Capitolo
5
Un
piccolo avviso prima di lasciarvi alla lettura. In questo capitolo non
vedrete
Ruby e temo che non la vedrete più per tutto il resto della
storia dal momento
che la sua autrice non si è più fatta sentire.
Vorrei pertanto chiedervi di non
sparire nel nulla, perché se da un lato è vero
che gli OC sono molti dall’altro
mi spiacerebbe eliminarli e dover ribaltare parti cruciali della storia
(come
per l’appunto nel caso di Ruby che nella mia testa aveva un
ruolo abbastanza
importante). Faccio questo discorso perché ci sono altri tre
autori a rischio
esclusione (non faccio i nomi perché i diretti interessati
capiranno da loro a
chi mi sto riferendo) e non vorrei essere costretta a ritrovarmi ad
arrampicarmi sugli specchi per cercare di giustificare cambi massicci
nella
trama. Detto ciò non vi annoio ulteriormente e vi lascio al
capitolo. A presto.
Silvia
si tormentò le mani mentre osservava la sua
squadra radunarsi rapidamente attorno al loro capitano.
Incrociò lo sguardo di
Lauren, nella squadra blu, e poi quello di suo fratello, in quella
nera, ed
entrambi le rivolsero un sorriso rassicurante. A parte Evelyn e Arianne
non
conosceva nessun altro nella squadra e con la sua indole
tendenzialmente timida
e riservata stringere amicizie o attaccare bottone non le risultava
affatto
semplice.
Si
unì al gruppo, rimanendo in disparte finchè non
fu proprio
Arianne a raggiungerla e prenderla sottobraccio per condurla verso
l’epicentro.
Era
una delle semidee più giovani lì al Campo e
ascoltare i
ragazzi più grandi, tutti con molta più
esperienza di lei in materia dato che
non aveva mai partecipato prima a una Caccia alla bandiera, la metteva
in
soggezione.
-
Silvia è agile e scattante -, esordì Arianne con
un tono
orgoglioso, - ci sarà utile nel nascondere la bandiera ed
essere certa di
seminare eventuali spie rivali. –
-
Ed è abbastanza minuta -, aggiunse Manon pensierosa, -
perciò immagino che sia in grado di infilarsi negli anfratti
più nascosti. –
Resasi
conto che tutti la stavano osservando con curiosità,
probabilmente aspettando una sua replica, annuì rigidamente:
- Sì, credo di
potermela cavare senza problemi. –
Jackson
la osservò in silenzio per una manciata di secondi
prima di decretare: - Allora è deciso, Silvia si
occuperà di nascondere la bandiera.
Jude e Mirabelle andranno con lei per proteggere la bandiera, Manon si
occuperà
di usare i suoi poteri per individuare la posizione delle altre squadre
e delle
loro bandiere, io e gli altri tre andiamo in prima linea –
concluse, accennando
con il capo a Gabriel, Arianne ed Evelyn.
-
Fammi indovinare -, intervenne Gabriel sorridendo divertito,
- il nostro primo bersaglio è la squadra blu. –
-
Ovviamente. –
Alexìus
rivolse un’occhiata ad Adrian, che teneva
gli occhi chiusi e appariva tremendamente concentrato. Quando ci
rinunciò e
aprì gli occhi, puntando le iridi scure nelle sue, il figlio
di Ade lo
interpellò.
-
L’hai sentito anche tu? –
-
Già. Manon è brava a schermare i suoi poteri, non
riesco a
percepire dove si trova. –
Thea
assimilò l’informazione e trascinò il
piede contro il
terreno per cancellare lo schema che avevano rappresentato per gestire
la
suddivisione delle loro mansioni durante quella partita.
-
Bene, voi potete fare lo stesso no? –
-
Certo, ma se dobbiamo tenere su lo scudo non possiamo
concentrarci troppo sulla battaglia – confermò
Alexìus.
-
Non sarà un problema. Nives andrà a nascondere la
bandiera,
ma Alexander e Spike resteranno qui a proteggervi. –
La
figlia di Venere corrugò la fronte, poco soddisfatta
dall’idea di non essere in prima linea al fianco
dell’amica.
-
Quindi vuoi andare solo con Marcus e Brett? –
-
Solo? -, le fece
eco il Pretore con sdegno, - direi che noi tre siamo più che
abbastanza per
affrontare i membri delle altre squadre. –
Sventolò
una mano a mezz’aria, liquidando le sue proteste con
aria annoiata.
-
Sì, certo, come ti pare -, poi battè sulle spalle
dei due
ragazzi accanto a lei, - Coraggio voi due, mettetevi a lavoro.
–
Lauren
osservò Crystal afferrare la bandiera blu e
spiccare il volo, sparendo alla loro vista e puntando dritta verso
nord. Al suo
fianco rimasero Miime e Samantha mentre il resto del gruppo
marciò compatto
verso il fiume, lì dove erano certi che avrebbero finito con
l’incontrare
almeno una delle altre squadre.
La
figlia di Ecate stava tessendo una fitta rete di foschia
mano a mano che Samantha realizzava trappole elaborate e le posizionava
nei più
impensabili dei punti. Sembrava che avessero fatto
quell’identico procedimento
decine di volte e forse era proprio così.
-
Di solito chi vince queste sfide? –
-
Dipende -, replicò Sammy sistemando l’ultima
trappola, -
sono squadre abbastanza equilibrate, ma credo che al momento sia
Jackson quello
che detiene il maggior numero di vittorie. –
Miime
annuì.
-
Sì, se non sbaglio siamo a cinque vittorie per Jax contro le
quattro di Ben … Hai fatto con quella roba, Sammy?
–
-
Fatto -, confermò, - possiamo spostarci un po’
più a est e
posizionarne qualcuna lì prima di passare
all’altro lato del campo da gioco. –
-
Gareggiate spesso insieme, vero? –
Miime
abbozzò un sorriso, colpita dalla perspicacia della
figlia di Marte. – Sì, io e Sammy abbiamo una
strategia ben collaudata ormai. –
-
Perciò quante possibilità abbiamo di vincere?
–
Lo
scintillio nelle iridi di Samantha avvampò lasciando
trasparire la sua competitività. – Parecchie.
–
Jackson
individuò l’elmo di Robert all’istante,
a
pochi metri dalla riva, lì dove i figli di Poseidone e i
loro discendenti erano
più forti poiché avevano la
possibilità di attingere all’acqua del lago.
Peccato solo che fosse anche il posto migliore per assestare una bella
scarica
di fulmini.
-
Pessima scelta, Roy … veramente pessima –
mormorò, un
sorriso sghembo sul bel volto, mentre indicava il figlio di Nettuno al
suo
compagno di spada.
-
Del romano mi occupo io -, confermò Gabriel quasi gli avesse
letto nel pensiero, - Annie il tuo fratellone tocca a te. –
La
ragazza allontanò una ciocca sfuggita alla coda di cavallo
in cui aveva raccolto le lunghe ciocche castane e annuì.
Dopotutto Benedict era
facilmente aggirabile quando si trattava di combattere contro di lei.
-
Nessun problema. –
Fece
per partire all’attacco, ma si fermò per
rivolgersi al
figlio di Zeus.
-
Jax … -
-
Lo so -, l’anticipò, - non userò una
scarica troppo forte.
Lo elettrizzo solo un po’. –
Avrebbe
dovuto essere rassicurata da quelle parole, forse, ma
conoscendo il risentimento che li legava dubitava che il po’
di Jax rispecchiasse in pieno la definizione di poco
universalmente riconosciuta.
Male
che fosse andata ci avrebbero pensato i figli di Apollo a
rimetterlo in sesto, stabilì alla fine, e forse Roy avrebbe
imparato ad
attaccare meno lite con chi lo circondava.
Nives
lanciò un’occhiata capace di folgorare su due
piedi, fissando i componenti della sua squadra con espressione funerea.
-
Si può sapere come accidenti avete fatto a farvi appendere a
mezz’aria come dei salami? –
Spike
e Alexander abbassarono lo sguardo con aria colpevole e
vagamente imbarazzata.
-
Stavamo parlando e non abbiamo minimamente visto quella
trappola, immagino che si tratti di Foschia. –
-
Ovviamente si tratta di Foschia -, sbuffò truce, - hanno una
stramaledetta figlia di Ecate nella loro squadra …
è ovvio che usi il suo
potere per celarle. –
-
Già e poi sono delle trappole veramente ben fatte; immagino
che siano opera di Sammy, ha un certo stile quella ragazza. –
La
faccia della figlia di Venere diceva chiaramente che
avrebbe anche potuto ucciderlo su due piedi, così Alexander
diede un pugno
sulla spalla all’amico e gli intimò di chiudere il
becco.
-
Ci tiri giù? –
-
Vi lascerei appesi lì fino a domani, ma immagino di non
poterlo fare – sospirò, recidendo repentinamente i
lacci e facendoli piombare a
terra con un tonfo sonoro.
Robert
lanciò un’occhiata furente ai suoi abiti
mezzi abbrustoliti. Aveva un aspetto tremendo e non osava nemmeno
immaginare
come fossero ridotti i suoi capelli. Maledetto Jackson e maledetti i
suoi
fulmini.
Come
se ciò non fosse bastato quegli idioti dei membri della
sua squadra erano riusciti a farsi fregare la bandiera proprio dalla
squadra
rossa.
-
Si può sapere come hanno fatto a prendervela e
perché non
avete fatto nulla per impedirlo? –
-
L’ha chiesto. –
-
Chi l’ha chiesto, razza
d’incompetenti? –
Benedict
lo tacitò con un’occhiataccia invitandolo a tenere
calmi i toni.
-
È stata Myra? –
-
Già -, ammise Crystal continuando a fissare male il suo
compagno di Campo, - immagino abbia usato i suoi poteri per persuaderci a consegnargliela.
–
Robert
alzò gli occhi al cielo, sbottando: - Battuti da una
figlia di Afrodite, ah che umiliazione! –
Thea
aveva appena fatto ritorno al centro del Campo
Mezzosangue quando la consueta sensazione prima di una visione
l’assalì
costringendola a portare entrambe le mani al capo e a serrarle tra le
ciocche
bionde.
Evelyn
fu immediatamente al suo fianco, sorreggendola e
passandole un braccio attorno ai fianchi per dirottarla verso uno dei
massi
nelle vicinanze in modo che potesse sedersi. Aveva assistito a molti
dei suoi
attacchi profetici e ormai sapeva bene cosa aspettarsi.
Gli
occhi dell’Augure si girarono all’indietro,
mettendo in
mostra la sclera bianca e null’altro, mentre il corpo veniva
scosso da violente
convulsioni.
La
strinse a sé, tenendola ferma e impedendole di mordersi la
lingua o ferirsi in altro modo.
La
crisi durò una manciata di secondi, poi Thea si
accasciò
priva di sensi.
L’adagiò
a terra con delicatezza per poi rivolgersi ai figli
di Apollo dall’altro lato del falò e urlare: -
Aiuto, qualcuno ci dia una mano!
–
Spazio
autrice:
Salve
di
nuovo!
Come
vi
avevo accennato ho ribaltato un pochino le cose per cui il ruolo che
avevo in
mente per Ruby verrà dirottato su Thea (autrice di Thea ti
prego non sparire
xD) e spero che il capitolo vi sia piaciuto. A proposito,
congratulazioni ai
creatori degli OC che hanno formato la squadra rossa per la vittoria. A
presto.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary