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Autore: _ Arya _    13/10/2018    3 recensioni
Killian Jones, 18 anni, è l'unico mago al mondo ad essere stato posseduto da un Obscurus per oltre 14 anni ed essere riuscito a liberarsene. Dopo aver trascorso l'infanzia nell'oscurità, la sua vita è lentamente tornata alla normalità.
È sull'Espresso diretto alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, insieme ad Emma Swan, la giovane e bellissima Salvatrice. Riusciranno, nonostante le loro differenze e divergenze ad unirsi come lo Yin e lo Yang per prepararsi ai tempi bui e la guerra che attende il mondo magico?
La trama segue in parte le vicende di Harry Potter e ci sono dettagli di Animali Fantastici e Dove Trovarli. Non serve necessariamente conoscere nei dettagli la saga per riuscire a seguire perché molte cose cercherò di spiegarle io.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Regina Mills
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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EMMA POV

Tutti non facevano che continuare a parlarne.
Parlare di quella stramaledetta festa di Natale e di cosa desideravano indossare. O con chi sarebbero voluti andare.
Merlin aveva deciso di replicare la “felice atmosfera festiva” - come l'aveva chiamata - del Ballo del Ceppo dell'anno precedente, con un grande ballo a tema anni '20, il giorno prima all'inizio delle vacanze natalizie.
Mancavano 13 giorni ed io volevo solo che passassero il più in fretta possibile; sarebbe stato bello prendere finalmente una pausa da tutto e festeggiare Natale e Capodanno a casa di David. Quell'anno le famiglie si erano messe d'accordo perché ci riunissimo tutti lì, al quartier generale, secondo loro sarebbe stato più sicuro. A me andava bene tutto, pur di allontanarmi da quella scuola che ultimamente mi stava dando più dispiaceri che soddisfazioni. Non era rimasto letteralmente niente che mi facesse godere gli studi ad Hogwarts.
Nessun bel voto che andasse oltre la media.
Nessuno svago per staccare la spina.
Nessuna novità sul fronte Rumplestiltskin, almeno nulla che ci fosse dato sapere.
Il mio gruppo di amici si era sgretolato.
Così come si era sgretolata la mia speranza di tornare a quella nuova normalità che avevo trovato con Killian. O che, almeno, pensavo di avere trovato.
Era così ingiusto che dovessi sorbirmi anche tutta l'euforia che aleggiava a causa di quella stramaledetta festa! Neanche ci sarei andata, cosa me ne importava? L'unico lato positivo era che il prossimo weekend saremmo potuti andare a Storybrooke: sembrava che dopo l'attacco la zona fosse stata messa in sicurezza. Meritavamo un po' di svago dopo le ultime oscure vicende, così aveva detto il preside. Ero contenta, sarebbe bastato evitare la via principale per non incappare in decine di ragazze intente a saccheggiare i negozi di abbigliamento.
L'altra buona notizia era che il Quidditch sarebbe ripreso. Avremmo rigiocato la partita annullata coi Serpeverde, e non avevo che un'opzione: vincere. Non avrei lasciato che mi portasse via anche la vittoria, a costo di buttarlo giù dalla scopa.
Ancora mi chiedevo come avessi fatto a lasciarlo andare senza riempirlo di botte, la sera prima. L'istinto mi aveva gridato di sfogarmi e massacrarlo, ma alla fine non avevo avuto le forze neanche per quello. Mi aveva fatto male.
Tanto male. Perché mi ero sbagliata. Non mi aveva capita, non mi aveva capita affatto... non dopo il discorso che aveva fatto. Anche lui, alla fine, mi aveva messo su un piedistallo che pesava quanto un macigno. Quanto odiavo, quei discorsi! “Meriti di meglio”, “Non vado bene per te”. Ma cosa cavolo doveva voler dire, poi? Non dovevo essere io a decidere cosa desideravo?!
Odiavo che la pensasse così. Lo odiavo.
Se non altro Regina e Mary mi avevano ascoltata e supportata tutta la sera, solo a mezzanotte passata eravamo andate a dormire. Avevo potuto piangere e sfogarmi con le mie amiche e sentirmi anche compresa. Perché loro mi conoscevano! Loro sapevano che non ero altro che una normalissima ragazza, come tutte le altre, che desiderava solo poter essere felice! La Salvatrice faceva parte di me ma non ero io.
Regina mi aveva anche proposto di fargliela pagare, ma avevo declinato l'offerta. Né mi avrebbe divertito, né ne sarebbe valsa la pena. Non avrebbe cambiato nulla. Non era come credevo – e speravo – che fosse.
Ero semplicemente distrutta emotivamente. Come avrei fatto a risollevarmi, era un mistero.
Per questo aspettavo le vacanze, se non altro avrei staccato la spina.
Ma dato che prima avevo una partita da vincere, avrei stretto i denti per altri tre giorni! Avrei messo da parte i miei problemi, per il momento, tutti.
-Allora ragazzi!- dissi alla mia squadra, quando tutti furono pronti -Lo so che fa freddo, ma probabilmente geleremo anche il giorno della partita, quindi dobbiamo dare del nostro meglio come se già stessimo giocando! Il tempo stringe e abbiamo solo oggi per allenarci, ma anche i Serpeverde avranno soltanto domani, quindi non siamo svantaggiati. Sono orgogliosa di questa squadra, siamo tutti ottimi giocatori e so che possiamo iniziare vincendo la nostra prima partita insieme. Speriamo che stavolta non ci siano inganni che ci costringano ad evitare bolidi assassini, ma anche in quel caso dobbiamo vincere. Chiaro? Ad eventuali arti rotti penseremo dopo aver vinto!
L'attimo di silenzio che seguì quasi mi fece pensare di aver esagerato, ma dopo l'incertezza tutti esultarono.
-D'accordo. Adesso andiamo e cerchiamo di mettere in atto la nuova strategia!
Avevamo passato un'ora intera ad ideare un nuovo schema tutti insieme, ognuno aveva messo del suo ed io ero estremamente orgogliosa.
Forse, soffiandogli il boccino da sotto il naso, mi sarei finalmente sentita un po' meglio.
Nonostante i -3 gradi a rendere pungente l'aria, la squadra corse carica fuori dagli spogliatoi e per mia grande sorpresa rimase indietro con me soltanto Neal.
-Emma. Ho fiducia in te, lo sai vero?
-Neal, io...
-Lo so che sono stato... distante. Avevo bisogno di tempo e credo di averne bisogno ancora un po' ma... non ti voglio perdere, e spero sarai paziente con me...
Rimasi senza parole. Mi sorprese ancora una volta e dovetti deglutire per trattenere le lacrime: dopo la nottata orribile appena trascorsa, ero piuttosto suscettibile. Nonostante avessi cercato di non mostrarlo davanti al resto della squadra: avevano bisogno di vedere il loro Capitano in forma.
-Neanch'io voglio perderti. E mi dispiace ancora, mi...
-Non scusarti, ti prego. Va bene così. Sono stato sciocco anch'io... non è giusto che me la prenda così con te. Scusami.
Sorrisi.
-Neanche tu devi scusarti. Hai ragione, va bene così. E sarò paziente, certo che lo sarò. Non ho intenzione di perdere un amico prezioso come te.
Restammo fermi a guardarci e sorriderci per qualche istante, e per pochi ma meravigliosi secondi dimenticai di stare male. Dimenticai i mille problemi che mi affliggevano.
-Tu come stai, Em?
-Non voglio mentirti. Potrei stare meglio. Molto meglio. Ma è la vita. Tu?
Scosse le spalle, non gli chiesi altro. Sapevo cosa voleva dire: neanche lui in fondo se la stava passando tanto bene, era abbastanza evidente.
-Tu... pensavi di andarci alla festa di Natale?
-No. Veramente no. Non ne ho voglia.
Una pausa.
Breve e allo stesso tempo lunga.
Poi rispose.
-No, nemmeno io.
Non mi chiese di andarci insieme – come amici. Ed io non lo chiesi a lui. Avrei voluto, forse, ma qualcosa mi frenò. Andava bene così.
Alla fine, senza dire altro, ci affrettammo a raggiungere il campo anche noi.

 

***


KILLIAN POV

Festa. Natale. Ballo. Vestiti. Mi ha invitata. Spero che mi inviti. Se lo invito io sembro stupida? Cosa mi metto? E se non mi invita?
Quelle erano più o meno le frasi più gettonate degli ultimi tre giorni e ormai mi davano la nausea. In realtà, tutto mi dava la nausea. Io stesso mi davo la nausea.
Neanche mi sforzavo di nascondere il mio malessere, non dopo quella stramaledetta sera in cui avevo completamente rovinato le cose. Avevo pensato e ripensato alle sue parole e, qualsiasi contestazione mi venisse in mente, veniva annullata.
Perfino Regina era venuta a parlarmi per ribadire quanto fossi stupido, ed io non avevo trovato proprio nulla da dire. Se Emma aveva ragione sul mio conto, non sapevo dirlo: per quanto avrei voluto, non riuscivo a vedere quella luce che lei diceva di aver visto in me.
Ma tutto il resto? Lei non aveva pretese, lei voleva solo essere amata così com'era, senza sentirsi in colpa per essere la “Salvatrice”. Senza essere messa su un piedistallo che non desiderava. Voleva essere normale ed io per primo avrei dovuto capirlo, perché era esattamente il mio stesso desiderio!
E dio, se aveva ragione: eravamo un pastrocchio io e lei insieme, una confusione così perfetta che si era mescolata fino a diventare un'unica materia uniforme.
Se ripensavo ai momenti passati con lei, perfezione era l'unica parola che mi venisse in mente per racchiudere il tutto.
Quei maledetti giorni erano volati, ma allo stesso tempo erano stati i più lunghi di sempre. Ciò che mi aveva fatto più male era che avesse smesso di guardarmi negli occhi. Non aveva incrociato il mio sguardo neanche per sbaglio, aveva finto che non esistessi.
E me lo meritavo. Per come l'avevo delusa, me lo meritavo.
Solo che non potevo accettarlo.
Non potevo accettare di perdere tutto ciò che avevamo.
Non avrei continuato a fare il codardo. Se esisteva anche una minuscola possibilità di riaverla, avrei fatto qualsiasi cosa...
Quella mattina mi ero svegliato con una nuova determinazione, una nuova consapevolezza: non era una “qualsiasi cosa” che mi avrebbe permesso di riconquistarla.
Dovevo dimostrarle che si era sbagliata, che l'avevo capita. Solo ero stato troppo codardo per ammetterlo. E sì, avevo sbagliato a metterla su un piedistallo e di questo le avrei chiesto scusa fino allo sfinimento. In più credevo davvero in lei: come avevo potuto essere un tale idiota? Credere che la mia oscurità distruggesse la sua luce?
Sarebbe stato il contrario! Lei sarebbe stata la luce che avrebbe distrutto le mie nuvole temporalesche. Dal momento in cui avevo deciso che quella biondina determinata mi piaceva, avevo cercato di essere una persona migliore... senza neanche rendermene conto.
Forse Emma aveva ragione. Forse dovevo credere di più in me stesso.
Come darle torto, in fondo... cosa se ne faceva di un coglione che non faceva che piangere su sé stesso?
Aveva ragione. Tutto era una questione di scelte, facili e difficili. Ed io avrei scelto di lottare per la felicità.
-Regina!
Fu l'apparizione della mora ad interrompere i miei pensieri, ma in realtà era arrivata esattamente al momento giusto.
Quella mi squadrò da capo a piedi. Comprensibile, visto che continuava a non parlarmi se non strettamente necessario.
-Che cosa vuoi, Jones? Non dovresti muoverti?
-No. Cioé sì. Dopo. Regina, mi dispiace. Lo so che sono stato un totale pezzo di merda... pensavo di stare facendo la cosa giusta per Emma. In realtà sono solo stato un codardo.
-Wow...- incrociò le braccia al petto -Ce ne hai messo di tempo ma lo hai capito...
-Già. L'ho sempre saputo, è solo che... era più facile non vedere la realtà, perché non ne avevo le forze e... non lo so, ho fatto un grande casino e spero di poter rimediare...
Pausa. Silenzio.
-Mi stai chiedendo indirettamente se hai ancora possibilità con Emma?
-Sì.- scossi le spalle, con fare arrendevole -Anzi, te lo sto chiedendo direttamente. E se avessi qualche suggerimento da darmi...
Con mia grande sorpresa, Regina scoppiò a ridere. Che cosa prendeva alla gente, ultimamente? Io cercavo di essere serio, loro ridevano.
-Scusami!- fece, poggiandomi una mano sulla spalla -Ma Emma mi ha raccontato come sono andate le cose e... fammelo dire. Ti sopravvaluti troppo, Killian Jones! Ti descrivi come la grande oscurità che potrebbe inghiottirla e poi vieni a chiedere consigli amorosi come un bambino innamorato... e no, non ti offendere! Il mio è un complimento!
A me tutto sembrava fuorché un complimento. Non era neanche un'offesa, ma una presa in giro decisamente sì! Però, in effetti... buffo lo era.
Non avrei mai descritto una persona pericolosa ed oscura come qualcuno che andava a chiedere consigli in amore alla migliore amica della ragazza che gli piaceva. Non mi trattenni e risi anch'io: continuammo per un paio di minuti, fino a che lei non tornò seria.
-Le hai fatto molto male Killian. Non so cosa ha visto in te di così speciale, ma le avevi dato una nuova luce e... quel che è successo l'ha distrutta. Non so dirti per certo se hai una chance, ma credo proprio di sì. Sei stato abbastanza sveglio da renderti conto, anche se tardi, di non voler perdere quello che avete... e penso che anche lei sia abbastanza intelligente da potersene rendere conto. Da parte mia, spero proprio che risolviate la questione... e mi raccomando! Non lasciarla vincere solo per farla contenta perché poi sì che tutte le chance sparirebbero. È chiaro?!
-Ma certo! Non pensavo di farlo, non sono così stupido.
-Bene. Ora vado a tirarla un po' su prima della partita... sinceramente sono preoccupata, spero che non si faccia male perché si è svegliata con la febbre alta...
-Che cosa?!- era colpa mia? L'avevo ferita così tanto che aveva finito per ammalarsi?
-Le avrai attaccato la febbre tu. E unita allo stress... beh senti, sta “bene”. La conosci, è un osso duro e sono abbastanza sicuro che ti soffierà il boccino da sotto il naso anche così!
-Ma tu sei di Serpeverde! Da che parte stai?
Lei semplicemente scosse le spalle con un largo sorriso e uscì dalla sala comune, lasciandomi solo come un babbeo.
Anche se durò poco, visto che fu Ashley a raggiungermi.
-Jones, pronto?
-Certo.- la guardai -Hai bisogno di qualcosa?
-In realtà sì. Ti rendi conto che Zelena si aspetta che la inviti al ballo, non è vero?
-Che... che? Cosa?
-Sveglia! Certo che voi maschi siete proprio tonti. Manca solo una settimana! Ed è da quando si è saputo che non fa che cercare di fartelo capire! Non dirmi che non te ne sei reso conto perché allora vuol dire che sei idiota davvero!
Sospirai infastidito. Proprio questo ci mancava! Ma sì, ovvio che me ne ero reso conto. Più volte aveva accennato a quel ballo e “scherzando” aveva detto che se ci fossero stati il Re e la Regina del ballo come da tradizione babbana, era probabile che avremmo vinto io e lei. E ovviamente non era stato l'unico riferimento. Il fatto era che io li avevo ignorati tutti, per il semplice fatto che non avevo alcuna intenzione di invitarla... e avevo sperato che la mia passività sul tema glielo avrebbe fatto capire! Ma a quanto pare mi ero sbagliato.
-Non mi piacciono i balli e mi pareva di averglielo fatto capire- dissi, anche se non aveva senso -Senti, si sta facendo tardi e devo andare a vincere la partita... a dopo!
Detto questo, sgattaiolai fuori prima di darle tempo di aggiungere qualcos'altro.


EMMA POV

O faceva davvero freddo, o ero io ad aver raggiunto 40 gradi di febbre. O entrambe le cose.
Beh, che fosse freddo era un dato di fatto: i termometri segnavano -2 gradi ed il cielo presagiva neve. La neve mi piaceva ma speravo avrebbe aspettato la fine della partita, perché al momento avrei preferito ammirarla dalla finestra della mia stanza calda.
-Emma, stai bene? Hai una faccia tremenda! Scusa, non era per offenderti! È solo che...
-Anna!- esclamai per bloccare la sua parlantina -Grazie dell'interessamento ma sto bene. Concentratevi ragazzi. Stiamo tutti gelando ma giocando ci riscalderemo, non possiamo farci battere da Serpeverde. L'allenamento dell'altro giorno è andato alla grande, se giochiamo così vinceremo senza grosse difficoltà! Siccome non voglio dire bugie è vero, sono sottotono, ma un po' di influenza non ha mai ucciso nessuno. E adesso forza!
Al fischio entrammo tutti in campo, disponendoci di fronte ai nostri avversari.
E dopo quell'orribile discussione, fu la prima volta che mi trovai faccia a faccia con Killian. Fu più difficile di quanto averei immaginato.
Gli occhi. L'effetto che mi davano i suoi stramaledetti splendidi occhi, non era diminuito neanche un po'.
E per questo, mi spiazzarono completamente. Colta alla sprovvista da quello sguardo che mi era mancato quanto non avrei voluto ammettere, ne rimasi come ipnotizzata.
Perché, Killian? Se non fossi così stupido adesso ci staremmo sorridendo. Magari avremmo anche fatto una scommessa su chi avrebbe vinto per poi festeggiare comunque fosse finita. Invece mi manchi da impazzire e neanche te lo meriti. Non pensavo che una rottura potesse farmi così male, in fondo ho solo sedici anni e tutta la vita davanti. Tutto il tempo per conoscere altre persone, se non finisco ammazzata. Ciò che mi dà rabbia è che tu hai qualcosa di speciale e non riesci a vederlo... non riesci a essere te stesso e mi hai illusa. Per la prima volta avevo visto un barlume di futuro con un ragazzo... con te.
Il successivo fischio, che segnò l'inizio della partita, mi riscosse immediatamente. Una spinta per salire in aria il prima possibile e il contatto visivo si ruppe: finalmente. Non avrei perso la partita per dei problemi personali, ero il Capitano e avrei dimostrato alla mia squadra di meritare il titolo. E a me stessa, di non essermi rammollita e di possedere ancora la passione e l'entusiasmo di quando avevo iniziato. Il Quidditch aveva sempre migliorato i momento peggiori: almeno per un paio d'ore riuscivo a concentrarmi solo sul gioco e non pensavo ad altro. Così sarebbe stato anche adesso.
Scoccai un'occhiata veloce alla squadra, poi mi sollevai ancora più in alto per avere una migliore visuale del campo. Si gelava, ma l'adrenalina era già entrata in azione e mi sentivo un po' meglio. Per stare male avrei avuto tempo dopo.
Certo che, oltre al danno anche la beffa! Quello stronzo non solo mi aveva attaccato la febbre, ma era anche la ragione dello stress che l'aveva solo peggiorata! Il minimo che potessi fare adesso era acchiappare il boccino proprio sotto il suo naso.
E mentre volavo alla ricerca della velocissima pallina dorata, ascoltavo i commenti sulla partita di Ariel: avevamo già segnato tre volte, magnifico! E Serpeverde era ancora a zero. Mi voltai quindi in direzione di Zelena e, come avevo previsto, era quasi verde dalla rabbia. Le sue doti di portiere si stavano dimostrando piuttosto inefficaci stavolta!
Passò un'ora buona prima che ci fosse un time out, e il boccino si era fatto vedere solo una volta. Peccato fosse stato un po' troppo in alto e, il tempo di raggiungerlo, ed era già sparito.
Il problema fu che quando toccai terra, le mie gambe inspiegabilmente cedettero. Neal e Robin accorsero immediatamente e mi aiutarono a raggiungere il nostro spogliatoio, dove mi sedetti sulla panca per riprendere fiato. Chiusi gli occhi.
-Tesoro, ti senti male? Vuoi che chiami Whale?
-Sciocchezze...- borbottai, stropicciandomi gli occhi nella speranza di non vedere più sfuocato. Grazie al cielo funzionò, anche se la mia testa continuava ad essere pesante e dolente.
-Scusatemi, sto bene. Mentre ero in aria stavo benissimo... sarà un calo di pressione.
Mentre parlavo, Neal mi passò una mano sulla fronte.
-Ma bruci! Em, per favore...
-Sto bene! Cavolo, è febbre, non malaria!- sbottai, facendo ovviamente rimanere tutti in silenzio. Sospirai, in effetti non era giusto che me la prendessi con loro... ma sapevo di poter resistere fino a fine partita. Non avevamo un cercatore di riserva e comunque le sostituzioni non erano consentite, quindi se mi fossi ritirata avremmo automaticamente perso.
-Vorrei solo un bicchiere d'acqua... e magari una zolletta di zucchero o del cioccolato. Scusatemi. Non volevo... urlare. Solo non ho intenzione di perdere quindi lasciate perdere, non mi convincerete. Ok?
-Ok Capitano.- fece Anna per prima -Vado a prenderti l'acqua. E lo zucchero!
-Grazie Anna! E ragazzi, con questo freddo c'è mezza scuola ammalata, non è niente di che... questione chiusa.- conclusi, mentre Neal già stava aprendo bocca per ribattere. La pressione, il freddo, la febbre... mi avevano messa KO per un istante, ma andava già meglio ed ero pronta a tornare in campo. Ero anche contenta che nessuno avesse notato il mio scivolone, perché il dottor Whale mi avrebbe sicuramente impedito di giocare se mi avesse vista in queste condizioni!
-State giocando benissimo ragazzi, cerchiamo di mantenere questa distanza di almeno 50 punti! Io cercherò di acchiappare velocemente il boccino così possiamo tutti rientrare a festeggiare la vittoria davanti al fuoco con una cioccolata calda! Ok?
-Sì capitano!- stavolta fu in coro. Era importante che si fidassero di me, ed ovviamente ero felice che fosse così. Senza fiducia non saremmo andati da nessuna parte e della loro avevo un gran bisogno! Mi dava la carica sapere che fossimo uniti.
Non appena mandai giù l'acqua e lo zucchero si udì il fischio di rientro, così ci affrettammo a ricomporci e tornare verso il campo. Stavolta le mie gambe non mi tradirono e potei rientrare in totale dignità.


-Swan! Stai bene?
Ecco il motivo per cui avrei preferito evitare di avvicinarmi: temevo mi avrebbe parlato. Ed io non volevo né guardarlo né parlargli, perché avevo paura di cedere... e non era giusto. Ma era arrivato un luccichio ed entrambi lo avevamo notato, quindi era stato inevitabile... peccato si fosse trattato di un falso allarme. Il gioco era ripreso da oltre mezz'ora e ancora nessuna traccia del boccino!
-Emma?
-Vuoi lasciarmi in pace? Sto benissimo.
-Ti ho vista, prima... al time out... e...
-Ti ho detto di lasciarmi stare, Killian. Potevi interessarti a me quando ne avevi l'occasione. Pensa alla partita adesso!
Detto questo sfrecciai via, la vicinanza con lui faceva troppo male. Rischiavo di incrociare quello sguardo, capace di incantarmi e rapirmi. Dovevo essere forte, lo dovevo a me stessa. La mia vita non poteva e non doveva dipendere da un ragazzo.
Peccato che quella piccola distrazione fece sì che il ragazzo in questione avvistasse il boccino prima di me, e fui costretta a prendere quota in una frazione di secondo per non perdere la pallina dorata. Ovviamente ebbi un capogiro, ma cercai di restare concentrata e filai dritta verso l'obiettivo.
L'aria gelida era pungente e volare ad alta velocità mentre mi colpiva in viso stava risultando estremamente difficile, tuttavia efficace. Io e Killian eravamo uno di fianco all'altra e per un attimo mi permisi di scoccargli un'occhiata. Eravamo così vicini che le uniformi si sfiorarono, così vicini che riuscii a distinguere le occhiaie che ombreggiavano gli occhi color dell'oceano.
Ma non mi permisi di indugiare oltre e tornai con lo sguardo dritto, verso la pallina luccicante che tentava di sfuggirci.
Ci costrinse a volare a zig zag, tornare indietro, in picchiata verso l'alto e poi verso il basso. Dopo un lungo inseguimento si levarono degli “Oooh!” dal pubblico e ci misi un attimo a realizzare il perché. Stavamo volando così in basso che se fossimo scesi di pochi centimetri ci saremmo schiantati a terra. Non avevo la minima intenzione di cedere, ma se fosse andata male almeno non sarebbe stata una caduta troppo rovinosa.
E mentre il boccino scendeva ancora, costringendoci quasi a sfiorare terra coi piedi, involontariamente ci guardammo. E mi piacque la sua espressione determinata, perché era proprio così che amavo vederlo. Convinto, sicuro delle sue capacità, deciso ad ottenere con le sue forze quello che desiderava.
Ma in quel momento avevamo lo stesso desiderio, le sue gambe erano più lunghe delle mie ed era su questo che avrei fatto leva. Il boccino scese di un altro paio di centimetri e mentre il pubblico gridava tra sorpresa ed entusiasmo, decisi di rischiare: sapevo di potercela fare. Strinsi forte le gambe contro la scopa e scesi ancora, allungando la mano.
Ne arrivò un'altra vicino alla mia, ma ci fu un rumore, un tonfo improvviso che la fece sparire. Insieme ad urla di sconcerto. Ma nel frattempo, la pallina finì finalmente nella mia mano destra e le grida di esaltazione e gioia prevalsero sul resto.
Intanto, Ariel dichiarava la nostra vittoria con centocinquanta a trecentoventi.
Toccai terra quasi con violenza, ma la gioia era così forte che mi sentivo invincibile e lasciai che il resto della squadra si unisse a me in un unico abbraccio.
-Sei pazza Emma! Geniale ma pazza!- esclamò Anna -Ancora un centimetro e facevi la fine di Killian!
-La fine di...?
-Ma sì, è inciampato per terra ovvio... eravate troppo in basso per lui! Ha fatto un volo... È stata un'idea geniale portarlo in svantaggio così!
E per un attimo mi allarmai: si era fatto male? Ecco perché era sparito dal mio fianco... era caduto! Avevo pensato che avesse semplicemente preso quota, rendendosi conto di non poter continuare... ma ovviamente alzare lo sguardo non fu sufficiente, dato che l'intera squadra di Serpeverde aveva circondato il punto in cui presumibilmente si trovava il loro cercatore.
Cavolo...
-Ma sta... bene?
-Starà sicuramente meglio di te!- mi fece notare Jeff con una risata -Abbiamo o no un Capitano eccezionale? Neanche stai in piedi e guarda che roba!
-Ma smettila! Non ti salta in mente che forse la febbre mi ha resa delirante e non sapevo quello che stavo facendo?
Risi insieme a tutti gli altri, davvero felice per quella vittoria quasi inaspettata. Nonostante la convinzione e i buoni propositi, avevo temuto che alla fine la stanchezza mi avrebbe tradita. Invece, per il momento, eravamo la prima squadra in classifica!
Quando decidemmo che fosse il caso di andare a cambiarci per prepararci ai festeggiamenti – ebbi una visuale più chiara sui Serpeverde. Anche loro si erano dispersi e una barella scomparve proprio in quel momento. Vuota.
Killian era in piedi tra Zelena e il dottor Whale e sembrava stesse cercando di liberarsi di loro. Tirai un sospiro di sollievo, a quanto pare non si era fatto nulla di grave. Sembrava tutto intero.
Fui costretta a distogliere lo sguardo quando si accorse di me, ma non servì a nulla. Il ragazzo ignorò completamente chiunque avesse attorno e mi raggiunse a passo spedito. Io per qualche ragione restai ferma, anche se avrei fatto in tempo a scappare nello spogliatoio.
-Swan, congratulazioni. Mi hai fregato! Mossa furba... intelligente.
-Anche se può sembrare il contrario non stavo cercando di ammazzarti- dissi semplicemente, imbarazzata. Cos'altro avrei potuto dirgli, dopotutto? Non sapevo più in che modo parlare con lui... se parlarci. Ignorarlo mi veniva più semplice.
Ora che lo avevo vicino, i tagli sulla guancia destra erano piuttosto evidenti. Anche l'uniforme era piuttosto sporca, doveva essere caduto su quel lato. Per fortuna ginocchiere e gomitiere avevano svolto il loro compito, evitando si rompesse qualcosa.
-Stai bene?- domandai mio malgrado, anche se tutti i sensi mi dicevano di fuggire a gambe levate. L'effetto nell'averlo vicino era troppo forte... in più eravamo praticamente sotto lo sguardo di tutti. Gli spalti erano ancora mezzi pieni e nemmeno Zelena, un altro paio di Serpeverde ed i professori erano rientrati.
-Benissimo, figurati.
-Ok. Bene. Allora io...
-No. Aspetta.
Mi afferrò per un braccio proprio nel momento in cui avevo trovato la forza di voltarmi, così tutto fu vano. Maledizione... 
-Killian, per favore. Non credo ci sia altro da dire...
-E invece c'è. Mi dispiace.
-Cosa?
-Mi dispiace, Emma. Per il modo in cui mi sono comportato. Per come ti ho trattata... sono stato un grande idiota! E per questa mia idiozia ho perso ciò a cui tenevo di più...
Non trovai nulla da ridire, ma allo stesso tempo sentivo gli occhi pizzicare. No, maledizione... non mi sarei messa a piangere adesso. Davanti a lui. Davanti a tutti.
Perché non mi lasciava scappare... non si rendeva conti di quanto facesse male? Di quanto disperatamente lo volessi nella mia vita? A cosa serviva scusarsi, se non poteva cambiare...
-Lo so che non è facile perdonarmi, so che non sarò mai perfetto... ma il fatto è che tu hai ragione. Sono libero di fare le mie scelte, ero solo troppo codardo e troppo debole per ammettere che in fondo tutto dipende da me... Emma, voglio tanto poter scegliere te se non è troppo tardi. Vieni con me a quel ballo, lo so che non vai matta per quella roba... ma possiamo sempre abbuffarci al buffet ed io posso passare il tempo ad insultarmi quanto vuoi... Lo so che ci conosciamo da pochissimo e forse non sono nessuno per te... ma la scelta peggiore che abbia mai fatto è stata quella di allontanarti a causa delle mie incertezze. Voglio essere una persona migliore, per me e per te. E su una cosa hai sbagliato. Ti ho capita. Ti ho sempre capita perché mi rivedo fin troppo in te, e so che la cosa è reciproca... e di nuovo, avevi ragione. Siamo un casino niente male insieme. Non posso prometterti di diventare il ragazzo perfetto, però sicuramente posso provarci... perché ne vali la pena.
Ormai fermare le lacrime era diventato impossibile e mi sentivo come se fossimo rimasti solo io e lui, in una bolla d'aria isolati dal resto del mondo. Io, lui, e quelle parole che tanto avevo sperato di sentire... a chi la davo a bere?! Non avevo mai rinunciato a lui! E sarei stata io l'idiota se avessi permesso alla mia testardaggine di mettersi ancora una volta tra me ciò che desideravo!
E solo per chiedermi di perdonarlo, si stava esponendo senza curarsi di nulla. Aveva scelto me.
Feci la cosa che in quel momento mi sembrò più facile ed ovvia. Gli portai le mani attorno al collo, e lo baciai. Con foga. Come se da quel bacio dipendesse la mia vita.
Come se ne avessi bisogno più dell'aria.



 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Killian si è dato una svegliata finalmente, visto? Per entrambi gli ultimi giorni stavano andando abbastanza male ed erano equamente scocciati di quella feste e dell'entusiasmo che sta suscitando in giro... tranne che in loro. Killian, dopo la strigliata, ha iniziato a recuperare il senno mentre Emma stava provando a convincersi a farsene una ragione e pensare ad altro. Ha fatto pace con Neal, più o meno, e questo l'ha risollevata un po'... ma non abbastanza da farla tornare in forma per la partita! Ma nonostante ciò, la sua risolutezza nel voler vincere (e battere Killian... no doppi sensi! o sì xD) ha prevalso e alla fine è riuscita a prendere il boccino.
Lui ha fatto un grosso scivolone, ma anche se malconcio ha pensato solo ad andare e congratularsi con lei... e provare a farsi perdonare. Le ha chiesto scusa in mezzo al campo, senza curarsi di nessun altro tranne che lei. Ha ammesso di aver sbagliato ed ha avuto il coraggio di provare a credere di poter essere una brava persona e poter battere il buio, con lei accanto. Il bacio se lo è meritato, che dite?
Forse ora le cose saranno più facili per entrambi, anche se ci sarà sicuramente gente scontenta di loro... vedremo.
Un abbraccio e buon weekend! :*
   
 
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