Numero Parole: 312
Prompt: Promessa (Red List – 17/10/2018)
Promessa
Lan-Chen si trovava nella sua vecchia casa. Il suo incarico era finito e stava raccogliendo alcune cose da portare a Senlin.
Era sempre così dopo che la richiamavano a Zaofu per delle urgenze alla monorotaia; erano questi gli accordi con il suo vecchio capo, ma essere diventata una libera professionista non la soddisfaceva appieno come avrebbe dovuto. Ormai era un nome tra i tanti, non era più il piccolo genio di quell’agglomerato urbano nel quale aveva vissuto per anni.
Un sospiro mentre radunava i pochi effetti personali che aveva intenzione di portare con sé.
A poco a poco, visita dopo visita, quell’appartamento era apparso sempre più svotato e freddo, ma andava bene così, quella non era più la sua vita.
Distrattamente urtò uno degli scaffali della libreria.
“La mia solita delicatezza”, pensò, chinandosi a raccogliere quanto aveva fatto cadere.
Nulla d’importante, poche cose: una candela ammaccata, un vecchio peluche e…
La mano le tremò nel raccogliere l’ultimo oggetto caduto: il vecchio libro d’ingegneria applicata dell’ultimo anno d’università.
Il volume in terra era aperto sulle pagine sottolineate del suo ultimo esame. Lo raccolse, tentennando quasi potesse bruciarla. Tra le note a lato della pagina, la sua pessima calligrafia, circondata da stelline rosse, le gridò contro: “Sarò la migliore!”.
“Già”, disse chiudendo il tomo e portandoselo al petto, “la prima donna ad avere una targa nell’aula magna della facoltà”. Un sorriso amaro le piegò le labbra, mentre le cose piano tornavano a prendere il loro posto sulla mensola.
La candela.
Parte della sua esistenza si era fermata ed era stata proprio quella per cui aveva lottato tanto.
Il peluche del tasso-talpa.
La vita per Lan-Chen era una serie quasi infinta di promesse fatte. Alcune mantenute, altre da mantenere. Solo una non era riuscita a portare a termine, una… l’unica fatta a sé stessa: diventare il più grande ingegnere dei suoi tempi.
Il libro d’ingegneria.
Un sospiro mentre radunava i pochi effetti personali che aveva intenzione di portare con sé.
A poco a poco, visita dopo visita, quell’appartamento era apparso sempre più svotato e freddo, ma andava bene così, quella non era più la sua vita.
Distrattamente urtò uno degli scaffali della libreria.
“La mia solita delicatezza”, pensò, chinandosi a raccogliere quanto aveva fatto cadere.
Nulla d’importante, poche cose: una candela ammaccata, un vecchio peluche e…
La mano le tremò nel raccogliere l’ultimo oggetto caduto: il vecchio libro d’ingegneria applicata dell’ultimo anno d’università.
Il volume in terra era aperto sulle pagine sottolineate del suo ultimo esame. Lo raccolse, tentennando quasi potesse bruciarla. Tra le note a lato della pagina, la sua pessima calligrafia, circondata da stelline rosse, le gridò contro: “Sarò la migliore!”.
“Già”, disse chiudendo il tomo e portandoselo al petto, “la prima donna ad avere una targa nell’aula magna della facoltà”. Un sorriso amaro le piegò le labbra, mentre le cose piano tornavano a prendere il loro posto sulla mensola.
La candela.
Parte della sua esistenza si era fermata ed era stata proprio quella per cui aveva lottato tanto.
Il peluche del tasso-talpa.
La vita per Lan-Chen era una serie quasi infinta di promesse fatte. Alcune mantenute, altre da mantenere. Solo una non era riuscita a portare a termine, una… l’unica fatta a sé stessa: diventare il più grande ingegnere dei suoi tempi.
Il libro d’ingegneria.