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Autore: Yurha    18/10/2018    1 recensioni
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DAL TESTO" [...] Lei e Mike, all’unanimità, decisero di prendersi almeno una notte di riposo e cominciare il giorno dopo a lavorare sui ricorsi prontamente presentati dai colleghi difensori, però Jack McCoy “suggerì” di restare in ufficio già da quella notte, proprio mentre lui se ne stava andando a casa a dormire.
«Non sarà un problema lavorare insieme giorno e notte per le prossime settimane, vero?» disse loro in tono che venne recepito da entrambi come sarcastico.
Connie guardò Mike e, facendogli un accenno di sorriso, si sentì esattamente come se avesse dovuto chiedergli scusa fino alla fine dei tempi ma non solo a causa del lavoro extra..
Lo guardò bene e, così su due piedi, non credeva di avergli spezzato il cuore come disse Woll, ma non riusciva proprio a togliere la dannatissima voce di quell’uomo dalla testa. [...]"
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Eccomi di nuovo qui, con un'altra storia a capitoli xD (questa volta lunghetta).. Spero di aver fatto un buon lavoro :)
Grazie per esservi soffermati a leggere questa intro e.. Buona Lettura! XD
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4
 

Mentre era ancora immerso nei suoi pensieri, sentì bussare alla porta.
Essendo ormai rimasto solo al mondo, non ha mai ricevuto visite a casa, tantomeno a notte fonda.
Guardò curioso nello spioncino e spalancò gli occhi nel vedere Connie sul pianerottolo.
“Che ci fa qui.. Ma soprattutto, come ha fatto a scoprire dove vivo? Sono sicuro di non averlo mai detto a nessuno.. E poi datti una calmata Cutter, non hai un assassino sulla porta di casa tua.. Bhè.. non ancora..” disse tra sè e sè, sentendo il suo cuore iniziare a galoppare.
Prese un profondo respiro per cercare di rilassarsi quindi le aprì e la guardò.
Era strano non vederla indossare uno dei suoi eleganti tailleur ed il suo impermeabile nero preferito ma infondo non avevano mai avuto l’occasione di incontrarsi dopo l’orario di lavoro.
«Ciao.» disse lei quasi sottovoce, guardando in basso.
«Ciao. Che ci fai qui?» chiese curioso, senza muoversi dal suo posto.
Da quello che Mike poteva vedere, Connie indossava un piumino blu completamente chiuso, dei jeans grigi e delle scarpe da ginnastica, sempre grigie.
«Scusami se ti ho svegliato, non era mia intenzione, ma..» disse alzando lo sguardo per un secondo e poi abbassarlo di nuovo, leccandosi involontariamente le labbra per poi mordere quello inferiore, com’era solita fare quando si sentiva nervosa.
«Che c’è..?» chiese piegando leggermente la testa di lato e aggrottando di poco le sopracciglia.
«Sei.. sei senza maglietta.» sussurrò, avendo quasi paura a farglielo notare.
Lui guardò in basso. «Oh.. È vero. Vieni, entra pure, vado a mettere qualcosa e torno subito. Nel frattempo, fai come se fosse casa tua.» rispose rendendosi conto e andando verso la camera da letto.
“Ha proprio un bel fisico asciutto, chissà quando trova il tempo per andare in palestra.” pensò lei con un mezzo sorriso imbarazzato mentre richiudeva la porta e si toglieva il leggero giubbotto.
Mike tornò da lei e la trovò in cucina, illuminata solo dai piccoli faretti sistemati sul fondo dei pensili, dando alla stanza una luce bianca, bassa e rilassante.
«Allora, cosa ti porta nella mia umile dimora a quest’ora di notte?» chiese sistemandosi la vecchia maglietta intima azzurra a maniche corte.
«Ho portato qualcosa da mangiare.» disse semplicemente con un vago sorriso indicando la busta sul bancone.
Lui guardò il nome del ristorante.
“Mhm.. Italiano, un pò pesante a quest’ora ma comunque molto buono.” pensò grattandosi leggermente la nuca con un’ombra di sorriso.
Non avendo risposta, Connie abbassò lo sguardo e cambiò espressione.
Riusciva solo a pensare che probabilmente aveva commesso un grosso errore ad andare da lui.
Sorrise lievemente. «Forse ho scelto un brutto momento. Ci.. Ci vediamo domani. Scusami ancora per averti disturbato. Buonanotte Mike, dormi bene.»
Si girò verso la porta della cucina per dirigersi verso l’ingresso.
Mike sospirò e si diede dell’idiota colossale, poi andò velocemente verso di lei.
«No, aspetta!» esclamò. Notò il leggero sobbalzo e continuò. «Ti prego perdonami, ho usato il tono sbagliato. Dài vieni, mangiamo insieme, infondo ho saltato la cena.» disse allungando la mano verso di lei e sorridendole dolce.
Lei non potè far altro che ricambiare il sorriso. «L’immaginavo.. Se non ci fossi io, tu non mangeresti mai.» scherzò, lasciandosi convincere a restare.
Mike si schiarì la voce tentando di ricomporsi e ritrovare la sua sempre impeccabile immagine ma sfortunatamente realizzò che avere Connie in casa sua proprio quella notte era davvero crudele, sia per lui e probabilmente anche per lei.
«Ho provato a dormire ma non ci sono riuscita e conoscendoti, ho pensato che magari potevi essere ancora in ufficio, così sono andata lì e non trovandoti, ho chiesto l’indirizzo di casa tua a Tommy, la guardia notturna dell’archivio ed eccomi qui. Ho provato anche a mangiare qualcosa qualche ora fa ma niente da fare.. Ecco, per farla breve, l’unica persona che ho avuto in mente per tutta la sera sei tu e, davvero, scusami ancora se ho interrotto la tua ultima notte di riposo.» disse cercando di dargli una spiegazione per sfuggire all’imbarazzo.
Mike, per tutto ciò che disse e per il modo in cui lo fece, la trovò assolutamente adorabile e dolce.
Sorrise. «Grazie Connie. È bello sapere di essere nei pensieri di qualcuno per una volta. Comunque tranquilla, non hai interrotto proprio nulla, se mai, mi hai “solo” salvato da una tremenda sbronza che sicuramente avrei pagato domani in ufficio.» disse riprendendo in mano il bicchiere pieno a metà di Scotch e prendendone un bel sorso per poi appoggiarlo sul bancone.
Lei rise portandosi una mano semichiusa a coprirsi le labbra. «Non ho ancora avuto il piacere di vederti con la post-sbronza. Se non fossi venuta qui, probabilmente domani mi sarei divertita molto.» disse continuando a ridere.
«Invece io non ho mai avuto il piacere conoscere il tuo lato sadico e ringrazio il cielo di non doverlo subíre.» rispose, contento di averla fatta ridere.
«Comunque, come hai potuto notare, sono un pessimo padrone di casa. Posso offrirti qualcosa da bere?» chiese mentre tirava fuori i due contenitori dalla busta di carta.
Lei ricambiò lo sguardo e sorrise. «Posso avere il tuo bicchiere?»
Sicuramente Connie non era una gran bevitrice ma in quel momento sentiva di avere proprio bisogno di qualcosa di forte.
«Certo.» disse lui passandole il bicchiere.
«Grazie.» rispose con tono basso.

  
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