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Autore: Abby_da_Edoras    13/09/2018    4 recensioni
Elijah ha finalmente ritrovato Tristan a Vienna, ma il Conte si comporta in modo strano, distaccato, e il vampiro Originale teme che gli ultimi e dolorosi avvenimenti abbiano spezzato il legame che li ha sempre uniti. Tuttavia Elijah non si arrende e pensa di portare il suo piccolo Conte in vacanza con lui per qualche giorno, in un luogo dove niente possa disturbarli e dove possano ritrovare ciò che, forse, hanno perduto...
Dedico questa storia a tutti coloro che leggono, commentano e si appassionano a queste vicende, ma in modo particolare ad Aliseia, che con le sue storie magnifiche e con i suoi commenti mi incanta e mi ispira sempre, arricchendo sempre più il mondo che abbiamo creato per Elijah e Tristan.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi e produttori di The Originals.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elijah, Tristan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Je sais pas si je t'aime'
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Seconda parte

Nonostante volesse ostentare un supremo e altezzoso distacco, Tristan rimase piacevolmente stupito dalla bellezza dell’Hotel&Spa Falkensteiner, che Elijah aveva scelto come loro residenza durante la breve vacanza in Carinzia che aveva deciso di concedersi con il giovane Conte. Aveva prenotato una suite per una settimana e i due avrebbero potuto trascorrere il loro tempo a passeggiare su suggestivi sentieri di montagna, ammirare paesaggi incantevoli e rilassarsi con l’idromassaggio e la sauna che la struttura metteva a loro disposizione.

Elijah sperava che quei giorni, in cui sarebbero stati soli e lontani da ogni preoccupazione, avrebbero aiutato lui e Tristan a spiegarsi, chiarirsi, parlarsi e ritrovare il legame che li aveva uniti, un legame che aveva resistito per più di mille anni alle prove più dure: separazioni, abbandoni, la crudeltà del container e l’ultima, l’atroce prigionia nelle segrete di villa Mikaelson. Il vampiro Originale temeva che quella fosse stata la pugnalata definitiva, che avesse reciso quel legame… e adesso voleva solo recuperarlo, perché senza l’amore di Tristan niente avrebbe avuto più alcun senso.

Eppure sembrava proprio che l’idea di Elijah non avesse avuto successo perché, nei primi giorni di permanenza, Tristan non si era minimamente avvicinato a lui; certo, si godeva quella vacanza inaspettata e i piaceri di ogni tipo che ne derivavano. Gustava con eleganza i cibi raffinati offerti dall’hotel, partecipava alle escursioni organizzate dal suo Sire mostrando interesse e energia, si lasciava cullare dal benessere di massaggi, sauna e idromassaggio… e la notte non si sottraeva agli assalti amorosi di Elijah.

Ma era proprio questo il punto: pareva quasi che Tristan avesse accettato la vacanza a scatola chiusa e che adesso volesse approfittare di tutto ciò che di piacevole aveva da regalare, compresi i piaceri sessuali di cui godeva la notte con Elijah. Non vi era una reale partecipazione emotiva o, perlomeno, il giovane Conte non ne mostrava alcuna. Elijah cominciava a sentirsi davvero a disagio in presenza di Tristan, come mai era accaduto prima. Il Conte era cordiale con lui, nel suo modo spesso ironico e leggero, non aveva mai fatto parola di quello che Elijah aveva fatto a lui o alla Strix, non aveva più parlato di Antoinette e di ciò che il vampiro Originale le aveva promesso; niente chiedeva, niente rinfacciava, ma sembrava anche che niente gli interessasse davvero.

Elijah iniziava a pensare di aver fallito completamente con lui, che anche questa vacanza non sarebbe servita a niente e che il cuore di Tristan si fosse ormai chiuso per sempre, qualsiasi cosa lui potesse fare o tentare per riaverlo.

Il quarto giorno, Elijah aveva organizzato una passeggiata lungo un sentiero che si snodava tra i boschi per poi raggiungere un delizioso laghetto, nelle cui acque si riflettevano il verde degli alberi e l’azzurro intenso del cielo di montagna. La passeggiata era piacevole e non molto impegnativa, svolgendosi su un ampio sentiero che si inoltrava tra la vegetazione e rimaneva dunque riparato dal sole. Tristan sembrava soddisfatto della scelta del suo Sire ma, del resto, tutto ciò che accadeva in quella vacanza pareva compiacerlo in superficie senza però toccare le emozioni più profonde, le corde del suo cuore.

“Capisco perché hai scelto questi posti per la nostra vacanza, Elijah” disse ad una certo punto Tristan, in tono leggero. “I boschi ricordano molto quelli che circondavano la Corte di Marsiglia, i luoghi dove ci siamo conosciuti e dov’è iniziata la nostra reciproca maledizione.”

“Dunque ritieni una maledizione il nostro legame?” domandò Elijah, in tono cupo. La delusione lo stava sopraffacendo e le parole di Tristan sembravano sottolineare sempre di più la profondità dell’abisso che ormai li separava.

“Beh, non è ciò che hai detto sempre anche tu riferendoti al momento in cui mi hai trasformato? Dicevi che la tua vita era intrecciata per sempre come una maledizione alla mia spregevole vita o qualcosa di simile, non ricordo esattamente” replicò Tristan, quasi l’argomento per lui non avesse la minima importanza.

“E’ vero, per molto tempo è questo che ho pensato, ma da più di un anno ormai…”

“Invece ricordo molto bene qualche altro particolare” lo interruppe il giovane Conte, divertito, cambiando argomento. “Per qualche strana ragione, forse per la curiosità portata dalla novità, mi ero lasciato affascinare da quel barbaro giunto alla mia Corte sotto falso nome e facevo di tutto per cercare di sedurti. Lo rammenti, Elijah?”

Elijah lo rammentava fin troppo bene e adesso quei ricordi lo straziavano: se solo avesse ceduto alle lusinghe del viziato ragazzino, del figlio del Conte abituato ad avere tutto ciò che chiedeva, forse allora… forse le loro esistenze sarebbero state diverse e lui, ora, non avrebbe perduto l’amore di Tristan.

“Ero davvero un piccolo ingenuo, allora. Ricordi che dichiaravo ad alta voce che sarei andato a cavalcare nel bosco da solo, senza le mie guardie, quando sapevo che tu potevi sentirmi? Ero talmente sciocco da desiderare che tu mi seguissi e mi aggredissi nel bosco… in un bosco come questo” riprese il Conte, guardandosi attorno con un leggero sorriso. “Non sapevo nemmeno a cosa sarei andato incontro, eppure, in qualche oscuro e perverso modo, lo desideravo.”

Elijah si fermò e si voltò a guardare Tristan, cercando di comprendere se dovesse leggere tra le righe, se quello fosse una sorta di invito a prenderlo adesso come non aveva fatto allora, se quel sorrisetto che aleggiava sulle sue labbra fosse una provocazione. Sarebbe stato tipico dello spregiudicato Conte De Martel, ma cosa avrebbe potuto significare? Un altro modo insolito di godere di quella vacanza o l’ammissione di un desiderio troppo a lungo trattenuto?

“Tuttavia tu non approfittasti mai delle mie offerte fin troppo palesi” tagliò corto Tristan, riprendendo il cammino, “e chissà, forse adesso te ne penti…”

“Tristan, io…” cominciò a dire Elijah, frustrato dal comportamento imprevedibile del giovane. Fu interrotto dal suono del suo cellulare. Non era proprio il momento adatto per una chiamata, quello, e per un attimo il vampiro Originale fu tentato di non rispondere. Tuttavia cambiò subito idea quando lesse sul display il nome di chi lo stava chiamando: Klaus.

“Perdonami, è Niklaus, devo rispondere alla chiamata” disse Elijah.

“Prego, fai pure” ribatté Tristan sempre con quel sorrisetto ironico, quasi a voler dire Non sia mai che ti impedisca di rispondere a una chiamata della tua preziosissima famiglia

Mentre Elijah parlava al telefono col fratello, Tristan proseguì lungo il sentiero, ammirando la bellezza del bosco attorno a lui e gustando la pace che vi regnava. Era vero, anche se non se ne era reso conto aveva proprio bisogno di una vacanza, di staccare da tutti i pensieri, dalle preoccupazioni riguardo Aurora, la Strix, i Mikaelson… i Mikaelson che, a quanto pareva, non volevano lasciarlo in pace nemmeno a così grande distanza e avevano trovato il modo di introdursi anche in quei pochi giorni di riposo.

Tristan si sedette su una grande roccia piatta e rimase ad attendere Elijah, guardando i raggi del sole che filtravano tra i rami degli alberi e immergendosi nei ricordi del suo passato, quando ancora non aveva conosciuto il dolore del tradimento e dell’abbandono, quando era ancora un ragazzo spocchioso, viziato, fondamentalmente inconsapevole di cosa fosse la vita vera…

Elijah lo raggiunse solo dopo diversi minuti e sul volto aveva un’espressione preoccupata.

“Quali nuove da New Orleans? Non buone, da ciò che leggo sul tuo volto. In caso dovessi tornare indietro, ti informo che non ho intenzione di rinunciare ai giorni di vacanza che hai prenotato e…”

Il vampiro Originale lo interruppe bruscamente.

“Niklaus mi ha riferito che c’è stato un attacco dei vampiri puristi guidati da Greta, hanno cercato di assalire Hayley e Hope a Mystic Falls” disse, cupo. “Le cose sono andate molto meglio del previsto: Niklaus e Rebekah si trovavano in visita e hanno respinto quei folli e poi… Greta ha tentato di uccidere Hayley, ma l’intervento di Hope ha risolto la situazione. I poteri di quella ragazzina sono davvero incredibili: la rabbia nel vedere Greta assalire sua madre è stata tale da spingerla a scatenare tutta la sua energia. Ha ucciso Greta e tutti i vampiri superstiti. Non esiste più alcuna minaccia da parte dei puristi.”

“Ah, molto bene” commentò Tristan, con noncuranza. “Immagino che, tuttavia, vorrai partire immediatamente per New Orleans e verificare con i tuoi occhi che la tua famiglia e la tua preziosa lupetta stiano bene e che non rimanga più nemmeno uno di quei malinconici notturni…”

Elijah si diresse con passo deciso verso Tristan, lo afferrò per le spalle e lo rimise in piedi, guardandolo bene in volto.

“No, non ho nessuna intenzione di partire” dichiarò con fermezza, gli occhi neri che incatenavano quelli azzurri del suo più giovane compagno. “Niklaus e Hope hanno distrutto la minaccia dei vampiri puristi, la mia famiglia non corre alcun pericolo e io voglio passare questi giorni con te.”

L’intensità e la veemenza con cui Elijah pronunciò queste parole fu tale da turbare Tristan che, suo malgrado, non riuscì più a mantenere la patina di distacco che si era imposto. A disagio, sentendosi arrossire, cercò di rispondere con una delle solite battute ironiche che usava per difendersi.

“Meglio così, allora, perché ti avevo già detto che non avrei rinunciato alle mie meritate vacanze per la tua famiglia…” iniziò a dire, ma il vampiro Originale lo interruppe di nuovo.

“Non vuoi capire ciò che ho detto, Tristan? Io ho lasciato la mia famiglia per venire a cercare te, pur sapendo che correva dei pericoli. Ho lasciato a Niklaus il compito di vegliare sui nostri cari e non l’avevo mai fatto prima, per nessun altro… e non lo farei per nessun altro, in effetti. L’ho fatto per te, Tristan. Per la prima volta in tutta la mia esistenza ti ho scelto, ti ho preferito alla mia famiglia. E non voglio tornare a New Orleans perché ho ancora la speranza che ciò che ho fatto significhi qualcosa per te” esclamò, stringendo con forza le spalle di Tristan e fissandolo con occhi che mandavano bagliori.

Il fuoco di quello sguardo parve consumare le ultime resistenze del giovane Conte…

“Allora” iniziò, titubante come raramente si era mostrato, soprattutto negli ultimi tempi, “se lo desideri, dopo la vacanza potremo tornare a New Orleans invece di recarci a Praga. Del resto, se tua nipote Hope ha distrutto tutti i vampiri puristi non c’è più così tanta urgenza di reclutare un esercito di membri della Strix e quindi…”

Elijah trasalì a quelle parole. Tristan non aveva detto niente di particolare, ma lui conosceva ormai da secoli il suo piccolo Conte e comprendeva che quella sua proposta era il modo indiretto che usava per fargli capire che voleva venirgli incontro, compiacerlo. Avrebbe rinunciato al viaggio a Praga per tornare con lui a New Orleans dalla sua famiglia e non c’era modo migliore, da parte di Tristan, per dimostrare che, dopo tutto, lo amava ancora e voleva renderlo felice. Strinse il giovane Conte tra le braccia e iniziò a baciarlo con intensità, mentre il cuore gli ardeva in petto sentendo che, finalmente, Tristan rispondeva al suo bacio con la stessa profondità, con la stessa passione.

Lo sollevò tra le braccia e si inoltrò con lui fuori dal sentiero, in una piccola radura riparata in mezzo agli alberi, dove lo distese e, sempre baciandolo, cominciò a spogliarlo e a liberarsi dei suoi abiti.

“Ma cosa fai?” protestò Tristan, ma questa volta con ben poca convinzione. “Non puoi gettarmi sull’erba in questo modo, i miei vestiti si sporcheranno e si rovineranno e poi… potrebbe passare qualcuno sul sentiero e…”

“Non mi interessa” replicò Elijah, scandendo bene le parole. Ben presto furono entrambi nudi e i baci di Elijah si fecero più prolungati, languidi e umidi, mentre le sue mani scendevano ad accarezzare la pelle liscia del giovane Conte.

“Era questo che volevi, non è così, Milord? Il piccolo figlio del Conte desiderava essere aggredito in mezzo ai boschi da un barbaro” mormorò malizioso Elijah, mentre lo toccava sempre più intimamente. “A quanto pare, sebbene a distanza di secoli, il tuo desiderio è stato esaudito!”

Tristan tentò un’altra sterile protesta, ma Elijah gli chiuse la bocca con la sua e riprese a baciarlo profondamente, esplorandolo con la lingua e beandosi del suo sapore. Lo prese lentamente e i loro corpi si fusero in uno solo, muovendosi con lo stesso ritmo, ritrovando l’unisono di sempre. Elijah volle far durare quell’amplesso il più a lungo possibile, rallentando i movimenti, fermandosi quando stavano per raggiungere l’apice, recuperando secoli di occasioni perdute nella meravigliosa danza del piacere che conduceva con il suo amante. Passato e presente si confondevano mentre i loro corpi intrecciati si cercavano e si trovavano, in un’infinita successione di spinte, gemiti e ansiti. Trascorsero ore, o forse millenni, prima che, con un’ultima spinta decisa, Elijah giungesse all’orgasmo insieme a Tristan, le loro voci fuse insieme in un unico grido di estasi completa.

Poi, mentre i loro corpi restavano allacciati, Elijah prese a ricoprire di piccoli, teneri e delicati baci il volto di Tristan, la fronte liscia, i capelli scompigliati, le guance piene, la bocca morbida, le palpebre abbassate, per poi ricominciare da capo, come a volersi imprimere sulle labbra ogni tratto dei suoi lineamenti, ogni millimetro del suo amato viso. Ogni bacio era un balsamo per il cuore di Elijah, ogni bacio distruggeva tutto ciò che lo aveva allontanato da Tristan e lo ricongiungeva a lui, in quel momento e per sempre. Ogni bacio cementava nuovamente quel legame che li univa ormai da un millennio e che aveva temuto si fosse perduto. Ogni bacio cancellava l’oscurità che aveva invaso il suo animo nei lunghi mesi con i vampiri puristi e con Antoinette e poi in quel terribile anno e mezzo trascorso alla disperata ricerca di Tristan. La luce era ritornata nel suo cuore e tutto sembrava splendere come rivestito di una patina d’oro, mentre i raggi del sole filtravano in mezzo alle foglie e facevano brillare i riccioli ribelli del giovane Conte. In quella piccola radura, a contatto con la natura e con la sua essenza più selvaggia, Elijah comprendeva che non aveva alcun bisogno di cacciare di notte o di predare per sentire la completezza del suo essere umano e vampiro.

Bastava essere con Tristan, perdersi e ritrovarsi in lui, farsi illuminare dalla sua luce che finalmente splendeva di nuovo… solo questo era necessario a Elijah per essere se stesso, integro, completo. Uomo, vampiro, gentiluomo, barbaro, la molteplice e sfaccettata natura del vampiro Originale si rifletteva e rispecchiava in quella della sua Creatura, senza più dover celare o reprimere alcuna parte.

Accolto nel corpo e nel cuore di Tristan, Elijah aveva ritrovato la sua vera identità.

 

FINE

 

 

   
 
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