con forza verso Yoongi. Per evitare di sbattergli addosso, staccai le mani dalle sue, e le posai sulle sue spalle per fermarmi. Ritrovandomi così vicina a lui, istintivamente allacciai le mani dietro il suo collo, e lui posò le mani sui miei fianchi. Continuammo a saltellare così, stavolta con meno energia, guardandoci negli occhi. Poco dopo, l’ultima canzone della playlist finì, ed io mi sporsi verso Yoongi per baciarlo di nuovo. Premetti le labbra sulle sue con decisione, e poco dopo mi staccai con un leggero schiocco. Yoongi mi sorrise.
 
Proprio in quel momento sentii una goccia sul viso.
 
«Mi sa che sta piovendo» dissi, guardando il cielo. «Andiamo via».
 
Presi la cassa, e ci avviammo subito verso la macchina. Mentre mi allacciavo la cintura e Yoongi avviava il motore, sentii una strana sensazione crescermi in petto. Era come un ricordo che cercava di affiorare, come se ci fosse qualcosa di importante che però mi sfuggiva. Il mio intuito mi diceva che non poteva piovere in quel momento, ma non riuscivo a ricordarmi il perché. C’era qualcosa di sbagliato, ma cosa?








 
Lo so, sembrava che Yoongi stesse per rivelare la famosa cosa triste che gli è successa...
ma poi nope ha cambiato idea.
Giuro che non vi tengo sulle spine per crudeltà,
è che ogni cosa verrà svelata al momento giusto.
Nel frattempo, se avete qualche teoria su cosa sia successo a Yoongi,
sarei molto curiosa di sentirla! O meglio, leggerla ahaha.
Come sempre, potete esprimere i vostri pensieri/commenti/teorie nelle recensioni ^.^
Ah, comunque non ho idea se i gazebo e tutte quelle cose le tengano davvero incatenate al suolo.
Ho solo immaginato ciò che mi sembrava plausibile e sensato,
perciò se ho scritto qualche stupidaggine perdonatemi ahaha.
Grazie davvero a chi segue/recensisce la storia,
a presto! <3
Sugakookie

 
 
   
 
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