Seconda parte
Nonostante
volesse ostentare un supremo e altezzoso distacco, Tristan rimase piacevolmente
stupito dalla bellezza dell’Hotel&Spa Falkensteiner, che Elijah aveva
scelto come loro residenza durante la breve vacanza in Carinzia che aveva
deciso di concedersi con il giovane Conte. Aveva prenotato una suite per una
settimana e i due avrebbero potuto trascorrere il loro tempo a passeggiare su
suggestivi sentieri di montagna, ammirare paesaggi incantevoli e rilassarsi con
l’idromassaggio e la sauna che la struttura metteva a loro disposizione.
Elijah
sperava che quei giorni, in cui sarebbero stati soli e lontani da ogni
preoccupazione, avrebbero aiutato lui e Tristan a spiegarsi, chiarirsi,
parlarsi e ritrovare il legame che li aveva uniti, un legame che aveva
resistito per più di mille anni alle prove più dure: separazioni, abbandoni, la
crudeltà del container e l’ultima, l’atroce prigionia nelle segrete di villa
Mikaelson. Il vampiro Originale temeva che quella fosse stata la pugnalata
definitiva, che avesse reciso quel legame… e adesso voleva solo recuperarlo,
perché senza l’amore di Tristan niente avrebbe avuto più alcun senso.
Eppure
sembrava proprio che l’idea di Elijah non avesse avuto successo perché, nei
primi giorni di permanenza, Tristan non si era minimamente avvicinato a lui;
certo, si godeva quella vacanza inaspettata e i piaceri di ogni tipo che ne
derivavano. Gustava con eleganza i cibi raffinati offerti dall’hotel,
partecipava alle escursioni organizzate dal suo Sire mostrando interesse e
energia, si lasciava cullare dal benessere di massaggi, sauna e idromassaggio…
e la notte non si sottraeva agli assalti amorosi di Elijah.
Ma
era proprio questo il punto: pareva quasi che Tristan avesse accettato la
vacanza a scatola chiusa e che adesso volesse approfittare di tutto ciò che di
piacevole aveva da regalare, compresi i piaceri sessuali di cui godeva la notte
con Elijah. Non vi era una reale partecipazione emotiva o, perlomeno, il
giovane Conte non ne mostrava alcuna. Elijah cominciava a sentirsi davvero a
disagio in presenza di Tristan, come mai era accaduto prima. Il Conte era
cordiale con lui, nel suo modo spesso ironico e leggero, non aveva mai fatto
parola di quello che Elijah aveva fatto a lui o alla Strix, non aveva più
parlato di Antoinette e di ciò che il vampiro Originale le aveva promesso;
niente chiedeva, niente rinfacciava, ma sembrava anche che niente gli
interessasse davvero.
Elijah
iniziava a pensare di aver fallito completamente con lui, che anche questa
vacanza non sarebbe servita a niente e che il cuore di Tristan si fosse ormai
chiuso per sempre, qualsiasi cosa lui potesse fare o tentare per riaverlo.
Il
quarto giorno, Elijah aveva organizzato una passeggiata lungo un sentiero che
si snodava tra i boschi per poi raggiungere un delizioso laghetto, nelle cui
acque si riflettevano il verde degli alberi e l’azzurro intenso del cielo di
montagna. La passeggiata era piacevole e non molto impegnativa, svolgendosi su
un ampio sentiero che si inoltrava tra la vegetazione e rimaneva dunque
riparato dal sole. Tristan sembrava soddisfatto della scelta del suo Sire ma,
del resto, tutto ciò che accadeva in quella vacanza pareva compiacerlo in
superficie senza però toccare le emozioni più profonde, le corde del suo cuore.
“Capisco
perché hai scelto questi posti per la nostra vacanza, Elijah” disse ad una certo punto Tristan, in tono leggero.
“I boschi ricordano molto quelli che circondavano la Corte di Marsiglia, i
luoghi dove ci siamo conosciuti e dov’è iniziata la nostra reciproca
maledizione.”
“Dunque
ritieni una maledizione il nostro legame?” domandò Elijah, in tono cupo. La
delusione lo stava sopraffacendo e le parole di Tristan sembravano sottolineare
sempre di più la profondità dell’abisso che ormai li separava.
“Beh,
non è ciò che hai detto sempre anche tu riferendoti al momento in cui mi hai
trasformato? Dicevi che la tua vita era
intrecciata per sempre come una maledizione alla mia spregevole vita o
qualcosa di simile, non ricordo esattamente” replicò Tristan, quasi l’argomento
per lui non avesse la minima importanza.
“E’
vero, per molto tempo è questo che ho pensato, ma da più di un anno ormai…”
“Invece
ricordo molto bene qualche altro particolare” lo interruppe il giovane Conte,
divertito, cambiando argomento. “Per qualche strana ragione, forse per la
curiosità portata dalla novità, mi ero lasciato affascinare da quel barbaro
giunto alla mia Corte sotto falso nome e facevo di tutto per cercare di
sedurti. Lo rammenti, Elijah?”
Elijah
lo rammentava fin troppo bene e adesso quei ricordi lo straziavano: se solo
avesse ceduto alle lusinghe del viziato ragazzino, del figlio del Conte
abituato ad avere tutto ciò che chiedeva, forse allora… forse le loro esistenze
sarebbero state diverse e lui, ora, non avrebbe perduto l’amore di Tristan.
“Ero
davvero un piccolo ingenuo, allora. Ricordi che dichiaravo ad alta voce che
sarei andato a cavalcare nel bosco da solo, senza le mie guardie, quando sapevo
che tu potevi sentirmi? Ero talmente sciocco da desiderare che tu mi seguissi e
mi aggredissi nel bosco… in un bosco come questo” riprese il Conte, guardandosi
attorno con un leggero sorriso. “Non sapevo nemmeno a cosa sarei andato
incontro, eppure, in qualche oscuro e perverso modo, lo desideravo.”
Elijah
si fermò e si voltò a guardare Tristan, cercando di comprendere se dovesse
leggere tra le righe, se quello fosse una sorta di invito a prenderlo adesso
come non aveva fatto allora, se quel sorrisetto che aleggiava sulle sue labbra
fosse una provocazione. Sarebbe stato tipico dello spregiudicato Conte De
Martel, ma cosa avrebbe potuto significare? Un altro modo insolito di godere di
quella vacanza o l’ammissione di un desiderio troppo a lungo trattenuto?
“Tuttavia
tu non approfittasti mai delle mie offerte fin troppo palesi” tagliò corto
Tristan, riprendendo il cammino, “e chissà, forse adesso te ne penti…”
“Tristan,
io…” cominciò a dire Elijah, frustrato dal comportamento imprevedibile del
giovane. Fu interrotto dal suono del suo cellulare. Non era proprio il momento
adatto per una chiamata, quello, e per un attimo il vampiro Originale fu
tentato di non rispondere. Tuttavia cambiò subito idea quando lesse sul display
il nome di chi lo stava chiamando: Klaus.
“Perdonami,
è Niklaus, devo rispondere alla chiamata” disse Elijah.
“Prego,
fai pure” ribatté Tristan sempre con quel sorrisetto ironico, quasi a voler
dire Non sia mai che ti impedisca di
rispondere a una chiamata della tua preziosissima famiglia…
Mentre
Elijah parlava al telefono col fratello, Tristan proseguì lungo il sentiero,
ammirando la bellezza del bosco attorno a lui e gustando la pace che vi
regnava. Era vero, anche se non se ne era reso conto aveva proprio bisogno di
una vacanza, di staccare da tutti i pensieri, dalle preoccupazioni riguardo
Aurora, la Strix, i Mikaelson… i Mikaelson che, a quanto pareva, non volevano
lasciarlo in pace nemmeno a così grande distanza e avevano trovato il modo di
introdursi anche in quei pochi giorni di riposo.
Tristan
si sedette su una grande roccia piatta e rimase ad attendere Elijah, guardando
i raggi del sole che filtravano tra i rami degli alberi e immergendosi nei
ricordi del suo passato, quando ancora non aveva conosciuto il dolore del
tradimento e dell’abbandono, quando era ancora un ragazzo spocchioso, viziato,
fondamentalmente inconsapevole di cosa fosse la vita vera…
Elijah
lo raggiunse solo dopo diversi minuti e sul volto aveva un’espressione
preoccupata.
“Quali
nuove da New Orleans? Non buone, da ciò che leggo sul tuo volto. In caso
dovessi tornare indietro, ti informo che non ho intenzione di rinunciare ai
giorni di vacanza che hai prenotato e…”
Il
vampiro Originale lo interruppe bruscamente.
“Niklaus
mi ha riferito che c’è stato un attacco dei vampiri puristi guidati da Greta,
hanno cercato di assalire Hayley e Hope a Mystic Falls” disse, cupo. “Le cose
sono andate molto meglio del previsto: Niklaus e Rebekah si trovavano in visita
e hanno respinto quei folli e poi… Greta ha tentato di uccidere Hayley, ma
l’intervento di Hope ha risolto la situazione. I poteri di quella ragazzina
sono davvero incredibili: la rabbia nel vedere Greta assalire sua madre è stata
tale da spingerla a scatenare tutta la sua energia. Ha ucciso Greta e tutti i
vampiri superstiti. Non esiste più alcuna minaccia da parte dei puristi.”
“Ah,
molto bene” commentò Tristan, con noncuranza. “Immagino che, tuttavia, vorrai
partire immediatamente per New Orleans e verificare con i tuoi occhi che la tua
famiglia e la tua preziosa lupetta stiano bene e che non rimanga più nemmeno
uno di quei malinconici notturni…”
Elijah
si diresse con passo deciso verso Tristan, lo afferrò per le spalle e lo rimise
in piedi, guardandolo bene in volto.
“No,
non ho nessuna intenzione di partire” dichiarò con fermezza, gli occhi neri che
incatenavano quelli azzurri del suo più giovane compagno. “Niklaus e Hope hanno
distrutto la minaccia dei vampiri puristi, la mia famiglia non corre alcun
pericolo e io voglio passare questi
giorni con te.”
L’intensità
e la veemenza con cui Elijah pronunciò queste parole fu tale da turbare Tristan
che, suo malgrado, non riuscì più a mantenere la patina di distacco che si era
imposto. A disagio, sentendosi arrossire, cercò di rispondere con una delle
solite battute ironiche che usava per difendersi.
“Meglio
così, allora, perché ti avevo già detto che non avrei rinunciato alle mie
meritate vacanze per la tua famiglia…” iniziò a dire, ma il vampiro Originale
lo interruppe di nuovo.
“Non
vuoi capire ciò che ho detto, Tristan? Io ho lasciato la mia famiglia per
venire a cercare te, pur sapendo che
correva dei pericoli. Ho lasciato a Niklaus il compito di vegliare sui nostri
cari e non l’avevo mai fatto prima, per nessun altro… e non lo farei per nessun
altro, in effetti. L’ho fatto per te, Tristan. Per la prima volta in tutta la
mia esistenza ti ho scelto, ti ho
preferito alla mia famiglia. E non voglio tornare a New Orleans perché ho
ancora la speranza che ciò che ho fatto significhi qualcosa per te” esclamò,
stringendo con forza le spalle di Tristan e fissandolo con occhi che mandavano
bagliori.
Il
fuoco di quello sguardo parve consumare le ultime resistenze del giovane Conte…
“Allora”
iniziò, titubante come raramente si era mostrato, soprattutto negli ultimi
tempi, “se lo desideri, dopo la vacanza potremo tornare a New Orleans invece di
recarci a Praga. Del resto, se tua nipote Hope ha distrutto tutti i vampiri
puristi non c’è più così tanta urgenza di reclutare un esercito di membri della
Strix e quindi…”
Elijah
trasalì a quelle parole. Tristan non aveva detto niente di particolare, ma lui
conosceva ormai da secoli il suo piccolo Conte e comprendeva che quella sua
proposta era il modo indiretto che usava per fargli capire che voleva venirgli
incontro, compiacerlo. Avrebbe rinunciato al viaggio a Praga per tornare con
lui a New Orleans dalla sua famiglia e non c’era modo migliore, da parte di
Tristan, per dimostrare che, dopo tutto, lo amava ancora e voleva renderlo
felice. Strinse il giovane Conte tra le braccia e iniziò a baciarlo con
intensità, mentre il cuore gli ardeva in petto sentendo che, finalmente,
Tristan rispondeva al suo bacio con la stessa profondità, con la stessa
passione.
Lo
sollevò tra le braccia e si inoltrò con lui fuori dal sentiero, in una piccola
radura riparata in mezzo agli alberi, dove lo distese e, sempre baciandolo,
cominciò a spogliarlo e a liberarsi dei suoi abiti.
“Ma
cosa fai?” protestò Tristan, ma questa volta con ben poca convinzione. “Non
puoi gettarmi sull’erba in questo modo, i miei vestiti si sporcheranno e si
rovineranno e poi… potrebbe passare qualcuno sul sentiero e…”
“Non
mi interessa” replicò Elijah, scandendo bene le parole. Ben presto furono
entrambi nudi e i baci di Elijah si fecero più prolungati, languidi e umidi,
mentre le sue mani scendevano ad accarezzare la pelle liscia del giovane Conte.
“Era
questo che volevi, non è così, Milord? Il piccolo figlio del Conte desiderava
essere aggredito in mezzo ai boschi da un barbaro” mormorò malizioso Elijah,
mentre lo toccava sempre più intimamente. “A quanto pare, sebbene a distanza di
secoli, il tuo desiderio è stato esaudito!”
Tristan
tentò un’altra sterile protesta, ma Elijah gli chiuse la bocca con la sua e
riprese a baciarlo profondamente, esplorandolo con la lingua e beandosi del suo
sapore. Lo prese lentamente e i loro corpi si fusero in uno solo, muovendosi
con lo stesso ritmo, ritrovando l’unisono di sempre. Elijah volle far durare
quell’amplesso il più a lungo possibile, rallentando i movimenti, fermandosi
quando stavano per raggiungere l’apice, recuperando secoli di occasioni perdute
nella meravigliosa danza del piacere che conduceva con il suo amante. Passato e
presente si confondevano mentre i loro corpi intrecciati si cercavano e si
trovavano, in un’infinita successione di spinte, gemiti e ansiti. Trascorsero
ore, o forse millenni, prima che, con un’ultima spinta decisa, Elijah giungesse
all’orgasmo insieme a Tristan, le loro voci fuse insieme in un unico grido di
estasi completa.
Poi,
mentre i loro corpi restavano allacciati, Elijah prese a ricoprire di piccoli,
teneri e delicati baci il volto di Tristan, la fronte liscia, i capelli
scompigliati, le guance piene, la bocca morbida, le palpebre abbassate, per poi
ricominciare da capo, come a volersi imprimere sulle labbra ogni tratto dei
suoi lineamenti, ogni millimetro del suo amato viso. Ogni bacio era un balsamo
per il cuore di Elijah, ogni bacio distruggeva tutto ciò che lo aveva
allontanato da Tristan e lo ricongiungeva a lui, in quel momento e per sempre.
Ogni bacio cementava nuovamente quel legame che li univa ormai da un millennio
e che aveva temuto si fosse perduto. Ogni bacio cancellava l’oscurità che aveva
invaso il suo animo nei lunghi mesi con i vampiri puristi e con Antoinette e
poi in quel terribile anno e mezzo trascorso alla disperata ricerca di Tristan.
La luce era ritornata nel suo cuore e tutto sembrava splendere come rivestito
di una patina d’oro, mentre i raggi del sole filtravano in mezzo alle foglie e
facevano brillare i riccioli ribelli del giovane Conte. In quella piccola
radura, a contatto con la natura e con la sua essenza più selvaggia, Elijah
comprendeva che non aveva alcun bisogno di cacciare di notte o di predare per
sentire la completezza del suo essere umano e vampiro.
Bastava
essere con Tristan, perdersi e ritrovarsi in lui, farsi illuminare dalla sua
luce che finalmente splendeva di nuovo… solo questo era necessario a Elijah per
essere se stesso, integro, completo. Uomo, vampiro, gentiluomo, barbaro, la molteplice
e sfaccettata natura del vampiro Originale si rifletteva e rispecchiava in
quella della sua Creatura, senza più dover celare o reprimere alcuna parte.
Accolto
nel corpo e nel cuore di Tristan, Elijah aveva ritrovato la sua vera identità.
FINE