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Autore: flavsxx    05/11/2018    2 recensioni
A causa di un errore Alison si troverà a convivere con tre ragazzi molto diversi tra loro.
Nell'appartamento 3A nasceranno nuove amicizie,ma soprattutto proprio lì,Alison conoscerà Alex,
un ragazzo difficile,che si ribella alla vita dopo aver perso la madre.
Lui dapprima non vuole la sua presenza nella casa,ma dopo non potrà più farne a meno.
A tal punto che quando lei deve andare via...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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SONO TORNATA DOPO QUASI UN ANNO.
QUESTA STORIA CE L'HO SEMPRE NEL CUORE, MA AVEVO DECISO DI SOSPENDERLA PER LE POCHE RECENSIONI.
CI RIPROVO PERCHè ALCUNE DI VOI MI HANNO CHIESTO DI CONTINUARE E SPERO DI POTERLA CONTINUARE A LUNGO.
BUONA LETTURA! 



Alex mi guardò pietrificato per qualche secondo.

“Lo so, ho 19 anni ed è una cosa stupida ma…”
Alex sorrise e mi accarezzò le guance.

“E’ la cosa è più bella che mi potessi dire, però voglio che tu sia sicura di quello che fai. Non c’è fretta, lo sai” mi rassicurò.

 “Mai stata così sicura in vita mia”
Lui mi stampò un bacio sulle labbra.

“La sai una cosa? Io ho più paura di te” confessò.

“Tu dovresti essere abituato” commentai ironica.

“Per niente, non è la stessa cosa. Dovresti saperlo” Replicò serio.
Sorrisi.
“Non sul divano” mi disse trascinandomi per mano in camera sua.

Alex non aveva mai avuto rapporti sul suo letto. Nessuna donna era mai entrata in camera sua, mi diceva sempre che la considerava una cosa troppo intima, eppure a me l’aveva permesso poche settimane dopo il mio arrivo.

Mi sentivo così speciale e desiderata.

Ero imbarazzata, agitata e impaurita, ma mi fidavo.
Mi fidavo di Alex, ed era la cosa più bella del mondo.

Mi sentivo in pace con il mondo intero perché ero in pace con lui.

Mi sfilò delicatamente la maglietta e mi venne istintivo coprirmi il corpo con le mani.
“Non hai motivo di vergognarti. Sei bellissima”
E sapevo che non lo stava dicendo per circostanza, lo sapevo perché Alex me lo ripeteva ogni giorno da quando ero entrata in quella casa.

Sorrisi imbarazzata e lo osservai.

Avevo visto il suo petto nudo mille volte, ma quella volta era diverso.
Lo sentivo mio. Sentivo mia persino la sua pelle, il suo profumo.

Quando mi stesi sul letto, Alex cominciò baciare ogni centimetro della mia pelle, mentre delicatamente sfilava via la mia gonna.
Ormai eravamo rimasti entrambi in slip.
Lui mi guardò, come a cercare il mio consenso per il passo successivo.

Gli sorrisi, poi ci guardammo intensamente per qualche secondo.

 
“Ti amo come non ho mai amato nient’altro in vita mia ” mi disse.

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“Sei sicura che non ti ho fatto male?”

“Alex! Sto benissimo, è la centesima volta che te lo dico!” Sbottai ridendo, prima di stampargli un bacio sulla guancia.

 “Ora capisco perché lo chiamano fare l’amore. Io non riuscivo a capirla questa distinzione. Ho sempre detto che una scopata è una scopata. E invece è stato tutto così diverso con te. E’ stato come averlo fatto per la prima volta”

“Sono io quella che aveva paura di non riuscire a soddisfare le tue aspettative. Di certo io non ho l’esperienza di quelle che ti sei scopato fino ad ora ” commentai.

“Smettila con queste cazzate, Al! L’esperienza non c’entra nulla e fidati, non hai nulla in meno delle altre ragazze”
Sorrisi.

Presi il telefono che avevo poggiato sul comodino e guardai l’ora.
“Cazzo! Sono in super ritardo” sgranai gli occhi quando mi resi conto che mancavano solo venti minuti all’inizio delle lezioni, ed io ero ancora a letto.

Certo, ero a letto, nuda e con Alex Miller, ma questo al professore di giornalismo non sarebbe interessato.
Mi sedetti sul bordo del letto cercando con lo sguardo i vestiti.

“E' colpa tua. Mi hai fatto perdere la cognizione del tempo” dissi divertita infilandomi la sua maglietta che avevo trovato a terra.

“Rimani qui? Ho ancora voglia di te” mi chiese cingendomi la vita con il suo braccio forte.
Sorrisi imbarazzata.

“Alex è una lezione importante, non posso mancare. Ci vediamo stasera, ok?” dissi accarezzandogli la guancia.
Lui sbuffò ed io corsi in bagno a prepararmi.
 
 

Era passata una settimana esatta da quella che consideravo la notte più bella della mia vita.
Ormai i ragazzi e Sarah erano a conoscenza del tutto, e a casa si respirava un clima sereno e gioioso.
Dopo qualche giorno sarebbe stato Natale, ed eravamo tutti in cucina per decidere il menù natalizio.

“Ok, è andata per le lasagne! A capodanno invece, cosa si fa?” chiese Derek.

“Io metto a disposizione la mia casa in montagna. Farà un po’ freddo, ma possiamo accendere il fuoco e portiamo delle coperte. Ci divertiamo” propose Mike.

“E’ perfetto” commentai entusiasta.


“Ci sono tanti modi per scaldarsi poi…” alluse Alex guardandomi divertito.

“Alex smettila!” lo ammonì imbarazzata.

“Abbiamo capito, dobbiamo portarci dei tappi per le orecchie!” commentò Derek.
Tutti ridemmo.

“Piuttosto, parlando di cose importanti, mi servirebbe una mano con il trasloco. Manca poco e ancora non ho iniziato con gli scatoloni. Devo iniziare dopo le feste”
Alex si accigliò.

“Quando vuoi ti aiutiamo” mi rispose cortese Mike.

“Grazie” lo abbracciai.

“Sempre che Alex non saboti il trasloco mettendo una bomba nel tuo nuovo appartamento” commentò ironico Derek.
Risi.

“Possiamo evitare di parlare di questo ora? Non voglio rovinarmi le feste”
Guardai Alex che era rimasto serio da quando si era toccato l’argomento.

“Prima o poi dovrai farci l’abitudine. Lo sai che dispiace da morire anche a me”

“Se ti dispiace così tanto, allora non andare. Non sei costretta”

“Sai anche che non è così facile. Questo progetto l’ho iniziato con Viola e non posso tirarmene fuori adesso e purtroppo in questa casa non c’è posto per un quinto coinquilino…”
Alex annuì e uscì dalla cucina, fiondandosi sul divano.

“Misa che l’hai fatto arrabbiare” notò Mike.


Lo seguì sul divano. “Hey” richiamai la sua attenzione sedendomi .
“Che hai? Sei arrabbiato? Non mi sembra di aver detto niente di strano” continuai.
“Non sono arrabbiato Al” rispose secco.
“Allora che c’è?”

Lui scosse la testa. Non voleva parlare.
Farlo esprimere riguardo i suoi stati d’animo era quasi impossibile.
 Quando c’era qualcosa che non andava si chiudeva a riccio e comprenderlo del tutto era estremamente difficile.

“Se pensi che a me non dispiaccia andare via di qui dopo tutti questi mesi insieme, beh, ti sbagli di grosso. Ci penso sempre, e sai cosa? L’altro giorno in doccia ho pianto al pensiero di non poter più vivere con voi…con te. Ma non è la fine del mondo! Non cambio mica città…”

Cercai di autoconvincermi.

 “Vorrei solo svegliarmi ogni mattina con te accanto. E questo chiaramente non sarà possibile. Non riesco più ad addormentarmi se non ci sei tu nel letto con me, mi sento vuoto. Non so che cazzo ho!”

Risi quando sentì l’ultima frase.
Alex era attraversato da un mix di emozioni, come me dopotutto.
 Era triste e preoccupato. Capivo cosa intendeva. Il pensiero di non poterlo più abbracciare durante la notte mi faceva stare male.
La quotidianità senza di lui non sarebbe stata più la stessa, era vero.

 “Dopotutto,anche se abbiamo orari diversi, andiamo nella stessa università, quindi ci sarà occasione di vederci e di sicuro ci saranno altre occasioni per dormire insieme. Mi fermerò qualche giorno qui appena potrò”

Lui annuì con lo sguardo perso nella tv.
Presi la sua mano costringendolo ad alzarsi.

 “Dai, ora non pensiamoci. Piuttosto andiamo a fare la spesa, le lasagne non si cucinano da sole”
 
 
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“Ci siamo? Avete preso tutti le valigie?” Chiese Mike prima di chiudere la porta di casa.
“Sì, andiamo!” commentò euforica Sarah.

La loro storia proseguiva a gonfie vele, ed io ne ero felicissima.
In primis perché Mike era un ragazzo d’oro ed aveva sempre mille attenzioni per lei, e poi condividere queste esperienze con un’amica mi rendeva felice.
I mesi passati erano stati i più belli della mia vita. Avevo trovato delle persone fantastiche, con le quali avevo condiviso esperienze che, nel bene e nel male, mi avevano fatta crescere in maniera esponenziale.
Era tutto destinato a finire? Me lo chiedevo tutti i giorni.
Non potevo saperlo, ma ciò che sapevo per certo è che non li avrei mai dimenticati.

I ricordi sono il collante della nostra vita. Ci aiutano ad andare avanti.
 La mente cattura dei momenti, belli e brutti, e decide di tenerli con sé, spesso rendendoli incancellabili. Non è magico?

Mi voltai verso Alex.
“Sono contenta di essere qui con te in questo momento” dissi poggiando la testa sulla sua spalla.
Alex mi accarezzò la guancia, poi mi stampò un bacio sulla fronte.
“Anche io bimba. Non sai quanto”
 
“Ok, le cose si stanno per fare interessanti. E’ arrivato il momento di giocare al “non ho mai” esclamò entusiasta Derek.

Alex alzò gli occhi al cielo.
“Che c’è? Non ti piace questo gioco?” chiesi divertita.
“Per niente” confessò.
“Beh fratello, non importa, perché giocherai lo stesso!” esclamò Mike dandogli una pacca sulla spalla.

Per chi non lo sapesse, il “non ho mai”, è quel gioco in cui una persona dice qualcosa che non ha mai fatto (tipo “non ho mai baciato una ragazza bionda”) e se nel gruppo c’è qualcuno che, al contrario, ha fatto quella determinata cosa, beve dell'alcol.

Ci mettemmo seduti intorno al tavolo, ognuno di noi aveva davanti a sé qualche bicchiere di superalcolico.

“Ok, comincio io” esclamò Mike. “Non ho mai fatto il bagno al mare nudo”
Presi il bicchiere di fronte a me e diedi un sorso alla bevanda.

Alex mi fulminò con lo sguardo, mentre io ridevo ripensando a quel falò sulla spiaggia fatto a sedici anni, in cui io e Viola ci eravamo tuffate in acqua nude di notte.
Anche Sarah bevve.

“Ok, dovrò ricordarmi di venire al mare con voi” ironizzò Drake, beccandosi uno schiaffo sulla nuca da parte di Alex e Mike.

“Ok, ora tocca a me” Drake prese la parola. “Non ho mai detto ‘ ti amo ’, credendoci veramente”

Presi istintivamente il bicchiere di fronte a me, poi guardai Alex.
Mi sentì sollevata quando vidi che anche lui stava bevendo dal suo.
Gli sorrisi istintivamente e lui mi stampò un bacio sulle labbra.

“Non ho mai fatto sesso a tre” esclamò Sarah imbarazzata.
Dopo qualche risata calò il silenzio.
Nessuno aveva bevuto.
Derek guardo Alex negli occhi, incapace di trattenere una risata che lasciava poco all’immaginazione.

“Dai Alex, bevi che non ti crede nessuno” risi nervosamente.
Sapevo del suo passato, e dire che non mi pesava sarebbe stata una bugia, ma di certo non potevo fargliene una colpa adesso.
Sicuramente pensare a lui in atti sessuali con altre donne mi faceva rabbrividire, ma il passato non si poteva di certo cambiare.
Alex evitò il mio sguardo per non sentirsi troppo in colpa e tracannò l’ultimo goccio di vodka.

 “Non ho mai fatto sesso in aereo”
‘E grazie, aggiungerei! Eri vergine fino ad un mese fa!’  Pensai tra me e me divertita.

I ragazzi risero rumorosamente, alludendo a qualcosa che chiaramente io non sapevo.
“Forse era meglio non giocare con Alex a questo gioco. Almeno che non vogliamo che finisca in coma etilico, ma eviterei” disse Derek divertito alludendo alla vasta gamma di esperienze che Alex aveva collezionato negli anni.
Guardai Alex che nel frattempo era diventato rossissimo dall’imbarazzo, data la mia presenza.

Ero infastidita ed anche un po’ umiliata.
 Forse non ne avevo ragione; dopotutto Alex non si era mai vantato delle sue precedenti esperienze da quando stavamo insieme, ed anzi, era molto felice di esser stato “il primo” in quasi tutte le mie esperienze, perché si sentiva speciale, a differenza mia che per lui non ero stata la prima in niente.
La mia dannata insicurezza mi riportò con i piedi per terra, uscendo un attimo da quel clima da ‘favola’ che si era istaurato da quando stavamo insieme.
Ero davvero così speciale per lui? Forse ero solo una delle tante?
Mi sentivo inferiore, lui aveva vissuto esperienze allucinanti, io invece, avevo perso la verginità qualche settimana prima.

Lo guardai in cerca di spiegazioni, fingendomi divertita.
Lui mi guardò imbarazzato, e posò una mano sulla mia coscia.
“Niente, è una lunga storia. Parliamo di anni fa, comunque”

Io annuì, ma non riuscivo a non essere infastidita. Spostai la sua mano dalla mia coscia e mi alzai dalla sedia.
“Vi dispiace se vi lascio un attimo? Vado a prendere un po’ d’aria in giardino. Torno tra poco” sorrisi poco credibilmente.
“Che hai? Ti senti poco bene? Ti accompagno!” Alex si mostrò iperprotettivo come sempre.
“No, sto bene. Preferisco andare sola” 
  
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