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Autore: Lancia Delta    05/11/2018    0 recensioni
libro primo: il nuovo avatar
a causa dell' esplosione del supercomputer, i Guerrieri Lyoko si troveranno in un posto misterioso, verranno scoperti da due uomini misteriosi, che gli porteranno in un posto sicuro...
Sono passati, ormai, sedici anni dalla morte di Korra, avvenuta quando ella aveva appena ventiquattro anni e, tra qualche giorno, verrà svelata l' identità del nuovo avatar.
Quando all'improvviso, il Dai-lee abdica il re Wu, sebbene il re non abbia molti poteri e la sua figura sia perlopiù simbolica, era molto amato dal popolo. Riuscirà il nuovo team Avatar a farlo risiedere su trono?
libro secondo: la cometa
sono passati cento anni dal passaggio della cometa di Sozin, e dalla fine della guerra dei cent'anni e la cometa sta per ripassare, un gruppo di dominatori dell' acqua della tribù del nord vuole distruggerla, perché, secondo loro simbolo della guerra dei cent' anni, e, soprattutto, poiché dà un enorme potere ai dominatori del fuoco, secondo loro, causa di tutti i mali.
Gli estremisti riusciranno nel loro intento o verranno fermati?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo disclaimer

In teoria questo capitolo sarebbe dovuto uscire il giorno di Halloween, ma causa inconvenienti tecnici non è potuto succedere... come classico, delle mie storie a tema inquietante chi sarà qualche suicidio e qualche morto... nulla di troppo esplicito, sia chiaro, ma se sei ultraiperfacilmente impressionabile, ti avviso, la storia è vagamente inquietante.


I racconti di Lord Zuko

il suicidio di Azula

Polo sud

Qualche ora prima.


Aelita e Orlando, con la Panda 4X4 da Rally, erano in testa alla gara, erano a poche centinaia di metri dal portale del mondo degli spiriti.

A(R) – Appena arriviamo al portale degli spiriti, fermati, voglio attraversarlo e vedere com' è, non ti preoccupare, farò presto.

Or – Va bene, ma se ci resti molto devo avvisare l' assistenza di non preoccuparsi!

A -Tranquillo! Non ci resterò molto.

I due giunsero fino al portale e Orlando fermò la belva.

Aelita si mise, sopra alla tuta ignifuga, il cappotto pesante e uscì dalla macchina. Faceva un freddo cane.

Corse, per evitare di sfreddarsi, fino all' immenso portale. A questo punto lo attraversò, con la stessa lentezza disarmante con la quale entrava nelle torri di Lyoko quando Xana stava per compiere una strage.

Appena entrata si ritrovò in una landa desolata, popolata da pochi spiriti.

Si avvicinò lentamente a uno di essi, uno spirito molto simile a un coniglio blu gigante, e gli parlò.

A – Grande Spirito, dove posso trovare il bosco di Xai Bau?

Lo spirito le diede una mano. Aelita la strinse e i due si trovarono all' ingresso ovest del bosco, a circa cinquanta metri dalla locanda del Anziano Iroh.

Aelita attraversò da sola il pezzo di strada che separava l' ingresso del bosco dalla locanda.

A circa metà strada sbatté contro qualcosa di morbido...

la ragazza si rese subito conto di essere sbattuta contro l' anziano ex generale.

A – Mi scusi... sono un po' distratta...

I – Fa nulla.. sono cose che capitano...

Piuttosto... potresti dirmi come ti chiami? Io sono Iroh.

A – Piacere. Io mi chiamo Aelita.

I – Vieni, ti offro qualcosa.

I due raggiunsero la piccola locanda e Aelita si sedette accanto a un signore anziano, dal suo aspetto, barba e capelli bianchissimi, aveva almeno novant'anni, ma la cosa che più risaltava era una grossa cicatrice, sulla parte sinistra della faccia.

Aelita, prima di sedersi, lo salutò con un profondo inchino.

Zuko fece altrettanto.

A – Piacere, mi chiamo Aelita.

Z – Piacere, io mi chiamo Zuko.

A un certo punto, una folata di vento scompigliò i capelli rosa della ragazza, evidenziano una cicatrice, che prima, poteva essere notata solo guardando attentamente.

Z – Anche te hai una cicatrice? Un marchio che ti segna a vita, che non ti potrai togliere neppure volendo... cosa ti è successo? Cioè, come te la sei procurata?

A – Io te lo racconto, ma poi mi racconti, della tua?

Ma prima... devi sapere che tutti si chiedono come è morta tua sorella?

Z – Io e mio zio siamo gli unici a saperlo, dopo te lo racconto...

A – Va bene...

Tutto è cominciato ancora prima che nascessi, i migliori scienziati del Regno della Terra, della Nazione del Fuoco e delle Tribù dell' acqua, lavoravano a un progetto segreto per il governo di Repubblica unita, per un progetto denominato Cartagine. Tra di loro, lavoravano i miei genitori, Waldo e Anthea. Di questo progetto, nemmeno gli ex capi di governo ne sapevano qualcosa.

Lo scopo, almeno questo è stato detto loro, era quello di, attraverso l' energia nucleare, produrre energia a costo praticamente Zero, questo, date le minime quantità necessarie, non avrebbe causato alcun danno all' ambiente.

Il progetto andò avanti e, dopo tre anni, i miei si sposarono. Due anni dopo nacqui, i miei cercavano di rendere la mia vita il più normale possibile, per quanto, fosse normale, per una bambina piccola, vivere in una base militare...

Per altri tre anni, i miei lavorarono, finché dei terroristi, la Fenice Verde, questo il loro nome, non rapirono mia mamma.

Appeno ciò successe, mio babbo e, una carissima amica, che, per me era quasi una seconda mamma, tanto restava con noi, fuggirono.

Da allora io e mio babbo vivemmo sotto diverse identità segrete, da allora fino a quattro anni fa avremmo cambiato almeno una quindicina di identità, tra le più varie, mio babbo è stato, professore, impiegato, operaio, muratore, elettricista, idraulico, per alcuni mesi arbitro di dominio sportivo e via dicendo...

fino a quel maledetto giorno di quattro anni fa.

La ragazza si mise a piangere.

Quattro anni fa, vivevamo in una villa denominata Hermitage, una casa molto grande, ma non vistosa, la fenice verde lo uccise e, per poco, non uccise anche me.

Appena mio babbo gli sentì urlare e minacciare di sfondare la porta, sparò un colpo di avvertimento.

Essi lo interpretarono come un gesto di sfida.

Spararono un primo colpo, che mi arrivò dritto qui, dove ora c' è questa cicatrice.

Dopo ne spararono un altro, dritto al petto di mio babbo.

Morì sul colpo. Fu uno spettacolo agghiacciante.

Io mi salvai per una serie di coincidenze fortuite, per prima cosa, gli uomini in nero non mi presero, e per seconda, la vicina di casa, una vedova sulla sessantina, allertata dal casino generale, mi portò a casa sua.

E infine, quella donna gentilissima, che mi ha salvata, era una dominatrice dell' acqua.

Ella aveva ideato una particolare tecnica di dominio del sangue, tecnica, che sapeva usare solo lei, dopo la morte di Katara, per chiudere ferite e pulirle e e, se necessario, togliere corpi estranei.

Mi tolse così il proiettile e rimarginò la ferita, ma non riuscì a non lasciare un segno.

Z – E una storia veramente triste...

Ora ti racconto la mia, non voglio allungarla di molto ma ti racconto solo le cose più importanti, come hai fatto te.

Tutto è iniziato quando avevo appena tredici anni, sebbene, già allora non fossi ben voluto da mio babbo, per una questione piuttosto scomoda, non vivevo poi, tanto male. A questo odio compensava mio zio Iroh, che era per me più un padre che non uno zio.

Quel giorno andai, per la prima volta a un consiglio di guerra, allora si stava svolgendo ancora la pazza guerra dei cent'anni, pazza nel senso che tutto era nato dalla pazzia di Sozin, che, ignorando gli avvertimenti di Avatar Roku, attaccò.

Da allora, per anni si svolse la più sanguinaria delle guerre.

Quel giorno, io intervenni senza essere interpellato.

Mio padre, non ci pensò due volte a obbligarmi a sfidarlo in un Agni Kai.

Io mi rifiutai di combattere.

Lui, allora mi bruciò la faccia, dove ora ho la cicatrice e mi esiliò, dicendo che sarei potuto tornare solo una volta trovato l' Avatar.

Dopo una serie di avvenimenti, tra cui due separazioni da mio zio, alla fine, capii, proprio grazie a lui, che dovevo unimi all' Avatar, se volevo porre fine alla guerra.

Così feci. Io e l' Avatar Aang divenimmo amici inseparabili.

Dopo che lui sconfisse Ozai e io, insieme a Katara sconfiggemmo Azula, io divenni Signore del Fuoco.

Se vuoi saper la storia di Azula ecco tutta la verità:

Dopo essere stata tradita da Mai e Ty Lee, aveva iniziato la sua lenta decadenza verso la pazzia, al punto di perdere il controllo sui propri limiti e aveva iniziato, pensando di essere la signora del fuoco, a bandire la gente a destra e a manca.

Il giorno prima di essere eletto Signore del Fuoco, io e lei, ormai era quasi completamente andata, ci sfidammo in un Agni Kai.

Lei barò, attaccando a Katara, per fortuna, ella si seppe difendere e, con il suo dominio e un po' di furbizia, riuscì a incatenarla a una griglia dell'acqua in ingresso al palazzo.

Date le sue instabili condizioni mentali, decisi, che, per lei, la cosa migliore, sarebbe stata quella di rinchiuderla in un manicomio, lì, dopo che Aang, con il dominio dell' energia, le tolse il dominio, non avrebbe potuto nuocere a nessuno.

Per i primi dieci anni andò tutto bene, nessuno ne seppe nulla sembrava stesse addirittura migliorando.

Poi, un giorno, un 29 Ottobre di tanti anni fa, a causa di alcune coincidenze assurde, successe l' impensabile.

Un addetto, mentre le mise la camicia di forza, erroneamente, le bloccò il Chi, il flusso di energia, immobilizzandola momentaneamente...

devi sapere, però, che appena il Chi si sblocca, è come se, per circa trenta secondo, si diventasse Hulk, guadagnano la super-forza, ella, approfittando di ciò, si liberò dalla camicia e, approfittando di un altro errore, l' addetto, infatti, non chiuse la porta della stanza, uscì e si mise a correre.

Inciampò in una carrozzina e fece un volo nella tromba dell' ascensore, cadde sulla cabina e si ruppe entrambe le gambe, in maniera irreparabile.

Il suo intento era un altro... ma ancora non c'era riuscita.

Condannata a passare il resto dei suoi giorni in una sedia a rotelle, giorno dopo giorno escogitò un piano.

Un novo addetto, dopo il licenziamento in tronco del precedente, voluto da me, poiché, sebbene la odiassi, era pur sempre mia sorella, fece lo steso errore.

Non potendo più usare la camicia di forza, le sue braccia erano legate ai braccioli della sedia e, in particolare quello destro, serviva a muovere il joystik che comandava la sedia.

Egli, inavvertitamente non chiuse la porta e, Azula, approfittandone, uscì e, tramite le rampe per carrozzine, salì fino all' ottavo piano.

Non si sa come, ma riuscì a slegare le mani dalla sedia.

Allora prese la rincorsa e si buttò.

Fece un salto di quasi venticinque metri.

Morì sul colpo, in un lago di sangue.

Gli investigatori, in uno dei sui stivali, trovarono un biglietto con scritto, con il suo sangue, quindi, tempo prima del gesto estremo, una frase: mi arrendo alla Voce, è troppo potente, il mio tempo qui è scaduto.

La sua testa era spappolata e, si faticava a riconoscerla.

Anche il resto del corpo aveva subito lesioni gravi, le interiora erano sparse sul terreno, insieme a pezzi d' ossa e di cervello...

al solo ricordarlo, mi viene brutta voglia...

per riconoscere il cadavere, venimmo chiamati io, mio zio Iroh e e Ozai.

Ozai, dall' ultima volta che lo vidi, prima di lasciarlo marcire in prigione, si era molto sciupato, sembrava fosse invecchiato di cinquant'anni, ma erano passati appena dieci.

Lui era incatenato e con due guardie che sembravano armadi a quattro ante, a trattenerlo.

Iroh, che era arrivato da un po', ma, dato che lo aveva fatto in silenzio, nessuno se n' era accorto, continuò la frase.

I – Vidi Ozai piangere, non lo faceva da quando era un bambino piccolo, era assurdo.

Z – Il giorno dopo, si svolsero i funerali di Azula, in forma più nascosta possibile, tant'è che, dopo centinaia anni, un membro della famiglia reale venne cremato.

I – Pochi mesi dopo, vi fu il funerale di Ozai.

Z – Solo tre mesi dopo, dopo un mese, circa, di sciopero della fame, ma continuando, comunque, a piangere ininterrottamente, morì Ozai.

Anche nella sua cella fu trovato un biglietto, con la stessa identica frase, scritta con il sangue.

La sua morte fu tra le peggiori in assoluto, morì di di stenti.

Anche il suo funerale venne svolto in forma privata e anche lui fu cremato, l' urna con le sua ceneri, si trova proprio accanto a quella di quelle della figlia favorita.

Al suo funerale non pianse nessuno, anche perché era stato lui a piangere per l' unica persona che avrebbe potuto farlo.

   
 
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