Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: Sugakookie    02/10/2018    6 recensioni
Il tempo non funziona più come dovrebbe, e Tessa sembra essere l'unica ad accorgersi della misteriosa anomalia. Almeno finché non incontra un ragazzo della sua scuola, confuso quanto lei dalla situazione. I due cercheranno di riportare la linea temporale alla normalità, ma il loro compito si rivelerà più arduo del previsto...
Genere: Introspettivo, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scusate se ci ho messo più del solito ad aggiornare,
ma purtroppo è ricominciata l'università (piango T.T)

perciò non ho avuto molto tempo per pubblicare.
Spero che il capitolo vi piaccia <3








7.
 
 
 
 
Arrivammo davanti alla pista da skateboard, incavata nel cemento grigio, e ci sedemmo sul bordo, come facevamo sempre.
 
Quello era il posto in cui gli avevo parlato per la prima volta, e Yoongi aveva voluto tornare lì per dirmi qualunque cosa volesse dirmi. Lo guardai mentre si strofinava nervosamente le mani sui jeans, lo sguardo perso in lontananza. Dopo un po’, prese il telefono e incominciò a scrivere.
 
Sai perché ero qui, quando mi hai parlato la prima volta?
 
Scossi la testa. «Non ne ho idea» ammisi, semplicemente.
 
Yoongi riprese a scrivere, con calma. Si fermava ad ogni frase, come per scegliere attentamente le parole.
 
Avevo un amico. Si chiamava Seojun.
Andavamo a scuola insieme, ed era uno dei miei migliori amici.
 
Lessi il messaggio ed annuii, in silenzio, incitandolo ad andare avanti.
 
Venivo spesso qui con lui, perché gli piaceva fare skateboard.
Io non sono capace, perciò mi limitavo a guardarlo.
A volte, Seojun partecipava anche a delle gare, e mi chiedeva
di fargli delle foto o dei video.

 
Le labbra di Yoongi s’incurvarono leggermente in un sorriso malinconico, prima che riprendesse a scrivere.
 
Sono tornato qui tante volte, incluso il giorno in cui mi hai parlato,
perché mi faceva ripensare ai momenti in cui Seojun sembrava felice.
E questo mi faceva sentire meglio.

 
Aspettai in silenzio, ma Yoongi non accennava ad andare avanti. «Cosa è successo?» dissi piano.
 
La mano di Yoongi tremò in modo quasi impercettibile, mentre scriveva.
 
Si è suicidato.
 
Rimasi in silenzio. Con il telefono in mano, continuai a fissare lo schermo, leggendo e rileggendo più volte quelle parole.
 
«È per questo che non parli più?» chiesi, con un filo di voce.
 
Yoongi annuì, e mi fece cenno di ridargli il telefono. Glielo restituii, e lui riprese a scrivere, stavolta con più foga, e continuò fino a riempire più di metà dello schermo.
 
Non ho mai detto a nessuno le cose che ti sto dicendo ora.
Non ho mai detto a nessuno come mi sentivo o che cosa pensavo,
da quando è morto. Sono tutti convinti che io sia diventato muto
per lo shock, e in parte è vero. Ma non è stato solo quello.

È vero, ero così traumatizzato che anche se avessi voluto, non
sarei riuscito a parlare. Le parole non mi uscivano, non avevo la
forza o la volontà per farle uscire. Era come negli incubi, quando
cerchi di urlare, ma per quanto ti sforzi la voce non esce.

Però, c’era anche una parte di me che, anche se fossi stato in
grado di parlare, non voleva farlo. Una parte di me ha deciso
volontariamente che non avrei più parlato. Che senso aveva farlo?
Io e Seojun parlavamo di continuo, ma non è servito a niente.
Non è servito a farmi capire che voleva uccidersi.
Che senso ha parlare, se la gente non ti dice cosa pensa
veramente? Lui non me l’ha mai detto

 
Arrivata in fondo, vidi che Yoongi non aveva messo il punto a fine frase, come se si fosse interrotto all’improvviso. Alzai lo sguardo su di lui, e vidi che teneva lo sguardo basso, e i suoi occhi erano lucidi. Mi prese gentilmente il telefono dalle mani, senza alzare lo sguardo, e riprese a scrivere con calma.
 
L’ultima volta che sono uscito con Seojun, siamo andati in sala giochi.
 
Spalancai gli occhi, e per qualche secondo smisi di leggere. Ripensai alla sua reazione di prima, quando gli avevo proposto di andare in sala giochi, e provai una fitta di rimorso. Deglutii, cercando di ignorare quella sensazione, e continuai a leggere.
 
L’ultima volta che sono uscito con Seojun, siamo andati in sala giochi.
Forse, inconsciamente, una parte di me aveva intuito che qualcosa non
andava, quel giorno. Ma non era qualcosa di ovvio, non era
evidente, capisci? Non sembrava triste o giù di morale. E forse non
lo era. Ripensandoci a posteriori, credo che fosse arrivato a quel punto
in cui semplicemente non gli importava più di niente.
Tutti siamo tristi a volte, ma non credo che basti essere tristi per arrivare
a volersi uccidere. Non posso sapere cosa gli passasse per la testa, ma
se è arrivato a fare una cosa del genere, vuol dire che non c’era più
niente per lui. Nessun motivo, nessuna ragione abbastanza importante
da farlo rimanere in vita. Solo una grande sofferenza.

 
Ancora una volta, rimasi in silenzio, fissando il telefono. Avrei voluto dire qualcosa, ma cosa si può dire in questi casi? L’aveva detto anche lui, parlare a volte era inutile, e un semplice “mi dispiace” non sarebbe servito a farlo sentire meglio. Così mi limitai ad abbracciarlo, mentre le lacrime iniziavano a scendere sulle sue guance candide.
Yoongi mi strinse forte, e abbandonò il capo sulla mia spalla, continuando a piangere. Rimanemmo così a lungo, mentre il suo corpo stretto tra le mie braccia veniva scosso da singhiozzi silenziosi.
 
Quando si calmò, si tirò su lentamente, ed io gli passai subito un fazzoletto. Yoongi si asciugò la faccia e gli occhi arrossati, girandosi dall’altra parte.
 
«Non puoi fartene una colpa… lo sai, vero?» mormorai, dolcemente.
 
Yoongi annuì, tirando su col naso, poi riprese il telefono per scrivere.
 
Sai, con il tempo mi sono abituato al fatto che non parlavo più.
Mi ero convinto che parlare fosse una cosa assolutamente inutile.
Forse hai dato per scontato che io parlassi per iscritto anche
con gli altri, come ho sempre fatto con te. In realtà non lo facevo
più di tanto, soprattutto all’inizio, quando avevo appena smesso
di parlare. Scrivevo al massimo una frase per volta, e solo quando
era proprio necessario, ad esempio se mi facevano delle domande.
Anzi, a volte non rispondevo nemmeno a quelle.
Poi però ho conosciuto te, e ho cambiato idea.

 
Lo guardai, stupita. «Hai cambiato idea? Però, ancora non parli» constatai, piegando la testa di lato.
 
No, infatti. Come ti ho detto, ho iniziato a cambiare idea.
Tu sei sempre così diretta, dici tutto quello che ti passa per la mente,
incluse le tue idee assurde, tipo quella del carrello. Sì, finalmente
lo ammetto, mi è piaciuta l’idea del carrello.
Ad ogni modo, non hai paura di essere giudicata, e non ti vergogni
a mostrare i tuoi sentimenti. Ogni volta che c’era un minimo segnale
di affetto tra di noi, ero sempre io quello che si imbarazzava, mentre
tu eri sempre tranquilla, e facevi sembrare tutto così naturale, così facile.
Non te l’ho mai detto, ma adoro ascoltarti, e ogni volta che mi raccontavi
una delle tue storie, mi facevi tornare la voglia di parlare.
Volevo raccontarti anch’io tante cose, ma anche se stavo cambiando idea,
non riuscivo ancora a dire niente ad alta voce.

 
«Perché no?» chiesi dolcemente, accarezzandogli un braccio, mentre lui continuava a scrivere.
 
C’era ancora qualcosa che mi bloccava. Pensavo che forse mi stavo
sbagliando. Pensavo che forse stavi con me solo perché eravamo
bloccati al 26 settembre, e non avevi altra scelta. Siamo stati entrambi
costretti ad allontanarci da tutti gli altri, dai nostri amici, perché
non facevano altro che ripetere sempre lo stesso copione. Se provavi
a cambiare argomento, funzionava per un po’, ma poi finivano tutti per
raccontarti le stesse cose che avevi già sentito. Così non avevamo molta
scelta, se non stare l’uno con l’altra. Eravamo le uniche due persone
consapevoli della situazione, e ho pensato che stessi con me solo per quello.

 
Guardai Yoongi, a bocca aperta. «Sei serio?» esclamai, incredula. «L’hai appena detto tu stesso, che sono sempre diretta e sincera. Ogni singolo sorriso che ti ho rivolto, ogni parola che ti ho detto era sincera. Se ho passato tutto questo tempo con te, è perché mi piace stare con te. Punto».
 
Yoongi mi guardò negli occhi per qualche secondo, esitante. Aveva ancora gli occhi un po’ arrossati, ma c’era anche il vago accenno di un sorriso sul suo volto. Socchiuse le labbra un paio di volte, per poi richiuderle, ed io trattenni il fiato. Alla fine ci riuscì. Aprì la bocca, e per la prima volta disse qualcosa.
 
«Tess…» pronunciò il mio nome con voce flebile, appena udibile. La sua voce era bassa, come me l’aveva descritta, e aveva il suono rauco, graffiante, di chi non parla da tanto tempo.
 
Nel sentire quell’unica parola, sentii le lacrime salirmi agli occhi, e gli gettai d’impulso le braccia al collo, stringendolo forte.
 
«Non ci posso credere, hai parlato» mormorai, emozionata, contro la sua spalla, mentre le lacrime mi bagnavano le guance.
 
Yoongi ricambiò l’abbraccio, e lo sentii schiarirsi a fatica la gola. Evidentemente, aveva difficoltà a parlare dopo essere stato in silenzio così a lungo, ma si stava sforzando.
 
«Non avevo finito…» disse, stavolta in un tono più alto e facilmente udibile, anche se la sua voce era ancora roca e affaticata. «Anche a me piace stare con te».
 
«Questo lo sapevo già» mugugnai, ridendo, contro la sua spalla. «Ma non sai quanto sono felice che tu me l’abbia detto».
 
 
*
 
 
Eravamo ancora seduti lì, sul bordo grigio della pista, con le gambe che penzolavano nel vuoto. Non avevo idea di quanto tempo fosse passato. Forse mezz’ora, forse più di un’ora, non aveva importanza. Yoongi parlava, e contava solo quello. Non volevo che si affaticasse troppo, perché le sue corde vocali erano chiaramente fuori esercizio, ma lui voleva parlare. Così gli avevo lasciato dire tutto quello che voleva.
 
Dopo che si era sfogato, eravamo di nuovo in silenzio. Ci tenevamo per mano, le dita saldamente intrecciate, e la mia testa era poggiata sulla sua spalla.
 
«Yoongi» dissi, rompendo di nuovo il silenzio. «Alla fine, non abbiamo scoperto perché continuava ad essere il 26 settembre… secondo te, cosa voleva dire?».
 
Ci fu un attimo di silenzio. «Non lo so, forse non voleva dire niente» rispose Yoongi. «Però, mi piace pensare che il tempo si sia fermato apposta per noi».
 
Rimasi in silenzio, riflettendo sulle sue parole. «Sai, credo che tu abbia ragione» dissi, mentre un sorriso si faceva strada sul mio volto. «Forse non saremmo mai finiti insieme, se il tempo non si fosse bloccato. So che è un’idea un po’ sdolcinata, ma sembra davvero che tutto questo sia accaduto apposta per far sì che noi due ci innamorassimo».
 
Per una frazione di secondo, sentii la spalla di Yoongi irrigidirsi sotto la mia guancia.
 
«Stai dicendo che sei innamorata di me?» chiese, dopo un po’.
 
«Certo» risposi. «Non l’avevi ancora capito?» lo presi in giro, ridendo.
 
«Certo che l’avevo capito» ribatté Yoongi, stizzito. «Ma non sai quanto sono felice che tu me l’abbia detto» aggiunse in tono serio, ripetendo le mie parole di prima.
 
Poi posò le dita sotto il mio mento, costringendomi ad alzare la testa dalla sua spalla, e mi baciò come se fosse la prima volta.








 
Come avrete intuito, siamo arrivati alla fine della storia (*sigh*)
Sinceramente, sono un po' triste che sia finita...
è la fanfic più lunga che io abbia mai pubblicato finora, e dopo tutto questo tempo,
mi ero affezionata alla storia e ai vostri commenti <3
Ok, ora la smetto con i saluti strappalacrime xD
Come sempre, vi invito a dirmi cosa ne pensate! Come vi è sembrato questo finale??


Piccolo off topic: mi piacerebbe sapere il vostro parere anche su un'altra cosa...
mi è venuta un'idea per un'altra fanfic che avrebbe come protagonisti tutti i membri dei Bts.
Si tratterebbe però di una storia abbastanza diversa da quelle che ho scritto finora...
in altre parole, non sarebbe una storia d'amore, bensì una sorta di thriller psicologico.
Insomma, una storia abbastanza dark, incentrata su un mistero da scoprire.
Non avendo mai scritto niente del genere, non ho idea se io sia davvero in grado di scriverla,
né se possa interessare a qualcuno...
quindi niente, se vi va, fatemi sapere se una storia simile potrebbe interessarvi!

Vi ringrazio un'ultima volta per tutto il supporto che mi avete dimostrato in questa fanfic! <3
Un bacio,
Sugakookie



 
 
 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Sugakookie