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Autore: Florafairy7    25/11/2018    1 recensioni
[ Sequel di "Profumo di un Fiore d'Inverno"]
Tante novità aspettano le Winx in questo nuovo anno! Dopo aver salvato per l'ennesima volta la Dimensione Magica dalla strega Yana, le sei fate possono concludere il loro percorso di studi ad Alfea. Ognuna di loro seguirà la sua strada tra dubbi e difficoltà entrando nel mondo adulto, ma resteranno divise per poco: una nuova minaccia incombe sulla Dimensione Magica e ci sarà bisogno di loro per combatterla.
{In collaborazione con Ariel99}
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brandon, Flora, Helia, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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DUE CUORI SPEZZATI NON NE FANNO UNO INTERO

"Ecco, siamo arrivati!" Esclamò Roy, indicando il porto poco distante da loro. Erano ancora in volo, così Musa incitò Polaris a creare della nebbia che potesse coprirli, dunque aprirono la mappa fornitagli da Timmy e Tecna e procedettero per l'incantesimo di localizzazione.

Proprio sotto di loro, sul vascello di don Pedro de Ataide, Brandon si trovava nella cabina del capitano, e con loro c'erano anche mastro Bart e la strega Iduna. Brandon teneva le labbra serrate ed era un fascio di nervi; cercava di contenere il dolore e tenersi in piedi e, cosa più importante, di tenere la testa alta e guardare negli occhi il pirata.

"E così, la magia della Natura di Linphea ti scorre in corpo." Esordì don Pedro, seduto alla sua scrivania.

"Sono umano." Ribadì Brandon, a denti stretti.

"Un umano che sembra alquanto sofferente." Puntualizzò Iduna, appoggiata alla scrivania, a braccia incrociate. Brandon distolse lo sguardo. "Sarai anche umano, ma hai un legame magico con Vymarna, la Natura."

"Un legame," Disse don Pedro, "che con la magia nera potrebbe essere trasferito, e poi invertito." Brandon gli rivolse immediatamente lo sguardo, scioccato.

"Sei pazzo. Non puoi farlo." Dichiarò il giovane.

"Iduna potrebbe farlo, fa parte della congrega Sanguini, loro sono antiche quasi quanto Vymarna." Spiegò tranquillamente don Pedro.

"Perché mai vorresti legarti a Vymarna?! È uno strazio! È... la tua vita non sarà più tua, sarà sua!" Disse Brandon, accigliato. Il pirata assottigliò gli occhi e sorrise, gettò uno sguardo a mastro Bart, ridacchiando, e l'uomo tarchiato rise, dunque don Pedro replicò:

"Cosa cerchi di fare? Psicologia inversa? Credi che sia uno stupido?"

"Beh... sì." Rispose Brandon, alzando le spalle. Don Pedro si alzò di scatto, sbattendo le mani sulla scrivania. "... ma, è vero ciò che ti ho detto, niente psicologia. La tua vita le apparterrà, in un modo o nell'altro..."

"Beh, in questo caso ti solleverò da tale peso, se è questo che chiedi." Brandon sgranò gli occhi.

"Perché vuoi farmi questo?!" Don Pedro alzò entrambe le sopracciglia.

"Oh, non sembri uno che odia tanto la sua situazione..."

"... ho detto che non è bello, ma ne ho bisogno." Ammise Brandon, abbassando lo sguardo. Il pirata accennò un sorriso.

"E come mai?"

"Affari personali."

"Oh, affari personali, capisco, capisco... anche i miei sono affari personali: se mi lego a Vymarna Iduna invertirà il legame e sarà lei a dipendere da me, ergo, sarà Linphea, un intero pianeta, ad essere sotto il mio dominio."

"No, non puoi farlo."

"Certo che può farlo." S'intromise Iduna. "La mia congrega può farlo, quindi non mi resta che capire meglio come funziona il legame. Vieni con me." Iduna stava per fare un passo ma Brandon la fermò.

"No! Aspetta! Aspetta, ti prego." La strega lo guardò in attesa, così come don Pedro. "Ho... ho bisogno di questo legame, ne ho davvero bisogno."

"Credi che m'importi?" Chiese don Pedro, alzando un sopracciglio.

"Ti chiedo solo questo: non privarmi di Vymarna." Pregò Brandon. Poi distolse lo sguardo, allontanandosi da quel posto anche solo per un momento, dimenticando il dolore. "Solo così potrà tornare su Linphea, è l'unico mezzo che Vymarna ha per riammetterla. Un ramo spezzato non si ricuce insieme sull'albero."

"Si può sapere di che diamine parli?!" Esclamò don Pedro, con rabbia, stufo della perdita di tempo. Brandon alzò lo sguardo, incrociando quello del pirata.

"Della donna che amo." Ci fu silenzio per un secondo, poi don Pedro scoppiò in una fragorosa risata, ma il giovane aggiunse: "Ti sto chiedendo solo questo. Questo e nient'altro." Don Pedro, con ancora un sorriso dipinto sul volto, disse:

"Se per te è così importante, dovresti chiedermelo in ginocchio. Dovresti provare almeno ad implorarmi." Brandon gli rivolse uno sguardo pieno di rabbia, ma don Pedro non cambiò espressione. Il giovane, a mascelle serrate, con fatica s'inginocchiò, ignorando il dolore. Don Pedro rise sommessamente, godendosi la scena. Fece un gesto con la mano, incitandolo. "Avanti, su, forza."

"Don Pedro, vi prego, vi... imploro, non toglietemi il legame che ho con Vymarna." Don Pedro storse le labbra. "Ve lo sto chiedendo per favore. Vi... vi prego." Don Pedro dunque divenne serio, sospirò e abbassò per un attimo lo sguardo, riflettendo. Guardò Brandon, increspando le labbra.

"Beh, voglio dire..." Sospirò. "... per te sembra una cosa davvero importante..." Guardò la strega. "Iduna, portalo via, e vedi come diavolo funziona questa magia. Voglio Linphea." La strega sorrise e don Pedro scoppiò a ridere, mentre Brandon, sgranando gli occhi, rimase a bocca aperta, e fu tirato su da mastro Bart, che lo condusse insieme alla strega.

 

"Perché non sono insieme? Credete che sia successo qualcosa?" Chiese Musa ai suoi amici, una volta compiuto l'incantesimo, scoprendo le diverse posizioni dei suoi amici.

"Non lo so, ma se Brandon è al porto vuol dire che è ancora sulla nave di don Pedro." Rispose Roy, indicando la mappa.

"Bene, quindi ora dobbiamo decidere se andare prima da Sky o da Brandon." Disse Aisha, guardando i suoi amici, mentre Polaris li teneva coperti da una fitta nebbia. "Non guardatemi così, non possiamo dividerci. Non conosciamo questo posto, e sarebbe pericoloso persino se lo conoscessimo. Dobbiamo restare uniti. Quindi, che facciamo?"

"Beh, non sappiamo con chi sia Sky, ma sappiamo con chi è Brandon. Possiamo prendere lui e poi cercare Sky." Disse Musa, storcendo le labbra, incerta. Roy scosse la testa.

"Io dico di andare prima da Sky. Don Pedro ha un'intera ciurma di pirati, e non solo. Se salvassimo prima Brandon li avremmo tutti dietro e non potremmo andare da Sky." Quindi, i due amici si rivolsero ad Aisha, come se lei fosse stata l'ago della bilancia. La principessa di Andros sospirò, incerta, ponderando la sua decisione, e alla fine disse:

"Va bene, salviamo prima Sky."

E, infatti, il principe Sky avrebbe davvero gradito essere salvato. Era ancora legato a quella sedia, e pensò che doveva trattarsi di magia nera perché non esisteva che non era in grado di liberarsi da una corda. Si era mosso, dimenato, aveva cercato di muovere le mani, di saltellare, ma non era riuscito a liberarsi. E non aveva neanche più il resto della polvere di fata, dato che quella strega che l'aveva rapito gliel'aveva presa. Ora non aveva più risorse, e una volta essersi reso conto che non c'era nulla da fare in quella posizione, si riposò per un attimo. Il primo pensiero andò al suo migliore amico, che aveva letteralmente sacrificato la sua vita per salvarlo. Pensò che appena si fosse liberato, sarebbe tornato su Eraklyon e avrebbe mosso un esercito pur di salvarlo. Non poteva abbandonarlo lì. Non dopo ciò che aveva fatto, ma soprattutto, non poteva lasciarlo per il bene che gli voleva. Sentì un rumore e si voltò  per quanto gli fu possibile. Vide la ragazza di quella mattina, e insieme a lei c'erano altre tre persone: un giovane grande e grosso, con i capelli rasati, una donna bassina e anziana, con delle lunghe trecce bianche, il volto e le braccia, così come le mani, piene di rughe, che fumava una sigaretta, e un giovane che sembrava essere quello più normale, anche lui con le lentiggini e la pelle bruciata, e i capelli rossi tagliati molto corti.

"Molto bene, come procediamo?!" Chiese la ragazza, sfregandosi le mani. "Gli tagliamo un orecchio? O forse un dito?"

"Calma, Naia, calma..." La ammonì il giovane dai capelli rossi. Si avvicinò a Sky. "Allora, principe Sky, cosa ci fai su Whisperia?" Sky lo squadrò, piuttosto interdetto, e disse:

"Innanzitutto, vi sconsiglio di cercare di tagliare via una qualsiasi parte del mio corpo." Il giovane si voltò verso i suoi compagni gettando loro uno sguardo, sorpreso da quella calma e quella compostezza. "Sì, beh, sapete, sono il Delfino di Eraklyon, sono abituato a gente che vuole rapirmi, nulla di personale. Ora, che ne dite se saltiamo la parte dove voi ve la vedete brutta e mi liberate direttamente?" Accennò un sorriso, con un'aria serena che nascondeva tempesta.


I tre amici scesero a terra con Polaris, fermandosi al porto di Murcielago. Musa e Aisha, servendosi della magia nera, avevano fatto in modo di cambiare sembianze, anche se quel travestimento sarebbe durato solo alcune ore. Ora Roy aveva i capelli neri e ricci, agli occhi degli altri, e la pelle scura, mentre Musa sfoggiava una pelle abbrozata e dei lunghi capelli biondi; Aisha, invece, aveva i capelli corti e neri, lisci come seta, e la pelle più chiara del suo solito: nessuno, tantomeno Mandragora, avrebbe potuto riconoscerli. Scesero dalla groppa di Polaris, tutti e tre molto agitati. Le ragazze, sistemandosi i vestiti, si diedero un'occhiata intorno.

"Un drago di ghiaccio! Ma tu guarda!" Si voltarono. Un uomo di mezz'età, dai capelli bianchi ed ispidi e un pizzetto tanto fuori moda quanto un capo di Ana Ku, aveva pronunciato quell'esclamazione guardando Polaris. Musa fece qualche passo verso di lui, lo guardò negli occhi e disse:

"Sì, beh, gira a largo e non osare neanche toccarlo o finiresti incenerito. Anzi, bada bene che nessuno gli si avvicini o me la verrò a prendere con te." L'uomo alzò un sopracciglio.

"Rilassati, bambolina, non..." Non poté terminare la frase che Musa, con un gesto della mano, attirò una scia di magia ai suoi piedi, facendolo saltare. "Va... va bene! Va bene!" Si affretto a dire quello, con aria impaurita. Musa fece cenno ai suoi amici, compì un incantesimo che proteggesse Polaris, e il terzetto si avviò verso il luogo dove doveva trovarsi il loro amico, quasi trattenendo il respiro.

Eppure, a pochi passi da loro, attraccata a quello stesso porto, c'era la nave di don Pedro e lì Brandon, che era nelle mani della strega Iduna. Si trovavano in una cabina della nave, e Brandon era in ginocchio al centro della stella disegnata dalla strega, con le mani legate dietro la schiena. Faceva molto caldo. Brandon guardava la strega dal basso mentre una goccia di sudore gli scendeva dalla tempia. Tremava leggermente, per il dolore e per la paura.

"Ti prego, non farmi questo." Implorò, ancora una volta. Iduna distolse lo sguardo dal suo grimorio e lo guardò, dunque si abbassò per arrivare alla sua altezza e, con fare superiore, disse:

"A cosa credi mai che potrebbe servirti? Ormai non te ne andrai più da Whisperia. Ti rendi conto, vero, che morirai prima di saldare quel debito? Quanti sono, cinquecento galeoni? O forse di più... Mettiti l'anima in pace: non rivedrai più la tua bella." Sorrise divertita, prendendogli il mento che era diventato ispido, poiché anche se prima dei combattimenti il giovane aveva avuto modo di gettarsi un po' d'acqua addosso, di certo non aveva avuto occasione di radersi. Si scostò da lei, abbassando lo sguardo.

"Prima... prima era un fardello. Ora è l'unica cosa che mi tiene legato a quella vita. Se anche dovessi rimanere qui, morire qui, almeno voglio rimanere quello che ho scelto di essere." Iduna storse le labbra, alzando un sopracciglio, e si alzò.

"Troppa filosofia per i miei gusti. Allora, dov'eravamo?" Disse, riprendendo il grimorio. Ma Brandon la interruppe ancora.

"Puoi almeno fare qualcosa per alleviare il dolore?" Lei lo guardò, seccata.

"Pronto? Sono una strega! Credi che le streghe abbiano poteri curativi? Razza d'imbecille..." Brandon non disse nulla, rimase semplicemente a guardarla, con le mascelle serrate per sopportare il dolore che lo affliggeva.

Dall'altra parte del pianeta, invece, Sky era alle prese con i suoi rapitori. Il giovane che si era rivolto a lui sembrava il capobanda: era lui che faceva le domande lì.

"È tutto chiaro? Ora, forza, muoviamoci, non voglio che arrivi quella stregaccia di Mandragora a rovinare tutto."

"Sì, ma, Kumi," Disse Naia, "io continuo a pensare che dovremmo intimidire, in qualche modo." Il giovane stava per rispondere, ma la donna anziana esclamò:

"Ma dico io, che ci sono a fare? Me lo dite, se no prendo i miei soldi e me ne vado!"

"No, Juba, hai ragione, hai ragione." Disse Kumi. Mise le mani sulle spalle della ragazza e disse: "Dobbiamo fare tutto con calma, la pazienza è essenziale, ricordatelo." Naia annuì, nel frattempo l'anziana continuava a brontolare:

"Prima richiesta di riscatto, poi si comincia a tagliare. Non è difficile, dico io, per Ecate, non è affatto difficile!"

"Bene! Bobo, siamo pronti!" Disse Kumi, rivolto all'altro ragazzo. Questo era pronto con una videocamera. Sky li guardò, chiedendosi quale sarebbe stata la sua prossima mossa.
Il principe non poteva immaginare che i suoi amici lo stavano cercando. Musa, Aisha e Roy erano proprio a pochi passi da lui, seguendo l'amuleto, che teneva Aisha perché per Musa era troppo disgustoso tenere in mano i capelli del suo amico.

"Ci siamo quasi. Ma dovete mantenere la calma. Musa, si vede lontano un miglio che sei nervosa." Bisbigliò Aisha, camminando stretta ai suoi amici.

"Sì, beh, scusa tanto se gli sguardi di questa gente mettono i brividi. Ho sentito cose orribili su ciò che fanno alle fate qui." Replicò la sua amica, con il cuore che le batteva forte.

"Ragazze, non è il vostro caso. Avete coperto la magia bianca, siamo circondati da un'illusione. Non vi scoverebbero mai." Cercò di tranquillizzarle Roy. Poi Aisha si fermò di colpo, guardando un palazzo che era alla sua sinistra. Il vicolo in cui si trovavano era stretto, passò una donna gettando uno sguardo a Roy, ma li superò. "È qui?" Chiese il giovane, Aisha annuì.
Proprio lì dentro, Sky stava leggendo un messaggio che Kumi teneva alzato accanto alla videocamera.

"Mi mancate, e vorrei tornare a casa. Queste persone minacciano di farmi del male, anzi... ehm, non leggo, cosa c'è scritto lì?" Chiese, fermandosi. La ragazza dai capelli rossi sbuffò, alzando gli occhi al cielo e sbraitando: "Per Ecate, ma alla scuola dei principi non vi insegnano a leggere?!! Sei un incapace, ecco cosa sei!" Sky alzò un sopracciglio, perplesso davanti alla reazione della ragazza. L'altro stava per ribattere, ma in quel momento ci fu un'irruzione, e poi il caos.

Iduna stava compiendo la sua magia, dominando il sangue di Brandon, scorrendo nelle sue vene e comprendendo la magia di Vymarna. Lui era lì, in ginocchio e senza possibilità di agire, col fiato corto, e lucido di sudore. Sentiva la strega, proprio come aveva sentito la melissa di Linphea. Il segno sul suo petto cominciò a bruciare, come se lo stessero nuovamente marchiando, e Brandon lanciò un grido di dolore.


"Phesmatos Incendia!" Esclamò Musa stringendo i pugni, a quel punto una lingua di fuoco circondò i quattro sequestratori, che erano stati presi di sorpresa.

"E voi chi diavolo siete?!" Esclamò Juba, accigliata.

"Siamo qui per il principe Sky." Rispose Aisha. Roy corse da lui, cercando di liberarlo, ma non ci riuscì.

"Ragazze!" Chiamò, così Musa andò a dargli una mano, mentre Aisha mantenne vivo il fuoco greco. La fata si accorse che era magia nera che teneva legato il suo amico, ma era un incantesimo semplice che riuscì a spezzare in un secondo. Non appena Sky fu libero si alzò immediatamente, ma in quel momento Naia tese la mano e annientò il fuoco. Musa passò al fianco di Aisha.

"Phesmatos Infero Eseri Gratas!" Pronunciarono insieme le due amiche, lanciando un colpo contro Naia, ma Kumi la tirò a sé permettendole di schivarlo. Purtroppo, Sky non sapeva che quelli erano i suoi amici, così approfittò della confusione per colpire Roy, che era di fianco a lui, con una gomitata. Il giovane, colto completamente di sorpresa, rimase qualche secondo confuso e dolorante, ma si accorse che Sky stava scappando, così lo raggiunse. Kumi e Bobo fecero lo stesso, mentre Naia rimase a combattere contro le due fate, e Juba lanciava oggetti contro di loro. Bobo si era parato davanti alla porta, Sky era circondato da lui, Roy, e Kumi.

"Vi siete messi contro il principe sbagliato." Affermò Sky. Così, diede un calcio a Kumi, facendolo indietreggiare, e fece per colpire nuovamente Roy, che però si scansò dicendo:

"Sky, sono qui per salvarti!"

"Sì, certo!" Borbottò Sky, facendo ancora per colpirlo e parando il colpo di Kumi.

"Dico sul serio!" Insisté Roy. A quel punto, il giovane, invece che cercare di schivare i colpi del suo amico, cominciò a colpire Kumi, che però sembrava essere un buon combattente. Ma Baba arrivò alle spalle di Sky, e lo prese di peso immobilizzandolo.

"Ma cosa...?!" Esclamò il principe, ritrovandosi indifeso senza possibilità di muoversi. Kumi si fermò per riprendere fiato, ma Roy raccolse la gamba della sedia che era a terra, dopo che si era rotta per gli attacchi. L'altro fece lo stesso, e presero a combattere. Baba si spostò, cercando di allontanare Sky, ma il principe gettò la testa indietro dandogli una testata che gli ruppe il naso. Il ragazzo grande e grosso si piegò in due dal dolore, tenendosi il naso che grondava sangue, così Sky gli diede un calcio nello stomaco e un pugno in faccia, facendogli perdere i sensi. Quando Roy si accorse che il suo amico era libero e pronto a scappare, diede un urlo alle sue amiche che capirono che era ora di andare. Le due fate si presero per mano tenendo l'altra mano aperta davanti a loro e dissero insieme: "Phesmatos Motus Robix!" A quel punto, Naia e Juba furono completamente immobilizzate, come due statue di sale. Le due fate dunque fecero per scappare, ma Kumi si voltò e si parò davanti a loro.

"Come avete potuto?!" Esclamò, e si preparò per attaccarle. Le due fate fecero un passo indietro, ma in quel momento Kumi cadde a terra, privo di sensi, per un colpo datogli alla testa da Roy.

"Non provare neanche a toccare le mie amiche." Disse il giovane. Aisha e Musa sorrisero sollevate. Poi i tre si ricordarono di Sky, che era in posizione per uno scatto verso la porta, ma Aisha disse subito:

"Sky, fermo!" Lui la guardò, cercando di capire se andare in fretta alla porta o se avrebbe fatto la fine di Juba e Naia. "Siamo noi. I tuoi amici, siamo venuti a salvare te e Brandon."

"Cosa? No, voi due siete delle streghe. Combattete ad armi pari, senza magia."

"Sky..." Lui gettò uno sguardo alla finestra, solo dopo che ebbe fatto il primo passo Aisha capì cosa aveva intenzione di fare, così con una rovesciata si fiondò davanti alla finestra arrivando lì pochi prima di lui, e impedendogli di scappare. Sky rimase fermo davanti a lei, guardandola. Sorrise, ed anche Aisha lo fece, sollevata. Ma quel momento fu interrotto quando lui la prese di forza, stringenola a lui e tenendo alla sua gola  un pezzo di vetro che aveva raccolto da terra.

"Non vi muovete." Disse a Musa e Roy.

"Sky, non fare sciocchezze, siamo noi." Disse Musa, facendo un passo avanti. Aisha, colta così di sorpresa e rendendosi conto della serietà del suo amico, ebbe paura e rimase immobile. "Sono Musa, quella che stai minacciando è Aisha e lui è Roy. Abbiamo usato la magia nera per camuffarci, siamo qui per salvarti."

"Pretendete che vi creda?" Chiese Sky, con espressione dura.

"S-sì." Disse Aisha, con un filo di voce. "Metti una mano nella mia tasca, troverai qualcosa che ti appartiene. Ce l'ha dato Bloom per permetterci di trovarti." Sky guardò Musa e Roy, tenendo ancora Aisha sotto minaccia. Senza distogliere lo sguardo da loro, fece scivolare la mano nella tasca della principessa, e sgranò gli occhi quando trovò il regalo che aveva fatto a Bloom.

"Non posso sapere che siete veramente voi." Insisté poi, scurendosi in viso. Potreste star mentendo, tutta la Dimensione Magica conosce i nomi dei miei amici e sa di me e Bloom. Potreste averla rubata, non è difficile entrare in un palazzo reale."

"È... è vero." Disse Musa. "E noi lo sappiamo bene, perché abbiamo derubato la regina di Isis. Le abbiamo preso il cuore della natura. Flora e Brandon entrarono nel palazzo e lo rubarono." A quelle parole, Sky abbassò lentamente l'arma, lasciando andare Aisha, poi sorrise.

"Siete voi! Ragazzi, mi dispiace! Ma non potevo sapere, io... Aisha, Aisha, mi dispiace così tanto!" Disse abbracciando la sua amica.

"Va bene, ma questa te la farò pagare." Disse la principessa, con aria da dura.

"Siamo contenti di vederti, Sky. Ma ora andiamo, prima che questi qui si sveglino." Suggerì Musa, così i quattro amici, andarono via di lì.
Cammiarono con aria tranquilla, ma furtivamente, lungo i vicoletti di Whisperia. Velocemente, le ragazze camuffarono Sky con lo stesso incantesimo che avevano usato per loro, dunque, facendo finta di niente entrarono in una locanda e sedettero.

"Sky, allora, stai bene?" Chiese Musa, con aria preoccupata, a bassa voce. Il suo amico sospirò e rispose:

"Sì, tutto sommato sto bene. Quelli avevano intenzione di chiedere un riscatto."

"Ma come hai fatto a fuggire dalla nave di don Pedro?" Chiese Roy. "Perché tu e Brandon vi siete separati? E Mandragora?"

"Ssst!" Lo zittì Sky. "Non fare certi nomi." Spiegò come era rimasto sulla nave per due giorni, come Mandragora aveva espresso il suo desiderio di vendetta e come poi Brandon avesse fatto in modo di farlo scappare.

"Quindi Brandon è ancora sulla nave di quel pirata?" Chiese Aisha, Sky annuì.

"Dobbiamo salvarlo, non può farcela a scappare. Lo uccideranno." Aggiunse il principe.

"Abbiamo un piano." Dichiarò Musa. "Saliremo su quella nave e..."

"No, Musa, no." La fermò il suo amico. "Voi su quella nave non ci potete mettere piede, non dovete. E neanch'io. Mandragora e don Pedro sono alleati, e quella strega è potente. No, faremo in un altro modo. Ascoltate." Così Sky espose il suo piano ai suoi amici.

Era pomeriggio, e dei loro amici che erano su Whisperia ancora non si avevano notizie. Helia era tornato su Magix ed aveva incontrato suo nonno, mentre Flora era rimasta su Sakoma con sua sorella. Su Domino, Stella stava aspettando che Bloom tornasse da Tír na nÓg, e infatti lei era ancora lì, con Roxy, Morgana e Klaus. La principessa di Domino era in piedi, tra le righe delle fate terrestri, tutte lì per accogliere la loro nuova regina.
La sala del trono era gremita, c’erano le fate guerriere e le studentesse di Tír na nÓg. Morgana e Klaus erano al fianco di Roxy, mentre Nebula era a pochi passi davanti al trono. Nonostante la grande folla, che era minima paragonata alla quantità di persone che Nebula avrebbe voluto invitare, cosa che non aveva fatto su richiesta di Morgana di rendere la cerimonia “il più intima possibile”, si manteneva un religioso silenzio, rotto soltanto dal borbottio del cielo e dai tuoni che preannunciavano un temporale. Morgana aveva un’espressione molto seria, indispettita, per meglio dire; mentre Klaus sembrava semplicemente sorpreso e aveva la tipica espressione di chi con fatica cerca di mantenere la calma e la compostezza proprie di un momento tanto solenne.

“Molto bene.” Disse Aurora, la fata maggiore del Nord, facendo un passo avanti. “Oggi siamo qui tutti riuniti come testimoni dell’abdicazione di Roxy, figlia di Morgana, erede legittima al trono di Tír na nÓg.” Roxy fece un passo avanti, separandosi dai suoi genitori ed arrivando al fianco di Nebula. Portava sulla testa la corona di regina, tutti la osservavano. La giovane fata gettò un’occhiata a Bloom, la sua amica le rivolse un sorriso per infonderle coraggio. “Roxy.” Disse Diana, fata maggiore della natura. “Sei consapevole di cosa comporterà la tua scelta?” Chiese.

“Sì. Sì, lo sono.” Rispose la giovane fata con un cenno della testa.

“Bene.” Disse ancora Diana. Prese la corona dalla testa di Roxy e la spostò sulla testa di Nebula. La sua amica le sorrise.

“Nebula.” Esordì Aurora. “Con questi testimoni, e con la certezza che tutto è stato compiuto in piena autonomia di scelta, io ti proclamo regina di Tír na nÓg.” Si alzarono le grida e gli applausi, le fate terrestri acclamarono la loro nuova regina, mentre Roxy, con un sorriso sollevato, riconobbe la delusione e la disillusione nello sguardo di sua madre.


“Iduna!” Esclamò uno dei pirati, entrando con irruenza nella cabina dove la strega stava praticando la sua magia su Brandon. Lei si voltò, Brandon, sfinito, alzò lo sguardo verso di lui. “Ora basta, dice don Pedro di lasciarlo.”

“Cos’è, ora don Pedro prova pietà?” Chiese la strega, alzando un sopracciglio.

“No, ma stasera ha degli incontri, e don Pedro vuole essere sicuro che li vinca.”

“Mm,” Fu la risposta della strega, che storse le labbra con aria delusa. “bene, prenditelo allora.” Il pirata alzò Brandon di peso per un braccio, il giovane a stento si reggeva in piedi. Gettò un’occhiata alla strega e seguì il suo aguzzino fino alla sua cella sottocoperta.

Su Sakoma, Flora era in camera sua. Aveva lasciato Miele in biblioteca a studiare, aveva infatti messo in chiaro con la sua sorellina che, sì, l'avrebbe aiutata ad imparare a combattere, ma lei doveva andare avanti nello studio.
Lei avrebbe voluto mettersi sui libri, continuare a cercare una soluzione diversa dal Sigillo, o avrebbe voluto mettersi in contatto con qualcuno per trovare una soluzione per sua madre, o magari avrebbe voluto chiamare suo padre per sostenerlo. Tutto quello che però ebbe la forza di fare fu stendersi sul letto. Rannicchiarsi, spostarsi i capelli dalla faccia, e piangere silenziosamente. Tutto quello era troppo, fin troppo, e lei non riusciva a sopportarlo. E il fatto che non ci riusciva la faceva sentire peggio. Sentiva che stava sprecando tempo prezioso. Ma non riusciva ad alzarsi. Ripensava alle parole di Helia e pensava che aveva ragione. Voleva sperare, voleva farlo con tutto il cuore, ma il suo cuore era debole. L'aveva messo a dura prova, il suo cuore, ed ora lui aveva gettato le armi. Non aveva più forza, né alcuna voglia di provarci. Sembrava che tutto stesse per crollare da un momento all'altro. Rimase ferma, lì, su quel letto, ignorando gli impegni che aveva quel pomeriggio con le dame, figlie dei consiglieri del re, e pianse. Poi si asciugò le lacrime, rimase ferma ancora un po' a guardare verso la finestra, e poi pianse ancora. Fu così ancora, e ancora, mentre il sole cominciava a tramontare; non si accorse nemmeno dell'assenza della sua pixie. Rimase immobile, mentre ormai la giornata scorreva via e da Whisperia non arrivavano notizie.

Quello stesso pomeriggio, Brandon lo passò in maniera molto simile. Sfinito dalle torture di Iduna, il giovane era tornato nella sua cella. E come se non fosse finita lì, ebbe visite.

"Che cosa vuoi?" Chiese, con voce trascinata, seduto a terra, appoggiato con la schiena e la testa alla parete, guardando Mandragora.

"Voglio sapere del principe Sky." Rispose la strega, stringendo due sbarre con le mani.

"Beh, perdi il tuo tempo: non ho idea di dove sia Sky."

"Stai mentendo. Non può essere lontano, i miei bambini lo sentono, hanno sentito l'odore del suo sangue." Replicò lei, mentre una scia di insetti le corse lungo le mani e le braccia.

"Allora cercatelo, cosa vuoi da me?"

"Voglio offrirti un accordo." Brandon alzò un sopracciglio.

"Tu che proponi a me un accordo? Ti rendi conto di dove siamo? E di dove sono io?"

"Perfettamente!" Esclamò Mandragora ridendo. "E voglio aiutarti a scappare, se solo tu aiuti me." La strrga lo guardò, trepidante. Brandon rimase fermo per un momento, poi prese un respiro e si inumidì le labbra, rotte dalle percosse della notte precedente, e, tenendosi il busto con una mano, si girò piano verso di lei.

"E... sentiamo, di che tipo di aiuto staremmo parlando?"

"Ti permetterò di uscire, ma tu mi farai da esca per trovare il principe. Siete amici, se sapesse che sei in pericolo correrebbe a salvarti." Brandon scosse la testa.

"Sono già in pericolo, ed è scappato, cosa ti fa pensare che tornerebbe?"

"La prima volta l'hai aiutato, eri consapevole del tuo pericolo, ma se ti vedesse in mano mia..."

"Taci, strega." La fermò Brandon, col viso scuro. Mandragora spense il suo sorriso.

"Potrei costringerti, e lo sai." Disse lei.

"No, non puoi. Ubbidisco a don Pedro, non a te, e sono certo che non gli farebbe neanche troppo piacere sapere che hai tramato alle sue spalle. Ora sparisci!" Mandragora lasciò andare le sbarre e fece un passo indietro con aria indignata.

"Osi persino ricattarmi?! Tu, razza di misero essere! Non vali neanche uno dei miei insetti!"

"Bene, ora via di qui o chiamo qualcuno." Replicò lui, accigliato. La strega gli rivolse uno sguardo carico di collera ed andò via, seguita dalla sua coda d'insetti.

Su Domino, Bloom era appena rientrata con Roxy ed era quasi del tramonto, anche se si vedeva poco a causa del cielo scuro. La sua amica aveva salutato i suoi genitori a Tír na nÓg, loro erano tornati sulla Terra e lei aveva seguito Bloom. Stavano rientrando a palazzo mentre Bloom diceva:

"Capisco come ti senti, ma è tua madre."

"Sì, Bloom, lo so." Replicò Roxy, a braccia incrociate. "Ma lei tiene più alla sua corona che a me, e ha scelto quella la prima volta. Lei... non si è impegnata, non ha capito che sebbene io la volessi nella mia vita ero ferita. Mio padre invece c'è sempre stato, e anche oggi mi ha sostenuta. Lei, invece..." Roxy lasciò cadere la frase mentre Bloom sospirò. Neanche il tempo di mettere piede nell'atrio che Bloom fu avvicinata da una serva, che le annunciò che la principessa Stella la aspettava nella sala del tè. "Salutami Stella." Disse Roxy, con voce piatta, superando la sua amica e avviandosi verso le scale.

"Ma... Roxy." La fermò Bloom, con la mano ferma a mezz'aria, lei si girò. "Vieni anche tu da Stella, le farà piacere vederti." La giovane fata, con con aria stanca, si strinse nelle spalle e replicò:

"No, preferisco stare un po' da sola. Salutamela." Così andò di sopra. Bloom sospirò amareggiata e raggiunse la sua amica che l'aspettava.


Helia, invece, tornato su Magix, si recò nell'ufficio di suo nonno. Fu sorpreso quando lì trovò la preside Faragonda.

"Helia, caro, come stai?" Chiese la preside, lui chiuse la porta alle sue spalle e si avvicinò alla scrivania.

"Bene, grazie."

"Ti faccio i miei complimenti e i più sentiti auguri." Lui sembrò confuso e lei aggiunse: "Tuo nonno mi ha parlato delle tue capacità."

"La ringrazio. Ecco, allora passo dopo quando sarai libero." Disse a suo nonno, ma la preside lo fermò.

"Helia, hai notizie delle ragazze?" Chiese la fata, speranzosa. Helia sospirò, col viso scuro, e rispose:

"No, mi dispiace, ancora nulla."

"Capisco... fatemi sapere quando ci sono novità." Helia annuì. Dunque, il giovane lasciò l'ufficio, lasciando suo nonno alle sue questioni, e tornò nella sua camera. Lì, sicuro di ciò che voleva fare, la chiamò.

"Ehilà! Non immagini che sorpresa! Ma non immagini che piacere! Helia, mi manchi tanto!" Esclamò Chatta, apparendo in una nuvoletta di polvere dorata. Helia ridacchiò, guardando la fatina che fluttuava davanti a lui.

"Ma se ci siamo visti questa mattina!"

"Sì, ma prima stavamo sempre insieme: tu, Flora ed io. Io, tu e Flora!" Disse lei con fare drammatico.

"Già..." Borbottò il giovane, amareggiato. "Chatta, ascoltami, ho bisogno di un favore." Disse quindi Helia, risoluto. La fatina gli prestò attenzione. "Ho bisogno di parlare con la melissa di Linphea, ma è difficile accedere a lei. Tu puoi aiutarmi?"

"Ma certo!" Esclamò lei, con fare da sbruffona. "Io e Daisy stiamo così!" Unì due dita. "Sai che vuol dire amiche per la pelle? Siamo io e Daisy. Hai capito bene, la sottoscritta e la nientepocodimeno che la pixie della melissa di Linphea, siamo buone amiche!" Concluse, poggiandosi le mani ai fianchi e piegando di poco la schiena all'indietro.

"Oh, bene, Chatta! Sei davvero la migliore pixie del mondo!" Dichiarò Helia con un sorriso. "Puoi chiederle se posso incontrarla domani?" Chatta cercò di non spegnere il suo sorriso, ma, con voce leggermente stridula, chiese:

"Ehm... domani? Di già?"

"Sì!" Rispose lui, convinto. "È un problema?" Domandò, frenando il suo entusiasmo. Chatta ridacchiò, cercando di non perdere l'atteggiamento sicuro che aveva, e rispose:

"Certo che no! Nessunissimo problema!... ehm..."

"Bene, Chatta, grazie!" Disse ancora Helia, riaccendendo il suo sorriso. "Sarà meglio domani, sì... le ragazze dovrebbero far ritorno entro stasera con Sky e Brandon, ed io ci spero, ma... domani avremo le risposte certe. Meglio aspettare." Spiegò poi, spegnendosi leggermente. Chatta anche divenne seria, e chiese:

"Helia, tu credi... sì, tu credi che Sky e Brandon non torneranno più?" Helia incrociò lo sguardo della fatina e si sentì una morsa che gli stringeva il petto.

"Non lo so, Chatta, non so cosa credere, ma voglio essere pronto se mai arriverà una notizia che non mi piacerà."

"Oh..." La pixie abbassò lo sguardo, Helia fu sorpreso e lei si affrettò a dire: "... lo so, non rimango mai senza parole... ma, stavolta mi dispiace... cioè, mi dispiacerebbe se non tornassero. Brandon è uno scemo," Ci tenne a precisare, "però non è cattivo, e devo ammettere che più di una volta c'è stato posto per me sulla sua spalla."

"Lo so, Chatta." Lui le fece cenno di avvicinarsi e la pixie sedette sulla sua spalla, stringendosi a lui. "Brandon è buono, ed anche Sky lo è, e sono nostri amici. Ma non sempre le cose che ci capitano sono quelle che ci meriteremmo."

Su Eraklyon, Tecna e Timmy erano rimasti in laboratorio tutto il giorno, seguendo i movimenti dei loro amici attraverso il segnale dei biolocalizzatori. Purtroppo, non avevamo altro: usare altri tipi di connessione sarebbe stato pericoloso, persino i cellulari lo sarebbero stati, nel caso li avessero catturati sarebbero potuti essere usati come false esche per una falsa richiesta di aiuto, ad esempio. Per questo, i due scienziati avevano dato chiare istruzioni ai loro amici: si sarebbero messi in contatto con loro soltanto sulla via del ritorno, e quel ritorno sarebbe stato compiuto entro la mezzanotte di quel giorno qualunque cosa fosse accaduta, se avessero trovato o no i ragazzi. Rimanere più tempo lì sarebbe potuto essere fin troppo pericoloso, soprattutto per le due fate. Quindi, erano tutti in ansia aspettando una telefonata che sarebbe dovuta arrivare da un momento all'altro, e semmai le lancette avessero superato la mezzanotte e quella telefonata non fosse arrivata, allora significava che era successo qualcosa.

E, proprio su Whisperia, mentre le ragazze si sentivano perse per non poter comunicare con le loro amiche, i quattro amici erano rimasti alla locanda per l'intero pomeriggio, e non erano stati i soli, cosa che li aiutò a non dare nell'occhio. A quanto pareva  molti di coloro che facevano sosta su Whisperia, si trattenevano giornate intere in quelle locande, per poi rimettersi in viaggio per le loro razzie e crudeltà contro le creature magiche. Il piano di Sky era chiaro, anche se rischioso, ma, d'altra parte, sentendo le storie raccontate da Sky, quello di Jackson lo sembrava di più, quindi decisero di seguire quello del principe di Eraklyon. In quel momento, secondo le informazioni date loro da Sky, immaginavano che Brandon fosse ancora su quella nave. E non si sbagliavano. Lo scudiero era nella sua cella, riflettendo su ciò che gli aveva detto Mandragora. Non sapeva di Sky, e si chiedeva se la strega avesse ragione e se lui fosse ancora lì, ma non aveva intenzione di tradirlo. Anche se avrebbe potuto usare quella proposta. Avrebbe potuto far credere a Mandragora di voler accettare e poi coglierla di sorpresa e scappare. Alzò gli occhi verso la piccola finestra, capì che ormai era sera, il che significava che presto sarebbero venuti a prenderlo per l'incontro. Al solo pensarci gli veniva la nausea. Aveva un peso sul petto, il cuore gli faceva male, e non era colpa di Vymarna. Il problema era la sua vita. Si sentiva perso, finito. Non riusciva a vedere via d'uscita e aveva paura. Aveva gli occhi lucidi, ma si sentiva tanto disperato che faceva fatica persino a respirare e non riusciva neanche a piangere. Sobbalzò quando il pirata dalla pelle scura batté le chiavi sulle sbarre, facendogli segno di alzarsi e seguirlo. Brandon decise. Quella sera avrebbe perso, e si sarebbe fatto uccidere.

Musa e Aisha, in maniera molto discreta, praticarono l'incantesimo di localizzazione per rintracciare Brandon. La mappa mostrò che il loro amico si trovava nella piazza dietro al Murcielago, detta la Bruja, quindi, senza perdere altro tempo, si diressero lì. Mentre camminavano per quei vicoli, che sembravano ancora più inquietanti ora che era calata la notte, non dissero una parola, anche se di silenzio intorno a loro ce n'era poco: le locande si erano riempite ancor di più e le urla e le voci riempivano le strade.
Seguendo la loro mappa, svoltarono le strade, poi però furono attratti dalle urla, che sembravano essere quelle di chi aveva puntato su uno dei due partecipanti all'incontro. Gli amici si gettarono uno sguardo, quindi raggiunsero quel posto. Non si sbagliavano: arrivati alla Bruja, trovarono una gran folla, dunque si avvicinarono. La folla era in cerchio, i ragazzi cercarono di farsi strada tra tutti quegli uomini alticci e le streghe, quindi lo videro. Videro Brandon che combatteva contro un uomo dal viso distorto dall'espressione animalesca. Aisha e Musa si impietrirono, turbate da quella visione. Brandon era sanguinante, con visibili segni di percosse sia in viso che sul corpo. Quando invece Sky vide il suo amico provò dolore e rabbia, ed ebbe l'istinto di fare un passo verso di lui, ma Roy lo fermò prontamente. Roy fu l'unico che cercò don Pedro con lo sguardo, e lo trovò infatti lì seduto che si godeva lo spettacolo insieme ad una ragazza dai capelli molto lunghi e dei tatuaggi sul braccio.

"Dobbiamo portarlo via." Disse Sky, a denti stretti, ai suoi amici.

"Qui è un covo di streghe, dobbiamo aspettare." Replicò Aisha.

Brandon non aveva idea che i suoi amici avessero intenzione di salvarlo, né che fossero lì, a pochi passi da lui. Il suo sfidante era più alto di lui, più grosso di lui, e più forte di lui. Ma non era questo il punto. Brandon era un soldato della guardia reale, scudiero del Delfino di Eraklyon, sapeva esattamente cosa fare se avesse avuto intenzione di batterlo. Ma quella sera non ne aveva intenzione. Mentre faceva dei passi in cerchio confrontandosi col suo avversario, sanguinante, sudato e dolorante, Brandon fu sicuro che non aveva alcuna intenzione di andare avanti. Era solo, ormai. E la strega aveva ragione: prima o poi lì sarebbe morto. Meglio prima che poi. Non voleva continuare. Avrebbe voluto stendersi, poggiare la testa sul grembo della donna che amava e sentire la sua voce dire che sarebbe andato tutto bene. Ma non sarebbe successo. Dunque, condurre il resto dei suoi giorni a farsi percuotere e a dare il tempo ad una strega di rendere don Pedro de Ataide padrone di uno dei pianeti fondamentali per l'equilibrio della Dimensione Magica, non era ciò che voleva. Schivò raramente, e lasciò che il suo avversario lo colpisse. Tra le urla, poté sentire la voce di don Pedro che urlava: "Ma che diamine gli è preso a quell'imbecille?! Muoviti! Forza! Razza di mollusco senza spina dorsale!" Quanto odiava quell'uomo. Lo odiava dalla prima volta che lo aveva visto, nove anni prima, quando, anche se era solo un quattordicenne, suo padre l'aveva portato con lui ad incontrare il famoso don Pedro. Gli arrivò un pugno, sputò sangue e rialzò la testa. Non si era mai fatto ammazzare di botte, si chiedeva quanto tempo ancora ci volesse.

Nel frattempo, su Sakoma, Flora si accorse che qualcuno aveva bussato alla porta e diede il permesso di entrare.

"Flora, ti ho portato qualcosa da mangiare." Disse Miele entrando. Sua sorella si tirò su e la guardò.

"Grazie, Miele, non dovevi disturbarti."

"Hai intenzione almeno di mangiare?" Chiese sua sorella, poggiando il piatto sulla scrivania. Flora increspò le labbra in un sorriso.

"Magari dopo. Dai, vieni qui."  Disse allargando le braccia. Miele si avvicinò e sedette accanto a lei, lasciandosi avvolgere dalle sue braccia.

"Sei preoccupata?" Chiese la sua sorellina, ancora stretta a lei.

"Sì, Miele, sono molto preoccupata. Sono le dieci, le ragazze avrebbero dovuto già chiamare, essere di ritorno. Tecna ha dato loro chiare istruzioni, e sono molto preoccupata." Rispose la maggiore, scura in viso. Miele sospirò, dispiaciuta, e disse:

"Mancano ancora due ore, devi stare tranquilla. Ce la faranno." In tutta risposta, Flora la strinse più forte.

Nel mentre, su Domino, Bloom era ancora in compagnia di Stella, che, dopo aver consolato la sua amica e avrele dato speranza, le aveva raccontato in ogni minimo dettaglio del duca di Westero, e si era persa in altre chiacchiere fino a far calare la notte. Bloom, seduta sul divanetto, chiese:

"Stella, in tutto questo non sei stata chiara: ti piace o no?"

"Non ho intenzione di sposarlo!" Rispose la sua amica, in piedi davanti a lei.

"Sì, ma..." Bloom non poté finire poiché Dafne entrò interrompendola. Bloom, che si reggeva la testa con una mano, tenendo il gomito appoggiato al bracciolo del divanetto, si tirò subito su e chiese:

"Dafne! È successo qualcosa?! Sai qualcosa?!" Sua sorella guardò prima Stella, in attesa anche lei, e poi si rivolse a Bloom, col viso buio.

"No, Bloom, mi dispiace. Ma è tornato Thoren, e con lui ci sono sua madre e i genitori di Sky, ho pensato che volessi salutarli."

"Sì, arrivo." Affermò la rossa annuendo.

Sky pensava a Bloom in quel momento. Sì, mentre era tra la folla urlante pensava che non vedeva l'ora di riabbracciare la sua Bloom. Pensò che mai e poi mai si sarebbe sognato di passare un altro minuto lontano da lei, e che era felice che i suoi amici lo avessero tratto in salvo, o la sua vita non avrebbe avuto più senso. E allora capì.

"Ragazzi, dobbiamo tirare Brandon via di lì." Disse ai suoi amici.

"Sky, te l'ho già detto, dobbiamo aspettare!" Replicò Aisha.

"Non capite? Vuole farsi ammazzare." Insisté il suo amico, preoccupato, gettando un'occhiata a Brandon, che era piegato in due dal dolore dopo un colpo del suo avversario. Fortunatamente, c'era troppa folla intorno a loro per essere notati ed essere sentiti.

"Che cosa?!" Esclamò Roy. "Sky, ma cosa dici?!"

"Sa che non ha via di scampo, non può andarsene di qui, non da solo, e non sa che siamo qui. Lui crede che io sia fuggito." Quell'affermazione gli fece male. "Non vuole sopravvivere a questa notte. Lo conosco, so che se volesse reagirebbe, ma non lo sta facendo. Potete credermi."

"Quindi ora cosa facciamo?" Chiese Aisha. "Non possiamo usare la magia, ci sono troppe streghe qui."

"È vero, ma allora faremo un salvataggio in grande stile, non dimenticate che abbiamo un drago di ghiaccio." Rispose Musa, con un sorrisetto. "Andiamo, ma uno di noi deve rimanere qui per controllare la situazione."

"Rimango io." Si propose Sky, deciso.

"Ti hanno rapito già una volta." Tenne in conto Roy.

"Ed io l'ho abbandonato già una volta. Andate a prendere Polaris, e sbrigatevi."

Brandon non poteva sentire, non avrebbe mai potuto immaginare tutto quello che stava succedendo a pochi passi da lui. Cominciava a sentirsi veramente stanco, e la voce di don Pedro ormai non riusciva neanche più a sentirla a causa del ronzio nelle orecchie, di quelle urla che aveva intorno. Bruciava, faceva male. Stava cominciando a pensare di accasciarsi, ma era meglio aspettare. Perdere e rimanere vivo non l'avrebbe portato a nulla, doveva aspettare che l'altro l'avrebbe colpito tanto forte da stenderlo. Arrivò un altro calcio nello stomaco, fu costretto a piegarsi. Era quasi certo di avere qualche costola rotta. Guardava negli occhi il suo avversario. Davvero quel tipo era tanto interessato a quel combattimento? Sembrava che ci tenesse davvero. Ma poi quell'aria animalesca e feroce si trasformò in quella di un cucciolo spaventato, guardando in alto. E tutti intorno a lui alzarono lo sguardo. Brandon si voltò e vide il maestoso drago di ghiaccio a qualche metro sopra di lui. Non seppe cosa pensare. Non sapeva cosa stava accadendo. Don Pedro scattò in piedi. In quel momento, un uomo si fece spazio tra la folla e si avvicinò a lui.

"Brandon, dobbiamo andarcene di qui!" Gli disse, guardandolo negli occhi, uno dei quali sporco di sangue per una ferita sul sopracciglio.

"Cosa?! Ma chi sei?! Cosa vuoi da me? Hai anche tu qualche conto in sospeso con mio padre?!" Chiese Brandon, confuso, avendo a stento la forza per parlare.

"No, vogliamo salvarti, sono Sky! Quello è Polaris, lì ci sono Aisha, Musa e Roy!" Disse l'altro. Brandon si paralizzò, anche se quello sarebbe stato il momento più opportuno per muoversi. Non capiva, non sapeva. Era tutto così inverosimile che non sapeva più cosa credere. Don Pedro si avvicinò dicendo:

"Cosa diamine sta succedendo?" Ma non riuscì a raggiungerli. Dalla groppa di Polaris arrivò un Phesmatos Incendia che bruciò la strada davanti a lui, facendo fare a tutti un passo indietro.

"Brandon, ehi, questo è il momento di andarcene. Sono il tuo migliore amico. Mi credi? È un incantesimo per non farmi riconoscere. La prima volta che ti ho visto ti ho detto di aggiustarti il colletto perché il principe Sky non l'avrebbe certo portato in quel modo." Disse ancora Sky, con ansia, sperando di convincere il suo amico. Sapeva che in una situazione come quella era difficile credere, gli era successa la stessa cosa quel giorno. Ma, a quelle parole, l'espressione crucciata di Brandon si rasserenò.

"Sky... tu..."

"Non c'è tempo, dobbiamo andare! Musa!!" Chiamò. La sua amica si abbassò di quota per farli salire, ma la strega Iduna spense il fuoco di Aisha e li fermò.

"Non andate da nessuna parte." Disse decisa. Strinse i pugni e paralizzò Brandon e Sky.

"Non azzardarti!" Esclamò la fata della musica. "Vai, bello, ora tocca a te!" Musa esortò Polaris e il drago di ghiaccio sputò il suo fuoco blu contro la strega, scaraventandola a terra, e con lei don Pedro che le era di fianco e che aveva puntato la sciabola. In quel momento i due amici furono liberi dalla magia e si affrettarono per salire sul drago. Salì prima Sky, che aveva più forza, e poi aiutò il suo amico.

"Lihednat Dolchitni!" Esclamò dunque Iduna, rialzatasi, mentre tutti gli altri avevano indietreggiato consapevoli del fatto che quella non era la loro battaglia e che da essa non avrebbero potuto ricavare nulla. Aisha, a cui l'incantesimo era diretto, stava per coprirsi con uno scudo morphix, ma, fortunatamente, Roy la tirò a sé permettendole di schivare e di non usare la sua magia bianca.

"Ci siamo tutti?" Chiese Musa, i suoi amici le diedero conferma. Lei stava per esortare Polaris, ma, a quel punto, intervenne Mandragora.

"Principe Sky! Sei sotto altre sembianze, ma sei qui!" Esclamò la strega. Ormai la folla si era dileguata, erano rimasti soltanto gli uomini di don Pedro, che avevano circondato il drago di ghiaccio, e le due streghe.

"Mandragora!" Esclamarono Aisha e Musa, stupefatte.

"In carne ed ossa. Consegnatemi il principe Sky." Rispose la strega.

"E a me il mio combattente, razza di streghe apprendiste." Disse don Pedro. "Se non lo farete finirà male, nessuno mi prende ciò che mi appartiene. E tu, Bravo, che ti fai salvare da due streghette... hai un debito con me, sii abbastanza uomo da ripagarlo." Aggiunse con una smorfia e in un ringhio. Brandon lo guardò, ma non disse nulla. Don Pedro si accigliò ed impugnò la sciabola, così come i suoi uomini. Iduna strinse i pugni, pronta per un incantesimo e Mandragora lasciò che i suoi insetti corressero fino a Polaris.

"Forse non avete capito che niente ferma il mio drago, e che nessuno fa del male ai miei amici!" Esclamò Musa. Dunque incitò Polaris, il drago sbatté le ali e si alzò più in alto in volo. Con un soffio potente quanto la Bora fece indietreggiare i nemici, poi scagliò contro di loro delle spine di ghiaccio che volarono fuori dalle sue squame. Salì ancora, quindi soffiò con il suo fiato ghiacciato e poi con una scia di fuoco freddo.

"E non dimentichiamo un regalino!" Esclamò Aisha, quindi fece cadere su di loro della polvere di fata, che non fece danno ai pirati, ma arrecò parecchio dolore alle due streghe. "Andiamo, Musa, andiamo!!" Disse alla sua amica, così lei esortò il drago e sparirono velocemente tra le nuvole, lasciando impotenti le due streghe, e il pirata che imprecava con rabbia, promettendo che gliel'avrebbe fatta pagare. Gli amici esultarono, tranne Brandon, che era ancora esterrefatto.

"Ragazze, siete state grandi!" Disse Roy, loro gli sorrisero.

"Certo che avremmo potuto usare questa tattica dal primo momento." Rifletté Musa.

"Non credi che avremmo dato troppo nell'occhio? Io credo che anche l'altro piano fosse buono." Sostenne Aisha.

"Beh, l'importante è che ce l'abbiamo fatta." Disse Roy. "Ragazzi, voi state bene?"

"Sì." Rispose Sky con un mezzo sorriso, poi guardò il suo migliore amico, che si limitò ad annuire.

"Roy, avvisa gli altri per favore, ormai siamo lontani da Whisperia, ma loro a casa saranno preoccupati." Roy tirò fuori il cellulare dalla casacca che avevano legato alla sella.

"Ci credo che saranno preoccupati... sono le undici, avranno già pensato al peggio..."

Timmy e Tecna erano nel loro laboratorio su Eraklyon in quel momento, e stavano davvero cominciando a preoccuparsi. Le luci erano quasi tutte spente, il palazzo dormiva e i sovrani, che invece non potevano chiudere occhio, erano su Domino. I due scienziati erano seduti al tavolo, con i due cellulari appoggiati lì e i tablet, così come le radio, ogni possibile mezzo di comunicazione era su quel tavolo e aspettava di squillare.

"Non chiameranno. Timmy, non chiameranno. Abbiamo fallito ancora!" Esclamò Tecna, ormai al limite della pazienza, alzandosi di scatto.

"No!" Replicò il suo fidanzato, accigliato. "Abbiamo dato loro tempo fino a mezzanotte, manca ancora un'ora."

"Abbiamo fallito, abbiamo fallito..." Ripeté Tecna. "Non ne posso più di fallire! Non ne posso più!" Esclamò, con gli occhi lucidi.

"Tecna..." Disse Timmy, con un sospiro, avvicinandola e abbracciandola. Lei si strinse a lui, e in quel momento il suo cellulare squillò.
 

"Ehilà, ragazzi!" Esclamò Roy, mentre l'aria calda gli sferzava il viso.

"Roy! Sei tu! State bene? Dove siete?!" Chiese Timmy dall'altra parte.

"Sì, stiamo bene. Missione compiuta, ragazzi! Ce l'abbiamo fatta, Brandon e Sky sono con noi, stiamo tornando a casa!" Rispose il giovane di Andros, poté sentire i suoi amici ridere ed esultare e sorrise. "Voi dove siete? Avvertite gli altri? Dove atterriamo?"

"Andiamo su Domino." Gli disse Sky, seduto accanto a lui. Roy annuì e disse:

"Che ne dite se ci vediamo tutti su Domino?"

"Domino? Perfetto! Avvertiamo gli altri! Ci vediamo lì! Ora dove siete?" Chiese Tecna, e dalla voce si poteva capire che stava sorridendo.

"Ehm... siamo all'altezza di Raxacoricofallapatorius... credo che saremo lì fra un paio d'ore."

"Va bene! Va bene! Vi aspettiamo! Fate presto!" Disse Timmy, così riagganciarono. Erano tutti sorridenti in groppa a Polaris, felici di tornare a casa dopo quella brutta esperienza e felici di riavere le proprie sembianze. Chiacchierarono, risero, Sky raccontò in dettaglio del suo rapimento. Ma Brandon non rise. Non sembrò sollevato. Non proferì parola durante l'intero viaggio. I suoi amici gli gettarono qualche occhiata, gli chiesero come stesse e lui fece un cenno. Sky gli aveva poggiato una mano sulla spalla, lui l'aveva guardato, aveva stretto le labbra e aveva distolto di nuovo lo sguardo.

Quando Timmy e Tecna diedero la notizia ai loro amici, tutti ne furono felicissimi. Lo comunicarono in videoconferenza, e Bloom non poteva crederci quando lo sentì. Abbracciò forte Stella e Dafne, e poi corse a dirlo ai suoi suoceri. Dopo poco arrivò Nex, che trovò solo Stella e Dafne ed abbracciò loro, impaziente di abbracciare Aisha. Helia promise di arrivare il prima possibile su Domino.

"Arriviamo subito, va bene? Aspettateci!" Esclamò Flora, riattacando i suoi amici. Guardò Miele sorridendo, con gli occhi lucidi. "Stanno bene."

"Sì, Flora, stanno bene! Stanno bene!" Disse Miele, abbracciando sua sorella. "Andiamo su Domino?"

"Sì!" Rispose sua sorella, scattando in piedi, la sua pixie le volava intorno festosa. "Solo che... devo dirlo a Jackson. Aspettami qui, partiamo con un portale. Torno subito!" Flora lasciò la sua camera, diretta verso quella del suo fidanzato. Aveva un sorriso stampato in volto e una gioia di trionfo che le esplodeva in petto. Stava bene. Brandon stava tornando a casa. Aveva pensato al peggio, ma ora sapeva che stava tornando. Tutto quello che voleva era vederlo. Non le importava di quella situazione, del suo fidanzamento, sapeva che le cose non sarebbero cambiate, eppure solo il pensiero di vederlo la faceva stare bene. Le metteva quella pace che le era mancata. Le dava quella gioia di cui stava dimenticando il sapore. Bussò alla porta, lui le diede il permesso di entrare.

"Jackson, scusa il disturbo." Disse entrando. Il suo fidanzato, che era seduto di fronte al caminetto, la guardò sorpreso.

"Flora, cosa ci fai qui a quest'ora? Va tutto bene?"

"Sì, sì, va tutto benissimo." Rispose lei avvicinandosi. "Hanno chiamato i ragazzi, stanno bene e stanno tornando. Tra poche ore saranno su Domino, volevo dirti che vado lì."

"A quest'ora? Su Domino?... cioè," Il principe cercò di calmarsi. "sono felice per i tuoi amici, e Musa, sai, ero preoccupato per lei... ma potresti vederli domani..."

"Jackson, i miei amici stanno tornando da Whisperia, capisci? Non posso vederli domani. Devo essere lì quando arriveranno, devo essere con gli altri mentre li aspettiamo, è... è così che fanno gli amici." Concluse Flora, con un'espressione carica di sentimento. Jackson ridacchiò, abbassando lo sguardo, poi si rivolse di nuovo a lei.

"Hai ragione. Forse io è troppo tempo che non ho un amico vero e ho dimenticato com'è che si fa. Va bene, andiamo su Domino."

"Vuoi venire anche tu?" Chiese lei, sorpresa.

"Sì, è un problema?" Ribatté lui, quasi dispiaciuto.

"No..." Rispose la fata con un sorriso. "... è solo che non me l'aspettavo. Sono felice che tu stia cominciando ad apprezzare i miei amici, loro sono importanti per me." Jackson le sorrise e le fece un cenno. "Va bene, allora, andiamo!"

Usarono un portale, quindi arrivarono su Domino in un attimo. Quando furono a palazzo, Flora, Jackson, Miele e Chatta furono accolti da Bloom che corse ad abbracciarli.

"Stanno tornando!!" Esclamò la principessa. "Venite!" Così li portò con sé nella sala da ricevimento, dove c'era la sua famiglia e quella di Sky, e c'erano anche Roxy e tutti gli altri i loro amici. Si salutarono, dicendosi gli uni gli altri che loro lo sapevano che sarebbe andato tutto bene. Flora e Nex si scambiarono uno sguardo d'intesa, ma lei decise di non fermarsi lì.

"Aisha è una donna forte, ma ha comunque bisogno di qualcuno che la ami. Tutti ne hanno bisogno, indipendentemente. Tu sei buono, e nobile, perché hai riconosciuto quello che non andava in te. Non è certo semplice. Credi in te stesso per davvero, Nex." Disse lei con un sorriso, lui le mise una mano sulla spalla dicendo:

"Grazie, Flora."

Dunque aspettarono, mentre la madre di Sky, e Bloom, raccontavano a tutti di quanto fossero state in ansia e non vedevano l'ora di vederlo. Tutti si chiesero come fosse andata su Whisperia, cosa fosse successo esattamente. A palazzo erano gli unici svegli, fatta eccezione per le guardie e per quei pochi membri della servitù che si erano occupati degli ospiti. Per il resto, il palazzo dormiva, così come il resto di Domino, dato che era notte fonda. Nessuno in quella stanza aveva sonno, anche se ad un certo punto sentirono il bisogno di sedersi e rimanere in silenzio. Poi, furono tutti richiamati quando arrivò una guardia.

"Vostra altezza." Disse il soldato, rivolto a re Oritel. "È proprio un drago di ghiaccio, sono diretti qui." Scattarono in piedi, corsero di fuori. Scesero la grande scalinata del palazzo e arrivarono sul vasto prato che era lì davanti. I lampioni in giardino poterono illuminarli anche se il cielo era scuro e non era visibile alcuna stella.

"Eccoli!" Esclamò Bloom, indicando Polaris che si avvicinava. Trepidanti, aspettarono che il drago compisse il suo atterraggio. Non appena Polaris poggiò le zampe a terra, tutti si avvicinarono a loro.

"Ed eccoci qui!" Esclamò Musa con un sorriso. "Avevate mica qualche dubbio?!" Scese dal drago, così come i suoi amici, e fu subito avvolta da un abbraccio insieme ad Aisha e Roy. La madre di Sky abbracciò suo figlio ripetendo quanto male fosse ridotto e Bloom gli gettò le braccia al collo e lo baciò. Brandon non disse nulla. Rimase a pochi passi dal drago. I suoi amici lo abbracciarono e lui abbozzò qualche sorriso, annuendo quando gli chiesero se stesse bene. Poi incrociò lo sguardo di Flora, che fino a quel momento non era riuscita a vederlo a causa del resto dei suoi amici, e non aveva potuto cercarlo con troppa smania a causa del suo fidanzato. Ma quando i loro sguardi s'incontrarono, gli occhi di Flora si riempirono di lacrime. Si coprì la bocca con una mano, incredula a quanto male potesse essere ridotto il suo soldato. Aveva un rivolo di sangue lungo un lato della faccia, le labbra erano rotte. Essendo lui a torso nudo, reduce dal combattimento, le fu possibile vedere le ferite che aveva sul corpo. Ferite aperte e sanguinanti, lividi, bruciature. Aveva il viso stanco, sudato. Flora sentì il cuore stringersi in una morsa, le si fermò un nodo alla gola. "Che cosa ti hanno fatto?" Mormorò scioccata. Si avvicinò a lui e lo abbracciò tremante, temendo di fargli male ma col desiderio di stringerlo forte, di proteggerlo, di rassicurarlo. Ma Brandon non si mosse. Non ricambiò quell'abbraccio. Sfiorò solo i suoi capelli con la punta del naso, ma non disse né fece nulla. A quel punto, Flora fece un passo indietro e lo guardò, ma lui distolse lo sguardo.

"Brandon..." Gli poggiò una mano sul viso, preoccupata. Ma lui gliela spinse via dicendo:

"Non toccarmi!" La fata ritirò subito la mano, dispiaciuta. Quel gesto richiamò l'attenzione di tutti, ma nessuno disse nulla, poiché furono tutti sorpresi dall'atteggiamento del loro amico. Ci fu silenzio. Poi la madre di Bloom disse: "Dobbiamo fare qualcosa! Guardate come siete messi! Bloom, cara, tu possiedi la magia curativa, vero?"

"Sì," Annuì sua nuora, stretta ancora a Sky. "ed anche Flora. Dai, andiamo dentro, ci occuperemo di voi." Flora si allontanò da Brandon, e lui non la guardò nemmeno una volta. Entrarono tutti a palazzo, mentre gli amici ancora esultavano contenti, stringendosi gli uni gli altri. Una volta nella sala di ricevimento, Bloom disse: "Bisogna pulire le vostre ferite, ed anche voi in realtà, e poi useremo la magia per curarvi. Flora, tu credi di potermi aiutare?"

"Certo... sì, certo..." Rispose la sua amica, ancora piuttosto interdetta, ma soprattutto preoccupata.

"Bene, allora io mi occupo di Sky, tu occupati di Brandon. Portiamoli di sopra." La sua amica annuì e gettò uno sguardo allo scudiero, che però non le rivolse il suo. Essendo notte fonda e sapendo che i loro amici avevano da recuperarsi, gli altri, ormai felici e sollevati, decisero di tornare a casa. Miele chiese a Dafne se poteva restare lì, dato che Flora sarebbe rimasta e lei non voleva tornare senza sua sorella su Sakoma. La ninfa del Sirenix, con un sorriso gentile, le offrì una stanza dove passare la notte. Prima di dirigersi al primo piano, Flora chiese a Jackson di tornare su Sakoma. Lei e Bloom sarebbero state impegnate e non c'era bisogno per lui di rimanere lì, soprattutto dati gli impegni che aveva il giorno dopo. Il principe, anche se non troppo convinto, le diede ragione, convincendosi anche lui del ruolo di Flora in quella situazione, dati i suoi poteri curativi, così le permise di rimanere lì, anche forse per acquietare il suo senso di colpa nei suoi confronti. Salutati i loro amici, Bloom e Flora condussero i due giovani al primo piano, dando loro una mano a salire le scale.

"Maria ti porterà ciò di cui avrai bisogno. Porto Sky a letto." Disse Bloom, conducendo il suo fidanzato. Flora la ringraziò, quindi, tenendo ancora Brandon per aiutarlo a rimanere in piedi, disse:

"Su, andiamo." Dirigendosi verso la camera che aveva fatto preparare Bloom. Ma Brandon si fermò.

"Sto bene. Non ho bisogno di... di te." Disse lui a fatica. Quelle parole la ferirono, ma rispose comunque:

"Non stai bene, a stento ti reggi in piedi." Lo condusse in camera e lo aiutò a sedersi sul letto. Maria le portò garze, acqua fresca, asciugamani. Flora la ringraziò e la cameriera andò via. Brandon rimase seduto, con lo sguardo basso. Lei si chinò per togliergli le scarpe, ma lui la fermò con la mano.

"Ce la faccio." Si piegò in avanti ma gemette dal dolore, Flora allora lo fermò. Si inginocchiò, gli sfilò gli stivali in silenzio e poi lo aiutò a stendersi.

Coucou miei bellissimi germogli di lullabea! Come state?! Rieccoci con un nuovo, scoppiettante capitolo! Che ne pensate?! Io sono in fibrillazione! Vi ha sorpreso? Emozionato? Spero proprio di sì! Dunque, non mi dilungherò troppo perché è un capitolo d'azione, ma ci tengo a soffermarmi sugli stati d'animo di Brandon e Flora. Entrambi sentono il cuore lacerato, spento e ormai senza forze, e so che in fondo è colpa mia, ma so anche che è una condizione perfettamente umana, normale quando gli avvenimenti della vita ci mettono a dura prova.
Per il resto... don Pedro ha le idee chiare e vi assicuro che con lui non è finita qui. Per Jackson, invece, credo che sia il caso di rivalutarlo, no? E per Nex? Nex l'abbiamo rivalutato lo scorso capitolo, o sbaglio? Tutto succede lentamente e cambia repentinamente!
Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto e spero che non vi siate ormai annoiati di questa storia! Siete veramente fantastici, incredibili  e meravigliosi! Il prossimo capitolo sarà pubblicato tra due settimane, purtroppo, ma spero possiate perdonarmi! Vi mando un bacio forte e spero di ritrovarvi! Grazie per la lettura e per i vostri pensieri, per me siete preziosi!
vi strAmo,

xoxo Florafairy7

   
 
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