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Autore: Nao Yoshikawa    22/10/2018    1 recensioni
Esistono tanti tipi di famiglia.
E ognuno cerca la propria a modo suo.
Takumi e Soma, Kuga e Tsukasa, Megumi e Shinomiya, Ryou e Akira, sono coppie tra loro diverse, ma accomunati da un desiderio comune: quello di costruirsi una famiglia.
Ma tra problemi, malintesi e situazioni avverse, le cose non saranno per niente facili.
TRATTO DAL SECONDO CAPITOLO:
Tsukasa si portò una mano sul viso. Per quale assurdo motivo in natura aveva permesso a Kuga di prendere la situazione in mano?
“Kuga… abbassa la voce”.
Terunori però gli fece segno di tacere.
“Se ho detto che le pago vuol dire che le pagherò. Cosa pensate che siamo noi, dei barbari? E’ solo un piccolo ritardo, può capitare, amico. Ah, sì? E lo sai io cosa ti rispondo, vaffa...”
“No, no, no!”, Tsukasa gli strappò prontamente il telefono dalle mani. “Pronto? Sì, chiedo scusa, mio marito è un po’ nervoso. Certo, ma certo, assolutamente, non si preoccupi. Grazie, mille grazie. Buona giornata”.
Chiuse la chiamata. Poi sospirò e guardò Kuga, il quale se ne stava imbronciato.
“Terunori, ti prego, per favore… potresti evitare di litigare con ogni essere vivente e non?”
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Kuga Terunori, Souma Yukihira, Takumi Aldini, Tsukasa Eishi, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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23 - Il dono migliore

Cinque anni dopo...

"Yukiko! Guardami, guardami! Hai visto, mamma? Sono riuscito di nuovo a farla ridere!".
Kichiro se ne stava in ginocchio a fare facce strane alla sua sorellina di pochi mesi. Yukiko, dai grandi occhi dorati e dai capelli color fiore di ciliegio, sembrava completamente presa dal suo fratello maggiore, verso il cui stava ora allungando le manine paffute.
Megumi sorrise a quella scena, mentre teneva sul grembo la sua secondogenita. Il tempo era piuttosto mite per essere dicembre. Natale per la precisione. L'ennesimo passato insieme. Se si guardava indietro, si rendeva conto che molte cose erano cambiate. Altre invece erano rimaste uguali e in fondo era forse meglio così.
"Ah, ecco dov'eravate tutti e tre", Shinomiya aveva richiuso la porta. "Perché ve ne state qui in veranda? Mi avete lasciato solo in mezzo a tutto quel caos"
"Che ti prende?", lo punzecchiò sua moglie. "Fra Kuga e Takumi che perdono la testa c'è da divertirsi"
"A me fanno tanto ridere", commentò Kichiro accarezzando la manina della sorella. "Mi dicono sempre di tenere d'occhio gli altri, perché sono il più maturo".
Questo era vero. Kichiro non era il più grande per età, ma aveva un temperamento mite ed era capace di mettere d'accordo i suoi piccoli amici. Shinomiya gli accarezzò i capelli.
"I compiti più infausti vanno sempre a noi", sospirò. Yukiko nel frattempo aveva preso ad agitarsi, stava palesemente reclamando le attenzioni del padre.
"Credo che voglia te", disse Megumi.
"La mia piccola!", esclamò lui prendendo in braccio la bambina. Certo che con gli anni si stava davvero addolcendo. Con Kichiro ne aveva fatti di passi avanti, ma Yukiko era stata il colpo finale. Le faceva passare tutto. A Megumi venne da ridere. E pensare che fino a qualche anno prima c'era addirittura stato il rischio di non avere mai una famiglia. Fortunatamente aveva dato retta al suo istinto e al consiglio di Nene.
"A cosa stai pensando?", chiese Shinomiya. Yukiko stava cercando di afferrare i suoi occhiali.
"Nulla", Megumi scosse il capo. "Su, adesso torniamo dentro, è quasi ora di cena".
Dentro casa - la nuova casa di Soma e Takumi, molto più grande e adibita ad ospitare molte più persone - c'era come sempre caos.
Il povero Simba stava cercando di trovare la sua pace, rimanendosene accucciato in un angolo. Peccato che Amaya e Kou non gli dessero tregua.
"Dai, Simba, andiamo!", lo incitò la prima. "Tu sei il mio destriero! E io sono una principessa, quindi sbrigati!".
Kou, molto più tranquilla, si lisciò nervosamente i codini biondi.
"Forse devi smetterla", tentò di convincerla.
Il motivo per cui aveva detto ciò era semplice: aveva percepito l'aura oscura e soffocante di Kuga.
"AMAYA!", sbraitò. "Che cosa stai facendo?! Ti ho detto di lasciare stare il cane, non è un giocattolo! Trovati un altro passatempo!".
La bambina alzò gli occhi al cielo.
"Uffa! Sei stupido!"
"Cosa?! Chi sarebbe stupido? Non ho sentito bene, prova a ripeterlo!"
"Ho detto che sei stupido!", proferì a braccia conserte. Tipico di Kuga non riuscire a far valere la sua autorità genitoriale. Alle volte Tsukasa faceva seriamente fatica a capire chi fosse il bambino dei due.
"Ragazzi, andiamo", sospirò. "Vi sentite solo voi". Amaya aggrottò la fronte.
"Papà è cattivo con me", si lamentò.
"Io non sono cattivo! E tu sei una ruffiana!"
"Kuga, smettila! È natale, non litigate!". Amaya gonfiò le guance.
"E va bene. Posso mangiare dei biscotti?"
"Sì, certo che p-"
"Tsukassan, no! Non ha ancora cenato!", proclamò Kuga fermo.
Amaya allora cambiò drasticamente espressione e i suoi grandi occhioni divennero lucidi.
"Dai, vi prego! Solo due. Faccio la brava, giuro".
Kuga fece una smorfia. Sua figlia non avrebbe mai mantenuto quella promessa, come sempre del resto. Ma d'altro canto, dire di no a quel dolcino faccino sarebbe stato impossibile.
"E va bene, ma non esagerare o ti verrà il mal di pancia!"
"Grazie!", esultò. "Vi adoro!".
Bastava una parola. Un semplice "ti voglio bene" o uno sguardo, e subito sia lui che Tsukasa capitolavano come due sciocchi.
"Ah, rammollito", sospirò Eishi.
"Da che pulpito! Quella ruffiana. Ci ha in pugno. Cavolo, ne farà di strada!", proclamò Terunori con una leggera punta d'orgoglio nella voce.

"Haji! Sei cattivo! Non tirarmi i capelli!", piagnucolò Kou. Tra i due, era decisamente quella più sensibile e timida. Hajime invece era una vera peste, vivace, instancabile e furbo.
Fortunatamente Kichiro si era messo in mezzo per cercare di dividere i due fratelli. Kou si era nascosta dietro il suo salvatore.
"Spostati, Kichiro!", sbuffò il biondino.
"Non posso", lui fece spallucce. "Le femmine non si picchiano, vanno trattate bene"
"Ma lei non è una femmina, lei è mia sorella e basta!", proclamò sbuffando.
Kou si strinse al suo braccio e a quel punto Kichiro le posò una mano sulla testa. A quel lieve contatto, la bambina smise di piangere, perdendosi negli occhi buoni del suo piccolo amico.
Kou raggiunse i tre, tenendo fra le mani un tovagliolo pieno di biscotti.
"Tieni, Haji! Dai, mangialo, veloce!".
Takumi aveva appena finito di sistemare i piatti quando si era voltato e aveva colto suo figlio in flagrante.
"Hajime! Dolci prima di cena? E stai sporcando il tappeto! Soma, dì qualcosa a tuo figlio!".
Ovviamente suo marito era impegnato a gongolare circa il recente viaggio in Australia che avevano fatto. Almeno una volta all'anno si concedevano una pausa, e nell'arco di cinque anni avevano già visitato dei bellissimi posti.
"Credo che la tua dolce metà ti chiami", gli fece notare Ryou.
"Eh? Ah, sì! Dimmi, Takumi caro!"
"Takumi caro" un bel niente! Hajime tira i capelli a Kou", abbassò la voce. "Penso che Amaya lo influenzi giusto un pochino"
"Ti ho sentito!", esclamò Kuga. "Rinunciaci. Amaya e Hajime sono destinati a stare insieme per sempre! Tu cosa ne pensi, piccola?"..
Quest'ultima sembrò pensarci seriamente su.
"Va bene! Io un giorno sposerò Hajime!".
"... Cosa?", domandò Tsukasa, ora sull'attenti.
"Ma...", il bambino indietreggiò. "Io non voglio! Le bambine sono antipatiche, voglio solo aprire un ristorante ed essere ricco!"
"Ha le idee chiare! Mi piace, è un buon partito!", Kuga era fin troppo serio.
"Vuoi smetterla?! Sono solo dei bambini!", lo zittì Eishi già in panico all'idea di dover dire addio alla sua bambina adorata. Takumi sospirò, capendo che era meglio intervenire.
"Va bene, ragazzi, tutti calmi. Perché non iniziate a prendere posto attorno alla tavola? Aspettiamo ancora qualcuno?".
Soma annuì.
"Isshiki, Nene, Rindou e Eizan. Si fanno aspettare un po', ma dopotutto è da capire. Si sa che i bambini portano via un sacco di tempo"
"E manca anche tuo padre. Ti prego, dimmi che non vuole fare la stessa identica cosa che fa ormai da anni!", fece esasperato, ma suo marito gli rispose con un'alzata di spalle, segno che non doveva saperne nulla.

"Satoru!", Yuki strepitava contro suo figlio che, nonostante gli anni, rimaneva sempre estremamente vivace e dispettoso. "Smettila di fare l'asociale, dovresti dare un'occhiata ai tuoi cugini più piccoli.
Per tutta risposta, il bambino gli fece una linguaccia, prendendo sottobraccio Yukio.
"Neanche morto! Io e Yukio siamo troppo grandi per stare con loro, abbiamo i nostri passatempi! Diglielo anche tu!".
Il diretto interessato sospirò, rimanendo in silenzio. Man mano che cresceva il suo carattere andava definendosi sempre di più. E stava andando ad assomigliare sempre più niente meno che a Ryou. Che questa fosse una cosa buona o meno, si sarebbe capitolo solo vivendo.
"Dai, hanno ragione", proferì Hayama. "Lasciamoli pure per i fatti loro"
"Tsk", borbottò Ryou. "Quei due stanno sempre insieme. Mi preoccupa..."
"Hanno otto anni"
"Ma diventeranno grandi e... io non voglio avere niente a che fare con i problemi d'amore di Yukio, d'accordo?! Pensaci tu, visto che sei tanto bravo"
"Ma se non ho detto una parola. Il solito apprensivo esagerato".
Ryou si morse la lingua per evitare di rispondergli in malo modo. Era Natale dopotutto, ci avrebbe pensato il giorno dopo.
Satoru si era trascinato Yukio sotto il tavolo e gli aveva fatto segno di tacere.
"Satoru, perchè siamo qui?"
"Sssh", il bambino si guardò intorno, sembrava visibilmente entusiasta. "Yukio, devo chiederti una cosa. Posso darti un bacio?"
"Eh?", domandò lui. "Un bacio? Ma un bacio come i grandi? Sulle labbra?".
L'altro annuì contento.
"Certo!".
Si protese verso di lui con delicatezza, mentre Yukio rimaneva immobile, con il cuore in gola e i pugni chiusi. Il suo migliore amico gli rubò il primo dolce e innocente bacio della sua vita, magari il primo di tanti altri.

Takumi si era fiondato sulla porta che aveva successivamente aperto.
"Finalmente! Temevano non arrivaste più".
Nene aveva un'espressione stanca e afflitta.
"Chiedo scusa. Ryota mi ha fatto perdere tempo. E con Isshiki, è come se avessi due bambini a cui badare".
Suo figlio, che era praticamente la copia di Isshiki solo in miniatura, si staccò dalla madre.
"Tolgo i vestiti!", esclamò deciso.
"Cosa?! No! Ryota, non farlo! Satoshi, vuoi darmi una mano?!", esclamò Nene disperata. Non riusciva a credere che suo figlio avesse ereditato anche quella strana mania di denudarsi, non era possibile!
"Sta tranquilla!", la rassicurò suo marito. "Ho comprato a Ryota un grembiule uguale al mio, non è divertente"
"... Divertente?", sicuramente Nene sarebbe esplosa di lì a poco. "Divertente? MA CHE RAZZA DI IDEE TI VENGONO IN MENTE?!".
Takumi si schiarì la voce.
"Sì, è sempre un piacere avere a che fare con voi".
Fece per richiudere la porta, ma la voce di Rindou gli giunse poco dopo alle orecchie.
"Aspetta, ci siamo anche noi!"
"Ah, bene, ben arrivati, almeno voi non sembrate sull'orlo di un esaurimento nervoso. Come sta la piccola?"
"Bene, ovviamente", rispose lei fiera. In braccio teneva una bambina di circa due mesi. "Possiamo entrare?"
"Certo, accomodatevi pure, sono già tutti qui".
Non appena Amaya ebbe percepito la presenza di Rindou, si alzò dal pavimento per andarle subito incontro. Le due erano molto unite e si vedevano spesso, oltre ad andare molto d'accordo.
"Rindouuu!", chiamo contenta, saltellando. "Finalmente sei venuta! Ah, ciao anche a te, Eizan!"
"Anche a te"? Ma cosa sono, una comparsa?", si lamentò.
"Non te la prendere, Amaya è fatta così", lo tranquillizzò Kuga. "Come ci si sente ad avere una figlia?"
"È... abbastanza strano"
"Sembra essere diventato più tenero, vero Tsukassan?"
"Confermo"
"Smettetela!".
"Rindou! Fammela vedere, fammela vedere!", la pregò Amaya. La ragazza allora si chinò, sorridendo.
"Su, Miyako. Saluta la tua sorella maggiore!".
Nel sentire quelle parole, il cuore di Amaya si riempì di gioia.
"
È troppo carina! La adoro! Posso tenerla?"
"Certo che puoi!".

Takumi andò a sedersi. Si meritava un po' di sano risposo, aveva passato ore a cucinare, peccato che nessuno adesso volesse darti retta.
Soma gli arrivò da dietro, massaggiandogli le spalle.
"Stanco?"
"Mah, ci sono solo una decina di bambina che urlano, strepitano e corrono per casa, cosa vuoi che sia?"
"Però è più bello così, non trovi?"
"Sì, è vero... senza di loro le nostre vite sarebbero... estremamente vuote", confermò.
Non ci sarebbe stato assolutamente niente che avrebbe cambiato. Erano entrambi felici di essere arrivati a quel punto. C'era ancora tanta strada da fare e non vedevano l'ora.
"Oh-oh-oh, buon Natale!".
Takumi sgranò gli occhi. Non poteva crederci, le sue paure erano state confermate! Joichiro gli stava davanti con addosso l'immancabile costume di Babbo Natale. E sebbene i bambini avessero scoperto da tempo oramai la vera identità dietro quel costume, lui continuava imperterrito.
"C'è il nonno!", gridò Kou. "Hai portati i regali?"
"Regali?!", Satoru sbucò da sotto il tavolo insieme a Yukio. "Dove?!"
"Voi! Che facevate lì sotto?!", li chiamò Ryou.
"No, niente, ci siamo solo baciati! Vieni, Yukio, andiamo!"
"Ba-baciati?", sussurrò il corvino. "Cosa? Di già? Andiamo! Speravo almeno passassero altri sei anni prima di questo momento!".
Alla fine Joichiro si era ritrovato circondato dagli impazienti bambini che non vedevano l'ora di scartare i loro regali. E le loro risate di divertimento e il loro stupore rendeva quell'aria natalizia ancora più bella.
Takumi si soffermò a guardare la neve che cadeva fuori, colto da un senso di pace impagabile.
"Buon natale, Takumi", gli sussurrò Soma. "Spero che il regalo che ti ho preso ti piacerà".
Lui lo guardo. E poi rise.
"Puoi stare tranquillo. Perché mi hai già donato tanto".


Fine

NDA
Ryota: forte
Miyako: bellissima bambina notturna
Yukiko bambina preziosa
Ci siamo! Fin dall'inizio era questo il finale che volevo. Tutti insieme a festeggiare il natale e i bambini che fanno casino e che mostrano le loro personalità.
Personalmente io amo Amaya, perchè è già una queen sin da bambina. E poi ho già creato le ship per questa nuova generazione, quindi sono una persona contenta. Mi sono divertita troppo a scrivere questa storia, è stato bello, divertente e commovente, ma a i lettori l'ultima parola :)
   
 
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