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Autore: CrazyAF_    05/11/2018    0 recensioni
Due mani che si sfiorano, fredde e immobili come statue. Due cuori che non battono più e un unico destino che li ha condotti lì, insieme. Adesso e fino alla fine.
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Fred Weasley & Nuovo Personaggio
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Il trio protagonista, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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XXIX – L'attacco a Justin e Nick-Quasi-Senza-Testa

 

Nelle settimane che seguirono ciò che era avvenuto la sera di Halloween venne posto in secondo piano. All'interno delle mura del castello tutti ritornarono alla propria routine, studiando e andando a lezione, ritrovandosi nella Sala Grande per i pasti o passando pomeriggi interi nelle Sale Comuni. Alcuni studenti avevano notato Albus Silente intrattenere lunghe conversazioni con la professoressa Sprout, che insegnava Erbologia: c'era chi affermava di averli sentiti parlare di Mandragole.

Gazza ancora non si dava pace. Era convinto di poter stanare il colpevole che aveva reso la sua adorata Mrs Purr una statua apparentemente senza vita. Non se ne stava più nello stesso corridoio in cui la gatta era stata trovata, ma continuava imperterrito a puntare il dito su chiunque, borbottando tra sé e sé quale sarebbe stata la migliore punizione da affliggere al responsabile.

In ogni caso, da quando il famoso trio di Grifondoro era stato trovato sulla scena del delitto, e secondo alcuni con le mani nel sacco, Harry, Ron e Hermione sembrava avessero deciso di isolarsi per passare più tempo fra di loro. Allo stesso modo, anche Aimee aveva preso le distanze un po' da tutti, recandosi in biblioteca per stare sola. Aveva sempre con sé la borsa dei libri, così da dare l'impressione di aver un mucchio di compiti da svolgere, ma in realtà, mentre le ore volavano via velocemente, lei leggeva e studiava il diario di Augustus Rockwood.

Come al suo solito, Aimee entrò in biblioteca a passo deciso. Madama Pince, quando la vide, arricciò il naso e le ricordò che la regola più importante era quella di non fiatare e Aimee, trattenendosi dall'alzare gli occhi al cielo, annuì e si avviò verso il suo solito posto, dove sapeva che nessuno sarebbe andato a disturbarla.

Si avviò verso il fondo della biblioteca, poi ad un certo punto svoltò a sinistra e si fece strada tra due alti e polverosi scaffali. Era una delle sezioni più vecchie, quindi non ci andava quasi mai nessuno. Quando raggiunse la sua meta, Aimee adagiò la borsa sul tavolino in legno e prese posto sulla sedia.

Respirò a fondo come per darsi coraggio, il profumo dei pesanti tomi che la circondavano si insinuò nelle sue narici, e poi tirò fuori il diario che Evan le aveva lasciato. Si ritrovò a sfiorare coi polpastrelli la copertina rigida e rugosa, segnata dal tempo. Aiutandosi con un segnalibro comprato durante la sua primissa gita a Hogsmeade, Aimee aprì il diario.

La carta era gialla, con qualche venatura marrone, consumata. Alcune delle pagine erano state staccate e quello che ne rimaneva erano le fibre sottili e sfilacciate. I suoi occhi castani indugiarono sulla prima riga di testo che si trovò davanti, temendo come sempre il peggio; la calligrafia di Rockwood, sottile e allungata, l'accolse come al suo solito.

I ricordi di Augustus erano spaventosi, oscuri, orribili. Spesso Aimee aveva letto della Magia Oscura che lo scrittore aveva appreso servendo Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, o delle missioni che gli venivano affidate e che lui accettava volentieri.

Aimee aveva quindi scoperto che il nonno di Evan e Andromeda, anni prima che venisse rinchiuso ad Azkaban, era diventato la spia di Lord Voldemort all'interno del Ministero della Magia. Era chiaro quanto Rockwood si sentisse onorato da quel compito che gli era stato affidato: l'orgoglio, la felicità, la gratitudine erano ben visibili sulla carta.

Per Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, scriveva spesso, avrebbe fatto di tutto.

Aimee corrugò la fronte. Si ritrovò a leggere una parte in cui Rockwood aveva commesso un errore e il suo padrone, spietato e crudele, lo aveva punito duramente.

Come mai, nonostante il Signore Oscuro facesse del male a chiunque e di continuo, nessuno dei suoi seguaci si era mai fatto indietro?

Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato non si è mai fatto problemi nell'uccidere le persone, quindi può essere per questo.

Ma non era solo quello l'unico motivo...

"La nostra è una razza superiore, potente. Noi tutti, suoi servi fedeli, condividiamo col Signore Oscuro i progetti di un futuro migliore per i maghi e per le streghe. Posso già accarezzare un mondo in cui la magia regnerà sovrana, dove i Babbani sapranno qual è il loro posto. La Purezza del Sangue, inoltre, sarà tutto! La feccia – Mezzosangue, Nati Babbani... – non saranno più niente..."

Aimee chiuse il diario di scatto e lo posò sul tavolo, spostandolo con una mano e facendolo arrivare fino all'estremità opposta a quella dove era lei. Non poteva leggere altro, le era impossibile proseguire.

Disgustata da quelle idee malsane che avevano infettato il suo ex ragazzo, la Serpeverde si alzò e prese a fare su e giù tra due alti scaffali. Avera il respiro affannato.

"La feccia – Mezzosangue, Nati Babbani... – non saranno più niente..."

Un brivido le corse lungo la spina dorsale. Le veniva persino da vomitare.

"E' una nobile causa, non trovi?" mormorò Evan, spuntando all'improvviso con un sorriso sghembo. "Ciò che il Signore Oscuro voleva fare"

Aimee si voltò verso di lui e sul suo volto si dipinse un'espressione sconvolta. "Nobile causa? Evan, ma ti senti quando parli?"

I due Serpeverde rimasero a fissarsi per un minuto intero senza dire una parola. Da una parte c'era Aimee, con la mente invasa da immagini di uomini, donne e bambini puniti fino alla pazzia solo perché Mezzosangue o Nati Babbani; dall'altra invece Evan, con le mani in tasca e una calma spaventosa, con la speranza che Aimee capisse che era giusto ciò che Rockwood scriveva nei suoi diari.

"Come facevi a sapere che ero qui?" gli chiese Aimee, spezzando il silenzio e spostando lo sguardo sulla borsa dei libri – la prese e se la mise sulla spalla, lasciando il diario sul tavolo.

"Ti tengo d'occhio" rispose il Serpeverde, stringendosi nelle spalle. "Così come faccio con mia sorella. A proposito: passa troppo tempo con quel Weasley, non trovi? Non so quale sia dei due, però. È George o Fred?"

"Andromeda è libera di stare con chi vuole" replicò Aimee, superandolo. "Puoi riprenderti il diario di tuo nonno: non voglio mai più vederlo"

Aimee ripercorse lo stretto corridoio formato dai due scaffali di libri e quando girò a destra, così da potersi avviare verso l'uscita della biblioteca, andò a scontrarsi contro due studenti di Grifondoro. Alzò il capo e, con sorpresa, si ritrovò davanti proprio Fred e George.

"Aimee?" le domandò George, continuando a lanciarsi occhiate preoccupate alle spalle.

"Come mai qui?" le chiese Fred, anche lui visibilmente nervoso.

"Potrei farvi la stesa domanda" disse la Serpeverde, bagnandosi appena le labbra. Corrugò la fronte, spostando lo sguardo su entrambi i gemelli, poi disse: "Avete combinato qualcosa?"

Fred e George, all'unisono, scossero con vigore il capo ed Aime alzò gli occhi al cielo. Aprì la bocca per capire quale era stato il loro ultimo scherzo, e soprattutto chi era stata la loro ultima vittima, ma Evan venne fuori dallo stesso corridoio da cui poco prima era uscita lei e le mise il braccio intorno alle spalle.

Aimee si liberò dalla sua presa e si voltò nella sua direzione. "Che vuoi ancora?"

"Credevo fosse finita fra voi due" commentò George, alzando un sopracciglio.

"Ed è così" affermò Aimee, tenendo gli occhi fissi sul Serpeverde. "Se ne stava giusto andando, non è così Evan?"

Evan annuì piano, poi si rivolse ai gemelli: "State lontani da mia sorella"

Il Serpeverde si allontanò a passo lento ma deciso, in mano teneva il diario del nonno. Aimee rimase a fissarlo fino a quando non lo vide uscire dalla biblioteca, poi scosse il capo e decise che era arrivato il momento di tornare nella sua Sala Comune: dopo aver letto i ricordi di Rockwood, aveva una gran voglia di restarsene seduta su una comoda poltrona a guardare il fuoco, sperando di non pensare a niente in particolare.

Fece un passo in avanti per andarsene, quando la sua migliore amica entrò in biblioteca di corsa e si diresse immediatamente verso lei e i gemelli Weasley. Madama Pince le urlò dietro di non correre, ma Andromeda la ignorò completamente. Aimee corrugò nuovamente la fronte realizzando la rabbia dipinta sul volto di Andromeda, solo che non capì a cosa era dovuta.

"WEASLEY!" esclamò Andromeda, attirando l'attenzione degli studenti in biblioteca e facendo infuriare immediatamente Madama Pince.

Fred e George si scambiarono un'occhiata spaventata e Aimee capì che la povera vittima dell'ultimo scherzo dei gemelli era proprio la sua migliore amica. Quindi spostò nuovamente il suo sguardo sulla Serpeverde, che come una furia li aveva raggiunti e adesso se ne stava alle spalle dei due Grifondoro con le braccia incrociate al petto.

I capelli di Andromeda non erano più castani, ma di un rosa acceso e orribile.

"Bel colore!" commentò Aimee, trattenendo a stento le risate.

Fred e George si girarono piano, sorrisero ad Andromeda e poi usarono Aimee come scudo umano. Quest'ultima scoppiò a ridere di gusto, sentendo tutta l'oscurità che le aveva avvolto le membra per colpa del diario scivolarle via dal corpo... finalmente.

Quel sabato mattina Aimee si svegliò più rilassata del solito. Il suo era stato un sonno senza sogni, buio e stranamente confortevole. Rimanendo ancora sdraiata sul letto a baldacchino, Aimee aprì gli occhi e si stiracchiò, poi allungò una mano e tirò con forza la tenda pesante e verde. Andromeda era già pronta per andare a fare colazione: i capelli castani raccolti in una coda alta, i vestiti babbani addosso, la bacchetta in mano.

"Come procede la tua vendetta?" le chiese Aimee, tirandosi su a sedere.

"Sto ancora pianificando" replicò Andromeda, mormorando poi un incantesico per rifare il letto. "Comunque, pronta per la grande partita?"

Aimee sbuffò. "Chi credi che vincerà?"

Andromeda si sedette sul suo baule e rimase ad osservare la sua migliore amica alzarsi dal letto per prendere il beauty case e in tutta risposta si strinse nelle spalle. Aimee uscì dalla loro stanza e si avviò verso il bagno; quando tornò da Andromeda, le disse che si sarebbe preparata velocemente per andare a far colazione – dieci minuti dopo, erano fuori dalla Sala Comune.

"Keira, come da programma, è con Flint e gli altri della squadra" disse Andromeda, facendo con un cenno del capo alla loro amica, seduta accanto a Marcus Flint.

"Grifondoro sembra teso" disse invece Aimee, notando la squadra di quidditch rosso-oro seduta al loro lungo tavolo. "Credi che svegliandosi, sta mattina, si siano ricordati che Malfoy ha comprato scope veloci all'intera squadra di Serpeverde? E che magari questa partita la perderanno?"

Per la seconda volta nel giro di mezz'ora, Andromeda si strinse nelle spalle.

Alle undici, tutta Hogwartrs si avviò verso lo stadio di quidditch. Il cielo era coperto da un manto di nuvole grigio chiaro, nell'aria c'era odore di pioggia. Aimee, Andromeda e Keira presero posto nella parte alta della tribuna, così da vedere meglio il campo e i giocatori. Aimee allungò il collo e vide Lee Jordan accendere il microfono per la cronaca, mentre la professoressa McGranett, accanto a lui, lo stava già avvisando di non fare come al suo solito.

La squadra verde-argento fu la prima ad entrare in campo e tutti i Serpeverde in tribuna si alzarono esultando. Un boato notevolmente più altro di quello che si era appena affievolito si alzò quando i Grifondoro entrarono con le loro scope strette in mano; Tassorosso e Corvonero erano ansiosi di veder Serpeverde perdere.

Tutti guardarono col fiato sospeso i giocatori muoversi con velocità da una parte all'altra, chi con la pluffa, chi con le mazze e chi in cerca del Boccino d'oro. Malfoy si avvicinò a Potter e gli disse qualcosa, ghignando divertito, ma il Grifondoro non fece in tempo a rispondere perché un bolide lo caricò con ferocia; George lo colpì con la mazza. Il bolide sfrecciò verso Adrian Pucey, ma ad un certo punto cambiò rotta e tornò alla carica: Harry dovette abbassarsi velocemente per non essere colpito.

Pochi minuti più tardi, anche Fred Weasley usò la mazza sul bolide. Disse qualcosa che nessuno, se non forse Harry, sentì e sembrò fiero di sé, ma di nuovo il bolide si scagliò su Harry.

Iniziò a piovere, il che rese difficile seguire chiaramente la partita. Lee Jordan annunciò che Serpeverde era in vantaggio – sessanta a zero – e gli studenti della Casa verde-argento esultarono in coro e fecero un'ola gigante; nonostante il brutto tempo, Andromeda e Keira si stavano divertendo un mondo, mentre Aimee se la rideva ancora perché Angelina Johnson, per via di un bolide, non era riuscita a segnare.

Ad un certo punto, però, Grifondoro chiamò tempo e Madama Bumb fischiò forte. Aimee si lamentò per quell'intervallo che, secondo lei e molti altri, era semplicemente inutile, ma assottigliò lo sguardo per cercare di capire che cosa stava facendo la squadra di Grifondoro.

"Daranno la colpa a noi una volta che avremo vinto!" Keira dovette urlare per farsi sentire dalle amiche, ma subito le vide annuire.

La partita riprese poco dopo e la pioggia si fece più fitta. Aimee vide Harry volare in cerchio, fare curve pazzesche e persino una capriola, poi si avvicinò a lui Malfoy e sembrò dirgli qualcosa – sempre ghignando. Pochi attimi dopo, uno dei bolidi colpì Harry sul gomito e il ragazzo scivolò dalla scopa, rimanendo aggrappato solo con un ginocchio.

In un battito di ciglia finì tutto. Potter volò verso l'erba verde, e completamente bagnata, del campo. Lo stadio si riempì di urla e coretti; Tassorosso e Corvonero abbracciarono i loro amici Grifondoro.

Harry Potter aveva afferrato il Boccino d'oro, e subito dopo aveva perso i sensi.

Una decida di minuti più tardi, Aimee e Andromeda si trovavano a bordo campo insieme al resto della squadra di Serpverde. Keira era incollata a Marcus che se la prendeva con Malfoy per non essersi concentrato di più sul Boccino. Tutti stavano comunque osservando Allock parlare con Harry.

"Davvero quell'idiota pensa di essere utile in situazioni del genere?" fece Aimee, alludendo al professore.

Un ragazzino di Grifondoro corse via dal campo e si avvicinò in tutta fretta alla squadra di Serpeverde. Disse che aveva appena scattato un paio di foto al Cercatore di Grifondoro e che Allock, a quanto pareva, aveva fatto un incantesimo al braccio di Potter.

"Non ha più un osso!"

Il mattino seguente, Hogwarts si svegliò con una nuova vittima e il povero mal capitato era proprio il ragazzino con la macchina fotografica alla partita di quidditch.

* * *

L'inverno aveva da poco bussato alle porte di Hogwarts, costringendo i suoi abitanti ad andare in giro ben coperti per non prendere freddo. Il cielo era bianco latte, colore che emanava un che di tranquillo e, di tanto in tanto, accostandosi ad una delle ampie finestre del castello, si poteva udire il vento sibilare piano.

Il fine settimana si era ormai concluso e la notizia dell'attacco di Colin Canon ancora circolava per i corridoi, insistente e spaventosa. Gli studenti del primo anno sembravano quelli a soffrirne di più, infatti li si riconosceva subito perché si spostavano in gruppi, sempre all'erta. Come se ciò non bastasse, senza che i professori se ne rendessero conto, era nato un commercio di talismani, amuleti e altro: Neville aveva comprato una cipolla verde, un cristallo e una coda di tritone putrefatta.

"Sei purosangue, Neville" gli aveva detto un pomeriggio Aimee, quando lui le aveva raccontato quello che aveva fatto.

"E' quello che mi hanno ricordato tutti" era stata la replica malinconia del Grifondoro. "Ma io pensavo... ecco... Aimee, io non sono proprio bravo con la magia, quindi sono praticamente come Gazza, no? Un Magonò..."

La Serpeverde, sorpresa e un po' rattristata dal modo in cui Neville pensava di sé stesso, aveva passato il resto della giornata insieme a lui. Da quel momento in poi, la giovane strega aveva deciso che avrebbe aiutato Neville in tutti i modi possibili, quindi spesso gli dava appuntamento in biblioteca per studiare, o lo trascinava in qualche aula per esercitarsi con la magia.

Arrivò la seconda settimana di Dicembre ed Aimee, per la prima volta, decise di tornare a casa per le vacanze di Natale. Invitò Neville e nonna Augusta a passare da loro il venticinque Dicembre, senza neanche avvisare i suoi genitori, e fino al termine delle lezioni sentì che festeggiare Natale e la fine di quell'anno con Hollie e Cooper era la cosa più giusta da fare.

Una settimana prima di rimontare sull'Espresso per Hogwarts, però, sulla bacheca della scuola apparve un avviso interessante. Era stato fondato il Club dei Duellanti a cui tutti avrebbero potuto partecipare. Così, quella sera, Aimee e Andromeda si presentarono nella Sala Grande insieme a molti altri studenti.

"Curiose anche voi di sapere chi terrà le lezioni?" domandò George, arrivando insieme al gemello alle spalle delle due Serpeverde.

"Vogliamo scommettere chi fra noi quattro è il più bravo a duellare?" chiese invece Fred, facendo l'occhiolino ad Aimee.

"Ci teniamo ad avvertirvi, però: noi con gli incantesimi siamo formidabili!" aggiunse George, sorridendo divertito nel vedere Andromeda assottigliare lo sguardo – lei aveva ricordato di come i gemelli le avevano colorato i capelli di rosa.

Aimee aprì la bocca per rispondere ad entrambi, ma fu interrotta dalla voce dell'insegnante più incapace di tutti i secoli.

"Avvicinatevi! Avvicinatevi!" esclamò, facendo il suo ingresso su un palcoscenico con indosso un abito color prugna; dietro di lui, Piton lo seguiva in silenzio, col suo solito abito nero e lo sguardo di chi odia il mondo dipinto in volto. "Mi vedete tutti? Mi sentite tutti? Molto bene! Il professor Silente mi ha dato il permesso di fondare questo piccolo Club dei Duellanti perché possiate allenarvi, nel caso doveste avere bisogno di difendervi, come è capitato a me innumerevoli volte. Per ulteriori particolare, si vedano i lavori da me pubblicati"

Aimee e Andromeda scambiarono occhiate di disappunto coi gemelli, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro e uscire dalla Sala. Quindi, con un respiro profondo, i quattro rimasero in silenzio ad ascoltare il resto del discorso di Allock.

"Permettete che vi presenti il mio assistente, il professor Piton" proseguì infatti il mago, e sul sui viso si parò un largo sorriso pomposo. "Mi dice di intendersi un po' dell'arte del duello e molto sportivamente ha accettato di collaborare per una breve dimostrazione, prima di iniziare. Niente paura, ragazzi... quando avrò finito avrete ancora il vostro insegnante di Pozioni tutto intero, non temete!"

Ancora una volta, le due Serpeverde e i due Grifondoro si guardarono. Aimee pensò che sicuramente Piton avrebbe messo al tappeto Allock solamente con uno sguardo, quindi si preparò allo spettacolo, delusa dal fatto di non aver nulla da sgranocchiare nel mentre.

Un istante più tardi, Piton e Allock si posizionarono uno di fronte all'altro, fecero un breve inchino e infine tirarono fuori le bacchette, impugnandole quasi fossero spade. Allock spiegò brevemente che quella delle bacchette era la posizione regolamentare di un duello; tra chi assisteva cadde un silenzio teso. Poi Allock contò fino al tre ed entrambi si puntarono la bacchetta contro: Piton lanciò l'incantesimo per disarmare il suo avversario e quello, quando un lampo di luce scarlatta lo colpì, volò fino già dal palco e andò a sbattere contro una parete.

Aimee, Andromeda, Fred, George, Malfoy e altri applaudirono. Quando Allock si rialzò, Aimee dovette trattenere le riste, perché si vedeva quanto fosse sconvolto. In ogni caso, pensando di poter comunque fare bella figura – e far dimenticare a tutti quanto fosse incapace di usare persino gli incantesimi più banali, il professore di Difesa contro le Arti Oscure si vantò affermando che erano ben chiare le intenzioni di Piton e che lui, mago dal cuore nobile, aveva preferito non ostacolarle.

Piton non ne fu molto felice.

"Basta con le dimostrazioni!" disse poi Allock, notando lo sguardo omicida di Piton. "Ora passerò in mezzo a voi e formerò delle coppie: Professor Piton, se vuole aiutarmi..."

E nell'intera Sala si formarono coppie di studenti, pronte a duellare. George si mise insieme ad Andromeda, lasciando soli Fred ed Aimee. I due si scambiarono un'occhiata di sfida e fecero un breve inchino, sfoderando poi le bacchette. Non iniziarono nemmeno a duellare, purtroppo, perché la loro attenzione si spostò sulla coppia formata da Draco Malfoy e Harry Potter.

Allock era arrivato al 'due' quando Malfoy scagliò il suo incantesimo contro Potter e, una volta che questo si fu ripreso, urlò: "Rictusempra!". Il biondo Serpeverde cadde in ginocchio e scoppiò a ridere, senza poter fare altro. Una volta che l'incantesimo si fu affievolito, arrivò il momento di Malfoy per vendicarsi.

"Tatantallegra!" esclamò infatti, e le gambe di Harry si mossero, incontrollabili.

Piton intervenne prima che potesse farlo il collega, facendo fermare le gambe di Harry e facendo smettere Draco di ridere. A quel punto, il caos avvolse in una stretta l'intera Sala: da una parte Neville e un ragazzino di Tassorosso erano a terra, Ron, il fratello dei gemelli, aiutava uno dei suoi compagni di Casa a rialzarsi, Hermione urlava e Millicent Bulstrode la teneva per la testa.

I due professori decisero quindi che sarebbe stato meglio provare con una coppia alla volta, e Allock propose in fretta Neville e il suo avversario. Aimee tirò un sospiro di sollievo quando Piton decise che era meglio evitare, tuttavia non era poi così contenta di ciò che aveva detto il professore di Pozioni.

"Che ne dice di Malfoy e Potter?" suggerì allora Piton, con un sorriso mellifluo dipinto sul viso.

"Ottima idea!" disse Allock, invitando la coppia a salire sul palco.

Il loro duello ebbe inizio. Un serpente uscì dalla bacchetta dei Serpeverde, puntando praticamente chiunque. Come al solito, Piton fece un passo in avanti, ma questa volta fu Allock a lanciare un incantesimo per risolvere la questione. Al posto di sparire, però, il serpente volò in aria e quando cadde a terra, arrabbiato più che mai, strisciò verso il Tassorosso che aveva lavorato poco prima con Neville.

Tutti trattennero il respiro e sgranarono gli occhi. Aimee spalancò la bocca, sconvolta: Harry Potter aveva appena parlato col serpente.

"Non solo è il Bambino Che E' Sopravvissuto," commentò Andromeda, ancora sotto shock. "ma è anche un Rettilofono! Com'è possibile?!"

Lei e Aimee erano sdraiate nei loro letti nel dormitorio femminile di Serpeverde, entrambe ancora sveglie, confuse e sorprese di aver assistito ad una cosa così strana. Le due amiche sapevano che c'erano davvero poche persone al mondo a saper parlare il Serpentese: una di queste era Lord Voldemort.

"Non saprei dirti, Andromeda" rispose Aimee, scuotendo piando il capo.

Il mattino seguente Hogwarts si svegliò nel bel mezzo di una bufera di neve. La voce di Potter che parlava in Serpentese ancora non si era sparsa. Aimee e Andromeda, in silenzio, raggiunsero la Sala Grande per la colazione, in mente il vivido ricordo della sera precedente. Keira le stava aspettando, standosene seduta accanto a Marcus Flint che a sua volta sedeva vicino ad Evan. Le due ragazze, a bassa voce, raccontarono all'amica cos'era successo e anche lei rimase a bocca aperta.

Per il resto della giornata, le tre Serpeverde misero da parte Harry e il Serpentese, decidendo che fosse meglio prestare attenzione alle loro lezioni. Serpeverde e Tassorosso stavano facendo Storia della Magia, quando ad un certo punto la voce di Pix il poltergeist si insinuò nell'aula, prepotente come al suo solito.

"ATTENTATO! ATTENTATO! NE' MORTALI NE' FANTASMI SONO AL SICURO! METTETEVI IN SALVO! ATTENTATOOO!"

Una studentessa di Tassorosso si alzò dalla sedia, nonostante il professor Rüf stesse andando avanti a spiegare l'argomento di quel giorno, e aprì la porta con un tonfo. L'aula di Storia della Magia si svuotò in un attimo e per un po' nel corridoio ci fu una confusione tale che nessuno riuscì a capire cosa fosse veramente successo.

Poi ecco Harry, il Tassorosso che duellava con Neville e Nick-Quasi-Senza-Testa. Il primo era stato spinto verso il muro, gli altri due invece erano immobili... pietrificati.

È Potter canaglia

Che infuria e si scaglia

Che uccide studenti

E ride tra i denti...

***

L'attacco a Nick-Quasi-Senza-Testa e a Justin, lo studente Tassorosso, seminò il panico in tutto il castello. Non era più semplice paura, o ansia, ma terrore vero e proprio. Già prima di allora, per raggiungere le classi o i dormitori, ci si muoveva in piccoli gruppi, ma adesso questi si erano ampliati notevolmente.

Oltre a questo, c'era sempre un quesito sulla bocca di tutti: com'era possibile che la stessa sorte di Justin e Mrs Purr fosse toccata anche al fantasma di Grifondoro?

Ovviamente, nessuno sapeva trovar risposta. Per questo motivo, molti di quelli che avevano deciso di restare a Hogwart per il Natale avevano cambiato idea. Come se non bastasse, ad aumentare il panico, per i corridoi si sentivano Fred e George urlare a squarcia gola che Harry era l'erede di Serpeverde. Percy, il fratello maggiore dei gemelli, gli gridava sempre dietro, affermando che non era affatto divertente. Aimee si sorprese a trovarsi d'accordo con lui, mentre Andromeda si aggregò ai due Grifondoro.

Una sera, mentre Draco se ne stava appollaiato su una poltrona accanto al fuoco, Aimee lo sentì lamentarsi. Ripeteva ai suoi due fedeli compagni quanto fossero patetici Fred e George e i loro giochetti; borbottava che Potter non sarebbe mai potuto essere il vero erede di un mago nobile e potente come Salazar Serpeverde.

"Forse pignucola come un bambino perché in realtà è lui l'erede" aveva mormorato Andromeda quella stessa sera, mentre lei ed Aimee finivano i compiti di Storia della Magia. "Solo che non può ammetterlo"

"Nah" aveva semplicemente risposto Aimee, alzando gli occhi dal lungo foglio di pergamena solo per intingere la piuma nella boccetta d'inchiostro.

Finalmente arrivò il momento di salire sull'Espresso e tornare a casa per le feste. Aimee fece un rapido giro per i corridoi, salutando silenziosamente ogni cosa attorno a sé. Le armature immobili, le ampie finestre, i cortili interni, le aule, la Sala Grande, la sua Sala Comune e il dormitorio; sembrava stesse partendo per non tornare mai più. Andromeda la trovava ridicola, ma a lei non importava.

"Non rimani a scuola, quest'anno?"

Aimee stava camminando vicino alle ampie finestre di un corridoio, osservando il Lago Nero e sfiorando coi polpastrelli della mano destra il muro freddo. Non appena sentì quella voce alle sue spalle, voce che riconobbe immediatamente, si fermò e si voltò.

"Tu e George vi siete presi una pausa dal gridare ai quattro venti che Potter è l'erede di Serpeverde?" gli chiese lei, bagnandosi appena le labbra.

Fred si strinse nelle spalle. "Stanno andando via tutti: non è più divertente quando il pubblico se la da a gambe levate"

"E quindi state progettando qualche altro scherzo?" proseguì la Serpeverde, senza muovere un muscolo.

"Sono onorato: mi conosci proprio bene!" rispose Fred, sorridendole. "Percy potrebbe essere la nostra prossima vittima"

"Quanto mi piacerebbe essere qui per godermi lo spettacolo!" replicò Aimee, fingendo di essere dispiaciuta; poi si strinse nelle spalle e, sarcasticamente, disse: "Proprio un peccato che abbia deciso di tornare a casa per le feste!"

"Sei ancora in tempo per cambiare idea" le fece notare lui, facendo un passo verso di lei.

"Già..." mormorò Aimee, annuendo piano. "Piton potrebbe trasformarmi in uno scarafaggio e schiacciarmi, quindi preferisco evitare"

Anche Fred annuì, capendo che non sarebbe mai riuscito a farla rimanere al castello. Mentre il silenzio calava fra loro, Fred si passò una mano fra i capelli e si diede dello stupido: Aimee sarebbe tornata prima dell'inizio delle lezioni, quindi perché darsi tanta pena?

"Hey Boyd!" esclamò Cedric, raggiungendola a passo veloce.

"Diggory" lo salutò Aimee, spostando i suoi occhi dal Grifondoro al Tassorosso. "Fatto i bagagli? E come state voi Tassorosso, dopo... lo sai, Justin"

"Per rispondere alla tua prima domanda: sì" disse, poi si dondolò sui talloni e aggiunse: "E... beh, siamo tutti ancora un po' scossi. Justin non si meritava quello che gli è successo, quindi speriamo che trovino il modo di riportarlo... alla normalità"

"Credete abbiano già trovato qualche incantesimo o pozione per risolvere la situazione?"

Fred si mise accanto ad Aimee e sul suo viso comparve un'espressione seria, che di rado si vedeva. La Serpeverde, infatti, la trovò un po' strana e insolita: era come se Fred stesse indossando un abito che gli stava male, che non gli rendeva giustizia.

Cedric scosse il capo e sospirò. "Temo il peggio, a questo punto"

"Non starai mica pensando che le voci siano vere, giusto?" gli domandò Aimee, leggermente a disagio. "Voglio dire: non possono chiudere la scuola"

"Chi lo può dire" Cedric si strinse nelle spalle.

"Non lo faranno" disse invece Fred, scuotendo il capo. "E' impossibile"

"Speriamo allora non ci siano altri attacchi" mormorò il Tassorosso, sospirando una seconda volta. Poi si rivolse ad Aimee e le chiese: "Pronta a portare fuori il baule?"

Aimee guardò rapidamente Fred e lo vide corrugare la fronte. Si disse che non era obbligata a spiegargli che Diggory si era offerto di aiutarla in qualità di amico e nient altro, ma preferì non aprire bocca. Quindi annuì, augurò un buon Natale al Grifondoro – che si voltò e si incamminò verso la sua destinazione ignota borbottando, con le mani nelle tasche – e infine seguì Diggory.

Il Tassorosso l'aspettò fuori dalla sua Sala Comune, mentre lei saliva al dormitorio per recuperare il baule. Con un colpo di bacchetta e un "Wingardium Leviosa!" appena sussurrato, il bagaglio si alzò da terra e le fluttuò dietro rimanendo ad un metro di altezza. Uscì dalla Sala Comune, dove Cedric la stava aspettando pazientemente, e insieme si incamminarono verso la Sala d'Ingresso.

"Allora, tu e... era Fred o George quello di poco fa?" le chiese Diggory, poco dopo.

Erano seduti sulla scalinata principale del castello, sostanzialmente a fare niente. Gli studenti che sarebbero tornati a casa per le feste natalizie continuavano a portare i propri bagagli nella Sala d'Ingresso: bauli e borse erano accatastati l'uno sopra l'altro.

"Fred" rispose Aimee, ammirando il via vai di studenti. "George è quello che dieci minuti fa ha trascinato Andromeda dietro a quella pila di bauli per... salutarla e augurarle buone feste. E per rispondere alla tua incompleta domanda: no, non c'è niente fra me e Fred"

"Oh, okay" replicò lui, schiarendosi la gola. "Perché lui sembra proprio cotto, e un pochi anche tu"

Dalle labbra di Aimee uscì un suono strano, qualcosa di simile ad una risata visibilmente forzata. "Pff! No, ti sbagli di grosso Diggory"

Ma una parte di lei sapeva che stava mentendo. Quello strano rapporto era ancora confuso, ancora da inquadrare. Nel profondo, non si negava quel qualcosa di indefinito che si era creato fra lei e il Grifondoro.

"Come ti pare" ridacchiò Diggory, alzandosi dal gradino sul quale era seduto. Mise da parte l'argomento "Fred-Aimee" e allungò una mano verso la Serpeverde: "Coraggio, è ora di andare"

* * *

Un paio di giorni dopo Natale Aimee si svegliò con la nausea e la sensazione di aver fatto un incubo. Non ricordava nulla del sogno, però.

Si mise a sedere, rendendosi conto solo in quel momento che aveva la maglietta del pigiama bagnata dal suo stesso sudore. Si disse che più tardi avrebbe cambiato le lenzuola, poi si trascinò fuori dal letto e si diresse verso il bagno. Doveva assolutamene farsi una doccia e infilarsi dei vestiti puliti.

Mentre era sotto l'acqua, ripensò a quell'articolo che aveva trovato nella Gazzetta del Profeta. Parlava di un'inchiesta al Ministero e del signor Arthur Weasley, che avrebbe dovuto pagare una multa di cinquanta galeoni. Lucius Malfoy, quando aveva saputo dell'auto volante del signor Weasley, aveva persino chiesto che quest'ultimo si dimettesse dal suo ruolo di Direttore dell'Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani.

Come l'avevano presa il signore e la signora Weasley? E come, invece, l'avevano presa i figli?

Aimee sapeva che la famiglia non navigava nell'oro, e anche cinquanta galeoni potevano essere molti per loro. Avrebbe voluto aiutarli in qualche modo, ma non sapeva come. Si limitò a scegliere l'opzione "Scrivere Lettera a Fred", così da poter comprendere come stavano le cose per davvero.

Quando scese al piano inferiore, coi qualche ciocca di capelli ancora umidi, trovò i suoi genitori intenti a fare colazione. Sul tavolo c'erano brioche vuote, alla crema, al cioccolato e alla marmellata; Cooper aveva fatto la cioccolata calda, Hollie invece il caffè.

"Buongiorno dormigliona" la salutò Hollie, alzando lo sguardo dalla copia de Il Settimanale delle Streghe.

In prima pagina c'era una foto del professor Allock che sorrideva e mostrava la copia del suo ultimo libro. Era seduto alla scrivania del suo studio a Hogwarts e Aimee si chiese quando gli avessero scattato quella fotografia.

"Qualcosa di interessante?" le chiese Aimee, trovando sempre più ridicolo il sorriso del suo inutile professore.

"Assolutamente nulla" rispose Hollie, sbuffando e chiudendo il magazine.

"Tua madre pensava di trovare qualche pettegolezzo ineressante sul conto del tuo insegnante: una cotta segreta per qualche altro professore o cose così" si intromise Cooper, beccandosi un'occhiataccia dalla moglie.

"Quell'uomo è un disastro" sbuffò Aimee, versandosi della cioccolata in una tazza. "Non sa insegnare, è pessimo nel duello, si crede superiore a tutti. Non capisco per quale motivo Silente lo abbia assunto"

Cooper ridacchio, mentre Hollie sorrise semplicemente. Poi i tre tornarono a fare colazione in silenzio. Più tardi, nel pomeriggio, Aimee propose ai genitori di dare una festicciola per il trentun Dicembre: avrebbero invitato Neville e Augusta, magari Andromeda e i suoi – Aimee sperò che, in caso la sua migliore amica fosse venuta, Evan non ci sarebbe stato.

   
 
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