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Autore: Justice Gundam    22/12/2018    3 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 63 – Adrienn indeciso

Radomus, come probabilmente era lecito aspettarsi, non si era preoccupato quando si era sentito arrivare una sfida da parte di Pius. Mantenendo il suo atteggiamento tranquillo e razionale, il maestro di scacchi restò a guardare il sacerdote che si avvicinava. Entrambi avevano già tirato fuori una Pokeball, e si stavano osservando a vicenda, come a volersi studiare prima dello scontro.

“Uno scontro con il sottoscritto… eminenza?” chiese retorico Radomus, l'ultima parola tinta di sarcasmo. “Per me non c'è nessun problema. Anzi, sa che le dico? Lascio a lei la prima mossa. Mandi pure in campo il suo primo Pokemon, sarà sicuramente una battaglia interessante.”

Pius corrugò la fronte in segno di confusione ed irritazione. L'atteggiamento del suo avversario lo lasciava interdetto, e non comprendeva come Radomus potesse essere così tranquillo anche in una situazione così difficile. “Mi sembra che lei… stia sottovalutando la Chiesa d'Alfa.” Affermò. “Si pentirà di aver sfidato la volontà del sommo Arceus, padre di tutti noi. Egli è misericordioso e infinitamente generoso con chi segue le vie del giusto… ma chi lo rifiuta, dovrà ben presto pentirsi del suo errore. Vieni a me, Noctowl.”

Pius lanciò la sua prima Pokeball, che si aprì con uno scatto metallico, e fece uscire un Pokemon simile ad un grosso gufo dai grandi occhi celesti, ricoperto di un folto piumaggio scuro che si allungava sulla coda e sulĺe ali. Il suo sguardo era reso più intenso e penetrante da un paio di piume più lunghe che facevano da sopracciglia, e le sue zampe erano armate di corti artigli bianchi. Con un verso cupo, il Pokemon gufo si mise in sospensione accanto a Pius, che gli fece cenno di tenersi pronto.

“Scelta interessante. Di solito, quando un allenatore manda in campo un Noctowl, è perché sa quello che sra facendo. Mi permetta quindi di rispondere con un Pokemon altrettanto portato alla strategia.” Affermò Radomus. “Prego, Slowking, tocca a te fare la prossima mossa.”

Slooowking…” L’evoluzione alternativa di Slowpoke si preparò a quello che si preannunciava  come uno scontro interessante, invitando Noctowl a combattere con un sorriso in apparenza melenso.

Vera sembrava preoccupata per il maestro di scacchi, e cercò di raggiungerlo, prima di essere trattenuta da Drew, che le prese una spalla e le fece cenno di concentrarsi sulle tre statue di Cleffa, Clefairy e Clefable che si trovavano al lato opposto della sala. “Aspetta, Vera… non è il caso di intromettersi nel loro scontro… per il momento, cerchiamo di risolvere questo indovinello, e di raggiungere la parte più interna della cattedrale.”

“Drew!” esclamò Vera, non nascondendo una certa ansia. “Ma ne sei sicuro? Non pensi che dovremmo cercare di dare una mano al signor Radomus?”

“Secondo me, lo aiuteremo di più andando avanti e lasciando che si occupi lui di quell'uomo.” Rispose prontamente Drew. “Piuttosto, perché non andiamo a dare un'occhiata a cosa c'è scritto su quelle statue? Se dobbiamo risolvere l'indovinello, sono queste che ci danno le indicazioni.”

Vera diede una rapida occhiata a Pius e Radomus che si apprestavano a iniziare lo scontro. Noctowl e Slowking avevano già tentato un attacco, che però si era risolto in un nulla di fatto… e il maestro di scacchi rivolse per un istante lo sguardo a Vera, e le disse di sì con la testa. La ragazzina di Hoenn rispose allo stesso modo e, senza che Pius tentasse nulla per fermarla,  raggiunse i suoi compagni nel punto dove la stavano attendendo, davanti alle statue della linea evolutiva di Cleffa.

“Va bene… scusate, ero preoccupata per il signor Radomus. Ma penso che se la caverà.” Affermò Vera, per poi dare un'occhiata all'iscrizione più vicina, quella della statua di Clefairy. “Allora, vediamo un po' cosa dice… ehm… dice che Clefable si è dato all' oscurità, mentre Cleffa continua a camminare nella luce.”

“E l'iscrizione sotto Cleffa dice qualcosa di molto simile.” Disse Ritchie, mentre lui e Sparky leggevano quello che era scritto sotto la statua del piccolo Pokemon Folletto. “Dice che… Clefairy dice il vero, mentre Clefable è figlio delle tenebre.”

Pikachu…” disse Sparky, un po' confuso. Questi indovinelli lo lasciavano sempre alquanto interdetto, ma come diceva Radomus, c'era sempre un modo di risolverli usando il cervello. Ora, tutto stava nel capire come bisognava ragionare per risolvere questo problema…

“Infine… ecco cosa dice la statua di Clefable.” Disse Drew, apprestandosi a leggere quello che c'era scritto sotto la statua della forma evoluta finale. “Allora… dice che Clefairy dice sempre la verità, ma Cleffa è un bugiardo.”

Vera sospirò e cominciò a pensare all'indovinello, cercando di usare la stessa strategia che Radomus aveva impiegato in precedenza per risolvere un puzzle simile. “Okay… proviamo a ragionarci su. Sia Cleffa che Clefable dicono che Clefairy dice sempre la verità. Quindi… io partirei da questo presupposto. Immaginiamo che Clefairy dica sempre il vero, e allora Cleffa dica a sua volta sempre la verità, e Clefable il falso… hmm…”

“Allora, se Cleffa dice sempre la verità… beh  nulla di quello che dice contrasta con quello che dice Clefairy.” Affermò Ritchie, cercando di applicare quello che aveva detto Radomus. “Ma… cosa significherebbe se sia Clefairy che Cleffa dicessero il falso?”

“Hm… fammici pensare…” disse Drew, strizzando un occhio nel momento in cui un potente attacco da parte del Noctowl di Pius fece cadere a terra lo Slowking di Radomus. Stava cercando di concentrarsi e trovare una soluzione ad ogni possibile opzione, ma la concitata situazione e lo stress non gli permettevano di ragionare troppo lucidamente. “Accidenti, non è tanto facile. Restare distaccati e razionali… sì, come consiglio è anche giusto, ma non serve a molto se non riesco a…”

Vera schioccò le dita, colta da una realizzazione fulminea. “Aspetta, Drew! Un momento! Forse ho un'idea di come fare… se sia Cleffa che Clefairy dicessero sempre il falso, vorrebbe dire che Clefable, per esclusione, non può che dire la verità. Però… non ti sembra che ci sia una contraddizione?”

“Cosa?” chiese stupito Drew, per poi fare un rapido ragionamento. “Hm… sì, in effetti è vero. Se Clefable dicesse sempre la verità,  allora anche Clefairy dovrebbe farlo. Siamo giunti ad una conclusione che contraddice i presupposti da cui siamo partiti, quindi… non possono che essere Cleffa e Clefairy i due che seguono le luce! Ma certo!  In effetti non è poi così arduo, una volta che ci si ferma a rifletterci su! Lo sembra soltanto, per il modo in cui è posto il problema.”

“Comunque, adesso segnaliamo quali di questi Pokemon dovrebbero essere nella luce, e quali nell'oscurità.” Rispose Ritchie, tra sé pensando quanto fosse ridicola quella distinzione che la Chiesa d'Alfa faceva. Per quanto lo riguardava, non esistevano Pokemon cattivi, solo Pokemon vittime della cattiva influenza di certe persone. “Abbiamo detto, che Cleffa e Clefairy sono della luce, e Clefable dell'oscurità. Vediamo se il ragionamento è corretto…”

Ritchie, Drew e Vera spostarono rapidamente gli indicatori sul basamento di ciascuna statua, portandoli sull'allineamento che corrispondeva alla probabile soluzione dell'indovinello. Non appena anche l'ultimo segnalatore venne spostato, i ragazzi sentirono un forte rumore di pietra che grattava sulla pietra… e con loro grande sollievo, una sezione di muro dietro a Clefable si spostò, rivelando un passaggio segreto e una piccola rampa di scale che proseguiva ancora più in profondità nella cattedrale della Chiesa d'Alfa.

“Pare che fosse la risposta giusta.” Disse Drew con un sorriso sarcastico. Si voltò a guardare come stesse andando la battaglia tra Pius e Radomus, e vide che per il momento sembravano equivalersi, e che il maestro di scacchi restava come sempre calmo e concentrato. “Ora andiamo. Il signor Radomus penserà a quel tizio della Chiesa d'Alfa. Andiamo a raggiungere Gardevoir.”

“Va bene. Spero solo che il signor Radomus abbia tutto sotto controllo…” affermò Vera, gettando un'occhiata a sua volta allo scontro. Il Noctowl di Pius aveva usato un attacco Eterelama contro lo Slowking di Radomus, sbattendo le ali e scagliando una raffica di proiettili a forma di falce di luna contro l'evoluzione alternativa di Slowpoke, che si difese efficacemente e fu soltanto costretto ad indietreggiare di qualche passo al momento dell'impatto. Vera disse di sì con la testa, augurandosi che tutto andasse bene, e fece cenno ai suoi compagni di andare avanti. “Okay, amici… meglio che ci sbrighiamo. Raggiungiamo il livello inferiore, e spero che non ci siano altri indovinelli come questo.”

La ragazzina castana cominciò a scendere le scale, seguita a ruota dal resto del gruppo, compresi Sparky e Flabebè…

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Il Noctowl di Pius eseguì una rapida schivata laterale ed evitò per un pelo l'attacco Acquadisale che lo Slowking avversario gli aveva scagliato contro. Con un movimento deciso delle ali, il gufo si mise in sospensione, e Pius colse l'occasione per sferrare un attacco poderoso.

“Noctowl, colpisci con Palla Ombra!” ordinò il sacerdote. Il Pokemon gufo creò una sfera di energia oscura sulla punta del suo becco ricurvo, poi la scagliò contro Slowking con precisione impressionante, e a causa della sua lentezza, il Pokemon di Slowking non fu in grado di evitare il colpo, e venne investito e scagliato via di qualche metro… senza però mai perdere quel sorriso melenso che contraddistingue la sua linea evolutiva. Si fermò in piedi a pochi passi dal suo allenatore, che disse di sì con la testa e gli fece cenno di restare in difesa.

“Slowking, adesso usa Mentecalma.” Lo esortò Radomus. Il Pokemon Acqua/Psico chiuse gli occhi e congiunse le mani in un gesto di meditazione, venendo circondato per un istante da un'aura luminosa che venne presto assorbita dal suo corpo.

Pius si rendeva conto che non poteva esitare a lungo, e che avrebbe piuttosto dovuto cercare di concludere quella lotta il più rapidamente possibile. “Hm… Noctowl, cerca di bloccarlo con Ipnosi.” Affermò il sacerdote. Gli occhi del Pokemon gufo si illuminarono, sprigionando una tenue luce azzurrina e cercando di piegare la volontà di Slowking… ma il Pokemon Regale, con soltanto un accenno di difficoltà, distolse lo sguardo e scagliò a sua volta un attacco contro il suo avversario.

“Slowking, ora di mostrare una piccola sorpresa. Attacco Lanciafiamme.” Esclamò Radomus. Per un breve istante, il suo Pokemon abbandonò il suo atteggiamento pacifico, e i suoi occhi si accesero, illuminati di rosso come se dietro di essi ardesse una fiamma! Subito dopo, Slowking alzò la testa, aprì la bocca e scagliò una enorme fiammata scarlatta contro il Noctowl avversario. Quest'ultimo sgranò gli occhi allarmato e cercò di proteggersi come poteva, chiudendo le ali attorno a sé in modo che formassero uno scudo. Il Lanciafiamme investì in pieno il Pokemon gufo, e per alcuni istanti, Noctowl barcollò a mezz'aria… ma alla fine, la sua caparbietà e resistenza ebbero la meglio,  e il Pokemon gufo restò in piedi, anche con le piume un po' bruciacchiate.

“Devo riconoscere che la sua abilità rispecchia quello che si dice di lei, Radomus.” Affermò Pius, mentre con un cenno della mano ordinava a Noctowl di indietreggiare. “È davvero un peccato che una persona come lei, un po' originale, ma sicuramente intelligente e capace, abbia deciso di restare in opposizione alla parola del sommo Arceus. Per quale motivo, mi chiedo io.”

“Non mi fraintenda, Pius, io ho tutto il rispetto che lei può immaginare per il vostro ufficio e per l'abito talare. Molto semplicemente, non ritengo che sia la mia strada.” Rispose il maestro di scacchi. “Penso che ogni creatura, umano o Pokemon che sia, abbia il diritto di pensare da sé alla sua strada, e che non ci sia bisogno di mostrare loro una via giusta da percorrere.”

Per un attimo, Pius guardò verso il terreno, come se le parole di Radomus avessero toccato qualcosa nel suo animo. “Quello che lei dice, Radomus, è meritevole di rispetto.” Affermò il sacerdote di Arceus. “Purtroppo, però,  a conti fatti, non ci si può aspettare che gli esseri umani prendano le decisioni più giuste da soli. Molti di loro smarriscono la strada, facendosi irrettire dalle tentazioni, dalle comodità, dal fatto che percorrere la via del Male è spesso più semplice e meno impegnativo. Mi creda, io ho molta esperienza in proposito. Molte persone che conosco, molti di coloro che ora chiamo fratelli e sorelle… hanno cominciato in questo modo. Pecorelle smarrite che avevano bisogno di guida e di supporto. Io stesso… a tutt'oggi non sono orgoglioso di certe cose che ho fatto in gioventù.”

Pius chiuse gli occhi per un momento, rivivendo quel momento, tanti anni prima… il giorno in cui si era infine reso conto di quanto fosse davvero importante il loro compito.

Il giorno in cui una persona che ora era contento di chiamare amico aveva visto la sua vita sgretolarsi davanti ai suoi occhi…

Anche i Pokemon avevano smesso di combattere, almeno per il momento, e sembravano discutere pacatamente tra loro, come se nulla fosse successo.

Slow… slowking, slow… Slowkiiiing.

Owwwwl, owl… Noctowwwwl…

L'espressione di Radomus si era fatta più seria e pensierosa. Sentire quel sacerdote parlare con tanta malinconia aveva risvegliato in lui dei ricordi che ancora bruciavano a distanza di tempo. Un periodo in cui lui stesso era stato una persona diversa, forse più leggero, meno responsabile, più ingenuo e al tempo stesso più speranzoso, entusiasta… convinto che la sua vita e quella della persona che lui amava sarebbero state diverse…

“Tutti noi abbiamo perso qualcosa, Pius.” Disse infine Radomus, e il suo Slowking annuì solennemente. “Immagino… che se potessi tornare indietro, forse prenderei altre decisioni. O forse no, chi può dirlo. L’uomo è una creatura intelligente, ma non è razionale. Chissà quanti sono i fattori che influenzano le nostre decisioni, e forse di alcuni di questi potremmo anche fare a meno.”

“Sono state queste cose che abbiamo perduto… a farmi capire che l'unica vita degna di essere vissuta, è una vita al servizio del sommo bene che è Arceus.” Continuò Pius. “Viviamo in un mondo transitorio, signor Radomus. Le ombre che questa fioca luce proietta sui muri sono eteree ed intangibili come me e lei. Tutto quello che possiamo fare è affidare le nostre anime alla guida di chi sa più di noi… e il sommo Arceus sa ogni cosa. Solo lui può dare un senso alle nostre vite e guidarci verso qualcosa di meglio.”

Owwwl…” affermò il suo Noctowl con solennità. “Owl, owl…

“Ho l'impressione che lei abbia ricevuto una grande delusione nella vita, che la porta a vedere le cose in questa maniera che non lascia spazio a possibilità per noi semplici mortali.” Continuò Radomus, in parte ammirato e in parte deluso. “Ecco… direi che questo è il punto dove noi non ci troviamo. Non è lei l'unico ad aver perso qualcosa, Pius. E per quanto riporre la fiducia in una divinità piuttosto che in sé stessi… ritengo che sia un modo di pensare che impedisce alle persone di prendere davvero possesso delle loro vite, ed essere davvero libere.”

Il Noctowl di Pius scosse la testa. “Owl… owl owl!” esclamò,  prima di riprendere il volo e lanciarsi nuovamente all'attacco!

“Nessuno è davvero libero finché non fa affidamento all'unico che conosce il vero scopo di tutti noi.” Continuò Pius, riprendendo il controllo della battaglia. “Noctowl… ora attacca con Aeroassalto!”

Il Pokemon gufo scese di colpo in picchiata su Slowking, colpendolo con gli artigli e le ali, e costringendo il Pokemon Regale a farsi indietro vacillando. Ma Slowking non era stato colto di sorpresa quanto poteva sembrare, e Radomus riuscì quasi subito a riprendere in mano lo scontro.

“Slowking… prego, usa Geloraggio.” Rispose Radomus. Un istante dopo, il Pokemon Acqua/Psico si concentrò e i suoi occhi si accesero di un impressionante bianco azzurrino  prima che dalle sue mani scaturisse un rapido e letale raggio di energia congelante, che sfrecciò verso il Pokemon di Pius e riuscì a farlo indietreggiare,  prima di centrarlo in pieno e fargli perdere quota. Non riuscì a metterlo al tappeto, ma la posizione di Pius e Noctowl si fece di colpo peggiore… le piume del Pokemon gufo vennero coperte da un sottile strato di brina, che lo costrinse a scendere a terra.

“Non farti intimorire, Noctowl.” Continuò Pius nonostante tutto. “Ne arriva un altro… usa Volo per evitarlo, e poi Palla Ombra per contrattaccare.”

Come Pius aveva ipotizzato, lo Slowking di Radomus indirizzò contro il Pokemon gufo un altro raggio congelante, facendolo partire dalle sue mani congiunte, e questa volta Noctowl riuscì ad evitare il colpo aprendo le ali e salendo di quota all'improvviso… poi, restando sospeso in aria a diversi metri da terra, vicino al soffitto a cupola del corridoio, creò sulla punta del becco un'altra Palla Ombra e cercò di puntarla contro Slowking…

Sfortunatamente per lui e Pius, il Pokemon Regale non aveva mirato direttamente al suo avversario.

Il raggio congelante era passato sotto Noctowl mentre quest'ultimo prendeva quota, e aveva colpito una sezione di muro che sosteneva il soffitto a volta. Immediatamente, una porzione abbastanza ampia di muro si era congelata, diventando rigida e fragile… e aveva ceduto sotto il peso di quella sezione di soffitto! Questo non era stato sufficiente a far crollare interamente il soffitto, ma aveva avuto l'effetto di far cedere quella sezione e far cadere alcuni grossi pezzi di roccia addosso a Noctowl, che emise un'esclamazione di sorpresa e venne trascinato a terra dalla frana improvvisata, restando per un attimo stordito, e lasciando stupefatto il suo allenatore!

“Mai ripetere la stessa strategia due volte.” Commentò tranquillamente Radomus. “Ecco una lezione che ho imparato dalla mia esperienza sia negli scacchi che nelle battaglie tra Pokemon. Quando l'avversario ripete la stessa tattica, vuol dire che ha qualcosa in mente, e bisogna aspettarsi che farà qualcosa di diverso.”

Noctowl si rialzò un po' a fatica e si scrollò la polvere dalle piume… ma a quel punto, Pius decise che il suo Pokemon ne aveva avuto abbastanza, ed era meglio farlo riposare. “Hm. Devo ammettere che mi ha colto impreparato, Radomus. Un punto a mio sfavore. Ritorna, Noctowl.” Disse l'alto prelato di Arceus, per poi selezionare un'altra Pokeball. “Uno Slowking è sicuramente una sfida più adatta ad un altro tipo di Pokemon, per cui… Comfey, vieni, dobbiamo fare il nostro dovere.”

Questa volta, fu Radomus a mostrare un po' di meraviglia quando il nuovo Pokemon apparve sul campo di battaglia. Si trattava in effetti di una corona di fiori vivente, dal corpo a forma d'anello composto da una striscia di materiale vegetale abilmente intrecciata, con numerosi fiori di colori vivaci sparsi lungo tutto il corpo, e una testa verde con un piccolo viso sorridente, posta a mo' di bulbo nel punto in cui l'anello si chiudeva. Era una creatura davvero buffa, e non dava per niente l'impressione di essere combattiva, ma Radomus, pur non avendo familiarità con quella specie, sapeva molto bene che un Pokemon non poteva essere giudicato soltanto dall'aspetto.

Sloooow?” chiese il Pokemon Acqua/Psico con evidente stupore… e forse anche un briciolo di allarme.

“Un Comfey? Confesso che non mi aspettavo di vederne uno.” Affermò Radomus sfregandosi quella barbetta appena accennata che aveva sul mento. “So che si tratta di Pokemon provenienti dal continente di Alola, ma tra i miei studi, quello è un luogo sul quale non ho mai fatto grandi approfondimenti.”

“La presenza di un Pokemon di Alola in questo luogo sacro non dovrebbe stupirla, Radomus.” Spiegò con tutta calma il sacerdote. “Il sommo Arceus non guarda alla provenienza dei suoi fedeli, ma solo a cosa c'è nei loro cuori. Chiunque voglia aprire il suo cuore ai suoi insegnamenti è benvenuto. Ma chiunque perseveri nella via del peccato, scoprirà che ognuno di noi è in grado di combatterlo. Comfey… usa Energipalla.”

Comfeyyyy!” esclamò il buffo Pokemon, volteggiando su sé stesso per mezzo secondo, e poi aprendo un paio di corte braccia simili a foglie che crescevano sul suo “corpo” principale. Una splendente sfera di energia del colore dell'erba scaturì dal corpo di Comfey e sfrecciò verso Slowking, che era chiaramente troppo lento per sfuggirgli.

“Slowking, usa Protezione.” Ordinò rapidamente Radomus. La barriera luminosa che Slowking creò davanti a sé riuscì ad intercettare il colpo e farlo disperdere… ma Pius sembrava aver previsto che sarebbe successo, e aveva già pronto un nuovo attacco.

“Come immaginavo.” Disse il prete. “Ora, Comfey, attacca con Fiortempesta.”

Radomus corrugò la fronte preoccupato quando il buffo Pokemon di Alola volteggiò nuovamente su sé stesso e scatenò una raffica di petali rosa che avvolse rapidamente il campo di battaglia… e nell'istante in cui l'effetto di Protezione venne meno, Slowking venne colpito in pieno dal vortice di petali che lo centrò come una raffica di pugni, provenendo da ogni direzione. Il Pokemon Regale emise un lamento allarmato mentre cercava come poteva di proteggersi.

“Fiortempesta… un attacco fisico, quindi Mentecalma non può proteggere il mio Slowking.” Disse tra sé Radomus. L'attacco fortunatamente cessò, ma Slowking era stato molto indebolito, e il maestro di scacchi non credeva che avrebbe retto ad un secondo colpo come quello.

“Le vie del sommo Arceus sono infinite.” Disse Pius, annuendo al suo Comfey in segno di approvazione. “Ora, immagino che lei si sia affidato ai suoi giovani compagni. Sta sperando che riescano in quello che vi siete preposti di fare. Temo che per loro non sarà così facile. Ai livelli inferiori del nostro quartier generale li aspettano delle prove ancora più difficili di quelle che avete incontrato finora. Non credo che riusciranno a superarle senza l'aiuto del sommo Arceus.”

Comfey!” cinguettò il Pokemon floreale con un sorriso allegro, quasi non si rendesse davvero conto di stare combattendo.

Radomus non si curò per niente della implicita minaccia di Pius, e richiamò il suo Slowking indebolito. “Non credo che avranno bisogno dell'aiuto divino per fare quello che devono, se ce la faranno, sarà grazie alla loro abilità e al loro impegno… oltre che alla fiducia che c'è tra loro e con i loro Pokemon.” Affermò. “Ora… le consiglierei di non pensare ai miei compagni, e concentrarsi invece sullo scontro. Perché adesso tocca a me mandare in campo un Pokemon che credo lei non si aspetti. Facciamo la nostra mossa, Reuniclus!”

Il maestro di scacchi lanciò un'altra Pokeball, dalla quale emerse il Pokemon simile ad un embrione, che si librò in volo davanti a Pius e al suo Comfey. Per nulla intimorito, il Pokemon di Alola volteggiò nuovamente in aria e fece cenno al suo nuovo avversario con le sue corte braccia, per incitarlo a combattere.

Com comfeyyyy!

Reuniclus!” esclamò il nuovo Pokemon di Radomus, tenendosi pronto a combattere quando vide che nonostante il suo aspetto grazioso ed inoffensivo, il Comfey di Pius era un avversario di tutto rispetto. Pius non fece commenti, e attese che l'avversario facesse la sua prima mossa…

 

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“Okay, tenetevi pronti. Non ho la più pallida idea di cosa incontreremo là sotto…” affermò Drew mentre lui e il suo gruppo scendevano con prudenza le scale che portavano al livello inferiore del quartier generale della Chiesa d'Alfa. Il gruppo di ragazzi era quasi giunto alla fine di una stretta e claustrofobica scala a chiocciola che cominciava a sprofondare nel terreno poco dopo l'ingresso del passaggio segreto… e ora che non potevano più contare sull'aiuto di Radomus, c'era un po' di nervosismo tra i più giovani.

“La Chiesa d'Alfa avrà sicuramente preparato qualche brutta sorpresa per noi…” disse Ritchie mentre Drew, in testa al gruppo, si avvicinava ad una lastra di pietra che dava accesso alla sala subito dopo il passaggio segreto.  Il ragazzo dai capelli verdi si avvicinò all'apertura, controllò che tutto fosse sgombro con un'occhiata attraverso l'apertura, e poi guardò in direzione dei suoi compagni. “Fammi indovinare, Drew. C'è già qualche grattacapo, vero?”

“Dipende da cosa intendete per grattacapo. Certo, non mi aspettavo di ritrovarlo proprio qui.” Affermò Drew. “Mettiamola così, volete prima le cattive notizie o quelle buone?”

Ritchie storse il naso, e vide la sua stessa incertezza nelle espressioni degli altri ragazzi. “Ehm… facciamo le cattive, perché al momento credo proprio che avremo bisogno di un bel po' di buone notizie in seguito… per tirarci su.” Disse il giovanotto. Non proprio entusiasta di cosa sembrava voler dire il giovanotto dai capelli verdi.

“Allora, le cattive notizie… non siamo arrivati qui senza essere notati. C'è qualcuno qui che ci sta aspettando.” Disse Drew, gettando un'altra occhiata furtiva all'interno della camera davanti a loro. “Quelle buone… si tratta di quello strano tizio dai capelli bianchi che abbiamo visto nel cortile di sopra. Con quello sembra che si possa almeno parlare. Allora, voi che dite? Proviamo ad avvicinarci e a discutere con lui?”

Ritchie sbattè gli occhi sorpreso giusto per un istante, poi rivolse uno sguardo interrogativo a Vera e al suo Flabebè. “Beh… non ne sono del tutto sicuro.” Affermò il ragazzino con gli occhiali. “Vera, tu che dici? Mi sembrava una persona a posto. Dici che possiamo tentare di parlare con lui e spiegare la situazione? Credo che almeno ci starebbe ad ascoltare.”

“Se non c'è in giro quella pazzoide vestita da cameriera, allora qualche possibilità credo che ce l'abbiamo.” Affermò Drew, ripensando con un certo disgusto ad Angela. “Allora, che cosa facciamo? Proviamo a parlare con lui, e vediamo se riusciamo a metterci d'accordo?”

Flabebè!” esclamò il grazioso Pokemon Folletto di Vera. Svolazzando apparentemente senza pensieri, si intrufolò nella stanza… una sala dai muri in marmo grigio, arredata in maniera funzionale ma elegante, con un paio di candelabri ai lati, e due statue che rappresentavano Arceus erano state piazzate al lato opposto della stanza, ai lati di un enorme portone di legno scuro che sicuramente portava in qualche altro importante luogo del quartier generale – era, in effetti, l'unica via d'uscita dalla stanza. Una figura alta e dall'aspetto androgino era in piedi, in apparente attesa, accanto ad una delle statue di Arceus – si trattava, ovviamente, di Adrienn, che appariva ansioso e vagamente nervoso, e che notò immediatamente il grazioso Pokemon che era appena entrato.

Flabebè! Fla, flabebè!” cinguettò il folletto fluttuante, scendendo un po' di quota per salutare Adrienn. Il giovane dai capelli bianchi alzò lo sguardo con espressione stupita, e riconobbe il Pokemon che accompagnava Vera.

“Ah… ciao, Flabebè… siete già arrivati fin qui? Credevo che padre Pius sarebbe riuscito a trattenervi un po' più a lungo.” Disse Adrienn, e tese gentilmente una mano per consentire a Flabebè di posarsi su di esso. Il simpatico Pokemon Folletto non si fece pregare, e atterrò con un gesto elegante, girando un po' il fiore-ombrello a cui restava attaccato.

Flabe!” rispose la creaturina. Non sembrava per nulla preoccupata per il fatto che quel ragazzo era un membro della Chiesa d'Alfa, e anzi sembrava fidarsi a pelle di lui.

Con un sospiro, Vera si fece avanti e aprì la porta, entrando nella stanza accompagnata dai suoi amici. Immediatamente, Adrienn si voltò verso di loro, sbattendo gli occhi in un gesto di stupore. “A quanto pare sì, siamo già arrivati fin qui.” Disse la bambina castana, anche lei un po' sorpresa di vedere che il ragazzo dai capelli bianchi era da solo. “Piuttosto, mi aspettavo di vedere qualcuno della Chiesa d'Alfa da queste parti… come mai ci sei solo tu?”

“Sono stato io ad insistere con padre Elias affinché mi permettesse di avere due parole con voi. E lui… ha accettato, a condizione che non vi permettessi di raggiungere il sancta sanctorum.” Affermò Adrienn, mentre Flabebè tornava da Vera con espressione allegra e spensierata. “Certo… ci sono diverse cose di voi che non mi tornano, e di cui vorrei assicurarmi prima di eseguire gli ordini del reverendo. Non preoccupatevi, sorella Angela e fratello Bennett sono al livello inferiore con Padre Elias.”

Ritchie si sentì sollevato da una parte al sentire che Adrienn era disposto ad essere molto più diplomatico di quanto lo erano stati certi suoi confratelli. Tuttavia, sentire conferma che Bennett si era effetti unito alla Chiesa d'Alfa era per lui una sgradita sorpresa. Sperò tra sé che più tardi avrebbe avuto la possibilità di incontrarlo e chiarire la situazione…

“Capisco…” affermò Ritchie. “Beh, se possiamo aiutarti… mi sembri un tipo in gamba, molto diverso da quei fanatici.”

“Padre Elias, sorella Angela e padre Pius stanno solo cercando di guidare gli abitanti di Reborn su una strada migliore…” disse Adrienn, facendo una leggera smorfia per il fatto che quelle parole, in quel momento, suonavano alquanto vuote anche a lui. “E poi, mi sento in dovere di aiutarli… sono stato salvato dalla Chiesa d'Alfa, non più tardi di qualche giorno prima, e mi sembra soltanto giusto ricambiare aiutandoli a mia volta.”

Si stava tenendo sul vago, ma sicuramente più tardi ci sarebbe stata la possibilità di parlare con lui e farsi spiegare meglio come stesse la situazione,  quindi Vera decise che la cosa migliore da fare fosse restare per un po' sul vago, e non sembrare ostili. “Ma… se non sono indiscreta, Adrienn… cosa è successo per farla lavorare per la Chiesa d'Alfa?”

“Beh, so che può sembrare una storia molto strana…” disse Adrienn mentre osservava attentamente il gruppo di amici. La sua impressione iniziale, che si trattasse di persone affidabili e rette, gli appariva sempre più fondata… tuttavia, ciò che in quel momento lo lasciò perplesso fu l'assenza di Radomus. Dov'era finito l'ambiguo giocatore di scacchi? Forse era con lui che Pius era stato trattenuto?

Drew alzò le spalle. “Ne abbiamo sentite di storie strane, anche prima di arrivare a Reborn.” Affermò, e Vera e Ritchie fecero una breve risata di assenso. “Non credo che avremo troppe difficoltà a credere alla tua. Tra l'altro… potrebbe spiegare il motivo per cui stai lavorando per la Chiesa d'Alfa.”

Pikachu…” affermò Sparky, d'accordo con il ragazzo dsi capelli verdi. Il Pikachu con il ciuffetto e il Flabebè di Vera si piazzarono assieme di fronte ad Adrienn, che restò a guardarli per un attimo, e poi si rivolse a Vera e Ritchie. Per la prima volta da quando lo avevano visto, Adrienn sorrise, un'espressione calda ed aperta che lo faceva sembrare quasi luminoso.

“Sì, avete ragione. Io… non mi fido di quel Radomus, ma voi non mi sembrate persone cattive, a prescindere da quello che dice Padre Elias.” Rispose, accarezzando Sparky sulla testa. “Quindi, vi dirò cosa è successo… tutto è cominciato solo pochi giorni fa… o almeno, credo che siano stati soltanto pochi giorni fa… io e i miei Pokemon stavamo allenandoci nella foresta vicino a Zirconia. Io… stavo anche cercando qualche Pokemon Folletto con il quale avrei reso più forte la mia squadra.”

“Ti piacciono i Pokemon Folletto, a quanto vedo.” Commentò Vera, rivolgendo un pensiero al Gardevoir da tempo amico di suo fratello. “E… allora, come sei finito da queste parti?”

Adrienn sospirò e guardò verso un mosaico ormai quasi del tutto sgretolato su un muro della stanza. Da quel poco che ne era rimasto, si poteva vedere che rappresentava una battaglia tra Pokemon Leggendari, anche se non si riusciva bene a vedere di chi si trattasse. “Beh, devo intanto dire che ho trovato i Pokemon che stavo cercando… un anello di Shiinotic, dei Pokemon di tipo Erba/Folletto che si riuniscono in strutture chiamate ‘anelli delle fate', e sono conosciuti per le allucinazioni che inducono. Diciamo che… non sono stato prudente. Un attimo prima stavo per lanciare una Pokeball ad uno Shiinotic… e il secondo dopo, senza nemmeno rendermi conto di quello che avevo fatto, stavo precipitando in un fossato che era apparso da chissà dove. Probabilmente era tutto il frutto dei poteri ipnotici di quei Pokemon, ma… il risultato è stato comunque che alla fine mi sono ritrovato in fondo al fossato, in un luogo che non conoscevo, e senza sapere come fare ad andarmene da lì e tornare a Reborn City.”

“Vediamo se indovino… è stato allora che hai incontrato questo fantomatico Padre Elias.” Affermò Drew. “È fin troppo facile da immaginare.”

Una gocciolona di sudore scese dalla testa di Adrienn. “Ehm… era così ovvio?”

Pika pika!” rispose prontamente Sparky, con le braccia conserte.

“Beh, diciamo la verità, era uno sviluppo abbastanza prevedibile.” Continuò Ritchie. Vera disse di sì con la testa, ma fece cenno ad Adrienn di continuare.

“Comunque, scusa per l'interruzione… continua pure, cosa è successo quando hai incontrato Padre Elias?” chiese la bambina castana, curiosa di saperne di più.

Adrienn si schiarì la voce. “Padre Elias e i suoi due attendenti… fratello Pius e sorella Angela… mi hanno trovato in quello strano luogo, e mi hanno portato qui, alla cattedrale di Arceus. Mi hanno spiegato che sono un gruppo dedicato a riportare l'ordine e la pace nel continente di Reborn, ma sinceramente… non credevo che questo paese avesse bisogno di questo. Almeno finché Padre Elias non mi ha raccontato come stavano le cose… e ne sono rimasto sconvolto.”

Vera non poté impedire di fare un'espressione dubbiosa. Di cosa stava parlando esattamente quel giovanotto? “Scusa, ma… temo di non seguirti. Non sei vissuto a Reborn City per tutto questo tempo? Come fai a non sapere che la città è diventata un autentico caos? Un posto pieno di inquinamento, povertà ed emarginazione?”

Adrienn non rispose subito. Per diversi secondi, il misterioso ragazzo dai capelli bianchi guardò verso il pavimento, strisciando un piede sul pavimento di marmo bianco quasi splendente. I ragazzi avevano l'impressione che le parole di Vera, senza averne l'intenzione, avessero toccato un tasto dolente…

Fla… bebè?” chiese Flabebè con espressione tesa.

“Non… non mi piace molto questo silenzio…” affermò Drew a bassa voce.

Finalmente, quando Drew stava per intervenire e spronare Adrienn a rispondere, il ragazzo dai capelli bianchi si decise a rispondere… nella maniera più incredibile che Vera e i suoi compagni potessero immaginare. “È proprio questo il punto. No, io… non so cosa sia successo in questi ultimi dieci anni a Reborn City.” Affermò , con la voce che tremava per la consapevolezza che quello che avrebbe detto sarebbe stato assolutamente folle e impossibile da credere. “E sapete il perché? La verità… è che io vengo dal passato. Più esattamente… ho saltato gli ultimi dieci anni, per ritrovarmi di colpo in quest'altro periodo del tempo. Non so come sia stato possibile… ma questa è la verità.”

Il misterioso ragazzo dai capelli bianchi guardò la reazione che questa rivelazione aveva avuto sul gruppo di Vera. Come immaginava, le reazioni ad una rivelazione così folle ed assurda erano state alquanto chiare.

Vera, Ritchie, Sparky e Flabebè erano rimasti come congelati sul posto, e guardavano Adrienn come se all'improvviso gli fossero spuntate le ali.

Drew sembrava meno stupefatto, ma altrettanto incredulo – pareva chiedersi se Adrienn li stesse prendendo in giro da una parte… e dall'altra, gli credeva ma si chiedeva come fosse possibile.

Fu Adrienn a riprendere in mano la conversazione. “Lo so, lo so… è una rivelazione che io stesso faccio ancora fatica a credere, dopo qualche giorno che sono qui… ma credetemi, quando l'ho vista per l'ultima volta prima di finire in questo strano posto… Reborn City era una città piena di vita e di luce, un posto dove si viveva in tranquillità e c'era equilibrio tra uomo e natura… certo, c'erano i piccoli problemi di tutti i giorni, come ci sono da tutte le parti… ma in generale, Reborn City era una bella città.”

“Ehm… sì… sì, in effetti, miss Saphira ce ne ha parlato. E non solo lei…” rispose Vera, una volta che ebbe recuperato abbastanza lucidità da farlo. Scosse furiosamente la testa, ripetendosi che non era questo il problema con cui avevano a che fare. “Ma… ma… seriamente? Lei… lei… viene dal… dal passato? Non… non riesco a crederci… eppure, sono convinta che lei non stia mentendo! Quindi… quindi… com'è possibile? Cosa succede da queste parti?”

“Vorrei saperlo anch'io…” disse Adrienn, tanto confuso quanto loro. “Padre Elias e i suoi attendenti mi hanno accolto, e mi hanno spiegato com'è la situazione. La Chiesa d'Alfa sta cercando di contrastare la corruzione e il degrado che ora regnano sovrani a Reborn City. E vorrebbero che io li aiutassi… hanno detto che così potrò capire anch'io cosa sta succedendo da queste parti, e perché sono stato trasportato avanti nel tempo. E magari… anche chi era quella persona che ho incontrato poco dopo essere finito in quel circolo magico…”

“C'era un'altra persona con te?” chiese Drew. Ancora non era convinto di quello che Adrienn aveva detto, ma Vera aveva ragione. Quel ragazzo non era tipo da mentire. “Di chi si trattava?”

“Una bambina dai capelli verdi… non più di sette, otto anni… ma anche se era così piccola, c'era qualcosa di strano in lei… di inquietante… ho cercato di fermarla per chiederle chi fosse e cosa ci faceva lì, ma lei mi ha ringhiato dietro ed è scappata via.” Spiegò Adrienn. “Ne ho parlato a padre Elias, ma neanche lui ha saputo dirmi chi fosse. Ad ogni modo… non è questo il problema, in questo momento. Voi… siete qui per liberare Gossip Gardevoir, o almeno voi siete convinti che la state liberando, vero?”

Fu Ritchie a rispondere per tutti. “Guardi, signor Adrienn… posso capire che lei si fidi di padre Elias… non possiamo fargliene una colpa…  e non sappiamo esattamente cosa le abbia detto. Ma le posso assicurare che il signor Radomus non maltratta Gossip Gardevoir, e che lei non direbbe mai delle cose così terribili sul suo allenatore. Siamo stati con lui per un bel po' di tempo, e sono sicuro di conoscerlo abbastanza bene.”

Pika pikachu!” confermò Sparky.

“Sì, è vero.” Continuò Vera. “Ho visto io stessa che Gossip Gardevoir si fida di lui. Non so perché adesso sembra non accettarlo più.”

Ora era Adrienn a non sapere più cosa pensare. Quei ragazzi erano convinti di quello che dicevano… ma allo stesso tempo, lui si fidava di padre Elias ed era convinto che l'alto sacerdote di Arceus non poteva davvero averlo ingannato… l'idea stessa che fosse così era semplicemente inaccettabile.

“Signor Adrienn… posso capire che sia difficile per lei crederci… ma è proprio così.” Vera appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo dai capelli bianchi, che la guardò con espressione indecisa. “Ho visto io stessa… che il rapporto tra il signor Radomus e Gossip Gardevoir è saldo e sicuro. Sono sicura che quelli della Chiesa d'Alfa le hanno fatto qualcosa per farle dire quello che faceva loro comodo.”

Adrienn scosse la testa. “Ragazzi… onestamente, non so che cosa dire… o fare…” affermò. “Tuttavia… almeno di una cosa sono sicuro. Voglio sapere la verità. Voglio capire cosa è successo davvero, se davvero sono passati dieci anni da quando sono partito, e perché Reborn City è diventata un posto così schifoso. E quindi… credo che otterrò maggiori risultati se mi unisco a voi e cerco di scoprire cosa nasconde la Chiesa d'Alfa.  Anche se non mi piace sospettare dei miei benefattori… a questo punto, voglio essere sicuro di non essere caduto in qualche tranello!”

“Grazie, Adrienn… lo apprezziamo molto, davvero.” Disse Ritchie  permettendosi un lieve sorriso. “Allora… immagino che quella porta sia l'unica che conduca da qualche altra parte, vero?”

Il ragazzino di Kanto indicò la grande arcata ai fianchi della quale si trovavano le statue di Arceus, ed Adrienn fece un cenno affermativo con la testa. “Sì, in effetti quello è l'unico posto in cui possiamo andare. C'è un altro di quegli indovinelli che avete risolto per arrivare fin qui, ma questo è un attimo più complicato. Ci sono quattro Pokemon invece che tre soltanto. Ma non preoccupatevi per quello, lo risolverò io per voi.”

“Grazie, Adrienn. Questo te lo dobbiamo.” Affermò Ritchie prendendo sulle spalle il suo Pikachu. Ad un cenno del ragazzo dai capelli bianchi, il gruppo lo seguì attraverso la porta di uscita e lungo uno stretto corridoio che scendeva ancora più in profondità, illuminato solo da alcune lanterne nelle quali brillava una strana luce verdina. Finalmente, una volta raggiunta un'altra porta, ii ragazzi entrarono in una piccola sala di forma quadrata, completamente spoglia a parte quattro statue che rappresentavano ognuna un Pokemon diverso – un Tyrogue, un Hitmonlee, un Hitmonchan e un Hitmontop. Vera e Max entrarono per primi nella stanza assieme ad Adrienn,  e videro che sul piedistallo di ogni statua c'era un dispositivo che indicava se quel Pokemon si trovava nella luce o nell'oscurità. Lo stesso meccanismo che avevano visto sulle altre statue, nei puzzle precedenti.

“Okay, adesso lasciate fare a me…” disse Adrienn. Raggiunse la statua di Tyrogue e spostò il meccanismo in modo che indicasse la luce, poi fece lo stesso con la statua di Hitmonlee… e invece, spostò gli indicatori di Hitmonchan ed Hitmontop sull'oscurità. Il ragazzo dai capelli bianchi disse di sì con la testa quando un cupo rumore di ingranaggi in movimento pervase la stanza... e non appena anche l'ultimo dei ragazzi entrò, la porta si chiuse ermeticamente, e il pavimento, dopo qualche tremore, cominciò a scendere.

“Siamo in un ascensore, a quanto pare…” disse Drew. Lui e i suoi compagni si raccolsero al centro della piattaforma assieme ad Adrienn, e guardarono con evidente tensione mentre la porta da cui erano entrati si sollevava lentamente, e quello che fino a poco prima era stato un pavimento solido e stabile iniziò a sprofondare, dando a tutti loro uno strano senso di vertigine. Il rumore di ingranaggi continuò ancora per diversi minuti, e i ragazzi attesero in silenzio, pronti ad ogni evenienza,  che il rudimentale ascensore raggiungesse la sua destinazione.

“Hey, Vera?” chiese Drew, dando una leggera gomitata alla ragazzina, che reagì con un sorriso falsamente esasperato. “Stiamo per entrare nella tana del nemico. Paura?”

“Diciamo pure terrorizzata.” Rispose Vera, ma la sua espressione non era certo quella di una persona spaventata. “Voglio dire, non è una cosa che facciamo tutti i giorni. Infiltrarci in una base nemica, fare un po' di confusione, e sfidare qualche cattivone in una battaglia di Pokemon.” Il sarcasmo era persino palpabile nella sua risposta.

Flabebè?” chiese il nuovo Pokemon di Vera. A giudicare da come luccicavano i suoi occhi, era eccitato al prospetto di un'avventura come quelle di cui parlava la sua allenatrice.

Vera ridacchiò e gli fece un segno dell'okay. “Non ti preoccupare, Flabebè, anche tu ti abituerai alla nostra routine! Comunque… beh, immagino che adesso non ci resti che aspettare e vedere cosa ci attende ai piani di sotto. Voglio proprio vedere…”

Pika!” esclamò Sparky sentendo che la piattaforma stava rallentando. Il Pikachu con il ciuffetto prese un respiro profondo quando l'ascensore si fermò del tutto. Poco dopo, Ritchie fece un cenno con la testa… e una lastra di pietra si spostò lentamente verso l'alto, e diede accesso ad una nuova sezione del quartier generale della Chiesa d'Alfa. Adrienn sospirò, ancora non del tutto convinto che sarebbe andato tutto bene… ma che altro poteva fare? Ormai si era deciso. Si era alleato con i cosiddetti “invasori” per scoprire la verità e mettere a tacere o confermare i propri sospetti. Il dado era stato tirato, come si suol dire… e ora, tutto quello che poteva fare era seguire la sua coscienza fino in fondo.

“Molto bene. Siamo arrivati nella sezione più interna della Chiesa d'Alfa, il sancta sanctorum.” Spiegò dopo un attimo di attesa. Già da quella specie di pozzo dell'ascensore si vedeva una grande volta di marmo verde acquamarina che luccicava come se fosse stato cosparso di brillantini, in modo da dare un aspetto ancora più misterioso e mistico a quello strano posto. Una grande torre bianca si levava da un punto nella distanza, salendo fino al soffitto e probabilmente arrivando fino alla cattedrale ai piani superiori.

Adrienn si mise alla testa del gruppetto. “Prego, amici… seguitemi. Parleremo con Padre Elias e cercheremo di giungere ad una soluzione pacifica. Per tutti quanti.”

Ritchie storse il naso. Non era per niente sicuro che Padre Elias avrebbe accettato una soluzione in cui lui non ne fosse uscito vincitore al cento per cento…

“Sparky, tieniti pronto.” Disse al suo Pikachu. “Credo proprio… che avremo bisogno anche del tuo aiuto. E di quello di tutti quanti.”

Sparky si pettinò il ciuffo con un gesto della mano, poi strinse i pugni e si caricò le guance di energia elettrica.

Pikachu!

 

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Lo scontro tra Radomus e Pius sembrava essere giunto ad un punto di stallo. Reuniclus e quello strano Pokemon simile ad un corona di fiori, Comfey, sembravano equivalersi. Nessuno dei due era ancora riuscito a mettere a segno un colpo significativo, e anche se apparivano un po' stanchi, erano ancora perfettamente in grado di reggere ad un altro scontro, e anche più.

“Comfey… usa Fogliamagica.” Ordinò Pius. Comfey rispose ripetendo il suo nome con tono allegro e aprì le sue corte braccia, per poi scatenare una raffica di proiettili luminosi a forma di foglie contro il suo avversario.

“Schermoluce, Reuniclus!” fu la pronta risposta di Radomus. Lo strano Pokemon Psico aprì le braccia ectoplasmiche e si protesse con uno scudo di energia luminoso che fermò la maggior parte delle foglie, lasciandone soltanto qualcuna che fece solo qualche graffio a Reuniclus.

Radomus sospirò e si aggiustò il cappello sulla testa. “Eminenza… non crede anche lei che sia inutile combattere?” chiese, mentre il suo Pokemon si rimetteva in guardia. Comfey fluttuò accanto al suo allenatore e dischiuse un po' i fiori che lo ornavano, ma non diede segno di voler attaccare. “Fino ad adesso, i nostri Pokemon non hanno fatto altro che scambiarsi attacchi, ma non sono riusciti a fare nulla di sostanziale.”

Reeeeee…” Reuniclus aprì le braccia e mostrò i palmi delle mani come per dire che era così e lui non poteva farci nulla.

Pius e Comfey si guardarono a vicenda per qualche istante, e Radomus ebbe l'impressione che in fondo, anche loro fossero d'accordo con quello che diceva lui. Ma sfortunatamente, in quel frangente, quello che Pius e il suo Pokemon pensavano non aveva nessuna rilevanza. “Quello che lei dice è sensato. Ma questo non significa che io abbia la possibilità di disobbedire agli ordini che mi sono stati dati. Il sommo Arceus guida i miei passi, e la sua volontà è legge, per noi della Chiesa d’Alfa.”

Radomus alzò gli occhi al cielo, chiedendosi come mai certe persone si rifiutassero di ascoltare quello che gli diceva il cervello anche quando era l'unica cosa giusta da fare. Beh, poco male. Se Pius si rifiutava di ascoltare ragioni, avrebbe ascoltato qualcos'altro. “Capisco… beh, mentre io e i miei Pokemon ci intratteniamo qui, una Pokemon a cui sono molto affezionato continuava a languire in qualche cella o qualche sotterraneo,  per scopi che credo di essere abbastanza bravo ad immaginare.” Affermò infine. “Per questo motivo, voglia scusarmi se io e il mio Reuniclus decidiamo di  interrompere questo scontro prima che si faccia serio. Reuniclus, sai cosa fare.”

Il buffo Pokemon Psico disse di si con la testa… e poi cominciò a muovere le mani in aria cone se stesse tessendo una coperta invisibile. Immediatamente, delle righe di luce azzurrina apparirono nel punto si trovavano Pius e il suo Pokemon, intersecandosi fino a formare una sorta di gabbia di luce attorno ai due contendenti.

“Ma cosa… che scherzo è mai questo?” chiese stupefatto Pius, mentre Comfey si gettava contro i muri con tutta la forza di cui il suo piccolo corpo era capace. “Radomus, vorrebbe spiegarmi… che razza di opera di Giratina è mai questa?”

“Nessuna opera di Giratina, reverendo.” Rispose Radomus con tutta calma. “Semplicemente, una particolare applicazione della mossa Distortozona… solo che in questo caso, è centrata su di voi. Ora, se permettete… io avrei un appuntamento con i miei compagni ai piani inferiori di questo complesso. Ci vediamo più tardi, se a lei va bene. Non si preoccupi, tornerà normale in… un quarto d'ora, più o meno.”

Clus clus!” Reuniclus salutò agitando una mano e facendo un sorriso sbarazzino, mentre Pius e il suo Pokemon restavano bloccati all'interno della Distortozona. Per quanto provassero, non riuscivano a muovere un muscolo, come se l'aria attorno a loro fosse diventata solida.

Comfey… comfey!” esclamò il grazioso Pokemon Folletto, e rivolse un sorriso incoraggiante al suo allenatore, che sospirò stancamente.

“Apprezzo il gesto, Comfey, ma le battute non sono mai state il tuo forte…”

 

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Vera e i suoi compagni si guardavano attorno, assolutamente meravigliati. Il luogo in cui erano arrivati era ancora più incredibile di quello che sembrava a guardarlo dal pozzo dell'ascensore – si trattava di una immensa caverna il cui soffitto si elevava sopra di loro come la volta di una gigantesca cattedrale, risplendente di luci smeraldine, con spettacolari formazioni rocciose che pendevano dal soffitto. La grande torre si levava dal centro di quel luogo meraviglioso, raggiungendo il soffitto e passandoci attraverso come una sorta di enorme colonna portante, fatta di marmo bianco che creava un elegante contrasto con il verde del soffitto. L'aria era fresca e pulita, anche se leggermente fredda, e una leggera nebbiolina aleggiava vicino al pavimento. Vera aveva l'impressione che l'ambiente attorno a lei fosse carico di elettricità – o magari di qualche strana, incomprensibile energia che lei non sarebbe riuscita a definire. Comunque fosse, quel luogo dava veramente l'idea di qualcosa di soprannaturale…

Flabebè…” il Flabebè di Vera si teneva vicino alla sua allenatrice, che lo tenne sulla spalla e gli fece cenno di non preoccuparsi, mentre il gruppo si avvicinava lentamente alla torre… più esattamente, ad un grande portale che si trovava appena oltre una sorta di arco di trionfo in marmo bianco, affiancato ad entrambi i lati da un paio di statue di Arceus.

“Questo… è il quartier generale, Adrienn?” chiese Ritchie, mentre lui e Sparky osservavano sempre più stupiti il paesaggio.

“Sì… sì, è questo. Anche se devo ammettere che anch'io ci sono stato poche volte e non lo conosco troppo bene.” Affermò il ragazzo dai capelli bianchi, sforzandosi di non mostrarsi troppo emozionato. “Okay, amici, andiamo verso l'entrata della torre, forse lì troveremo qualcosa.”

Pikachu!” esclamò improvvisamente Sparky, indicando qualcosa vicino al portale che dava accesso alla torre. Lui per primo aveva notato le due figure che si trovavano accanto al portale… e quando il gruppo si avvicinò di qualche passo, si accorsero che in effetti erano due figure umane. E solo due passi dopo, riuscirono a vedere che si trattava di Elias ed Angela, che evidentemente li stavano attendendo lì da un po' di tempo…

“Siete giunti, infine.” Fu Angela la prima a parlare, con quella inflessibile, febbricitante certezza con cui diceva ogni cosa. “È dunque vero ciò che si dice. Che i servitori del demonio possiedono la stessa malizia del loro padrone. Ma la mano della divina provvidenza vi ha portato a noi, e saremo noi a fare giustizia, come avremmo dovuto fare già da prima.”

“Eccoli là. Lo sapevo.” Commentò Drew, quasi rassegnato. “Mi sembrava strano che i gran capi della Chiesa d'Alfa  non si facessero vedere.”

“Padre Elias, sorella Angela… vi prego, vorrei che mi ascoltaste prima di passare il vostro giudizio su queste persone.” Adrienn cercò  subito di tenere la situazione sotto controllo, rivolgendosi ai suoi superiori con fare accomodante. “Questi ragazzi non vogliono fare nulla di male. Sono venuti qui a nome del signor Radomus e della sua compagna Gossip Gardevoir. Vogliono essere sicuri che non ci sia nessun errore, e io voglio solo dimostrare loro che noi agiamo per il bene di quella Pokemon.”

Elias non sembrò badare troppo a quello che stava dicendo il suo protetto. Il suo sguardo indugiò per diversi istanti sul gruppo di Vera... poi, si voltò verso un grande portone che dava accesso alla grande torre. Fu allora che Vera notò che la porta era decorata da una sorta di croce - ma ogni braccio era di un colore diverso: blu, rosso, verde e viola. Gli stessi colori delle famigerate Quattro Chiavi, pensò tra sè Vera, mentre il suo Flabebè si posava sulla sua spalla, e rivolgeva al grande portone uno sguardo sospettoso...

"Come pensavo... la porta che conduce al cuore di questo complesso non si aprirà senza tutte e quattro le Chiavi..." disse con tono quasi serafico. Solo dopo qualche secondo il gran sacerdote rispose ad Adrienn. "Quindi, Adrienn... vedo che non li hai fermati."

Adrienn si schiarì nuovamente la voce, indeciso sul da farsi. "Ecco... Eminenza, io ho semplicemente pensato che ci fossero delle questioni che andavao chiarite, prima di pronunciare una sentenza definitiva." affermò.

Era la cosa sbagliata da dire, in presenza di una pazza fanatica come Angela, che puntò immediatamente il ragazzo dai capelli bianchi con espressione feroce. "Stai forse mettendo in dubbio ciò che ha comandato il grande Arceus?" ringhiò la sacerdotessa. "Soltanto dubitare della sua parola è peccato mortale..." Si fermò di colpo quando Elias, calmo come sempre, le fece cenno con una mano.

"Domande, risposte... tutte parole insignificanti usate da uomini di poca fede." continuò il gran sacerdote. "Questo è un luogo sacro. Questo non è luogo per sciocchezze come queste. Oltre questo cancello, vedete... si trova colui dai cui sogni il nostro mondo prese forma."

Angela emise una breve risata beffarda. "Heheheheee... osservate, o indegni! Questo è il santuario del sommo Arceus! Nonchè il suo luogo di nascita, in un certo senso!" esclamò, facendo venire un brivido ai ragazzi e ai loro Pokemon. C'era qualcosa che metteva ribrezzo, nella mania di quella donna... "Poichè è vero che da Arceus sono state generate tutte le altre specie di Pokemon... ma il divino stesso, da dove ha tratto esistenza? Ve lo siete mai chiesto? No, certo che no... siete troppo ciechi e limitati per questi ragionamenti!"

"Ere fa, su questa terra, si è schiantato un meteorite, che portava con sè un frammento del potere del sommo Arceus." spiegò Elias, senza muoversi di un passo. "Ed è qui, in questo santuario, che il meteorite giace inviolato. Eppure... eppure, è disgustoso... abominevole che sopra di esso sia sorto quell'ammasso di peccato e feccia che conoscete come Reborn City! Mio signore Arceus, imploro il tuo perdono per i peccati dell'umanità! Ignosco, Venia, Obsecro..."

"Sommo Arceus, sia fatta la sua volontà..." cantilenò Angela, con le braccia aperte e gli occhi chiusi. Vera e i suoi compagni guardavano i due sacerdoti con espressioni dubbiose, certamente mettendo in serio dubbio la loro sanità mentale... e Adrienn si sentiva sempre più a disagio.

"Pika..." mormorò Sparky. Flabebè storse il nso e si aggrappò ancora più stretto al suo fiore...

"Ah... ehm... Eminenza..." cercò di dire Adrienn. "Con... tutto il dovuto rispetto, ma questo cosa c'entra con..."

"E tuttavia!" Elias interruppe la frase di Adrienn, facendolo sobbalzare per la sorpresa. "Che cosa succederebbe, se questa porta si aprisse di nuovo per noi? Cosa succederebbe se avessimo accesso anche soltanto ad una parte del potere del sommo Arceus? Per cosa potremmo usare questo sacro potere? Ma ovviamente, per purificare questo mondo, e riportarlo all'innocenza originale!"

"Lode ad Arceus! Lodate il suo nome!" esclamò Angela, quasi in estasi. Con un breve effetto di luci, anche Gossip Gardevoir apparve vicino ai due alti sacerdoti, e si chinò ossequiosamente davanti al portale mistico.

Dopo qualche istante di stupore ed esitazione, Drew fece un sorriso sarcastico e scosse la testa. "Beh, se qualcosa può essere definito un'eresia... credo che le lo abbia appena detto, padre Elias. Con tutto il dovuto rispetto, si intende." affermò.

Angela passò direttamente dalla calma estatica ad una rabbia violenta, e si coprì le orecchie come se le parole di Drew le causassero dolore fisico! "AAAAAH! La blasfemia! Le mie orecchie non possono sostenerla!" esclamò, mentre Gossip Gardevoir si voltava verso i ragazzi guardandoli con disdegno.

"E cosa ne sanno dei bugiardi come voi, dell'eresia?" chiese Elias, distraendosi per un attimo da quello che stava facendo per parlare direttamente a Vera e ai suoi compagni.

Gossip Gardevoir scosse la testa. "Ne ho già avuto abbastanza delle continue menzogne di Radomus, il mio ex-allenatore. Non ho bisogno di sentire anche le vostre." affermò lapidaria. "Perchè non convincete il vostro caro Radomus ad ammettere quello che ha fatto a Luna?"

"E' così." continuò Elias. "Dite a quel peccatore di restituirmi mia figlia, e io gli restituirò Gardevoir... se Gardevoir vorrà tornare, si intende."

Flabebè scosse la testa. "Fla..."

"Un momento... un momento, temo che qui non si stia considerando un'altra cosa..." affermò Vera, dopo aver fatto una carezza al suo Pokemon Folletto. "Perchè non chiediamo anche a Luna se vuole tornare alla Chiesa d'Alfa, prima di riportarla qui? Perchè da quanto ho visto, lei è contenta di stare con il signor Radomus."

"Questo suo desiderio è falsato e corrotto. Radomus la influenza mentalmente e la costringe a dire che vuole restare con lui." rispose prontamente Elias.

Gossip Gardevoir rincarò la dose. "Il santo padre ha ragione! Ero lì quando Radomus le ha fatto il lavaggio del cervello!" esclamò. "Radomus è un mostro senza cuore, e ho sempre odiato essere la sua Pokemon!"

"Flabebè!" esclamò il Flabebè di Vera scuotendo furiosamente il capo, come se volesse negare le parole della Pokemon Psico/Folletto. "Fla fla... flabebe, flabe!"

"Di cosa stai parlando? Tu non mi conosci, piccolo folletto. Tu non hai visto di cosa è capace Radomus!" Gossip Gardevoir sembrava sempre più disperata, ma c'era qualcosa nel suo tono di voce che non convinceva Vera e i suoi compagni.

E neanche Flabebè, che sospirò e puntò un piccolo braccio verso di lei. "Flabebe fla!"

La Pokemon parlante indietreggiò, come se Flabebè le avesse appena rinfacciato qualcosa di inaspettato. "Che cosa dici? Certo che sono io... come puoi non riconoscermi?"

"Flabebè!" La risposta del piccolo folletto fluttuante fu decisa e sicura, segno che non aveva intenzione di farsi prendere per il naso.

"Non dare ascolto a quel piccolo folletto malvagio, dolce Gardevoir." continuò Elias. "Se difende quel maiale ipocrita, vuol dire che non è meglio di lui."

Vera cominciava ad esaurire la pazienza. D'accordo, forse Radomus non era un santo... e allora? Per quello che lei ne sapeva era una brava persona, e lei si fidava molto di più di quello che aveva visto, sentito e provato, che non delle farneticazioni di qualche fanatico religioso. "Un ipocrita? E di lei cosa dovremmo dire... santità?" esclamò. Subito, l'alto sacerdote, la sua attendente e Gossip Gardevoir la puntarono, e la bambina si sentì intimorita per un istante... ma si fece subito coraggio e sostenne le loro espressioni accusatorie. "Adrienn, ascolta... io non credo ad una parola di quello che dice questo... sacerdote! Posso capire che tu ti fidi di lui, ma io non posso! Non quando sento che mi prende in giro e vorrebbe sfruttarti per i suoi scopi! Lo vedrebbe anche un cieco!"

"Fla fla flabebè!" continuò Flabebè, cercando di sostenere la sua allenatrice. Adrienn, da parte sua, sembrava covare un feroce mal di testa... non sapeva a chi credere, e voleva a tutti i costi pensare che entrambi fossero animati da buone intenzioni, ma era ormai chiaro che solo una delle due parti diceva la verità...

Angela storse il naso... poi, le sue labbra si incurvarono in un sorriso feroce. "Strano che voi parliate di cecità. Strano, e al tempo stesso ironico."

Ritchie strinse gli occhi. "Cosa vorresti dire?" chiese, fissando attentamente i due individui e Gardevoir. La Pokemon Psico/Folletto restava vicina ad Elias, e guardava verso Adrienn come per pregarlo di proteggerla... il che non faceva altro che aumentare la confusione del ragazzo.

Elias mosse un passo in avanti e indicò i propri occhi. "Guardate bene i miei occhi, tutti voi. Che cosa vedete?" chiese, mostrando le sue inquietanti iridi bianche. "Se vi sembra che i miei occhi siano strani... è perchè in effetti lo sono. Io... sono nato senza il dono della vista. Ma le mie preghiere al sommo Arceus hanno fatto sì che egli, nella sua infinita generosità, mi benedicesse e mi donasse la luce. Da allora sono tornato a vedere, e non solo con gli occhi. La luce mi ha reso chiaro quale fosse il mio destino... restituire Reborn alla sua innocenza e spazzare via tutto quello che insudicia questa sacra terra! Ed ora... io, umile servitore, chiederò di nuovo al mio signore di prestarmi il suo potere... e spazzare via tutti coloro che si oppongono alla sua verità!"

"Voi morirete! Voi morirete tutti!" sghignazzò Angela con espressione assatanata, mentre i muri della grande torre cominciarono a brillare, dapprima lentamente... poi, con sempre maggiore frequenza ed intensità, illuminando la grande caverna come un faro gigantesco! Allarmati, Vera e i suoi compagni si ritirarono, mentre Flabebè e Sparky restavano come incantati davanti alle luci che si rifrangevano sulla pareti della grande grotta dalle pareti smeraldine. Qualcosa di soprannaturale si addensava nell'aria, caricando l'atmosfera di una strana energia, e permeandola di un pungente odore di ozono, incenso e altri afrori penetranti. Stava succedendo qualcosa, e nessuno di loro si illudeva che fosse qualcosa di buono...

"Aduro! Creo! Iudex! Mei Divinitus!" cantilenò Elias, le mani sollevate in aria. "Che gli eretici siano spazzati via!"

"Opprimo Oppressi Oppressum! Sommo Arceus, ascolti le nostre preghiere!" continuò Angela. La radianza che veniva sprigionata dalla torre stava diventando abbagliante, e impediva a Vera e ai suoi compagni di avanzare... in effetti, non riuscivano più a vedre nulla di ciò che li circondava, e si sentivano come se un vento impetuoso li stesse spingendo con violenza lontano dalla torre. Vera si affrettò a stringere a sè il piccolo Flabebè, e poi si protesse il viso con un braccio e puntò i piedi a terra per evitare di essere gettata a terra dalla forza del vento!

"Tienti forte, Sparky!" esclamò Ritchie, controllando che il suo Pikachu si fosse afferrato alla gamba dei suoi pantaloni. Il roditore elettrico si teneva stretto con tutte le sue forze, le orecchie quasi appiattite dalla violenza del vento soprannaturale. La luce continuò ad espandersi, ad intensificarsi, ad inghiottire ogni cosa, e colonne di energia bianca scaturirono dal terreno attorno alla grande torre sigillata, pericolosamente vicini a Padre Elias, Angela e Gossip Gardevoir. Ma i due alti sacerdoti e la Pokemon parlante restavano fermi al loro posto, come se fossero stati dei pilastri di cemento...

"Ugh... maledizione! Tenetevi forte! Cosa cavolo sta succedendo?" esclamò Drew, ancorato saldamente ad una colonna. Adrienn si teneva rasente ad una formazione cristallina che emergeva del terreno, incredulo e spaventato. Cosa stava accadendo? Aveva davvero aiutato gente simile? Davvero non si era reso conto di quanto fossero folli i loro propositi? E adesso... adesso cosa stava accadendo?

Finalmente, la luce si affievolì al punto da permettere ai ragazzi di vedere, anche se non scomparve del tutto - sembrava ancora che un sole in miniatura si fosse acceso vicino alla volta della caverna. Vera e il suo Flabebè aprirono gli occhi per primi, e la bambina castana si azzardò a guardare verso la luce... restando congelata in un misto di meraviglia e terrore quando riconobbe la gloriosa figura celestiale che scendeva verso di loro, avvolta in un alone di luce iridata!

Gli anelli dorati.

Lo sguardo estatico e stoico al tempo stesso.

Gli esili zoccoli di avorio bianco.

Il corpo sinuoso che sembrava risplendere di luce propria.

Arceus in persona stava fluttuando maestosamente verso il terreno, pronto ad affrontarli in uno scontro che si preannunciava del tutto a senso unico... se poteva davvero definirsi uno scontro.

"Un combattimento con me pone a rischio le vostre anime immortali," sentenziò Elias. "poichè il Giusto sta dalla mia parte."      

    

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CONTINUA...

 

 

  

 

 

  
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