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Autore: Xandalphon    09/10/2018    1 recensioni
ATTENZIONE! Questa è una storia scritta a quattro mani, da Lullaby1992 e Xandalphon.
Al villaggio del vortice avviene un furto, dalla grande biblioteca vengono sottratti importanti rotoli contenenti una potente tecnica di sigillo. Meno di un mese dopo una chunin di Konoha, Rin Nohara viene catturata e un cercoterio sigillato al suo interno, con le inevitabili conclusioni.
Ora il villaggio del vortice accusa, sebbene non direttamente, Konoha del furto, e Hiruzen manda una squadra ad investigare, irritando ulteriormente la Tsunamikage che interpreta il gesto come se gli avessero dato dell'incapace. Tra tensioni crescenti e un irritante squadra di ragazze.. riuscirà la squadra a portare a termine le indagini senza causare un pericoloso incidente diplomatico?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genma Shiranui, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Raido Namiashi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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53) Caduti dalle nuvole

Samui partecipò con fare distratto all'ennesima sfuriata del Raikage, che tanto per cambiare stava facendo a pezzi del mobilio, e s'appuntò già mentalmente che avrebbe di nuovo dovuto chiamare il tappezziere e il vetraio... Anche se c'era ancora qualche speranza che almeno il secondo non fosse da chiamare. Per il momento le bellissime vetrate che davano sul villaggio della nuvola dell'ufficio del Raikage erano ancora intatte. Per ora...
Darui e Shi rimasero in attesa della fine dell'impeto di rabbia di Ay, erano da poco stati promossi a guardie personali dell'omone, ma avevano già fatto il callo alle abitudini del collerico Raikage. E comunque, già se lo aspettavano, dato che al cambio di leva, le precedenti guardie, prima che venissero destituite a favore dei due giovani, li avevano avvertiti. Poi, in fondo, il sangue non è acqua: anche il terzo Raikage non era da meno, a quanto dicevano.
“Un altro carico! Di nuovo!” sbuffò Ay.
“Di nuovo il paese delle risaie?” chiese Darui senza scomporsi troppo.
“Viene quasi da chiedersi se non ci stiano prendendo per idioti.” commentò Samui.
“No, il capo del villaggio è troppo codardo per mettersi contro un paese potente come il nostro. Gli è più facile leccarci i piedi che provare a 'fare il furbo'. Dietro c'è qualcun altro. Tanto più che l'ultima volta che gli ho chiesto spiegazioni, quasi se la faceva nelle mutande.” commentò Ay, che era troppo spesso impetuoso e impulsivo, ma non di certo stupido.
“Il villaggio delle risaie gode esclusivamente di due cose a suo favore: l'eccezionale fertilità del suolo, che consente ampi raccolti, e la posizione strategica che gli permette di commerciare con diversi paesi maggiori, come appunto il paese del fuoco e del fulmine. Ma non hanno una potenza militare. Non gli conviene prendere parte alle guerre: si troverebbe schiacciata su più fronti prima ancora che possa fiatare.” snocciolò la situazione Shi.
“Quindi andando per esclusione... ci deve essere qualcuno che ci sta mettendo lo zampino.” sospirò con fare annoiato Darui... Che palle, gli sarebbe certamente toccato del lavoro extra, se lo sentiva!
“Già. E chi non ci guadagna se non quei dannati ninja della foglia?
Sanno benissimo che noi di Kumo non siamo autosufficienti dal punto di vista alimentare. Il nostro villaggio sorge in una postazione particolarmente strategica, ma per conformazione anche poco fertile... dato che siamo troppo in quota e su della roccia, senza contare che è inverno per 6 mesi l'anno qui.” commentò Samui con un tocco di stizza. Odiava il freddo. Ed era il lato più negativo che trovava nella sua madre patria.
“Potrebbero essere anche quelli del vortice... Non sono troppo distanti dalle risaie e da sempre parano in culo a Konoha, impedendoci attacchi diretti in quella direzione, dato che si trovano sulla traiettoria.” provò a indovinare anche Shi.
“Concordo nel dire che gli Uzumaki sono sempre state delle belle gatte da pelare, con i loro dannati sigilli... Tra l'altro mi sembra che il terzo abbia lasciato attiva una ricompensa per coloro che ne catturano uno vivo da poter studiare. A questo punto mi pare ovvio: dobbiamo mandare una squadra a investigare.”
Non fece in tempo a terminare che sbucò (sfondando la porta) un tale con una sciarpetta bianca e diverse spade appese alla schiena, un tatuaggio blu sulla spalla e uno sotto l'occhio sinistro.
“Wee! Ci penso io!”
“No! Ne abbiamo già discusso. E se ci sono di mezzo i Konohani è più che mai meglio che tu ne stia fuori... Loro, che con la loro dannata volpe si sentono tanto superiori.”
“La volpe non sta simpatica neanche a me,
ma tirarmi indietro mio modo di fare non è.
Io e otto bello ci vogliamo andare,
e contro il nemico ci possiam scatenare! Yo!”
“Risparmiami il tuo rap da strapazzo. Non ci andrai!”
“Lord Raikage... chi vorresti mandare?” intervenne Samui per anticipare la prossima rappata di Bee.
“Mh, Darui, sarai tu il capitano, e Shi tu lo accompagnerai... E...”
Killer Bee non era solito a fare moine ma cercò di tirare fuori la migliore espressione da cane bastonato/implorante che gli riuscisse. Se funzionava, meritava la pena di provarci.
Samui intervenne per cercare di fare ragionare i due 'fratelli' prima che si mettessero a litigare.
“Ehm, Lord Raikage... si potrebbe mandare Bee con loro.” tentò.
“Samui! Anche tu! Non ti ci mettere o...”
“Il paese delle risaie è decisamente vicino, possono ritirarsi in tutta fretta se ne avessero bisogno e poi sono in pochi a essere in grado di tenere testa a Bee: se i konohani sono una quadra d'infiltrazione, non possono matematicamente essere sufficienti a causare un serio problema ad una squadra di tre elementi come Bee, Darui e Shi”
e sarebbe una buona occasione per far mettere un po' il naso fuori al povero Killer Bee. La reclusione può essere plausibile per proteggere la piccola Yugito, che è solo una bambina, ma non per un ragazzone ormai grande e vaccinato. Ma quello lo pensò senza dirlo.
Vide il Raikage rifletterci un momento e per dei lunghi, terribili istanti rimase in sospeso. Dato che il suo volto era imperscrutabile, non riusciva a capire se stava valutando la sua idea, o se stava solo pensando a come pestarla meglio per aver insinuato tali sediziose idee.
Poi sbuffò e con un “Eh, va bene!” fece fare un sospiro di sollievo a tre dei presenti, mentre il quarto esclamò un “Evvai! Devo scrivere un enka-rap per commemorare l'evento!” e se ne partiva con un taccuino e la matita in mano.

***Kakashi***

Inazuma si stava preparando alla battaglia.
Continuava a sferzare l'aria con Nuibari, saggiandone i movimenti, con scatti nervosi. E comprendevo la sua tensione. A parte la missione in sé, era tesa per via del fatto che era la prima volta che si metteva in gioco come spadaccina. Ma ci doveva essere anche qualcos'altro. Una come lei non si faceva saltare i nervi per così poco.
Dunque la raggiunsi nella radura poco distante dall'accampamento dove si stava esercitando. Fendente, affondo, ritirata. Colpo di punta, ritirata. Laterale, schivata, e decapitò un uomo invisibile.

Era uno spettacolo a vedersi. Nonostante la tensione che pervadeva il suo corpo si era allenata quel tanto che bastava perché i suoi movimenti rimanessero comunque fluidi e sinuosi.
Usava solo una mano per dirigere la spada. Lo faceva di proposito, dato che aveva voluto allenarsi così per potersi tenere l'altra mano libera per combattere, lanciare all'occorrenza shuriken, kunai o altri oggetti.
E Nuibari, pur avendo un buon allungo, era una spada sottile, leggera e agile che si prestava bene a quello stile di combattimento: veloce e versatile.
Si adattava bene anche alla sua forma fisica, erano ben accordati... spadaccina e spada. Entrambe esili.

Pensi di restare lì a fissarmi ancora a lungo?” mi chiese senza smettere di muoversi.
“In verità ero io che stavo aspettando che sputassi il rospo. Non che mi dispiacesse lo spettacolo...” commentai, appoggiandomi ad un albero lì vicino.
Un vago rossore le colorì appena le guance, ma fece finta di nulla e disse: “Che rospo?”
“Ina... l'avere lo Sharingan non ti dà automaticamente il titolo di 'osservatrice indiscussa'. C'è qualcosa che non ti convince in questa missione, o sbaglio?”
Gonfiò le guance in un gesto di stizza che però smentì con un mezzo sorriso subito dopo, e si fermò a riporre la spada.
“Peccato, avevi un buon movimento di fianchi.” le lanciai la battuta la solo scopo di vederla di nuovo arrossire un poco e lanciarmi una di quelle occhiate un po' bieche, come se fosse indecisa se insultarmi o ridere anche lei.

Era sempre piuttosto pericoloso stuzzicarla così, specialmente quando aveva ancora in pugno un'arma leggendaria che sapeva usare con incredibile abilità, considerato che la maneggiava da pochissimo. Però per qualche perverso e masochista senso di spericolatezza era bello vedere le sue gote colorarsi e sentire come rispondeva alle provocazioni.
Era anche quello un modo per conoscerla meglio, per approfondire il legame che c'era.
Mi lanciò un occhiataccia a metà tra un ammonimento e uno sguardo pieno di stupore. come se non si aspettasse che tirassi fuori una cazzata del genere in un simile frangente.
Attesi che rispondesse.

Pensavo ti stessi preoccupando della missione...” disse solo infine.
“Infatti lo sto facendo, e ti sto chiedendo cosa ti turba.”
“Data la battuta avrei detto che il tuo interesse fosse catalizzato altrove...”
“I privilegi di avere un buon QI. Riesco a pensare a due cose contemporaneamente... e poi ehi! Sarò un ninja, ma dato che qualcuno ha avuto la cortesia di dirmi che non sono solo un'arma, si becca anche l'altra metà della medaglia. Sono anche un uomo e, sarò mezzo cecato, ma l'occhio che mi rimane ci vede piuttosto bene e certe cose le nota, sai?”
Lei inaspettatamente rise.

È il discorso più strano che ti abbia mai sentito dire!” disse ghignandosela.
“Ritornando all'argomento principale... Allora?” chiesi.
“Secondo me Mei non ci sta dicendo tutto.” se ne uscì a bruciapelo lei.
“Pensi possa tradirci?” chiesi già sul chi va là.
“No, non quello. Non in quel senso, non fraintendermi. Le siamo troppo utili per potersi permettere di pugnalarci alle spalle. Quello che penso è che conosca uno dei bersagli, che ci sia... Del personale, ecco, oltre alla missione in sé.”
“Quindi dobbiamo guardarci dai colpi di testa di miss Nebbia?” chiesi usando il soprannome che gli aveva affibbiato Yuki.
Annuì.

*******

Rientrando al campo e osservando la situazione, Inazuma decise che quella sera doveva essere successo qualcosa perché dovevano esserci troppo ormoni che giravano nell'aria.
Prima Kakashi che se ne usciva con battute di solito più consone ad un tipo come Genma, poi notò che Genma e Yuki erano davvero troppo appiccicati e stavano osservando a loro volta con un sorriso che illuminava il volto di Yuki la scena di Chichi che tentava di avvicinarsi al malcapitato Raido.
Ma che avevano stasera tutti?
Kakashi mi circondò la vita con un braccio e mi mormorò all'orecchio: “Guarda un po' più in su a ore tre.”
Feci appena in tempo a vedere una visione magnifica e terribile.

Nacchan, a millemila metri di distanza con il suo arco lungo completamente teso, e, grazie alla mia buona vista vidi anche che aveva un sorriso che le apriva il volto.
Era una visione magnifica perché Nacchan era sempre uno spettacolo da guardare quando tendeva il suo arco. Sembrava l'eroina di una qualche leggenda. Meravigliosa e pericolosa.
Terribile perché lì per lì pensai che stavamo per perdere un membro del team di Kiri.

Oh porca...” iniziai a dire.
La freccia si conficcò a pochissima distanza dal naso di Chichi, facendole fare uno strillo acuto e una capriola all'indietro.
Raido comprese solo ora la situazione e si spalmò una mano sulla faccia.
“Nadeshiko, per favore...” tentò di salvare la situazione.
Un'altra freccia si abbatté in mezzo alle gambe della malcapitata, che rimase immobile diventando completamente bianca.
Altre quattro frecce volarono in rapida successione.
Due si conficcarono nella stoffa sopra le braccia, due, di striscio di fronte ai piedi.
L'ultima le volò così vicino alla testa che le recise anche un paio di capelli.
Dico l'ultima perché fu la goccia che fece traboccare il vaso... Chichi svenne.

Non che mi dispiacesse troppo per lei. Un certo senso d'irritazione l'avevo provato anche io quando era stata nel periodo pro-Kakashi, prima che passasse poi al povero Raido, però ne ero stata toccata meno delle altre due, dato che sapevo che da quel senso, con Kakashi ci andavo con i piedi di piombo. Si sarebbe scavato la fossa da solo, prima di stare con una di Kiri, a prescindere da tutto. Non si fidava ed era astioso con i ninja della nebbia.
Gli imputava ancora la morte di Rin, e la ferita era ancora troppo recente perché li trattasse anche solo con un poco più di imparzialità.
Quindi Nacchan si degnò di avvicinarsi, con un'espressione estremamente serafica in viso, come se non avesse fatto nulla di più interessante che darsi una scrollata ai vestiti per togliere la polvere.
“Era proprio necessario?” chiese Raido.
“Assolutamente sì.” dissero per una volta loro due in coro, Nadeshiko e Yuki.

Risi a quella strana coincidenza.
“Dite che avrà capito la lezione?” chiese innocentemente Nacchan.
“Io di certo ho capito una cosa: se mai avessi un'altra rompiscatole che mi ronza intorno le consiglio di andare a tampinare Raido... E poi mi prendo i pop corn.” disse Genma.
“Beh, ora che la 'punizione divina' si è abbattuta, direi che hanno capito che non si scherza con l'angelo di Uzushi” commentai io.

  
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