Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: __Lily    11/11/2018    1 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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SESSANTUNO





Lady Melisandre dal basso assisteva alla guerra che infuriava, convincere Jon Snow a portarla non era stato facile, ma lei doveva esserci, era così che doveva concludersi la sua vita.
Aveva sempre saputo che sarebbe arrivato quel momento, ora lo aveva riconosciuto.
Prese una spada che si trovava a terra sulla neve, la guardò per qualche istante, era fredda come il ghiaccio che li circondava, come gli estranei, la guerra sembrava non sfiorarla, il suo momento era giunto.
«Signore aiutalo, lui è il tuo prescelto, lui è il principe che venne promesso» disse, stringendo la lama, poi fece un profondo respiro e se la conficcò nel corpo, sempre più in profondità, gemette, il respiro era sempre più faticoso e sentiva il sapore del sangue in bocca, poi si accasciò consapevole che la sua morte avrebbe fermato la lunga notte e gli Estranei.
Jon stava tentando di raggiungere Bran per salvarlo, per impedire che commettesse quella follia, ma suo fratello era determinato, non c’era modo di raggiungerlo o di fermarlo, poi all’improvviso una profonda energia lo pervase, come una scossa, guardò in basso e vide Melisandre a terra, un puntino rosso sulla neve bianca, come una rosa.
«No!» urlò.
Infondo quella donna gli aveva ridato la vita, era quella la ragione per cui non l’aveva uccisa nonostante ciò che aveva fatto, nonostante i suoi errori.
Jon guardò verso Bran, consapevole di non poter fare nulla per impedire la sua fine, come non aveva potuto impedire quella di Rickon, e così avrebbe perso un altro fratello, colui che sarebbe dovuto succedere data la situazione a Eddard Stark.
«Padre» sussurrò Jon, ma Eddard Stark non avrebbe mai potuto udirlo, nessuno poteva, nemmeno Rhaegar Targaryen o Robb potevano.

 

 

 

 

«Il nostro uccellino è stato informato?» chiese Cersei Lannister sedendosi sul suo soffice letto.
«Si mia regina, il nostro uccellino farà ciò che hai chiesto.»
«Bene, molto bene» rispose compiaciuta.

 

 

 

Jaime era ancora con Brienne, quella notte era stata importante e bella come non accadeva da tempo, Brienne dormiva tranquilla tra le sue braccia, e Jaime non poter far altro che osservarla e accarezzarle il volto con la mano sinistra.
Aveva la sua bellezza nascosta e mai avrebbe creduto di poterla amare, di amare un’altra donna che non fosse Cersei.
Ma Cersei non era più lei ormai.
E mentre pensava tutto ciò, lei si svegliò e gli sorrise.
«Buongiorno mia signora» disse lui sorridendole.
«Buongiorno mio signore» rispose Brienne.
Poi la baciò di nuovo.
«Vorrei poter restare ancora, ma la mia guardia sta per iniziare.»
«Ho lasciato Sansa e sua sorella con il metalupo, stavano dormendo. Sono certo che stiano bene. Quindi, resta ancora un po’ lady Brienne.»
«Sai che non sono una lady.»
«Questo lo pensi tu. Hai dimostrato a tutti quanto si sbagliassero a deriderti, sei un buon guerriero, ma concediti di più, puoi.»
«Jaime…»
«Jaime? Direi che è un passo avanti, non mi chiami più Ser Jaime.»
«Cosa devo aspettarmi ora?» domandò con il cuore che batteva forte.
«Brienne io… non lo so. So solo che sono venuto al Nord per te, come so che prima o poi dovrò affrontare Cersei.»
«Non ci riuscirai Jaime, la ami troppo.»
«No, non più. Non dopo ciò che è accaduto ad Approdo del re, non dopo la morte di Tommen» disse tristemente.
Quella confessione la rese felice e triste allo stesso tempo.
«Mi dispiace per tuo figlio.»
«Mio figlio… non sono stato un padre per lui e per i suoi fratelli. Avrei dovuto ma non lo sono stato. Non ho salvato nessuno di loro, Myrcella è morta avvelenata tra le mie braccia.»
«Jaime…»
«Non ero destinato a essere padre, ho fallito miseramente.»
«Non essere così duro con te stesso, hai fatto ciò che potevi.»
«Si, ma non abbastanza Brienne.»
Brienne accarezzò il volto di Jaime Lannister e poi lo baciò.

 

 

 

 

Sansa e Arya erano uscite per andare nel Parco degli Dei, Spettro invece era rimasto dentro al castello.
«Non saremmo dovute uscire.»
«Sto bene Arya, voglio solo pregare è da tanto che non lo faccio. Non sei costretta a venire con me.»
«Non essere stupida, se ti sentissi male? No devo venire Sansa.»
«Ti preoccupi troppo.»
«E tu troppo poco, non manca molto e dovresti saperlo meglio di me.»
«Lo so» rispose tristemente.
Avrebbe voluto tanto che Jon fosse con lei durante il parto, avrebbe voluto suo marito a Grande Inverno, quella era la ragione per cui voleva pregare, per far si che Jon e Gendry e Daenerys e molti altri tornassero sani e salvi a Grande Inverno.
Si mise a sedere nella panca di pietra ricoperta ormai da strati e strati di neve, si chiese se quella neve un giorno se ne sarebbe andata.
Il freddo le pungeva il viso, era certa di avere il naso rosso come i suoi capelli ormai.
Aveva sempre creduto negli antichi dei, almeno fino alla morte di suo padre, e poi piano piano aveva smesso di credere negli dei, nei cavalieri e nelle dame in pericolo che venivano salavate.
Era stata usata, era stata una pedina ma ora non lo era più, era lei a comandare il gioco.
Arya al contrario non sapeva nulla di trame, di giochi di potere, per lei la spada risolveva tutto, eppure era lì pronta a difenderla, ad aiutarla.
«Ricordi quando nostro padre ci portava qui?»
«Si, ricordo la prima volta.»
«Era tutto così diverso un tempo» rispose Sansa, ma non pianse, aveva finito le lacrime, il ghiaccio sembrava averle congelate.
Si voltò verso Arya togliendo la mano dal tronco e dal nulla vide comparire un bambino, vestito troppo poco e troppo magro.
«Arya?»
Arya si voltò e lo vide anche lei, teneva un pugnale di riserva fatto di ossidiana, era stato Jon a darglielo, come le aveva dato Ago tanti anni prima.
Ma più il bambino si avvicinava e più era normale, non aveva gli occhi azzurri e le due sorelle tirarono un sospiro di sollievo.
Sansa si alzò e andò incontro al bambino seguita da Arya.
«Va tutto bene? Ti sei perso?» domandò gentilmente lei.
Il bambino tremava per il freddo, i suoi abiti erano logori, si chiese come avesse fatto ad arrivare fino a lì, nel Parco degli Dei.
Ma il bambino rimase muto.
«Hai un nome?»  chiese ancora.
Ma lui continuò a non rispondere, poi all’improvviso tirò fuori una lama e si avventò contro Sansa Stark.







 

[Chiedo scusa per il ritardo ma non avevo fantasia, ultimamente non riesco a scrivere, ma spero che questo capitolo vi sia piaciuto, con affetto Lils.]

  
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