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Autore: WCLO    16/09/2018    1 recensioni
Ancora una volta le Winx si ritrovano a dover salvare la Dimensione Magica, questa volta da una minaccia molto antica e al di sopra dei loro poteri: la ninfa Taleia, che ha preso in ostaggio una persona a loro molto cara. Cosa saranno disposte a sacrificare per ottenere un potere in grado di sconfiggerla?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Corri”

Gli occhi di Aisha si aprirono su una prateria che sembrava non avere confini. Le sue gambe stavano correndo prima ancora che il suo cervello desse loro l’impulso. Una falcata dopo l’altra, sempre più veloce. Da quanto non correva così? C’era qualcosa di liberatorio in quel movimento.

“Scappa”

Un brivido lungo la schiena. Qualcosa alle sue spalle. Un rivolo di sudore le si infilò sotto la maglietta, nell’afosa calura di quel posto.

Che posto era?

“Sei in pericolo”

Una parte di lei avrebbe voluto fermarsi a riprendere fiato ma quella voce, nella sua testa, la spingeva avanti. E non era solo quella voce, c’era un rumore, un suono ritmico… si voltò in quella direzione.

E le si gelò il sangue nelle vene.

“Corri!”

Dove diavolo era? Alle sue spalle, tra alberi dei quali aveva scorto ormai solo la punta, correva un essere che non aveva mai visto. Aveva due lunghissime gambe, sottili in maniera inquietante, due braccia altrettanto lunghe che terminavano in due lame affusolate e un corpo che sembrava un guscio d’insetto. La sua testa triangolare sembrava una punta di freccia su cui si aprivano due fessure che ospitavano gli occhi.

“Corri”

La prateria, disseminata di bassi arbusti rinsecchiti, sembrava deserta. In lontananza si intravedeva una cresta di alberi, appena visibili sull’orizzonte, troppo lontano per determinare se fossero alti abbastanza da offrire un riparo da quell’essere.

Era fuori allenamento. Le caviglie iniziarono a farle male, il fiato le bruciava nei polmoni. Non era più abituata a correre: quando si trasformava non c’era bisogno di camminare.

Poteva trasformarsi.

Si fermò per un solo istante, alzando le braccia sopra la testa e concentrandosi sulle uniche parole che potevano salvarle la vita.

- Winx Butterflix!

Non successe niente.

Riaprì gli occhi di scatto, nelle orecchie solo il rumore ritmico della creatura che si avvicinava.

La magia non funzionava?

“Corri!”

Di nuovo quella voce nella sua testa. Scattò ancora in avanti, confusa, mille pensieri che si rincorrevano nella sua mente. Niente magia. Un mostro sconosciuto. Una voce misteriosa.

Dov’erano le altre?

Il suo piede destro si posò su un sasso e per poco non perse l’equilibrio, la caviglia piegata ad un angolo innaturale salvata solo dallo scarponcino che le avvolgeva il polpaccio. La polvere del terreno rimaneva attaccata alla sua superficie bagnata, coprendolo un po’ alla volta di fango.

Acqua.

La marea, la grotta, Flora che le si attaccava al braccio, la voce di Bloom che chiamava Tecna, le iscrizioni sulle pareti… tutto le tornò in mente in un turbine confuso, al punto che le vennero le vertigini. Sbandò sulla sinistra e perse quasi l’equilibro, recuperandolo solo all’ultimo momento.

“Attenta”

Sentì il mostro, dietro di lei, produrre un suono a metà tra un ruggito e uno stridere di artigli sulla pietra, come soddisfatto di averla vista in difficoltà. Ma una parte del suo cervello, quella che controllava la corsa, si era isolata dal resto e funzionava per conto proprio, lasciando i suoi pensieri liberi di tornare a scorrere.

Erano a Roccaluce, sulle tracce dell’artefatto che avrebbe potuto salvare Faragonda, in cerca di un modo per sconfiggere Taleia. Quelle incisioni, e gli appunti della ninfa… come si chiamava?

Hesperia.

Una luce le fiorì nella mente, un volto severo, incorniciato da lisci capelli castani.

“Finalmente ricordi il mio nome. Tu sei degna di raggiungere il luogo dove si trova la mia reliquia.”

La linea degli alberi, all’orizzonte, sembrò avvicinarsi molto lentamente. Anche la forma degli arbusti disseminati nella prateria stava cambiando. Aisha aveva sempre avuto una tenacia straordinaria ma quella corsa prolungata iniziava a pesarle. Il mostro alle sue spalle aveva guadagnato terreno e da quella distanza ridotta le sue lame sembravano ancora più minacciose.

“Non devi temerlo, guarda come sei veloce… raggiungerai i miei alberi in un batter d’occhio.”

Aisha non condivideva l’ottimismo della ninfa e non rallentò, lanciata ormai verso la sua meta.

E poi sentì un grido, pochi passi dietro di lei. Familiare, acutissimo, disperato.

Si voltò di scatto, questa volta perdendo davvero l’equilibrio e finendo inginocchiata a terra. A metà strada tra lei e il mostro, schiena a terra e con i lunghi capelli sporchi di sangue, giaceva una ragazza.

Era Musa.

   
 
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