Quando arrivò al suo solitario rifugio, la sua parte di mente masochista lo stava ancora torturando, immaginando Connie e Woll insieme, tutte le cose che lui le fece e tutte le cose che lei fece a lui.
Era stanco, sia mentalmente che fisicamente, tanto che non era neanche più nervoso o arrabbiato e l’unica cosa che voleva era andarsene a letto e dormire profondamente, lasciando ogni pensiero al giorno dopo.
Mike aveva una sola regola che potesse essere definita assoluta: le colleghe sono intoccabili.
Nutriva rispetto per le donne con cui lavorava e non voleva che si sentissero in nessun modo “costrette” da o a lui.
Dovevano essere del tutto libere nelle decisioni e nei pensieri.
Tuttavia, quando Mike si trovava vicino a Connie, poteva benissimo sentire il suo cuore andare a fuoco, soprattutto quando veniva fulminato da uno dei suoi sorrisi sinceri, dolci e comprensivi.
Scosse la testa come se in quel modo potesse far smettere il suo cervello di dargli quelle immagini.
“Patetico. Sei solo un uomo patetico, Michael Cutter. Smettila e cresci una volta per tutte.” pensò dopo aver buttato il suo giaccone sul bracciolo del divano e avviandosi verso la sua camera.
Sdraiato sul suo letto con solo un asciugamano in vita, ancora mezzo bagnato dopo aver fatto la doccia, la sua mente riprese a torturarlo.
Questa volta si mise a fissare il soffitto della sua camera ed immaginò volontariamente Connie e Woll a letto insieme ancora, ancora e ancora.
Ad un certo punto però provò a chiudere gli occhi e cercare di dormire ma purtroppo fu solo peggio, perchè in quel modo vedeva più nitidamente Connie tra le braccia di quell’uomo, la vedeva sospirare ad ogni bacio e ad ogni tocco di quelle maledette mani sulla sua delicata pelle perfetta, soprattutto vedeva anche ciò che non avrebbe mai voluto vedere, cioè il preciso momento in cui quell’uomo...
«Al diavolo!» esclamò alzandosi di scatto dalle lenzuola ormai umide per mettersi almeno i boxer e i pantaloni del pigiama.
Sospirò rabbioso e, portandosi indietro i capelli semi bagnati, andò direttamente nel salone lasciando tutta la casa nell’oscurità.
I suoi occhi furono attirati dalle infinite luci della città di New York.
“Una volta mi pare che abbia detto di abitare nel quartiere di Turtle Bay, magari una di quelle luci è casa sua. Infondo non è così improbabile, dato che sono abbastanza in alto ed abito ad un solo quartiere al sotto di lei..” pensò sorridendo lievemente e involontariamente.
Finalmente accese la luce della piccola lampada della scrivania, strapiena di fogli e libri quindi si versò un bicchiere di Scotch.
Tornò alla finestra del soggiorno e, prendendo un sorso del suo drink, guardò ancora nella direzione in cui pensava fosse la casa di Connie.
Non riuscì un secondo a smettere di pensare ad una cosa: era sola o in compagnia?
Mike non sapeva molto della sua vita privata, magari aveva qualcuno che l’amava alla follia e la faceva sentire come se fosse stata la donna più importante al mondo ma Connie non aveva mai accennato o lasciato intendere che esistesse un fidanzato o qualcosa di simile.
Si prese in giro da solo, ancora una volta.“Perchè diavolo avrebbe dovuto parlarmi di queste cose? Conoscendola, se le avessi chiesto qualcosa, avrebbe potuto benissimo rispondermi che non sono affari miei.”
Per cercare di zittire la sua mente, finì d’un fiato lo Scotch che aveva nel bicchiere e se ne versò un altro.
Erano amici, si, ma si guardavano bene dall’oltrepassare quel confine che divideva la vita lavorativa da quella privata.
Sorrise amaramente scuotendo leggermente la testa.“Che stupido. Io, un uomo di quarant’anni che perdo la testa per una donna più giovane e bellissima a cui sicuramente non gliene frega un accidente di me sotto quell’aspetto. Un uomo di quarant’anni, un avvocato, che riesce a fare l’impossibile nelle aule di tribunale, si trasforma in un codardo senza pari al di fuori di esse, tanto che non ha mai avuto il coraggio di sbilanciarsi neanche un pò per la donna che tutti i giorni ed in qualsiasi caso è sempre al suo fianco.. Patetiche scuse di un uomo solo, Cutter, solo questo.” pensò nervosamente prendendo un lungo primo sorso del suo secondo bicchiere.