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Autore: AngelDown_95    26/10/2018    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Harry Potter avesse scoperto di avere ancora una parente in vita? La sua storia sarebbe andata diversamente?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Beatrix stentava ancora a credere a tutto ciò che le stava accadendo. Tuttavia non dubitava di ciò che le aveva detto Silente, in cuor suo sapeva che era la verità.

 

L'anno scolastico sarebbe iniziato a breve, così le era stato detto dal professore.

 

Le giornate iniziavano ad accorciarsi e Beatrix non vedeva l'ora che l'estate finalmente finisse. Era passato un mese dalla visita inaspettata del professor Silente; il giorno dopo lui era venuto a prenderla per accompagnarla a comprare il materiale scolastico.

Erano andati insieme in un piccolo pub della periferia, chiamato il Paiolo Magico, che Beatrix aveva scoperto essere una sorta di passaggio per un villaggio incantato. Ogni suono, ogni persona, ogni odore era per lei una novità. Era uscita altre volte dall'orfanotrofio, ma adesso era diverso, adesso sapeva che la sua vita sarebbe cambiata per sempre.

 

Quel posto misterioso in cui l'aveva condotta il professore si chiamava Diagon Alley.

“Qui potrai trovare ogni genere di oggetto che ti servirà per il tuo anno scolastico”. E poi l'aveva lasciata sola, spiegandole come fare per tornare a casa. Aveva sicuramente una vita molto impegnativa perchè era corso subito via senza quasi salutarla.

Beatrix non sapeva da dove iniziare. Le vie erano invase da ragazzi, ogni angolo brulicava di vita, si sentivano schiamazzi e risate. Lei si beava di tutto ciò, come se ai suoi occhi vedesse il mondo per la prima volta.

Orientarsi non era facile, per fortuna però incontrò molto presto una ragazza di nome Kristy. Kristy aveva la sua età, anche lei avrebbe frequentato il primo anno ad Hogwarts, ma essendo figlia di maghi era molto più a suo agio in quel mondo. Per Beatrix era una novità scambiare parole con una coetanea, abituata come era a starsene sempre per gli affari propri; e poi Kristy aveva un gran bel sorriso, era gentile e molto estroversa e andava a compensare il carattere timido di Beatrix e i suoi lunghi silenzi imbarazzati.

Iniziarono dalle cose più semplici, i libri e la divisa. La mamma di Kristy, una signora giovanile e dal sorriso cordiale, le aiutò a trovare tutto. Sulla lista che le aveva lasciato il professore, lesse che le sarebbe servita una bacchetta. Le sembrava sempre di più di entrare in una favola e aspettava di svegliarsi da un momento all'altro.

“Per la bacchetta magica, bisogna andare da Olivander.” La mamma di Kristy le guidò lungo le strade affollate da ragazzini urlanti. Beatrix trovò il negozio di bacchette particolarmente affascinante, anche se piuttosto disordinato. Trovò la bacchetta adatta a lei al primo tentativo, anzi, la bacchetta trovò lei (come disse il signor Olivander). 13 pollici, legno di castagno, con peli di metalupo bianco. Kristy in compenso per trovare la propria distrusse quasi mezzo negozio,

Sulla lista c'era scritto che avrebbe potuto portare con sé un animale. Aveva sempre desiderato un gatto, ma non poteva prenderlo adesso perchè in orfanotrofio non glielo avrebbero mai lasciato tenere con sé.

Al momento di salutarsi, Beatrix sarebbe voluta rimanere ancora in quel posto magico con la sua nuova amica, ma era quasi sera, così si accordarono per incontrarsi sul treno il giorno della partenza.

Quando la ragazza fece ritorno con tutti i propri acquisti in istituto, la direttrice decise di nasconderli nel proprio ufficio fino al giorno della partenza. Mancava sempre meno, e Beatrix era convinta che un po' le sarebbe mancata.

Quella notte dormì poco e nulla, continuò a pensare alla straordinaria giornata che aveva trascorso, al suo primo contatto con il mondo magico. Non vedeva l'ora di iniziare quella straordinaria avventura.

 

Passarono le settimane e arrivò la vigilia della partenza. Nonostante la ragazza fosse felice di lasciare quel posto, aveva paura di non essere altezza, paura di ciò che si sarebbe trovata davanti. In orfanotrofio era stata triste, certo, ma si era sempre sentita al sicuro. Sapeva di avere comunque un posto dove stare, un pasto caldo e qualcuno a prendersi cura di lei. Adesso invece non sapeva cosa le sarebbe capitato. Ma qualcosa dentro di lei non vedeva l'ora di spiccare il volo e seguire la sua strada.
La notte prima della partenza non riusciva a dormire. Il cuore le batteva per l'emozione, al pensiero che la notte dopo avrebbe dormito in un letto del tutto nuovo. Quando finalmente si addormentò, sognò di volare libera nel cielo, tra le nuvole, e per una volta riposò tranquilla e senza incubi.

   
 
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