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Autore: cin75    21/11/2018    4 recensioni
I viaggi del tempo per i fratelli Winchester sono sempre stati un modo per risolvere la situazione "mondiale", apocalissi comprese. E se adesso, l'ennesimo viaggio, servisse solo per salvare una vita!?
Il pericolo, l'ironia, la magia, la bromance...insomma , come direbbe il Micheal di questa stagione: "Un po' di questo..un po' di quello...un po' di quell'altro...."
Spero che la storia vi piaccia.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Quando Dean ritornò nella grande sala del bunker, Castiel e Jack sembravano pronti e soprattutto il nephilim aveva l’espressione decisamente concentrata.

“Sei pronto?!” chiese l’angelo.

“No, ma devo fare quello che deve essere fatto.” rispose Dean.

“Come farai a passare inosservato?!” fece Cas, alludendo ai panni che indossava il cacciatore. In effetti jeans, scarponcini e camicia di flanella e giacchetto militare non sarebbero di certo passati inosservati.

Il cacciatore si guardò perplesso. Non ci aveva davvero pensato ad un cambio d’abiti. Poi, all’improvviso ebbe un’idea.

“Torno subito!” e corse verso la sua stanza.

Circa un quarto d’ora dopo torno con degli abiti decisamente diversi e decisamente più appropriati per quell’epoca storica.

“Ma dove li hai….”

“Qualche anno fa , Charlie, la nostra Charlie..” precisò. “Ci convinse a partecipare ad uno di quei suoi assurdi giochi di ruolo dal vivo e questo...è come dire….un ricordo.” rispose guardandosi addosso la lunga casacca di renna marrone, i pantaloni di canapa lavorata e la cotta di maglia in acciaio.

“Credo che così vada decisamente meglio.” e dirigendosi con lui, da Jack, affermò: “D’accordo. È ora di andare.”

“Ok! Diamo inizio alle danze!” ironizzò Dean.

Jack lo guardò stranito a quell’affermazione.

“Credevo che dovessi andare nel passato e non ad un ballo!”

Dean lo fissò interdetto. “A volte mi chiedo se davvero tu sia figlio di Lucifero o Castiel e tua madre non abbiano…..”

“Dean!!” lo richiamò severo , l’angelo.

“Ok!Ok! Basta così. Mandami a Camelot!!”

A quel punto Castiel si mise alle spalle di Jack, gli posò le mani sulle spalle e lo invitò a rilassarsi.

“Hai letto tutto quello che riguarda il posto in cui devi trasportare Dean, il tempo, le zone, i vari luoghi, il periodo temporale, la festa del Samain, Castle Sea. Focalizza le tue energie su tutte queste informazioni. Concentrati. È un po’ come quando hai errato nei sogni con Kaja. Vedi quel posto. Trovalo. E quando sarai certo di ciò che vedi, allora e solo allora tocca la spalla di Dean.” gli spiegò con tono tranquillo.

Il nephilim obbedì e fece come gli era stato detto e i suoi occhi brillarono di pura luce.

“Hai due giorni Dean.” gli ricordò , l’angelo. Con cautela, quasi sottovoce, per non disturbare la concentrazione del nephilim.

“Me li farò bastare, amico!” lo tranquillizzò, il biondo.

“Per favore, cerca di….”

“Ci proverò, Cass.” lo fermò. Come per il suo fratellino, anche con Cass aveva smesso con quei momenti sdolcinati da ultimo addio. “Ma tu sai cosa fare se io non dovessi….”

“Mi prenderò cura di lui!”

“Non dovrai farlo per molto se io non torno!” convenne comunque amareggiato.

“Ma tu tornerai!” fece convinto, sorridendo appena in quel suo modo innocente.

 

“Castle Sea!” esclamò Jack in quella sua trance e subito, la sua mano fu sulla spalla di Dean.

 

Un attimo dopo, Castiel si ritrovò a fissare il vuoto accanto a lui.

Jack ebbe un momento di smarrimento, ma si riprese immediatamente e Castiel si ritrovò a pensare, vedendolo tirarsi su, che Jack era davvero potente se era riuscito a fare una cosa simile e riuscire a riprendersi in così poco tempo.

“Vieni, torniamo da Sam. Ha bisogno di noi!”

 

******

 

Quando Dean riaprì gli occhi, come suo solito, la prima cosa che disse fu: “Cazzo! Dopo questo viaggetto diventerò definitivamente stitico!”

Un attimo dopo due punte di lancia, ferme contro il suo viso e la sua gola, gli impedirono di alzarsi dal terreno umido.

“Alzati sassone!!” fece uno dei due soldati che lo teneva sotto tiro di lancia. “Modera i tuoi movimenti o finirai infilzato prima che tu te ne possa rendere conto.”

 

Dean fece come gli venne detto, alzandosi lentamente e tenendo sempre le mani in bella vista. Si guardò cautamente intorno. Il borsone che aveva portato con sè...andato. Evidentemente la compagnia aerea targata “Jack mezzo angelo” era una di quelle che perdeva i bagagli.

Ragion per cui era completamente disarmato.

“Dove sono?!” chiese comunque, giusto per essere sicuro che Jack lo avesse fatto atterrare nel posto giusto.

Il soldato lo guardo stranito.

“Che domandi poni, sassone?!”

“Non sono un sassone. Io….io sono stato aggredito da alcuni banditi e sono...confuso. Già!! mi hanno colpito alla testa e mi hanno preso tutto...vedete? Non ho niente con me!!” inventò di sana pianta.

Quei film fanta-storici a cui Sam a volte lo costringeva , erano finalmente serviti a qualcosa e cosa positiva, sembrava che i due soldati sembravano crederci.

“Sei nei territori del regno di Camelot. Qui siamo nei pressi della magione di Castle Sea.”

“Castle Sea?” ripetè compiaciuto. Sollevato più che altro. “E’ lì...è lì che ero diretto. Io...io dovevo vedere Merlino!” fece con entusiasmo.

“Merlino?!” fece uno dei due, stupendosi.

“Sì..sì, lui!”

“Come fai a sapere che lì c’è...”

“E’ lui...è lui che me lo ha detto!” insistette Dean.

“Il Mago, tranne il Re, non riceve nessuno quando è Castle Sea. E’ in eremitaggio quando è nella magione.”

Dean non sapeva come o cosa fare. Quei due erano ricoperti di acciaio e indossavano elmetti in ferro e quindi pensare di prenderli a pugni era decisamente una cattiva idea. Scappare, avrebbe peggiorato le cose o forse lo avrebbe fatto solo accoppare prima del tempo. Quindi, assecondarli e cercare di farsi portare alla magione, sembrava la scelta più assennata.

“Ascoltate. È stato lui a farmi chiamare, mandandomi a dire che era una questione di vitale importanza per il Regno e per il Re. E se io adesso….se adesso non vado da lui...sarà colpa vostra! Ci tenete così tanto a disobbedire a lui e di conseguenza al vostro re?!” cercò di minacciarli sembrando convincente.

E cavolo ci riuscì!!

A quanto pare a quei tempi soddisfare i desideri del mago e del re era di vitale importanza. Letteralmente!!

“Ti accompagniamo da lui. Ma prova solo a fare una mossa falsa e finirai a saziare i coccodrilli del fossato!”

Dean li fissò tra il soddisfatto e il preoccupato. I due soldati lo misero al centro in modo che uno lo precedesse e uno lo seguisse. Ad un certo punto, il cacciatore non resistette: “Ma davvero ci mettete i coccodrilli nei fossati?!” e naturalmente ebbe in risposta solo un severo: “Muoviti e fa’ silenzio!”

 

Quando Dean e i suoi guardiani attraversano il grande portone in legno massello della magione ed entrarono in una enorme sala ricevimenti, due persone stavano già aspettando il loro arrivo.

Al cacciatore non potè sfuggire l’imponente tavola rotonda al centro della sala quando le passò accanto, Dean, provò un certo brivido.

La storia era vera. Non era un modo di dire.

La tavola era davvero rotonda in modo che nessuno di quelli seduti attorno fosse più importante di un altro. Sui bordi vari glifi dovevano indicare i nomi dei cavalieri che vi potevano sedere o forse di quelli che avevano avuto un tale privilegio. Al centro , nessun fregio predominante. Nemmeno quello del Re. Poiché anche lui, a quel tavolo, doveva essere al pari degli altri.

 

Quando le guardie gli fecero cenno di fermarsi , l’uomo che stava in piedi e impettito davanti a lui fece solo un passo , avanzando. L’altro invece, restò fermo nella sua posizione a circa dieci passi indietro.

“Come ti chiami, straniero e cosa ti porta qui?!” fece l’uomo.

Dean esitò un attimo. Clint Eastwood sarebbe stato troppo. Marty MacFly, anche se decisamente appropriato dato il viaggio nel tempo, non suonava bene. Quindi , velocemente, ripiegò su un nome che , dato il tempo e il luogo in cui si trovava avrebbe dato meno pensieri.

“Il mio nome è MacLeod. Fergus MacLeod!” si presentò convincente.

L’uomo lo squadrò e poi lanciò un’occhiata fugace all’altro alle sue spalle. Un cenno impercettibile.

“Stai mentendo!” lo accusò l’uomo.

“No, io non...”

“Allora dimmi che cosa tu porta qui, MacLeod!?” lo incalzò.

“Questione di vita o di morte!” e decisamente , ora, non stava , mentendo.

Un’altra occhiata. Un altro cenno. Appena diverso dal primo.

“Come posso crederti?!” insistette l’uomo, con sempre più severità nella voce.

“Devi credermi, se non fosse per il fatto che anche tu stai mentendo a me!” lo spiazzò, il cacciatore.

Silenzio!!

“Come osi!!” fece a quel punto l’uomo, mentre le guardie si misero in posizione di allerta verso lo “straniero”.

“Ok! Smettiamola con questa pantomima. Io mi chiamo MacLeod tanto quanto tu vuoi farti passare per Merlino!”

“Non osare!!” gridò una guardia , colpendolo al ginocchio così da costringere Dean a cadere in ginocchio.

“Come osi dire una cosa del genere!!??” l’apostrofò, l’uomo.

“Uno: Quando siamo entrati , questi due bestioni non ti hanno degnato di uno sguardo ma hanno calato appena il capo verso di lui...” indicando l’uomo che rimaneva fermo a distanza. “ Due: Tu non fai altro che cercare approvazione sia per le domande che per le risposte...” alludendo ai cenni che i due uomini si scambiavano. “E tre: se tu fossi davvero Merlino, lui non ti starebbe così distante ma ti sarebbe accanto così da mettersi in mezzo tra me e te , se la tua vita dovesse essere in pericolo a causa mia.” e poi spostando lo sguardo verso quella presenza silenziosa. “Vero?….Merlino!”

 

Solo a quel punto, il vero Merlino si fece avanti, mentre l’altro uomo, chinando il capo, si fece da parte. Stranamente , l’espressione dell’ormai svelato mago, divenne più matura, più adulta di quella del ragazzo con cui aveva appena parlato.

“Bene, bene, bene!!” fece il famoso stregone. “Cosa abbiamo qui?!”

Ma Dean non rispose, non sapendo in effetti cosa rispondere.

“Chi sei?”

“Te l’ho detto. Io…”

“No, no, no….come hai detto prima: finiamola con questa pantomima. Qual’è il tuo vero nome...” e poi spiazzandolo decisamente. “...cacciatore?!”

Dean strabuzzò gli occhi. Davvero Merlino era così potente da conoscere perfino il futuro e un futuro così lontano?

Respirò affondo, si drizzò sulle gambe, sempre con cautela e fissò gli occhi in quelli del mago. Non c’era tempo per altre menzogne inutili. Sam non aveva tempo.

“Il mio nome è Dean Winchester. Vengo dal futuro. Un futuro molto lontano. E sono qui perché spero con tutto me stesso che tu possa salvare la vita di mio fratello!”

Merlino lo fissò, in un modo così deciso e fermo, che a Dean parve gli stesse leggendo dentro.

“Che cosa affligge tuo fratello?!” chiese con cauta curiosità.

“E’ stato avvelenato da una manticora, che voi chiamate anche Bestia Errante e nei nostri libri c’è scritto che tu hai salvato Artù da una ferita simile!” spiegò, rispondendo alla domanda del mago.

Merlino ripensò quasi con terrore a quei momenti in cui rischiò di perdere il suo reale amico.

“Seguimi!” fece , poi, improvvisamente, dirigendosi verso una porta laterale. Subito prima di Dean, lo raggiunse il “finto” Merlino. “No, solo lo straniero.” fece fermando quel seguito.

“Ma, …..”

“Tranquillo, non corro alcun pericolo.” e poi spostando lo sguardo su Dean poco dietro di lui. “Vero?..Dean!” imitandolo.

Dean annuì. “Se tu muori , mio fratello muore. E io non ho fatto un viaggio di secoli, per far morire mio fratello!”

“Mi basta!” disse compiaciuto, il mago. “Resta qui, Galahad!!”

Dean puntò gli occhi sul ragazzo e annaspò per la sorpresa di sentire quel nome.

“Tu...tu sei….tu sei Galahad?” e il ragazzo annuì quasi timoroso. “Caz….” ma si fermò appena in tempo come per una forma di rispetto verso quel personaggio tanto ammirato da Sam. “..’volo!! Mio fratello Sam darebbe di matto se fosse qui. Lui...sai, lui ti ammira tantissimo. Wow!! cioè….wow!!” fece ancora e in quel momento, un servitore entrò nella sala lasciando le grandi porte aperte alle sue spalle e in quella dimenticanza, Dean vide un uomo bardato da un’armatura luccicante, una possente spada al fianco, l’aspetto orgoglioso e austero. Poco dietro di lui, quelli che, da come erano vestiti, altro non potevano essere che cavalieri.

“Che succede?!” chiese Merlino.

“Sua Maestà è giunto!”

“Molto bene. Prepara tutto. Io sarò da lui tra un po’!” e poi rivolse di nuovo l’attenzione al suo “ospite”

“Sua Maestà?!” sussurrò Dean. “Quella Maestà?!” fece ancora più sbalordito.

“Sì, Dean. Lui, il Re una volta , Re per sempre. Vorresti conoscerlo?!” chiese all’improvviso dopo cotanto appellativo.

Dean nemmeno rispose. Si limitò solo a negare con il capo in modo decisamente timoroso.

“Non cambi mai. Hai sempre creduto di non essere all’altezza di ciò che credi essere più grande di te!” lo spiazzò ancora. “Credi davvero che anche lui non temesse di non essere all’altezza quando ha tirato fuori Excalibur da quella roccia !?” domandò.

“Ma lo ha fatto!” gli fece presente Dean.

“E tu ha sconfitto l’Apocalisse e il Primo Male pur credendo di non poterlo fare!” e troncò la conversazione , procedendolo di nuovo.

 

Dean lo seguì in silenzio, lungo i corridoi immensi di quel posto. Poi la curiosità si fece prepotente in lui.

“Tu mi hai chiamato…..cacciatore.” fece appena dietro il mago.

“E’ quello che sei, no?!”

“Sì, sì...ma tu come fai….come puoi sapere quello che sono?!”

Merlino rise sommessamente.

“Sono molte le cose che so ma che non posso rivelare, Dean Winchester, figlio di John e Mary, fratello maggiore di Samuel.” fece solenne.

Dean si bloccò su posto. Gelato da quell’appellativo.

Come poteva Merlino sapere di lui, di John o Sam? Era a più di 1500 anni prima del loro tempo eppure Merlino sembrava conoscerli. Sapeva perfino che era un cacciatore e molto probabilmente sapeva molto più del solo nome di suo padre e di Sam.

“Ma come puoi...” azzardò confuso.

“Non siete gli unici a saper e poter viaggiare nel tempo. Solo che io non ho bisogno di angeli per farlo!” lo spiazzò definitivamente.

“Cazzo!!” imprecò sotto voce e questa volta non era riuscito a controllarsi. Sapeva perfino di Castiel e forse di Jack.

Merlino rise della divertente confusione che leggeva sul volto di quel suo ospite così speciale.

“ Andiamo!! Non credo che tu abbia ancora molto tempo. Il destino deve avere un suo corso. Il passato non può mutare il futuro. Il futuro non può dipendere dal passato!”

“Io...io non ti seguo. Non ha senso quello che dici. Sono le azioni del passato a fare il futuro, ma se mutiamo il passato, da quel cambiamento dipende , di conseguenza, il futuro. Quindi il futuro dipende dal passato!” cercò di volergli spiegare. Lui? A Merlino?

“Esatto, mio acuto amico!” fu l’esclamazione soddisfatta da parte del mago.

 

Dean in un primo momento sorrise a quell’appellativo che gli era stato affibbiato e sapeva che Sam ne avrebbe riso: lui? Acuto?

 

Ma subito dopo, un dubbio atroce, lo invase.

“Aspetta , aspetta….” fece , bloccando il mago da un braccio, per costringerlo a guardarlo. “Mi stai forse dicendo che non vuoi aiutarmi? Che essere venuto nel passato per cambiare il futuro di mio fratello, è stato inutile?!” e c’era decisamente rabbia e frustrazione nel suo tono di voce.

Merlino non gli rispose, ma ritrasse semplicemente il braccio bloccato nella presa di Dean e continuò lungo il corridoio.

“Chi sa cosa sia inutile o utile? Ogni vita è diversa da un’altra. Ogni situazione è diversa da un’altra. Chi sono io per dire quale futuro deve essere mutato e quale passato non può essere cambiato!?” recitò con enfasi, mentre apriva una porta e faceva cenno a Dean di entrare.

 

   
 
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