La prima volta che Kurt capisce che la vita non è fatta solo di bambole e coroncine di fiori, è quando ha otto anni. A otto anni sei ancora candido, puro, e sei fermamente convinto che la tua mamma sia la persona migliore del modo. Ma quando lei ti viene strappata via, senza che tu possa fare nulla per trattenerla, una rabbia cieca si impossessa di te. E davvero, è quasi impossibile che un corpicino esile come quello di Kurt riesca a trattenere tutta quella rabbia. Il giorno del funerale, Kurt non piange. Tiene la mano a suo padre e lo sguardo dritto verso l’altare, mentre si ripete che niente di quello che quell’ uomo con la toga sta dicendo è vero, Lui non ci crederà mai.
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La prima volta che Kurt capisce di voler fare il giornalista, di anni ne ha nove. Tutti i suoi compagni di classe si lamentano per il compito che la maestra ha dato loro: intervista un tuo familiare. Al pronunciare di quelle parole, gli occhi azzurri di Kurt si illuminano e sorride felice. Kurt non ha amici e non se ne dispiace. A lui basta poter leggere nella sua stanza i suoi preziosi libri e scrivere le sue storie. E poi, nessuno dei ragazzi nella sua classe hanno i suoi interessi. A lui piacciono le riviste di moda e i prodotti per il viso. Gli piace farsi bello. Agli altri interessano le macchine e i campionati di calcio. Però a volte ci pensa. Ci pensa a come sarebbe poter parlare con qualcuno di quello che pensa, di quello che prova…Ma magari un giorno, un giorno anche lui avrà un amico. Un amico vero.
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Quando Kurt finisce le scuole medie e si lascia alle spalle tutti gli insulti e gli spintoni contro gli armadietti l’ idea di cambiare non lo sfiora nemmeno per un attimo. L’ idea di vestirsi come tutti gli altri, di parlare come loro, di fare quello che fanno loro, lo disgusta. Preferisce essere se stesso . Così, scrive, e tutto quello che riesce a pensare è che la scrittura sia come un fulmine. Un attimo prima sei sul letto a pensare o a studiare, e l’attimo dopo sei davanti al computer a scrivere fiumi di parole che si susseguono e la pagina non è più bianca, si colora delle tue idee, dei tuoi pensieri, delle tue speranze. Kurt spera che qualcuno, un giorno, sia il suo fulmine, che qualcuno lo colpisca quando meno se l’ aspetta ma forse è solo un sogno.
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Quando Kurt arriva all’ ultimo anno di liceo, è stanco. Stanco di dover affrontare tutto da solo, senza l’ aiuto di nessuno. La scrittura e la musica non bastano più. Sa che manca solo un anno, solo un anno e poi potrà andare via. Non tornare a Lima mai più e lasciarsi tutto alle spalle. Ma un anno è veramente lungo e non sa se ci riesce.
 
 
 
 
E poi arrivano due occhi dorati e dei ricci morbidi e setosi. Arriva un sorriso e Kurt sente di potercela fare.
Arriva Blaine e il suo fulmine, il suo fulmine lo colpisce.