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Autore: effy_14    04/10/2018    5 recensioni
" La memoria del dottore era stata onorata, la ragazza che aveva soccorso stava sempre meglio e lui, beh lui era ufficialmente diventato un pirata."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chopper, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Buon giorno a tutti!!
Come va??quanto tempo…..più di un mese….come passa è!?…non ci sono più le mezze stagioni!
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Ok la smetto!!
Io non posso fare altro che chiedere scusa e dire che, purtroppo per voi e per me, non mi sono nemmeno accorta del tempo che è passato!! =(
Ormai chi mi segue sarà abituato alle mie sparizioni improvvise, ma io non smetto di chiedere scusa e assicurare che non lo faccio apposta e che a voi ci penso, sempre, tutti i giorni!!
Detto questo, vado a presentare un altro capitolo della mia storia, ambientato dopo Alabasta, quando in scena entra Robin, che porterà non poco scompiglio.
Grazie mille a tutti quelli che lasceranno un loro parere ma anche a tutti quelli che leggono in silenzio, per me siete importantissimi!!
Buona giornata
Un abbraccio virtuale
 
Effy
 
 
 
 
 
 
Erano partiti da Alabasta da poche ore. Non aveva avuto il tempo di pensare troppo alla separazione dalla cara Vivi e dal simpatico Karl, che subito altre emozioni gli avevano invaso il corpo.
Prima paura, poi curiosità e infine allegria: per quello strano siparietto che si era creato tra lui e il capitano che, grazie al potere della nuova arrivata, aveva iniziato ad imitarlo.
Ora però, seduto al tavolo della cucina accanto alla misteriosa donna che si era unita alla loro ciurma, aveva preso un attimo di tempo per valutare la situazione in modo più razionale possibile.
Come aveva già fatto con tutti i suoi compagni, iniziò ad analizzare l’odore di Robin. Sapeva di libri antichi, di storia e di malinconia, tanta malinconia. Dalla storia che aveva raccontato in effetti non ci si poteva aspettare altro: una vita passata a scappare, ad non avere nessuno al mondo, sola con se stessa sin da bambina.
Alzò lo sguardo sui suoi compagni, quasi tutti nella sua stessa stanza e pensò che, anche se non conosceva il passato di tutti, si poteva dire che “soli” lo erano stati in parecchi, anche se per un piccolo periodo, almeno fino a che non si erano trovati l’uno con l’altro.
Il rumore della porta che si apriva lo fece voltare. Un imbronciato Zoro era entrato in cucina con passo pesante, una coperta in mano e il viso scuro più del solito.
Lo vide sedersi come sempre vicino a Nami e notò che la stessa, dopo avergli dato una leggera gomitata per richiamare la sua attenzione, lo guardava con fare interrogativo, come a chiedere quale fosse il motivo di tanto malumore. Ma lui, per tutta risposta, anzi che paralare, aveva scoccato un occhiata veloce  a Robin, seduta a leggere nella parte opposta alla sua, confondendo ancora di più la rossa. La vide prendere fiato per dire qualcosa ma l’urlo disumano del capitano che reclamava la cena la bloccò.
- Smettila di urlare brutto bifolco, non vedi che ci sono delle signore nella stanza! Siediti al tuo posto e porta pazienza ancora un paio di minuti. – rispose Sanji cercando di farsi passare la voglia di prenderlo a calci. Da quando Robin era arrivata quel pomeriggio, il cuoco aveva cominciato a comportarsi in modo strano, era educato con tutti e non aveva mai alzato la voce una volta. Persino il suo odore era mutato, sembrava più impostato. Aveva avuto pochi dubbi però su questo cambiamento in quanto Usupp, probabilmente ignaro di star rispondendo alle sue domande interiori, aveva commentato il tutto con il fatto che, da bravo donnaiolo quale fosse, stava facendo di tutto per risultare attraente.
Così, incuriosito da quella spiegazione data involontariamente dal compagno, si era messo ad osservare le varie reazioni della ciurma al nuovo ingresso della giornata.
Il capitano da subito si era dimostrato fiducioso e sicuro di quello che stava facendo, in lui non trasparivano cambiamenti, quali dubbi o altro, per lui era il normale arrivo di un nuovo compagno di avventura.
Il cuoco, come già detto, si era impostato al meglio per cercare di fare colpo sulla bella archeologa.
Le sensazioni sue, di Usupp e di Nami invece erano state pressoché le medesime: paura e angoscia prima, tranquillità e curiosità poi, per finire con il dare piena fiducia al proprio capitano e quindi calmarsi.
L’unico che non aveva mutato odore da quando l’avevano vista e sentita parlare per la prima volta era Zoro. Anzi, l’aroma si era reso ancora più forte, come a voler marcare il territorio, alzano una specie di barriera invisibile nei confronti della nuova arrivata.
Beh, ora che ci pensava, forse non così invisibile. Per tutto il giorno infatti, Robin, aveva provato ad avvicinarsi a lui, parlargli, cercare di fargli cambiare idea, gli aveva persino portato la coperta che teneva tra le mani appena entrato in cucina; ma lui: nulla! Impassibile e impenetrabile.
Fondamentalmente non si fidava di lei, ma non aveva protestato alle scelte del suo capitano, come un bravo pirata fa. Si chiese se con il tempo le cose sarebbero cambiate: gli dispiaceva per lui, per lei e anche un pochino per Nami, che involontariamente si era ritrovata turbata da questo suo comportamento. La vedeva infatti lanciare sguardi di soppiatto al verde tra un boccone e l’altro. Cercava un contatto con lui, che però non sarebbe arrivato. Le iridi dello spadaccino infatti non facevano altro che scrutare la nuova arrivata, studiando ogni suo movimento e cercando di captare ogni segnale. Si poteva dire che stesse aspettando solo un suo passo falso, per poter dare ragione ai suoi dubbi.
- Allora mia cara, parlaci ancora di te! In quanto archeologa saprai un sacco di cose sugli oggetti antichi e di valore. -
La voce profonda e impostata del cuoco lo distrasse dai suoi pensieri. Vide la donna accanto a lui finire elegantemente il boccone che aveva già portato alla bocca, per poi sporgersi in avanti e cominciare a parlare.
- Beh diciamo che, in quanto appassionata di storia e molto curiosa di natura, ho sempre cercato di imparare il più possibile da ogni esperienza vissuta; e si: ho imparato a riconoscere un oggetto pregiato al primo sguardo. Come ad esempio quella. -
Tutta la ciurma si ritrovò a seguire la traiettoria che il dito puntato della mora aveva segnato, portando alla loro attenzione la spada bianca che Zoro teneva legata al fianco. Questo, con un gesto istintivo e automatico al tempo stesso, aveva subito parato l’elsa con la mano, come a volerla proteggere.
- Una Wado Ichimonji se non erro. Ovvero una O Wazamono, e quella che personalmente ho sempre ritenuto la più bella. Un oggetto del genere non solo è antico, ma anche molto pregiato. – continuò la mora – Anche se, ora che osservo meglio, anche gli altri fendenti non sono da meno. Quella è la Sandai Kitetsu giusto? -
Vide il verde assottigliare lo sguardo nella sua direzione, indeciso se darle corda o meno. – Si è lei. Ma tu come fai a conoscere le spade? –
- Te l’ho detto: sono curiosa e mi piace sempre imparare cose nuove, ma tranquillo non sono affatto quelli i tesori che cerco nel mio viaggio. – rispose senza scomporsi Robin – Solo se mai vorrai delle informazioni non esitare a chiedere: se ti posso essere utile. -
Il discorso si chiuse così, bloccato dai mellorine di Sanji che sottolineava quando fosse intelligente e bella la nuova compagna e portando tutti a continuare la loro solita chiassosa cena; o almeno questo era quello che si vedeva dal fuori.
Per Chopper, quello che successe nei pochi secondi dopo la fine della piccola conversazione tra i due compagni, fu curioso e malinconico allo stesso tempo.
La curiosità era dovuta al fatto che il cambio di odore che aveva avvertito non era per nulla simile a quelli che aveva sentito fin ora, per lo meno non dalla persona dalla quale era partito.
La malinconia provata, invece, arrivava dal fatto che, anche se non conoscesse ancora il significato di quel repentino cambio, non poteva di certo attribuirlo a qualcosa di felice.
E la cosa che più lo straniva, in questo suo ragionamento, era che, tutto quel turbinio di sensazioni, non erano arrivate da nessuno dei due compagni protagonisti del discorso, ma bensì da Nami, che apparentemente non c’entrava nulla.
Aveva notato il palese interesse della rossa per il comportamento di Zoro verso la donna seduta al suo fianco, ma pensava che lo stesso, che traspariva di preoccupazione, fosse dovuto al fatto che gli spiacesse che i due non andassero d’accordo, come tutti loro.
Poi però, dopo che Robin aveva aperto il discorso spade, dimostrandosi disponibile ad eventuali richieste del verde, e che quest’utlimo, con uno dei suoi deboli ghigni e alzata di spalle, avesse dimostrato di apprezzare, almeno in parte, questa sua offerta, l’odore di Nami era sprofondato.
Era diventato confuso, spaesato e infinitamente triste. Aveva poi notato il suo sguardo quasi spaventato per quel loro avvicinamento. Il tutto era successo in davvero pochissimo tempo. Una questione di secondi, che non avrebbero dato il tempo a nessuno di capire, nessuno tranne lui.
Chopper era stato catturato all’instante dal cambio di umore della rossa ed anche ora che tutto sembrava passato non poteva fare a meno di guardarla e chiedersi perché i suoi occhi si fossero abbassati di colpo al piatto e la sua fame fosse sparita.
Si guardò intorno e ciò che vide confermò quello già sapeva: nessuno si era accorto di nulla. Perfino Zoro, che da quello che aveva potuto capire, sembrava poter captare i cambiamenti della compagna, continuava a mangiare tranquillo, anzi quasi più sereno di prima.
Buttò nuovamente gli occhi su Nami, nel momento esatto in cui la ragazza alzava lo sguardo, trovandolo fisso nel suo, e il cuoricino gli si intristì ancora di più.
Cercò di fare uno dei suoi migliori sorrisi per poterla tirare un pochino su, come a dire: “si, io lo so, ma va tutto bene.” La rossa sembrò capire perché rispose con un sorriso, certamente più mesto, ma pur sempre sincero.
Per tutto il resto della serata parlò con lei, dei più e del meno, cercando di distrarla e di fargli tornare il suo profumo, che lui adorava, ma non ci riuscì mai del tutto.
Si fece spiegare la nuova rotta da mantenere, raccontò delle erbe che aveva riportato da Alabasta, cercando di farle scordare almeno un pochino quel suo turbamento, che ad occhio nudo non poteva essere visto, ma che lui avvertiva come un pugno nello stomaco.
Le chiese persino se avesse voglia di leggergli una fiaba prima di andare a letto, cosa che aveva fatto sempre volentieri, ma questa aveva rifiutato gentilmente, dichiarando di aver delle cose importanti da sistemare nel suo ufficio e che probabilmente avrebbe passato li la notte.
Ci rimase un pochino male per quel rifiuto, ma cercò di non darlo a vedere, magari lavorare l’avrebbe distratta e fatta stare meglio.
La salutò per la buona notte chiedendogli se, il giorno dopo, le servisse una mano per finire di sistemare l’arredamento dell’ufficio, in fase di ristrutturazione per alcuni mobili che le aveva costruito Usupp. Questa dopo avergli fatto un buffetto dolce sulla testa, lo aveva ringraziato e dandogli appuntamento per la mattina seguente.
Di certo la piccola renna non poteva sapere che l’indomani, molte cose, sarebbero state decisamente più chiare hai suoi occhi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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