Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |       
Autore: cin75    17/11/2018    5 recensioni
I viaggi del tempo per i fratelli Winchester sono sempre stati un modo per risolvere la situazione "mondiale", apocalissi comprese. E se adesso, l'ennesimo viaggio, servisse solo per salvare una vita!?
Il pericolo, l'ironia, la magia, la bromance...insomma , come direbbe il Micheal di questa stagione: "Un po' di questo..un po' di quello...un po' di quell'altro...."
Spero che la storia vi piaccia.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando Dean vide quel mostro manticora colpire in pieno petto Sam con il suo uncino avvelenato, un attimo prima di reagire, andò nel panico. Esattamente come accadde, in quel capanno, quando quel lupo mannaro sparò al suo fratellino.

La sua mente reagì un millesimo di secondo dopo che Sam cadde in ginocchio dolorante.

Dean strinse con forza il machete che aveva tra le mani e assicuratosi che Sam non fosse più nella linea di tiro, scagliò la lama in direzione dell’essere.

Pieno centro!

In pieno petto, lì dove la forza vitale del mostro cedette all'acciaio dell'arma bianca intrisa in sangue di leone, nemico giurato della manticora.

 

Scossa da furenti spasmi , la creatura soprannaturale annaspò gemendo sul pavimento del casolare in cui era stata stanata dai due fratelli cacciatori.

Gridò, ringhiò, cercò di resistere alla morte, inutilmente e nel momento esatto in cui una forza mistica e magica l’annientò definitivamente , Dean si gettò su Sam , a sua protezione, temendo di un’ultima disperata reazione del mostro.

 

Liberò il più giovane dal suo abbraccio protettivo solo quando si accertò che la mangusta era definitivamente morta. Andata. Defunta.

Si allarmò quando vide il più giovane tenersi il petto, lì, proprio dove l’arpione avvelenato del mostro lo aveva trafitto.

“Togli le mani, Sammy. Fammi vedere!!” gli ordinò il maggiore, aprendogli la camicia e tirando via la maglietta bagnata di sangue.

“Dio…..Dio….fa’ male. È come se stessi bruciando dentro!!” ansimava Sam mentre Dean osservava “i danni”.

 

Il petto del fratello minore era vistosamente arrossato e tutto intorno a dove il veleno era penetrato , ramificazioni violacee si allargavano impietose.

La tossina magica stava velocemente infettando ogni cellula del corpo di Sam. Purtroppo uccidere il mostro non era servito ad annullare gli effetti del veleno.

Doveva sbrigarsi. Dean doveva decisamente mettere le ali ai piedi. Se il percorso del veleno era lo stesso che avevano avuto le altre vittime, al fratello non restavano che pochi giorni di vita. Pochi dolorosi giorni di vita.

 

“Ok!Ok! Pensavo peggio, fratellino!” scherzò ricoprendo il fratello con la camicia.

“Wow!! cosa?! Mi volevi morto!!?” ironizzò in risposta Sam, che aveva comunque capito il tentativo del maggiore di alleggerire la situazione.

“No!! ma che dici? Morto? Così avrei dovuto pure caricarti a spalla. Sai quanto mi ci vorrebbe per costruirti una pira funeraria??!” continuò sarcastico per nascondere l’evidente preoccupazione. “Dove li trovo tutti quei tronchi per sorreggere questo tuo culo pesante!!” lo provocò mentre gli metteva le mani intorno alle spalle per aiutarlo ad alzarsi.

“Divertente...davvero davvero diverten...” rispose Sam, ma non riuscì a finire perché una fitta più forte delle altre gli spezzò il respiro facendolo gemere dolorosamente.

Dean lo strinse automaticamente.

“Ok!Ok! Respira….respira….vedrai che passa. Andiamo fratellino…..respira.” e questa volta non c’era ironia nella voce ma solo una profonda apprensione.

“Ok!Ok!” lo rassicurò Sam quando riuscì a riprendere fiato. “Va’….va’ meglio!”

“D’accordo. Ora ce ne torniamo al bunker. Chiamo Cass e Jack e vedrai che in un attimo tornerai ad essere Thor!!” fece Dean mentre , sostenendolo ancora, lo accompagnava al lato passeggero della fidata Impala.

“Io sono Superman!”

“Impossibile. Capelli troppo lunghi, fratellino. Capelli troppo lunghi!!” e dopo averlo sistemato per bene sul sedile, gli battè fraternamente la mano sulla spalla, chiuse lo sportello e corse al posto di guida.

Non appena il motore della Chevy si mise in moto, Dean, al telefono chiamò immediatamente Castiel.

“Ehi Cass?!”

Dean ?? che succede?!”

“Un casino, amico. Un casino.”

Ti ascolto!”

“Jack è con te?!”

Sì, abbiamo appena controllato una possibile pista su Micheal ma stiamo girando a vuoto e...”

Ok! A vuoto o meno, tornate al bunker. Il prima possibile!!!

Dean, che succede?!”

“Sam è messo male. Il mostro manticora a cui davamo la caccia lo ha ferito un attimo prima che lo facessimo fuori. Il veleno sta facendo già effetto. Mi servite voi, ragazzi.”

Fa’ presto. Ci troverai al bunker!” fu la risposa immediata che ebbe dall’amico angelo.

 

Circa due ore dopo, l’Impala inchiodò stridendo le ruote nel garage del bunker.

“Cas!!!” gridò Dean uscendo di corsa dalla macchina.

L’angelo e il nephilim accorsero immediatamente.

“Ha perso i sensi circa venti minuti fa, non riesco a svegliarlo. Ho controllato e il veleno sembra lo stia infettando completamente.” li ragguagliò, mentre Castiel lo aiutava a tirar fuori Sam dal suo posto.

Lo presero da sotto le braccia e lo portarono di peso nella sua stanza. Jack aveva già preparato dei panni umidi e scoperto il letto, spostando le lenzuola e percepì una strana sensazione alla bocca dello stomaco quando vide Castiel e Dean che sorreggevano Sam, completamente a peso morto e che strisciava i piedi mentre gli altri due lo portavano attraverso la stanza fino al letto.

Una volta sistemato Sam, che anche privo di coscienza, gemeva dolorosamente, Dean si mise da parte , lasciando spazio ai due esseri celesti, perché potessero curare il fratello.

 

“Cas….” fu il richiamo di Jack. “Io non ho mai...”

“Stammi a sentire. Non avere paura. Non puoi fargli del male.” lo rassicurò Castiel. In effetti Jack non aveva mai effettuato una guarigione e quindi non sapeva come agire. Cosa fare.

Ma lo sguardo fiducioso e rassicurante di quel suo padre putativo sembrò già calmarlo.

“Anche se non a pieno stai recuperando i tuoi poteri. Puoi farcela.” lo incoraggiò. “Concentrati. Poggia le tue mani sul petto di Sam. Focalizza la tua mente sui sentimenti che ti legano a Sam. Su quello che lui significa per te. Hai riportato indietro me dal Vuoto. Di certo, puoi guarire lui. Desidera la sua guarigione. Prega per la sua vita. Tutto avverrà naturalmente.”

Jack annuì. Fece come disse Castiel.

Entrambi chiusero gli occhi. Poggiarono le mani sul torace affannato di Sam. Tutti e due si concentrarono sulla salvezza del giovane cacciatore. Dalle loro mani una luce calda e fluente scaturì come prova dell’imminente guarigione.

Un momento, due, tre….poi tutto si spense.

 

Dean li fissava stranito. Ancora allarmato.

“Cass??”

Castiel , che tra i due guaritori, fu il primo a riaprire gli occhi, fissò le iridi blu sul corpo ancora e inspiegabilmente inerme del giovane amico cacciatore.

“Castiel!?” lo richiamò per primo Jack , non appena si rese conto che nulla era cambiato.

 

Dean poco distante da loro ancora non riusciva a dire niente. Confuso e allarmato dal fatto che la guarigione non aveva avuto effetto.

 

“Ma perché lui….” azzardò il nephilim, fermando il suo parlare quando si accorse che quella situazione era assurda anche per il suo tutore celeste.

“Proviamo ancora!” disse semplicemente Castiel.

“Ma..”

“Concentrati. Dobbiamo provare ancora, Jack!” e fu quasi un rimprovero a cui Jack non potè fare altro che obbedire in silenzio. Il ragazzo poggiò di nuovo le mani sul torace dell’amico cacciatore e attese che anche l’angelo facesse lo stesso.

E tutto accadde di nuovo.

E di nuovo nulla sembrò mutare nelle condizioni di Sam.

 

“Cass!!!” fu adesso il richiamo decisamente impanicato da parte del maggiore dei fratelli.

“Io...io non…..” biascicò interdetto l’angelo.

“Cass!!” fece più forte Dean.

“….non capisco!” e poi guardando il nephilim di fronte a lui che lo fissava di rimando con un espressione confusa, l’angelo ordinò di nuovo. “Proviamo ancora. Forza!!” e questa volta fu lui a poggiare per primo le mani sul petto ancora sofferente e ansante di Sam. Jack obbedì senza nemmeno cercare di capire.

“Cass!!” a questo punto gridò Dean, avvicinandosi al letto del fratello e ai due amici.

“Andiamo!! reagisci Sam!!” sibilava con sforzo Castiel mentre la sua grazia e la potenza di quella di Jack tentavano in ogni modo di salvare la vita del giovane amico. “Combatti, cacciatore!!” disse addirittura, quasi a voler rimproverare Sam che non reagiva alla loro forza guaritrice.

 

L’angelo e il nephilim tentarono e tentarono ancora, incuranti dei richiami preoccupati di Dean.

Fin quando Castiel, stremato, crollò letteralmente in ginocchio. Esausto. Sfinito.

 

Dean gli corse vicino, afferrandolo per le spalle. “Ma che succede??!” domandò sia per sapere di Sammy che dell’amico.

“Non capisco. Non guarisce….non risponde alla nostra Grazia. Io….io...non...” ma era davvero sfinito dopo aver usato quasi tutte le sue energie.

Dean lo sollevò da terra e lo aiutò a sedersi su una sedia.

“Come è possibile? Come può essere che nemmeno la forza di Jack...” chiese indicando il giovane semi angelo che non si era spostato d’accanto Sam. Le sue giovani mani poggiate ancora sul petto del cacciatore come se volesse in qualche modo passargli comunque la sua energia vitale. “...riesca a guarirlo?!”

“Il veleno….il veleno della manticora è estremamente magico e radicato in antiche forze mistiche. Forse per eliminarlo..per mettere fine al suo effetto.. , c’è bisogno di una stessa forza soprannaturale!” pensò riflettendo ad alta voce l’angelo.

“Una forza ancora più soprannaturale di quella di un angelo e di un nephilim messe insieme?!” azzardò allarmato, il cacciatore.

Castiel lo guardò e nel suo sguardo c’era la consapevolezza che Dean avesse fatto centro. Subito dopo sconforto e amarezza per essere stato inutile.

 

Dean lesse sul volto dell’amico angelo quella consapevolezza e deglutì terrore puro.

Come poteva, a quel punto, salvare la vita di Sam?

 

Si drizzò, si avvicinò al letto del fratello, gli spostò una ciocca leggera dalla fronte madida di sudore e gli strinse una spalla quando una smorfia di dolore deformò il viso addormentato del minore.

“Tranquillo , fratellino. Non lascerò che tu muoia. Troverò qualcosa. In questo dannato bunker ci deve essere per forza qualcosa che possa esserci utile e salvare quel tuo culo nerd. Vedrai….vedrai che ci riuscirò.” disse con decisione.

“Tu….” fece rivolto a Castiel , mentre lui si apprestava ad uscire dalla camera del minore. “...riposati. Poi vieni di là. Ho bisogno del tuo aiuto per le ricerche.”

“Arrivo subito!” fece invece l’angelo, cercando, con difficoltà di rimettersi in piedi. Fallendo.

“Riprenditi prima. Non sarai di aiuto né a me né a Sam se sverrai sui libri!” lo fermò. “Tu...” fece poi rivolto al giovane nephilim. “...non muoverti da qui. E chiama se cambia qualcosa o se Sam dovesse riprendere i sensi, intesi?!”

“Intesi.” accordò Jack.

Dean si sentì immediatamente in colpa per come si era rivolto al giovane e cercò di rimediare in qualche modo, anche perché aveva visto in che modo Jack aveva cercato di aiutare suo fratello. “Ma...non c’è bisogno che tu continui….a...a...” alludendo al fatto che Jack non aveva ancora tolto le sue mani dal petto di Sam.

“No.” lo sorprese Jack. “Resterò così fin quando non potremo salvarlo del tutto. In qualche modo riesco a sentire che la mia energia riesce a rallentare l’agire del veleno. Questo vi darà più tempo per scoprire e recuperare ciò che serve per guarirlo del tutto!” spiegò sistemando meglio le sue mani.

Dean annuì grato e poi senza altri indugi si recò nella grande biblioteca del bunker.

 

Nelle ore che seguirono il cacciatore, aiutato dall’angelo, si sommerse praticamente in ogni libro che , anche solo , nominasse mostri come la manticora o bestie simili.

Tutti i testi riportavano che la manticora era un essere soprannaturale mitologico, maledettamente potente e mortale. In molti scritti, decisamente antichi, l’essere veniva identificata con il nome di Bestia Errante e in maniera sconfortante, si diceva perfino che non c’era scampo al suo veleno.

 

“Ma quanto cazzo è antica questa figlia di puttana magica!!” gridò frustrato ad un certo punto , Dean, gettando all’aria i molti libri che aveva davanti.

Castiel non si azzardò a dire niente di fronte a quello scatto di ira furente. Sapeva che Dean ne aveva bisogno. Sapeva che l’amico non sopportava la sola idea di poter perdere suo fratello. Dopo qualche minuto e dopo che si rese conto che il respiro del cacciatore stava rallentando, tentò.

“Dean..”

“Dammi….dammi un momento, Cass. Per favore...solo...solo un momento!” sembrò supplicarlo. Le mani strette sulla spalliera di una sedia. Gli occhi fissi verso un punto imprecisato tra carte , fogli e libri vari. La mascella contratta. La mente nel panico più totale.

“Dean.” lo richiamò ancora, ma sempre cautamente.

“Non posso perderlo. Non così. Senza lottare. Senza che lui possa lottare.” confessò senza spostarsi da quella sua posizione.

“Non lo perderai. Troveremo qualcosa. Deve esserci qualcosa tra questi scaffali, tra questi libri.” lo incoraggiò speranzoso. “Era un mostro fatto di magia , beh!!, tra la magia dovremo cercare di fare....”

“Cosa.. Cass?” lo fermò sarcastico. “Fare cosa? Chiamare Mago Merlino e farci dare una mano?” domandò retorico e restò basito , quando vide che l’angelo scattò in piedi e si precipitò letteralmente tra un paio di scaffali poco distanti dal grande tavolo su cui erano accatastati i libri che stavano leggendo. “Cass?” lo richiamò perplesso. “Cass, che hai? Che succede? Dove...”

“Hai ragione!” affermò l’angelo mentre cercava nervosamente tra alcuni libri in scaffali poco più alti di lui.

“Ragione? Ragione su che ? Su cosa?!” domandò perplesso, Dean, prendendo comunque tra le mani, i libri che Castiel gli passava.

“Su Merlino.” rispose con una ritrovato entusiasmo.

“Cosa? Ma sei impazzito?? Io...io stavo solo...”

“No. Non sono impazzito!” lo riprese Castiel. E poi con un’esclamazione di pura soddisfazione: “Eccolo!!!” mostrando all’amico, il libro che stava cercando.

“Ma cosa...”

“Miti e leggende: le cronache arturiane” lesse con enfasi.

“Stai scherzando, Castiel?!” fece quasi alterato. “Credi davvero che la soluzione alla situazione di Sam sia in un libro di mitologia fantastica su un Re che non si sa nemmeno se sia esistito davvero?!”

“Non sono interessato ad Artù o alla sua vera o presunta esistenza, ma...”

“Ma a chi? Merlino?!” ironizzò , seguendolo fino al tavolo dove l’angelo si apprestò a sfogliare velocemente alcuni capitoli.

“Esatto!”

“Ok! E’ ufficiale! Aver usato in quel modo la tua Grazia ti ha fritto il cervello e ...” e in quel momento, quello che Castiel iniziò a leggere, lo fermò del tutto.

“….e Merlino, usando le sue prodigiose arti magiche , richiamò a sé la Coppa della Vita, l’unico artefatto magico che poteva salvare il suo amico e Re, dal mortale veleno della Bestia Errante. Fece bere ad Artù l’acqua direttamente dalla coppa in cui era stillata e con profondo sollievo si accorse che la potente magia di cui era pregno il mistico calice faceva gradualmente effetto sulla salute e la forza vitale del Re una volta e Re per sempre…...” e con soddisfatto entusiasmo posò sotto gli occhi dell’amico cacciatore, l’immagine di Merlino, della Coppa Magica, la Manticora e il Re vivo come a riprova che non tutto era ancora perduto.

 

Dean per un attimo restò basito a rileggere quelle parole e a fissare quell’immagine. Poi, tornò, lucido. O forse più confuso di prima.

“Cass...ok! ma...ma stiamo parlando di Merlino...di storie fantastiche e non….”

“Sai che ci sono più prove e testimonianze dell’esistenza di Merlino che di Artù?!” lo incoraggiò ad assecondare la sua idea, l’angelo. “Merlino era un Druido e il popolo Druido, o Celti come a volte vengono chiamati erroneamente, poiché i druidi sono l’elite dei Celti, è più che reale. Esistono ancora ai giorni nostri, nei luoghi che erano quelli dell’antica Britannia. Anche se oggi è decisamente meno numeroso e quindi....”

“Ok, Mr. National Geographic! Anche se fosse, anche se Merlino sia stato ciò che i libri dicono, come lo troviamo?, come sappiamo che lui possa davvero avere a disposizione questa coppa?!” fece ancora tentennante.

 

L’angelo ci pensò su un attimo, sembrava stesse facendo mente locale.

“Ricordi quando tu e Sam avevate bisogno delle ceneri della Fenice e l’unico modo era tornare ai tempi di Samuel Colt e di quello che fece nel 1861?” gli ricordò.

“Cass, erano scarsi un centinaio di anni e ti ci è voluta la ricarica con l’anima di Bobby per riprenderti e riportarci indietro. Qui stiamo parlando di un viaggio nel tempo di più secoli. Parecchi secoli!!” gli fece presente. “Parliamo di quanto...” guardando tra le pagine in cerca di una possibile data di riferimento. “….Cazzo!! il 500 e non il 1500 ma il fottuto e lontanissimo 500. Come pensi di riuscire a...”

“Non c’era Jack. Non avevamo la sua potenza!”

Dean tacque per un momento. Forse….forse…

“No..no...ascolta. Questa cosa...questa cosa non è affatto come la storia della Fenice. Lì avevamo una data ben precisa. Il biglietto era a destinazione sicura. Qui sarebbe un salto nel vuoto per me e un suicidio certo per te o per Jack.” riflette lucidamente. “Lo sai..lo sai che non c’è niente che non farei o solo tenterei per salvare la vita a Sam, ma così è mettere in atto una sorta di suicidio di massa e io non...” ma Castiel lo bloccò ancora, riprendendo a leggere dallo stesso libro ma molte pagine avanti.

“...festa del Samain, anno 512. Quei giorni, Merlino li soleva passare a Castle Sea, un’imponente magione dove la Tavola Rotonda primeggiava nella grande sala..” lesse dallo stesso libro.

Dean tacque di nuovo. Quel Forse che gli vorticava nella testa, all’improvviso sembrava perdersi in un Magari è davvero possibile.

“Samain ? E’ Halloween! Cioè significa pochi giorni tra ottobre e novembre!” riflettè.

“E Halloween non ha mai cambiato collocazione temporale nell’arco dei secoli.” lo incoraggiò l’angelo. “Dean, abbiamo i giorni. Abbiamo un anno di riferimento. Abbiamo un luogo certo.” e poi, cercando di essere ancora più convincente: “Abbiamo Jack e lui, di sicuro, non si tirerà indietro.”

Dean chiuse lentamente il libro che aveva davanti. Sospirò pensieroso.

“Chiama Jack.” disse sollecito e l’angelo corse verso la stanza in cui Jack stava ancora “sostenendo” Sam.

 

Quando Dean finì di spiegare la situazione al giovane nephilim, questi si dimostrò esattamente per quello che era. Leale e coraggioso. Si alzò dalla sedia su cui era seduto e si rivolse a Castiel.

“Dimmi cosa fare e dimmi come farlo. Non perdiamo tempo!” e a quell’esortazione, Dean si fece avanti.

“Jack, ne sei sicuro? Potrebbe essere pericoloso. Potresti...”

“Non sono io quello che farà il salto.” e in effetti aveva ragione. Se Jack avesse sbagliato in qualche modo o in qualunque cosa avesse dovuto fare per fargli fare quell’assurdo viaggio nel tempo, era Dean, quello che rischiava.

“Voglio che tu ne sia certo e voglio che mi assicuri che qualsiasi cosa accada non te ne farai una colpa!” ammise.

“Facciamo prima tutto quello che è possibile per salvare Sam. Alle possibili colpe ci penseremo dopo.” fece deciso e poi porse la mano a Dean. “Ci penseremo quando ti farò tornare e Sam starà di nuovo bene!” concluse quasi come un buon auspicio.

Dean annuì appena e strinse la mano del giovane, orgoglioso per come questi si stava comportando.

“Preparate quello che vi serve , io torno tra un po’!” fece avviandosi verso la camera di Sam.

 

Accanto al letto del fratello, Dean, ci rimase per alcuni minuti. Sperava tanto che solo per qualche misero istante , il fratello riuscisse ad essere cosciente. Dentro di lui, pensava almeno ad una sorta di ultimo saluto, se le cose non fossero andate per il verso giusto.

“Ok, fratellino! Io starò via per qualche giorno. Devo vedere di riuscire a trovare una cosina che a quanto pare, secondo Castiel, riuscirà a rimetterti in piedi. Ma tu...tu non farmi scherzi. Resisti. Jack e Cass ti aiuteranno a farlo. Io...io torno presto!” fece toccandogli la spalla. Sospirò profondamente e si avviò all’uscita.

 

“Dean...”

 

Dean si girò di scatto. “Sammy??!!” e tornò veloce al letto. “Ehi!! sei sveglio!” fece sorridendogli.

“Hai….hai...un aspetto di...merda!”

“Nemmeno tu scherzi!” replicò il maggiore.

Sam, nonostante si sentisse come se fosse stato investito da un tir con tanto di rimorchio, non riuscì a non notare la borsa da viaggio del fratello.

“Dove..dove vai?!!” chiese indicando appena il borsone.

“Devo recuperare una specie di artefatto che riuscirà ad annullare l’effetto del veleno di quel mostro figlio di puttana.” rispose , cercando di parere tranquillo ed evitando ogni particolare sulla “missione”.

“Ti...ti metterai...nei guai?!” chiese sorridendogli, Sam.

“Io? Nei guai? Ma quanto mai!!?” ironizzò con innocenza. E poi avvicinandosi al fratello. “Sai che non mi diverto se non mi metto nei guai!”facendogli l’occhiolino,

“Lo so, ma non ci...sarò io...a pararti il...culo!”

“Me la caverò lo stesso, presuntuoso.” e sorrise alla smorfia perplessa e poco convinta che gli fece di rimando Sam. “Ok! Ora ascoltami. Jack e Cass restano qui con te e ti aiuteranno a resistere al veleno perché a quanto pare il loro mojo angelico ne rallenta gli effetti. Io torno il prima possibile e quando torno, tu ritornerai ad essere Capitan Meraviglia.”

“Superman. Io sono….Superman!”

“Come ti dico sempre, al massimo puoi essere Thor se ti ostini a tenere questi capelli.”

“Fesso!” ribattè stancamente offeso il minore.

“Stronzo!” fu la giusta replica da parte del maggiore.

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: cin75