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Autore: Glance    14/07/2009    12 recensioni
Gli eventi entrano nella nostra vita prepotenti cambiandola alle volte in maniera sconvolgente. La guerra è uno di questi, dove la dimensione della realtà viene distorta dando a tutto una veste irreale come se si guardasse attraverso una lente. Si perde di vista il senso di tutto,si riesce a fare a meno di quello che prima era necessario con una sorta di fatalismo che da al tempo un ritmo nuovo inaspettatamente sconosciuto. Nessuno conosce il proprio futuro. Il destino, avidamente cela i suoi disegni e nel suo gioco di numeri interseca rette. A noi è concessa l’aspettativa di grandi cose migliori certamente di quelle che abbiamo. Alcuni dicono che nulla è scritto e siamo noi a determinare il futuro con le nostre azioni. Il tempo che passa non sa lenire le ferite che continuano a sanguinare anche se pudicamente si tenta di tenerle nascoste. Occhi attenti sanno scrutare il dolore che l’anima cerca di celare. Succede però che anche nel buio più profondo si accenda all’improvviso una luce e una mano si tenda in aiuto. Allora, che le parole sgorgano spontanee bagnandosi di lacrime che si credeva perdute per sempre nell’indurimento di un cuore a cui si era rinunciato perché il dolore era troppo grande da sopportare. Siamo l’ineluttabilità del tempo che passa e lascia dietro di se una scia di momenti , istanti che non sempre riusciamo a fotografare , ma che sono la parte più preziosa la dimensione che quasi mai assaporiamo perché il resto ci travolge con l’enormità dei suoi avvenimenti. Eppure gli attimi che fuggono non ci abbandonano mai salutandoci da lontano, passano tra un battito di ciglia e del nostro cuore. Giorno dopo giorno nella somma di istanti che fanno la vita. Un mondo minuscolo che da senso alla nostra esistenza. Fatto di piccole cose che condividiamo con chi incontriamo sul nostro cammino e a cui chiediamo aiuto per ricordare. In questa storia i personaggi sono tutti umani pur mantenendo i loro caratteri ad eccezioni dei loro poteri e sono presi in prestito dalla superlativa Stephenie Meyer a cui va ogni esclusiva e diritto. Siamo nel 1918 mentre in Europa imperversa la Prima Guerra Mondiale. Bella è invitata al fidanzamento della sua migliore amica non che vicina di casa e compagna di scuola: Alice Masen. Ci saranno tutti i personaggi Edward in primo piano ed anche quelli solo accennati nei libri o marginali che comunque ricopriranno dei ruoli diversi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Avevamo lasciato Mike alla stazione, non ero sceso , non gli avevo mai rivolto la parola, fu lui a parlare prima di andare via.
“Edward, spero per te che ne valga veramente la pena.” Non risposi, mi limitai a guardarlo con uno sguardo di sfida. Billy lo aiutò con le valige. Mentre scendeva dalla macchina e si avviava verso la stazione lo sentii dire: “ Ci si vede ragazzi” poi scomparve.
Durante il ritorno notai che Jasper non aveva parlato molto, non era inusuale per lui, ma in quel silenzio era facile leggere i suoi pensieri. Sicuramente era preoccupato per Alice e cercava di trovare una soluzione alla loro situazione.
“Edward, dovrò partire anch’io. Devo tornare a casa , salutare i miei genitori. Pensavo di andare domani insieme a Rose. Credi che potrei chiedere il permesso a tuo padre di portare Alice con me se Emmett ci accompagnasse?” Non mi stupì la sua richiesta, io mi sarei comportato nella medesima maniera. Lo guardai e pensai che Jasper fosse un ragazzo a modo, cordiale e discreto, sempre pronto a mettere una buona parola per cercare di trovare la soluzione migliore. Era sempre gentile, sorridente e schivo. Stare accanto a lui infondeva un senso di tranquillità, sembrava sapesse sempre quale fosse la cosa giusta da fare. Ero veramente felice che Alice avesse accettato di diventare sua moglie, come ero felice che Emmett avesse avuto Rosalie al suo fianco.
“Sicuramente non avrà da obiettare. Mio padre si rende conto della situazione. Capirà e non avrà remore per uno strappo alla regola e poi se Emmett verrebbe con voi, non vedo proprio perché dovrebbe negartelo.” Gli sorrisi poggiandogli una mano sulla spalla e mi sembrò un po’ più sollevato. Capivo benissimo che non avrebbe voluto rinunciare ad avere mia sorella al suo fianco per il tempo che doveva restare a casa, anche se si trattava di pochi giorni. Anche io non avrei potuto, sarei stato diviso tra due bisogni altrettanto forti. La voglia di stare con la donna che amavo e la mia famiglia. Sicuramente mio padre avrebbe capito, era sempre stato una persona ragionevole e di buon senso.
“Edward?” Esordì Jasper “Credi che sarebbe troppo complicato anticipare il matrimonio?” Lo guardai felice.
“Perché complicato Jasper?” Era pensieroso.
“Perché dovremmo scavalcare Emmett e Rose e anticipare di molto i tempi, sembrerebbe una cosa fatta troppo in fretta, quasi riparatrice.” Sorrisi scuotendo la testa.
“Jasper, amico c’è una guerra. Chi vuoi che possa pensare a qualche altro motivo?” Lo vidi sorridere imbarazzato.
“Hai ragione, ma sarebbe complicato non ci sarebbe il tempo per gli inviti e tutta l’organizzazione.” Sospirai.
“E voi non invitate nessuno” mi guardò interrogativo “ Voglio dire che possiamo fare una cerimonia per pochi intimi, nella nostra casa di campagna. Alice sarebbe felicissima. Lei vuole diventare tua moglie non partecipare ad una festa. Vuol dire che festeggeremo come si deve al nostro ritorno.” Lo vidi illuminarsi di un sorriso trionfante e in quel momento presi la mia decisione.
“Jasper…”
“Sì?” Mio cognato mi guardava aspettando che parlassi. “Sarebbe da folli se chiedessi a Bella di sposarmi?” Lo vidi spalancare gli occhi per lo stupore e poi fare un gran sorriso.
“Non direi da folli. Perché? Tu l’ami.” Mi osservava.
“Sì, la amo, ma ci conosciamo appena…” Mi interruppi come a voler sedare un dubbio “Mi chiedi perché…la ragione è che spero che accetti, ma non posso esserne sicuro sarebbe tutto così improvviso per lei. Magari potrebbe spaventarsi nuovamente come…” Jasper intervenne per tranquillizzarmi.
“Edward, voi vi amate. Quello che dici poteva essere vero appena qualche giorno fa, ma tu stesso hai detto che alla luce dei nuovi eventi tutto cambia prospettiva. Quindi se quello che hai detto va bene per me, andrà bene anche per te.” Respirai profondamente con il cuore in tumulto. In me mille sensazioni si alternavano. Euforia, preoccupazione, felicità. Pensavo a Bella e a mia madre, all’amore che provavo per loro in due modi così diversi, ma che nel mio cuore davano a tutte e due il medesimo posto, ad Alice che si sarebbe trovata ad essere accomunata con Bella nella condivisione dell’attesa, ad Emmett e mio padre, al centro di questa tempesta. Gli unici fulcri su cui sarebbero ruotati i sentimenti di tutti, anche i loro e sarebbe dipeso tutto dalla loro forza, dalla capacità di tenere insieme bilanciandole tutte quelle emozioni. Paura, preoccupazione, disperazione. Emmett e mio padre avrebbero dovuto arginare tutto questo e io contavo sulle loro spalle forti, sulla loro determinazione per reggerne il peso, per far si che la mia famiglia, i mie affetti, non si frantumassero, sgretolati dalla forza devastante degli eventi. Pensavo a come tante vite si fossero intrecciate nel giro di così poco tempo, a come tutto fosse diventato relativo alla luce di quella nuova realtà, come avesse preso una misura diversa, accelerata. Io, mi sentivo diverso dal ragazzo che al ballo per il fidanzamento di sua sorella considerava l’ipotesi di corteggiarne la nuova amica. Quel ragazzo non c’era più. Al suo posto solo un uomo che era pronto ad affrontare il suo destino a testa alta, volendo che per il poco tempo rimasto, la donna che aveva scelto fosse al suo fianco anche se per un breve tratto.
Gli eventi entrano nella nostra vita prepotenti cambiandola alle volte in maniera sconvolgente.
La guerra è uno di questi, dove la dimensione della realtà viene distorta dando a tutto una veste irreale come se si guardasse attraverso una lente.
Giunti a casa lasciai Jasper all’intenzione di dare ad Alice la notizia delle decisioni maturate durante quella mattina e mi recai nello studio dove ero sicuro avrei trovato mio padre.
Lo vidi, seduto alla sua scrivania con davanti i suoi soliti fogli, documenti carichi d’informazioni di un’umanità con le proprie difficoltà , disaggi e controversie a cui lui cercava di dare una mano risolvendo per quanto possibile quei problemi e dilemmi, nell’intrigo di leggi e cavilli con cui trovare soluzioni eque.
Mio padre amava il suo lavoro e nel suo campo era una figura autorevole e competente, tanto da essersi guadagnato la stima e la fiducia delle persone più in vista e il rispetto dei più semplici per la sua disponibilità , la modestia e l’equità con cui si poneva loro.
Rimasi un attimo ad osservarlo, mi sarebbe mancato tutto questo. La mia casa, le abitudini e le regole che la governavano. Eravamo una famiglia felice. I miei genitori si amavano e non avevano mai fatto mancare la loro presenza o il loro appoggio. Mio padre malgrado gli innumerevoli impegni trovava comunque il modo di passare del tempo con noi ascoltando ciò che avevamo da dirgli e anche quando era costretto a ribadire il suo ruolo con autorità non era mai eccessivamente severo, cercava sempre di farci capire le sue ragioni. Sapevamo che dietro un rimprovero o una punizione c’era l’esigenza di far comprendere che alcune regole non potevano essere ignorate o sovvertite.
“Ti disturbo, papà? Posso entrare?” Dissi davanti alla porta del suo studio che chiudeva solo in rare occasioni. Diceva che nella sua casa non dovevano esserci zone in cui fosse precluso l’accesso.
“Edward, figliolo siete già rientrati?” Disse distogliendo l’attenzione dalle sue carte e guardando verso di me con il suo sguardo autorevole, ma mai autoritario.
“Sì” risposi.
“Avete fatto presto. E’ andato tutto bene?.” Aggiunse “Vieni, entra accomodati.” Mentre mi faceva segno di predere posto davanti a lui.
“Non c’erano saluti da fare.” Risposi amaro.
“Capisco. Devo supporre allora che la tua amicizia con Mike sia finita. Non ti posso biasimare, non è stato leale da parte sua.” Disse mentre mi guardava comprensivo.
“Papà, Emmett ti ha dato la notizia?” Vidi mio padre sospirare e irrigidirsi lievemente nella posa.
“Sì.” Rispose.
“Lo hai già detto alla mamma?” Domandai sinceramente preoccupato.
“Contavo di farlo più tardi.” Facevo affidamento su mio padre per arginare l’onda di dolore che avrei causato a mia madre.
“Papà…come credi…la prenderà?” Lui si alzò e mi venne vicino.
“Non preoccuparti di questo Edward, è normale che per una madre i propri figli non diventino mai grandi. Lei continuerà a vedervi piccoli e indifesi per sempre, ma le cose cambiano e i figli crescono e divengono uomini, come te. Sono orgoglioso figliolo di quello che sei diventato e delle scelte che hai fatto. Questo non vuol dire che io sia felice di saperti in pericolo, ma il ruolo e il destino di un uomo è quello di non tirarsi mai in dietro davanti alle prove a cui è chiamato e tu stai rispondendo degnamente alla tua e noi ti aiuteremo come meglio possiamo, è un nostro preciso dovere. Sarà questo che cercherò di far capire a tua madre. Stai tranquillo.” Concluse mio padre e avvertii appena nella sua voce una lieve nota tremula dettata dall’emozione e mi resi conto che era la prima volta che riuscivo a coglierla.
“Grazie.” Dissi alzandomi per congedarmi da lui. “ Papà…” “Dimmi Edward.” Rispose.
“Mi sono innamorato…” Lo vidi sorridermi, ma non era sorpreso.
“Immagino che la fortunata sia la figlia del capitano Swan. Non è vero?” Feci cenno di sì “Lei ti ricambia?” Era incredibile come tutti si fossero accorti di cosa provavo. Mi rendevo conto che per la mia famiglia non avevo segreti, per loro ero un libro aperto.
“Sì papà, lei mi ricambia.” Annuì soddisfatto.
“Sono contento, mi piace, è una brava ragazza a modo, oltre che veramente deliziosa e con una famiglia degna di ogni rispetto. Non potrei essere più felice e soddisfatto della tua scelta Edward.” Concluse battendomi una mano sulla spalla.
“Papà, credi che sia troppo azzardato se le chiedessi di sposarmi?” Mio padre indietreggiò di un passo, guardandomi compiaciuto e sorridente.
“Figliolo se sei pronto per il fronte lo sei anche per il matrimonio.” Sentenziò orgoglioso.
“Non credi che sia… troppo presto? Alquanto affrettato da parte mia volere…” Sorrise.
“Se è quella giusta, il tempo non servirà a dare al tuo cuore ulteriori conferme. Se lui ha già scelto aspettare non ti farà sapere nulla di più di quello che già sai.” Guardai mio padre riconoscente.
“Vieni ragazzo lascia che io ti abbracci e mi congratuli con te per tutto.” Detto questo lo salutai e mi diressi verso la mia stanza.
Pensavo a come lo avrei detto a Bella, come avrei potuto fare per rendere quel momento unico e indimenticabile.
Non la vedevo da poche ore e sembrava fosse un’eternità.
Chissà dove era e cosa stava facendo.
Sperai che non si stesse struggendo. Non volevo che piangesse o si disperasse, il solo pensiero mi faceva stare male. Vederla piangere mi procurava una pena profonda.
Sentii la stanchezza sopraffarmi non dormivo dalla sera prima e mi abbandonai sul letto addormentandomi.
Quando mi svegliai era pomeriggio inoltrato. Mi ero reso conto di aver dormito parecchio. L’ora di pranzo era passata da un pezzo. Decisi di alzarmi e di cambiarmi d’abito per poi uscire e raggiungere gli altri e Bella, quando sentii bussare alla porta.
“Avanti.” Dissi e sull’uscio comparve mia madre con un vassoio in mano.
“Tesoro, ti ho portato qualcosa da mangiare. Hai saltato il pranzo devi essere affamato.” La guardai con affetto e il cuore stretto in una morsa. Stava facendo la coraggiosa lo vedevo, era come sempre, ma io la conoscevo e i suoi occhi la tradivano. Nel suo sguardo leggevo dolore, ansia, quel pianto trattenuto con tutte le sue forse. Non voleva rattristarmi, capii che aveva parlato con mio padre. “Grazie mamma, perdonami, mi sono addormentato.” Poggiò il vassoio sul tavolino di fronte al letto.
“Ho convinto Reneè a rimanere con Bella. Oggi sarebbero dovute andare via.” Spalancai gli occhi.
“Oggi?” Ribadii.
“Sì tesoro, oggi è lunedì, ma visto che Alice e Jasper hanno anticipato il matrimonio e Bella sarà una delle damigelle d’onore di tua sorella ho convinto sua madre a rimanere. Mi sarà preziosa la sua collaborazione.” Mi sentii come se l’aria fosse tornata a circolare nella stanza. Avevo cancellato che sarebbe dovuta rientrare con la sua famiglia in città, ma mia madre era stata provvidenziale. Purtroppo gli ultimi avvenimenti, mi avevano fatto perdere la cognizione del tempo.
“Mamma hai saputo…papà ti ha detto?” Annuì senza parlare. “Come stai?” La guardavo preoccupato.
“Non piangerò Edward…non lo farò. Non ho intenzione di lasciare che questo succeda e devi promettermi che farai in modo che io non lo debba fare. Hai capito piccolo mio?” Mi guardava fiera e risoluta e io l’amavo per questo. “Mi vedrai piangere solo al tuo matrimonio tesoro.” La osservai un po’ in imbarazzo.
“Tuo padre mi ha detto di te e Bella. Caro mi fai felice, adoro quella ragazza e sua madre è una buona amica, mi ha aiutato quando ho saputo che saresti dovuto partire e Isabella non ha lasciato da sola Alice per un solo momento. Lei e Rosalie sono state impagabili.” Presi le mani di mia madre e le baciai.
“Qui ho qualcosa per te.” Disse, togliendo da sotto il tovagliolo una piccola scatolina di velluto blu. “E’ l’anello di fidanzamento che mio padre regalò a mia madre, voglio che lo abbia tu. Sarà il tuo anello per Bella.” Avevo le lacrime agli occhi e non sapevo cosa dire.
Abbracciai mia madre e lei mi accarezzò i capelli come faceva sempre quando doveva farmi intendere che capiva cosa non riuscivo a dirle in preda all’emozione.
“ Lo so tesoro, lo so, ti voglio bene anch’io. Ho sempre sentito la tua fragilità Edward, quello che ti succedeva in torno ti ha sempre raggiunto toccandoti profondamente e a differenza dei tuoi fratelli quando ti capitava una contrarietà un’incomprensione tu ti chiudevi in te stesso e ti isolavi nei tuoi silenzi impenetrabili. La tua inquietudine, il tormento. Da sempre sapevo che eri alla ricerca di qualcosa di cui neanche tu eri a conoscenza. Come se ti accompagnasse una malinconia che veniva da lontano. La tua timidezza, quella sensibilità verso ciò che era minuscolo, celato, ma che riusciva a fare la differenza, ora so cosa era. Da quando hai incontrato Bella, il tuo sguardo si è illuminato di una luce nuova, come se la tua ricerca si fosse conclusa. Ora ti guardo e ti vedo completo.” Mi baciò la fronte. “Va da lei tesoro e dille quello che hai nel cuore e fa che sia un momento unico, magico e indimenticabile che la possa confortare mentre sarai via.”
Ringraziai mia madre. Ora sapevo che la mia famiglia mi avrebbe dato tutto il suo appoggio, questo mi rendeva un po’ più tranquillo. Si sarebbero preoccupati inevitabilmente, come era normale che fosse, ma non avrei lasciato dietro di me la disperazione o almeno non l’avrei letta sui loro volti.








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Avevo passato la mattina nell’attesa del suo ritorno, non sapevo se sarebbe riuscito a tornare in tempo per la mia partenza. Non volevo tornare a casa , se la sua famiglia si fosse trattenuta io non avrei avuto modo di passare quegli ultimi giorni insieme a lui. Stavo pensando a questo mentre con Rosalie e Alice consideravamo quello che avremmo dovuto affrontare per i mesi a venire.
Un tocco leggero alla porta e alla nostra risposta di entrare Jasper comparve. Lo sguardo illuminato di chi ha trovato la soluzione a un dilemma.
“Alice ho trovato una soluzione” Disse mentre guardava la sua fidanzata e sua sorella. In quel momento mi sentii di troppo e feci per andare via. “Rimani pure Bella, ormai sei di famiglia” Mi stupì Jasper lanciandomi un’occhiata ammiccante.
Alice e Rosalie si guardarono incerte.
“Chiederò a tuo padre di anticipare le nostre nozze, se Emmett e Rose sono d’accordo a cederci il loro posto e domani partiremo per andare a prendere i miei genitori, così potrò stare sia con te che con loro.” Vidi Alice illuminarsi di felicità, mentre rivolgeva il suo sguardo a Rosalie per cercare una conferma a quella richiesta.
“ Certamente tesoro. Vi cediamo il nostro posto volentieri.” La gioia di Alice fu incontenibile e balzando in piedi si precipitò tra le braccia del suo Jasper.
“Bene” Disse lui “ Vado subito a parlare con tuo padre.” E posando un bacio leggero sulla fronte di Alice si congedò rivolgendo a me e alla sorella un inchino.
“Questo vuol dire che avrò bisogno delle mie damigelle, quindi Bella tu non puoi partire. Chiederò alla mamma di pregare i tuoi di lasciarti qui, tanto tra pochi giorni dovranno tornare per essere presenti alla cerimonia.” Mi sorrise trionfante. “Ti rendi conto Bella? Tra pochissimo sarò la signora Alice Hale.” Annuii, era bello rivedere i suoi occhi ritrovare l’espressione con cui l’avevo conosciuta.
“Alice sono felice, avrò una sorella finalmente.” Intervenne Rosalie.
“Adesso ci saranno un’infinità di cose da fare e la mamma darà di matto. Detesta dover organizzare qualcosa all’ultimo momento, specie un matrimonio.” Disse Alice.
Sorridemmo tutte e tre a quella frase, mi resi conto come comunque la vita con i suoi bisogni e le sue regole reclamava il suo diritto ad essere vissuta anche davanti alle avversità. Malgrado tutto.
Alice corse via per informare Elisabeth. La presenza di Jasper stava a significare che erano tornati, ma come mai Edward non si era fatto vedere? Pensava forse che fossi già partita? La mattinata trascorse nell’attesa di poterlo incontrare. Una strana inquietudine si impossessò di me, lo stargli lontana non era una sensazione piacevole e mi rendevo conto che forse non ero in grado di poterlo sopportare. Finché Alice era stata con me, in qualche modo avevo arginato il vuoto della sua assenza, ma da sola era impossibile non essere sopraffatta dall’ansia che la lontananza da lui mi procurava.
Anche a pranzo Edward non si fece vedere. Mia madre aveva accettato di fermarsi dietro la gentile richiesta di Elisabeth, mentre mio padre sarebbe rientrato.
Mi aggiravo per il giardino con la sensazione di non riuscire a respirare quando la sua voce mi raggiunse: “Dove ve ne andate tutta sola signorina. Potrei accompagnarvi?” Il mio cuore sembrò svegliarsi e ritrovare la capacità di battermi nel petto e l’aria di circolare nei mie polmoni. Non lo vedevo da poche ore e mi sembrava che già qualcosa del suo viso mi sfuggisse, piccoli dettagli che ora avendolo nuovamente dinanzi a me tornavano.
Mi precipitai da lui buttandogli le braccia al collo.
“Che bella accoglienza! Se questo è ciò che mi riserva mancare poche ore domani lo farò di nuovo.” Sorrideva con quel suo modo particolare che mi rapiva completamente dandomi le vertigini.
“Sei di nuovo qui” Sussurrai poggiando il volto sulla sua spalla.
“Ti sono mancato?” Mi domandò stringendomi a se.
“Da morire.” Risposi sospirando profondamente per respirate il suo profumo.
“Tu di più. Lo sai questo vero?” Annuii “ Davvero Bella? Riesci a sentire quanto io ti amo? Lo comprendi?” Mi scostai da lui per guardarlo negli occhi, “Sì” Risposi con un filo di voce e il cuore che rischiava di uscirmi dal petto.
“Oggi mia madre mi ha detto una cosa che mi ha fatto pensare.” Disse serio.
“Cosa?” Domandai.
“Che fino ad ora, era come se fossi alla ricerca di qualcosa e da quando ho te al mio fianco quando mi guarda legge la completezza nei miei occhi.” Sorrisi imbarazzata.
“Tua madre sa di noi?” Domandai arrossendo.
“E non solo lei. Tutta la mia famiglia sembra esserne al corrente. A quanto pare per loro non riesco ad avere segreti. Penso mi leggano nella mente.” Sorrise divertito. “Sei imbarazzata? Avresti preferito non ne fossero a conoscenza?” Scossi il capo.
“No, mi fa piacere, ma loro cosa dicono?” Mi guardava un po’ sorpreso.
“Cosa vuoi che dicano tesoro. Sono felici. Già una volta ti ho detto che ti adorano.”Mi strinse posandomi un bacio leggero sulla guancia. “ …E non solo loro, uno dei componenti della famiglia Masen è rimasto letteralmente stregato da te e ti ama da impazzire.” Fece chinandosi verso le mie labbra e posandomi un bacio tenero. Mi guidò verso la panchina che era collocata sotto ad un grande albero appena dietro la casa un po’ prima di arrivare nella parte della tenuta dove si trovava la dependance. Mi fece sedere e rimase affianco a me in piedi mentre si accendeva una sigaretta.
“Tra un po’ il sole tramonterà” Disse “ Un altro giorno è volato via.” Sussurrò e colsi in quella frase una accenno di tristezza che mi strinse il cuore. Anche lui stava tenendo il conto dei giorni che ci separavano dalla sua partenza. “Hai saputo le novità riguardo ad Alice e Jasper?” Disse improvvisamente serio.
“Sì, ero presente mentre Jasper ne metteva al corrente Alice e Rosalie.” Mi guardò.
“Mi scuso Bella, per non essere venuto subito da te, ma passando dalla mia camera per cambiarmi la stanchezza ha preso il sopravvento e mi sono addormentato.” Lo guardai teneramente.
“Non devi scusarti con me. Era naturale che ti sentissi stanco non avevi dormito la sera prima.” Mi sorrise e sedendosi al mio fianco mi prese la mano.
“Ti ringrazio, sei comprensiva e dolcissima.” Lo vidi posare lo sguardo sui miei capelli e accarezzarli per poi intrecciarli tra le dita.
“Ho desiderato farlo sin dalla prima volta che ti ho vista. Sono bellissimi, morbidi e lucidi come la seta e poi adoro quel loro profumo delicatissimo che mi ricorda la lavanda.” Sorrideva mentre continuava a guardarmi. “Ho deciso che dirò alla cameriera di impregnare i mie fazzoletti con un po’ d’essenza quando li stira, così è come se ti avessi sempre con me.” Arrossii nuovamente abbassando gli occhi e mi sentii sfiorare una guancia la dove era comparso il rossore.
“Bella, se io in questo istante fossi in grado di avverare un tuo desiderio, cosa chiederesti?” Lo guardai e non ebbi bisogno di pensare alla risposta.
“Vorrei poter rimanere con te per sempre.” Mi prese il viso tra le mani fissandomi con una tale intensità che mi sentii mancare.
“Per sempre?” Sussurrò avvicinandosi alle mie labbra continuando a tenere i suoi occhi nei miei.
“Sì.” Risposi senza avere più la cognizione del tempo e dello spazio intorno a noi, sentendomi sospesa, come galleggiassi nell’aria. Sentii il dorso delle sue mani accarezzarmi il viso e scivolare lungo il collo e facendomi reclinare leggermente la testa all’indietro mi baciò.
“Temo sempre per il tuo cuore quando mi avvicino a te.” Sorrideva continuando a sfiorare con le labbra il mio viso, mentre io ero incapace di pronunciare anche solo una sillaba.
“Ti amo” Disse e i suoi occhi erano lucidi e appassionati. Mi prese la mano sinistra e iniziò a baciarla soffermandosi sulle dita. Sentivo le sue labbra morbide sotto i polpastrelli e quella sensazione mi tolse il respiro.
“Sono troppo audace Bella?” Mi guardò preoccupato. “Forse ti metto in imbarazzo perdonami, ma il fatto è che vicino a te mi è difficile essere impeccabile e distaccato come le buone maniere vorrebbero.” Si scostò e il mio corpo ebbe come un moto di ribellione.
“Non voglio mancarti di rispetto. Questa maledetta guerra stravolge ogni cosa!” Disse e sentii nella sua voce una nota di rabbia repressa.
“Non mi stai mancando di rispetto. Non mi sento offesa Edward.” Sospirò.
“ Avresti meritato tutto il tempo necessario che ogni giovane donna dovrebbe avere per essere corteggiata dal suo innamorato, con fiori, passeggiate , bigliettini romantici e poesie, prima del primo vero bacio da ricordare come un momento speciale e invece per te non ci sarà il tempo per tutto questo e mi sento tremendamente in colpa ad avertene privata.” Cercavo di rassicurarlo.
“Non mi importa caro, non sentirti triste per questo.” Mi guardava come a volermi leggere nella mente.
“Ma come fai?” Sorrise. “Ad essere così come sei. Unica e speciale. Ogni volta c’è qualcosa di te che mi stupisce e nello stesso tempo sento di conoscerti da sempre, al tuo fianco è come se mi sentissi a casa, al sicuro. Ti guardo e nei tuoi occhi ho la sensazione di aver finalmente trovato quello che cercavo. Tu Isabella Swan sei la metà mancante di me stesso.” A quell’ennesima dichiarazione d’amore non riuscii a trattenere le lacrime e iniziai a piangere.
Lo vidi diventare serio e un lieve pallore comparire sul suo viso.
“Bella, tesoro, mi prometti una cosa?” Lo guardai attraverso le lacrime.
“Cosa” Domandai.
“Non voglio che tu mi veda partire.” Spalancai gli occhi incredula.
“ Ma, Edward…tu non vuoi che io sia lì con te?” Poggiò le sue dita sulle mie labbra.
“Ssst…tranquilla Bella respira. Non ho detto questo. Io ti vorrò sempre e in qualsiasi momento accanto a me, ma mi sentirei più tranquillo se potessi risparmiarti questa pena. Mi addolorerebbe saperti triste e sola a guardare il treno allontanarsi. Mi piacerebbe portare l’immagine di te che mi saluti nel giardino, nella tranquillità di un ambiente familiare e a me caro anziché nel mezzo di una stazione fredda e piena di tristezza.” Non potevo accettare che mi togliesse anche solo un attimo da passare con lui, ma se questo lo rendeva felice e serviva a far sì che partisse tranquillo lo avrei fatto. “Va bene” Risposi a malincuore.
“Sei in collera con me?” Mi domandò assumendo un’espressione mortificata.
Lo guardai sentendo qualcosa che mi lacerava l’anima.
L’immagine di lui che si allontanava sempre più, fino a diventare un punto indistinto all’orizzonte, mi trafiggeva il cuore.
“No, non potrei mai essere in collera con te.” Mi prese la mano e la baciò.
“Mi... piacerebbe poter fare un annuncio.” Disse a voce bassa continuando a fissare i colori accesi di uno dei tramonti più belli che avessi mai visto.
“Quale?” Domandai poggiando la testa sulla sua spalla.
Eravamo ancora seduti su quella panchina uno accanto all’altra e sapevo che sarei potuta rimanere lì vicino a lui per l’eternità.
“Ti amo Bella e lo vorrò per sempre, in questo momento e per tutti i momenti a venire se tu me ne darai l’opportunità.” Strinse la mia mano nella sua. Lo ascoltavo e non avrei mai smesso di farlo, la sua voce per me era il suono più bello che potesse esistere. Mentre continuavo a rimanere poggiata sulla sua spalla sentii che le sue mani tremavano leggermente mentre continuava a tenerle tra le mie.
“Bella …” Disse piano “il mio cuore è tuo e questo lo sai. Tra qualche giorno quando partirò sarai la sua unica consolazione, l’unica speranza, la sola ragione per cui nei momenti difficili che mi troverò ad affrontare riuscirò a trovare la forza per superarli, ma vorrei appartenerti completamente, per il resto della mia vita…” Lo vidi osservarmi come se mi vedesse per la prima volta, con un’espressione che non avevo mai scorto prima in lui che lasciava trasparire timidezza e preoccupazione mentre scostandosi dal mio fianco faceva per alzarsi. Si pose dinanzi a me e continuando a tenere i suoi occhi fissi nei miei si inginocchiò ai miei piedi “ Signorina Isabella Marie Swan mi fareste l’immenso onore di diventare mia moglie?” Lo vidi aprire piano un piccolo involucro di velluto al cui interno era celato l’anello più bello che avessi mai visto. Rimasi un attimo a fissarlo, in cui ebbi l’impressione che il mondo si fosse fermato. Tutto intorno a me era immobile, ne un suono , ne un fruscio, neanche il soffio leggero del vento, solo la sua voce che continuava a ripetermi: respira Bella, respira….Mi ridestai da quella sensazione e inginocchiandomi davanti a lui lo abbracciai piangendo, pronunciando il mio: “Sì, lo voglio.” Restammo così per un tempo interminabile pensai. Mi stringeva tra le sue braccia mentre mi ripeteva piano: “Grazie, amore mio.” Continuavo a baciare il suo viso e mi accorsi che era rigato di lacrime: Edward stava piangendo! Lui che avevo sempre visto così forte e distaccato, fiero, stava piangendo perché io avevo accettato di diventare sua moglie.
Asciugai quelle lacrime e lo guardai.
“Caro...” dissi piano “Ho letto pagine e pagine in cui si raccontava di amori grandi, ma ora so che chi scriveva mentiva, era un bugiardo.” Mi guardò perplesso con i suoi bellissimi occhi umidi di pianto. “E sai perché lo so? Perché nessun amore del passato, del presente o del futuro potrà mai essere più grande di quello che io provo per te.” Mi abbracciò e poi con le sue mani forti e gentili pose il suo anello al mio dito. Mi aiutò ad alzarmi e tenendomi stretta quasi a togliermi il respiro e senza una parola mi baciò con tutta l’intensità e la tenerezza che fino a quel momento mi rendevo conto di avere solo intuito in lui.












Un saluto a tutti voi che recensite e seguite o solo leggete questa storia . Grazie dell’attenzione.

Un grazie di cuore a :

sheba_94


Fc27


frufru123


shinslia


eka


cristi97


Spero che questo capitolo vi sia piaciuto aspetto i vostri commenti.

Scusate se non rispondo singolarmente alle vostre recensioni, ma faccio appena in tempo a postare. Baci.
  
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