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Autore: Dark_Squall    02/05/2005    1 recensioni
Dopo la morte di Gauron ogni pericolo sembra debellato, ma nessuno può prevedere cosa il destino abbia in serbo per la giovane whispered...
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 07: Sovietici & americani

 

Nikholaij interruppe la comunicazione con il quartier generale e si lasciò andare sulla sedia, sfiorando il sopracciglio coperto da un cerotto bianco.

“Quel Sagara ci sa fare…” pensò tra se alzandosi ed avvicinandosi alla finestra. La luce dell’appartamento di Chidori si spense, sebbene fossero da poco passate le nove di sera.

Il ragazzo osservò prima l’abitazione della ragazza e poi le apparecchiature nascoste nell’armadio riflettendo sul da farsi. Non l’attirava particolarmente l’opzione di restare bloccato lì davanti al monitor ad osservare tutta la sera l’appartamento di lei.

Decise di andare a fare un giro e magari di farsi una bevuta.

Prese con se il suo coltello ed il telefono cellulare che gli permetteva di ricevere le immagini registrate dalla telecamera nascosta. Prima di uscire chiuse il finto armadio ed inserì il sistema di sicurezza dell’appartamento, chiudendosi poi la porta alle spalle ed infilandosi una giacca.

 

“Com’è possibile che non riusciamo a captare il minimo rumore da quel dannato appartamento?” esclamò Melissa controllando per l’ennesima volta il microfono direzionale.

“E’ più di mezz’ora che cerchi di captare qualcosa! Senza contare che il soggetto è uscito più di dieci minuti fa.”

“Sta zitto Kurz!” esclamò lei lasciandosi cadere sul divano a fianco a Sousuke.

“Potrebbe esserci un qualche tipo di schermatura.”

Melissa scosse la testa “Non esiste niente del genere! Non per un appartamento.”

“E qui ti sbagli sorellina!” la corresse il ragazzo biondo.

“Spiegati meglio!”

“Esistono diversi materiali che non permettono il passaggio dei suoni. Vengono utilizzati in parecchi settori, ed il nostro amico potrebbe averli installati nel suo appartamento.”

“Non è una teoria fondata!” disse il sergente maggiore.

Kurz alzò le spalle “E’ l’unica risposta che posso darti.”

“Tu che ne pensi?”

“Non lo so.” rispose Sousuke rimanendo impassibile.

“Non lo sai?” chiese Mao osservandolo seriamente “Quel ragazzo ti ha praticamente battuto! E tu sei uno dei migliori combattenti in corpo a corpo che conosco!”

“Sono un po’ confuso…”

Gli altri due si osservarono con aria interrogativa, poi Weber si voltò verso la ragazza “Ti è passata la voglia di uscire?”

“Assolutamente no!” esclamò balzando in piedi ed avvicinandosi alla porta “Sousuke! Hai tu il comando finché sono via!”

“Ricevuto!”

“Cosa?” urlò Kurz “Sono io il più anziano!”

“Non mentalmente!” rispose lei aprendo la porta “Chiamatemi alla radio se succede qualcosa.”

Una decina di minuti più tardi era seduta al pub poco lontano dal loro appartamento ed aveva davanti il suo primo boccale di birra. Il locale era piuttosto ghermito, e lei era riuscita a sedersi nell’ultimo posto davanti al bancone.

L’ambiente era invaso dalla musica proveniente da un potente impianto stereo, ma diverse persone stavano guardando il grosso schermo televisivo posizionato ad un angolo del bancone che trasmetteva una partita di calcio.

“Allora Melissa tutto a posto?” chiese il barista avvicinandosi.

“Diciamo di si…”

“Qualcosa che non va?” insistette l’agente della Mithril in congedo.

“Quell’idiota di Sousuke ha fatto a pugni a scuola!” esclamò scuotendo la testa.

L’uomo si mise a ridere di gusto.

“Ultimamente è strano.” disse bevendo una sorsata di birra “Non so cosa stia succedendo tra lui e Kaname, ma credo che Kurz abbia ragione.”

“Lui ha occhio per queste cose.”

“Non mi ci far pensare!”

Il barista rise di nuovo, poggiando un posacenere di fronte alla ragazza che si era appena accesa una sigaretta.

“Posso dire che vedo finalmente un barlume di felicità nei suoi occhi.”

“E tu?” chiese l’uomo dopo aver servito un altro cliente “Sei felice?”

“Ho una birra davanti ed una sigaretta tra le dita, non chiedo di meglio da questa serata!” esclamò ridendo.

Improvvisamente si sentirono diverse persone fischiare e lamentarsi, la ragazza si voltò e vide che la partita era stata interrotta. Un’edizione straordinaria di un notiziario stava parlando di un incidente avvenuto nel pacifico poche ore prima.

“Che diavolo succede?” esclamò il barista alzando il volume.

<…il sottomarino nucleare sovietico ha avuto una collisione contro un sottomarino statunitense ed è affondato. Si sospetta una possibile fuoriuscita di materiale radioattivo, ma Mosca tranquillizza la NATO affermando che il reattore non ha subito danni. Nonostante l’offerta di aiuto degli Stati Uniti, il segretario del partito ha dichiarato di riuscire a risolvere la situazione sebbene vi siano scarse possibilità di salvare i membri dell’equipaggio…>

Il barista scosse la testa “Quanto durerà questa dannata guerra fredda?”

“Chiedilo hai russi!” esclamò aspirando dalla sigaretta “Sono pronta a scommettere che si è trattato di un guasto durante il viaggio di collaudo di un sottomarino segreto!”

“Non è detto.” disse la persona seduta alla destra della ragazza.

Lei si voltò stupita verso la voce, vedendo soltanto che si trattava di un ragazzo. Forse si sbagliava, ma le sembrava troppo giovane per bere alcolici.

“Ah si? E secondo te quale sarebbe la causa?”

“Tanto per cominciare dubito fortemente che si tratti di un incidente.” rispose accendendosi una sigaretta “E’ molto più probabile che il sottomarino americano abbia attaccato quello sovietico.”

“Che cazzo stai dicendo?” esclamò la ragazza sbattendo una mano sul tavolo “Solo i russi si comportano così!”

“E cosa te lo fa pensare?”

“Il fatto che non è mai successo nulla del genere per mano degli Stati Uniti!”

“Hai l’aria di essere fortemente anticomunista o comunque ce l’hai parecchio con l’Unione Sovietica! Da cosa derivano questi tuoi sentimenti?” chiese con aria piuttosto calma.

“Sono americana! Ed ero nei Marines!”

“E allora?”

“Allora cosa?” chiese lei non capendo.

“Questo non vuol dire niente. Da quando gli alti ufficiali ed il presidente informano la nazione delle loro azioni illegali?”

“Non mi sembra che i russi lo facciano!”

“Sovietici!” specificò il ragazzo bevendo dal suo boccale di birra scura.

“Scusa tanto!” esclamò lei alzando le spalle “Tu sei?”

“Nikholaij Stukov. Mio padre era un alto ufficiale del KGB, so meglio di te come vanno le cose in quell’ambiente! Signorina…”

“Mao. Melissa Mao.” rispose rimanendo estremamente sorpresa nel trovarsi a bere birra vicina al suo possibile nemico.

“Certo, non posso escludere nemmeno che la responsabilità sia nostra…” disse osservandola “Tuttavia incidenti in questo campo sono più unici che rari! I nostri sottomarini sono molto più tecnologicamente avanzati dei vostri!”

“Potrebbe anche essere, ma gli incidenti possono sempre accadere.”

“Vero.” annuì il ragazzo “Ma se si trattasse di un esperimento segreto, i media non ne sarebbero mai venuti a conoscenza.”

Melissa sorrise “Dimentico che siete dei maestri a nascondere la verità!”

“Ogni nazione ha i suoi segreti, grandi o piccoli che siano.”

“Scommetto che stai per rinfacciare qualcosa a noi!”

Nikholaij si mise a ridere “Ho solo l’imbarazzo della scelta! Ma preferisco restare sul classico: che mi dici del caso Roswell?”

“Non prendermi in giro!” esclamò scuotendo il capo “Quello è solo un mito!”

“Questo è quello che credi tu…”

“Ho sentito che i terroristi che hanno effettuato quel dirottamento aereo di qualche tempo fa erano appoggiati segretamente dai sovietici.” s’intromise il barista “In fondo è stato dirottato in un paese comunista!”

“Ho avuto modi di raccogliere diverse informazioni su quell’avvenimento.” disse ricordando ciò che aveva letto nel rapporto ufficiale, decidendo di raccontare anche a loro ciò che era successo “Un colonnello ha assunto quel gruppo terroristico, ma quando è stato scoperto è stato punito severamente!”

“E come?”

“Questo non te lo so dire.” mentì pensando ad uno dei gulag siberiani che gli era capitato di visitare.

 “Come no!” esclamò l’uomo portando un nuovo boccale di birra alla ragazza.

Melissa gli lanciò un’occhiataccia “Voi russi vendete armi e tecnologia militare a qualsiasi paese sia contro di noi e la NATO ! Senza contare il fatto che incitare alcuni paesi per entrare in guerra illudendoli che un regime comunista sia migliore di quello che hanno!”

“Voi americani non siete assolutamente in grado di fare affermazioni di questo tipo!” esclamò lui voltandosi verso di lei con un’espressione estremamente seria.

“Ah no? E perché?” disse Mao agitando minacciosamente il boccale di fronte a Nikholaij.

“Hai ancora il coraggio di chiederlo?” chiese alzandosi in piedi “Voi americani vendete armi ai paesi che hanno una posizione strategicamente conveniente soltanto per avere degli alleati da mandare a combattere contro di noi!”

Anche Melissa si mise in piedi e gli si parò davanti “Voi avete appoggiato i vietcong! Mandate armi a Cuba, in Iraq e negli altri paesi che sono contro di noi! Senza contare che avete invaso l’Afganistan!”

“Noi combattiamo in Afganistan. Ma come puoi farmi la morale?” esclamò agitando un dito davanti agli occhi di lei “La guerra del golfo serviva solo a controllare i pozzi petroliferi! Il Vietnam solo ad opporsi al comunismo! E poi chi è che fornisce armi ai ribelli Afgani?”

“Adesso smettetela!” esclamò il barista avvicinandosi ai due e separandoli.

“D’accordo.” disse Nikholaij calmandosi ed estraendo il suo portafoglio.

La ragazza si mise nuovamente a sedere, osservandolo mentre pagava e infilava nuovamente il portafoglio in tasca.

“Mi ha fatto piacere parlare con te!” disse sorridendo mentre si allontanava verso l’uscita del locale.

Lei si mise a riflettere, analizzando attentamente la strana discussione di quella sera.

  
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