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Autore: heliodor    19/12/2018    2 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Notizie

 
Shani tirò le redini del cavallo. "Mi stai ascoltando?" chiese.
Oren le rivolse un'occhiata distratta. "Cosa dicevi? Credo di essermi perso l'ultima frase."
"Ti sei perso tutto quello che ho detto da quando abbiamo messo piede in questa dannata foresta" disse la ragazza.
Oren arrossì. "Scusa. Non volevo farti arrabbiare."
"Non sono arrabbiata" disse lei con tono più calmo. "È che non so che cosa ti prende."
Oren sospirò. Erano in viaggio da quasi due Lune e da dieci giorni avevano lasciato il deserto. Dopo aver superato delle montagne che Shani aveva chiamato Spina del Drago, erano entrati in una foresta.
"Nazedir" aveva detto Shani con tono cupo.
"È un brutto posto?" le aveva chiesto Oren.
La ragazza aveva annuito. "Uno dei peggiori. Dicono che sia abitato dai selvaggi."
Selvaggi, pensò Oren. Ci mancava solo questa. Sul grande continente c'erano i selvaggi, ma vivevano nelle zone inesplorate a sud dei grandi regni.
Oren non ne aveva mai visto uno ma sapeva della loro esistenza dai racconti e dai libri che aveva letto.
"Li chiamano Alfar" aveva proseguito Shani. "E vivono sugli alberi, come le scimmie."
"Scimmie?"
Shani aveva annuito.
Oren non aveva mai visto una scimmia, ma ne aveva sentito parlare. Durante il viaggio da Mar Qwara a Mar Sinti un mercante aveva dichiarato di voler andare ad Akazil per procurarsene una da rivendere agli albini.
"Ci farò tanti di quei soldi da vivere di rendita per anni" aveva detto eccitato.
"Peccato che tu stia andando nella direzione opposta" gli aveva detto Shani.
"E tu che ne sai?" aveva detto il mercante con tono infastidito.
"Lo so perché ci sono stata" aveva risposto lei.
Il mercante aveva riso. "Tu? Dici sul serio?"
"Guarda i suoi occhi" aveva detto una delle guardie di scorta al convoglio di carovane. "È una figlia del drago."
Il mercante aveva annuito. "È vero. Quelli come te vengono dall'arcipelago, vero? Allora dimmi com'è Akazil. È vero che le donne portano la barba?"
"Io non ne ho mai vista una" aveva detto Shani. "Le donne del posto hanno l'abitudine di portare dei veli per nascondere il viso."
"Così nessuno può vedere le loro lunghe barbe scure" aveva detto il mercante.
Tutti avevano riso a quella battuta, tranne Shani.
Quando avevano smesso, la ragazza aveva aggiunto: "Se mai dovessi andare ad Akazil, tieniti per te queste battute. Gli uomini del posto hanno l'abitudine di tagliare la lingua a chi offende le loro donne."
Il mercante aveva taciuto e non si era più parlato di Akazil e di scimmie.
Almeno fino al giorno in cui non erano entrati nella foresta di Nazedir.
"Vorrei proprio vedere una di queste scimmie" aveva detto Oren.
"Se verrai con me a Chazan, ne vedrai quante ne vuoi. Sono considerati animali sacri e girano libere per la città."
Oren non sapeva nemmeno che esistessero animali sacri. Si chiese che cosa avessero di così speciale queste scimmie per meritare tanto onore.
"Mi vuoi dire a cosa stai pensando?"
Oren si strinse nelle spalle.
"Ho capito" fece Shani con tono supponente. "Pensavi a lei. Alla strega rossa."
"Si chiama Sibyl."
"È il suo soprannome, no? Strega rossa. Perché la chiamano così?"
"Non lo so."
"Ma tu la conosci, no? Devi saperlo."
"È tanto che non la vedo."
Shani annuì. "So che senti la sua mancanza, ma il continente vecchio è grande. Non quanto quello da dove vieni tu ma... è praticamente impossibile trovare una persona senza sapere dove si trovi esattamente."
"Quando sono arrivato a Mar Qwara lei era lì" disse Oren. "Forse il continente non è così grande come dici."
"È stato un caso. Un colpo di fortuna."
Oren non lo considerava tale. Aveva perso la possibilità di incontrare Sibyl per poco. Essere arrivato così vicino a lei e averla persa, forse per sempre, lo atterriva e allo stesso tempo gli dava la spinta necessaria per farlo proseguire in quel viaggio.
"È una vana speranza" disse Shani. "Sperare di trovare la tua amica viaggiando a caso per il continente."
"Tu hai un'idea migliore?" chiese Oren un po' seccato da quei discorsi.
Shani annuì. "Rinuncia. Lasciala perdere e vieni con me a Malinor. Mio zio ci darà ospitalità."
"L'hai già detto. Perché dovrebbe farlo?"
"Perché sono sua nipote, no?"
"Quello che non ho capito è il motivo. Perché vuoi andare a Malinor?"
"Te l'ho già detto. Mio zio custodisce l'ultimo frammento del corpo di Adrax il terrore dei cieli. Se Mirka dovesse scoprirlo lo attaccherebbe. Devo avvertirlo del pericolo che corre."
"Ti seguirò fino a Malinor. Se vuoi. Ma se non troverò lì Sibyl, proseguirò il mio viaggio."
Shani sospirò. "Sei proprio un gran testone, Oren. Guarda" disse cambiando tono. "C'è del fumo che si alza."
Oren guardò in alto. Poco oltre le cime degli alberi si alzava un filo di fumo grigio.
"Cosa credi che sia?" domandò a Shani.
"Non lo so. Dobbiamo andare più vicini per scoprirlo."
Il fumo usciva dal camino di un edificio a due piani.
"Una locanda" disse Shani sorpresa. "Proprio in mezzo alla foresta."
"Finalmente mangeremo qualcosa di caldo" disse Oren smontando da cavallo.
"Vuoi fermarti?" chiese Shani sorpresa.
"Certo. Meglio approfittarne. Chissà quando ne troveremo un'altra."
Shani lo seguì verso l'entrata.
Su di un cartello erano state imprese a fuoco delle lettere, ma Oren non le sapeva leggere. "Sai cosa c'è scritto?"
"Si vede che vieni da Valonde" disse la ragazza. "C'è scritto Locanda dell'Orso Dorato."
"Orso Dorato. Che strano nome per una locanda."
Shani fece spallucce.
Appena oltre la soglia una donna con un grembiule venne loro incontro. "Salve. Venite da lontano?"
Oren stava per rispondere Mar Qwara, ma Shani lo precedette disse: "Veniamo da Tarshi."
La donna annuì. "È un bel pezzo di strada. Andate a Malinor per le celebrazioni?"
"Non ne sappiamo niente" disse Oren.
La locandiera li guidò verso uno dei tavoli. Oren notò che erano quasi tutti vuoti tranne un paio.
Eppure non faceva molto freddo e le strade erano ancora percorribili non essendo caduta molta pioggia.
"Si vede che la notizia non è ancora arrivata così lontana" disse la locandiera. "Ma prima o poi arriverà in tutto il continente."
Shani sedette di fronte a Oren. "Quale notizia?" domandò con tono cortese.
"La sconfitta di Malag."
Oren quasi cadde dalla sedia per la sorpresa. "L'arcistregone è stato sconfitto?" Se era così, allora la principessa Joyce era stata salvata ed era al sicuro con la sua famiglia. Questo lo avrebbe sollevato dalle sue responsabilità e si sarebbe potuto concentrare sulla ricerca di Sibyl.
La locandiera sorrise imbarazzata. "Perdonai, devi aver capito male per via del fatto che qui parliamo uno strano dialetto. Volevo dire che uno degli eserciti di Malag è stato sconfitto, non l'arcistregone."
Oren si sentì più deluso e abbattuto di prima.
"Che cosa vi porto?" chiese la locandiera ancora imbarazzata.
"Cosa avete?" chiese Shani.
"Stufato, noci, persino della frutta e verdura. E delle uova."
"Portaci lo stufato e le noci" disse la ragazza. "Per favore."
La locandiera andò via e quando tornò depositò un vassoio pieno di noci in mezzo al tavolo. Quindi portò due piatti pieni di brodaglia fumante e un pezzo di pane che mise accanto al vassoio della frutta secca.
Oren mangiò in silenzio, la testa china e lo sguardo concentrato.
A un certo punto Shani disse: "Ci avevi sperato, vero?"
"Scusa?"
"Che Malag fosse morto. Senza di lui, ti saresti messo alla ricerca di Sibyl con tutte le tue forze, giusto?"
Ore fece spallucce. "Non è solo per questo."
Shani attese in silenzio.
"Malag ha fatto del male anche alla mia famiglia" disse pensando a quella sera. "Uno dei suoi leccapiedi ha ucciso mio zio Mythey."
"Lo zio cavaliere e guardia personale?" chiese Shani. "Quello che ti ha insegnato a usare la spada e lo scudo?"
Oren annuì. Gliene aveva parlato durante il viaggio da mar Qwara a lì. E le aveva raccontato anche di Vanoria, Taloras e l'attacco a Valonde.
E del troll.
"L'ho ucciso da solo" le aveva detto.
Quasi da solo.
Shani aveva riso in maniera educata. "Ci crederò quando ne vedrò uno."
"Ma è vero" aveva protestato lui.
Shani aveva riso.
"Se morisse sarebbe meglio per tutti" disse Oren. "La guerra finirebbe subito."
"Dicono che Malag sia molto forte. Non sarà facile ucciderlo."
"Basterebbe un colpo di spada dritto nel cuore" disse Oren.
Shani sorrise. "Solo nei romanzi d'avventura il cattivo viene ucciso da un colpo di spada al cuore."
"E allora? Pensi che Malag sia immune alle spade?"
"No" fece Shani. "Ma da come lo dici vorresti essere tu a dargli quel colpo."
"E se anche fosse?" A volte aveva sognato a occhi aperti di affrontare Malag e ucciderlo con un colpo di spada. Era una fantasia stupida e infantile, ma non poteva farci niente.
"Dubito che tu abbia le capacità per affrontare Malag in duello e di batterlo" disse Shani. "Verresti ucciso dopo dieci secondi."
"Credi che non lo sappia?" fece Oren. "Eppure Bellir c'è riuscito."
"Lui aveva la spada magica degli elfi e l'armatura forgiata dai nani. Tu che cos'hai?"
"E tu?" fece Oren con tono polemico. "Tu saresti capace di affrontarlo?"
"Forse avrei qualche possibilità" rispose lei con modestia.
"Dimostralo."
"Quando sarà il momento" rispose la ragazza con tono divertito.
Oren non capiva se dicesse sul serio o lo stesse prendendo in giro.
La locandiera tornò non appena i loro piatti si vuotarono. "Vi è piaciuto? Volete altro?"
"In verità" disse Shani. "Vorrei sapere qualcosa di più su queste celebrazioni a Malinor."
La locandiera sorrise. "In verità si tratta di un trionfo per festeggiare uno degli eredi al trono o almeno così dicono. E gli eroi di Valonde che lo hanno aiutato a vincere la battaglia di Orfar."
"Orfar è nemica di Malinor" disse Shani.
La locandiera fece spallucce. "Si vede che si sono alleati per combattere contro Malag."
"Giusto" fece Shani.
"Chi sono gli eroi di Valonde che verranno celebrati?" chiese Oren.
La locandiera rise. "Si vede che venite da un posto isolato come Tarshi. Non sapete niente della Strega Dorata e del Principe senza Corona."
Strega Dorata era il soprannome della principessa Bryce di Valonde. Oren lo aveva sentito parecchie volte mentre era a corte. Lei non era mai sembrata molto contenta di quel nomignolo ma sembrava averlo accettato quasi con rassegnazione.
Ma chi era il Principe senza Corona?
"Mai sentiti prima" disse Shani. "È davvero gente di Valonde? E perché Malinor li celebra come eroi?"
"Credo che dovrai andarci di persona per scoprirlo" disse la locandiera. "Qui non arriva più tanta gente dopo la battaglia."
"C'è stata una battaglia a Mar Qwara" disse Shani. "È di quella che parli?"
La locandiera scosse la testa. "Ho sentito anche io di una battaglia a Mar Qwara e di giganti che hanno attaccato la città, ma quella di cui parlo io è stata combattuta proprio qui, in questa foresta."
"Malag ha attaccato Nazedir?"
"Più che altro, sembra che si sia alleato con loro per combattere contro gli Alfar, ma è stato sconfitto. O meglio, Rancey, uno dei suoi, è stato battuto."
Rancey, pensò Oren con un sussulto. È stato lui a maledirmi.
Shani gli rivolse un'occhiata silenziosa. Gliene aveva parlato durante il viaggio, raccontandole che cos'era successo a Valonde il giorno delle nozze.
"Questo Rancey" disse Shani con cautela. "Dov'è adesso?"
"È morto" disse la locandiera. "O almeno così si dice. Ucciso dalla Strega Rossa."
Oren quasi scattò in piedi. Solo la mano di Shani appoggiata sulla sua glielo impedì. Lei scosse la testa.
"E la Strega Rossa che fine ha fatto?" chiese Oren. "Dov'è andata dopo aver ucciso Rancey?"
La locandiera fece un'aria affranta. "Dicono che sia rimasta sepolta nel santuario della dea degli Alfar. E che sia morta."

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