Serie TV > Law & Order
Segui la storia  |       
Autore: Yurha    20/10/2018    1 recensioni
- 09x20 -
DAL TESTO" [...] Lei e Mike, all’unanimità, decisero di prendersi almeno una notte di riposo e cominciare il giorno dopo a lavorare sui ricorsi prontamente presentati dai colleghi difensori, però Jack McCoy “suggerì” di restare in ufficio già da quella notte, proprio mentre lui se ne stava andando a casa a dormire.
«Non sarà un problema lavorare insieme giorno e notte per le prossime settimane, vero?» disse loro in tono che venne recepito da entrambi come sarcastico.
Connie guardò Mike e, facendogli un accenno di sorriso, si sentì esattamente come se avesse dovuto chiedergli scusa fino alla fine dei tempi ma non solo a causa del lavoro extra..
Lo guardò bene e, così su due piedi, non credeva di avergli spezzato il cuore come disse Woll, ma non riusciva proprio a togliere la dannatissima voce di quell’uomo dalla testa. [...]"
•_•_•_•_•_•_•_•_•_•_•_•_•_•_•_•_•_•_•_•
Eccomi di nuovo qui, con un'altra storia a capitoli xD (questa volta lunghetta).. Spero di aver fatto un buon lavoro :)
Grazie per esservi soffermati a leggere questa intro e.. Buona Lettura! XD
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 6
 

Connie appoggiò il bicchiere vicino al bordo del lavandino, quindi fece un passo verso di lui. «Marcus.. Lui ha detto che ti stavo spezzando il cuore perchè non sapevi che fossi disponibile. È vero questo? Ti ho spezzato il cuore?» chiese con nello sguardo una punta di apprensione.
Come poteva Mike rispondere ad una domanda del genere senza ferire o alimentare i suoi sentimenti?
Avrebbe senz’altro significato cambiare tutto e non voleva rischiare di perderla e perdere tutto ciò che era riuscito a costruire con lei, mettendoci anni d’impegno, sacrificio e tanta, tanta fatica.
Connie lo vide allungare una mano per prendere il bicchiere di Scotch, finirlo in un sorso ed appoggiarlo di nuovo, forse un pò troppo bruscamente, sul bancone di fianco a lui. «Sinceramente non so di che parli.» rispose mentre l’alcool ancora gli stava bruciando la gola, cercando di sviare il discorso, inutilmente, perchè Connie lo conosceva meglio di quanto lui potesse mai immaginare e sapeva benissimo che ricorreva a quella tattica solo quando era messo alle strette e quando doveva trovare il tempo per pensare ad una risposta che suonasse minimamente credibile.
Potè addirittura quasi leggere nei suoi occhi quanto fosse furioso con l’uomo di nome Marcus Woll.
Fece un altro passo verso di lui e Mike ne fece uno indietro cercando di mantenere le distanze, finendo poi per sbattere contro il bancone centrale.
Sul volto di Connie comparì un velo di tristezza e lui a quel punto seppe con certezza che riuscì a rovinare tutto, per la seconda volta in una sola sera.
Sospirò. «Connie..» disse a bassa voce, allungando una mano verso di lei per cercare di consolarla ma lo interruppe subito ed anche lei fece un passo indietro.
Sapeva già cosa stava per dirle, quindi lo anticipò. «Scusami. Sinceramente non so perchè sono qui e non so neanche il motivo per cui ho fatto quella stupida domanda.» disse cercando di sorridere per coprire le sue vere emozioni.
Mike riuscì quasi a vedere le lacrime nei suoi occhi e questa volta si diede direttamente del bastardo insensibile.
Connie si mosse, superandolo e andando verso la porta d’ingresso e Michael reagì d’istinto ancora una volta, avendo visto il profondo senso di colpa nascosto dentro i suoi occhi color nocciola.
Si sentì esattamente come se non fosse stato più padrone del proprio corpo e nell’istante in cui Connie aprì la porta d’ingresso di qualche centimetro, lui arrivò alle sue spalle e la richiuse facendola sbattere, per poi bloccarne l’apertura mettendo tutto il peso appoggiato sulla mano mentre con l’altra l’avvolse in un abbraccio, talmente stretto che riuscì a trasmetterle esattamente la stessa paura che stava provando lui in quel momento.
Connie spalancò gli occhi, smettendo di respirare.
Era un gesto che sicuramente il Michael Cutter che conosceva non avrebbe mai fatto ma probabilmente quella volta Connie lo scosse talmente tanto da costringerlo a lasciare da parte tutta la sua quasi esasperante ed esagerata razionalità, sostituendola con le più profonde ed incontrollabili emozioni.
Senza dubbio erano entrambi molto agitati e non ragionavano con la loro solita lucidità.
«Mike, ti prego lasciami andare. È una notte strana ed è meglio che me ne vada prima di fare qualcosa di cui possa pentirmi.» disse con ancora una mano sul pomello, cercando di aprire quella porta blindata, che non riuscì a spostare di un millimetro a causa di Mike.
Eppure nulla della sua apparenza lo faceva sembrare un uomo fisicamente forte..
Lui stringendo un pò di più la sua presa, fece aderire l’intero corpo di lei al suo.
Aveva l’irrazionale, strana ed assoluta certezza che se l’avesse lasciata andare, l’avrebbe persa per sempre e quello scenario era totalmente inaccettabile per la sua mente.
Aveva bisogno di lei come nessun altro al mondo.
Appoggiò la fronte alla parte posteriore del collo di lei e prese un profondo respiro.
Connie sentì il suo caldo e lungo sospiro sulla pelle che le provocò un piacevole brivido lungo tutta la schiena.
«Confesso..» cominciò sottovoce «..che avrei tanto voluto ammazzarlo con le stesse mani che ti stanno impedendo di fuggire da me.» sussurrò poi, facendole sbarrare gli occhi, sia per quell’affermazione, sia perchè sentiva ogni muscolo del torso e il calore dell’intero corpo contro di lei.
Andava letteralmente a fuoco.
«Quando nel corridoio del tribunale mi ha parlato di te esattamente nello stesso modo in cui un uomo parla della donna di una notte, di un giocattolo, di un oggetto qualsiasi.. Avrei tanto voluto avere un’arma carica in mano e crivellarlo fino a scaricarla completamente, facendolo soffrire il più possibile.» Si fermò. Scosse leggero la testa e sospirò. «Mi sentivo.. così..» continuò infine con un’espressione di dolore sul volto, senza trovare le parole giuste per andare avanti ma Connie, sentendo il suo tono di voce così sofferente e pieno di rabbia allo stesso tempo, capì il motivo di quell’abbraccio e capì anche perchè non voleva assolutamente lasciarla andare, quindi tolse la mano dal pomello e la mise sul braccio che la stava trattenendo per accarezzarlo leggera.
Mike la strinse leggermente di più, aveva bisogno di quel contatto così stretto.
Entrambi avevano imboccato un sentiero pericoloso ma in quel momento finalmente potevano liberare le proprie emozioni.
Mike girò la testa per appoggiare la tempia nello spazio tra il collo e la spalla di lei.
«Ho provato a non pensarci, credimi, ma la mia mente non riesce a tollerare l’idea che Woll abbia avuto l’opportunità.. di..»
Connie sentì che lui strinse forte la mascella.
Dopo ciò che stava per rivelare lei avrebbe saputo e tutto sarebbe cambiato ma ci pensò bene e decise che arrivati a quel punto, non gli importava più di nascondere quelle cose.
«.. di abbracciarti, baciarti, toccarti.. Averti completamente..» le ultime due parole le sussurrò al suo orecchio come se stesse commettendo un peccato mortale.
Chiuse gli occhi e sospirò sofferente. «Mentre lui ha avuto tutto, io non ho mai neanche avuto il coraggio di fare un minimo sforzo per te.» disse infine, premendo le labbra sulla morbida pelle della spalla e darle un leggero bacio.
«Mike, ti sbagli. Tu hai fatto e fai moltissimo per me, tutti i giorni, anche se non te ne rendi conto.» disse con gli occhi chiusi, lasciando andare indietro la testa e appoggiarla sulla spalla di lui.
«Connie, non riesco a tollerare che tu abbia pensato di farti del male per colpa di quell’essere. Io vorrei poterti dare di nuovo tutto ciò che lui ti ha portato via con la sua falsità. Io non farei mai qualcosa che possa spezzarti il cuore e potrei dimostrartelo se solo tu volessi. Ti tratterei come se fossi una regina, potrei amarti come non ho mai amato nessun’altra donna in tutta la mia stramaledettissima vita. Se solo mi dessi l’occasione, io..» disse poi stringendola con entrambe le braccia e prendendo a baciarle ripetutamente la stessa spalla, fino al collo.
Ormai sembrava un fiume in piena, non riusciva più a fermare tutte le parole che desiderava dirle da molto tempo ma Connie non riusciva a pensare ad altro che ai suoi dolci e leggeri baci.
Non riuscendo a dire nulla, trovò giusto lo spazio per girarsi completamente verso di lui e lo guardò profondamente negli occhi.
Lui ricambiò lo sguardo, preoccupato però, perchè non sapeva se l’avesse spaventata con le sue parole ma lei lo confortò sorridendogli, mettendogli una mano sulla nuca e facendo passare le dita tra i suoi capelli ormai quasi del tutto asciutti.
Era forzato a guardarla negli occhi ed era terrorizzato che potesse vedere più di quanto avesse voluto mostrarle, perchè in quell’istante, gli occhi di Mike parlavano solo di una profonda paura e dentro di sè, nascondeva l’unica cosa che poteva essere definita in quel modo: l’essere completamente solo, senza nessuno che gli regalasse un pò del suo tempo e un pò del suo amore.
Questa paura nacque nella sua infanzia, quando non riusciva a spiegarsi il fatto che, pur provandoci con tutte le sue forze, trascorreva tutte le sue giornate senza riuscire a trovare uno straccio di amico con cui costruire un normale rapporto di fiducia.
Fin da piccolo ha vissuto sempre solo, nessuno voleva mai giocare o stare con lui ed un giorno i suoi genitori decisero anche di divorziare, trascinandolo ancora più giù nel vortice senza fine di solitudine ed infelicità, attraverso i continui cambi di città per stare due volte a settimana con il padre.
Riuscì a trovare la pace che ha sempre cercato solo da adulto, quando iniziò a lavorare come Sostituto Procuratore.
Nel profondo, sapeva che nonostante tutto ciò che sarebbe potuto accadere nel bene o nel male, Jack gli avrebbe sempre voluto bene come solo un padre può fare mentre Connie era l’unica donna che non aveva paura di dirgli le cose in faccia esattamente come stavano, senza contare tutti i buoni sentimenti che nutriva, la sua protezione e amicizia che, incondizionatamente, gli donava.
«Michael, tranquillo, so che sei diverso da Marcus, so che lui non meritava nulla di me e vorrei tanto poter tornare indietro e cambiare tutto. Vorrei togliere dalla mente qualsiasi cosa lo riguardi ma dato che non posso farlo, vorrei almeno cercare di modificare quei ricordi con qualcosa di migliore e vorrei che in quei “nuovi” ricordi ci fossi tu. Non chiedo altro che questo.» disse abbracciandolo stretto e sussurrandogli all’orecchio esattamente tutto ciò che Mike sognava di poter sentire in quel momento per riuscire finalmente a far tacere la sua mente.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Law & Order / Vai alla pagina dell'autore: Yurha