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Autore: _astronaut_    11/11/2018    2 recensioni
Zoom su episodi di vita di alcuni dei nostri eroi, dopo il ritorno sulla Terra in seguito alla sconfitta di Thanos.
Stucky, Stark Family, Brutasha and so on: se l'ispirazione chiama, rispondo presente, e spero davvero di regalarvi qualcosa di piacevole da leggere (se siete interessati a capire meglio le coppie, vi consiglierei di leggere l'epilogo di "And it hurts like hell": in caso contrario, potete tranquillamente fare finta che questa parentesi non esista e passare direttamente a leggere questa raccolta xD).
Aggiornamenti ogni due settimane, puntualmente di domenica. Enjoy!
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PERSONAGGI: Carol + Loki
QUANDO: Circa un anno dopo la guerra contro Thanos
 
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Prima di conoscere Loki, Carol avrebbe dato di tutto pur di partecipare a una missione, qualunque essa fosse: di recupero, di salvataggio, di spionaggio: andava bene qualunque cosa pur di tenersi occupata e non pensare alle stranezze del suo essere tanto diversa.
Quando lo SHIELD era caduto, si era sentita persa, tradita, usata. Ci aveva pensato Fury a metterle bene in chiaro cosa fosse successo, e da quel momento la sua missione era stata una e una sola: porre fine a ogni cellula rimanente di ciò che era rimasto dell’HYDRA, aiutando, in incognito, il trio Cap-Vedova-Falcon assieme alle Iron Legion di Stark.
Ora, invece, tra le braccia di Loki, voleva soltanto che tutto il mondo la smettesse di cercarla, che tutti si dimenticassero di lei, quelli dello SHIELD, i giornalisti, i fan, tutti. Voleva solo un po’ di pace, desiderava stare con il suo ragazzo come una normalissima coppia di innamorati terrestri.
Eppure, nemmeno a San Valentino, le era concesso di stare tranquilla, nemmeno dopo mesi dalla sconfitta di Thanos.
Il dio sonnecchiava tranquillo, stringendola a sé, le mani avvolte attorno alla sua schiena, i capelli corvini sparsi sul cuscino, il petto che si alzava piano, un sorriso velato a stirargli le labbra sottili. Sereno, felice di averla lì.
Carol sospirò, sentendo una stretta al cuore.
Gli aveva promesso che non sarebbe più partita, quel mese, ma la avevano chiamata, ed era un codice rosso, priorità assoluta e massima riservatezza. Ergo, terrorismo internazionale. La missione richiedeva almeno due mesi di spionaggio, durante i quali sarebbe dovuta stare lontano da casa senza possibilità di chiamare nessuno.
“Devi andare, vero?” mormorò l’uomo aprendo un occhio smeraldino e guardandola profondamente.
“Non voglio” ammise la ragazza stringendosi all’amante “Vorrei poter ignorare tutto e stare qui con te, ma non posso”
“Se venissi con te?” domandò allora il dio “Potrei aiutarti, facilitarti il lavoro…”
Carol sospirò. “Non penso si fidino molto di te, Loki. Hai… Un passato impegnativo, diciamo così”
Loki sbuffò, indispettito. “Però sono un Avenger”
“Non equivale ad essere un Agente SHIELD” obiettò la ragazza carezzando il petto pallido dell’asgardiano, assorta nei suoi lugubri pensieri.
“Dimmi che ci sarà qualcuno a coprirti le spalle” sussurrò l’uomo “Dimmi che i tuoi soldati daranno la vita per salvare la tua, nel caso ce ne fosse bisogno. Dimmi che ci sarà qualcuno che ti proteggerà”
Carol lo baciò con trasporto. “Non voglio farti promesse che so di non poter mantenere. Non posso prevedere il mio comportamento, figuriamoci quello dei miei uomini”
“Non sei sacrificabile” ribatté lui, duramente, guardandola con occhi supplichevoli, ma pieni di rabbia e… paura.
Sì, paura, perché per la prima volta nella sua incredibilmente lunga vita, Loki aveva qualcosa – qualcuno – da perdere. E quel qualcuno era proprio Carol, lei, che per prima aveva creduto in lui, quasi un anno addietro, quando solo Thor era disposto a fidarsi ciecamente di lui, lei, che per prima gli aveva teso la mano, sulla navicella degli Avengers, quando tutti non avevano altro che sguardi diffidenti e opinioni ostili nei suoi confronti, lei, che prima aveva riso a una sua battuta, lei, che prima, gli aveva regalato un sorriso vero, sincero, privo della paura e del timore soliti esserci in quelli di tutte le altre persone che aveva avuto occasione d’incontrare.
E proprio quel sorriso, da bambina, che illuminava persino i suoi occhi come le brillanti stelle del cielo di Asgard, lo aveva fatto innamorare, e di quel sorriso non avrebbe mai voluto fare a meno, fino al momento in cui la Morte fosse sopraggiunta.
“Ho sconfitto Thanos” ridacchiò lei “Non mi fanno paura le pallottole”
“Il male peggiore si nasconde nelle cose infime” mormorò Loki stringendola forte a sé, il cuore in tumulto, un groppo in gola che quasi gli impediva di parlare – dannazione, gli occhi gli pizzicavano di lacrime! - “Verrò con te, che ti piaccia o no. Non lo saprà nessuno, Carol. Avanti, concedimelo”
“Mi stai chiedendo il permesso di fare una cosa, per la prima volta da quando ci conosciamo, Dio delle Malefatte?” lo canzonò la ragazza facendo strusciare i loro nasi, distendendo le labbra in un sorriso sornione.
“Ti sto chiedendo l’onore. Prendilo come un invito per un ballo” ribatté Loki accarezzandole i fianchi.
“Un ballo della morte” puntualizzò lei con un sorriso amaro.
Loki alzò le spalle. “E’ pur sempre un ballo, no?”
“Non voglio che tu ti faccia del male, Loki” Carol accarezzò piano gli zigomi affilati del dio, perdendosi negli occhi brillanti del giovane uomo.
“Non voglio che tu muoia. Non voglio che tu vada in missione da sola, con persone che non conosco e di cui non mi fido” protestò Loki con voce dura “Non voglio che qualcuno venga a bussare a questa porta, o mi telefoni, dicendomi che tu non tornerai più da me”
Carol trattenne il fiato, il cuore gonfio di tristezza e amore, le lacrime agli occhi che aveva trattenuto sino a quel momento a inumidire le sue guance, e affondò il viso nella spalla di Loki, respirando appieno il suo profumo.
Eccolo, lui, nella sua fragilità, celata alla maggior parte delle persone. Eccolo, l’uomo, il dio, per cui Carol era disposta a dare la vita. L’uomo pieno di dubbi, celati dietro una ostentata arroganza e sicurezza, l’uomo furbo, che si era sempre protetto con mille menzogne pur di non mostrare le sue debolezze, l’uomo un po’ possessivo, geloso, ma infinitamente dolce e affettuoso nei momenti in cui era loro concesso di stare insieme. Sempre troppo pochi e troppo brevi, tra le altre cose.
Eccolo, il dio pronto a uccidere chiunque attentasse alla sua vita con un preciso colpo di pugnale, o un incantesimo di morte, eccolo, il dio dalla pelle fredda e il cuore infuocato come il nucleo di una stella. Eccola, l’anima che aveva salvato e a cui aveva ridato speranza, eccola lì, nel suo splendore accecante, mostrato solo a lei.
Dì qualcosa, Carol” sussurrò Loki “Qualunque cosa, ma parlami”
“Ti amo” bisbigliò Carol prima di baciarlo con passione “E voglio che tu venga con me”
Loki sentì il cuore fare una capriola nel petto, e un piacevole calore cominciò ad avvolgere tutto il suo corpo, irradiandosi in tutte le direzioni dal centro del torace.
“Ti amo anch’io, e verrò con te, ovunque andrai, se mi vorrai, io ci sarò”
Quella sera non pensarono a quanti mesi sarebbero passati prima di potersi stendere nuovamente sui loro morbidi materassi. Importava solo una cosa: il fatto che sarebbero stati assieme, anche solo per un bacio fugace prima che Loki si rendesse invisibile, loro due soli contro ogni regola, contro il mondo che li continuava a separare.
E la sera prima di tornare a casa, terminata la missione, sotto la curva del cielo d’oriente, avvolti da lucciole e stelle, si erano dati e presi tutto l’amore che provavano l’uno per l’altro, lasciando che i loro sospiri si mischiassero alle piccole raffiche di vento caldo di quelle calde sere d’estate, finalmente liberi di stringersi senza il timore di venire scoperti, o uccisi.
“Ovunque” mormorò Carol.
“Ci sarò” rispose Loki.
Come una litania, un antistress, quelle parole sussurrate tutte le notti prima di addormentarsi, avevano assunto un potere rassicurante su entrambi.
E mai, mai, come quella volta, i due sentirono che quella promessa sarebbe stata per sempre mantenuta.
 
(1203 parole)
 
Angolino disagiato
Stavolta, come promesso, puntuale!
Ehhhh insomma, ‘sti due me li immagino proprio a prendere in giro lo SHIELD, trasgredendo tutte le regole come se nulla fosse. Loro possono u.u, quindi caro Nick, fattene una ragione, e lasciali stare un po’ tranquilli.
Spero che vi sia piaciuta, nonostante sia un po’ corta – la OS su Stephen e Christine è stata un’eccezione, penso ve ne siate resi conto ahahah -, fatemi sapere, se volete!
Un abbraccio, appuntamento a DOMENICA 25 NOVEMBRE!
 
_astronaut_
 
   
 
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