“Una delle prime volte che ci siamo visti quassù mi hai chiesto se pensassi che se Voldemort vincesse la guerra la mia vita sarebbe migliore” prese parola Draco. Era seduto elegantemente sul davanzale della finestra: abbastanza da spingere Harry a controllare che non cadesse, ma non così tanto da farlo preoccupare sul serio.
“Me lo ricordo”. Harry pensava da un po’ di tempo a quella parte che i suoi incontri con Draco Malfoy avessero smesso di essere casuali almeno un paio di mesi prima e che entrambi avessero deciso, di comune accordo, di ignorare quella vocina nel retro del loro cervello che la considerava una pessima idea.
“Non ti ho risposto” , disse, aspirando una boccata della sigaretta che Harry gli aveva gentilmente offerto qualche momento prima.
“Mi ricordo anche questo”. Draco era etereo, illuminato dalla luna come una fata dei laghi, che ammalia con il suo sguardo i maghi che le passano accanto. Ma l’etereo era sempre accompagnato da qualcos’altro nel caso di Draco Malfoy: ogni giorno Harry si avvicinava sempre di più a capire cosa.
“Non volevo farlo” spiegò, sempre senza girarsi verso di lui, ma neanche guardando fuori.

Crowley sa che il dolore è parte della vita umana tanto quanto lo è della sua, che di umano non ha mai avuto nulla. Razionalmente, sa anche che non c’è alcuna motivazione per la quale dovrebbe rimanere lì, ad aspettare qualcuno che non tornerà e a vegliare su qualcosa che non interessa più a nessuno, specialmente quando c’è già Muriel a farlo.

Quello che è successo, ma che non ci hanno fatto vedere.

Una flashfic scritta di getto subito dopo aver finito la prima stagione di Riverdale.

Io, Kurt Hummel, sono fermamente convinto che gli occhi delle persone possano mentire. Possano seguire gli ordini della persona a cui appartengono, fingendosi innocenti quando sono colpevoli, o felici quando sono tristi.
O è così, o le anime vengono ignorate. Perché, care signore e cari signori, se gli occhi fossero lo specchio dell’ anima, la sofferenza trasparirebbe da ogni sfumatura delle pupille e le persone dovrebbero accorgersene.
E fidatevi.
Non è mai così.
Mai.
Quindi no, gli occhi non sono lo specchio dell’ anima.

Blaine Anderson. 18 anni. Lima, Ohio. Appena trasferito da Westerville. Ultimo anno di liceo. Completamente perso durante il suo primo giorno di scuola al liceo McKinley.
Ma dove cavolo devo andare adesso?
-Scusami. Non è che sapresti dirmi dove trovare la segreteria?- chiese Blaine ad un ragazzo. Alzò gli occhi dai fogli che doveva consegnare e si scontrò con due pozze di cielo.
Oh.
Beh se in questa scuola sono tutti così non può che andare meglio.

La prima volta che Kurt capisce che la vita non è fatta solo di bambole e coroncine di fiori, è quando ha otto anni. A otto anni sei ancora candido, puro, e sei fermamente convinto che la tua mamma sia la persona migliore del modo. Ma quando lei ti viene strappata via, senza che tu possa fare nulla per trattenerla, una rabbia cieca si impossessa di te.
UNA ONE SHOT NATA DOPO AVER VISTO STRUCK BY LIGHTNING DI CHRIS COLFER. MA LA KLAINE NON MANCA

Indovinate?Malec. Ops. Questa sarà una storia veramente ma veramente folle. Alec beve qualcosa che non dovrebbe bere mentre è ubriaco e ci saranno delle conseguenze. Orribili quanto bellissime

Il fatidico comimg out di Alec, descritto più dettagliatamente dal punto di vista di Alec

Magnus non ricordava quando aveva cominciato a guardare Alec con occhi diversi. Lo amava.

ALURAA
La mia idea su Alec che va a ringraziare Magnus per avergli salvato la vita e...their first kiss.

Altra Maleccc. Alec é stato via nove mesi ed é rimasto in contatto con Magnus solo attraverso lettere e messaggi di fuoco. Come sarà il suo rientro a casa?

Storia solo dal punto di vista di Alec. Tutta la sua storia, da quando è piccolo, fino alla fine di Mortal Instruments