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Autore: arwensil    12/07/2009    2 recensioni
Il vento gelido le scompigliò I capelli e le fece lacrimare gli occhi. Camminava tremando sulla neve, affondando I piedi sul fitto manto bianco. Una mano, appena più calda dell'ambiente circostante, le strinse il polso. Era arrivato, come sperava. ' Sei qui.' mormorò lei, sollevata. ' Dove altro potrei essere?'
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa ff è frutto della mia fantasia, i personaggi appartengo a J.K Rowling e a lei bisogna dire: Grazie!
A una donna straordinaria,
che a suo modo mi ha insegnato ad essere quello che sono.
Mi manchi, ma già lo sai.




OPPRESSIVE RESPONSABILITA'.


<< Such guilt to love the most. >>
<< Quale Colpa amarti più di tutto.>>
EMILY DICKENSON


' Ci credi? '

' Si, maledettamente si!'

' E allora COMBATTI !' urlò Lucius Malfoy scagliando una maledizione senza perdono verso il ragazzo biondo di fronte a sè, suo figlio.

Non si poteva non notare che Draco era cresciuto molto bene, non tralasciando I tratti così riconoscibili dei Malfoy; occhiaie profonde, capigliatura biondo cenere e occhi di ghiaccio.

Oltre allo sviluppo fisico, Draco andava migliorando sempre di più nel duello, soprattutto grazie al suo insegnate, suo padre.

Il signore Oscuro non si sarebbe più fermato e I Malfoy dovevano stare al passo, più veloci che mai.

'Protego!'- rispose il figlio, scostandosi dalla maledizione.

Lucius Malfoy abbassò la bacchetta, inchinandosi davanti alla bravura del figlio.

' Molto bene Draco, molto bene. Appena metterai piede a Hogwarts non ti insegneranno nulla di tutto questo.'

' Lo so padre, ed è per questo che voi me lo avete insegnato' ribattè il figlio composto.

' Bene Draco, puoi andare a preparare le valigie' e così dicendo, Lucius Malfoy mandò suo figlio in camera.

Pochi giorni e il Signore Oscuro si sarebbe mosso, ancora non credeva quale privilegio sarebbe stato dato al suo giovane Draco.



I passi leggeri di Draco Malfoy all'interno della sua camera erano l'unica cosa che gli risuonava familiare dopo anni e continuò a bearsene.

La sua stanza era come sempre in un ordine perfetto e rigoroso, come la sua famiglia e sua madre Narcissa imponeva; non vi era nè polvere, nè insetto che potesse rovinare quel quadro di perfetto ordine.

Ma Dracò non era così, lo sentiva nelle viscere. Era un ribelle costretto ad un'apparenza che non gli apparteneva.

Aveva paura, in quel periodo più che mai.

Suo padre lo teneva in continuo allenamento all'interno di Villa Malfoy e lo costringeva a vedere le scene più cruente. Non avrebbe potuto sopportare ancora tutto questo e per la prima volta si ritrovò a rallegrarsi dell'imminente arrivo a Hogwarts.

Con un colpo di bacchetta infilò le sue cose nella valigia, nera, laccata ed impeccabile; si diresse verso la porta, dando un ultimo sguardo alla sua stanza. Diede un respiro profondo e si incamminò.

Hogwarts non aspettava, nemmeno un Malfoy.


Il rumore assordante dell'espresso impedì a Lucius Malfoy e a sua moglie di comunicare con il figlio, così si limitarono a salutarlo con un cenno della mano mentre saliva ,per il suo 6 anno, sull'espresso 9 e ¾ diretto ad Hogwarts. Narcissa Black era una donna molto alta con un portamento innato ma dalla lacrima facile, una caratteristica che emergeva nelle situazioni più struggenti come quella.

Gli innumerevoli anni passati al finaco di Lucius le avevano forgiato il carattere sì, ma non l'avevano cambiata nel profondo. Era rimasta sempre la stessa, adorabile e precisina madre di Draco, quel suo unico figlio che amava più di ogni altra cosa al mondo e per cui avrebbe dato la vita. Non importava se suo marito era un Mangiamorte e la loro famiglia una delle più devote al Signore Oscuro, quelle erano scelte non dettate dal cuore.



Liberatasi dai suoi vestiti babbani e, doveva ammetterlo, di seconda mano, Hermione Granger tese le mani verso la sua divisa di Grifondoro. Non aspettava altro che quel momento da tutta l'estate.

Di problemi ce n'erano stati molti, ma nulla come l'odore di libri scolastici e della sua divisa poteva farglieli dimenticare in un lampo. Si accontentava di poco, così era stata abituata.

' Hermione!'

Una voce la fece sobbalzare e voltare all'improvviso. Era Harry, doveva aspettarselo.

Non ci pensò un secondo e lo abbracciò forte,costringendolo a tacere e a lasciarla parlare.

' In ritardo, come sempre. ' lo canzonò la Granger, sedendosi accanto a lui.

' Lo sai che non mi smentisco mai. Come sono andate le vacanze alla Tana?' chiese Harry, ansioso di farsi raccontare dei buffi avvenimenti che tutti gli anni occupavano le 2 ore di viaggio verso Hogwarts.

' Tieniti forte, ne sentirai delle belle.' disse, pronta a raccontare; però Un rumore assordante fece girare entrambi nel momento cruciale; si guardarono e mormorarono insieme : ' Ron'.

Sì, era proprio lui. Ronald Weasley attraversava in fretta il corridoio per raggiungerli. I suoi capelli color carota e la sua risata erano I suoi tratti inconfondibili e non potevano sbagliarsi, nessuno faceva più baccano di lui.

Hermione e Harry si spostarono leggermente per lasciare che Ron entrasse e posasse la valigia nello scompartimento; quando, con grande fatica compì l'impresa, li raggiunse e li salutò.

'Che mi sono perso?' chiese con respiro affannoso.

' Oh, sei arrivato giust'intempo per sentire la tua disavventura con gli schroccoorecchi'

' Scrocco che?' chiese Harry divertito.

Tutti e tre sapevano che, qualunque cosa sarebbe successa quell'anno,non avrebbero mai perso quella loro amicizia così speciale.



*gli scroccoorecchi, per chi volesse saperlo sono degli apparecchietti che fanno un rumore assordante e per un attimo ti rendono sordo. Sono frutto della mia immaginazione e di quella di Fred e George.

  
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