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Autore: lolli89    25/10/2018    1 recensioni
James Phelps e la sua ragazza Italiana si trovano di fronte a scelte importanti, che potrebbero cambiare la loro vita... oppure no, potrebbero addirittura dividerli. Cosa sceglieranno di fare? Cosa sarà mai, questo ostacolo tra loro? E se lo supereranno, quali sorprese riserverà la loro storia? Saranno belle, o dovranno superare le avversità? Sarà tutto rosa e fiori, o troveranno anche spine, nel mezzo? Come sempre, quando trovate Xx metteteci il vostro nome, così la storia, spero, sarà più realistica!
Per ora vi lascio nel dubbio, se siete curiosi, leggete!
lolli89
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Phelps, Oliver Phelps
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Innanzitutto voglio scusarmi con tutte quelle persone che stavano leggendo il mio racconto. Tutti questi mesi di assenza sono una cosa imperdonabile, lo so, da lettrice di efp lo posso comprendere.
 
Onestamente avevo un po' perso l’ispirazione, e ho avuto un calo di interesse nei confronti dei due protagonisti, Oliver e James Phelps, e non mi sembrava corretto né per me né per voi scrivere di una cosa che non mi appassionava e per cui avevo uno scarso entusiasmo. Non lo avrei fatto nel modo giusto, e non mi piaceva, e non mi piace tutt’ora l’idea di finire la storia in fretta e furia per mancanza di stimoli, non lo trovo giusto, anche perché il proseguo della storia è, più o meno, nella mia testa. E anche nella testa della mia amica, diciamo di penna, Simona, che mmi da di tano in tanto dei consigli, quando c’è un momento di intoppo narrativo.
Oltre a questo, alla quasi soglia dei 30 anni (mancano tipo 5 mesi), avevo tante altre cose per la testa, e questa storia non era la mia priorità.
Ora però le cose sono cambiate: l’interesse per i gemelli è ritornato, e, dato che non mi piace lasciare le cose a metà, sono tornata. Ce la metterò tutta per non deludervi e dare il degno finale a questa storia.
 
 
 
Xx era sveglia da un po', girata su un fianco a guardare il suo fidanzato che ancora dormiva beato. I capelli gli erano cresciuti nelle ultime settimane, e dietro gli accarezzavano il collo, mentre davanti ricadevano a ciocche, anche se di solito li portava tirati indietro… era molto sexy, e lei era grata di averlo al suo fianco. Almeno di norma, dati gli avvenimenti delle ultime settimane.
 
 Ma ci stava lavorando, lo amava, e di questo era più che sicura, il dolore e la rabbia non avevano smosso di un millimetro quello che sentiva per lui; ieri avevano chiarito, avevano fatto pace, e lei non voleva tornare sopra l’argomento, non era una di quelle persone che dicono di perdonarti, e poi al litigio successivo tirano fuori storie vecchie come il cucco, una volta che aveva chiarito una questione per lei era chiusa, morta e sepolta. Questo però comporta che per perdonare ci metteva più tempo.
 
 
Osservava James, che indossava solo i boxer, mentre tutte le coperte e il lenzuolo erano dalla sua parte. Vederlo così pacifico, il petto muoversi ritmicamente su e giù, il respiro leggero, le riempiva il cuore. Solo per un secondo le passò davanti gli occhi l’immagine di lui stretto ad altre due donne, i corpi avvinghiati e le mani che andavano dappertutto. Cacciò subito l’immagine dalla sua testa, non voleva neanche pensarci, e cercò di sostituire quella immagine con immagini di loro due la notte appena passata, mentre si baciavano e si accarezzavano… sentì dei brividi di piacere al solo pensiero, e un sorriso le si dipinse in volto.
 
 
Quando si rigirò verso James lo trovò che la guardava, le braccia incrociate dietro la testa, evidentemente divertito.
 
 
  << Buongiorno principessa >>, soffiò lui, sfiorandole la schiena con le dita.
 
 
 << Stai pensando a qualcosa di bello? >>, continuò con un ghigno, sfiorandole la schiena con le labbra.
 
 
Xx fremette, ma cercò di contenersi, non voleva cedere subito e così facilmente!
 
 << Forse. Ho fatto un bel sogno, sarà per quello >>, balbettò, facendo un sorrisetto.
 
 << E cosa hai sognato? >> le domandò lui, mettendosi a sedere sul letto di scatto. Si girò verso di lei, spostò una gamba dietro di lei, posandola sulla sua schiena, e l’altra la portò davanti di lei, intrappolandola a lui.
 
 Non avrebbe detto la verità neanche sotto tortura, giusto per dispetto, perciò fu costretta a inventarsi qualcosa su due piedi.
 
 << Mmm… ho… mmm… sognato che… uhm… sai, è difficile… è un po' imbarazzante, ma ecco… o sognato di entrare in un negozio di dolci, e di ingozzarmi di dolci, pasticcini, torte… di tutto, senza ingrassare chiaramente. È il sogno proibito di ogni donna dopotutto >>, finì facendo spallucce.
 
James la fissò per due secondi: nell’ultimo periodo faceva sport più assiduamente del solito, e i risultati si vedevano eccome; aveva tutti i muscoli ben definiti, il viso magro, anche se leggermente incavato. Il tutto però risultava armonioso, e diciamolo, maledettamente eccitante.
 
 << … Bugiarda >>, le sussurrò all’orecchio con voce roca, poi scoppiò in una fragorosa risata.
 
 << Non le sai proprio dire le bugie >>, continuò con gli ultimi strascichi della risata.
 
 << Ha ha ha >>, lo schernì lei, arricciando il naso, dandogli un colpetto sulla spalla.
 
 
Lui la lasciò fare, poi però le prese velocemente il polso, bloccandolo a lato della sua testa, e guardandola intensamente.
 
Xx face altrettanto, lo guardava negli occhi, che erano vicinissimi ai suoi, li osservava cogliendone ogni piccolo cambiamento o sfumatura, vide passarci dentro una miriade di emozioni, e questa era una cosa tremendamente intima tra loro.
 
Xx gli si avvicinò piano, continuando a guardarlo negli occhi, e gli depositò un caldo bacio sulle labbra, premendo le sue labbra su quelle di lui per qualche secondo, ma godendo della loro morbidezza e del loro calore; si stava per staccare, ma lui le agguantò di nuovo le labbra, mordicchiandole piano, con delicatezza.
 
 << Sai, mi ero accorta che non ti avevo dato il buongiorno ancora >>, disse lei con fare innocente.
 
James le sorrise complice, carezzandole il viso con una mano, molto teneramente.
 
 << Dobbiamo andare da Amelia, ha bisogno della mamma e del papà >>, fece lei dopo qualche secondo di quelle coccole, sarebbe stata lì tutto il giorno, ma dovevano andare in ospedale dalla loro bambina, sapere come stava, vederla, e magari prenderla in braccio e coccolarla.
 
 << Si, dobbiamo andare, ma lascia che ti spieghi cosa ho intenzione di farti questa sera… nel dettaglio >>.
Le si avvicinò, e con voce roca e molto sensuale le sussurrò, con particolari espliciti, come le avrebbe dato piacere… tanto piacere.
 
Xx arrossì brutalmente nel giro di un nanosecondo, un improvviso calore generale la pervase dappertutto, soprattutto tra le gambe e nel basso ventre.
 
James osservò compiaciuto la razione della sua ragazza: gli piaceva giocare così con lei, e lasciarla un po' sulle spine; era anche un modo per tenere accesa la fiamma tra loro.
 
Xx lo guardò assottigliando gli occhi.
 
Lui deglutì, iniziando a balbettare: << A- amore? >>.
 
Xx continuò a guardarlo, sembrava gli stesse facendo i raggi x, e alzò un sopracciglio, alzando un dito, e battendoglielo sul petto a ogni parola: << James Andrew Eric Phelps, ti ricordavo più intraprendente >>, bisbigliò lei: quello che lui le aveva detto ovviamente l’aveva già fatta impazzire, ma non voleva dargli quella soddisfazione; e si alzò, andando in direzione del bagno.
 
James, rimasto a bocca aperta, si riprese, avendo intuito il gioco di lei e decise di giocare. In due falcate la raggiunse, e con forza, ma senza aggressività, le prese un braccio portandoglielo dietro la schiena, spingendola contro il muro, mentre con la mano libera le prese l’altro braccio sollevandoglielo sopra la testa, bloccandoglielo al muro.
 
Xx, che non se lo aspettava, fremette, mentre era percorsa da brividi di eccitazione. Senza dire neanche una parola, James le fece scivolare il braccio che aveva dietro la schiena insieme all’altro, bloccandole entrambe le braccia con una mano.
 
Con l’altra scese, percorrendo con la mano tutto il profilo della ragazza, mordicchiandole l’orecchio e morsicandole piano il collo.
 
Con la mano che ora era libera, con prepotenza si insinuò sotto la maglietta, stringendole prima un seno poi l’altro, massaggiandoli fino a farle venire il sottile strato di pelle ultra sensibile, e i capezzoli turgidi.
 
Xx per non gemere si stava premendo la bocca contro il braccio: dopotutto era lei ad averlo sfidato, non voleva dargliela vinta… anche se, in cuor suo, sapeva già che alla fine sarebbe andata così.
 
Nel frattempo James stava continuando con la sua dolce tortura, ed era passato con la bocca nel lato del collo che ancora non aveva preso a mordicchiare e leccare. Scese con la mano sui suoi fianchi e sulla pancia della ragazza, accarezzandola con la sua mano infuocata. Le diede un piccolissimo schiaffo che la fece sobbalzare e tremare; aveva preso molto sul serio la sfida.
 
James spostò la mano davanti, oltrepassando la barriera dei pantaloni e delle mutandine in un'unica volta: Xx si morse più forte il braccio, gli occhi chiusi, piegando la testa ancora più a lato, lasciando a James più spazio di azione. Dapprima James la pizzicò lievemente lì, tra le gambe, poi iniziò, con la mano, ad andare su e giù a ritmi diversi, alternando movimenti intensi ad altri in cui la sfiorava appena.
 
I ciuffi che lui aveva tirato indietro le ricaddero sul viso, e quando le sfuggì un gemito, che non riuscì a trattenere, la lasciò libera, dandole un ultimo colpetto sul sedere.
 
 << Ecco… diciamo che è solo l’assaggino >>, le sussurrò sulle labbra, che si sfioravano senza baciarsi.
 
Xx fu pervasa dall’odore di James, quello che lei amava tanto, e credette di chiudere gli occhi, poi sentì lui baciarle il collo, e fu quasi certa, lo sentiva, che stesse sorridendo.  Poi andò al bagno, lasciandola lì impalata, ancora scossa. Ma lui era almeno un po' consapevole del fuoco ardente che scatenava in lei tutto questo? Anche se, a essere onesti, bastava che lui la sfiorasse appena…
 
Sentire la sua intera mano lì… aveva le gambe molli al solo pensarci. Si incrociarono con lo sguardo prima che lui chiudesse la porta, e una scarica da 200 volt le attraversò il corpo: decisamente non si sarebbe mai abituata a tutto questo… lui la eccitava così tanto.
 
Si prepararono velocemente ed andarono di corsa all’ospedale. Trovarono Katy all’ingresso, e le andarono incontro.
 
 << Hi, news? >>, domandò James appena Katy terminò la chiamata.
 
 << Hi. Di Amelia non mi hanno detto niente, mentre Oliver è ancora in coma farmacologico. Sono sempre più preoccupata per lui. Voglio dire, nessun tipo di miglioramento, neanche lieve, da ieri… >>, Katy tremava.
 
 << No, no. Non devi dire così, Oliver non mollerebbe te e il vostro bambino così, un’automobile non lo fermerà di sicuro. E poi, come diciamo in Italia, nessuna nuova, buona nuova. Devi avere fiducia in lui. E nei medici, ma in lui prima di tutto. Combatterà per tornare dalla sua famiglia. E poi, non fa bene al bambino avere tutta questa tensione intorno. Sei andata a casa? >>, Xx cercò di infonderle coraggio, anche se era preoccupata e soffriva… ma non sapeva quanto poteva mostrarlo.
 
 In fin dei conti lui era stato uno dei motivi della grossa lite con James. Era consapevole che erano tutte macchinazioni e folli fantasie della mente di James, e della sua gelosia fuori controllo in quel periodo, e né lei né Oliver avevano il benchè minimo interesse amoroso, o tantomeno sessuale l’uno nei confronti dell’altra: non era passato loro mai neanche per l’anticamera del cervello. Si volevano bene, si aiutavano al momento del bisogno… erano quasi come fratello e sorella, nulla più. Ma… a James era veramente passata completamente? O era rimasto ancora qualche briciola di gelosia? Nella teoria no, loro due si erano spiegati, e a fatica perdonati… e non voleva ricadere di nuovo a litigare per lo stesso argomento. Quindi rimaneva un po' distaccata, anche se dentro stava male anche per questo: ormai era un circolo vizioso. Si mostrava dispiaciuta, ma non mostrava tutta la sua sofferenza.
 
 << No, alla fine sono rimasta qui. Mi fa sempre uno strano effetto rientrare in casa da sola, e se poi mi si scaricava il cellulare? O se mi addormentavo così profondamente da non sentire la chiamata al cellulare dei medici?!? Quindi alla fine sono rimasta, per sicurezza. Ho dormito nella poltrona che c’è nella stanza di Oliver. Fortuna che avevo il caricabatterie >>, Katy aveva la voce che tremava.
 
 << Katy, devi andare a casa e riposarti, come si deve, su un letto vero. E magari mangiare qualcosa. Immagino che tu abbia lo stomaco chiuso, ma ti devi sforzare un po'. Se Oliver si sta sforzando a restare qui con noi, tu puoi sforzarti a mangiare, anche se poco >>, le disse Xx materna, e James al suo fianco confermava, muovendo appena la testa ma con sguardo incoraggiante.
 
 << Ok… ma se c’è anche la più piccola novità, chiamatemi >>, acconsentì Katy, anche se un po' controvoglia.
 
 << I promise >>, disse James.
 
Xx e il suo ragazzo andarono alla ricerca Del dottore che aveva in cura Amelia.
 
 << Goodmorning >>, borbottò James, che voleva vedere la sua bambina a tutti i costi.
 
 << Signori Phelps, buongiorno. La vostra bambina ha superato bene la notte, e non ci sono state altre complicazioni. Guarirà completamente, e non avrà ricordo dell’accaduto. Se volete potete vederla, ma per prenderla in braccio dovrete aspettare. È meglio se sta completamente ferma, per una guarigione migliore. >>, spiegò loro il dottore.
 
Xx e James accusarono il colpo, volevano poterla stringere a loro e coccolarla… ma a quanto sembrava dovevano aspettare.
 
 << Possiamo andare da lei allora? >>, domandò la ragazza impaziente.
 
 << Certo, vi accompagno >>, disse loro il dottore, facendo strada.
 
Quando entrarono furono colpiti da una valanga di emozioni contrastanti: gioia, paura, felicità, angoscia… vederla era una gioia incredibile, ed erano grati per questo, ma vederla sotto sedazione, anche se leggera, era un'altra cosa.
 
Si avvicinarono cauti, Amelia era attorniata da mille tubi e macchinari, e loro non volevano spostarne neanche uno, per timore che questo potesse ripercuotersi in Amelia. Quando furono vicini, la accarezzarono e ognuno le teneva una mano, era il massimo che potevano fare, al momento.
 
 << Hi Amelia… I’m dad. I’m here. Non avere paura, noi siamo qui >>, le sussurrò dolcemente James, mentre calde lacrime silenziose solcavano il viso di Xx.
 
 << Amore di mamma… riposati e guarisci. Mamma e papà ti terranno la mano per tutto il tempo, ti staranno vicino, e ti porteranno a casa il prima possibile, così sarai coccolata >>, sussurrò Xx, senza rendersi conto che James, dall’altra parte del lettino, la stava guardando.
 
Rimasero lì tutta la mattina, in silenzio, sussurrando solo qualche parola ad Amelia, non spostando le loro mani da quelle di lei neanche per un secondo.
 
James si era allontanato per un po' per andare da Oliver, ma non c’era ancora nessun tipo di cambiamento: i medici avevano assicurato che era fuori pericolo, e che avevano alleggerito la sedazione, quindi era solo questione di tempo prima che si svegliasse.
 
 << Forza Oliver… tra un mese è Natale, non puoi farmelo passare da solo. E poi presto ci sarà il battesimo di Amelia… ricordi che sei il padrino? E la nascita del tuo bambino... non puoi piantarci in asso così tutti quanti… >>, James cercava di scuoterlo, ma il fratello non si era mosso.
 
Dopo un po' tornò da Amelia e Xx; << Andiamo a mangiare qualcosa Xx? Così prendiamo anche una boccata d’aria >>, domandò James, dietro alla ragazza, poggiandole le mani sulle spalle.
 
 << Ok >>, acconsentì, e prima di allontanarsi diede un piccolo bacio sulla manina di Amelia.
 
Andarono a magiare in un piccolo bar vicino all’ospedale, e decisero di fare una piccola passeggiata nel parco, per respirare un po' d’aria fresca e per sgranchirsi le gambe. Si tenevano la mano, e si guardavano, sorridendosi a vicenda.
 
 << TI rendi conto? Amelia ha già sei mesi, vola il tempo, eh? >>, fece Xx, soprappensiero.
 
 << It’s true. Ci ha cambiato completamente la vita… ma non potrei immaginarmela più senza di lei >>, le sorrise.
 
 << Si… se ancora penso alla sua nascita! Ora mi viene quasi da ridere, ma in quel momento… >>, Xx rabbrividì.
 
James le mise un braccio attorno la spalla, stringendola a sè.
 
 << Me lo ricordo come fosse ieri. Quanta paura in quel momento… ti ricordi? Ho quasi minacciato il tipo della sicurezza perché mi dicesse da dove potevo accedere per raggiungervi >>, lo sguardo di lui era perso nel vuoto, mentre le immagini di quel giorno si susseguivano nitide nella sua testa.
 
 << Si, e io ti ho sgridato, perché l’ascensore poteva ripartire da un momento all’altro >>, Xx ridacchiò al pensiero.
 
 
 << La prossima volta speriamo che sia un parto un po' più tranquillo e… ordinario >>: James finì la frase e guardò la reazione della ragazza, dall’alto del suo metro e novanta.
 
Un sorriso si dipinse sul voto di Xx in modo quasi automatico: << Si? >>, fece, non riuscendo a trovare qualcosa di meglio da dire.
 
 << Certo! Non vedo l’ora di avere un altro bambino! O… magari altri tre >>, fece James, gli occhi che brillavano di amore ed entusiasmo.
 
 << Vorresti quattro bambini? >>, domandò Xx, lievemente allarmata.
 
 << Vorrei tutti i bambini che arriveranno. Uno, cinque, tre… l’importante è che stiano bene e siano felici e circondati di amore. E poi… vorrei fare tanta pratica per avere quei bambini. Sai, tipo questa mattina… >>, le sussurrò divertito.
 
Xx arrossì violentemente, tirandogli una gomitata, ma era divertita.
 
 << Sai, anche a me sono sempre piaciute le famiglie numerose, quindi speriamo arrivino questi altri tre o quattro bambini. Non mi tirerei indietro >>, gli disse più seria.
 
A James gli occhi brillarono ancora di più: quanto amava quella ragazza!
 
Al ragazzo suonò il cellulare, ma prima di rispondere guardò chi era: << E’ per lavoro… devo rispondere >>, face, e Xx si allontanò; a James non dava nessun fastidio che lei rimanesse ad ascoltare, ma voleva lasciargli il suo spazio, così ne approfittò per chiamare sua madre… anche se notò da lontano un corposo gruppo di ragazze che stavano osservando James da lontano.
 
Non appena il ragazzo terminò la chiamata, cercò con lo sguardo Xx, e fece appena in tempo a trovarla che una vera e propria folla di ragazzi, ma soprattutto ragazze, quasi lo travolse: ovviamente lo avevano riconosciuto. Tutti volevano una foto con lui, poter stringergli la mano, fare due parole con lui o anche solo un autografo.
 
James rimase spiazzato: era l’ultima cosa che si aspettava, soprattutto così, all’improvviso e in un luogo del genere, ma aveva fatto i conti con questo aspetto della notorietà da tempo ormai: lui era abbastanza famoso, e questo grazi ai suoi fans, che seguivano sia la sua carriera, i suoi progetti di beneficienza o i prodotti e i marchi a cui prestava il volto, che quello che lui decideva di condividere della sua vita privata… e onestamente non era tantissimo. Preferiva di gran lunga tenere per sè tante cose, soprattutto cose riguardanti sua figlia e la sua ragazza, e anche lei lo preferiva.
 
 Però il suo successo lo doveva anche ai fan che lo seguivano, quindi scambiava sempre qualche parola con loro, o firmava autografi o faceva foto con loro… lo faceva volentieri, ma quel giorno, con sua figlia e suo fratello in ospedale non era dell’umore. Ma loro non potevano saperlo, quindi cercò di non far trasparire il suo stato d’animo, si ricompose facendo un gran sorriso a tutti, e iniziarono le foto, gli autografi, e qualche parola.
 
 
Xx si era allontanata un po' di più, lo faceva sempre quando riconoscevano James. Non voleva che venisse fuori qualche sua foto con lui, sarebbe stata sempre “ la ragazza di”, e voleva evitarlo: un po' perché si vergognava, ovviamente non dii James, un po' perché non voleva essere bersaglio di critiche, e anche perché, se proprio doveva essere famosa, cosa che già non la interessava minimamente, non voleva esserlo appunto per “ la ragazza di “, ma per suoi meriti.
 
Incrociò lo sguardo di lui, che la cercava con discrezione, e i suoi grandi occhi verde scuro stavano dicendo
 “ scusami “: lei gli sorrise, sedendosi su una panchina a qualche metro ancora da dove si trovava, guardando distrattamente il cellulare.
 
Di tano in tanto lanciava un’occhiata in tralice nella direzione di James, ma sembrava che la piccola folla attorno a lui non si sfoltisse mai, anzi: era passata quasi mezz’ora, e sembrava ci fosse più gente di prima. Intanto sui social c’erano già le foto delle sue fan; non facevano a tempo a fare le foto che erano già sui social media. Si girò per guardarlo, e vide che le sue fan si facevano sempre più intraprendenti, ne vide un paio che gli gettarono spudoratamente le braccia al collo, e qualcun’altra che addirittura si arrischiava a dargli un lieve bacio sulla guancia.
 
James era a disagio: alcune fan erano più disinvolte di altre, e andava tutto bene, e in questi casi non si sentiva troppo tranquillo. Sorrideva comunque, ma quando qualche fan gli gettava le braccia al collo o gli sfiorava la guancia con le labbra, lui si irrigidiva.
 
 Era un po' troppo, per quanto lo riguardava. In più Xx stava guardando verso di lui… si sentiva morire.
 
James si irrigidì, e, con certo savoir-fair si allontanò, mettendo una distanza, per così dire, di cortesia.
 
In quel momento notò una ragazza in particolare: gli ci volle qualche minuto, ma poi gli tornò alla mente tutto… per sua sfortuna, e gli si gelò il sangue.
 
Era una delle due con ragazze con cui lui… beh, non aveva tanta voglia di rivederla, onestamente.
 
La ragazza notò che lui l’aveva riconosciuta, e ne approfittò subito, avvicinandosi, e per fare la foto gli mise la mano dietro la schiena… un po' troppo in basso.
 
James era fortemente a disagio, e lanciò delle occhiate veloci verso Xx, che al momento sembrava non avesse notato nessun cambiamento.
 
 << E’ lei? >>, gli bisbigliò.
 
Il sorriso di lui durante la foto era appena accennato, e comunque non si avvicinava neanche un po' agli occhi.
 
James non rispose, ma almeno finalmente la piccola folla si stava sperdendo, tutti avevano avuto una foto, un autografo e avevano scambiato qualche parola con lui, così i suoi fans erano contenti.
 
 << Carina. Ma mi immaginavo che ti saresti scelto una donna molto più bella… In effetti con una gravidanza alle spalle… ma immagino non si possa avere tutto. >>, continuò.
 
 Sentì il telefono vibrare, era un messaggio di Xx: << Ho visto che ti stai liberando. Inizio ad avviarmi all’ospedale, ci vediamo lì. I love you >>.
 
James sorrise, ma quando guardò in direzione di Xx lei si stava già incamminando: quando era attorniato ed era con lei facevano sempre così, in modo che lei potesse andare via indisturbata. A lui non avrebbe dato fastidio che l’avessero fotografato insieme a lei, ma Xx non era proprio dello stesso parere, a meno che non fosse un’occasione speciale, o un evento benefico. Diceva che non si sentiva all’altezza, ma lui non la pensava così, e l’avrebbe protetta da eventuali critiche. Comunque stavano lavorando anche su quel fronte…
 
 << Lei è splendida. Credo sia bellissima, lo era prima della gravidanza, durante e dopo, e la amo così esattamente com’è. Ogni giorno di più, e per tua informazione, è tornata a com’era prima della gravidanza, e queste cattiverie su di lei mi fanno incazzare, e non sono una buona partenza, se devi domandarmi qualcosa >>, rispose poi con rabbia; quando qualcuno attaccava Xx ingiustamente e gratuitamente era sempre così.
 
 
<< Sai, dopo la notte che abbiamo passato potresti anche degnarmi di una risposta >>, fece lei, con un tono fintamente dolce, ignorando completamente cosa le aveva detto.
 
James sbiancò: cosa aveva in mente?
 
 << What do you want? >>, le domandò brusco.
 
<< Nothing. Passavo di qui e ti ho visto attorniato da una folla. Sai, quella notte non ti avevo riconosciuto. Avevo altro a cui pensare, sai… >>, rispose lei, vagamente allusiva.
 
<< Se volevi solo salutarmi, lo hai fatto. Ora devo and… >>, ma non riuscì a terminare la frase, che Simone lo bloccò.
 
 << Non mi hai più richiamata >>, fece notare.
 
 << Lo so. Ma quando ti ho incontrata sotto casa mia, ti avevo anche detto che non ti dovevi illudere. Che era stata solo una sbandata che non si sarebbe ripetuta >>, le fece notare.
 
Simone si erse in tutto il suo metro e ottanta, sembrava vagamente offesa.
 
 << Certo, lo avevi spiegato bene, ma potevamo vederci o sentirci lo stesso. Dopotutto è stata una splendida nottata >>, e gli piantò i suoi occhi nocciola addosso, sfidandolo a dire il contrario.
 
 << Yes, but, come ho detto, è stato un errore enorme. Ho una fidanzata, e ho intenzione di sposarla. Non voglio rovinare tutto di nuovo. Ora se non ti dispiace dovrei andare… >>, e si avviò, facendo un cenno di saluto con la mano.
 
 << Sai, potrei usare questa cosa contro di te >>, buttò lì lei, per richiamare la sua attenzione. James si bloccò e si voltò.
 
 << What? >>, era senza parole.
 
 << Ora che so chi sei. Sai… non si sa mai >>, continuò enigmatica.
 
 << Non credo alla gente interessi la mia vita sessuale >>, sbottò, stringendo i pugni così forte da conficcarsi le unghie nei palmi.
 
 << Questo lo credi tu. Saresti sorpreso di sapere quanta gente ti immagina fare del gran sesso con loro. In ogni caso, la gente ahimè giudica… e di solito, anche se è da bigotti, non vede di buon occhio una cosa a tre… sai, nelle foto e nei video sei venuto benissimo >>, continuò.
 
 
 James era allibito. Tanto per cominciare non aveva notato che stessero registrano o facendo foto, ma d’altronde aveva bevuto e non era molto lucido, quindi non poteva escludere la cosa a priori… ma addirittura che potessero usare questa cosa contro di lui… mai ci avrebbe pensato.
 
 << What the hell do you want? >>, sibilò.
 
 << Potremmo incontrarci una volta e discutere con calma della questione. So dove abiti… mi farò viva io, o… se preferisci, questo è il mio numero >>, gli passò un biglietto da visita e si allontanò, ondeggiando i suoi ricci mori al vento.
 
James era… furioso! Prima di tutto con sé stesso e la sua idiozia, in secondo luogo con quella Simone! Ma… come era possibile che al mondo esistessero delle persone così cattive? Voglio dire, usare una cosa del genere ai danni di qualcuno… come… cosa… non riusciva neanche a pensarci. Neanche se ne rese conto, ma stava praticamente correndo in direzione dell’ospedale: Xx… era riuscita, con fatica, a perdonarlo, stava iniziando di nuovo a fidarsi di lui. Se per caso fossero uscite delle foto di quella notte… non osava immaginare a come avrebbe reagito. E Amelia? Ora era piccola e ignara, ma quando sarebbe diventata grande… cosa avrebbe detto vedendo suo padre in quelle foto?
 
Arrivò in ospedale, ma non sapeva che fare: doveva parlarne a Xx? Ne avrebbe parlato con Oliver… ma al momento lui aveva una battaglia più seria da affrontare: mai come allora avrebbe tanto voluto parlare con suo fratello e chiedergli consiglio…
 
 
 << Com’è andata? >>, gli domandò Xx sorridente.
 
 << Oh, bene. C’era tanta gente >>, rispose, cominciando a raccontarle tutto… esclusa la parte riguardante Simone.
 
 << Sai, sui social girano già le foto >>, fece notare con noncuranza.
 
 << Sono contento! >>, rispose facendo il finto tonto.
 
 << E dimmi… la signorina che ti sta strapazzando di baci come si chiama? >>, dissimulare diventava sempre più difficile.
 
 << Mmm… Nicole? Jessica? Quale intendi? >>, sogghignò lui.
 
Xx lo guardò a bocca spalancata: << James! Ma… ma… >>, era sconvolta, e James ridacchiava
 
 << Amore mio, non ho idea di come si chiamino! Qualcuna mi ha dato un bacio sulla guancia, ma sul serio, erano solo fans, le disse, sedendosi di fronte a lei. Con il lettino con le sponde di Amelia.
 
 << Beh, mi pare che più di qualcuna sia tornata più volte. Piuttosto espansive le tue fan >>, commentò, a occhi semichiusi.
 
Lui le lanciò uno sguardo così ardente e carico di desiderio che avrebbe fatto sciogliere i ghiacciai di mezzo mondo: a Xx andò in pappa il cervello.
 
 << Sei gelosa per caso? >>, James sorrideva, la punta della lingua spuntava dalle labbra
 
 Quello bastò a far evaporare in lei ogni barlume di ragione.
 
 << Io? No, figuriamoci >>, blaterò, diventando viola.
 
 << Lo sai si, che non le sai dire le bugie? >>, James si passò di nuovo la lingua sulle labbra, lanciandole un’altra occhiata di fuoco: stavano flirtando in ospedale.
 
 << Amelia, mum is jealous >>, disse divertito alla figlia.
 
 << Non sono gelosa! >>, bisbigliò, non poteva certo mettersi a urlare in una stanza di ospedale.
 
 << Tesoro, non potevo impedirglielo… ma a parte qualche bacio sulla guancia, qualche foto, qualche autografo e due parole è finita lì. Neanche me le ricordo. Gli unici baci che mi interessano e che ricordo sono i vostri >>, e indicò Amelia e Xx.
 
XX era… era semplicemente innamorata. Lo guardava con una faccia da pesce lesso, gli occhi a cuore… quanto amava quell’uomo?
 
 << Xx, vado a vedere come sta Oliver >>, sussurrò: Amelia era ancora sedata, per poterle permettere di guarire per il meglio.
 
Entrò in stanza accolto dai bep del monitor e dei macchinari. Oliver era sempre lì, sempre immobile.
 
 << Fratellone… come stai? Oggi è una bellissima giornata fuori… sai, non mi pare di averti ancora ringraziato abbastanza per aver protetto la mia Amelia. Probabilmente… si, probabilmente senza di te… n-non s-so se… se sarebbe ancora qui… >>, James tirò su con il naso, emozionato e terrorizzato al tempo stesso; un mondo senza la sua bambina era inconcepibile per lui, ormai… un mondo in cui lui non sarebbe voluto stare.
 
 << Comunque, lei sta bene… o meglio, starà bene. È ancora sotto sedativi così può guarire meglio, ma sarà come nuova, senza alcun ricordo dell’accaduto. Ma ci penseremo io e Xx a raccontarle di come lo zio le abbia salvato la vita >>, fece un piccolo sorriso.
 
 << Non ci crederai, ma in questo momento vorrei che tu mi potessi dare dei consigli. Partiresti dicendo che sono un idiota, ma non fa niente, pur di sentirti te lo lascerei dire… Ti ricordi… ehm, quella notte dove ho sbandato con… ehm, sì… ecco le due ragazze. Beh… una di loro dice di avere foto e video di quella notte… io non lo so se è vero oppure no, ma se fosse vero potrebbe decidere di vendere o pubblicare quelle foto… credo sia una specie di ricatto, solo che non so ancora cosa vuole in cambio. A… a Xx non ho detto niente… come me ne esco, con: ” ehi amore, ti ricordi quella notte dove ti ho tradita? Potrebbero esserci delle foto… eccetera.”. Non mi sembra sia il caso… almeno finchè non ne saprò di più… I have no idea how it would react… e stavolta, giuro, seguo il tuo consiglio. Vedi? Il tuo fratellino è perso senza di te… >>, raccontò James, che aveva bisogno di dirlo a qualcuno… anche se in quel momento non poteva rispondere.
 
 << Ne riparleremo, in ogni caso. Oh, Mum and dad >>, James si alzò ber abbracciarli.
 
 << Siamo stati da Amelia >>, disse la signora Phelps.
 
 << Oliver is always the same. Abbiamo detto a Katy di andare a riposarsi a casa, e che l’avremmo chiamata in caso di sviluppi >>; e suo padre annuì.
 
 << I leave you alone >>, fece, e uscì
 
Il suo cellulare vibrò, un messaggio di Xx: << Come, wake up Amelia >>.
 
Si precipitò nella stanza, quasi atterrando un’infermiera che svoltava l’angolo: << Sorry! >>, si scusò alzando la mano, continuando a correre.
 
 << You don’t t run into a hospital! >>, lo sgridò l’infermiera.
 
 
Quando arrivò, iniettarono qualcosa nella flebo, e piano piano, gradualmente, si svegliò.
 
Amelia iniziò a frignare un po', e a muoversi, cercando di prendersi i piedi con le manine, scalciando un po' e agitando le braccia, portandosi una manina alla bocca.
 
Per Xx e James vederla finalmente sveglia e vivace… era una felicità incredibile, e lacrime silenziose scesero dai loro occhi.
 
Le accarezzarono il piccolo viso, si fecero stringere un dito nelle sue manine, che poi mise in bocca di nuovo, ma in quel momento non importava a nessuno dei due; vederla li era già un regalo grandissimo: aveva le ciglia lunghe, e con gli occhi che aveva ereditato dal papà, aveva uno sguardo da Bambi.
 
 << Mamma e papà sono qui Amelia, presto verrai a casa con noi >>, le sussurrò.
 
 << Ma- ma-ma >>, balbettò la bimba.
 
Xx e James si guardarono: sapevano entrambi che non aveva davvero chiamato mamma, ma che iniziava a pronunciare le prime sillabe e ripeterle di seguito… iniziava a sviluppare il linguaggio, anche se era qualche settimana ormai che aveva iniziato con i la-la.
 
In ogni caso era un momento emozionante per entrambi.
 
 << Yes. Mamma. Lui è papà, pa-pa, proviamo su >>, incoraggiò Xx
 
Amelia guardò verso James, torno a Xx e ancora a James: << Pa-pa-pa >>, balbettò, poi si mise di nuovo a giocare, prendendosi i piedini, facendo un sorriso enorme, dove due fossette si formarono ai lati della bocca: anche gli occhi sorridevano, e le uscì un piccolo accenno di risata.
 
 
Il cuore di James stava galleggiando: era emozionante poter assistere a quei momenti, quando, anche se sapeva che non era proprio così, si sentiva chiamare dalla sua Amelia.
 
 
 << Stop for today. Meglio non esagerare. Domani la sveglieremo dalla mattina, e proviamo a toglierle la flebo e darle da mangiare un po' di frutta in vasetto. Piccoli passi. Ha iniziato lo svezzamento? >>, domandò il dottore che seguiva Amelia
 
 << Yes >>, risposero in coro.
 
 << Da poco, forse un paio di settimane >>, aggiunse Xx.
 
 << Ok. Domani porti magari qualche vasetto… un gusto che le piaccia più degli altri. Deve stare qui, almeno non sarà del tutto sgradevole. Vi consiglio di andare a casa ora, è quasi sera. Andate a casa a riposare, ci vediamo domani mattina >>.
 
 << Ok. Thanks doctor >>, fecce James: diede un ultimo lieve bacio sulla fronte di Amelia, seguito da Xx, e uscirono. Katy passò a salutarli, prima di tornare da Oliver; le dissero della loro bambina, e la zia era felicissima: << Fantastic! >>, commentò, poi abbracciò entrambi.
 
 << Do you want us to take a pizza? >>, le chiese James una volta arrivati quasi a casa.
 
 << Ok >>, annuì.
 
 << Ehm… non credo si possa portare la pizza nella tua stanza. Mangiamo a casa nos… nostra? >>, era un po' incerto se definirla “ nostra “ era il termine più corretto. Certo, era la loro casa, ma forse lei non la sentiva più così.
 
 << Ehm… ok. Poi per dormire magari ci spostiamo >>, gli rispose: non era ancora sicura di reggere la camera da letto, era ancora zona pericolosa.
 
Mentre mangiavano la pizza, Xx decise di sollevare un argomento un po' spinoso.
 
 << Jay…ehm… >>; non sapeva che pesci pigliare.
 
 << Avanti, non ti mangio mica. Magari dopo si… >>, buttò lì quasi per caso James, e Xx nascose la faccia dietro un pezzo di pizza particolarmente grande, per nascondere l’imbarazzo.
 
 << SI, ehm… si tratta di Oliver. Non so come tu possa prenderla a riguardo, so che con lui ti sei chiarito e anche con me… io te lo dico, in virtù del fatto che ci siamo detti di essere onesti… poi vediamo. È da… da quando c’è stato l’incidente che mi trattengo. Mi trattengo per quanto riguarda Oliver… sono stata un po' fredda e distaccata quando si parlava di lui in ospedale. Sai, la tua gelosia infondata nei suoi confronti è stato uno dei motivi per cui abbiamo litigato. Né io né Oliver proviamo qualcosa di diverso dal bene fraterno che si può avere tra fratello e sorella. E ci sto molto più male di quanto non dimostri… e mi sento un po' stronza a fare la distaccata… lui mi ha aiutato tanto, mi ha dato tanti consigli… e io? Neanche vado a trovarlo praticamente, per paura della tua reazione. Non voglio litigare ancora per te per questo, né voglio perderti… quindi ecco, te l’ho detto. Ho pianto di nascosto per lui chiusa in bagno, e mi sento una stupida! Non so se questa tua gelosia sia passata del tutto, o se con me hai ancora qualche briciola di rabbia che ti rimane… io te l’ho detto. Ora se vuoi urlarmi addosso, litigare, rompere qualcosa fai pure, ma non nasconderò ancora come mi sento, e non farò finta che non i importi di lui >>, terminò Xx: le sembrava di aver fatto un discorso importante, tipo quelli che fa la Regina ai suoi sudditi.
 
Vide diverse espressioni passare sul viso di James; si era costretta a guardarlo negli occhi per tutto il tempo, anche se, soprattutto dato l’argomento, avrebbe tanto voluto esaminare con cura tutte le fughe delle piastrelle del pavimento della cucina.
 
James le prese il volto con tutte e due le mani, alzandole lo sguardo, portandolo all’altezza del suo: << Tu non devi nascondere niente di quello che provi. Lo so, sono stato uno stupido… ma ho capito il mio errore e ho chiesto il perdono. Fortuna che l’ho ottenuto da entrambi… o non so davvero cosa avrei fatto… come avrei potuto vivere. Ora so… anche se in fondo l’ho sempre saputo, che non mi fareste mai del male… non così. Io sono felice che vi vogliate bene come fratello e sorella, e spero che questo non cambi mai nel tempo. Puoi mostrare… anche a me… quanto soffri per lui. Quella stupida e insensata gelosia è passata >>, la guardava, gli occhi leggermente lucidi… e Xx cedette, gli avvolse le braccia intorno alla vita, nascondendo il viso sul suo collo, e pianse le lacrime di dolore che ancora aveva dentro. James le carezzò piano la testa, con gentilezza, baciandole piano la nuca.
 
 << Grazie… ora mi sento meglio >>, gli disse Xx, asciugandosi gli occhi umidi, riemergendo dopo alcuni minuti. Lui le depositò un caldo bacio sulle labbra.
 
 << Scusami tu. Tenerti dentro tutto deve averti fatto male >>.
 
 << Ora è passato, è quello che conta >>.
 
James accese un po' di musica, e la prima canzone che capitò era The Keeper, di Bonobo.
 
Si guardarono, lui si avvicinò, carezzandole di nuovo il viso. A quel tocco lei inclinò la testa di lato, verso la spalla… come un gatto. Si muovevano piano, ballando, o meglio dondolando sul posto, avvicinandosi sempre di più. I loro nasi si sfioravano appena… James sentiva il ritmo del suo respiro aumentare…
 
Una mano di Xx risalì lenta, carezzandogli l’accenno di barba che gli spuntava sul mento, mentre l’altra mano saliva fino ad arrivare alla nuca, nascondendo le dita sotto i lunghi capelli, tirandolo verso di lui.
 
Si scambiarono un bacio all’inizio lieve, sfiorandosi appena con le labbra, poi il loro ritmo si intensificò con il ritmo della musica che cresceva. La lingua di Xx era morbida, i movimenti lenti, si riassaporavano a vicenda dopo tanto: le loro labbra si aprivano e chiudevano insieme, in un gioco di sincronia, incastri e forme.
 
James le cinse i fianchi, spingendola delicatamente con le spalle al muro: busto, pube e gambe aderirono completamente, strofinandosi l’un l’altro; non c’era più esitazione, non potevano più fermarsi.
 
Xx sollevò le mani, cercando di farsi strada sotto la camicia di lui. James la morse piano, facendo scorrere la lingua ovunque su di lei; dal collo… alle labbra, fino all’orecchio, dove il respiro di lei si faceva più forte, mentre piano gemeva.
 
James la voltò, tenendola sempre per i fianchi: Xx inarcò la schiena, e questo provocò il contatto del suo sedere contro l’erezione di lui, che si faceva sempre più gonfia, chiusa e intrappolata ancora dentro i pantaloni.
 
Le accarezzò con le mani la pelle del ventre, salendo fino al reggiseno; Xx andava già a fuoco, e poggiò la fronte al muro, gli occhi chiusi, nella speranza di un po' di refrigerio.
 
James la voltò di nuovo, sbottonandole la camicia, aprendola completamente. Sganciò il reggiseno, e mantenne il contatto visivo mentre si avvicinava ancora a lei, abbassandosi a leccarle i capezzoli, succhiandoli anche, alternando la morbidezza della lingua alla durezza dei denti. Il ventre di Xx si contrasse, e lei respirava sempre con più affanno…
 
Si premette di più contro di lui, sbottonandogli la camicia: il petto muscoloso di lui era a contatto con i suoi seni; Xx vide chiaramente le iridi del suo ragazzo scurirsi, lo sguardo farsi più torbido… i loro corpi erano roventi. Senza smettere di baciarla, lui la spostò, facendola sedere sul bracciolo del divano; aveva come l’impressione che non sarebbero arrivati al letto.
 
Xx brontolò di disapprovazione quando James si spostò dalle sue labbra.
 
 << Rilassati… non lamentarti, o mi fermo >>, ghignò, anche se sapeva che non avrebbe potuto farlo; si tolse la camicia che ancora indossava, e la sfilò anche a lei, lanciandole dietro di sé.
 
Tornò ad avvicinarsi a lei, bloccandole le mani dietro la schiena, inclinandole la testa e baciandole voracemente il collo.
 
Il corpo di Xx sembrava strombazzare come una fanfara quanto voleva James, quanto lo desiderasse ardentemente: si liberò dalla lieve stretta di lui, e con le mani iniziò a slacciargli la cintura dei jeans, mentre lui continuava a soffocarla di baci e di piccoli morsi.
 
James si fece leggermente indietro, senza fiato, aiutandola a slacciargli i pantaloni: Xx doveva proprio ammetterlo, James a torso nudo, con quel lieve accenno di barba… e i jeans sbottonati e con la zip abbassata… beh, era un orgasmo anche per gli occhi.
 
James in un attimo fu sopra a Xx, mentre si baciavano con passione sempre crescente.
 
Xx ribaltò le posizioni in un secondo, ergendosi sopra di lui; lo baciò sul collo, risalendo sul mento, dove il suo accenno di barba la graffiava appena… gli mordicchiò il labbro, per poi scendere di nuovo, sul petto, giù dritta fino all’ombelico, e poi scese ancora, mordicchiandogli l’erezione attraverso i boxer.
 
James si tirò su di colpo, la prese per mano e la condusse di sopra… non in direzione della loro camera, cosa di cui lei gli fu grata, ma in quella degli ospiti, e la spinse dentro, chiudendo la porta. Accese l’abat-jour, da lì si sentiva ancora un po' di musica. Alla fine ci erano arrivati, al letto.
 
James sollevò il mento, si raddrizzò, e andò verso di lei con fare autoritario, mentre Xx faceva un passo indietro, trovandosi contro il muro.
 
Con voce profonda e altezzosa, resa roca dal desiderio, andò verso di lei: << Continua a sfidarmi così e verrai punita. E dato che sono un po' perverso me la godrò pure >>, era estremamente serio, e dannatamente sexy; poggiò entrambe le mani sul muro, a lato del viso di Xx, osservandola con espressione di sfida.
 
Xx annuì piano, ammaliata da lui, e guardò la sua bocca magnetica che sembrava chiamare la sua.
 
 
 << Sai, posso essere dolce come un agnello… o selvaggio come un lupo >>, soffiò nel suo orecchio.
 
James tornò a posarle una mano sulla vita, tenendola con fermezza, prendendole la bocca con una ferocia tale da farle girare la testa.
 
 
Xx con le mani toccava tutto il corpo del ragazzo, ogni centimetro, ridendo quasi dalla soddisfazione: quell’uomo bellissimo e affascinante era tutto suo.
 
James la rigirò contro il muro, scendendo con le mani sui suoi fianchi, stringendoli fino a quasi conficcare le unghie nella carne… mentre la baciava lungo la spina dorsale.
 
Con le mani si spostò in avanti, e con lentezza le abbassò la zip dei jeans, sbottonandoli, sorridendo sulla pelle di lei.
 
Questa vicinanza, francamente indecente tra loro, con il corpo di lui premuto contro la schiena di lei, le riempì la mente di immagini lussuriose… un’ondata di calore la pervase, le sembrava quasi di bruciare, controllarsi era impossibile… le sfuggirono dei gemiti di piacere.
 
Si voltò, guardando James negli occhi: si scambiarono uno sguardo consapevole, sorridendo.
 
Su Xx si dipinse in volto uno sguardo sornione: James lo riconobbe subito; lo sfoggiava quando stava per dire o fare qualcosa di… beh, sconcio.
 
Lo spinse verso il letto, facendolo stendere, sfilandosi i jeans per poi fare lo stesso con i suoi: erano rimasti solo con l’intimo.
 
Xx si abbassò per baciarlo, una cascata di capelli scese, nascondendoli alla vista del mondo; si baciarono e strofinarono senza tregua.
 
James si alzò e con uno scatto ribaltò le posizioni: era una lotta divertente dove non perdeva nessuno.
 
Le passò le mani lungo tutto il corpo, la parte interna delle cosce di lei era caldissima.
 
Se il tempo si fosse fermato, a Xx non sarebbe dispiaciuto per niente, tra le sue braccia il tempo era sospeso… come se fossero dentro una bolla di sapone, isolati da tutto e tutti; si potevano sentire solo i loro respiri e il suono delle loro carezze… in sottofondo c’era ancora la musica, ma sembrava venire da un altro pianeta.
 
James le poggiò una mano dietro al collo: Xx sentì dei brividi di piacere al contatto con le sue mani, inspirò dolcemente, inarcando la schiena, così James lasciò scivolare l’altra mano tra lei e il materasso.
 
Si baciarono ancora, un’esplosione di piacere invase i loro corpi, che vibravano quasi al contatto l’uno dell’altro. Xx sfiorò i suoi capelli con la mano, spingendolo a baciarla più appassionatamente: la lingua di James girava intorno a quella di lei, mentre gli occhi di lui diventavano sempre più avidi, più ardenti…  Xx gemette di piacere.
 
Xx era così… vogliosa. Aveva fame di lui, delle sue labbra voraci, delle sue grandi mani premute contro di lei, del corpo di lui premuto contro il suo…
 
I loro respiri accelerarono ancora di più, diventando sempre più irregolari: volevano entrambi molto di più.
 
La ragazza immaginò i percorsi delle mani di James lungo il suo corpo, i suoi baci… quella sera non avevano nessuna fretta, quella sera era tutta per loro.
 
James si spostò: erano sudati entrambi, e perfino il sapore del sudore di lei aumentò la sua voglia di possederla.
 
Le sue dita scesero, carezzandole il monte di Venere, sorvolando il tessuto dei suoi slip, di pizzo nero come il reggiseno: James sorrise.
 
 << Uno strato così sottile… meno di un millimetro ci divide >>, le mormorò.
 
Xx rispose appena, con una specie di mugolio, immersa com’era in una trance di eccitazione tutta sua.
 
James le baciò le gambe, fino ad arrivare al pube, e Xx gemette ancora di più, riaprendo gli occhi, guardando dritto in quelli di lui.
 
Gli occhi di lui cambiarono ancora colore, diventando sempre più scuri, più profondi, in una altalena di emozioni, di sensazioni…
 
Con grande calma, lui si sistemò meglio sopra di lei, sovrastandola, fissandola con evidente brama: senza distogliere lo sguardo da lei le sfilò le mutandine.
 
Le passò un dito lungo la fessura delle labbra, avanti e indietro con delicatezza: l’intensità del suo respiro era la sua bussola per orientarsi nella mappa del suo piacere. Trovò il punto giusto, e lì si concentrò, mentre se ne stava lì a osservare soddisfatto il busto di lei che si contorceva dolcemente.
 
Xx fece salire le mani lungo i suoi fianchi, quasi piantandogli le unghie sulla carne, e poi scese giù, iniziando a sfilare i suoi boxer: James con il dito indice della mano libera le carezzava le labbra, alzandole il mento… mentre lei con la lingua si bagnava le labbra, succhiandogli l’indice, facendogli roteare la lingua intorno.
 
I gemiti di lei si facevano sempre più intensi e frequenti: James si abbassò, leccandole piano prima un seno poi l’altro, mettendole una mano sulla bocca, per fermare i suoi gridolini di piacere.
Una mano di lei era rimasta ancorata ai suoi fianchi, mentre l’altra si aggrappò al polso della mano di lui che le tappava la bocca.
 
Scese ancora più giù con la bocca sfiorandole la pelle con i denti: la sentiva bollente. Con la punta della lingua la assaggiò tra le gambe, dandole un lieve bacio proprio lì… la sua barba la solleticava, facendole inarcare la schiena.
 
Con una mano James le teneva la coscia, mentre l’altra era sempre sulla bocca di lei, mentre le mani di Xx andarono tra i suoi capelli, tenendogli la testa proprio lì: questo gesto eccitò James da morire.
 
Il ragazzo la desiderava con ogni centimetro del suo corpo, con ogni impulso che il cervello stava mandando ai muscoli, con ogni sua cellula: rimase li finchè non lo spostò lei, mordendogli la mano che lui aveva alla sua bocca e le conteneva i gemiti, chiudendo le gambe tremanti…
 
 << Ti voglio dentro >>, lo intimò, quando si riprese, spostandogli la mano dalla bocca, mentre con un gesto secco gli sfilò i boxer, gettandoli a terra: l’erezione di James era così vigorosa che stava per esplodere. Xx si alzò, inginocchiandosi sopra il letto, e lui la seguì. Baciò il suo ragazzo con ardore, mettendogli le mani sul sedere, stringendolo, avvicinandolo sempre di più a lei. Scese a baciargli il ventre, seguendo la scia di radi peli sul petto, che la portarono dritti alla sua erezione.
 
Con la punta della lingua lo sfiorò, leccandolo leggera lungo tutta l’asta; lui emise un suono gutturale, quasi selvaggio, che la fece trionfare. Le mise le mani sulla nuca, incastrandole le dita tra i capelli, così lei strinse di più le dita sul suo sedere, aggrappandosi a lui.
 
Quando era quasi al limite di non ritorno, la fece spostare, facendola stendere su un fianco. Lui la seguì, e guardandola dritta negli occhi entrò secco dentro di lei, con un’unica spinta, azzerando ogni spazio tra loro. Xx trattenne il fiato, posandogli una mano sulla guancia: James la sentiva contrarsi, muoversi… agitarsi contro di lui.
 
Lui la teneva stretta a sé per i fianchi, graffiandola con le unghie, lasciando il segno del suo passaggio… del suo possesso, scendendo sulla coscia e poi risalendo con la mano, dandole due dolci schiaffi su una natica.
 
James alternava un ritmo lieve e incostante a improvvisi slanci, muovendosi con più forza: Xx con la mano libera stava stringendo il copriletto, vibrando sotto i suoi colpi.
 
James si avvicinò al suo orecchio: << Ti desidero… ti voglio con tutto me stesso >>, sussurrò.
 
Xx lo baciò ancora, mordicchiandogli il labbro inferiore, tirandolo piano.
 James venne, tremando, sbuffando dalle narici come un toro, gemendo forte, prendendo il viso di lei con entrambe le mani, baciandola con passione. L’orgasmo che lo colpì era qualcosa di potente, di totale… che lo travolse in pieno, cancellando qualsiasi altra cosa dalla sua testa.
Sentirlo così pieno, così totale e penetrante dentro di lei, così avvolgente… era qualcosa che prendeva sempre alla sprovvista Xx, come se ogni volta non fosse mai uguale, come se ogni orgasmo avesse qualcosa di diverso dal precedente… di unico e irrepetibile; era una cosa totalizzante. Poco dopo anche lei raggiunse l’orgasmo, lasciandosi sfuggire un piccolo grido sommesso di piacere, tremando dalla punta dei capelli alle dita dei piedi, nascondendo la testa tra il collo e la spalla di lui.
 
 << Don’t hide >>, le sussurrò, ma sembrava più un ordine: le prese il viso tra le mani, voleva guardarla, studiare ogni smorfia, ogni suo gemito… voleva imprimersi tutto nella memoria. Vederla arrivare all’orgasmo era la più bella opera d’arte che potesse e volesse guardare.
 
Si guardarono per un po' in silenzio, immersi nei loro pensieri: il coinvolgimento tra loro era totale, erano in completa sintonia. La camera era diventata un ambiente immateriale, una dimensione in cui non importava altro che la congiunzione dei loro corpi e le loro anime.
 
Xx gli spostò la ciocca di capelli che era scivolata sul suo viso, ricacciandola indietro.
 
 << Sei bellissimo >>, gli sussurrò, accoccolandosi più vicino a lui, carezzandogli il petto. Tremò leggermente.
 
 << Sei bellissima anche tu. Hai freddo? >>, le domandò lui, la voce ancora roca.
 
 << Un po' >>, gli rispose, stringendosi più a lui, per prendere un po' del calore che emanava.
 
La coprì con il lenzuolo e il copriletto, strofinandole le braccia, per scaldarla ancora.
 
Xx si addormentò subito dopo, respirando il profumo della pelle di James talmente era vicina al suo corpo.
 
James la guardò in silenzio: il corpo era candido e immobile sotto le coperte, vicinissimo al suo, cosa che non gli dispiaceva per niente. Il viso sprofondato nel cuscino, la bocca semiaperta e il respiro pesante e regolare; le pupille in nevrotico movimento sotto le palpebre chiuse. Una mano sotto il cuscino, l’altra ancora sulla sua guancia.
 
 << You’re beautiful >>, le sussurrò, prima di addormentarsi anche lui, sfinito.
 
 
Erano passati tre giorni dall’incidente di Oliver e di Amelia.
 
 << Can I take her in my arms? >>, aveva chiesto subito James quella mattina, una volta arrivati in ospedale: lo chiedeva ai medici e agli infermieri almeno tre volte al giorno, ma non gli avevano ancora dato il permesso, “ meglio non spostarla più di tanto “, gli avevano detto.
 
 << Yes >>, gli rispose a sorpresa il dottore.
 
 << Really? >>, domandò stupito il ragazzo, colto alla sprovvista.
 
 << Yes >>, ripetè il medico, sorridendo alla scena.
 
James non se lo fece ripetere una terza volta, e finalmente potò prendere in braccio la sua bambina.
 
 << Hi Amelia… I’m daddy, Sorry… I love you so much >>, le sussurrò quasi piangendo di commozione, mentre la stringeva con tutta la delicatezza del mondo e la cullava.
 
Xx si avvicinò, lasciandogli il suo momento, lasciando che cullarla, che sentirla tra le sue braccia, che sapere che stava bene, spazzasse via tutta l’angoscia e il dolore di quei giorni di incertezza. Lui doveva sentire di riuscire a proteggerla di nuovo. E lei lasciò che lui facesse questo… anche se fremeva per poterla tenere tra le braccia.
 
 << Vai dalla mamma ora >>, le sussurrò James dopo un po', dandola in braccio alla ragazza.
 
Un misto di emozione percorse Xx: sollievo, gioia, felicità, preoccupazione… ma per fortuna lei stava bene e non avrebbe ricordato nulla.
 
 << Oh… piccola mia. Quanto ti vuole bene la tua mamma >>, sorrise, tirando un po' su con il naso, carezzandola e dandole dei piccoli baci dappertutto; Amelia rideva.
 
Dopo un po' James la riprese in braccio, stringendola ancora a sè, baciandola e facendole un po' il solletico: le piaceva così tanto.
Era stato così vicino a perderla… non sarebbe successo mai, mai più.
 
La sera prima si era finalmente svegliato anche Oliver, con grande gioia di tutta la sua famiglia.
 
Quando si svegliò Katy, che era lì e avvisò i medici di corsa, pianse dalla commozione: << Olly!! >>, quasi strillò, stringendogli forte la mano, carezzandogli il viso e stampandogli un bacio sulle labbra.
 
 << Katy… it’s… it’s ok! >>, le rispose sorridendole, ancora un po' intontito, posando una mano sul ventre della ragazza, che ancora celava il segreto di un nuovo Phelps in arrivo.
 
Fortunatamente l’incidente non aveva causato gravi danni irreversibili, e con un po' di riposo e di fisioterapia si sarebbe rimesso in sesto perfettamente.
 
 << Andiamo a trovare zio Oliver? >>, fece James, chiedendo prima il permesso per portare Amelia per qualche minuto a trovare suo fratello.
 
Lì trovarono Katy, che si era tranquillizzata dopo che i dottori visitarono Oliver rivoltandolo come un calzino, assicurando che non cii sarebbero stati danni permanenti.
 
 << Oliver… ho avuto così tanta paura… >>, gli disse, carezzandogli i capelli.
 
 << Mi dispiace di averti fatta preoccupare… ora più che mai >>, le rispose dolce, stringendole la mano, accarezzandole con il pollice il dorso della mano, con delicatezza e amore.
 
 << Non importa. L’importante è che ora tu sia sveglio e che ti rimetterai senza aver subito danni permanenti… Altrimenti chi correrà dietro al nostro bambino, o gli cambierà il pannolino puzzolente? >>, sorrise Katy, asciugandosi le guance, e Oliver ridacchiò.
 
 << Non lo farei mai fare a nessuno al posto mio. Mi devo rimettere per forza! >>, le disse allegro, guardandola con amore.
 
 << I love you… and I love our baby >>, continuò, mettendole una mano sulla pancia, carezzandola.
 
 << Oh… I love you too >>, gli rispose commossa, avvicinandogli piano, senza fargli male, e baciandolo.
 
 << È permesso? >>, bussò James, entrando con Amelia in braccio e Xx dietro di lui.
 
 << Hi! >>, sorrise felice Oliver vedendoli, soprattutto vedendo che Amelia stava bene.
 
 << How are you today? >>, gli domandò il fratello.
 
 << Fine, fine. We were talking about changing smelly diapers >>, sorrise.
 
 << I would really like to see you >>, gli rispose ridacchiando James.
 
 << Yes, me too >>, gli disse Oliver, allegro.
 
 << I can? >>, domandò, facendo cenno ad Amelia.
 
<< Of course >>, gli rispose, avvicinandosi al letto per poterla dare al fratello.
 
 << Sure it does not hurt you holding her in your arms? >>, gli domandò Xx.
 
 << Naaa. Dillo anche tu alla mamma Amelia. Noi due siamo dei duri, dei tipi tosti. Neanche una macchina ci abbatte >>, le rispose sorridente.
 
 << Oh Oliver. Sono così felice che tu stia bene. Eravamo tutti in pena per te >>, si lasciò andare Xx, avvicinandosi, passandogli una mano intorno la spalla, dandogli un piccolo bacio sulla guancia.
 
 << E… grazie. Grazie davvero per averla protetta, attutendole il colpo. Io e James non ti ringrazieremo mai abbastanza. Non so come avremmo fatto a superarlo se lei… >>, continuò, senza finire la frase, guardando verso il suo ragazzo, che annuì. Tirarono entrambi un po' su con il naso: non volevano piangere, era andato tutto bene alla fine, e questo era la cosa che contava.
 
 << Voi avreste fatto lo stesso per il mio bambino >>, disse sicuro.
 
 << Of course >>, risposero entrambi, facendo sorridere Oliver e Katy.
 
 << E poi, se sono ancora il padrino, avrete modo di sdebitarvi con il mio regalo al suo Battesimo >>, scherzò Oliver, per alleggerire l’atmosfera facendo la linguaccia ad Amelia: risero tutti, anche la bambina.
 
James e Xx si guardarono per un secondo: << Certo che sei ancora il suo padrino. E Katy la madrina >>, rispose.
 
 
Dieci giorni più tardi Oliver e Amelia uscirono dall’ospedale. Lui non la smetteva più di scusarsi con il fratello e Xx per l’incidente.
 
 << Smettila Oliver! Non l’hai fatto apposta, lo sappiamo. Non è colpa tua. Ora pensa solo alla fisioterapia e a riprenderti >>, gli disse decisa Xx.
 
Ogni volta che lui provava a scusarsi ancora, Xx e James lo guardavano alzando le sopracciglia.
 
 << Ok, ok. Stop >>, si arrese alla fine, alzando le braccia.
 
 << Che ne dite di una bella festa? Per festeggiare il ritorno a casa di Oliver e di Amelia… e la serenità ritrovata >>, propose allegra Katy, specie dopo il periodo buio che avevano attraversato tutti: la gelosia di James, la scazzottata con il fratello, la grossa lite tra lui e XX e infine l’incidente. Non era stato un periodo facile per nessuno di loro.
 
 << Sii! Una bella festa per buttarci alle spalle questo periodo nero. Ce lo meritiamo. E poi, oggi è il primo dicembre, inizia il periodo del Natale… e a Natale siamo tutti più buoni. Non è vero Amelia? >>, sorrise alla figlia: iniziava a tirarsi su sulle mani e sulle ginocchia, spingendosi avanti e indietro, gattonando un po', e le piaceva particolarmente andare a nascondersi dietro le tende della casa, ma soprattutto essere ritrovata, perché lei e James quando la acchiappavano le facevano sempre il solletico… e lei rideva tanto, e il suono della sua risata riempiva loro di allegria.
 
 << Potrebbe essere anche il momento giusto per fare l’annuncio di un altro Phelps in arrivo >>, fece Oliver alla moglie.
 
 << Si… ora sono pronta, e i mesi più critici passati >>, sorrise di rimando al marito.
 
 << Allora mettiamoci all’opera! >>, esultò Xx, e James annuì.
 
 << Vado a cambiarle il pannolino >>, disse James a Xx, che lo seguì, a sua volta seguita da Oliver e Katy.
 
 Quando il ragazzo le tolse il pannolino e l’odore gli arrivò al naso, spalancò gli occhi, tirandosi leggermente indietro: << Oh my God! What does your mom feed you? >>, fece, sventolando esageratamente la mano per aria, per disperdere l’odore. Dietro di lui Oliver, Katy e Xx scoppiarono a ridere, e lui si unì a loro.
 
 << Ti avevo detto che volevo proprio vederti a cambiare pannolini >>, si strinse nelle spalle Oliver, a mò di spiegazione.
 
 << Do you want to smell? >>, ridacchiò James, pronto a lanciargli il pannolino incriminato: aveva notato che lui stava particolarmente indietro per via dell’odore.
 
 Oliver alzò le mani: << They played at the door >>, disse dileguandosi.
 
James intanto se la rideva sotto i baffi: lavò per bene il sederino di sua figlia, asciugandola e mettendole la pomata per il rossore.
 
 << You're a very good dad >>, fece Xx orgogliosa, guardandolo con gli occhi che brillavano.
 
 << You’re a very good mum >>, le rispose, finendo di chiudere il pannolino, e di rivestire Amelia, baciando Xx.
 
  
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