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Autore: Mestizo    25/10/2018    1 recensioni
Quando si svegliò e le sua mani accarezzarono le lenzuola, fu strano non trovare piccoli granelli di sabbia tra le sue pieghe... e sembrò strano che l’aria non profumasse di salsedine.
Più di tutto, fu strano non avere un altro letto accanto al suo, con He Tian su di esso che respirava lentamente, i capelli scuri sparsi sopra il cuscino bianco.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: He Tian, Jian Yi, Mo Guan Shan, Zhan Zheng Xi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Vacation


«Oh GuanShan, non ti ho mai visto così abbronzato!» esclamò la madre di GuanShan, guardando da vicino la pelle del suo braccio e accarezzandogli la guancia «Sembri così diverso! E guarda i tuoi capelli! Sono ancora più rossi!» sorrise dolcemente «Ti sei divertito? Scommetto di si eh? Con tutti i tuoi amici. Sono quasi gelosa!»

 

«Um» sospirò GuanShan, guardando la sua valigia

Sua madre seguì il suo sguardo «Ah, sei stanco? Il viaggio è stato lungo?»

GuanShan annuì «Sì...più o meno»

Sua madre prese la valigia dalle sue mani «Va bene, ci penso io a questa, riposati un po’. Mi racconterai tutto a cena. Hai fatto qualche foto vero? Lo studente He Tian mi aveva detto che la destinazione era una sorpresa quindi sono molto curiosa~»

 

GuanShan annuì di nuovo, trascinandosi pigramente verso la sua stanza, dove entrò: era tutto esattamente dove l’aveva lasciato tre settimane prima, il giorno in cui He Tian si era improvvisamente presentato alle cinque del mattino.

Si sedette alla sua scrivania, guardando il suo letto e ricordando inevitabilmente quel giorno: sia madre, che lo svegliava, dicendo che He Tian lo stava aspettando in salotto…

 

«Chi?» chiese GuanShan, mezzo addormentato.

«He Tian» ripeté sua madre «Non farlo aspettare»

GuanShan si sedette, confuso mentre sua madre tirava fuori una valigia da chissà dove, già piena di vestiti.

«Cos- dove l’hai presa quella? Che succede?»

Sua madre prese dei vestiti da un sacchetto, allungandoli a GuanShan «Ecco qui, vai a farti una doccia»

« Mamma, è inverno, perchè mi stai dando una canottiera e dei pantaloncini?» per un momento GuanShan pensò che stesse ancora dormendo.

Ma poi sua madre lo spinse fuori dalla stanza verso il bagno e in corridoio vide He Tian, appoggiato contro il muro, che gli sorrideva innocentemente. No, innocentemente non era la parola giusta...vittorioso. Ecco com’era.

«’Giorno piccolo Mo~»

GuanShan digrignò i denti, rivolgendo ad He Tian uno sguardo assassino« E TU CHE CAZZO CI FAI QUI?!»

«Ecco la valigia He Tian»

«MAMMA!»

«Grazie Zietta»

«CHE CAZZO STA SUCCEDENDO QUI??»

 

Mentre He Tian portava la sua valigia Dio solo sa dove, sua madre lo guardò, scuotendo la testa.

«GuanShan, perchè sei ancora qui? Doccia, adesso!»

Lo spinse, di nuovo «Mamma, cos-»

«E lavati i denti!»

GuanShan guardò prima la porta del bagno che sua madre gli aveva chiuso in faccia, poi a se stesso allo specchio

“Deve essere un sogno” pensò.

Venti minuti più tardi era fresco di doccia, vestito e fuori dal bagno, sua madre che l'aspettava fuori dalla porta.

«Pronto?» gli chiese

«Fa freddissimo mà! Cosa significa tutto questo?» aggrottò le sopracciglia «Mi stai...buttando fuori di casa?»

«Certo che no sciocchino! Ecco, prendi questo zaino. C’è il tuo telefono, cuffie, una macchina fotografica, il tuo portafogli, ci ho messo un po’ di soldi, compra dei souvenirs!»

«Souvenirs?»

«Ti accompagno alla macchina»

«Penso che la mia testa stia per esplodere»

 

Fuori il sole era ancora basso sull’orizzonte e GuanShan si ritrovò a tremare non appena la fredda brezza mattutina lo colpì.

Una grossa macchina nera lo stava aspettando.

Si fermò a qualche metro da essa.

«Questa è una pazzia» disse

«Muoviti GuanShan!» sua madre lo prese per mano guidandolo verso la macchina; prima di aprire la portiera lui la guardò.

«Mà…» piagnucolò.

Lei sorrise, abbracciandolo forte. Dopo un attimo di esitazione GuanShan ricambiò l’abbraccio, notando quanto fosse sembrasse più piccola da quando si erano abbracciati l’ultima volta.

«Non pensare a niente, divertiti con i tuoi amici e fai un sacco di bei ricordi. Te lo meriti»

La sentì tirare su con il naso ma prima che potesse guardarla in faccia udì il suono di una portiera posteriore aprirsi e poi sua madre lo scaraventò letteralmente dentro.

Quando riuscì a tirarsi su poté solo guardare sia madre allontanarsi sempre di più attraverso il finestrino dell’auto.

«Ehi rosso»

GuanShan voltò la testa di lato: Jian Yi era seduto accanto a lui sul retro della macchina, e nel posto del passeggero anteriore c’era Zheng Xi. Nessun segno di He Tian.

Un uomo in abito nero guidava la macchina.

«Che ci fate voi due coglioni qui?»

«Perchè?» s’imbonciò Jian Yi «Non ti preoccupare non disturberemo te e He Tian»

GuanShan digrignò i denti e avvertì alcune delle sue vene pulsare dalla rabbia.

«È meglio che qualcuno inizi a spiegare perchè sto per ammazzare uno di voi due»

Zheng Xi scosse la testa «Non sappiamo niente nemmeno noi, He Tian ha detto che ci avrebbe portato in un bel posto»

«MA CHE CAZZO? NON SI DOVREBBE CHIEDERE?»

Jian Yi sorrise «Non mi importa finchè sono con XiXi~»»

«Chi cazzo se ne frega! E dov’è è He mangia merda Tian? Era a casa mia due minuti fa! Pensa di poter fare quel cazzo che vuole!»

Jian Yi si stava coprendo le orecchie con le dita «Quanto sei casinista! Te l’ha mai detto nessuno?»

GuanShan lo afferrò per il colletto «Come osi TU dirmi una cosa del genere?!?!»

JIan Yi si dimenò spingendo via la faccia di GuanShan «XiXi!! Aiuto!»

«Mi faccio una dormita» rispose Zheng Xi, sbadigliando e appoggiando pigramente la testa al finestrino.

Dopo qualche minuto di botte i due riuscirono finalmente a calmarsi e GuanShan notò che anche Jian Yi e Zheng Xi erano vestiti con abiti decisamente non adatti all’inverno, chiese al riguardo e a quanto pare faceva parte delle istruzioni date da He Tian, l’altra era di raggiungerlo in aeroporto alle sei del mattino.

 

Dopo essere scesi dall’auto, furono guidati da due altri uomini per tutto l'aeroporto che li portarono in un hangar dove, scintillante, un aereo li stava aspettando.

«Quello è....» disse Jian Yi «Un jet personale?? Come quelli che si vedono in tv?»

Sia GuanShan che Zheng Xi ammiravano la meravigliosa creatura metallica, bocche spalancate.

«Ma che cazzo…» sussurrò GuanShan.

«FANTASTICO! FANTASTICO!» gridava Jian Yi, scuotendo il braccio di Zheng Xi, che lo spinse subito via.

«Dov’è He Tian?»

 

E, come evocato, He Tian apparve allo sportello del jet, braccia conserte...con l’aria soddisfatta ad atteggiarsi nella sua altezza e...GuanShan fermò lì il suo treno di pensieri.

 

«Che state facendo voi idioti lì sotto? Veloci, stiamo per decollare»

Jian Yi, appeso al braccio di Zheng Xi, lo trascinò su per le scalette «He Tian~ Ti sto decisamente rivalutando! XiXi! Andiamo! Voglio vedere com’è dentro!»

«Smettila di tirarmi idiota!»

 

Mentre Jian Yi e Zheng Xi salivano a bordo del jet, GuanShan non mosse un solo passo, tenendo un'aria arrabbiata contro He Tian che, piegando leggermente la testa, incrociò le caviglie e poggiava la sua spalla contro il freddo metallo.

«Tu non vieni piccolo Mo?»

«Certo che no tu inquietante, presuntuoso bastardo! Cos’è questo eh?»

«Questo?» He Tian guardò dietro la sua spalla «Un aereo, se non mi sbaglio»

GuanShan digrignò i denti « Non osare prendermi per il cuolo! Dove ci vuoi portare?»

He Tian sorriso «Ovviamente, quella è una sorpresa, giusto?»

«E cosa? Pensavi che ti avrei seguitò così, come niente? Sei pazzo! Non vengo con voi imbecilli!»

He Tian ridacchiò «Non penso che tu abbia scelta»

«Certo che ce l’ho!»

He Tian scese un solo gradino «Posso sempre portarti qui con la forza» i suoi occhi si oscurarono e la sua voce si abbassò.

GuanShan fece un passo indietro «N-non oseresti!»

He Tian sorrise, scendendo un altro scalino «Davvero? Non lo farei? Non ne sarei così sicuro...e tu?»

“CERTO CHE NO!” pensò GuanShan, come poteva essere sicuro di qualcosa quando He Tian era coinvolto! Bastava guardarlo! Era in un hangar, vestito in pantaloncini in pieno inverno! E non sapeva nemmeno come tutto quello potesse succedere.

He Tian scese il terzo gradino.

GuanShan schioccò la lingua, «CHISSENEFREGA!» gridò, salendo le scale e sbattendo furiosamente i piedi su ogni gradino.

Non appena passò accanto ad He Tian, quest'ultimo gli diede una leggera spallata alla quale GuanShan rispose con un leggero grugnito.

L’interno del jet era semplicemente qualcosa fuori da ogni sua immaginazione: era come l’interno di un hotel lussurioso. Tutto luccicava, posti a sedere in seta e mobili costosi. TV, minibar e da qualche parte sul retro dell’aereo sentì Jian Yi grisare «Un cazzo di letto matrimoniale?!?»

He Tian ridacchiò dietro di lui, indicando uno dei posti a sedere «Fa come a casa tua, io vado a parlare con il pilota»

GuanShan non rispose, osservando He Tian sparire nella cabina di pilotaggio.

Poi, con attenzione, si sedette su uno dei sedili, accarezzando lo morbida stoffa, solo quella sedia valeva probabilmente quanto tutti i mobili della sua stanza.

In quel momento una hostess camminò accanto a GuanShan, perfettamente vestita nella sua elegante uniforme e bella come una top model, sorrise elegantemente inchinandosi leggermente.

«Signore, posso chiederle cortesemente il suo bagaglio?»

La bocca di GuanShan si spalancò mentre la sua mente iniziò a processare quelle semplici parole, He Tian non aveva preso la sua valigia in casa sua? Allora la ragazza abbassò graziosamente lo sguardo verso il suo zaino.

GuanShan sentì le guance andargli a fuoco «O-oh» balbettò, allungando lo zaino verso la hostess «Si, certo».

Dopo aver riposto lo zaino all’interno dello scomparto, la ragazza lo ringraziò, si inchinò di nuovo e scomparve verso l’altro capo dell’aereo.

In quel momento un pensiero lo assalì: era la prima volta che volava con un aereo. E anche su bruciava, doveva ammettere che si sentiva piuttosto agitato. Come si doveva comportare? Il decollo doveva dare una strana sensazione, giusto?

Era così assorto dai suoi pensieri che quasi non si accorse di He Tian che lo chiamava.

«Stai bene?» gli chiese, notando la sua faccia impallidire.

GuanShan strinse i denti «Che t’importa?»

He Tian fece spallucce «È tutto pronto, devo cercare quei due idioti»

GuanShan spalancò gli occhi «D-di già?»

He Tian piegò il capo, incrociando le braccia «Hai...paura di volare?»

«CHI È CHE HA PAURA INUTILE PEZZO DI MERDA?»

«Mmm~» sorrise He Tian , facendo qualche passo verso GuanShan «È la tua prima volta?»

La sua voce era così bassa che GuanShan non potè fare a meno di intuire il doppio senso nascosto in quelle parole, combatté comunque con tutta la sua volontà. spingendo via He Tian e cercando di riprendere il suo zaino, sfortunatamente lo scomparto era stato chiuso a chiave.

He Tian ghignò afferrandolo per le spalle e voltando GuanShan verso di lui.

« Di dico cosa devi fare» sussurrò

«Togli quelle cazzo di-»

«Prima» lo interruppe He Tian «Ti siedi» e spingendolo dolcemente sul petto, He Tian fece in modo che GuanShan cadesse seduto sul sedile.

«EHI!»

«Poi...» entrambe le mani di He Tian si posarono sopra le cosce di GuanShan che restò paralizzato dall’orrore quando le mani iniziarono a scivolare più su.

GuanShan osservò le lunghe dita sfiorargli i pantaloni, per poi spostare lo sguardo su quello di He Tian

«Cos-?Cos-?»

He Tian ghignò mentre le sue mani scomparvero dietro i fianchi di GuanShan; era pronto a gridare insulti a pieni polmoni quando, subito dopo, le mani comparvero di nuovo, stringendo i due estremi di una cintura di sicurezza nera.

«...ti allacci questa» continuò He Tian, allacciando la cintura con un click e rimettendosi dritto, lentamente «E lasci che l’aereo faccia tutto il lavoro»

GuanShan sentì così tanta rabbia che ebbe l’impressione che il suo cuore fosse ad un passo dall esplodere dentro il suo petto...aspetta, cosa? Non era così che funzionava la rabb-

«Cheee? Il rosso ha paura? Che patetico

Jian Yi e Zheng Xi tornarono dalla loro piccola avventura di esplorazione.

GuanShan prese a pugni il bracciolo mentre gli altri due ragazzi prendevano posto.

«Che ne sai stronzo?»

Jian Yi allacciò la sua cintura, pensieroso «Beh, abbiamo fatto quella gita scolastica con insieme, abbiamo preso un aereo, vero XiXi?»

«Um» annuì Zheng Xi «L’anno scorso»

«Andate a fanculo!»

He Tian si sedette prendo il posto accanto al suo «Non avere paura piccolo Mo, ecco: puoi stringermi la mano»

«Fanculo anche te! Voglio scendere!»

He Tian sorrise malignamente «Troppo tardi»

Con la coda dell’occhio, GuanShan vide la stessa hostess di qualche minuto prima chiudere il portellone dell’aereo e deglutendo sonoramente, GuanShan avvertì il sudore freddo scivolare giù per la sua spina dorsale.

 

Il volo durò poco più di due ore e dopo lo shock del decollo, GuanSHan passò la maggior parte del tempo ad ammirare la vista sotto i suoi occhi. Era incredibile come tutto sembrasse piccolo e distante. Dopo la prima ora tutto quello che si riusciva a vedere era il mare aperto.

“Dove cazzo stiamo andando?” si chiese GuanShan, ammirando le bellissime sfumature di blu brillare alla luce del sole.

Poi la vide, in lontananza: un puntino di sabbia bianca.

«Ma quella è un’isola??» gridò Jian Yi.

E a quanto pareva si, stavano per atterrare su un’isola deserta nel bel mezzo del nulla.

Non appena l’aereo toccò il suolo e il portellone si aprì GuanShan capì finalmente perchè He Tian li aveva fatti vestire in quel modo: dovunque fossero faceva CALDO.

«Ehi» lo chiamò He Tian

GuanShan guardò alle sue spalle, strizzando gli occhi alla luce abbagliante del sole.

«Cosa?»

He Tian ridacchiò, dandogli la sua valigia «Puoi sorprenderti dopo, adesso dobbiamo andare la macchina aspetta»

«CHIUDI LA BOCCA!» rispose GuanShan, tirando un pugno al vento.

Salirono tutti in macchina e improvvisamente Jian Yi attirò l’attenzione di GuanShan toccandogli la spalla «Hai dimenticato questo» disse, allungandogli lo zaino.

«Gra- quella è la mia macchina fotografica?»

Jian Yi nascose la macchina dietro di lui «Dai sappiamo entrambi che non la userai. Prestamela! Catturerò tanti bei ricordi!» e gli fece l'occhiolino.

GuanShan lo fissò inespressivo per qualche secondo «Tu vuoi solo fare foto a Zheng Xi brutto stronzo»

Jian Yi schioccò le dita «Correzione! Farò ANCHE foto a XiXi in costume da bagno»

«Cosa?» chiese

«Dimentica l’ultima parte. Per favore, rosso?»

Sospirò «E va bene. Ma ti avverto se la rompi ti ammazzo»

«Si!» esultò Jian Yi facendo subito dopo una foto a GuanShan, che restò accecato dal flash

«Smettila stronzo!»

 

L’auto lasciò l’aeroporto a prese una strada sterrata circondata da palme e piante tropicali.

Jian Yi era semplicemente entusiasta «Dov’è la spiaggia? Dov’è la spiaggia? DOV’È LA SPIAGGIA?!»

«CHE CASINO! ZITTO!» lo zittì Zheng Xi.

GuanShan sospirò, come se fosse quello il punto di tutta quella situazione. Certo...non che non fosse curioso ma…

«ECCOLA! LA VEDO!»

GuanShan arresto i suoi pensieri: la vide alla sua sinistra, che curvava leggermente seguendo la linea della costa, l’acqua brillava con tante sfumature d’azzurro da non distinguerle e la sabbia era bianca come la panna montata.

Non si accorse nemmeno di quando uscì dalla macchina, era solo fermo lì, camminando lentamente verso la spiaggia. Non era...più abituato a guardare così in lontananza. Non più.

Si era quasi dimenticato che il mondo fuori dalla sua stanza, dal suo appartamento, dalla scuola e dalla sua città... poteva essere così spazioso e silenzioso. Per un momento restò lì, assaporando quella nuova sensazione di sorpresa.

«Ti piace?» chiese una voce da qualche parte dietro di lui.

«Mn» annuì GuanShan prima che potesse rendersene conto, poi si girò e vide He Tian.

Si sentì arrossire dalla testa ai piedi. Aprì la bocca per gridare con tutta la sua forza ma si fermò non appena vide He Tian guardare verso il mare e...sorridere. Solo sorridere.

«Mi fa piacere» disse.

GuanShan sentì le parole morigli in gola.

Per un momento He Tian sembrò tutta un’altra persona: più giovane e rilassato.

Poi guardò di nuovo verso GuanShan con la coda dell’occhio e gli diede una piccola pacca sulla testa.

«Andiamo».

 

Era così con He Tian.

Come se ci fosse sempre qualcosa non fatto, qualcosa non detto.

Era lì, ma GuanShan non riusciva mai ad afferrarlo anche se sembrava così vicino.

 

Da dove la macchina aveva parcheggiato camminarono per circa due minuti dalla spiaggia attraverso un piccolo sentiero che portava ad una casa immersa nel verde e, come tutto quello che riguardava He Tian, era qualcosa fuori dall’ordinario: spaziosa, immersa dalla luce, con grandissime vetrate che davano direttamente in direzione della spiaggia.

He Tian aveva preparato due camere da letto con due letti ciascuna.

GuanShan era pronto a protestare al riguardo ma prima che potesse aprire bocca He Tian lo precedette «Chi è pronto per una nuotata?».

 

E fu così GuanShan si ritrovò a nuotare dentro una meravigliosa acqua cristallina, a giocare a carte sotto l’ombrellone, a giocare a basket (GuanShan sospettava che He Tian avesse fatto costruire il campo appositamente per loro), a prendere scottature alla schiena perchè non c’era possibilità che si facesse toccare da uno di quei coglioni, mangiare angurie dal sapore paradisiaco, nuotare ancora, giocare ancora.

Come il mare GuanShan si ritrovò a seguire ciecamente una corrente di eventi che gli erano stati gettati contro.

Ed alla fine arrivò il tramonto, prima che potesse rendersene contro erano già tornati alla casa di He Tian; aveva appena fatto una doccia ed era più che pronto ad addormentarsi.

Si sdraiò, ma un soffiò un sibilo per il forte bruciore alla schiena.

«Cazzo» sussurrò.

He Tian entrò in camera in quel momento, scuotendo la testa mostrò una bottiglia di doposole.

«Serve una mano?»

GuanShan guardò He Tian, poi il doposole e poi di nuovo il letto, immaginò la notte d’inferno che gli sarebbe toccata se non avesse fatto qualcosa per la sua schiena.

Forse fu quel pensiero, o forse era solo troppo stanco ma alla fine si voltò, dando la schiena ad He Tian.

«Non fare niente di strano» disse, prima di afferrare l’orlo della sua maglietta, la tirò su quel tanto che bastava a scoprire la schiena fino alle spalle.

Avvertì il materasso abbassarsi dietro di lui, subito dopo la mano di He Tian fu sulla sua pelle.

Sussultò involontariamente, avvertendo quanto fredda fosse la crema...e anche le dita di He Tian.

He Tian rise, muovendo la mano in piccoli cerchi «Scusa»

GuanShan grugnì, e nel tentativo di distrarsi dal tocco di He Tian disse la prima cosa che gli venne in mente «Quando hai intenzione di dirmi dove siamo?»

He Tian mosse la mano dalle sua spalle fino al centro della schiena «Ha importanza? Goditi il momento ti va?»

GuanShan sbuffò «Come se potessi. Non so nemmeno perchè faresti una cosa del genere per noi»

Le mani di He Tian si fermarono «Forse lo sto facendo solo per me»

« Si, certo. Tu non sei così» furono parole tanto naturali, che la sua bocca le disse senza nemmeno pensarci. Ultimamente capitava un po’ troppo spesso.

Con la coda dell’occhio poté vedere gli occhi di He Tian spalancarsi per la sopresa.

Strinse i denti, e prendendo un grosso respiro era pronto a rimangiarsi ogni parola...quando sentì la fronte di He Tian posarsi sulla sua schiena, tra le scapole.

Non ebbe nemmeno il coraggio di parlare o muoversi.

Poi, He Tian si mosse alzando la testa «Grazie» e subito dopo gli posò un leggero bacio proprio li dove prima c’era stata la sua fronte.

«EHI!» gridò GuanShan, rischiando quasi di cadere giù dal letto.

Ma He Tian era già in piedi e gli sorrideva «Vado a farmi una doccia~».

E sparì, così.

 

Passarono tre settimane da quel giorno.

Settimane in cui non fecero altro che godersi la permanenza in quel piccolo angolo di mondo. Lontani da tutti, lontani da tutto.

Come se non ci fossero altro che loro e il mare...e i pomeriggi passati a mangiare in spiaggia, addormentarsi fino a che la luna non era alta nel cielo, vedere per la prima volta milioni e milioni di stelle come non ne avevano mai viste prima.

He Tian era perfino riuscito ad organizzato una serata “fuochi d’artificio” GuanShan non riuscì nemmeno a immaginare come, e fu qualcosa da togliere il fiato.

Il tempo scomparve e i giorni si confusero l’un l’altro.

Fu semplicemente bello.

GuanShan era quasi pronto ad ammettere che si stava divertendo, fino a quando, una notte....

 

«GuanShan» una voce lo chiamò, svegliandolo da un sonno profondo «Alzati, presto»

GuanShan aprì gli occhi, trovando He Tian completamente vestito di fronte a lui

«Cosa vuoi?»

«Dobbiamo andare. Prepara la tua roba. Jian Yi e Zheng Xi sono già svegli»

“Ah” pensò GuanShan “Torniamo a casa. Perchè non ce lo ha detto ieri?”

Poi guardò il suo telefono: erano solo le tre del mattino.

Strano.

Si guardò in giorno e notò ombre camminare intorno alla casa, tra gli alberi. Sentì anche voci e sussurri provenire dalla cucina.

«Che cazzo succede?»

He Tian gli gettò addosso dei vestiti «Non c’è tempo, veloce»

Cercando di ignorare un fortissimo senso di déjà vu, GuanShan seguì le istruzioni di He Tian e in meno di dieci minuti erano tutti fuori dalla casa; mentre aspettavano che Jian Yi e Zheng Xi sistemassero le loro valigie in macchina, GuanShan si voltò a dare un'ultima occhiata alla casa...avrebbe mentito se avesse detto che non gli dispiacesse il fatto che era finita così, ma in fondo doveva succedere prima o poi.

Anche se...c’era qualcosa di decisamente strano.

Quando salirono in auto, Jian Yi si addormentò sulla spalla di Zheng Xi. GuanShan lo osservò, per poi guardare He Tian, seduto al posto del passeggero anteriore, proprio di fronte a lui.

«Non che mi importi» disse «Ma cos’è questa fretta? Sta arrivando una tempesta o qualcosa del genere?»

He Tian sorrise, ma anche nel suo sorriso c’era qualcosa di...sbagliato.

«Più o meno»

 

All'aeroporto le cose si fecero ancora più strane: c’erano almeno una ventina di uomini che perlustravano l’area e c’era una macchina, in un parcheggio, circondata da otto di quei strani uomini. I finestrini erano oscurati e stava chiaramente aspettando qualcuno.

 

Scesero tutti.

 

Jian Yi fu il primo a salire a bordo, seguito a ruota da Zheng Xi e dietro di lui GuanShan.

Ma prima che potesse salire l’ultimo gradino  dentro l’aereo si voltò: He Tian era rimasto ai piedi della scaletta. Le mani sprofondate nelle tasche.

GuanShan si guardò intorno, un forte vento si alzò tra loro due.

Due uomini alle spalle di He Tian erano pronti a scortarlo.

L’auto che li aveva portati in aeroporto era già scomparsa chissà dove, tutto sembrava freddo e completamente diverso da poche ore prima.

Come se delle nuvole scure avessero oscurato il cielo.

Perchè He Tian non gli diceva cosa stava succedendo?

Perchè per una volta non poteva condividere il suo piano?

Lo aveva seguito in quel posto senza dire una parola, si era fidato.

Perchè anche lui non poteva fare lo stesso?

 

GuanShan lo fissò, stanco.

 

«Se non prendi questo aereo con noi, con te ho chiuso. Non parlarmi mai più, non cercarmi mai più. Dimenticherò te e tutto quello che riguarda, per sempre»

He Tian abbassò lo sguardo, prese un profondo respiro.

E quando lo alzò di nuovo su GuanShan, anche se stava sorridendo...sembrava così tanto, tanto ferito.

Come se dovesse stramazzare al suolo.

«Quella» disse, la sua voce pesante «Potrebbe essere la cosa migliore da fare».

 

GuanShan non sprecò un secondo in più a guardarlo. Salì a bordo e prese posto.

Jian Yi e Zheng Xi si guardarono, confusi, ma GuanShan era cieco e sordo alle loro voci.

E fu così per l’intero volo, fino a che non salì sul taxi che lo riportò a casa.

 

Quando si svegliò e le sua mani accarezzarono le lenzuola, fu strano non trovare piccoli granelli di sabbia tra le sue pieghe... e sembrò strano che l’aria non profumasse di salsedine.

Più di tutto, fu strano non avere un altro letto accanto al suo, con He Tian su di esso che respirava lentamente, i capelli scuri sparsi sopra il cuscino bianco.

Sbatté le palpebre più volte, ricordando a se stesso che non era più su isola deserta. Pensare una cosa del genere fu ancora più assurdo che sognare che una cosa come quella fosse anche solo lontanamente possibile.

Ma non era stato un sogno, era successo davvero.

E quell’orribile peso sul suo stomaco lo stava uccidendo.

Poi, qualcuno bussò alla sua porta

«GuanShan, tesoro?»

«Mamma» sbadigliò GuanShan, sedendosi «Entra»

Sua madre sibriò dalla porta, sorridendogli dolcemente «Sei sveglio? La cena è pronta»

GuanShan annuì «Quanto tempo ho dormito?»

«Solo un paio d’ore. Oh e, prima che mi dimentichi» entrò in stanza «Guarda cosa ho qui!»

Posò una macchina fotografica sulla scrivania di GuanShan. Il rosso la osservò, spalancando gli occhi «Come?» chiese.

«Il tuo amico Jian Yi è passato poco fa. Era di fretta e mi ha detto di non svegliarti. Ha aggiunto, e cito testualmente “devi decisamente, assolutamente guardarle”» sorrise «NOn è stato gentile?»

GuanShan annuì «Sì»

Sua madre sorrise »Va bene, vieni a mangiare quando hai fatto»

 

GuanShan prese la macchina in mano, se ne era quasi dimenticato di lei.

Probabilmente perchè Jian Yi era stato così occupato a fare foto solo a Zheng Xi che non si era accorto di quando l’aveva usata.

Provò ad accenderla.

«Batteria scarica» disse.

Prese un cavo USB e la attaccò al suo computer.

Inizialmente aveva l’intenzione di lasciarla caricare, poi pensò che per quanto Jian Yi fosse un emerito idiora non gli avrebbe chiesto di guardarla solo per ammirare un sacco di foto di Zheng Xi.

Si sedette di fronte al suo computer cercando la cartella contenente le foto.

La trovò, la osservò e dopo qualche secondo l’aprì.

C’erano almeno cinquecento foto, la maggior parte delle quali, potè notare guardando le icone con l’anteprima, erano di Zheng Xi come aveva previsto. Le altre erano di oggetti a caso o del mare, alcune della casa. Altre invece…

Iniziò con la prima, di lui ed He Tian che camminavano insieme nel sentiero che portava alla casa. Un’altra in spiaggia, di nuovo l’uno accanto all’altra.

Mente mangiavano.

Mentre bevevano.

In una si erano perfino addormentati vicini in spiaggia. In un video, durante la serata dei fuochi d’artificio, perfino lì, erano in piedi vicini.

GuanShan osservò le foto scioccato. Pensava di essere consapevole di quanto He Tian potesse essere appiccicoso a volte. Ma questo...non se ne era mai acorto.

In ogni foto in cui erano ritratti insieme non erano mai a più di tre passi l’uno dall’altra.

Quindi forse non era solo He Tian...poteva essere, forse era possibile che anche lui…?

Poi lo notò, un video.

Nell’anteprima si poteva leggere la data di quanto era stato girato e probabilmente era stato fatto la sera prima che partissero per tornare a casa.

La faccia di He Tian era in primo piano.

GuanShan premette play.

Tutto d’un tratto si ritrovò faccia a faccia con He Tian, che gli sorrideva e lo guardava negli occhi.

«Grazie per aver condiviso tutto questo con me GuanShan. Non lo dimenticherò mai. Questi sono stati i giorni più belli della mia vita. Lascia perdere questo posto, sarebbe stato lo stesso anche nel posto più brutto di questa  terra, ma sarei stato con te, e sarei stato felice come lo sono ora. Divertiamoci anche domani, insieme. Ci vediamo lì»

 

GuanShan non aveva mai provato una fitta così dolorosa al cuore.

Prese un profondo respiro e abbassando lo sguardo vide lacrime cadere sulla sua scrivania da chissà dove; sbuffò furioso sfregandosi gli occhi con il braccio.

Prese il suo cellulare e lo fissò imbronciato.

«Lo odio così tanto»

 

da qualche parte in un posto lontano….

 

Il telefono di He Tian vibrò all’interno della sua tasca.

Non voleva guardarlo, di fatto non voleva fare assolutamente niente. Ogni minima traccia di forza aveva lasciato il suo corpo.

Dopo qualche minuto si fece forza e lo prese comunque.

Un messaggio.

He Tian sbloccò lo schermo e lo aprì:

“Ti aspetterò”




 

Ho pubblicato questa fic in inglese su AO3 qualche tempo fa in concomitanza della TianShan week e ci sono un paio di cose da dire al riguardo.

Primo, in inglese suonava decisamente meglio, tradurla in italiano è stato un colpo al cuore.

Secondo, sono a malapena riuscito a partecipare solo con due fic alla TianShan week (tecnicamente tre perchè la seconda che ho pubblicato era un blend dei temi del secondo e del terzo giorno) quindi sono, per così dire, molto indietro sul programma.

So di essere molto indietro anche con il continuo di “Ten Minutes” e “My sweet glowing light” il fatto è che recentemente tutto quello che scrivo mi fa abbastanza scrivo e speravo che traducendo questa fic che mi sono divertito a scrivere riaccendesse qualche lampadina.

Se ha funzionato?

Mmm...ni.

Se avete domande o volete leggere piccole one shot che pubblico di tanto in tanto venite a trovarmi qui https://mestizo-efp.tumblr.com/

Mi farebbe piacere.

Do svidaniya.




 
   
 
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