Safyia lo fissava
incapace di parlare “Tu sei...il diavolo?" mormorò appena, senza
crederci veramente neanche lei.
Azafir
scoppiò a ridere divertito "non esageriamo, sono solo un demone di seconda
classe" le disse con quel ghigno che a Safyia non piaceva per niente.
"Tua madre al colmo della
disperazione ha mormorato una preghiera d’aiuto…e io sono corso da lei.."
Le spiegò avvicinandosi troppo per i gusti della ragazza.
"Una preghiera..."
"Voi umani siete così sciocchi!
Chiedete aiuto puerilmente...ma non sapete mai chi può rispondere al vostro
appello!" le disse risalendo con un dito la gamba piegata "dovete
stare attenti a quello che desiderate!"
"Mia madre non l' avrebbe mai
fatto!" esclamò poggiando una mano per allontanarlo e ritraendola con un
urlo: si era scottata! Ma no...non aveva niente!
"Un semplice trucchetto che ogni
povero diavolo conosce" le disse riprendendo a giocare coi
capelli lisci e setosi
"Tua madre ha espresso il suo
desiderio, ma non è stata attenta…avrebbe donato la sua anima in cambio di
ricchezza e fortuna: la sua anima, la piccola Safyia, la sua unica ragione di
vita!" esclamò ridendo.
"Tu hai ingannato mia madre!"
urlò arrabbiata e terrorizzata.
"Certo! Io sono il diavolo!"
le rise in faccia stringendo i capelli e rovesciandole la testa all'indietro
"E adesso sono venuto a prenderti!" le disse
passandole la lingua sulle labbra socchiuse
Paralizzata dal terrore, guardò il
lenzuolo scivolare via dalle gambe come se fossero rivoli d'acqua.
"No.." Balbettò.
"Aspetta un po’! Ti dice male, caro mio. Non sono più vergine!" esclamò non sapendo in che guaio andava a cacciarsi.
Il diavolo sollevò un nero sopracciglio
fissandola con occhi di fuoco "ne possiamo parlare, di ciò" le disse
poggiandole una mano sulla spalla e stringendola con forza mentre il tessuto si
disintegrava e la pelle scura di Safyia spiccava nell'oscurità della stanza. La
ragazza provò ad urlare ma non ci riuscì.
"Stai impazzendo piccola
mia?" le chiese annusandola con evidente piacere "saresti da divorare
in questo momento…la tua paura ha quasi raggiunto il livello
ottimale"
"Vuoi mangiarmi..?"
gli chiese tremando, seminuda e paralizzata.
"Saresti un pasto delizioso "
le disse nell'orecchio sfiorandolo con la lingua"mmmh...
gustosa.."
Le leccò la faccia facendola gridare di
disgusto "che schifo! Smettila!" esclamò
raggomitolandosi su se stessa.
Si ritrovò a stesa a terra: non
riesco a muovermi...non riesco a parlare...sentiva qualcosa, cos'era?
Quell’essere
la stava…che sta facendo?! O mio dio mi sta
leccando!! Pensò terrorizzata sentendo i movimenti della lingua e
vedendolo improvvisamente chino sul suo viso, passandosi la lingua stranamente
lunga sulle labbra. Seduto su di lei, ridacchiò divertito
" la tua carne sarà un ottimo antipasto" mormorò passandole un
dito sulla gola.
In quel momento, fuori del suo incubo, Safyia si strappò via il laccetto perdendo la protezione del tutto e lasciando campo libero al Demone Azafir.
Anime di folli vagavano
per i campi incolti, gettandosi a terra e strappandosi i capelli, urlando la
loro pazzia, cani rabbiosi si avventavano su cadaveri putrescenti…e
poi...le urla! Quelle urla terribili di neonati, di donne sventrate da bestie
infernali..
E la in mezzo, a troneggiare su quei
poveri spiriti, poteva vedere benissimo quel diavolo perverso che diceva di
chiamarsi Azafir col viso di Adrien.
Safyia vagava per la landa desolata
sentendo un caldo terribile...infernale! Pensò con un moto folle
che la portò a ridacchiare
"Che diavolo vuoi?
Non scenderò mai a patti con te!” urlò con i polmoni
compressi e respirando il fumo nero che si levava dal terreno spaccato e riarso.
"Hai pensato bene a cosa
chiedermi? Posso reclamare la tua anima in qualsiasi momento, anche se il tuo
corpo ormai è inutilizzabile.." Mormorò
afferrando i braccioli della sedia e inchinandosi su di lei..
"Brutto disgraziato!" esclamò
alzando una mano per allontanarlo e scottandosi nuovamente.
"La prossima volta le piaghe
resteranno e saranno molto più dolorose" le promise con un sorriso
irriverente mentre arrotolava i capelli che sembravano senza vita attorno alle
lunghe dita.
"E
smettila di toccarmi i capelli!" gli gridò in faccia...il suo fiato
torrido la stordì mentre si chinava sul viso pallido.
"Posso corrompere la tua mente e
il tuo corpo quando voglio...invece di paura posso darti molto piacere.." Le disse leccandole l'orecchio con gusto.
"Non ci riuscirai mai.." Balbettò impaurita.
"Ho fatto un buonissimo affare con
tua madre: in cambio del vile denaro...adesso ho te!" le disse in tono
lussurioso.
"Ma
scherziamo? Non sarò mai tua" precisò tirando
indietro sul volto arrossato.
“Povera piccola Safyia...non ti sono bastati gli incubi.." Mormorò mentre i capelli
argentati si allungavano avvolgendola in spire scintillanti. “Devo proprio
portarti all’Inferno!”
Azafir
rise e la sua risata risuonò per la casa, mentre i muri tremavano ed esseri
oscuri e viscidi strisciavano fuori delle crepe.
Safyia si guardò attorno allarmata: era vero o
l'aveva fatta sprofondare in un altro incubo?
"Che stai
facendo? Cos' è questo?!" urlò terrorizzata mente
gli esseri camminavano sui muri protendendo le loro mani verso il basso.
"E’ quello che ti aspetta se non
ti sottometterai a me!" le disse accarezzando una specie di gatto
putrefatto che si strusciava schifosamente attorno alle sue gambe.
Il terrore crebbe talmente tanto che
Safyia urlò con quanto fiato aveva in corpo "basta incubi!" gridò
stringendosi sulla sedia che andava sciogliendosi sotto di lei.
Si ritrovò inginocchiata sul pavimento
che una volta era ricoperto dal folto tappeto...ora centinaia di vermi
strisciavano sulle gambe nude "toglili, ti prego toglili!" gridava
piangendo, cercando di spazzarli via da se: la stavano
ricoprendo tutta!
"Basta incubi? Bene.." Le
disse Azafir facendo sprofondare la stanza nella più
nera oscurità.
Safyia si guardò
attorno...non vide niente...i vermi! Non li
aveva più addosso! Sospirò asciugandosi le lacrime che
erano scese copiose. Qualcosa sotto di lei si muoveva...cos’è?
Pensò toccando la nera superficie liscia…sembra il battito di un cuore…è
ipnotizzante..
Il pavimento si mosse e una mano afferrò la sua facendola gridare.
Mille mani la bloccarono,
facendola urlare di paura "avevi detto basta incubi! Azafir ti prego!" urlò
sentendosi strattonare i vestiti che non aveva. La sua coscienza…gliela stavano
strappando.
"Farò tutto quello che vuoi."
Singhiozzò tentando di difendersi a quel tocco insistente che la faceva
rabbrividire.
"L'hai detto.."
Sentì dire sotto di lei: si ritrovò seduta in braccio al demone che la
avvolgeva coi lungi capelli argentei simili a serpenti
brillanti
"Recluterai anime per me...in
cambio della tua" le disse sornione accarezzando la pelle bianca.
"Devo ..uccidere?"
balbettò sconvolta.
"Che
brutta parola! Il caro vecchio contratto...ma niente firme di sangue, troppo sporchevole
" le disse accarezzandole il seno nudo "se non lo farai, gli incubi
torneranno…e saranno peggiori di questi!" le promise
con voce tenebrosa.
Safyia annuì cercando
di respirare...troppo calore "mi stai bruciando!" esclamò
cercando di ritrarsi da lui. Improvvisamente il calore svanì,
soppiantato da un piacevole tepore "e adesso...suggelliamo l'accordo"
mormorò afferrandole il viso e baciandola.
Una tempesta d’immagini la travolse
mente muoveva quelle labbra calde sulle sue...le anime, tutte le anime
che ha divorato! Pensò rabbrividendo e cercando di
scostarlo.
"Il patto va suggellato nella
carne" le rivelò dopo un attimo.
“Cosa?!" domandò allarmata sentendolo muoversi su di se.
"Ognuno ha i suoi
metodi, piccola mia.."
Sussurrò invitante “e io sono un Procreatore!”
"Ma
se non sono più…brutto bastardo maniaco! Oddio, aiutami!"
urlò sopraffatta dal panico.
"Non devi mai
pronunciare quell’insulsa parola davanti a me!" esclamò mandando bagliori
rossastri dagli occhi grigi che fino a quel momento le avevano sorriso invitanti.
Il piacere divenne dolore
e Safyia urlò: era come se le stesse strappando le viscere.
L’urlo di dolore della ragazza suonò come una sirena antincendio nella mente di Adrien che si svegliò di soprassalto. Quando il vide il laccetto sciolto, implorò il nome di Dio dentro di se e si affrettò a riallacciarlo al collo di Safyia che si svegliò urlando come una pazza.
Si allontanò da lui, cadendo dal letto e arretrando il più possibile “non mi toccare!” urlava continuamente. Adrien sbiancò quando vide le piaghe che aveva sul corpo, segno inequivocabile del contatto prolungato che aveva avuto col demone.
La vide cercare di togliersi qualcosa di dosso, biascicando di vermi e scarafaggi.
Le si avvicinò lentamente mormorando fra i denti una benedizione che aveva imparato come prima cosa, quando aveva cominciato la sua carriera di Guardiano.
“Safyia mi senti? Sono Adrien” mormorò accanto a lei senza toccarla. La vide fermarsi e alzare gli occhi sconvolti “non c’è più pericolo…stai tranquilla” sussurrò allungando una mano che la ragazza colpì con violenza.
“E’ un altro dei tuoi schifosi inganni! Non ci casco!” urlò come una pazza cercando di coprirsi il corpo che credeva nudo.
E’ completamente fuori controllo, pensò preoccupato. Guardò l’orario e decise che padre John poteva anche fare una levataccia, per una volta.
Il vecchio arrivò in fretta, seguito da molti altri preti con aria grave. Adrien gli indicò la camera da letto senza parlare. Li seguì ben consapevole della scena terribile che si sarebbero trovati davanti.
“Si è slacciata il sigillo durante il sonno e quel bastardo ne ha approfittato” gli disse con voce bassa sentendosi colpevole di non averla protetta adeguatamente.
La ragazza li guardava allarmata “chi siete, che volete?!” singhiozzò stringendosi le gambe contro il petto e saettando lo sguardo su di loro.
Padre John si chinò su di lei lentamente “figliola…ti ricordi di me? Sono padre John” le disse con voce paterna.
La ragazza lo ascoltò scettica “stavi meglio con i capelli lunghi” gli disse ironicamente.
Adrien respirò a fondo, una rabbia folle che montava nel suo corpo. Safyia lo guardava con una paura incredibile, cercando di addossarsi ancora di più alla parete e di sottrarsi a quel cupo sguardo azzurro come il cielo tempestoso.
“Si è spacciato per me un’altra volta, vero?” ringhiò in direzione della ragazza, con la pelle martoriata dalle piaghe brucianti.
Safyia non gli rispose allontanandosi da lui, con gli occhi gonfi di lacrime. “Ho accettato, che altro vuoi da me?!” urlò facendo rizzare padre John come una molla.
“Ha accettato?!” gridò sconvolto, facendosi il segno della croce.
Adrien strinse gli occhi e si mosse verso la ragazza che continuava a delirare a bassa voce di insetti e demoni.
“Se ha accettato, allora questo non le serve più!” sibilò strappandole la catenina dal collo e assistendo al terribile degrado fisico della propria amata. Il suo corpo scolorì immediatamente, pulsando luce demoniaca e le piaghe guarirono nel tutto lasciando la pelle liscia e intatta.
Safyia sorrise sinistramente, alzandosi in piedi con un’aria scanzonata che gli bloccò il cuore.
“Amore”sussurrò muovendosi verso di lui e protendendo le braccia dalla pelle troppo chiara per essere umana “perché non ti liberi di queste presenze inopportune e non torniamo…a noi?” sussurrò strusciandosi contro di lui.
Adrien tremava di rabbia e sdegno…e amore. La scostò da se con il viso impenetrabile “ti ricordi? Una volta ti ho detto che ti avrei venduto la mia anima molto volentieri..” le disse con un’espressione tranquilla e il cuore martellante nel petto.
Safyia lo guardò con una strana luce negli occhi “si…e perché non lo fai?”
Adrien osservò i suoi occhi che scolorivano velocemente, passando dal nero al nocciola, fino ad assumere una sfumatura dorata.
“Lebeau!” gridò il prete andando verso di lui, subito fulminato dalla Reclutatrice che una volta portava il nome di Safyia “ Sto contrattando un’anima, fuori dai piedi!”
Padre John la fissava intensamente, indicando con la testa un cupissimo Adrien.
“Se gliel’hai già presa, sei pregata di restituirla. Fa parte della squadra, non può lavorare senza anima…lo dice il Codice”
Safyia ghignò oscenamente “peste su vostro Codice!”
“Sta lontana, figlia di Satana!” urlò sollevando un testo sacro.
“Sempre così violenti, voi Guardiani” mormorò sbuffando “contrattiamo, è una pratica molto più efficace”
“Non c’è nulla da contrattare!” tuonò la voce incazzata di Adrien con la morte nel cuore.
Safyia si sentiva male. Aveva il respiro pesante e ardeva in tutto il corpo. Assistette come in trance al cazziatone di padre John che si riversò sulle spalle contratte e abbattute di Adrien.
“Incapace e buono a nulla! Come è successo? È un danno gravissimo!” esclamò indicando la ragazza che sbadigliava guardandosi le unghie.
Lebeau neanche rispondeva più si sentiva tremendamente in colpa e non sapeva come fare a liberarla dalla possessione demoniaca.
Ucciderla era fuori discussione.
Esorcizzarla non serviva a niente.
C’era una sola cosa da fare: si avvicinò a Safyia col viso terreo. Un po’ estrema come soluzione, ma non era tipo da andare per il sottile in certe cose.
“Tu lasciala libera, rinuncia a lei e avrai la mia anima…se la trovi in mezzo a quello schifo che ci sta intorno!” esclamò ad alta voce.
Le urla di dissenso che gli arrivarono dietro, lo seccarono e basta.
“Ma sei impazzito?” urlò il prete cercando di fermarlo.
“Si” borbottò senza neanche guardarlo e continuando a fissare Safyia.
“Mettiamolo per iscritto, come hai vecchi tempi!” esclamò la Reclutatrice con voce deliziata.
“Stronza succhiasangue” borbottò prendendo un pezzo di carta e una penna. Dopo che ebbe finito, si ferì un dito e lo strusciò sul documento.
“Adesso, via dalle palle e ridammela” ringhiò avvicinandosi a lei.
Safyia, o almeno il demone che era Safyia, sorrise e lo baciò a lungo. Adrien sentì che qualcosa gli veniva strappato via e che faceva incredibilmente male.
Un improvviso cedimento della ragazza, lo avvertì che il contratto era stato accettato.
Safyia si scostò con il viso imbarazzato, guardandosi attorno. “Cosa è successo?” domandò a bassa voce osservando i preti che la fissavano imbambolati. I suoi occhi erano tornati neri e la pelle aveva assunto la solita sfumatura olivastra. Si guardò, vestita solo di una sottile sottoveste che aveva indossato, troppo imbarazzata per dormire nuda e strinse le braccia attorno al seno “Adrien…che fanno qui?”sussurrò accostandosi a lui.
“Ti rendi conto di quello che hai fatto?” urlò il prete facendosi il segno della croce e supplicando una preghiera che infastidì solamente Adrien.
“Ma si…che volete che sia” borbottò aprendogli la porta e sbattendoli fuori “ce ne sono tanti di stronzi senz’anima. Stavolta posso dire di esserlo fino in fondo!”
To be continued…maybe.