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Autore: rose07    11/07/2009    5 recensioni
Sora, Matt, Mimi e Tai; quattro ragazzi, due storie d'amore.
Sora e Matt si frequentano da qualche mese, ma non tutto fila liscio. Mimi torna dall'America e rincontra Tai, il ragazzo per il quale aveva preso una sbandata, tempo prima. Il castano combinerà un guaio: come andrà a finire? E Matt... parlerà chiaramente dei suoi sentimenti a Sora?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stay together in the end ( ? )'
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Mimi e Tai erano seduti una di fronte all’altro.
Il ragazzo aveva smesso di remare e Mimi di urlare, perché avevano oscillato così tanto che aveva pensato di buttarsi direttamente lei.
«Mimi» incominciò il ragazzo «Posso parlarti?»
«Visto che non possiamo fare altro» Rispose lei, guardandosi intorno.
«Ah già» Tai ridacchiò nervosamente. Stava mandando la sua calma a fanculo.
Perché si sentiva così improvvisamente teso?
«Ecco, mi sentivo di dirti che... beh, oltre che mi dispiace, che...» Il ragazzo si torturava nervoso le mani.
Mimi lo guardò con uno sguardo premuroso. Dopo quello che aveva pensato su di lui era giusto che parlasse lei.
«No, incomincio io» Lo interruppe.
Tai alzò lo sguardo un po’ stupito.
«Ti chiedo scusa se ho... se mi sono comportata in quel modo. Ero rimasta male, credevo mi stessi prendendo in giro» confessò, guardandosi le gambe.
Il ragazzo sorrise.
«Come potrei mai prenderti in giro, me lo spieghi?» disse «E poi sono io a doverti chiedere scusa, Mimi»
«Che dici? Ti ho trattato malissimo! Ti ho detto di odiarti!»
«E’ vero?» chiese, ad un certo punto, lui.
«Cosa?»
«Che mi odi?»
La ragazza sentì le lacrime agli occhi. Come aveva potuto dire una cosa del genere al ragazzo della quale era innamorata?
«Certo che no! Non pensarlo nemmeno!» Tai le prese le mani tra le sue.
«Meno male» sospirò «Perché non l’avrei sopportato»
«E come mai? T’ importano così tanto i miei sentimenti?» domandò Mimi.
«M’ importa di te» Affermò lui coraggiosamente «Sei la persona più fantastica che io abbia mai conosciuto»
«Non ce l’ hai con me?» domandò, la ragazza, con gli occhi che le luccicavano.
«No, come potrei»
«Sai, Tai» fece Mimi, stringendogli più forte le mani «Jun, la tua ragazza-»
«Non è più la mia ragazza» La corresse serio.
Era ora che si rendesse conto che avevano chiuso.
«Beh, sì. Mi aveva detto che tu... per farla ingelosire, te ne andavi a fare il cascamorto con le altre e che adesso ero io la tua prossima vittima... Ma la cosa più grave è che le ho davvero creduto!» La ragazza scoppiò a piangere, tenendosi il viso nascosto tra le mani.
«Non fartene una colpa» proferì lui, togliendole le mani dal volto«Lei ci ha visti. Ecco perché si è inventata tutte quelle cose. Ma non è vero ciò che ha detto, non è  vero niente»
Mimi pianse ancora, e lui si avvicinò abbracciandola.
«Non potrei offenderla, solo perché è la sorella di Davis» disse arrabbiato «Ma gliene dico quattro!»
«No, lascia perdere»
Il castano gli prese il viso tra le mani.
«E’ stato Matt a pregarmi. Lei gli stonava la testa e lui voleva solamente frequentarsi con Sora in santa pace» spiegò.
Mimi annuì e al ragazzo venne spontaneo darle un bacio sulla fronte.
«E poi... La ragazza che voglio sei tu» le confessò in un sussurro, asciugandole le lacrime.
«Non so se meritarti» fece lei.
«Ci sono tre motivi per cui voglio stare con te. Primo, perché mi sei sempre piaciuta e non ho dimenticato ciò che è successo tre anni fa»
«Eravamo qui, in questa barca»  gli fece notare la castana con un sorriso.
«Sì, è vero» Sorrise di rimando Tai «Secondo, perché sei l’unica ragazza a cui io abbia veramente aperto il mio cuore»
«Anche tu sei l’unico ragazzo con cui mi sono veramente aperta» ammise anche lei.
«E terzo perché... insomma, io credo di... Io ti amo, Mimi»
Tai sentì una sensazione di calore investirlo improvvisamente ed il cuore andare più veloce del dovuto.
Lei, invece, si sentì letteralmente morire.
Non poteva crederci.
Taichi gli aveva appena confessato che l’amava.
Cosa avrebbe dovuto rispondergli?
«Ti ringrazio» disse a voce bassissima.
Il ragazzo scoppiò a ridere.
«Mi ringrazi?! Che forte non ho... Oh cazzo!»
«Attento!»
Il ragazzo si sporse troppo e nel giro di pochi attimi finì nel lago.
«Tai!» esclamò lei, sporgendosi un poco «Oddio, sai almeno nuotare?!»
Il ragazzo riemerse, sputando.
«Sì, non preoccuparti... Hai qui il miglior nuotatore del secolo» tossì. Agitò le braccia fino ad attaccarsi alla barca.
«Ce la fai? Oh, santo cielo, ma come hai fatto a cadere?» faceva Mimi, mentre gli dava una mano a salire.
«E che ne so. Al mio tre spingi in tua direzione!»
Al tre del ragazzo, Mimi spinse, e Tai si ritrovò improvvisamente sopra di lei, mentre la barca oscillava pericolosamente per il peso ricevuto così all’improvviso.
«Oh, cavolo, cadiamo!» si lamentò la ragazza, urlando.
Tai, però, si era già posizionato sopra di lei e la zittì temporaneamente con un bacio.
Mimi, sentendosi spiazzata, ricambiò permettendo alla lingua di Tai di entrare nella sua bocca. Si teneva dal suo collo, ignorando il fatto che lui era completamente fradicio e che le stava bagnando i vestiti.
Se ne fregarono, anzi approfondirono il bacio accarezzandosi a vicenda.
«Sai, Mims» fece dopo che si staccarono lui «Ho imparato una frase in inglese per te»
«Per me?!» disse lei incredula e nello stesso tempo un allettata «E sentiamo, dai»
Tai fece un sorrisetto prima di dirle sinceramente ciò che pensava:
«You are beautiful»
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
«Non ti agitare così tanto, cadiamo!» esclamò, altrove, Matt, mentre Sora faceva di tutto pur di scendere dalle sue braccia.
«Mollami!» urlava.
«Sta’ ferma!» Matt cercò di trattenerla dalle gambe, ma la ragazza si muoveva come un polpo in  fase di eccitamento e allora il povero ragazzo, non riuscendo più a trattenerla, mollò la presa.
Sora finì sopra di lui, come previsto.
E per fortuna, pensò.
«Ahia, peso di piuma,  mi stai frantumando i cogl-»
«Okay, ho capito, non aggiungere altro, scostumato!» lo ammonì lei, spostandosi da sopra la sua pancia e le sue parti intime.
Incrociando le gambe, si sedette sull’erba, mentre lui, sorridendo, le sedeva accanto.
«Che c’ hai da guardare?!» sbottò, Sora, infastidita. Il suo sguardo l’impacciava tantissimo.
«Perché sei diventata rossa?» chiese Matt, indiscretamente «Ti metto in imbarazzo, forse?»
«Ma va!» ribatté lei, nascondendo il rossore«Tu? Caso mai mi metti rabbia»
Il biondo fece una smorfia, ma non esitò a sdraiarsi e a passarle una mano sui fianchi facendo sdraiare anche lei, suo malgrado.
«Aspetta un secondo. Spiegami che cosa stai facendo!» si ribellò quella.
«Devo anche chiederti il permesso per abbracciarti?»
«Sì, era logico!» cercò di andarsene lei.
Ma Matt l’afferrò dalla vita e la fece sdraiare di nuovo.
«Vediamo se adesso scappi» disse bloccandola, mettendosi sopra di lei e tenendole stretti polsi.
«Cosa vuoi fare? Stuprarmi?»
«Non sarebbe una cattiva idea»
«Maniaco!» lo apostrofò, voltando la testa dall’altro lato.
«Guardami» sussurrò lui.
«No»
«Guardami!» con una mano le girò delicatamente il viso verso di sé.
«Cosa vuoi da me?» chiese Sora, stufa «Anche se abbiamo fatto la spesa insieme non significa che adesso siamo... amici
Entrambi sentirono come una lama d’acciaio perforare il loro cuore non appena quella parola echeggiò nell’aria.
«Tu non sei mia amica!» esclamò d’un tratto Matt.
No, non poteva esserlo.
Assolutamente no.
«Bene. E allora cosa sono?» fece Sora, brusca «Avanti, spiegami, sono tre mesi che attendo una risposta!»
«Non è facile spiegare» mormorò lui, passandosi una mano tra i capelli, senza mollarle il polso sinistro con l’altra.
«Spiegalo come ti pare» disse, lei, guardandolo negli occhi splendenti «Ma spiegalo!»
Aveva bisogno di saperlo. Lo guardava fisso e attendeva una risposta.
Gliela doveva.
Matt si schiarì la voce, tossicchiando.
Aveva paura che non ce l’avrebbe fatta a dirlo.
Sentiva ancora quella maledetta sensazione di calore e non solo perché faceva veramente caldo!
Era tutto stranamente difficile, per la miseria!
Un aiutino?, pensò.
Era più facile a dirlo che farlo, ma l’aveva promesso a sé stesso. Non poteva far passare un altro giorno senza dichiararsi, no.
Altre ventiquattr’ore senza lei accanto e sarebbe sprofondato.
Quindi? O la va o la spacca.
Si alzò un attimo da sopra il suo corpo, e proferì:
«Va bene» Il biondo inspirò aria e prendendole una mano tra la sua, canticchiò:
 
 
 
And through it all she offers me protection
A lot of love and affection
Whether I'm right or wrong
And down the waterfall
Wherever it may take me
I know that life won't break me
When I come to call she won't forsake me
I'm loving angels instead.”

 
 
Che bella voce, pensò la ragazza, beh, d’altronde canta!
Quelle parole... Adesso le riecheggiavano in testa. Quel significato così profondo... ma... Era vero?
Matt l’aveva detto realmente? Lo pensava realmente?
«E’ vero ciò che hai detto?» domandò Sora, attonita.
Il cuore le batteva forte.
E adesso? Spiega, Yamato, spiega, si disse, lui, cercando di guardarla nei suoi occhi color dell’oro.
La cosa era alquanto difficile.
«E’ vero, e mi dispiace se ti ho trattata come una delle tante, se ti ho fatto stare male, se ti ho fatta piangere... Ti chiedo scusa» mormorò il ragazzo.
Sora gli sorrise, cercando di contenersi dall’urlare.
Finalmente! Finalmente era stato chiaro.
Le aveva chiesto perdono dopo giorni di sofferenza. Finalmente.
«Adesso sei tu ad essere in imbarazzo» La ramata gli tese una mano, che lui afferrò.
«Già» Matt sospirò «Ho sbagliato a non dirtelo prima. Ho toppato da schifo, come direbbe Tai»
Sora ridacchiò. Doveva un po’ ringraziarlo, il suo caro amico Taichi!
«Ma devo dirtelo... Io devo dirtelo» Matt era sull’orlo del precipizio.
Aveva gli occhi della ragazza che amava puntati su di lui. Era faticoso, no?
Strinse la sua mano, e respirò a pieni polmoni una boccata d’aria fresca.
Bene, Ishida, disse una vocina dentro la sua testa, ora o mai più!
«Io ti amo, Sora» Disse, senza fermarsi ad esitare.
Ci furono alcuni momenti di silenzio imbarazzante, fino a quando il sorriso sulle labbra della ragazza si increspò di più e divenne più dolce.
Lo abbracciò forte, e lui la fece sdraiare ancora sotto di sé.
Sentì il cuore battere a mille quando le mani di lei accarezzarono i suoi biondi capelli teneramente. Allora fu in quell’attimo che avvicinò il viso al suo e la baciò per l’ennesima volta.
Non fu uno dei loro soliti baci  svelti, veloci, come se le lingue stessero infuriando una lotta, no.
Fu lento, eccitante, passionale. Le lingue si accarezzavano pian piano come se si stessero esplorando per la prima volta.
Perfino Matt stesso si stupì con quanto sentimento la stava baciando, e con quanto ardore l’attirava verso di sé.
Aveva ragione il suo amico sul fatto che lui la desiderasse.
Ogni cellula del suo corpo desiderava stare con lei, anche la più minuscola.
Adesso capiva perché sentiva così caldo, era solo uno sciocco innamorato. Sciocco a non dirglielo prima.
E Sora? Sora era felice. Semplicemente felice.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
   
 
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