La baita dell'incubo

Capitolo 6: Allenamenti nel regno della Luna (seconda parte)

-Ti prego Bright… non mollarmi- pronunciò Rein immaginando di essere ridotta in poltiglie nel tentativo di liberarsi dalla oppressione della sabbia.
-Stai tranquilla Rein, non ti lascerò cadere, se siamo costretti morire allora lo faremo insieme… Non voglio lasciarti morire- le rispose Bright tenendola sempre più stretta, il suo calore corporeo veniva trasmesso alla fanciulla che si rasserenò.
-Allora proviamo così- continuò Bright stringendo i denti, qualcosa lo stava trascinando sempre di più infondo alla fossa, infine come ultima scelta, prese la spada che si portava sempre dentro e l’affondò nel buco.
-Che schifo…- si disdegnò Rein notando che dalla ferita provocata dalla spada nel terreno usciva una bava rossa, era impregnata di sangue, quello di una persona o animale che si stava offuscando nel terreno e creava la cavità.
-Vieni Rein, andiamo via da qui e appena arriviamo avvertiamo il professore- propose il principe dopo aver ripreso la spada e trascinandola verso la primavera delle stelle.
-Bright… guarda- proferì la ragazza voltandosi verso il luogo dove prima vi era la chiazza di sangue, ora non c’era più.
Bright non ebbe il coraggio di osservare la scena, voleva continuare la corsa per salvare Rein, si sarebbe odiato se fosse morta, per cui non ci pensò due volte e continuò imperterrito la sua corsa.
-Principe Bright con tutto il rispetto e la stima che ho per lei, me lo lasci dire… lei è proprio un codardo- lo rimproverò Rein, non pensava che l’amore della sua vita non avesse coraggio, forse era vero le voci che giravano in giro che il principe scintillante era un buono a nulla, e lei che non voleva crederci, ora sapeva e rimpiangeva tutto quello che aveva enunciato per difenderlo.
-Principessa Rein… io non sono un codardo, ma se come hai detto tu non c’è più niente là, potrebbe essere che sia ancora vivo e pronto ad attaccarci di nuovo, per cui non possiamo esporci a questo enorme rischio, se il professore deciderà di ritornare verremo con lui, ma per il momento corriamo, prima che ritorni e ci attacchi- la stridette il principe.
Appena i due ebbero finito di conversare, qualcosa si mosse sotto di loro, fece tremare la terra, ma non creò altri buchi, anzi era come se li volesse aiutare, per questo motivo, li aveva presi in groppa e li stava portando verso la primavera della stelle.
-Grazie, qualunque cosa tu sia… ci hai salvato la vita.- lo ringraziò Rein appena vide che si era fermato e li aveva fatti scendere, erano quasi alla primavera delle stelle
-Ci siamo fatti un nuovo amico o amica- rise a fior di labbra Bright, quella creatura li aveva salvato la vita, li era debitore, ma non sapeva che cos’era, sarebbe rimasto un dilemma per tutti e due.
-Non farti male, mi raccomando, nel terreno c’è qualcosa che ti potrà fare male, per cui stai attento…- dichiarò Rein allontanandosi mano nella mano con Bright.

-Ragazzi… come mai ci avete messo così tanto?- chiese Fine nel momento in cui i due sopraggiunsero.
-Chiedo venia a tutte e due… ma ora dobbiamo avvertire il professore e gli altri, poi appena arriveranno vi spiegheremo tutto- pronunciò il principe scintillante prendendo in mano il wacky touchy per informare il professore.
-Professore… sono Bright… la prego non faccia partire il terzo gruppo, c’è qualcosa nel deserto… per favore ci raggiunga qui, subito con gli altri- gemette il biondo, la linea era disturbata, per cui non sapeva se l’uomo aveva sentito o meno la frase che aveva pronunciato.
-Bright… che cosa hai detto, puoi ripet… non ti ho s… tito- nessuno dei quattro aveva sentito bene.
-Beh… professore, torni qui con tutti gli altri. C’è qualcosa sotto la sabbia che ci vuole morti tutti- ripercorse la frase il giovane.
-Ok… arriviamo- finalmente erano riusciti a comunicare tra loro, così i quattro aspettarono che gli altri sopraggiungessero, intanto paravano un pochino tra loro, senza varcare il discorso su quello che era successo nel deserto, volevano aspettare, ma l’ansia era troppo forte, tanto che non sapevano più che dire.