Title:
Anger
Author: Lore (minako)
Pairing: Ran Mouri/Shinichi Kudo
Fandom: Detective Conan
Rating:
Arancione
Note:
dopo
tempi immemori, ecco il nuovo capitolo *____* Shinichi-Ran forever, niente da
dire, niente da fare u.u Ora, questo capitolo lo dedico in particolare alla mia
compagna di avventura Hiromi-non-mi-ricordo-il-numerino-a-fianco aka Fefe <3
E, naturalmont, a voi lettori stupendi e speciale ^_^
In particolare a quelle anime buone che commentano e mi danno un motivo in più
per scrivere °_^ Lascio una risposta piccina picciò a ognuna/o di voi =)
Ai_Sellie : ma come sei dulse *.* Mi fa piacere che queste shot ti abbiano fatto ridere ed emozionato, un piacere immenso!! Grazie del commento =)
biccepingu :
oddio,
davvero non hai mai letto fan fiction più bella?! Sei troppo gentile, davvero!!
Continuerò a scriverle, sta tranquilla ^.° Thanks for the comment ^^
Australia :
grazie
infinite per i complimenti, ma ti assicuro che ho ancora tantissimo
(purtroppo -.-) da imparare! Però è grazie alle persone come te che mi fanno
complimenti del genere che mi viene voglia di migliorarmi! Perciò, grazie *-*
white_shadows :
che bello
ricevere un commento positivo da qualcuno che in precedenza mi aveva esposto dei
consigli da seguire *.* Questo vuol dire che sono migliorata, e tutto grazie a
te ^^ Accie white!!!! =) =) Spero che anche questo capitolo sia fresco, ma ne
dubito… però sappi che questo l’ho volutamente così :P XD Ciao, e grazie ancora
per il commento ;)
feferica :
sapere di
averti fatto ridere mi fa tanto piacere!! Così so che il mio intento è stato
raggiunto ;) Grazie per il commento!! =)
___MiRiEl___ :
visto che
amiamo tutte e due Shin-Ran, i love moment e detective conan… è impossibile non
andare d’accordo XD Spero tantissimo che questo capitolo ti piacerà, perché
tengo molto al tuo giudizio, ho visto anche che sono una fra i tuoi autori
preferiti *____* Ma grazieeeeee <3
_Diane_
: certo che il mio scopo era farti soffocare, cosa credi XD (scherzo,
per favore, non soffocare O.o). Grazie mille per aver aggiunto la fan fiction ai
preferiti, per me è una grande cosa! Grazie del commentone =)
evechan :
sono contenta
che ti sia piaciuta, e sono anche contenta del tempo che hai trovato per
commentarmi la storia! Accie mille =)
totta1412 :
anche a te,
un grazie enorme per il commento anche se non è il tuo genere!! Mi ha fatto
piacere ricevere un commento anche da chi non apprezza la coppia o il genere! Il
sapere di avere lettori di ogni idea e parere che possano apprezzare anche
qualcosa che non apprezzano solitamente è bello! :) (che gioco di parole XD)
rannina4ever :
grazie
incredibilmente per il tuo bellissimo commento!!! *___* E, come hai visto, ho
commentato la tua fic con un consiglio che, con piacere, ho visto che hai un po’
seguito!! =) Grazie ancora per il mio riferimento nella tua ficci XD Ciau!!
twentylovemoments
s h i n i c h i • r a n
[05] anger
Il rombo di un
tuono non lo scalfì minimamente. Il freddo, le ossa ghiacciate, e il corpo
zuppo, quelli si che erano un problema!
Tuttavia Shinichi Kudo pareva non curarsene, mentre guardava, sotto la pioggia
che si abbatteva prepotentemente contro di lui, la vetrata del palazzo di fronte
a lui.
Il collo iniziava a fargli male, visto la posizione scomoda che aveva da oltre
un’ora. Eppure, neppure ciò gli interessava.
Sapeva solo che non se ne sarebbe andato da lì neanche se l’avessero trascinato
di peso.
Il desiderio di vedere il volto di Ran da quelle vetrate era forte, così tanto che non si era sfumato neanche un secondo in quegli ultimi sessanta minuti.
La faccenda
andava avanti da tre settimane, il periodo più lungo nella quale non si erano
parlati.
Tre settimane… tre settimane da quando era tornato a essere totalmente Shinichi
Kudo; tre settimane da quando avevano sbaragliato gli Uomini in Nero; tre
settimane da quando Ran era venuta a conoscenza della verità… ancora, tre
settimane da quando aveva litigato con Shinichi.
Ancora se lo ricordava, quel giorno…
Shinichi chiuse gli occhi, e di fronte a lui parve il volto arrossato della sua
migliore amica, fuori di sé per la rabbia e la delusione.
Non aveva voluto sentire ragioni: a suo giudizio, l’aveva solo usata e illusa,
presa in giro e umiliata.
Invano, le aveva detto che l’aveva fatto per il suo bene, e lei, pungente, gli
aveva replicato che se voleva tenerla al sicuro non sarebbe andato a vivere
sotto il suo stesso tetto.
E… aveva
ragione. Così facendo, il giorno dello scontro, lei era stata messa in mezzo
solo perché era con lui per la strada.
Strinse i pugni.
Gli veniva da
piangere, ma si trattenne. Non voleva, non poteva, accidenti!
Con un nodo alla gola, rimase ancora lì, rabbrividendo. La chiamò, ancora.
- RAN!
Quanto desiderava vederla da quella vetrata… quanto! Però, non pareva averne
intenzione.
- RAN!
Quasi gli parve
una visione. Si costrinse a chiudere e riaprire gli occhi quando la vide aprire
la finestra e sporgersi a guardarlo con le lacrime che le rigavano il volto.
- VATTENE! – urlò piangendo, tenendosi convulsamente alla finestra.
- NO! APRIMI!
Non avrebbe mollato. Non lo avrebbe fatto.
Ran, dalle vetrate dello studio di suo padre, non sapeva che fare.
Shinichi Kudo, il suo migliore amico, il ragazzo di cui era innamorata, l’aveva
presa in giro, l’aveva usata.
Eppure… diceva di averlo fatto per il suo bene. In quei giorni nella quale era
rimasta sola chiusa a chiave nella sua camera, aveva pensato e ripensato. Lo
aveva fatto per lei… però… però… le dava così fastidio il fatto che uno come
Heiji Hattori sapessi tutto, e lei no! LEI! La sua migliore amica!
Deglutì.
A guardarlo lì, sotto la pioggia, completamente bagnato con il naso all’insù per
guardarla, però si sentì il cuore gridare il suo nome.
Shinichi, Shinichi, Shinichi…
Cosa doveva fare con lui?
La voglia di
chiamarlo era grande, così come la voglia di baciarlo, stringerlo a sé,
accarezzargli quel volto così disperato.
Sapeva che, se quel giorno gli avesse aperto la porta, non si sarebbe fermata.
Il desiderio di tenerlo stretto era troppo forte.
Era anche per quello che era così restia a lasciarlo entrare. Perché, così
bagnato e indifeso, le avrebbe addolcito il cuore, non dandole possibilità di
essere ancora arrabbiata. Che doveva fare?
- RAN!
Basta! Non chiamarmi!
- RAN!
Smettila! Smattila!
Con una botta
chiuse la finestra, lasciandosi cadere a terra. Lì si mise irrimediabilmente a
piangere.
Stava così male, così tanto che avrebbe potuto anche perire lì.
Shinichi guardò frustrato il suo orologio. Due ore. Due ore che era lì.
Sospirò. La
pioggia, ora, se possibile, cadere ancora più forte di prima. Si sentiva il
corpo stranamente caldo e la testa scoppiare. Perfetto. Si era beccato qualcosa.
Detto fatto, starnutì un paio di volte. Con la testa che girava, la rabbia
iniziò a impossessarsi di lui. Perché faceva così, cazzo?! L’aveva fatto per
proteggerla, e anche se a lei non andava bene, non poteva trattarlo così!
Fu ciò che lo spinse finalmente a muoversi e andare verso la scala che portava allo studio di Kogoro, dove Ran non intendeva accettarlo.
Era così… così…
così improvvisamente infuriato che, con un pugno, cominciò a battere contro la
porta con violenza.
- RAN! APRIMI!
Doveva averla spaventata perché, alcuni secondi dopo, la porta si aprì di un millimetro in un cigolio sinistro. In quel momento, Shinichi ne approfittò e l’aprì completamente. Ran, dal canto suo, strabuzzò gli occhi arrossati dal pianto disperato di appena un’ora prima.
Shinichi aveva uno sguardo che poche volte gli aveva visto in volto. Era così spaesata, che quasi non si accorse che aveva fatto due passi avanti e ora era a pochissima distanza da lei.
- Dimmi dove ho
sbagliato – sibilò Shinichi, stringendo i pugni.
- Dimmi dove ho sbagliato, perché non ci arrivo. Merito davvero di essere
trattato così, quando ingenuamente volevo solo proteggerti?!
Sudava freddo. Non andava bene. Stava per perdere il controllo.
Shinichi chiuse gli occhi, appoggiandosi con una mano alla porta aperta. Come stava male, dannazione!
- A me ha dato fastidio il fatto che mi hai preso in giro! Quante volte mi hai vista star male per te, eh? Dimmelo, perché ormai ho perso il conto.
- L’ho fatto per te, per te!
Ran voltò la testa di lato, tirando su col naso. Che doveva fare? Accidenti, che doveva fare?!
-Ti ho già chiesto scusa, sono stato qui sotto la pioggia per due ore, in questi giorni ti avrò mandato mille messaggi! Che devo fare per farmi perdonare?!
- Niente. Semplicemente niente – pianse Ran.
- Vattene. Per favore, vattene! – pianse più forte, spingendo la porta per sbatterlo fuori.
- NO!
Dannazione, no!
Con una botta aprì completamente la porta e dopo neanche un secondo stava
abbracciando Ran, tenendola stretta contro il suo petto bagnato.
- Lasciami! –
disse flebilmente lei, sapendo che da lì a poco non sarebbe più stata in grado
di ragionare.
- No! Ora mi stai a sentire!
Ran alzò lo sguardo, per incontrare i suoi occhi fiammeggianti. Era così
dannatamente bello, così dannatamente infuriato che un brivido le percorse la
schiena.
Fu così che, senza neppure accorgersene, con un gemito sommesso, si alzò sulle punte dei piedi e poggiò le sue labbra contro le sue.
Sorpreso e ancora infuriato, Shinichi replicò a quel bacio con foga. Era così’ caldo, e lui aveva così freddo… le emozioni che provò in quell’istante lo accaldarono immediatamente, in maniera così appagante che l’abbracciò ancora di più, intensificando il bacio.
L’aveva
desiderato così tanto, così intensamente che non gli pareva vero. Che fosse solo
un semplice sogno?
La paura che tutto ciò non fosse reale, lo portò ad accarezzarle i capelli, così
morbidi e setosi, e a esultare capendo che tutto era vero.
Dal canto suo, Ran lottava contro se stessa.
Da un lato, voleva ancora e ancora baciarlo, con la stessa se non superiore intensità; dall’altro lato, però, voleva mettere in chiaro le cose con lui, su come era rimasta davvero male quando, di fronte proprio a lei, si era trasformato.
Tuttavia in quel frangente non riusciva a pensare a niente se non al suo corpo freddo contro al suo, alle sue labbra così terribilmente dolci e morbide.
Lo amava, lo
amava, lo amava così tanto da stare male.
Ma lui? La amava come l’amava lei?
E, come se volesse risponderle a quella domanda silenziosa, Shinichi parlò.
- Ti amo – le soffiò sul volto, mentre lo tempestava di baci. – Ti prego,
perdonami.
Ran si sentì quasi svenire.
L’amava.
L’amava.
Al diavolo tutto, al diavolo il risentimento che aveva provato! Lo voleva,
voleva ancora baciarlo, accarezzarlo, stringerlo senza sentirsi un peso sullo
stomaco.
- Ti amo – mormorò ancora lui, per paura che lei non avesse capito.
- Scusami – singhiozzò Ran, affondando il volto nell’incavo del suo collo, annusando il suo profumo squisito misto a pioggia.
Con il cuore gonfio di felicità, Shinichi sospirò con il respiro decisamente accelerato.
Accidenti, ora convincersi che non era un sogno era davvero difficoltoso!
Eppure le mani che gli accarezzavano il collo erano quelle di Ran, e le labbra che lo baciavano erano le sue. Senza pensarci due volte, chiuse con un calcio la porta alle sue spalle, per poi ripensare a ciò che era accaduto tre settimane prima…
***
Il dolore lo opprimeva mentre, in quella cella fredda e sporca, era disteso a terra, con una mano sul cuore e l’altra distesa lunga di fronte a lui. Come pubblico di quel terribile spettacolo c’era Ran, Kogoro, due misteriosi uomini in nero e, ultima ma non per questo meno importante, Vermouth.
Gli veniva voglia di morire. Le uniche due persone che avrebbero dovuto essere al sicuro, erano state catturate con lui. E ora, lui si stava per ritrasformare in Conan, dopo che la pillola di Ai era durata appena ventiquattro ore.
Di fronte a loro due… di fronte a Ran. Che schifo… e, intanto, il suo corpo era scosso da spasmi.
- SHINICHI! –
urlò in lacrime Ran, trattenuta a forza da un uomo in nero dietro di lei.
“Non guardarmi, non guardarmi” ripeteva nella testa Shinichi. Purtroppo per lui,
non andò così…
***
Appoggiata con
la schiena al muro, sentiva che da un momento all’altro sarebbe svenuta. Per
fortuna a sorreggerla c’erano le braccia forti di Shinichi, che scendevano e
salivano sulla sua schiena così lentamente da torturarla. Stava giusto per
dirglielo, quando qualcuno aprì con una botta la porta a fianco a loro.
- Accidenti, che temporale incredibile…
Sonoko Suzuki, con in mano un ombrellino lillà, rimase sconvolta.