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Autore: Nihal_Dubhe    14/11/2018    1 recensioni
Si fissarono per un momento, poi l'altro storse il naso e riprese a guardare il suo piatto.
«Se sei qui solo per prendermi in giro, insultarmi o altro, allora-
«Piacere. Io sono Scorpius Malfoy. Da oggi in poi saremo compagni»
Finalmente Albus rialzò la testa con la prima espressione di meraviglia che gli vedeva fare da quando aveva messo piede sul binario 9¾ e scorto l'Espresso per Hogwarts. Guardava con gli occhi sgranati la mano che Scorpius stava tendendo verso di lui.
Scorpius non era stato sicuro che quella fosse stata la cosa giusta da fare finchè, timida, la mano di Albus non si era stretta leggera intorno alla sua. Le labbra del moro tremavano appena, come se fosse indeciso su cosa dire.
«Albus. Albus Potter»
.
[II cap.]
.
~Albus x Scorpius~
.
Dopo il VII libro, nomi prima traduzione italiana
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Nell'istante in cui la famiglia Malfoy ebbe di nuovo a che fare con la famiglia Potter fu il caos.

 

Il lunedì mattina Draco Malfoy scese al piano di sotto della sua villa già vestito di tutto punto, pronto per fare una colazione veloce prima di raggiungere l'ufficio. Quel giorno aveva intenzione di portarsi avanti il più possibile con il lavoro, occupandosi di tutta la burocrazia arretrata che il Ministro lo obbligava a compilare. Sperava in quel modo di potersi ritagliare una giornata extra a casa da passare con sua moglie e suo figlio, una volta che questi fosse tornato da Hogwarts. 

Il Natale era alle porte e anche in casa Malfoy ormai se ne respirava l'atmosfera. Nel weekend Astoria aveva insistito perché decorassero la casa insieme prima dell'arrivo di Scorpius, per dare al maniero un tocco più personale. Draco aveva acconsentito vedendo con quanto entusiasmo lo aveva proposto, ma di nascosto, non appena la moglie era andata a dormire lasciandogli ancora alcune decorazioni da appendere, aveva incaricato immediatamente il loro elfo domestico Dewey di completare il lavoro.

 

Quando raggiunse la cucina una decina di minuti prima delle nove, quella brillava alla luce del mattino grazie ai festoni argentati e alle decorazioni di ghiaccio stregate per non sciogliersi che vi erano appesi. Tuttavia, tra tanto splendore, fu un grosso gufo bruno ad attirare la sua attenzione. Quello, vedendolo, lasciò cadere sul tavolo la lettera che portava nel becco e spiccò subito il volo per uscire dalla casa. In un primo momento Draco pensò scocciato che fosse l'ennesimo avviso del Ministero e decise di ignorarlo finché non avesse messo qualcosa sotto ai denti. Quando si sedette, tuttavia, notò qualcosa che prima gli era sfuggito: ad essere impresso sulla ceralacca non era una grossa M, ma il simbolo di Hogwarts. Con uno scatto lasciò andare la fetta di pane tostato e afferrò la lettera, strappandone immediatamente la busta. Quando ebbe finito di leggere la lunga missiva, dimenticò completamente quello che stava facendo. Recuperò il mantello in fretta e, senza nemmeno avvisare Astoria che stava uscendo, si infilò nel camino e ci scomparve dentro con un rumore di risucchio. La sua colazione era rimasta abbandonata sul tavolo.

 

Appena arrivò al Ministero si precipitò con furia verso gli ascensori dorati, incenerendo con lo sguardo chiunque si parasse davanti a lui. A differenza del solito quella mattina non scese al terzo livello dove si trovava il Quartier Generale degli Obliviatori dove lavorava, ma salì di un ulteriore piano scendendo quando la voce di donna annunciò "Secondo livello: Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia. Comprende il Quartier Generale degli Auror, l'Ufficio per l'Uso Improprio degli Artefatti dei Babbani e i Servizi Amministrativi del Wizengamot", imprecando a mezza voce contro quei nomi così lunghi. La sua destinazione era l'ufficio dell'ultima persona al mondo che avrebbe voluto incontrare, ma purtroppo l'unica che avrebbe potuto dargli qualche spiegazione in più. La porta che cercava era in fondo al corridoio e recava una targhetta con la scritta "Capo Ufficio Auror". Più che bussare, ci martellò sopra tanto forte che una donna ossuta sbucò dalla porta accanto per vedere cosa stesse succedendo.

 

«Avanti» l'insopportabile voce di Potter arrivò tranquilla dall'interno della stanza.

 

Draco spalancò la porta mentre già sbottava: «Potter, vuoi spiegarmi cosa diavolo sta succedendo?»

 

«Malfoy, immaginavo ti saresti presentato. Deduco che hai ricevuto la lettera della McGranitt» il suo tono era ancora irritantemente calmo.

 

«Cosa significa che mio figlio è sospettato di aver fatto sparire Alexander Goldstein?» domandò brusco. «E che significa che è sparito? Così, nel nulla?»

 

«Purtroppo si, vuol dire esattamente quello. Abbiamo setacciato il castello e la foresta tutta la notte ma il ragazzo sembra svanito nel nulla. E tuo figlio è stato trovato in giro per la scuola al settimo piano di notte, esattamente dove è stato ritrovato un mantello di Corvonero che ipotizziamo appartenga al ragazzo» spiegò Harry mentre si alzava per richiudere la porta alle sue spalle, rimasta aperta dopo il suo ingresso. Poi gli si piazzò davanti, restando in piedi e appoggiandosi con la schiena alla scrivania, prima di continuare: «Sinceramente al momento non crediamo sia stato lui, ma purtroppo non lo possiamo escludere»

 

«E per questa stupida coincidenza mio figlio è obbligato a restare a scuola per tutte le vacanze? Io e sua madre lo vogliamo a casa, soprattutto se a quanto pare i ragazzi stanno iniziando a sparire nel nulla» Draco stava per perdere del tutto la calma, quindi fece un respiro profondo cercando di darsi un tono.

 

«Al castello non resterà quasi nessuno studente, ma solo professori. Inoltre un Auror verrà stanziato ad Hogwarts e anche Neville tornerà momentaneamente durante le vacanze, a dare una mano con le indagini e con la sicurezza» spiegò Potter a braccia incrociate.

 

«Perfetto. Paciock e un solo Auror per tenere al sicuro mio figlio. O forse pensate che ci sia da tenere i professori al sicuro da lui?- Draco rise senza divertimento, a sottolineare quanto ridicola fosse quell'idea -Non è che questo ragazzo è stato vittima dello stesso divertentissimo scherzo che i due gemelli traditori del loro sangue fecero a Montague e Alexander Goldstein ricomparirà dentro un water tra qualche giorno?»

 

«Non osare dire certe cose davanti a me, Malfoy!» finalmente sembrava che anche Potter avesse perso quel tono pacato e condiscendente. «Inoltre vorrei ricordarti che Montague era finito nell'armadio svanitore ancora rotto e che, come tu ben sai, è andato distrutto»

 

«Dettagli,- replicò Draco senza scomporsi -potrebbe essere stato uno scherzo simile»

 

Harry respirò a fondo più volte prima di dire quello che voleva e doveva effettivamente dire a Malfoy, nonostante si notasse lo sforzo che faceva per trattenere la rabbia. Alla fine rispose in tono decisamente più normale di quanto Draco si fosse aspettato.

 

«Purtroppo crediamo di no. Non penso che la McGranitt te lo abbia detto, ma sono stati trovati, sempre al settimo piano e quasi del tutto cancellati, dei simboli disegnati per terra con il gesso. Questa è un'informazione riservata, Malfoy, e se non fosse che lavori al Ministero e che voglio dimostrarti che non stiamo in nessun modo cercando di incastrare tuo figlio, non te la rivelerei. Ora, se ti calmi ti spiegherò tutto»

 

Draco fece un brusco segno con la mano di andare avanti. Harry annuì d'intesa e riprese nuovamente posto dietro la scrivania, facendogli gesto di sedersi nella sedia lì davanti. L'uomo avrebbe voluto prendere quella sedia e scaraventarla di lato, ma poiché la calma era la condizione imposta da Potter per rivelargli quelle informazioni riservate, si sedette in silenzio serrando i pugni.

 

«Molto bene. Secondo la professoressa Clagg quei segni potrebbero essere i resti di un incantesimo rituale» rivelò Harry in tono solenne.

 

Draco spalancò la bocca, ma nessun suono ne uscì. Quell'affermazione era così assurda che per un attimo riuscì a pensare solo a tutt'altro, come ad esempio a quanto fosse strano essere lì con Potter a parlare o al fatto che ancora una volta si trovassero in due fazioni opposte poiché lui avrebbe sempre scelto la sua famiglia al posto della pura e semplice giustizia.

 

«Che sciocchezze vai blaterando, Potter? Una sola notte insonne e già vaneggi?» chiese sogghignando.

 

«Malfoy, non siamo più due ragazzini. Non sono qui per prenderti in giro, soprattutto non ora che c'è in ballo la vita di un ragazzo scomparso» la voce di Harry risultò dannatamente seria.

 

«Un incantesimo rituale? Sii serio, Potter, come potrebbe fare mio figlio a saperne qualcosa? Anche io ne so pochissimo e non credo sarei capace di compierne più di un paio molto semplici» ammise irritato.

 

«È proprio per questo che non crediamo sia stato Scorpius; tuttavia la stessa professoressa Clagg, che ha lavorato come disinfestatrice per anni, ha ammesso di aver parlato ai suoi alunni degli incantesimi rituali. Non ha accennato più che qualche dettaglio nelle sue lezioni, ma molti dei suoi studenti ne sono venuti a conoscenza così»

 

Draco ci rifletté qualche secondo, abbandonando per un attimo l'atteggiamento di sfrontato scetticismo. «E pensate davvero che qualche ragazzo sia riuscito ad imparare abbastanza sui rituali da far sparire una persona? Ci sono libri del genere a Hogwarts?» chiese pensoso.

 

«Pochi e la maggior parte di questi sono nella sezione proibita. Proprio in questo momento la professoressa Clagg e altri si stanno dando da fare per setacciarli. Stanno anche cercando le liste degli studenti che li hanno presi in prestito nell'ultimo periodo»

 

«Benissimo. Voglio partecipare alle indagini» sentenziò Malfoy serissimo.

 

«Malfoy, non ci serve un Obliviatore» rispose Harry massaggiandosi la fronte.

 

«Chi è l'Auror che resterà ad Hogwarts?» chiese Draco senza aver dato segno di aver sentito la risposta.

 

«Ted Lupin»

 

Draco sgranò gli occhi: «Stai scherzando? Con tutto il rispetto- iniziò senza riuscire a trattenere l'inflessione ironica della voce -per il figlio di mia cugina, non credo proprio che l'ultimo arrivato sia abbastanza per proteggere la scuola. In coppia con Paciock oltretutto. Parteciperò alle indagini anche io e non mi interessa se pensi che ti serva o meno un obliviatore, è l'ultimo dei miei problemi»

 

Potter lo guardò come si guarda un bambino impertinente e questo lo fece innervosire a tal punto da fargli sfiorare l'impugnatura della bacchetta da sopra il tessuto della veste. All'altro non sfuggì affatto il gesto e la sua compostezza venne nuovamente meno, facendolo sembrare di colpo molto più simile al ragazzo che tante volte lo aveva fronteggiato nei corridoi di Hogwarts.

 

«Malfoy, ti avverto. Minacciare con la bacchetta il Capo Auror non è il miglior metodo per riuscire a partecipare alle indagini. Né per aiutarci a crede all'innocenza di tuo figlio» ringhiò Harry.

 

«Mi stai minacciando, Potter?» ormai la mano si era infilata in tasca a stringere l'impugnatura della sua bacchetta.

 

«Harry, è appena arrivata questa!»

 

Qualcuno aveva appena spalancato la porta facendoli sobbalzare tutti e due e, con orrore di Draco, la voce apparteneva a Lenticchia Weasley che sventolava davanti a sé una lettera. Quando i loro sguardi si incrociarono, Draco tirò fuori la mano dalla veste e mise su un'espressione sprezzante, ricomponendosi sulla sedia. Weasley, invece, lo guardò a occhi sgranati mentre le guance gli si chiazzavano di rosso.

 

«Che... che ci fai tu qui?» esclamò in tono sgradevole il nuovo arrivato, impalato ad un passo oltre la soglia.

 

«Ma pensa, stavo per farti la stessa domanda. Il tuo ufficio non è uno sgabuzzino in fondo al corridoio?» chiese in finto tono annoiato Malfoy, osservando con piacere le orecchie di Weasley tingersi anch'esse di rosso.

 

«Ron, la lettera» lo richiamò in tono nuovamente calmo Potter.

 

Lui sembrò riscuotersi e non rispose alla provocazione di Draco, ma rimase imbronciato. Si avvicinò alla scrivania senza più guardarlo e tese una busta a Harry. Lui strappò il sigillo in ceralacca con lo stemma di Hogwarts e la lesse velocemente, sospirando una volta arrivato in fondo. Draco, che era rimasto sulle spine senza volerlo, si riappoggiò allo schienale della sedia sicuro che la lettera non contenesse né buone né cattive notizie.

 

«Che dice? Cattive notizie?» domandò Weasley agitato, lanciando un'occhiata torva a Draco, probabilmente chiedendosi se lui potesse o no ascoltare il contenuto della missiva.

 

«Non proprio. Non ci sono grosse novità a quanto pare. La McGranitt mi ha inviato la lista degli ultimi studenti che hanno preso in prestito i libri che trattavano di magia rituale. Alcuni erano al loro primo anno, direi che sono praticamente da escludere» concluse Harry pensieroso.

 

«Potter,- disse Malfoy, incurante di star interrompendo le sue elucubrazioni -visto che prenderò parte anche io alle indagini, vorrei sapere di più di ieri notte. Ad esempio chi è stato a dare l'allarme e quali ricerche sono state effettuate»

 

Ron lo guardò sbalordito e Harry alzò gli occhi al cielo, scocciato di essere stato interrotto e dalla sua insistenza.

 

«Malfoy, devo chiedere al Ministro. Non è così semplice» cercò di rabbonirlo Harry, ma Draco sbuffò sonoramente.

 

«E allora parlaci! È di mio figlio che stiamo parlando qui! Non permetterò che venga accusato ingiustamente, magari a causa di rancori per errori non suoi» sbottò pentendosi subito di quell'ultima frase.

 

Non voleva mostrarsi debole davanti a Potter e a Weasley, non lo aveva mai voluto, ma dall'espressione che fece Harry sentendo le ultime parole capì di aver fatto breccia. Mostrare quella debolezza, quel piccolo rimorso per gli errori passati, quell'amore per suo figlio avevano convinto Potter a intercedere per lui con il Ministro, o almeno a provarci.

 

«Harry, non starai davvero pensando di permettere a lui di aiutare con le indagini, eh?» sibilò Ron.

 

«Sarà Shacklebolt a decidere» disse in tono conclusivo Harry «E ora, se vuoi scusarci Malfoy, abbiamo alcune cose da discutere. Ti farò sapere» e con quelle ultime parole lo congedò.

 

Draco non ringraziò e non salutò, si limitò ad un solo cenno in direzione di Potter prima di lasciare la stanza con l'atteggiamento di chi ha deciso di sua spontanea volontà di andarsene. Raggiunse a passi misurati l'ascensore, non aveva intenzione di dare nuovamente spettacolo, mentre la sua mente si arrovellava su quelle poche informazioni racimolate e decideva il da farsi. Innanzitutto doveva avvisare Astoria, anche se era possibile che sua moglie avesse letto la lettera che aveva dimenticato sul tavolo insieme alla colazione. Quando raggiunse il suo ufficio al Livello inferiore nel Quartier Generale degli Obliviatori trovò, per l'appunto, una busta con il sigillo dei Malfoy ad attenderlo dentro al porta lettere sulla sua scrivania. Scrisse una lunga risposta su un foglio di pergamena, cercando di rassicurarla e spiegandole che probabilmente avrebbe preso parte lui stesso alle indagini. Quando concluse, infilò la sua risposta dentro al secondo scomparto del suo portalettere. Quella, appena la mollò, sparì nel nulla con un leggero "poff", per ricomparire per magia sulla scrivania di un impiegato dell'ufficio Smistamento Posta in Uscita che l'avrebbe poi affidata ad un gufo postino.

 

Ora che sua moglie era stata informata di tutto ciò che anche lui sapeva, l'unica cosa che restava da fare era aspettare una risposta del Ministro e, nell'attesa, non poteva far altro che lavorare. Scartabellò diversi documenti e ne tirò fuori uno dei noiosi verbali che doveva concludere. Era stato un lavoro piuttosto semplice: a Brighton un gruppetto di Babbani si era messo a tirare delle pietre lungo la scogliera contro quelli che gli erano sembrati topi, finendo attaccato da alcuni esemplari di Purvincoli. I tre idioti erano stati spediti al San Mungo con il sedere in fiamme. Nel giro di poche ore erano stati rispediti a casa in perfetta forma e con la memoria ripulita da Draco in persona da tutto ciò che di magico avessero visto o vissuto. Se il lavoro era stato rapido e indolore, quel rapporto però si stava rivelando noioso e inutile visto che il caso era tanto stupido. Impiegò diverso tempo a scriverlo tutto e spesso dovette lanciare un incantesimo Deletrius sulla pergamena per cancellare gli errori dovuti alla distrazione. 

 

Tutta quella faccenda di suo figlio faceva vagare altrove la sua mente e il non aver ancora avuto alcuna risposta da Potter lo innervosiva. Alla fine iniziò la pausa pranzo con largo anticipo senza che nessuno potesse accorgesene, contento che in tutti quegli anni di lavoro fosse almeno riuscito a guadagnarsi un ufficio da solo, anche se sospettava che in pochi avrebbero avuto voglia di dividerlo con lui. A pranzo si sedette da solo ad uno dei tavoli della mensa e non mangiò quasi nulla, trattenendosi con difficoltà dall'ordinare un paio di bicchieri di Whisky Incendiario infrangendo così la regola sul consumo di alcol durante l'orario di lavoro.

Durante il pomeriggio fu interrotto un paio di volte dall'arrivo di promemoria interuffici che, dopo essere stati letti e ripiegati di nuovo con un colpo di bacchetta a forma di aeroplanino, furono mandati a schiantarsi contro il camino dove finirono in cenere. Nessuno dei due era da parte di Potter o di Shacklebolt. Il terzo arrivò che era ormai tardo pomeriggio, quando Draco aveva quasi concluso solo il secondo verbale, conscio che quella mattina si era prefissato di concluderli tutti. L'aeroplano di carta svolazzò fino alla sua scrivania e lui lo aprì con foga. La firma era di Harry Potter.

 

"Malfoy, il Ministro ha accettato di farti lavorare al caso. Non vogliamo allarmismi quindi ti prego di non parlare della missione con nessuno finché il Ministro non avrà deciso cosa dichiarare. Ti aspetto immediatamente nel mio ufficio.

Harry Potter"

 

Malfoy non se lo fece ripetere. Si alzò di scatto dalla scrivania, felice di poter finalmente fare qualcosa di utile per aiutare suo figlio, anche se decisamente meno allegro all'idea di dover collaborare con Potter. Stava già per lasciare di corsa il suo ufficio, quando decise che far aspettare Potter gli avrebbe dato più soddisfazione che precipitarsi non appena lui lo chiamava. Si risedette a concludere in fretta il verbale e scrisse un biglietto per sua moglie che infilò nuovamente nel porta lettere, dopo di che finalmente uscì.

 

Entrò nell'ufficio di Potter con quasi quindici minuti di ritardo senza nemmeno bussare. Dentro ad attenderlo c'erano Harry e la Granger che da qualche anno era diventata la Sottosegretaria del Ministro e con cui lui aveva purtroppo a che fare molto più spesso di quanto volesse. Entrambi sembravano nervosi, soprattutto Potter, ma lui finse di non accorgersi e si accomodò, non invitato, sulla sedia che aveva già occupato qualche ora prima.

 

«Potter, Granger, accomodatevi così potete finalmente spiegarmi tutto» li invitò in tono beffardo: ora che il Ministro aveva acconsentito a renderlo partecipe, Potter non aveva più la bacchetta dalla parte del manico.

 

Harry parve sul punto di urlargli addosso, già pentito della sua scelta, ma prese comunque posto dietro la sua scrivania mentre Hermione faceva comparire una sedia anche per sé. Un certo imbarazzo scese tra di loro e Draco si sentì in dovere di spezzarlo.

 

«Allora, Weasley non ci delizia con la sua presenza?»

 

«Ron ha del lavoro da fare, Malfoy.- scattò la Granger prima che Harry potesse mettersi ad urlare veramente -Sono venuta io in qualità di portavoce del Ministro. Ora, Harry, raccontaci di preciso com'è andata ieri sera» concluse in tono più dolce rivolgendosi all'amichetto di sempre.

 

Un grosso sospiro per richiamare tutta la sua pazienza e Harry cominciò a raccontare fin dal principio, da quando Phineas Nigellus Black gli aveva comunicato il messaggio. Draco cercò più volte di interromperlo, ma Harry gli lanciava occhiatacce imperiose e non gli permetteva di prendere parola. Solo quando finalmente finì di raccontare i fatti avvenuti quella stessa mattina, lasciò che Draco ponesse le sue domande.

 

«Quindi, fatemi capire bene, questi tre Corvonero sono andati dalla preside a dare l'allarme e, dopo che avete trovato mio figlio, lui ha continuato a dire di non sapere nulla e di essere uscito solo per una passeggiata. A quel punto avete setacciato il castello e trovato quei simboli ed ora è tutto il giorno che cercate di capire cosa sono. Nel frattempo Ted Lupin e un manipolo di professori continua a sorvegliare il castello» riassunse per fissare nella sua mente alcuni punti chiari di quello che era successo.

«Che cosa sapete del ragazzo scomparso?» domandò in fine pensieroso.

 

«Non molto. È il figlio di Anthony Goldstein, forse te lo ricorderai perché era al nostro stesso anno ai tempi della scuola. Sembra che sia un ragazzo tranquillo, con buone abilità deduttive e buoni voti, a quanto dice Vitious; ha qualche buon amico, nessuna fidanzata al momento e, sembrerebbe, nessun nemico. Il massimo di regola che ha infranto è stata arrivare qualche volta in ritardo a lezione»

 

Draco annuì e poi chiese se se questi amici di cui aveva parlato fossero anche quelli che avevano dato l'allarme.

 

«Sì. Sono un certo Edward Rowle, Philip Walker e Jack Cooper. Alexander era in biblioteca con Philip Walker, ma è stato Edward Rowle a raccontarmi la vicenda» spiegò Potter.

 

A sentire quei nomi, Draco sbiancò. Una paura lontana e un ricordo orribile impresso nella sua mente si erano fatti improvvisamente vividi. Era qualcosa a cui non ripensava da tempo, ma che faceva parte di una serie di ricordi che avrebbe voluto cancellare per sempre dalla sua vita, ma che lo avrebbe invece accompagnato per sempre. Gli altri due parvero notare il suo turbamento e si scambiarono occhiate preoccupate.

 

«Edward... Rowle, hai detto?» aspettò che Harry facesse un segno d'assenso col capo prima di decidersi finalmente a chiedere in tono un po' spaventato: «Non sarà mica parente di... di Thorfinn Rowle?»

 

«Thorfinn Rowle?» ripeté Harry senza capire, ma sulla faccia di Hermione passò un'ombra di comprensione.

 

«Il mangiamorte, dici? Ma non è morto durante la battaglia di Hogwarts?» domandò la donna, ancora turbata dall'ansia di Draco.

 

A quel punto anche Potter parve riscuotersi: «Ma certo! Era il mangiamorte che ci ha raggiunti con Dolohov in quel pub a Londra, al quale tu hai cancellato la memoria» esclamò rivolgendosi all'amica.

 

«E che io sono stato costretto dal Signore Oscuro a torture dopo il suo fallimento» concluse Draco in tono drammaticamente serio, richiamando su di sé gli sguardi degli altri due.

 

Potter rimase serio, ma la Granger si portò le mani alla bocca inorridita. Quando era stato processato aveva dovuto raccontare solo ciò che era stato costretto a fare a degli innocenti, non certo ad altri Mangiamorte, quindi quasi nessuno sapeva di quell'episodio. Gli attimi di silenzio che seguirono quella rivelazione furono alla fine interrotti dalla donna.

 

«Al tempo era già un uomo adulto. Se anche avesse avuto un figlio non potrebbe mai essere Edward perché Thorfinn è morto prima che lui nascesse» spiegò razionale.

 

«Invece aveva un figlio,- le rispose Harry, sorprendendo gli altri due -Non ci ripensavo più ormai da tantissimi anni. È stato uno dei primissimi casi su cui ho lavorato. Alvar Rowle, sospettato di essere un mangiamorte in libertà perché iniziò a collezionare oggetti oscuri e libri e pergamene che fossero in qualche modo collegati a Voldemort. Subito dopo la guerra la tolleranza era molto bassa e fece un periodo ad Azkaban. Quando alla fine le accuse verso di lui furono smentite, lo rilasciammo e lo rimandammo a casa. Si scoprì infatti che aveva vissuto sempre con la madre e non era in alcun modo legato alle attività del padre che a malapena aveva conosciuto. Il suo interesse era stato di pura ricerca. Comunque ricordo che era più grande di noi di qualche anno, quindi se Edward Rowle è imparentato con Thorfinn in qualche modo è  probabile che sia il figlio di Alvar»

 

Draco fece un verso di sdegno. Lui non poteva lamentarsi visto che aveva evitato la prigione nonostante avesse preso il marchio come Mangiamorte, ma questo non era valso per tanti altri che nemmeno si erano mai schierati apertamente. Goyle era stato spedito ad Azkaban per quasi un anno, visto che Potter non aveva mai preso le sue difese così come aveva fatto con lui. Anche Nott aveva fatto qualche mese in cella, mentre Pansy e Zabini avevano solo rischiato, riuscendo miracolosamente a scampare ad ogni accusa. Tutti e cinque comunque ebbero sanzioni più leggere grazie all'aiuto della McGranitt che aveva cercato di difendere, nonostante tutto, i suoi studenti. Alla fine anche questo Alvar, essendo collegato ad un Mangiamorte, si era passato i suoi mesi in cella.

 

«Cosa c'entra però questa storia con Alexander Goldstein?» chiese Hermione, interrompendo le rimuginazioni degli altri due.

 

«Forse nulla. Di sicuro questo Alvar non era tra i Mangiamorte con cui ho avuto a che fare, ma non è da escludere che-

 

«Vorrei ricordarti- intervenne Harry interrompendolo -che sono state fatte delle indagini dal dipartimento Auror, compreso il sottoscritto, e che non abbiamo intenzione di condannare nessuno solo perché forse è nipote di un Mangiamorte morto prima della sua nascita. Tutto ciò che sappiamo di questo Edward è che è Prefetto Corvonero e che è stato lui a dare l'allarme e ad effettuare le prime ricerche» sentenziò con tono che non ammetteva repliche.

 

Draco fece un'alzata di spalle come ad intendere "Se lo dici tu" e non insistette oltre: avrebbe fatto le sue ricerche da solo, se doveva. A quel punto Potter iniziò una lunga tiritera su quello che avrebbero fatto d'ora in avanti per dare una mano con le indagini, il che comprendeva un bel po' di studio sui rituali per poter aiutare la professoressa Clagg a capire se il ragazzo era stato davvero fatto sparire in quel modo. Ogni tanto avrebbero fatto dei sopralluoghi ad Hogwarts, ma fu subito chiaro che sarebbe stato principalmente Harry ad andare fin là. 

Quando alla fine Draco lasciò l'ufficio, con la testa che gli scoppiava di informazioni ma anche di infinite raccomandazione della Granger di tenersele tutte per sé, era ormai calata la sera. Raggiunse a passo lento il grande atrio del Ministero e si diresse immediatamente verso uno dei camini. Buttò nelle fiamme guizzanti una manciata di polvere volante e ci si infilò dentro, pronunciando con stanchezza le parole "Villa Malfoy". Un turbinio e dopo quella che ormai poteva definire una delle giornate più lunghe degli ultimi vent'anni, atterrò finalmente nel salotto di casa sua. Era così stanco che non se la sentiva nemmeno più di pensare, ma gli restava ormai un altro, ultimo sforzo da compiere: raccontare tutto ad Astoria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE:

 

Allora, eccoci qui con il nuovo capitolo! È stato piuttosto divertente scrivere dal punto di vista di Draco, ma anche faticoso! Spero che sia risultato in character! Tra l'altro grazie a lui sono venute fuori un po' di cosucce, spero che vi abbiano incuriosito ^^

Il prossimo capitolo arriverà, credo, tra due settimane dato che settimana prossima sarò in vacanza!

Grazie davvero di cuore a chiunque sia arrivato fino a qui a leggere e a chi mi segue ormai da un pochino 💚

Al prossimo capitolo,

DidiNihal

  
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