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Autore: Anya e Dalia    29/04/2005    3 recensioni
Ogni mese...non è mai lo stesso, come ogni momento della nostra vita...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Saaaalve a tutti! Scusate il ritardo e videvo annunciare una tristissima notizia: dovremo pubblicare Aprile a pezzi, perché è troppo lunga e ancora non l’ho finita…(IO >o< nd Anya). Speriamo vi piaccia e che per ora vi soddisfi…buana lettura. Anya e Dalia Aprile Suonò la sveglia e la spensi con un pugno. Dopo un po’ mi ricordai che dovevo essere in aeroporto alle cinque e un quarto e che mi dovevo sbrigare ad alzarmi. Ma mi seccava troppo. Cercai di convincermi pensando al viaggio che stavo per intraprendere…o meglio…che, se mi sbrigavo, riuscivo ad intraprendere. Mi alzai dal letto e andai in bagno; accesi la luce e mi guardai allo specchio: avevo delle occhiaie orribili! Mi svegliai definitivamente con una lavata di faccia. Uscii dal bagno e guardai l’orologio: le 4.18 “ma chi me lo fa fare” dissi accendendo il cellulare. Una musichetta allegra invase la stanza. Mi era arrivato un messaggio di Window. ‘ CIAOOO! 6 sveglia? Io già dalle 3! Cmq se stai leggendo qst sms vuol dire ke 6 sveglia. Nn vedo l’ora di partire! Sn tr gasata! Ci vediamo in aeroporto. Tvb Win’ “ la solita. Questa se non si calma va in incandescenza!” Cominciai a vestirmi, quando guardai la foto che tenevo gelosamente sul comodino: io e Rik ce l’eravamo scattata un anno prima. Ero venuta con una faccia penosa, ma l’importante era che l’avevo fatta con lui!! ‘Aaaaaah quanto mi piace…frena! Ritorna in te! Devo sbrigarmi che fra poco devi essere all’aeroporto!!’ Che bello potevo partire con il mio tanto amato Rik! YEEAAAAH!!! Cominciai a controllare la valigia. Tutto ok! Adesso il compito più importante: SVEGLIARE I MIEI GENITORI!!! Entrai silenziosamente nella loro camera. “papà…mamma. Ehm…dovremmo andare!” SILENIO PROFONDO… Per cercare di svegliare i miei feci, la cosa di solito più efficace che si possa fare per svegliare qualcuno: aprii la finestra! Il mio formidabile piano non funzionò. Ci credo, cosa avrei potuto pretendere alle quattro del mattino?! Semplicemente entrò un venticello fresco e leggero che li invitò ad infilarsi ancora di più sotto le coperte. Cominciai a perdere un poco la pazienza. Visto che la finestra non aveva funzionato, provai ad accendere la luce…altro fallimento! Provai più volte a fare su e giù con l’interruttore, ma, grazie alla mia dolce ed inesauribile sfortuna, se n’era andata la luce. Adesso era troppo! Non c’era neppure la luce, né dentro né fuori! “mamma, papà! Dobbiamo sbrigarci che se no arrivo in ritardo e non parto più!!” “oh cavolo! Il viaggio!!svegliati Luisa!” Finalmente mio padre si era svegliato. “mh…che ore sono?” disse assonnata mia madre. “le 4.29. vi ricordo che dobbiamo essere in aeroporto alle cinque e un quarto. Sveglio Melody?” le chiesi. “no, lasciala dormire. Credo che torneremo in tempo per darle da mangiare” “d’accordo! Vado a fare colazione” Mentre i miei genitori in tutta fretta si sbrigavano, io mi preparavo una bella tazza di latte con biscotti. Forse ero scema! Latte e biscotti quando ero in ritardo! Avevo battuto molto forte la testa, io. Pensai che sarei stata un po’ triste senza la mia Melody per una settimana. Strano, di solito in un viaggio dovrebbero mancare i propri genitori, non i propri cani! Bhà…i casi della vita… אּ Alle cinque uscimmo di casa, finalmente; e, cosa ovvia, arrivammo in ritardo: già stavano partendo senza di me! Cercai con lo sguardo Rik…eccolo, a scherzare con gli amici. Che bel sorriso…aaaah. Mi sorrise e io mi sciolsi. Mmmh, com’è bello! “CIAO CLA! Perché sei in ritardo? Non è da te!” “ciao Window! Non è colpa mia. Dillo ai miei!” “aaaah questi genitori, sono una razza proprio strana da capire” Il richiamo della professoressa Galluzzo attirò l’attenzione di tutti. “Dunque. Fra poco ci chiameranno e saliremo sull’aereo, nel frattempo aspetteremo su queste poltroncine. Avete fatto tutti il check-in?” “Cavolo! Il check-in!!!” mancavo solo io. “Di Blasi! Vai a farlo subito!” אּ Sull’aereo. ‘numero diciassette. Ah, la mia cara sfortuna!’ Guardai tutti i numeri sui posti. ‘diciassette! Trovato’ Posto doppio. ‘UUAAAAH! Che bello! Spero capiti Rik qui accanto a me. Tunisia: sto arrivando!!” Passò una sfilza di ragazzi davanti a me, tra questi c’era anche Rik. Altro sorriso. ‘come sono contenta. Penso che questa sia una gita bellissima!’ Dopo cinque minuti scoprii chi mi sarebbe stato accanto e mi avrebbe tenuto compagnia per tutto il tragitto da qui fino alla Tunisia per un’ora e mezza: una vecchietta decrepita con due fondi di bottiglia al posto degli occhiali, i pochi capelli bianchi che le erano rimasti raccolti in un piccolo tuppo; che andava a trovare il figlio in viaggio di nozze, perché si era scordato a casa il suo vecchio peluche con cui dormiva sempre la notte fino all’età di ventun’anni… “ciao, cara! Come ti chiami?” “ehm…Clara” “oh! Giulia, che bel nome!” “Veramente è Clara” “Lo sai cosa vuol dire il tuo nome?” “si! Significa illustre, importante…” “che dici! Quella è Clara! Tu sei Giulia!” “Ma veramente…” “vuoi sapere cosa vuol dire?” “…” “sono contenta che lo vuoi sapere! Significa uomo dai capelli crespi! ‘Buon divertimento, cara Giulia!…’ “Secondo me è giusto che le persone siano affezionate a qualcosa, per esempio mio figlio: da quando si è sposato non ne vuole più sapere di dormire con Teddy, il suo ornitorinco formato gigante; sai, gliel’aveva regalato la sua amichetta del cuore a tre anni! Io proprio non lo capisco, cosa c’è di male?infatti ancora adesso io dormo con Miss Lilli, la mia bambola di pezza. Me l’ero fatta io! Perché a quel tempo non esistevano questi marchingegni morbidosi, e quindi…” ‘…voglio morire…sigh’ Guardai fuori dal finestrino; si vedeva il sole sopra le nuvole. Sembrava il mare al tramonto, invece quelle erano le nuvole all’alba! Chissà cosa stava facendo in quel momento il mio Rik… Si sentirono delle risate provenienti dalla fine dell’aereo. “Standby! Svegliati, sempre che dormi! Dobbiamo giocare a carte e abbiamo bisogno di un giocatore in più! Dai, svegliati!” Di sicuro era la voce di Otto, il migliore amico di Rik. Cercai di guardare cosa stava succedendo mettendomi in ginocchio sul sedile, ma dietro di me c’era la Galluzzo! “DI BLASI!! QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON METTERTI IN QUESTA POSIZIONE!” Al sentire la parola ‘posizione’ tutto l’aereo si girò verso di me, che umiliazione. “ma professoressa! Non l’ho mai fatto!” “poche storie! E adesso mettiti bene!!” ‘ci mancava solo questo. L’ho detto io che sono sfigata!’ “Povera Giulia! Non ti preoccupare: quando andava a scuola io, le professoresse erano molto peggio, ogni sbaglio dieci bacchettate sulle mani, oppure passare due ore sui ceci secchi. Sembrava che fossimo nei lager! A proposito: non ti ho detto che una volta mi hanno portato in un posto come quello. Aushwits. È stato terribile! C’erano tedeschi in divisa dappertutto, gente che urlava…” ‘ma che ho fatto di male per meritarmi questo?! Oh povera me. Voglio Melody!!’ אּ “tutti giù! Scendete che siamo arrivati. Scendete!” urlava la Galluzzo. “Calvino! Borgo! Sbrigatevi!” ‘Calvino? Ma Calvino non è…Rik! Amore mio’ Dopo cinque minuti che aspettavo in fila per uscire, toccai per la prima volta il territorio Tunisino: ero in Africa! Sul pulmino che porta i passeggeri dall’aereo all’aereoporto, mi ritrovai da sola, in mezzo ad un gruppo di tunisini che parlavano in arabo. Solo quando aspettammo di prendere le valigie mi ricongiunsi a Ded e Window. “yahw…finalmente siamo arrivati! Ho un sonno…” disse sbadigliando Window. “e tu dov’eri seduta, Clà?” mi chiese curiosa Ded. “se te lo dico scoppi a ridere!” “dai, dimmelo!” “nel diciassette!” “e sei ancora viva?” “più o meno…dietro avevo la Galluzzo, e accanto una vecchiettina un poco sbattuta in testa!” “Pooovera!” “chi?” “la vecchiettina, mi pare ovvio!” “e voi? Dov’eravate sedute?” Ded sospirò “…accanto a Rio…” “e indovina un po’ dov’ero messa io?” mi chiese Win “dove?” le risposi senza tanto entusiasmo “tra Otto e…Rik! Ah ah ah!!!” “brutta…” “Frena! Poi tanto ho cambiato di posto” “e dove ti sei messa?” “accanto a me…” mi rispose Ded “Rio si è messo al posto suo…sigh” disse indicando Win “ingrata! Dovresti ringraziarmi che ti ho tirato fuori da una situazione imbarazzante: non spiccicavate una parola nessuno dei due!” le rispose di rimando Win. “comunque devo dire che Otto è abbastanza carino!” “Aaaaaaah!” le facemmo io e Ded in coro maliziose “sceme! Non pensate male!”disse diventando lievemente rosea sulle guance. “Piuttosto, avete saputo come sono le camere?”chiesi “si, sono a quattro”rispose Win “Cioè?” “siamo insieme” “SIIIIIIIIIIIII!!!!” “non esultare troppo! Siamo: io, te, Ded e quell’insopportabile di Simona Giuliani!” “oh no” “oh si!” sentimmo una voce alle nostre spalle “cosa c’è, non ti va bene questa disposizione? Guarda che la prima a lamentarmi dovrei essere io, non di certo tu!” era Simona. “attenzione! Sta parlando la siliconata!” le risposi “senti chi parla, a proposito: hai un boccolo fuori posto!” d’istinto mi toccai i capelli, dopo un poco ci pensai “ameba! Guarda che mi sono fatta la piastra!” “…e ci stà benissimo!” mi difese Ded “ tu non ti intromettere…ah! Adesso che ci penso…ho sentito dire che ti piace Rio! Posso darti un consiglio? Non hai speranze: le smorfiosette come te che piangono per la minima cosa non sono il suo tipo, io lo conosco bene!” Ded diventò tutta rossa in faccia “ritornando a te…cara la mia Clarabella, pure io sto puntando ad una certa personcina…e credo che avrò molte più speranze di te, visto che…ehm…come dire…riesco ad intraprendere con lui un discorso decente senza tanti giri di parole! Senza contare che, non per vantarmi, ma credo che il pesciolino abbia già abboccato all’amo grazie alla mia innata capacità di attirare tutti i bei ragazzi, come posso chiamarla: bellezza?” le stavo per mollare uno schiaffo quando Window mi fermò “lascia perdere. non ne vale la pena!” “ma mi ha dato della mucca!” “ciao ciao ragazze! Ci vediamo in camera” quando si allontanò io esplosi “io non la reggo, quella! A solo pensare che dovremmo passare sei notti insieme, mmmh! Mi viene una rabbia…è solo una che si vanta del proprio corpo: naso, gambe, sedere, bocca, seno…quella ha tutto rifatto! Cosa c’è di bello nell’avere due palloncini che si possono bucare in ogni momento!? Io proprio non lo capisco!! Grrr…rifatta-rifatta-rifatta-rifatta-rifatta-rifatta-rifatta-rifatta-rifatta-rifatta-rifa…” “dai, adesso smettila di dire che è rifatta! Questo lo avevamo già capito…” mi interruppe Ded. “ma scusa, dopo quello che ti ha detto…” “…infatti non è solo rifatta: è un serpente infido senza anima e senza cuore; e se avesse anche un minimo di cervello, i suoi neuroni ballerebbero il Can Can! Senza contare che è una sciupa-uomini da paura; secondo me vive dei soldi che le danno gli uomini dopo aver passato una notte intera senza chiudere occhio a…” ma si interruppe quando si ritrovò gli sguardi interrogativi di tutti puntati contro di lei. “…a…?” la incitò qualcuno “…a…a dargli ripetizioni di matematica! Anche se è una schiappa secondo me nasconde qualche dote segreta, ne sono sicura!” Io e Window scoppiammo a ridere. Dopo che mi ripresi, le portai in disparte “ragazze, ho un piano! ‘sta notte…” Intanto…altrove…i ragazzi chiacchieravano animatamente del viaggio in aereo. “MALEDETTO RIO!” urlò Otto “che ho fatto?!” “come che hai fatto?! Come che hai fatto?!” “che ho fatto?!” “hai fatto togliere Window dal posto dov’era, cioè accanto a me, per mettertici tu! ANIMALE!!” “mi dispiace! È solo che non ce la facevo più a sostenere quel silenzio con Ded! E poi è stata lei a proporre il cambio di posto!” “si, ma tu hai accettato! BESTIA!!” dopo un po’ cominciò a cantare la sigla di Haidi “Window! Window! Ti sorriide Otto! Window! Window! Le bestiole ti fanno ciao!…” disse indicando Rio “ah ah. Molto spiritoso. Piuttosto smettila di cantare che se no si mette a piovere!” “…Window! Window!” “TACI!” Rik cominciò a ridere. “cosa ridi tu?! Io non sono una bestiola!” tornando da noi ragazze… “ci state?” chiesi elettrizzata alle mie migliori amiche “e se ci beccano?” “appunto! Poi andremo dalla Galluzzo e ci faremo cambiare di stanza!” “si ma quella non ci ha mai digerito a noi tre” disse preoccupata Ded “però l’idea in se mi piace! Mettere il d…”cominciò a dire Window “sssh…se ci sente qualcuno siamo veramente fregate!!” la interruppi io “giusto, scusa” “allora, chi è d’accordo alzi la mano” feci io, contemporaneamente alzai la mano insieme a Win. “non lo so. Ho paura che ci mettano in punizione” “non ti preoccupare, quella a prendersi una bella punizione è proprio lei!” “d’accordo” e finalmente alzò la mano anche Ded. אּ “che stanchezza! Certo che queste valige sono proprio pesanti!” disse Ded “io ho il trolley! Lallallero trallallà!” canticchiò Win “e io pure!”le feci eco. “ehi ragazze! Guardate il nostro albergo!!” ci disse Ded Istintivamente io e Win alzammo lo sguardo in su “caaa…volo!” “non pensavo fosse a cinque stelle!” dissi sorpresa io “infatti ne ha solo tre!” mi rispose Ded. Era un edificio di ventuno piani, ognuno di questi forniti di terrazzini. Sul tetto si ergeva un capannone di vetro con dentro una piscina. Tutto intorno al palazzo c’erano tantissime aiuole piene di alberi, palme e piante fiorite. Più in là si intravedevano campi da tennis, pallavolo, calcio, basket e golf. “allora! La nostra camera è la 809. saliamo, ci laviamo, ci cambiamo e dopo scendiamo di nuovo giù, d’accordo?” ci disse Simona come se fossimo delle bambine di tre anni. “questa è già che detta legge” mi disse all’orecchio Win. “la responsabile della camera è Sara. Intesi?” disse Simona guardando Window. “e perché io?” le rispose “decisione della professoressa. Immagino perché sei la più irresponsabile!” A Window cominciarono a salire i nervi. “con questo non sto dicendo che voi altre due siete delle angiolette con l’aureola, anzi! Ma tra le tre, la peggiore sei tu, Sara. E niente storie” Window scoppiò “MA CHI TI SENTI!! COME SE FOSSI LA REGINA D’INGHILTERRA! LO VUOI CAPIRE CHE NON SEI NIENTE?! TU NON SEI NESSUNO!! SOLO UNA STUPIDA OCHETTA CHE VÀ SEMPRE DIETRO AI RAGAZZI! E QUELLI CI STANNO, MA, SICCOME HANNO DELLE FETTE DI PROSCIUTTO SUGL’OCCHI, NON CAPISCONO CHE SEI UNA P…!!” per fortuna le tappai la bocca. Non oso immaginare la reazione di tutti. “…scusate” prese la valigia e la chiave ed entrò nell’ascensore, e prima che quest’ultimo si chiuse, io e Ded la seguimmo dentro insieme alle nostre valigie e allo stupore generale di tutti i presenti della Hall. Dentro l’ascensore… “ma che ti è preso?” le chiesi sconvolta “e me lo chiedi? La prossima volta l’ammazzo quella!!” “si, ma fino a ‘sta mattina mi dicevi di lasciarla perdere, e adesso sono io a doverti fermare prima che ti esca fuori dalla bocca qualcosa di sgradevole! La professoressa ti avrebbe ammazzata!” “e chi se ne frega della professoressa! Adesso l’importante è scacciare quell’essere dalla nostra camera!” “giusto, sono d’accordo con te! Dobbiamo schiacciarla come una pulce a quella!” cominciò a dire Ded alzando il braccio sinistro. “per caso sei di sinistra?” le chiesi. “io? No!” “e invece io si! Io sono per il popolo!! Forza Bertinotti! YEEAAAH!!!” disse Window alzando anche lei il braccio sinistro. “non sei normale!” le dissi io “ma scusa: siamo in secondo liceo; abbiamo quindici anni; fra tre anni andremo a votare! Abbi le idee chiare!!” “tu hai battuto forte la testa” le risposi “lascia perdere. Con te non si può parlare!” Intanto, mentre parlavamo, i pulsanti ad uno ad uno si illuminavano e segnalavano il cambio di piano. “Win…ma che pulsante hai ammaccato?” le chiese Ded “nessuno! Nella foga non ci ho pensato” “oh, che casino! Magari qualcuno l’avrà chiamato prima di noi!” dissi io appoggiandomi alle pareti dell’ascensore. …e ancora i pulsanti si illuminavano, fino ad arrivare all’ultimo piano. Le ante si aprirono e, uscendo, ci ritrovammo in un pianerottolo pieno zeppo di bellissimi ragazzi inglesi. “wow…” esclamò Win, vedendo il paradiso davanti ai suoi occhi. “hello! We are the boys of the Michael Frazen School, a male school” (ciao! Noi siamo ragazzi della Michael Frazen School, una scuola maschile) ci disse uno dei più carini. “ah…ehm…we are of the Arborea school. We are italian girl” (ah…ehm…noi siamo della scuola Arborea. Siamo ragazze italiane) gli rispose Win balbettando “oh! Italian…very good!” (oh! Italiane…molto bene!) Io e le altre ci scambiammo sguardi interrogativi, dopo io cominciai a parlare con quel poco di inglese che avevo acquisito. “we have wrong left, but now we came back! Bye bye” (abbiamo sbagliato piano, ma adesso torniamo indietro! Ciao ciao) “you wait! Why don’t you stay still a little with we?” (aspettate! Perché non rimanete ancora un poco con noi?) “ehm…veramente…” cercai aiuto con lo sguardo verso le mie amiche, ma anche loro erano spiazzate come me. Dopo mi decisi. “ok. But we can stay a little” (d’accordo. Ma possiamo stare poco) Ci sorrisero e alcuni ragazzi, tra cui anche quello della discussione di prima, ci portarono dentro una delle tante camere presenti in quel corridoio. La stanza era molto spaziosa, con quattro letti messi in parallelo, la finestra luminosa con un piccolo terrazzo e le tende blu. Si intravedevano i borsoni dei ragazzi che uscivano da sotto i letti, altri dal grande armadio attaccato al muro. Ci sedemmo sul primo letto davanti alla porta, e i ragazzi fecero altrettanto sugli altri tre. Tre ragazze circondate da sette esseri maschili: assoluto pericolo per la nostra incolumità! Dovevamo trovare una buona scusa per andarcene, prima che qualcuno di quelli ci piombasse addosso. Neanche avevo cominciato ad escogitare un modo per scappare, che mi ritrovai accanto uno di loro: capelli castani che gli ricadevano sugli quegli occhi blu profondo dove farci una bella nuotata… “what’s your name?” (qual è il tuo nome?) mi chiese cingendomi la vita con un braccio. “Clara…and your” (Clara…e il tuo?) gli risposi togliendogli il braccio da dove l’aveva messo. Lui mi sorrise “…Matt” In fin dei conti non era tanto male…anzi. Era bellissimo! Dopo un po’ mi ritrovai la sua faccia a tre centimetri di distanza. Io girai in tempo la mia, facendo finta di niente. Mi guardai un poco in torno e vidi Window appoggiata alla spalla di quello con cui avevo parlato prima, e Ded rideva con uno con i capelli rossi. Ero l’unica a non essersi lasciata andare! ‘alla fin fine non sono occupata, quindi posso fare quello che mi pare per ora’ pensai, così mi girai di nuovo verso quel bellissimo ragazzo che mi sedeva accanto. “sorry! Is only which just as I didn’t expect!” (scusa! È solo che non me l’aspettavo!) mi scusai. “oh, no! I’m sorry! I…I mustn’t hurry the things” (oh, no! Io sono spiacente! Io…io non devo affrettare le cose) Com’era grazioso: tutto rosso sulle guance con lo sguardo fisso per terra. Sorrisi…lui si girò verso di me. “we came into the little terrace?” (andiamo nel terrazzino?) mi chiese prendendomi la mano. “ok” Fuori c’era un venticello leggero, e nel cielo non c’era nemmeno una nuvola. Lui mi abbracciò da dietro. ‘che bella sensazione…anche se è un po’ troppo presto. In fin dei conti so soltanto che è inglese e che si chiama Matt; però non riesco a dirgli di spostarsi, di non stare così vicini…mannaggia a me che ho accettato l’invito: sia di Matt che di quel ragazzo!…ma questo tepore…’ D’un tratto sentii delle voci provenienti da un terrazzo del diciannovesimo piano. “certo che però ha esagerato Window!” “è stata fantastica! Mitica! Quanto l’adoro…oh mia cara Win! Dove sei in questo momento? Ti vorrei qui…accanto a me…aaah…ti amoooo!!!...tu sei come l’erba fresca la mattina, con le gocce di rugiada che scivolano lentamente lungo il tuo corpo appena vieni sfiorata!...sei come la pioggerella estiva, che ti rinfresca dopo tutto quel caldo asfissiante…sei come il sole: la tua luce…” ‘Otto?’ “oh no! Adesso ricomincia” era la voce di Rio. “dai. Lascialo sfogare un po’! non vedi quanto soffre, poverino” lo consolò Rik “grazie Rik! Tu si che sei un amico. Non come cert’uni…” disse Otto indicando Rio “guarda che ti stà prendendo per i fondelli, se non l’avessi capito…” “ brutto schifoso!” Sentii delle risate, così mi sporsi per vedere meglio, fece lo stesso Matt. Sfortuna, dannata sfortuna! Incrociai lo sguardo di Rik: Otto stava cercando di strozzarlo, mettendogli la testa fuori dalla ringhiera. Vidi anche che guardava con occhi da assassino Matt. “che succede?” mi chiese Window che era appena uscita nel terrazzino. “mi ha vista!” “chi?” “Rik!” “come?” mi chiese affacciandosi dalla ringhiera. Vide anche lei Rik che guardava verso su, ma questa volta vide anche Otto che a sua volta aveva lo sguardo verso il terrazzino del 1008 al ventunesimo piano. In quel momento uscì nel terrazzino James, il ragazzo che aveva proposto a noi ragazze di andare in camera loro. Si avvicinò a Win e le stampò un sonoro bacio in guancia, attirando l’attenzione di tutti e facendola avvampare. Noi ragazze ci sporgemmo di nuovo dalla ringhiera, ma non vedemmo più nessuno. “oh, cavolo! No…”disse Window. “adesso chissà cosa penseranno di noi!” le feci eco disperata, rientrando nella stanza. “Ded, torniamo in camera” le annunciò Win. “…e perché? Io qui mi diverto!” ci rispose “anche noi, prima…ti prego, torniamo” le ripetè Win. Ded mi lanciò uno sguardo pieno di interrogativi, e io le dissi, col labiale: è meglio così… Dopo che salutammo i ragazzi, ci incamminammo verso l’ascensore. “allora? Perché ce ne siamo andate?” ci chiese curiosa Ded “in camera te lo spieghiamo” le dissi Non c’erano indicazioni e ci perdemmo di nuovo, ma alla fine prendemmo le scale ed arrivammo al nostro piano. “cavolo! È il loro stesso piano!” esclamò Win. “in ogni caso li dobbiamo affrontare, non cambia niente” le feci notare io. …ma non pensavo che li avremmo affrontati subito… eccoli lì…davanti a noi… ‘coraggio’ mi dissi mentalmente, mentre passavo accanto a Rik senza nemmeno una parola. Di solito, a volte, scappava un ciao…ma questa volta, nemmeno quello. “perché eri lì?” chiese Otto a Win “cavoli miei…” gli rispose secca lei “sono anche miei” “la battuta del secolo” “non scherzare! Sto parlando seriamente” “anch’io…non sono mai stata così seria in vita mia!” “non credo proprio” “libero di pensarla come vuoi…” disse sorpassandolo “ASPETTA!” le urlò dietro, ma lei non si fermava. “HO DETTO ASPETTA!!” Lei finalmente si girò “CHE CAVOLO VUOI?!” “SOLO PARLARE CON TE!” “NON TI È MAI FREGATO NIENTE DI ME E ADESSO VUOI PARLARMI?!” “QUESTO NON È VERO!!” “COSA?” “CHE NON…non mi è mai fregato niente di te…” continuò a bassa voce “MI SPIACE MA NON SO LEGGERE IL LABBIALE!!” urlò per l’ultima volta, dopodichè se ne andò verso la sua camera. “lasciala perdere…” gli sussurrò all’orecchio Rik. “tu eri con loro?” chiese Rio a Ded “si…cioè…no! Ehm…cosa intendi tu?” era tutta rossa in faccia “niente, lascia perdere…” ed entrò in camera sua. “andiamocene pure noi” dissi io a Ded. Detto questo, prima di entrare nella 809, diedi uno sguardo ai ragazzi che stavano entrando in camera loro: la 808! “DI BLASI!!” la voce di Simona mi fece sobbalzare. “DOVE DIAVOLO SIETE STATE?! VI HO CERCATE DA PER TUTTO!!” “scusa. Ci siamo perse…” “VI MERITERESTE UNA PUNIZIONE! E STATE ATTENTE, PERCHÈ LA PROF È D’ACCORDO CON ME!!” ‘veramente la punizione l’avrai tu!’ Quando mi girai per entrare in camera i ragazzi non c’erano più; in un certo senso ero sollevata, ma da una parte ero triste: bell’inizio per un viaggio! “allora, ragazze! Sappiamo benissimo tutte e quattro che a rimanere nella stessa camera non combineremo niente di buono!” dissi chiudendomi la porta alle spalle. “su questo ti do ragione, almeno per una volta. Se volete parlo io con la Galluzzo per spiegarle la situazione” continuo Simona “e di grazia, cosa vorresti dirle?” le domandò Window sedendosi sul letto attaccato al muro, vicino l’armadio. “per esempio: ‘prof, quelle non le sopporto più: mi devono prendere sempre per i fondelli! Non mi potrebbe spostare in un’ altra camera, per cortesia?’. Potrebbe andare” le rispose Simona andando verso la porta. “ecco, appunto!” disse Win alzando gli occhi al cielo. “ma sei sbattuta?! Tu sei il suo idolo, se le dici ‘mi prendono sempre per i fondelli’ ci fa nuove!!” disse Ded che stava già smontando la sua valigia. “appunto! Così avrò pure la mia rivincita…e magari passerete un viaggio di schifo!” “ci andremo tutte, così nessuno dirà cavolate” dissi infine io rivolgendomi a Simona. “dov’è la camera della prof?” chiese Ded a Simona. “l’ultima del corridoio” Nel tragitto dalla nostra camera a quella della Galluzzo, nessuna di noi spiccicò una parola. Arrivate davanti alla porta io bussai, ma non ricevetti risposta. Provai un’altra…nessuna risposta. “toh, guarda! La porta è aperta. Prova ad entrare” mi incitò Simona spinsi la porta ed entrai, seguita da Win e Ded. Era tutto buio. “professoressa…” Sentii la porta chiudersi con un giro di chiave e tutte e tre ci girammo. Cercai con la mano l’interruttore sul muro. Quando accesi la luce mi guardai in giro: Simona ci aveva portato in uno sgabuzzino. “dove siamo finite?” “quella ci ha chiuse dentro!” “lo sapevo che non dovevamo fidarci. Glielo si leggeva in faccia: ‘vi meritereste una punizione’. Aveva già tutto in testa!” “calma, ragazze! Adesso cerchiamo una via di uscita” cercai di calmare le acque. “lì c’è una finestrella. Window, riesci ad arrampicarti per vedere che cosa c’è fuori?” le chiese Ded. “si, ci posso provare” Si arrampicò su uno scaffale appoggiato al muro e, aggrappandosi alla finestrella, riuscì a vedere fuori. “ehm…ragazze…vi ricordo che siamo al diciannovesimo piano…” ci disse scendendo da quella postazione. “già, è vero!” “ma almeno non c‘è qualcosa con cui aggrapparsi, non so…il tubo della grondaia…” chiesi avvicinandomi alla finestrella. “niente di niente! in ogni caso non avremmo potuto fare molto dal momento che la finestra è solamente una piccola apertura per far entrare la luce, in poche parole…è bloccata” ci fece notare Win “wow…come siamo felici!” esclamai ironicamente “…in più la chiave ce l’ha quella rana storpiata di Simona! Semplicemente dobbiamo aspettare che miracolosamente qualcuno venga a salvarci!” continuò Ded. “Chi verrà in nostro aiuto?! si accettano scommesse, signori!!” disse Window alzando un poco la voce. “ho deciso: se chi verrà a salvarci sarà un essere maschile, ebbene egli diventerà il mio principe azzurro!” disse compiaciuta Ded mentre si sedeva per terra a gambe incrociate. “io lo voglio lilla!” dissi prendendola in giro e sedendomi anch’io per terra. “no! Rosa chiaro!” mi fece eco Win e appoggiandosi seduta al muro con le braccia che cingevano le ginocchia. “che siete crudeli! Io dico sul serio” “si, e se poi ti capita quell’uomo delle pulizie che abbiamo visto mentre posavamo le valigie nella hall? Cosa moooolto probabile” le dissi “chi, quello grassottello con la tuta blu, il naso a patata e la fronte tutta brufolosa che mi ha detto che ero bellissima? Bleeaah!” mi chiese disgustata Ded. “non siete carine! Mettetevi nei panni di quel poveretto: provaci tu ad avere quell’aspetto per tutta la vita!” ci fece notare Window. “…giusto scusa” “basta! Non ce la faccio più ad aspettare!” dissi io alzandomi e andando verso la porta. “EHI!! C’È QUALCUNO?! AIUUTOOO!! OH! APRITE QUESTA DANNATISSIMA PORTA!!…non è possibile che non ci sia nessuno a quest’ora…PROFESSORESSA!!” “ma sei scema?! E se ti sente qualcuno?” mi chiese sconvolta Win. “appunto! Deve sentirmi qualcuno,così possiamo uscire!” “Clà ha ragione: noi facciamo casino e finalmente ci fanno uscire! Sei una grande!”mi disse entusiasta Ded avvicinandosi anche lei alla porta. “non è che c’è voluto molto a farmi venire quest’idea, comunque. Di solito lo fanno tutti!” dissi io cominciando a sbattere forte i pugni sulla porta. “sembrate delle scimmie! Io non vi aiuto, fate tutto da sole” ci disse Win incrociando le braccia. “ingrata! Se riuscirai a rivedere il corridoio, sarà solo grazie a noi!” le dissi io. “non penso proprio, Di Blasi!” era la voce della Galluzzo. “professoressa! Grazie di essere venuta” dissi io da dietro la porta “ha la chiave?” le chiesi “certo” “ci può fare uscire?” adesso era Ded a parlare “non se ne parla” fu la risposta secca della prof “perché?!” chiesi sconvolta “la signorina Giuliani mi ha già informato dell’accaduto. Il vostro comportamento scorretto verrà punito a dovere…” ci rispose con un ghigno sulle labbra. “ma professoressa…ci siamo perse, non sapevamo come arrivare in camera e quindi siamo arrivate all’ultimo piano, così…” stavo per dire, ma la prof m’interruppe. “no, non questo. Voi tre volevate rinchiudere la povera Giuliani in questo sudicio sgabuzzino. Ma per fortuna Simona ha avuto i riflessi pronti e al posto suo siete finite voi nella trappola…” Si sentirono delle voci, oltre quella della prof, provenienti dal corridoio. “ma come hai fatto? In tre, per giunta!” “È stato facile: le ho spinte dentro, quelle tre arpie!” “e perché volevano metterti là dentro?…” C’era pure quella serpe di Simona… “fate silenzio, voi altri!! Stavo dicendo: per punizione rimarrete qui dentro fino a che non riuscirete ad uscire…” continuò la Galluzzo “cosa?!” fece Window “ma non ci riusciremo mai!” continuò Ded “questo non è affar mio. Sbrigatevela da sole” “ciao ciao, ex compagne di stanza!” Detto questo non si sentì più niente da fuori. Tutta quella folla di ragazzi si era dissolta. “almeno non siamo più nella stessa camera!” disse Win “si, ma chissà chi c’ha rifilato…” “…o se siamo solo noi tre!” propose Ded “questo è impossibile! Sarebbe il paradiso!” “no! Il paradiso sarebbe se ci fosse anche Rio!” “oh, no! Adesso attacca e non la smette più!” “uffa! Tu faresti lo stesso se non ti sapessi controllare!” “ragazze!! Ho trovato un modo per uscire: la mia forcina!” ci disse Win togliendosela dai capelli. “cavolo, perché non ce l’hai detto prima?!” “non ci avevo pensato. Comunque, ragazze…questa è la mia forcina preferita: quella con la farfallina!” “scegli: la vita o la farfallina?” le chiesi minacciosa. “farfallina…” “scimmia! È ovvio che la vita!” “sigh…” Si avvicinò alla porta e mise la forcina dentro la serratura. Cominciò a girarla prima a destra, poi a sinistra, più volte, fino a che non riuscì a romperla in due pezzi. “ho voglia di fare quattro chiacchiere con chi sostiene che le forcine aprono qualsiasi serratura…”borbottò Window buttando all’indietro quello che era rimasto della sua forcina. “comincio a confidare anch’io nel principe azzurro…”dissi io appoggiandomi al muro. Si sentì un giro di chiavi e nella stanza entrò un po’ di luce del corridoio: qualcuno era riuscito ad aprire la porta di quello sgabuzzino! “ragazze! Presto, uscite!” “Rik?” dissi io sconvolta. “sbrigatevi, prima che arrivi qualcuno!” Non ce lo facemmo ripetere due volte e subito eravamo fuori. “ehm…come mai ci sei solo tu? C-cioè…dove sono gli altri?”gli chiesi “davamo troppo nell’occhio, così sono venuto solo io…” mi rispose abbassando lo sguardo. “ah…ho…ho capito. E come hai fatto ad aprire?” “mi sono fatto dare dalla hall un’altra chiave, quella di emergenza” “mh…io non c’avrei mai pensato!” mi congratulai. “grazie…” “…” “v-vi conviene andare in camera. Io riporto le chiavi al loro posto” disse impacciato, indicando la nostra camera. “d’accordo…allora…ciao” “…ciao” “ohoooh! Da quando in qua balbetti?” mi chiese Win appena entrammo in camera. “che bello! Siamo di nuovo in camera!!” dissi buttandomi sul letto. “e no, bella! Non cambiare argomento!” “non sto cambiando argomento, ho solo fatto una constatazione!” “si si, e io sono Biancaneve!” “ma no, davvero!” “dai, Win…lasciala in pace” “ecco, hai sentito Ded? Lasciami in pace! Tanto sai già perché balbettavo” “ci credo: il tuo primo discorso durato appena trenta secondi con Rik!” “naaaa! Di più: almeno quarantotto!” disse Ded. “Si, viva l’asino col cappotto, il cappotto non c’è più: viva l’asino che sei tu!” canticchiò Window. “Win…tu sei fumata!” Window ondeggiò come di solito fa il fumo “guardate! Faccio il fumo! fiuuuuu” “…” אּ “PRIMO GIORNO: ore 5.30 partenza con volo diretto per l’aeroporto di Tunisi, arrivo previsto alle ore 7.00. Sistemazione in albergo. Seconda colazione alle ore 13.00. Visita del Palazzo d’Oriente alle ore 15.30. Ore 17.30 visita del Museo Archeologico della periferia di Tunisi. Ritorno in albergo alle ore 20.30. Cena al ristorante ore 21.00. Rientro in albergo ore 22.30. SECONDO GIORNO:…” “moriremo, ne sono sicura!” dissi distendendomi sul letto. “e non hai sentito il secondo giorno: ci sposteremo col pulman da qui, fino alle ‘ghorfas’ e a Gafsa, dove si trovano vasti giacimenti di fosfati” continuò Ded “ma chi se ne frega dei fosfati! Voglio tornarmene a casa!” “ma che a casa e a casa! Ormai siamo qui a divertirci!” disse Win picchiettandomi sulla testa. “infatti! Per esempio ‘sta sera c’è Tunisi by night! YEEAAH!! E domani sarà ancora più bello: tutto il giorno in pulman, e tu sai cosa succede in pulman…ragazzi e ragazze…” “si, e magari anche i professori! Yeeh, che bella macedonia!” “…e di sera discoteca fino a tardi!!” continuò Ded senza darmi ascolto. “discoteca?! Ma io non so ballare!!” “in discoteca non si va solo per ballare, ci sono anche le salette con le poltroncine…sai, quelle insonorizzate…così, magari tu e Rik…” cercava di consolarmi Window “non ci sarà nessun magari, dal momento che non gli interesso” Ded e Win si guardarono e poi scoppiarono a ridere. “non gli interessi?! Allora sei proprio orba: nel terrazzino se avesse potuto avrebbe ammazzato quel ragazzo che stava con te; nel corridoio balbettava pure lui…a me sembra ovvio che gli piaci!” “…” “a proposito: che cosa è successo?” ci chiese Ded “ah, vero…dovevamo dirtelo! Fattelo spiegare da Clà, perché io so il fatto da metà” “…allora…quando Matt mi ha chiesto…” “si chiama Matt? Ah che bel nome! In effetti era abbastanza carino” mi interruppe Window “peccato! Io non l’ho visto. Comunque il mio si chiama David. È troppo dolce!…ehm…si scusa, continua!” “dicevo…Matt mi ha chiesto di uscire in terrazza e io ho accettato. Siamo usciti e io mi sono appoggiata alla ringhiera e ho sentito delle voci…ehm…” mi ricordai di quello che aveva detto Otto, ma non sapevo se dirlo o no… ‘e c’era Otto che strozzava Rik, non so per quale motivo, ma lo stava ammazzando: gli aveva messo la testa fuori dalla ringhiera, quindi lui poteva vedere tutto quello che succedeva sopra dove eravamo noi…d’accordo, dico così’ “hai sentito delle voci e…” mi incitava Win “e c’era Otto che strozzava Rik, non so per quale motivo, ma lo stava facendo: gli aveva messo la testa fuori dalla ringhiera, quindi lui poteva vedere tutto quello che succedeva sopra, dove eravamo noi…” “…e ti ha visto!” continuò Ded per me “si! E il problema è che…che lui mi abbracciava da dietro!” “ahia! E che ti ha detto?” mi chiese Ded “chi, Rik? No, semplicemente prima ha guardato me e poi ha guardato Matt con uno sguardo tremendo, non l’avevo mai visto così. Sembrava nero!” “in effetti è bruno!” esclamò Win “che scema! Solo tu puoi fare queste battute” dissi io tirandole un cuscino. “iiiiih! Come hai osato?!?!” disse tirando anche lei il suo, che però finì in faccia a Ded. “ehi! E io che c’entro? Questa me la paghi, Win!” e tirò sia il suo cuscino che quello che le aveva tirato Window. “YEEEAAAH!!” Ci lanciammo in una terribile lotta di cuscini, fino a che non si sentì bussare alla porta. “Win, vai ad aprire!” le dissi “e perché io?” “perché sei la responsabile di questa stanza” “uffa…” Era la professoressa Galluzzo. “ragazze! Allora siete riuscite ad uscire, come avete fatto? Comunque, non mi importa. Volevo solo dirvi che ho modificato la composizione delle stanze. La vostra sistemazione è la seguente: Sara Carletti, Daniela Bianchi e Clara Di Blasi nella 807. purtroppo non abbiamo trovato altre disposizioni visto che nessuna vuole stare in camera con voi tre, si spaventano che possiate rinchiuderle in un armadio!” “le ripeto che è stata lei a chiuderci dentro!” la corressi “infatti, per auto-difesa!” “no, professoressa! Noi avevamo intenzione di andare da lei per farci cambiare di stanza. E siccome non sapevamo dov’era la sua camera, ci siamo fatte guidare da Giuliani. Ecco tutto” “Di Blasi…dopo che ho saputo del vostro amorevole rapporto, dovrei credere alle sue parole?” “ma pure Giuliani era d’accordo per il cambio di stanza! Gliel’assicuro!” “…basta, lasciamo perdere questo discorso. Sono venuta qui solo per annunciarvi del cambio di stanza, non per prendere tè e biscotti, perciò adesso prendete tutte le vostre cose e trasferitevi nella 807; qui ci sono le chiavi” detto questo se ne andò. “dai, poi non sono così tanto sfigata: siamo noi tre sole nella stessa camera, accanto c’è il mio amato Rik e quando vogliamo possiamo affacciarci dal terrazzino per chiacchierare con Matt e gli altri…meglio di così non si può!” “si, ma io mi ero già disfatta la valigia” piagnucolò Ded. “io comincio ad andare nell’altra camera. Win, dammi le chiavi” “al volo!” Window me le lanciò. “prese! Ci vediamo in camera” Nel corridoio incontrai Otto. “che stà succedendo? Come mai hai la valigia?” “traslochiamo. Ci sono stati cambiamenti di stanze e adesso siamo finite nella 807” “voi chi?” “io, Ded e Window” “nella 807?” “si…” “accanto alla nostra?” “…si” Otto mi mostrò un sorriso da trentadue denti e poi mi disse a bassa voce “ma ‘sta mattina…in terrazza…cosa hai sentito?” “non ti preoccupare, non le ho detto niente” “e non le dirai niente?” “se tu non vuoi…” “sei un tesoro!” per la felicità mi abbracciò “ehm…Otto…come dire: ci stanno guardando tutti!” “ops, scusa! Ci vediamo dopo. Ciao!” Sentii alcune parole dette a sottovoce, del tipo: ‘non sapevo che stessero insieme!’, oppure ‘ma davanti a tutti, poi!!’… Entrai in camera esasperata. ‘dopo tutti i casini di oggi…ci mancava solo questo! Alla fine sono veramente sfigata!…ma dai…non poi così tanto: sono riuscita a parlare con Rik! SIIIIIIIII!! Calma calma…allora, adesso disfo la valigia e dopo mi rilasso un poco a letto’ Mentre pensavo queste cose, bussarono alla porta. Mi ci avvicinai e guardai dallo spioncino. “aaapriii!”mi canticchio da dietro la porta Window. La feci entrare e posò la valigia per terra. “ciao! Quanto tempo…”disse abbracciandomi “si, infatti…appena tre minuti!” dissi sarcastica io. “che hai fatto fin’ora?” mi chiese sedendosi sul letto che ormai aveva deciso fosse suo appena dato uno sguardo d’insieme alla camera. “proprio un bel niente. stavo per disfarmi la valigia. E Ded?” “povera! L’ho lasciata in camera da sola. Stava rimettendo tutte le cose che aveva sistemato dentro l’armadio nella valigia!” “non le hai fatto compagnia?” le chiesi aprendo la mia valigia. “per un po’ si, ma dopo mi sono stancata ed eccomi qua! Sai, non vedevo l’ora di entrare in questa nuova camera…ah! Il terrazzino, c’è il terrazzino!!” mi disse andando verso la finestra. Dopo un po’ la vidi che mi faceva segno di seguirla. Quando uscii fuori, mi ritrovai davanti agli occhi colui che da due anni mi aveva stregato sia il cuore che la mente, colui che aveva bellissimi capelli neri e occhi verde palude, colui che a volte mi rivolgeva la parola (a volte…), colui che quella mattina mi aveva visto ‘scambiare quattro chiacchiere’ con Matt, colui che sempre quella mattina ci aveva salvate dalle grinfie della professoressa e di quell’essere chiamato Simona, colui che…cioè…insomma: Rik! Sospirai come una scema… Mi sorrise…quel sorriso che da sempre usava come arma segreta per cancellare la mia forza di volontà… “pronto! Ci sei?!” mi disse Window sventolandomi la mano davanti alla faccia. Mi ero imbambolata alla vista di Rik e davanti a Rik! Che figuraccia!! Capita a tutti che, a volte, quando una persona fa brutte figure come questa, voglia sprofondare sottoterra…ecco, quello era il mio caso: volevo andare giù, sempre più giù…fino a toccare il baricentro del meccanismo del mondo, dove nessuno mi avrebbe vista…certo, mi sarei scottata un bel po’, ma ne sarebbe valsa la pena! Preferivo arrostirmi al calore della terra, che essere lì in quel momento…davanti agli occhi di tutti (e soprattutto di Rik)…davanti alle facce divertite di Otto e Standby; che mancava poco che esplodessero…e invece mi trovavo proprio dove non avrei mai voluto stare in quell’istante! Diventai tutta rossa in faccia, così cercai una buona scusa per scappare via da quella situazione. “ehm…ciao! Sentite…i-io devo disfarmi la valigia…quindi vi saluto!” dissi, facendo per andarmene, ma Win mi prese per un braccio. “dove credi di andare! Guarda che dobbiamo instaurare un buon rapporto con i vicini di stanza!” “…buonissimo!” continuò Otto. Si sentì bussare alla porta, sia da noi, che dai ragazzi della 808. “vado ad aprire!” annunciai con un filo di speranza. “d’accordo, per questa volta ti lascio andare!” disse Win, lasciandomi andare ad aprire la porta. Percorsi la stanza a passo svelto, come per scappare da uno sciame di api che mi voleva pungere. Aprii la porta e mi apparse la faccia di Ded tutta contenta e soddisfatta. “che ti è successo? Come mai così felice, non eri rimasta sola?” le chiesi, ma dopo aver visto chi le stava accanto capii. “non sono stata sola…Rio mi ha tenuto compagnia” disse tutta rossa sulle guance. In quello stesso momento si aprì la porta della 808. “ehi, Rio! Che hai fatto che stai arrivando a quest’ora?!” gli chiese Rik “che sei esagerato, sono stato da lei solo per un quarto d’ora!” si giustificò Rio. Sentendo la voce di Rik, istintivamente rientrai dentro, ma sfortunatamente scivolai nella valigia di Window che aveva abbandonato a terra per abbracciarmi; così mi ritrovai a gambe all’aria e con il sedere sbattuto violentemente per terra, lanciando un piccolo gridolino di dolore. Tutti si voltarono verso di me che, quasi sicuramente, avrò avuto una faccia terrificante dal dolore! “…tutto bene, Cla?” mi chiese Ded. “…” Ecco, un’altra occasione dove avrei voluto sprofondare sotto terra! Ancora di più…però, se avessi scavato ancora di più, sarei arrivata dall’altra parte del mondo! Non andava bene…non andava bene niente! Cercai di alzarmi, ma un dolore improvviso, proveniente dalla caviglia, non me lo permise. Allora mi sentii sollevare da terra…forse era il fatto che avevo sentito di nuovo la bellissima voce di Rik, e quindi che ero così felice da poter prendere il volo…oppure che al posto di sprofondare nell’entroterra, salivo verso l’infinità dell’universo?! Anche quello mi sarebbe andato bene! Si, ma…nell’universo uno si ci perde! E così non avrei più vistò il mio dolce e amato Rik! NOOOOOOOOOOOOOO!!!!! Quando aprii gli occhi che avevo chiuso sia per il dolore fisico che quello morale, vidi che ero sospesa a un metro e dieci da terra…ma non per via dei miei poteri soprannaturali conferitomi fin da piccola dalla CMS (Corte Marziale Suprema)…non l’ho mai detto perché era un segreto, ma è così: sono una maghetta!!…no, scherzo…il fatto è che Rik mi aveva presa in braccio! “visto che non riesci ad alzarti, ti ci porto io” mi disse “d-dove?” gli domandai, cercando di capire da dove la prendesse tutta quella forza. “in infermeria, dove vuoi che ti porti?!” “grazie del pensiero, veramente…ma non ce n’è bisogno! Guarda: riesco benissimo a muovere il piede, è stata solo una piccola stortaAAAAHI!!” dissi muovendo il piede, ma naturalmente mi feci un male dell’anima, visto che non si trattava solo di una piccola storta… “e magari tu vorresti andare in infermeria da sola, camminando…ma tu sei scema!”mi disse migliorando la presa. “su, aggrappati al mio collo…” “ehm…va bene” In quel momento, grazie alla mia bella tintarella rosso fuoco, potevo prendere il posto di quel povero mantellino rosso che viene sventolato per stuzzicare il toro nelle arene…il problema è che io non sono molto elastica, quindi…facendo due più due…il toro mi avrebbe caricata! Prima che Rik potesse incamminarsi, subito Window si precipitò per vedere cosa era successo. Naturalmente dove si sposta Win, c’è anche Otto, seguito da Standby. “cosa è successo?! Cla!” mi si avvicinò sconvolta Win. “non ti preoccupare non è successo niente!” la tranquillizzai. “la sto portando in infermeria…credo abbia una distorsione!” le disse Rik. “distorsione?! Ma che hai fatto?!” mi richiese Window. “sono inciampata nella tua valigia! Per colpa tua adesso sono combinata così! Mi avrai sulla coscienza!” la incolpai. “nuuuu! Scusa, non avevo questa intenzione…però, non mi sembra che ti possa lamentare…in braccio a Rik…”stava dicendo, ma io le diedi un calcio…con il piede sbagliato! “AAAHHIIIIII!!!” fu il mio urlo di dolore “ ‘ahi’ dovrei dirlo io! Cavolo, mi hai quasi rotto la spalla!” “se vuoi ti porto in infermeria!” le propose Otto “no, grazie. Sto bene, non preoccuparti” gli rispose con gli occhi dolci. “noi andiamo” annunciò Rik cominciando a camminare verso l’ascensore. “veniamo pure noi!”esclamò Rio, ma subito dopo Rik si girò e lo fulminò con lo sguardo. “…ripensandoci…preferisco rimanere qui! Ded, mi ospiti in camera tua?” “con piacere!” ed entrarono nella camera di noi ragazze. “Win…ci facciamo una passeggiata?” chiese Otto a Window. “d’accordo” …SIIIILEEEENZIIIIIOOOOOOOO… “…bene! Quello è in infermeria; Rio in camera con Ded; quei due che fanno la loro brava passeggiata… e io? Sempre solo come un cane! Ma che ho fatto di male nella vita?” detto questo, Standby entrò in camera sua. אּ “non sono pesante?” chiesi a Rik, mentre entravamo nell’ascensore. “solo un pochino” “adesso puoi mettermi giù, posso stare in piedi” “d’accordo” disse facendomi scendere. Mi appoggiai alle pareti dell’ascensore. “quanto ti fa male?”mi chiese “non poi così tanto. Naturalmente se lo muovo succede l’ira di Dio, però…l’importante è tenerlo fermo” “giusto” Ci fu un minuto di silenzio. “sei stanco?” “no, non sono un fallito io. Devi sapere che mio padre mi ha costretto a fare palestra per sei anni di seguito” “e come sei venuto fuori bene…”dissi senza pensarci. “cosa?” “no, niente…” Passò un altro minuto “…con la piastra” mugugnò “che hai detto, non ho capito” “…” “…” “…sei…sei carina con la piastra…”disse abbassando lo sguardo. “…g-grazie…” ringraziai quasi evaporando per il calore che emanavano le mie guance bordeaux. “sai dov’è l’infermeria?” gli chiesi “no, però adesso chiedo alla hall” L’ascensore si fermò al piano terra. Quando si aprirono le ante, lui mi prese di nuovo in braccio. “non ti preoccupare! Ce la faccio da sola, sul serio!” gli dissi cercando di scendere dalle sue braccia. “ferma! Se no cadi” Dopo un po’ mi arresi, sbuffando. “ti dà fastidio?” “no! È solo che…bhe…sono…pesante…” “scema…” Si avvicinò alla reception, sempre con me in braccio. “ scusi, l’infermeria?” chiese alla receptionista. “…pardon?” (…cosa?) gli rispose. “ti ricordo che siamo in Tunisia…” gli feci notare. “già, è vero…non ci avevo pensato!” “adesso chi è lo scemo?!” gli chiesi dandogli un buffetto sulla testa. “sempre e solo tu!” “piuttosto…excuseme…where is the sick-room?” (mi scusi…dov’è l’infermeria?) chiesi alla signorina. “oh…third floor, at the end of the corridor on the right!” (oh…terzo piano, in fondo al corridoio a destra!) mi rispose. “thanks” (grazie) “traduzione?” mi chiese Rik “terzo piano, alla fine del corridoio a destra” “thank you!” (grazie) mi disse andando verso l’ascensore. “è l’unica cosa che sai in inglese?” gli domandai. “no, non so solo questo!” “dimmi, che voto hai?” gli chiesi con un ghigno sulle labbra. “…cinque…” mi rispose con lo sguardo basso. ‘che bellino…mi fa quasi tenerezza!’ “…cinque…e come mai questo voto così…così…” “…così penoso? Sai, non sto molto simpatico alla professoressa Simonetti…dal primo giorno di scuola! Alla prima interrogazione andata male subito mi ha inquadrato” “e qual è stata la tua prima interrogazione negativa?” gli chiesi di nuovo con quel ghigno che metteva con le spalle al muro chiunque l’avesse guardato. “…diciamo che è stata la prima interrogazione e basta!” “ah…bene! Certo che hai cominciato l’anno in maniera grandiosa!” “…non solo in inglese…quasi tutte le materie…” disse entrando nell’ascensore. ‘…e pensare che credevo fosse il ragazzo perfettino, che studia sempre…’ “…e in quali vai bene?” gli chiesi ammaccando il pulsante del terzo piano. “solo il quella della Galluzzo, ma non pensare che sia bravo in italiano…è solo che dice che sono un bel ragazzo! Quella è tutta pazza!” disse ridendo. “non solo lei…” sussurrai arrossendo fino alle orecchie. “mh, cosa?” mi chiese guardandomi negli occhi. A quel punto arrossii così violentemente che cominciai a sentire caldo…mi sentivo alle Bahamas quanto caldo sentivo…in quel momento volevo fare quello che facevo ogni volta che morivo di caldo come non mai: ficcarmi la testa dentro il freezer! “…d-dicevo…vorrei ficcarmi la testa dentro il freezer!” esclamai “cosa?!” mi chiese sconvolto. “cioè…volevo dire…che caldo!!” dissi sventolandomi con la mano. Vidi che stava avvicinando la sua faccia alla mia…cavolo: mi stava baciando! Adesso non potevo che essere del colore della maglietta di Otto: quel rosso porpora che poteva fare invidia agl’indiani d’America! Ero al settimo cielo!...no: ero al terzo piano del nostro hotel. Si aprirono nuovamente le ante dell’ascensore. “sei calda. Non è che hai la febbre?” Non mi stava baciando…cioè…stava controllando, poggiando le labbra sulla mia fronte, se mi ero accaldata troppo…se avevo preso chissà quale strana febbre … ‘grazie del pensiero gentile, Rik…ma io preferivo un bacio vero e proprio!’ “…infondo al corridoio a destra…ma, alla fine del corridoio da che parte?” mi chiese guardandosi a destra e a sinistra. “vedi. Dovrebbe esserci scritto” gli risposi. “No. Non c’è scritto niente” “bene! Allora prova da tutte e due le parti” Cominciammo da sinistra. Il corridoio era lunghissimo, a ogni passo c’era una porta, e su ogni porta c’era la targhetta con il numero di quella stanza. Ultima a destra… “qui non c’è” disse Rik facendo dietrofront e andando dall’altra parte. Ultima a destra… “eccola!” dissi abbassando la maniglia. …se solo non avessi aperto! ‘perché sono così sfigata?! Dico, perché?’ Io e Rik vidimo Matt seduto su un lettino, James coricato su un altro e David appoggiato ad una finestra. “oh…hello, Claire!” (oh…ciao, Clara!) mi salutò Matt. “…hello” (…ciao) gli risposi, dopo guardai lo sguardo di Rik: terrificante! Nei suoi occhi si intravedevano delle fiamme rosse che a poco a poco crescevano, man mano che passavano i secondi. Dopo vidi che gli sguardi di Rik e Matt si erano incrociati…se prima negli occhi di Rik cresceva il fuoco…adesso tra quei due, si poteva cuocere in tre secondi un involtino! “ehm…what are you doing here?” (ehm…cosa ci fai qui?) chiesi a Matt per riprendere in mano al situazione. “James had a loss of pressure…and you?” (James ha avuto un calo di pressione…e tu?) spiegò guardando in cagnesco Rik. “I have taken a little twist, nothing at all!” (ho preso una piccolo storta, niente di che!) gli rassicurai. ‘per fortuna che Rik non capisce l’inglese, così io e Matt potremmo parlare senza che si creino disguidi’ Rik mi fece distendere su un lettino libero, lontano da quello di James…mooolto lontano. Era una stanza lunghissima, piena di letti e sedie. C’erano anche tantissimi armadietti appoggiati al muro. Grazie alle mille finestre che la circondavano, era molto luminosa. “e l’infermiera?” chiesi a Rik. “può darsi che non ci sia. Forse è un fai da te!” mi rispose sorridendo, ma subito quel sorriso si dissolse come si era poggiato sulle sue labbra. Dopodichè la domanda fulminante…quella che appena te la pongono tu ti chiedi ‘che ho fatto di male per meritarmi questo?!’. “chi è quello?” “ah…bhe…quello…ecco…un amico…sai com’è…” cercai di spiegargli. “no, non lo so” ‘perchèèèèèèèè!! Voglio Meeeeloodyyyyy!!!’ pensai quasi in lacrime. “l’ho conosciuto ‘sta mattina…” “e…?” mi incitò a continuare. “…e abbiamo chiacchierato…” “solo chiacchierato? Sai com’è, questa volta dovresti saperlo” disse guardandomi storto. “vi ho visti abbracciati…” continuò. In quel momento stava uscendo fuori la mia parte negativa: quella scontrosa anche con le persone a me più care, come Rik… “…e se così fosse…a te che te ne frega?!” gli dissi mettendomi a sedere. “giusto…a me non frega niente di te…” disse abbassando lo sguardo. ‘Non era mai successo che mi rivolgessi così a lui…Rik…la persona che tanto amo e desidero…mi faccio schifo…però, è stato lui ha volerlo. Io avrei felicemente cambiato argomento…e invece lui no, quindi non è colpa mia’ Dopo essermi ricoricata, mi ricordai quello che mi disse Win in camera sempre la stessa mattina… “non gli interessi?! Allora sei proprio orba: nel terrazzino se avesse potuto avrebbe ammazzato quel ragazzo che stava con te; nel corridoio balbettava pure lui…a me sembra ovvio che gli piaci!” ‘forse ha proprio ragione…no! No! Non ha per niente ragione! E io sono solo un’illusa!! Non devo pensare certe cose!’ “…siamo venuti qui per la tua caviglia, ma l’infermiera non c’è. Che facciamo?” “…n-non lo so…” Ci fu un minuto di silenzio. “ti fa molto male?” mi chiese. “no, anzi: credo di essere guarita! Adesso possiamo andare!” dissi mettendomi di nuovo a sedere. “stà giù! Adesso chiedo a qualcuno di quei tre di andare a chiamare l’infermiera…” disse lui spingendomi contro il letto in modo da farmi coricare. “…e come: in Turco?” gli chiesi sarcastica. “se lo conoscessi, magari sarebbe stato possibile!” “allora glie lo chiedo io…excuseme…can you go to call the nurse? Please” (…scusatemi…potete andare a chiamare l’infermiera? Per favore) chiesi a quel gruppetto inglese composto da Matt, James e David. “ok!” fu la semplice risposta di Matt. Vidi che bisbigliava qualcosa a David e poi lo vidi uscire dalla porta. Rik tirò un sospiro di sollievo. ‘non ti preoccupare! È solo un po’ stanco! Oppure Matt gli dà davvero fastidio, forse odia proprio gli inglesi in sé!...forse…’ אּ “ok, ok…adesso rilassati e stringi i denti! Non ti preoccupare, non sentirai niente!” mi rassicurò l’unica infermiera che parlava italiano in quell’albergo. “come faccio ad essere rilassata se devo stringere i denti?” “se vuoi mi puoi tenere la mano. Stritolala tutta se ne hai voglia!” mi disse Rik porgendomi la sua mano. “ma no! Non ce n’è bisogno!” dissi cercando di fare la finta il più possibile, anche se sarebbe stato il mio sogno stringergli la mano! Ma dopo l’allegro richiamo dell’infermiera ‘pronta?’ ci ripensai e gli presi la mano…era diverso da quando lui mi aveva tenuta in braccio, era come se avessi fatto un passo avanti verso di lui…certo non con il piede che mi ritrovavo! CRACK “…AAAAAAAAAAAAH!!!” fu il mio urlo che invase la stanza e tutti si girarono verso di me. L’infermiera, scommetto massaggiatrice specializzata in mosse di Karatè, mi aveva sbloccato quella piccola distorsione che avevo, girandomi il piede…che dolore! Però finalmente avevo la caviglia a posto…diciamo che io ero a posto, ma Rik no! Per il dolore gli avevo quasi distrutto la mano! Certo, lui mi aveva detto di stritolargliela, ma non di fargliela a polpette! ‘perché…perché…adesso mi odierà!’ pensai sperando di essere perdonata dal Cielo per la mia incontrollata violenza. “adesso stai meglio? Perfetto! Adesso posso tornare da dove sono venuta! Ciao ciao ragazzi” disse l’ifermiera andando verso la porta. Era abbastanza giovane, carina e sculettava molto vigorosamente; tanto da far girare la testa a tutti i presenti…naturalmente tranne me e Rik, che era intento a massaggiarsi quello che gli rimaneva della mano. “scusami! Per il dolore non pensavo che era la tua mano, cioè, che era una mano…volevo dire…” “non ti preoccupare. Tanto una mano vale l’altra. Tu piuttosto come stai?” mi chiese sorridendo. “bene. Credo che adesso possa camminare” “vuoi provare…?…a-a camminare intendo!” disse diventando tutto rosso. ‘che carino! È così bellino quando arrossisce…anche se io lo preferiscoquando è serio…occhi profondi…mmh che meraviglia!’ “che c’è?” mi chiese. Mi ero di nuovo imbambolata a guardarlo, però questa volta avevo satmpato in faccia un sorriso così imbecille! Se potessi fare rewaind e cancellare quella ridicola scena con un’altra…, per esempio: ‘era tanto tempo che volevo dirtelo…ma non ho mai avuto il coraggio…i-il fatto è che…che…io ti amo!- disse Rik a Cla, guardandola negli occhi -…ti amo…- -anch’io non te lo mai detto…che…ti…amo…- disse Cla vedendo che il viso di Rik si stava lentamente avvicinando al suo… e…SMACK!!’ Si! Poteva andare così, invece che quella obbrida scena con la faccia da pesce lesso che mi ero messa guardandolo! “ci conviene andare, visto che adesso posso camminare!” dissi per sdrammatizzare quello che era successo prima, alzandomi dal lettino. “d’accordo” disse sorridendo in maniera mooolto strana. ‘io proprio non li capisco i ragazzi! Sono tutti di una strana razza…’ pensai cominciando a camminare verso la porta. “bye bye, Claire!” (ciao ciao, Clara!) mi salutò Matt avvicinandosi molto precocemente. “oh…ehm…bye! And thanks!” (oh…ehm…ciao! E grazie!) gli risposi dandogli un bacio in guancia. Non l’avessi mai fatto! Rik mi scuadrò da capo a piedi. “not at all! and, how do you feel now?” (di niente! e, come ti senti ora?) mi chiese sempre più vicino, troppo vicino! Mi scostai un po’ da lui e anche lui indietreggiò, per fortuna. “now I fell well!” (adesso sto bene!) gli risposi. “ok, bye” “bye!” “vedo che siete molto affiatati” mi disse Rik, mentre mi accompagnava in camera. “ehm…veramente…” balbettai incerta. “…così vicini…” continuò lui. “…bhè…” “…bhè…?” mi chiese. “…Matt è molto precoce, sai? Prima, nella loro camera mi stava quasi per baciare!…ops” ‘PERCHÈ PARLO TROPPO?! MANNAGGIA ALLA MIA BOCCA!!!’ “…cosa?” mi chiese un tantino shoccato. “…però non c’è riuscito!…” dissi sorridendo. ‘ancora peggio! Sono una neglia: prima faccio danno e dopo faccio peggio!!’ “solo per sapere…ti piace?” mi chiese con uno strano sorriso malizioso. “ non sia mai!…” dissi alzando in aria le mani a mo’ di “…” “…è carino…” mi arresi infine. “…ti piace…te lo si legge in faccia!” disse sempre sorridendo, però questa volta molto malinconicamente. ‘scemo! Eppure dovresti saperlo che l’unico che mi piace sei tu! Certo, Matt è Matt, che è una meraviglia di ragazzo, e su questo non ho torto…ma tu sei Rik! Altrettanto meraviglioso Rik! Quanto vorrei urlartelo in faccia! MI PIACI!! Ecco, vorrei urlarlo al mondo intero…ma chissà che reputazione mi farei!’ pensai triste, guardando per terra. Arrivammo d’avanti la mia camera, la 807. “allora…ciao! Ci vediamo a pranzo” mi salutò. “ok, ciao!” אּ “su, su! Salite sul pulman, presto!” gridava la Galoluzzo per incitare i ragazzi a fare una fila decente per salire su quel meraviglioso automezzo a due piani con le tendine azzurro-cielo e verniciato di blu. “bene, adesso faccio l’appello. E man mano che vi chiamo salite! Mi raccomando: rispondete quando vi chiamo! Aloisio…” cominciò. “presente!” rispose Laura, salendo sul pulman. “…Amodeo…” continuò la prof. Un altro ‘presente’ e un altro ragazzo dentro a quel bestione a quattro ruote. Durò così per almeno dieci minuti, con tutte gli alunni che si dovevano chiamare…solo quando sentivo la voce di qualche mio conoscente, per esempio del mio dolce e caro Rik…, mi riprendevo dai miei pensieri. Era ovvio che, alla fine, in pulman succede sempre qualcosa… Da quest’albergo fino al Palazzo d’Oriente ci vuole un bel po’ in pulman e poi per arrivare al museo archeologico una mezz’ora piena… “Di Blasi” “sono qua!” le risposi. “lo vedo, purtroppo…” “grrrr…cosa intende per purtroppo?” le chiesi, anche se sapevo benissimo cosa intendeva. “sali e non fare storie, non vedi tutta questa fila di ragazzi dietro di te che aspetta il momento di entrare? E tu sei qui che mi fai domande inutili, egoista, egocentrica e presuntuosa di una ragazzina! Entra subito!!” Se avessi potuto l’avrei strangolata a bani nude…ma sarebbero rimaste le impronte su quel suo sottilissimo collo, e quindi mi avrebbero beccata! Piano numero due: mi sarei infilata in testa un passa montagna, mi sarei infilata dei guandi di pelle per non lasciare tracce e poi l’avrei strozzata com’è di giusto! poi avrei preso il corpo senza anima (anche se neanche da viva non ne aveva…) e l’avrei buttato nel cassonetto più vicino! Che piano geniale…mwahahahahahahahahahah!!!!… ‘basta, sono troppo pericolosa! Meglio smetterla con questi pensieri omicida…’ Mi ritrovai accanto a Window, invece Ded era accanto al suo zaino. “ancora per quella storia?! Certo che i nostri compagni sono proprio degli idioti!” esclamai guardando Ded che guardava malinconicamente il suo zaino seduto alla sua sinistra. “spero di esserti simpatica, Zizzy!” “Ded, smettila di parlare col tuo zaino! Non è una bella cosa da vedere!” la rimproverò Win. “ma non ho con chi parlare!” “e noi a che serviamo?!” le chiesi. “su, scala di un posto e avvicinati a noi al posto di stare incollata al finestrino!” le disse Window. “scusa…mi posso sedere qui? Quei tre cretini non mi fanno sedere con loro…” chiese Rio a Ded, che lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite per la sorpresa. “i tre cretini chi sarebbero?” gli chiese Window. “Standby, Otto e Rik…i soliti! Dicono che vogliono una di voi due” Io e Window ci guardammo. “e se invece ci andassimo tutte e due?” chiese Window “ah, questi non sono affari miei!” “lascia perdere Win. Vacci solo tu” le dissi, ma lei mi si avvicinò all’ orecchio. “non vorrai mica fare il terzo incomodo fra questi due, spero!” “ah, non ci avevo pensato…bhè, mi leggerò un libro!” “andiamo! Sei già stata fra le sue braccia e vorresti evitare un’animata discussione? Ridicola…” “…d’accordo, sbrighiamoci, che se no il pulman parte e non possiamo più muoverci!” “yuuuhuh!!” Salimmo al piano di sopra: fantastico! Alcuni sedili erano rivolti verso altri due sedili e tra loro c’erano dei tavolini. “ciao ragazze! Standby, comincia a smammare!” ci salutò Otto. “ma non è giusto! quassù, doveva salirne solo una, non due!” protestò Standby, alzandosi dal suo posto e venendo incontro a noi. “se volete io torno giù, per me non c’è problema!” dissi accennando un piccolo sorriso. “NO!!…cioè, noon ti conviene! Giù ci sono Ded e Rio, e non è bello fare il terzo in comodo, ti senti un verme…voglio dire…qui hai la compagnia mia, di Otto, Standby e di Window, che suppongo sia la tua migliore amica!…credo” disse Rik diventando tutto rosso. “bhè, si in effetti hai ragione…ma Standby…” “Standby non si lamenterà più, te lo assicuro…stai tranquilla!” continuò guardando Stendby con occhi da omicida. “che c’è? Che ho faAAAARGH!!” Il pulman era partito e Standby aveva perso l’equilibrio ed era caduto sopra di me! ‘capisco che, Standby, tu sei un ragazzo tremendamente carino e tutte le ragazze appena vedono i tuoi capelli biondi e quegl’occhi color cioccolato, svengono ai tuoi piedi…ma tu non sei il mio tipo, perciò ALZATIII!!!!’ “scusami! Il pulman è partito all’improvviso e io…” si scusò “…non preoccuparti! Non è successo niente…però…adesso…ti potresti alzare? Sai, sei un po’ pesante!” dissi cercando di alzarmi, visto che la posizione non era delle ottime! “oh, si! Scusa!” “bene, bene, bene! Vedo che c’è un posto vuoto! Rik, mi posso sedere accanto a te?” gli chiese Simona sbucata all’improvviso. “veramente…” cercò Rik di risponderle “oh, grazie! Come sei gentile!” disse sedendosi e prendendogli il braccio. “ehi serpe! Sposta gentilmente il tuo didietro su un altro sedile, per immensa cortesia?” le chiesi alzandomi di scatto e facendo cadere di nuovo Standby. “e di grazia, perché dovrei incline a otemperare alla tua così gentile richiesta?” mi chiese con uno sguordo insopportabile. “perché quello è il mio posto!” “era…chi va a Roma perde poltrona! Quindi adesso è mio” “che bambina! Questa frase la ripetono i bambini di cinque anni!” “non mi rompere con queste tue sottigliezze! Io parlo come pare e piace a me!” “senti: se non ti togli di lì entro cinque secondi, non so quello che ti può succedere!” ‘oh no! La mia natura violenta sta uscendo fuori!’ “Simona…alzati e fai sedere Cla…subito!” la minacciò Rik. ‘YUUHUUUH!! VAI RIK! IO TIFO PER TE!!…e per chi se no?’ “certo che siete tutti insopposrtabili! Da te proprio non me l’aspettavo Rik!” disse Simona alzandosi con una faccia molto sconsolata. “e allora? Mica casca il mondo! Piuttosto, cercati un posto lontano da noi…preferibbilmente al piano di sotto!” le rispose alzando le spalle. Dopo avermi fulminata con gli occhi, Simona seguì il suggerimento di Rik e scese al piano di sotto. “allora, non ti siedi?” mi chiese Rik sorridendo. “con piacere!” gli risposi mentre Standby, dietro di me, era rimasto incatsrato tra due sedili. “a…a-iu…toooo!!” אּ “come potete vedere, questo libro racchiude tutte le leggi del primo governo tunisino. È molto antico e, appunto per questo, il suo valore è pari a 456.377.020 euro…una cifra considerevole! Continuando da questa parte invece…” spiegava la guida del Palazzo d’Oriente. “se lo rubo e poi me lo rivendo? Bella idea, no? Ci guadagnerei un bel gruzzoletto!” sussurrò Otto all’orecchio di Rio. “che scemo…” “qui è pieno di cose con le leggi, che palle! Voglio andare a mangiare! Che ore sono?” si lamentò Window. ‘non ho mai capito perché Window ce l’ha sempre con me: che ho fatto di male io per sorbirmi tutte le sue lamentele?!’ “sono le 18.42…fra poco andremo al museo archeolocico e dopo a cena. Contenta?” le risposi. “NOOOOO! Ho sonno! Che ore sono?” mi richiese. ‘grrr…adesso sto veramente perdendo la pazienza’ “sono ancora le 18.42…dopo la cena c’è la camera da letto, ma mica andremo a dormire…faremo il casino più totale…intesi?” continuò Ded per me. “YEEAAH!! CASINOOO!!” cominciò a urlare saltellando…naturalmente tutti i presenti la guardarono come se fosse un essere di una stranissima e rara razza! “CARLETTI!!” אּ “basta! Sono stanchissima! Non ne posso più!! Adesso…altro che casino! Tutti a dormire!!” disse Window buttandosi sul suo letto. Finalmente eravamo tornate. Erano le 23.53…avevamo fatto molto più tardi del previsto! “già sei stanca?! Io sono tutta gasata! YUUUHUUUUH!!! YEEEAAAH!” urlai cominciando a saltare sul letto come una pazza. “lo dicevo io che la birra ti avrebbe fatto mooolto male!” disse Ded cercando di farmi scendere dal letto. “così lo romperai e dovrai pagare i danni!!” “E CHI SE NE FREGA!!!!” continuai a urlare. “Window, aiutami! Non vedi che sono in difficoltà?!” “nooo. Sono troppo stanca!” le rispose chiudendo gli occhi e sospirando. “basta! Io ti lascio lì, tanto prima o poi le batterie ti si scaricheranno!” disse sedendosi sul suo letto. Alla fine scesi e mi sedetti sul letto di Ded. SIIILEEENZIOOOO… “mpfahahahahahahahahah!!…ahah…” cominciai a ridere come una cretina. “non sei spiritosa…” “che siete noiose…piuttosto…ho voglia di fare una cosa assurda, la fate con me?” chiesi tutta eccitata. “e che sarebbe?” mi chiese Window. “questo…” Aprii la finestra e… “…RIK TI AMOOOOOO!!!” “…c-cosa?” mi chiese Rik appoggiato alla ringhiera del terrazzino della 808… Allora? Cosa ne pensate? È un po’ lunghetta…e ci metterò un bel po’ a finirla…aspettatevi che a Maggio ancora non ho finito (sono io che parlo…nd Anya)! Mi raccomando…la direzione desidera tante, anzi TANTISSIME recensioni che ci facciano sciogliere il cuore…(come sono poetica! T__T nd Anya). Bye bye…Anya e Dalia
  
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